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9.0/10
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Provare a racchiudere l’immenso Monster in un’unica recensione di poche righe è sostanzialmente un proposito irrealizzabile. Durante le settantaquattro puntate che compongono la serie vengono narrate le vicende di un promettentissimo e geniale neurochirurgo giapponese (ovviamente), il Dottor KenzoTenma, che durante una delle sue operazioni salva da morte quasi certa Johan, un bambino ferito gravemente alla testa da un proiettile. Attorno al bambino e a sua sorella gemella nasce e cresce nel tempo però un alone sempre più scuro di mistero dopo la scoperta che i due gemelli sono in realtà sopravvissuti al massacro, terminato con l’uccisione di entrambe i genitori avvenuto nella loro casa. Il mistero s’infittisce ancor più nel corso del tempo: i due gemelli erano stati in realtà adottati e pian piano si scopre che legati a loro sono inspiegabilmente anche altri delitti. Il Dottor Tenma scopre di aver salvato probabilmente un mostro, da cui il titolo del manga/anime. Non avrebbe senso proseguire nel racconto della trama perché come già detto essa è veramente densa, intrecciata e degna di essere vissuta in prima persona. Bisogna invece sottolineare come la storia sia in tutto e per tutto adulta e drammatica con ben pochi momenti di svago e spensieratezza. Come si può ben immaginare, più di settanta episodi richiedono un impegno non indifferente da parte dello spettatore per una storia a puntate e non a episodi, soprattutto per la complessità della trama, ma per chi non si spaventa davanti a storie del genere Monster ripagherà in tutto e per tutto la fiducia riposta. Devo ammettere che a volte certe circostanze mi sono sembrate forzate e irreali, ma basterebbe guardare un qualsiasi telegiornale per comprendere come spesso la realtà sorprenda più della fantasia. Il disegno è ben realizzato per quanto riguarda i personaggi riuscendo sempre a comunicare le emozioni del momento. I colori si adattano alla drammaticità della storia rimanendo sempre su tonalità scure e comunque mai accese o vivaci. Soprattutto verso gli ultimi episodi questo senso di oscurità si amplifica fino a risultare opprimente, ma penso che l’effetto sia voluto e comunque consono alla trama. Ciò che più mi ha impressionato in Monster è la profondità dei personaggi e la loro caratterizzazione sfaccettata e originale e in particolare il modo in cui viene descritta la crescita interiore di Kenzo che da medico promettente, ma allo stesso tempo ingenuo manichino in mano al padre della fidanzata, costruisce a fatica ma costantemente un Io forte, coerente e coraggioso, capace di oltrepassare i propri limiti e le proprie paure per fini superiori e del bene del prossimo più che di se stesso. In un certo senso, un esempio per tutti noi, anche se proveniente da un anime.
Volendo trovare dei lati negativi in Monster sottolineerei la tendenza, comune però alla stragrande maggioranza dei manga/anime giapponesi, di creare personaggi che vogliano (o sembra che vogliano) distruggere la Terra e l’Universo intero. Capisco che i due regalini lanciati dagli americani nel ’45 non abbiano aiutato le nuove generazioni giapponesi ad avere una visione idilliaca della vita, ma penso ormai che sia passato il tempo necessario per un ritorno alla normalità. Monster secondo il mio modesto parere avrebbe reso molto di più se il personaggio di Johan non fosse stato caricato di tanto mistero diabolico, quasi soprannaturale e fosse stato reso più umano, con tutte le sue debolezze e incertezze. In ogni caso consiglio vivamente la visione di Monster a tutti quelli che siano in cerca di una storia non banale, adulta, profonda e, soprattutto, emozionante.