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6.5/10
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Si possono creare diverse versioni basate su personaggi leggendari come appunto Robin Hood. Si può parlare ad esempio della più famosa versione animata Disney del '73 oppure della assai discutibile versione live action con un improbabile Kevin Costner del '91; versioni che in un modo o nell'altro riescono a far parlare di sé. Ma ora proviamo a parlare di una trasposizione anime del '90 ideata da Kōichi Mashimo, che col passare del tempo sembra non essere più ricordata. Varrà la pena riscoprirla?

Robert Huntington, dopo aver perso la sua dimora bruciata per ordine del perfido barone Alwine, è costretto a fuggire nella foresta di Sherwood assieme ai cugini Will, Winnifred e Barbara. Qui il giovane farà la conoscenza di una banda di giovani banditi guidata dal burbero Little John, col quale nascerà una rivalità che si alterna delle volte ad amicizia, del tanto saggio quanto bizzarro frate Tuck e infine della bella Lady Marian Lancaster. Robin con i suoi nuovi alleati affronterà più volte il barone Alwine e il vescovo di Herefort, proteggendo i vari innocenti dai loro continui soprusi e angherie.

Gli episodi proposti scorrono in modo molto semplice e senza grandi complicazioni, grazie anche a un cast di personaggi che in qualche modo riescono ad emozionare. Infatti, una buona parte dei personaggi riesce ad avere una buona caratterizzazione ma anche un buono sviluppo ed evoluzione, come il caso di: Lady Marian, che, passando da damigella in pericolo, diventa una ragazza molto più coraggiosa e indipendente; Little John, che, per quanto il più delle volte sia antipatico, riesce anche a regalare momenti che vi faranno davvero sorridere; Gilbert, personaggio assai "oscuro" ma anche molto carismatico, così come anche Cleo, afflitta da un gran dolore che si riesce a comprendere, ma che però è stato gestito in un modo frettoloso, e che meritava forse più spazio. Ma anche il villan Lord Alwine (ispirato allo sceriffo di Nottingham) sa proprio farsi valere come tale: cinico, avido, opportunista ma soprattutto dotato di un'intelligenza a dir poco spaventosa, e questa sua intelligenza riesce a mettere in seria difficoltà più volte il protagonista. Ma, parlando del protagonista, iniziano purtroppo le note dolenti: se conoscete il personaggio leggendario di Robin Hood, il brigante che si mette contro la legge, rubando ai ricchi per dare ai poveri, sappiate allora che qui non succede nulla di tutto ciò, perché il Robin Hood di questa versione è fin troppo buonista, tanto da non voler derubare proprio nessuno, né ha voglia di sporcarsi le mani, manco per una buona causa, e peggio ancora ha il vizio di fare troppo spesso la morale agli altri personaggi su quanto rubare sia sbagliato. Decisamente pesante alla lunga, e anche il suo doppiatore italiano Ivo de Palma gli dà una voce troppo adulta e inadatta al personaggio, che è praticamente un fanciullo di dodici/tredici anni circa, e non è una scusa il fatto che, se gli dai una voce più adulta, allora così il personaggio è più tosto.

Altri difetti riguardano la mala gestione degli elementi magici, come la croce di cui è in possesso Marian. In alcuni episodi questa croce sembra essere dotata di poteri magici, e a tratti catastrofici, ma altre volte non fa nulla, e a ciò non viene mai data nessuna spiegazione al riguardo, così come anche del misterioso "tesoro del bosco" non viene spiegata la sua origine.
Verso metà della serie poi la situazione sembra andare fuori controllo. Se nella prima metà il tema è proteggere gli innocenti dalle ingiustizie a dalle tirannie dei potenti, ed era equilibrato, ecco che nella seconda metà vengono fuori improvvisamente temi sulla protezione dell'ambiente e della natura, e per quanto sia un tema sempre importante e giusto, l'ho trovato però fin troppo forzato, e non capisco perché inserirlo così all'improvviso, causando una brusca deviazione alla trama principale. Non va tanto meglio negli ultimi episodi, che si rivelano fin troppo sbrigativi e caotici, e non danno la giusta attenzione agli ultimi arrivati come il conte John (ovvero Giovanni Senzaterra), portando a un finale che non ha tanto sapore alla fine, e avrei preferito che ci fossa stata più calma nel gestire gli ultimi episodi.

Siamo di fronte a una serie che, nonostante possa godere di un buon cast di personaggi, buona parte almeno, e che all'inizio sembra partire bene, si porta però alla fine dietro un bel po' di difetti che le impediscono di essere qualcosa di "intramontabile", ma destinato a essere perso nel tempo. Certo si lascia guardare, ma è fin troppo evidente che alla fine ti vien da dire: "C'è di meglio in giro".