Afro Samurai
Probabilmente Afro Samurai è uno degli anime più violenti dei suoi anni. La trama è molto breve, poichè trattasi semplicemente di una storia di vendetta priva di retroscena. Vendetta che diventa una missione molto surreale del nostro protagonista "Afro", che dopo la morte del padre, si impegna con una determinazione inarrestabile, quasi fosse un Terminator, pur di arrivare ad eliminare colui che ha ucciso suo padre, e prima di arrivarci, dovrà affrontare svariate centinaia di nemici, che cercheranno di annientarlo con qualsiasi mezzo a loro disposizione, che sia un'arma corpo a corpo oppure un'arma da fuoco. Talvolta alcuni nemici si riveleranno estremamente potenti e difficili da battere. Lui, con il solo ausilio di una katata, e un misterioso compagno di viaggio molto bizzarro e simpatico, ma codardo e contrario alla lotta, dovrà cercare di superare i numerosi ostacoli che lo porteranno a dargli l'unica chance di potersi vendicare della morte del padre.
Io ho trovato questo anime estremamente divertente e appassionante, le scene di lotta e di combattimenti sono di una violenza terrificante, davvero notevole e sbalorditiva. Come già detto, il tutto è molto surreale, ed infatti a livello di trama l'anime oggettivamente di certo non eccelle, ed infatti concentra tutte le sue forze per le cruente scene d'azione - che a mio avviso sono venute piuttosto bene - e il sentimento dell'odio.
Possiamo affermare che il nostro eroe incarna la vendetta, si può proprio dire che sia l'avatar della vendetta: taciturno e sempre con la guardia molto alta, il suo unico obiettivo fisso è quello di portare a termine la sua vendetta, che è il suo unico scopo d'esistere, dopodichè non gli importa di continuare a vivere o meno. E l'anime è un viaggio continuo, un viaggio di "Afro", fatto di morte e violenza, ma comunque lui uccide solo per difendersi, dalle orde di nemici che lo attaccano senza alcun ritegno e tendendogli trappole e agguati di ogni sorta.
Il comparto tecnico è particolare, i disegni sono nella media e le animazioni generalmente buone, le musiche hanno la particolarità di essere fedelmente rap ed hip-hop afro-americano, così come il doppiaggio originale è americano, poichè l'anime è frutto di una collaborazione appunto nippo-americana. Da notare i colori particolari, molti sbiaditi e molto "grigi" e dal basso contrasto, adatti e che combaciano a meraviglia, per l'atmosfera straziante e maligna che l'anime trasuda in continuazione.
Una volta visti i 5 episodi, se si desidera vedere altro, di Afro Samurai ci sono ben due film distinti, dove il primo è un riassunto dei 5 episodi ma con molte scene extra, e il secondo (Resurrection) è la continuazione della storia. Entrambi i film non sono da meno rispetto alla serie, e anzi presentano una grafica migliorata.
Anime consigliato a chi adora le storie di vendetta, e a chi non disdegna quantità elevate di violenza gratuita.
Io ho trovato questo anime estremamente divertente e appassionante, le scene di lotta e di combattimenti sono di una violenza terrificante, davvero notevole e sbalorditiva. Come già detto, il tutto è molto surreale, ed infatti a livello di trama l'anime oggettivamente di certo non eccelle, ed infatti concentra tutte le sue forze per le cruente scene d'azione - che a mio avviso sono venute piuttosto bene - e il sentimento dell'odio.
Possiamo affermare che il nostro eroe incarna la vendetta, si può proprio dire che sia l'avatar della vendetta: taciturno e sempre con la guardia molto alta, il suo unico obiettivo fisso è quello di portare a termine la sua vendetta, che è il suo unico scopo d'esistere, dopodichè non gli importa di continuare a vivere o meno. E l'anime è un viaggio continuo, un viaggio di "Afro", fatto di morte e violenza, ma comunque lui uccide solo per difendersi, dalle orde di nemici che lo attaccano senza alcun ritegno e tendendogli trappole e agguati di ogni sorta.
Il comparto tecnico è particolare, i disegni sono nella media e le animazioni generalmente buone, le musiche hanno la particolarità di essere fedelmente rap ed hip-hop afro-americano, così come il doppiaggio originale è americano, poichè l'anime è frutto di una collaborazione appunto nippo-americana. Da notare i colori particolari, molti sbiaditi e molto "grigi" e dal basso contrasto, adatti e che combaciano a meraviglia, per l'atmosfera straziante e maligna che l'anime trasuda in continuazione.
Una volta visti i 5 episodi, se si desidera vedere altro, di Afro Samurai ci sono ben due film distinti, dove il primo è un riassunto dei 5 episodi ma con molte scene extra, e il secondo (Resurrection) è la continuazione della storia. Entrambi i film non sono da meno rispetto alla serie, e anzi presentano una grafica migliorata.
Anime consigliato a chi adora le storie di vendetta, e a chi non disdegna quantità elevate di violenza gratuita.
In tutta sincerità stentavo a credere che si trattasse di un anime giapponese del 2007. Dico, se fosse stato degli anni '80 avrei potuto capire già di più.
In estrema sintesi, l'ho trovato un tentativo decisamente non riuscito di fare una "americanata". Se poi consideriamo che in genere le americanate sono già di loro quasi sempre di scarsa qualità, beh, è chiaro dove si va a parare. Io ho dovuto fare uno sforzo non indifferente per arrivare fino in fondo senza lasciar perdere tanto il mio interesse è stato basso.
La trama dell'intero prodotto è chiara dopo pochi minuti: il protagonista, desideroso di uccidere l'assassino di suo padre, si mette in viaggio verso la sfida mortale con costui. Tipico dello stereotipo del film americano (ok, ok, eviterò di ripeterlo ancora, lo so, sono noioso!). Nel mentre, qualcuno cercherà di mettersi in mezzo, ma l'esito degli scontri è ampiamente prevedibile. In compenso la tipologia di avversari è piuttosto sorprendente, e questo gioca a favore di Afro Samurai. Giocano a sfavore la lentezza di avanzamento della storia riscontrata in certi frangenti. Sono combattuto, ma credo che complessivamente nonostante tutto si possa arrivare su questo punto ad un 6.
Discorso simile per il finale, che come dicevo è esattamente quello che ci si aspetta. Resta sul 6 e non scende per le mosse usate dall'antagonista nell'ultimo combattimento (uhm... sì, mi sto sforzando di non fare spoiler!).
Per quanto riguarda i personaggi invece non c'è nulla da fare: siamo lontani dalla sufficienza. Afro (fantasioso nome per il protagonista, un samurai che pare di origine appunto afro-americana) è un personaggio che avrebbe potuto offrire molto, anzi moltissimo, e invece è buttato lì e basta. Non parla quasi mai e ha la stessa espressione per tutto il tempo. Sembra un automa in certi momenti. Che caspita, ho capito che il rancore lo ha reso una macchina da massacro, però così si esagera. Il suo compare poi mi ha infastidito un sacco anziché divertirmi. Nemmeno l'antagonista mi ha lasciato una buona impressione, mi ha semplicemente dato l'idea del bullo vanitoso, altro che una divinità malvagia o cose simili. Forse l'unico che si potrebbe salvare è l'amico di infanzia di Afro, quello con la testa da orso per intenderci. Su questo settore insufficienza totale: 2.
Grafica e Sonoro. Taglierò corto: non mi sono piaciuti per niente, ma questo sarà dovuto ai miei gusti personali, quindi a qualcuno potrebbe piacere. Lo stile grafico l'ho trovato davvero brutto, espressioni facciali al minimo, tutto di un grigiume che incupisce più del necessario (ok che la storia non è il colmo dell'allegria, ma caspita, come dicevo all'inizio, si parla di un prodotto del 2007, sembra più una scelta per risparmiare sul budget che una ponderata decisione stilistica!). Quindi 1 per la grafica. E 2 per il sonoro che non mi ha trasmesso nulla. Oltretutto la scelta del doppiaggio in inglese non mi è piaciuta per nulla (uno dei motivi che mi ha fatto credere che fosse un prodotto americano). Dico, siete giapponesi, perché cimentarvi in un'opera in un'altra lingua? Mah
Globalmente assegno un 3.
PS. io aggiungerei anche splatter al genere, visto che il 95% dei personaggi viene letteralmente fatto a pezzi a colpi di spada...
In estrema sintesi, l'ho trovato un tentativo decisamente non riuscito di fare una "americanata". Se poi consideriamo che in genere le americanate sono già di loro quasi sempre di scarsa qualità, beh, è chiaro dove si va a parare. Io ho dovuto fare uno sforzo non indifferente per arrivare fino in fondo senza lasciar perdere tanto il mio interesse è stato basso.
La trama dell'intero prodotto è chiara dopo pochi minuti: il protagonista, desideroso di uccidere l'assassino di suo padre, si mette in viaggio verso la sfida mortale con costui. Tipico dello stereotipo del film americano (ok, ok, eviterò di ripeterlo ancora, lo so, sono noioso!). Nel mentre, qualcuno cercherà di mettersi in mezzo, ma l'esito degli scontri è ampiamente prevedibile. In compenso la tipologia di avversari è piuttosto sorprendente, e questo gioca a favore di Afro Samurai. Giocano a sfavore la lentezza di avanzamento della storia riscontrata in certi frangenti. Sono combattuto, ma credo che complessivamente nonostante tutto si possa arrivare su questo punto ad un 6.
Discorso simile per il finale, che come dicevo è esattamente quello che ci si aspetta. Resta sul 6 e non scende per le mosse usate dall'antagonista nell'ultimo combattimento (uhm... sì, mi sto sforzando di non fare spoiler!).
Per quanto riguarda i personaggi invece non c'è nulla da fare: siamo lontani dalla sufficienza. Afro (fantasioso nome per il protagonista, un samurai che pare di origine appunto afro-americana) è un personaggio che avrebbe potuto offrire molto, anzi moltissimo, e invece è buttato lì e basta. Non parla quasi mai e ha la stessa espressione per tutto il tempo. Sembra un automa in certi momenti. Che caspita, ho capito che il rancore lo ha reso una macchina da massacro, però così si esagera. Il suo compare poi mi ha infastidito un sacco anziché divertirmi. Nemmeno l'antagonista mi ha lasciato una buona impressione, mi ha semplicemente dato l'idea del bullo vanitoso, altro che una divinità malvagia o cose simili. Forse l'unico che si potrebbe salvare è l'amico di infanzia di Afro, quello con la testa da orso per intenderci. Su questo settore insufficienza totale: 2.
Grafica e Sonoro. Taglierò corto: non mi sono piaciuti per niente, ma questo sarà dovuto ai miei gusti personali, quindi a qualcuno potrebbe piacere. Lo stile grafico l'ho trovato davvero brutto, espressioni facciali al minimo, tutto di un grigiume che incupisce più del necessario (ok che la storia non è il colmo dell'allegria, ma caspita, come dicevo all'inizio, si parla di un prodotto del 2007, sembra più una scelta per risparmiare sul budget che una ponderata decisione stilistica!). Quindi 1 per la grafica. E 2 per il sonoro che non mi ha trasmesso nulla. Oltretutto la scelta del doppiaggio in inglese non mi è piaciuta per nulla (uno dei motivi che mi ha fatto credere che fosse un prodotto americano). Dico, siete giapponesi, perché cimentarvi in un'opera in un'altra lingua? Mah
Globalmente assegno un 3.
PS. io aggiungerei anche splatter al genere, visto che il 95% dei personaggi viene letteralmente fatto a pezzi a colpi di spada...
Non so proprio che dire, perché "Afro Samurai" non ha propriamente nulla che non vada: le animazioni sono buone le scelte dei colori ottime, soprattuto grazie all'idea di dare importanza al colore rosso lasciando più spento tutto il resto. Samuel L. Jackson è perfetto, ma solo perché oltre ad Afro che sta muto per quasi tutto il tempo doppia pure Ninja Ninja e probabilmente altri personaggi secondari. Anche le musiche sono perfette, anche se in realtà non c'entrano nulla. Ed è la fiera del sangue. Per uno che qualche volta cerca violenza gratuita qui ne troverà molta.
La trama è leggera: Afro cerca vendetta dopo la morte del padre. Inoltre avere solo cinque episodi dovrebbe aiutare la visione. Eppure sta qui il problema, non sono riuscito a finirlo. Sono arrivato a metà del quarto episodio e ho perso la voglia di vederlo, ma al contempo non ci trovo nulla da criticare. Sono fermo. Ho perso l'ispirazione, l'interesse, tutto. Ho visto anime da ventisei episodi in un paio di giorni e questo che ne presenta solo cinque non lo sono riuscito a finire in tre giornate. Non lo capisco.
Detto questo, "Afro Samurai" è un anime che sicuramente uno che segue Tarantino ha alte possibilità di apprezzare e comunque tutti dovrebbero dargli una possiblità. Ma con me non può andare oltre al cinque perché è riuscito a farmi perdere l'interesse che avevo.
La trama è leggera: Afro cerca vendetta dopo la morte del padre. Inoltre avere solo cinque episodi dovrebbe aiutare la visione. Eppure sta qui il problema, non sono riuscito a finirlo. Sono arrivato a metà del quarto episodio e ho perso la voglia di vederlo, ma al contempo non ci trovo nulla da criticare. Sono fermo. Ho perso l'ispirazione, l'interesse, tutto. Ho visto anime da ventisei episodi in un paio di giorni e questo che ne presenta solo cinque non lo sono riuscito a finire in tre giornate. Non lo capisco.
Detto questo, "Afro Samurai" è un anime che sicuramente uno che segue Tarantino ha alte possibilità di apprezzare e comunque tutti dovrebbero dargli una possiblità. Ma con me non può andare oltre al cinque perché è riuscito a farmi perdere l'interesse che avevo.
Partiamo subito con il dire che il tag migliore per questa serie rimane senz'altro "tamarro".
Già partendo dalla figura del personaggio principale che deve il nome alla serie si può capire quanto essa sia "fuori dal comune": un afro-samurai spietato, il cui intento è quello di vendicarsi della morte del padre. La trama non è sicuramente un capolavoro, ma i personaggi risultano senz'altro completamente estranei dal normale. Un'altra chicca sono senz'ombra di dubbio gli incredibili disegni, anch'essi fuori dalla norma, ma studiati nei minimi dettagli.
Diciamo che agli amanti dello splatter, dei "duri a morire" e simili "Afro Samurai" è senz'altro una serie che non può mancare.
Già partendo dalla figura del personaggio principale che deve il nome alla serie si può capire quanto essa sia "fuori dal comune": un afro-samurai spietato, il cui intento è quello di vendicarsi della morte del padre. La trama non è sicuramente un capolavoro, ma i personaggi risultano senz'altro completamente estranei dal normale. Un'altra chicca sono senz'ombra di dubbio gli incredibili disegni, anch'essi fuori dalla norma, ma studiati nei minimi dettagli.
Diciamo che agli amanti dello splatter, dei "duri a morire" e simili "Afro Samurai" è senz'altro una serie che non può mancare.
La presente recensione si riferisce a " Afro Samurai - Movie Director's Cut".
E' indiscutibile che il primo approccio a quest'anime è sicuramente la roboante curiosità che instilla il nome "Afro Samurai": la risposta che avrete non è quella che vi aspettate. In un Giappone (?) immaginario si svolgono le vicende di "Afro Samurai": a metà tra una storia samurai e una western (sopratutto spaghetti), con un pizzico di cultura afroamericana. Questa miscela però si rivela vuota di vero pathos e vive unicamente sull'azione dei combattimenti. Il leitmotiv è la vendetta, cara a entrambi i generi citati, che però non assume nessuna vera espressione perché il protagonista è inespressivo, non c'è appagamento né rimpianto (troppe poche volte l'azione narrativa sembra arrivarci ma non conclude), e diventa un mero motivo per gli scontri. I dialoghi sono ridotti al minimo e sono quasi esclusiva dei personaggi secondari, ma tutto sommato sono coerenti e né ingombranti né troppo sterili.
Lo spettatore come il protagonista si lascia scivolare tutto, forse troppo impegnato a gustare la potenza cinetica e truculenta degli scontri. Già traspare che "Afro Samurai" ha una trama semplice, una caratterizzazione minima, alcune volte non adeguata, dei personaggi, tutto costruito ad hoc per il massimo intrattenimento, che sarà aumentato dal climax ascendente e surreale dei combattimenti e delle carneficine (per il piacere di tutti gli amanti del genere e del sangue). Cinematograficamente parlando si vede che è stato pensato a puntate per via di scene di contorno ma ha il suo gusto il Director's Cut. Per qualcuno, come me, potrà sembrare in alcuni punti noioso a causa del climax sopracitato che non indirizza compiutamente lo spettatore al finale e allunga troppo la suspense, ma non toglie niente alla visione.
L'anime esprime se stesso sotto l'aspetto grafico. I disegni sono molto accattivanti e puliti e le immagini sono desaturate per dare maggiore accento alle luci e al sangue che coinvolgono maggiormente lo spettatore nell'azione. Ci sono dettagli curati, alcuni che richiamano i generi samurai-western (la sigaretta di Afro è un must tra molti pistoleri; i combattimenti sul dirupo, ponte, al chiaro di luna richiamano molti film samurai), altri privi di descrizione - Afro ama bere la limonata e parlare poco; robot "laseroni" - e altri ancora come ciliegina sulla torta, vedi spruzzi sanguigni alla Tarantino; sveltina con una nemica; Darth Vader con la testa d'orso. I combattimenti sono molto eccitanti e violenti, ma Afro è molto poco samurai nell'uso della spada. La OST dal gusto afroamericano dà ottimo supporto e rifinisce bene le scene d'azione mentre la lingua, americana, conferisce ancora di più l'aura western.
In conclusione "Afro Samurai" è un buon prodotto per gli amanti dell'azione/combattimenti e un ottimo diversivo per tutti gli altri, che si vogliono godere un po' di carneficina senza pensare troppo.
E' indiscutibile che il primo approccio a quest'anime è sicuramente la roboante curiosità che instilla il nome "Afro Samurai": la risposta che avrete non è quella che vi aspettate. In un Giappone (?) immaginario si svolgono le vicende di "Afro Samurai": a metà tra una storia samurai e una western (sopratutto spaghetti), con un pizzico di cultura afroamericana. Questa miscela però si rivela vuota di vero pathos e vive unicamente sull'azione dei combattimenti. Il leitmotiv è la vendetta, cara a entrambi i generi citati, che però non assume nessuna vera espressione perché il protagonista è inespressivo, non c'è appagamento né rimpianto (troppe poche volte l'azione narrativa sembra arrivarci ma non conclude), e diventa un mero motivo per gli scontri. I dialoghi sono ridotti al minimo e sono quasi esclusiva dei personaggi secondari, ma tutto sommato sono coerenti e né ingombranti né troppo sterili.
Lo spettatore come il protagonista si lascia scivolare tutto, forse troppo impegnato a gustare la potenza cinetica e truculenta degli scontri. Già traspare che "Afro Samurai" ha una trama semplice, una caratterizzazione minima, alcune volte non adeguata, dei personaggi, tutto costruito ad hoc per il massimo intrattenimento, che sarà aumentato dal climax ascendente e surreale dei combattimenti e delle carneficine (per il piacere di tutti gli amanti del genere e del sangue). Cinematograficamente parlando si vede che è stato pensato a puntate per via di scene di contorno ma ha il suo gusto il Director's Cut. Per qualcuno, come me, potrà sembrare in alcuni punti noioso a causa del climax sopracitato che non indirizza compiutamente lo spettatore al finale e allunga troppo la suspense, ma non toglie niente alla visione.
L'anime esprime se stesso sotto l'aspetto grafico. I disegni sono molto accattivanti e puliti e le immagini sono desaturate per dare maggiore accento alle luci e al sangue che coinvolgono maggiormente lo spettatore nell'azione. Ci sono dettagli curati, alcuni che richiamano i generi samurai-western (la sigaretta di Afro è un must tra molti pistoleri; i combattimenti sul dirupo, ponte, al chiaro di luna richiamano molti film samurai), altri privi di descrizione - Afro ama bere la limonata e parlare poco; robot "laseroni" - e altri ancora come ciliegina sulla torta, vedi spruzzi sanguigni alla Tarantino; sveltina con una nemica; Darth Vader con la testa d'orso. I combattimenti sono molto eccitanti e violenti, ma Afro è molto poco samurai nell'uso della spada. La OST dal gusto afroamericano dà ottimo supporto e rifinisce bene le scene d'azione mentre la lingua, americana, conferisce ancora di più l'aura western.
In conclusione "Afro Samurai" è un buon prodotto per gli amanti dell'azione/combattimenti e un ottimo diversivo per tutti gli altri, che si vogliono godere un po' di carneficina senza pensare troppo.
Nel duro mondo dei samurai esistono infinite leggende; una di questa prevede l'esistenza di due fasce, la "numero uno" e la "numero due". Da come si può facilmente intuire la prima può essere indossata solo dal guerriero più forte che, grazie a essa, verrà investito da notevoli poteri. Solo un altro guerriero ha il potere di sfidarlo per sfilargli la fascia: colui che possiede la fascia numero due. Costui, al contrario del primo, non è immune agli attacchi degli altri guerrieri che, anzi, hanno tutto l'interesse a ucciderlo per potere accedere al privilegio di sfidare il portatore della fascia numero uno. In questo contesto l'afro-samurai è il portatore di colore della fascia numero due e il suo unico obiettivo è vendicarsi del numero uno che, durante l'infanzia del ragazzo, si era macchiato dell'omicidio di suo padre.
Diciamola tutta: quest'anime in stile giappo-americano non m'è piaciuto granché. La storia, nonostante i buoni presupposti, si dimostra essere incredibilmente piatta: tanti scontri, tanto sangue, pochissimi contenuti. Per me che non sono, poi, un amante degli anime su samurai e arti marziali è stato un vero strazio. Perché ho deciso di vederlo, allora? La risposta a questa domanda va ricercata nel titolo: "Afro Samurai". Mi sono chiesto in che modo una persona di origini africane (o americane) potesse avere finito per trasformarsi in un samurai orientale. Purtroppo questa mia curiosità era destinata a rimanere insoddisfatta: nell'anime non se ne fa alcun cenno quasi questa particolarità dovesse essere considerata come la cosa più naturale del mondo. Credo, invece, che le origini di Afro avrebbero meritato un maggiore approfondimento: ne avrebbe giovato tutta la trama, che invece è davvero scialba e poco intrigante.
Altre particolarità di quest'anime è che la lingua utilizzata è l'inglese e non il giapponese, ma non mi sembra una grandissima novità. In più il tratto grafico è abbastanza insolito per un anime, ma l'effetto non è proprio quello sperato: Afro sembra un misto fra Bob Marley e Dragon ball (!!).
Trovo poco, anzi pochissimo da salvare. M'è piaciuta, ad esempio, la caratterizzazione dell'amico immaginario di Afro che almeno riesce a dare un po' di brio alle conversazioni altrimenti quasi del tutto assenti.
In definitiva si poteva fare davvero molto meglio. In linea di massima dovrei sconsigliarlo ma non lo faccio in quanto non essendo un grande amante del genere potrei sviare persone che potrebbero apprezzarlo; tuttavia la mia valutazione resta negativa.
Diciamola tutta: quest'anime in stile giappo-americano non m'è piaciuto granché. La storia, nonostante i buoni presupposti, si dimostra essere incredibilmente piatta: tanti scontri, tanto sangue, pochissimi contenuti. Per me che non sono, poi, un amante degli anime su samurai e arti marziali è stato un vero strazio. Perché ho deciso di vederlo, allora? La risposta a questa domanda va ricercata nel titolo: "Afro Samurai". Mi sono chiesto in che modo una persona di origini africane (o americane) potesse avere finito per trasformarsi in un samurai orientale. Purtroppo questa mia curiosità era destinata a rimanere insoddisfatta: nell'anime non se ne fa alcun cenno quasi questa particolarità dovesse essere considerata come la cosa più naturale del mondo. Credo, invece, che le origini di Afro avrebbero meritato un maggiore approfondimento: ne avrebbe giovato tutta la trama, che invece è davvero scialba e poco intrigante.
Altre particolarità di quest'anime è che la lingua utilizzata è l'inglese e non il giapponese, ma non mi sembra una grandissima novità. In più il tratto grafico è abbastanza insolito per un anime, ma l'effetto non è proprio quello sperato: Afro sembra un misto fra Bob Marley e Dragon ball (!!).
Trovo poco, anzi pochissimo da salvare. M'è piaciuta, ad esempio, la caratterizzazione dell'amico immaginario di Afro che almeno riesce a dare un po' di brio alle conversazioni altrimenti quasi del tutto assenti.
In definitiva si poteva fare davvero molto meglio. In linea di massima dovrei sconsigliarlo ma non lo faccio in quanto non essendo un grande amante del genere potrei sviare persone che potrebbero apprezzarlo; tuttavia la mia valutazione resta negativa.
La vendetta anche se servita fredda non porta mai alla vera felicità né tanto meno alla soddisfazione, porta solo a un circolo vizioso di reazioni e controreazioni, di sofferenze e ulteriori dolori senza alcuna fine, eppure noi uomini continuiamo il più delle volte a perseguirla e a farne, in taluni casi, una ragione di vita, l'unico vero sprone ad andare avanti. Questo è il tema di fondo di "Afro Samurai", piccolo ma ambizioso progetto animato dello studio Gonzo in 5 OAV. Ideato e strutturato per un pubblico nordamericano piuttosto che nipponico, questo titolo è il classico esempio di commistione di generi o, come va di moda adesso, "crossover". Niente di nuovo quindi, d'altronde se al cinema sono arrivati a proporci gli alieni contro i cowboy perché stupirci di una versione samurai in salsa black con tanto di katana a ritmi hip hop?
La storia è quanto di più semplice e lineare ci possa essere. Narra le imprese di un guerriero di colore nel suo sanguinoso (fino ai limiti del surreale) percorso di vendetta in una realtà alternativa che ricorda il medioevo giapponese ma con armi e nemici da film di fantascienza alla robocop . 5 OAV di pura azione e combattimenti da rapportare più all'universo video ludico - era infatti ovvio il susseguente sfruttamento del titolo per le varie consolle - che a quello dell'animazione vera e propria, anche se inframmezzato da vari flashback che danno un senso compiuto alle azioni che si svolgono. Il tutto è condito con il giusto glamour di una grafica accattivante e con un chara design particolare per dare risalto al carisma del personaggio principale, che risulterà privilegiato anche da un doppiaggio d'eccezione: il premio Oscar Samuel L. Jackson. E in effetti Afro di primo acchitto sembra il personaggio tarantiniano di Jules Winnfield in vesti samurai!
La OST non poteva che essere totalmente black, rendendo ancora di più questa pellicola una chicca per amanti del genere. In conclusione "Afro Samurai" è un prodotto ben fatto, non un capolavoro certo ma una spassosa visione per chi è in cerca di un anime di combattimenti senza troppe pretese, ben disegnato e con buone musiche, o magari per chi è in cerca di qualcosa di diverso. Dovrebbe astenersi ovviamente chi non ama l'eccessiva violenza e chi è in cerca di storie complesse e di personaggi principali maggiormente curati dal punto di vista psicologico.
La storia è quanto di più semplice e lineare ci possa essere. Narra le imprese di un guerriero di colore nel suo sanguinoso (fino ai limiti del surreale) percorso di vendetta in una realtà alternativa che ricorda il medioevo giapponese ma con armi e nemici da film di fantascienza alla robocop . 5 OAV di pura azione e combattimenti da rapportare più all'universo video ludico - era infatti ovvio il susseguente sfruttamento del titolo per le varie consolle - che a quello dell'animazione vera e propria, anche se inframmezzato da vari flashback che danno un senso compiuto alle azioni che si svolgono. Il tutto è condito con il giusto glamour di una grafica accattivante e con un chara design particolare per dare risalto al carisma del personaggio principale, che risulterà privilegiato anche da un doppiaggio d'eccezione: il premio Oscar Samuel L. Jackson. E in effetti Afro di primo acchitto sembra il personaggio tarantiniano di Jules Winnfield in vesti samurai!
La OST non poteva che essere totalmente black, rendendo ancora di più questa pellicola una chicca per amanti del genere. In conclusione "Afro Samurai" è un prodotto ben fatto, non un capolavoro certo ma una spassosa visione per chi è in cerca di un anime di combattimenti senza troppe pretese, ben disegnato e con buone musiche, o magari per chi è in cerca di qualcosa di diverso. Dovrebbe astenersi ovviamente chi non ama l'eccessiva violenza e chi è in cerca di storie complesse e di personaggi principali maggiormente curati dal punto di vista psicologico.
L’anime di Afro Samurai racconta la storia di un samurai di nome Afro, in cerca di vendetta. Nel mondo di Afro Samurai, esistono due fasce, quella del numero 1, che rende il possessore simile a un dio, e la fascia del numero 2. Solo il numero 2 può sfidare il detentore della fascia numero 1.
Da piccolo Afro ha visto il padre, detentore del titolo di numero 1, morire davanti ai suoi occhi, ucciso da un guerriero di nome Justice. Ora Afro è cresciuto, ed è in possessore della fascia numero 2: il suo obiettivo è quello di sconfiggere Justice e recuperare la fascia appartenuta al padre.
La trama è semplice ma, in soli 5 episodi, Afro Samurai riesce a dire tutto quello che aveva da dire. La storia si chiude bene, e non lascia quasi niente in sospeso. Ci sono molti combattimenti, azione e flashback che ci svelano il passato del protagonista. Poi l'anime è violento: sangue, corpi fatti a pezzi, gli autori non si sono di certo risparmiati in questo senso. I disegni sono particolari come la colorazione, simile a quella già particolare del manga.
La colonna sonora è in stile rap e hip hop americano.
Anche il doppiaggio è particolare, infatti, l’anime è stato doppiato in inglese, con tra le voci attori del calibro di Samuel L. Jackson, che doppia il protagonista, e molti personaggi secondari. Comunque a me non è piaciuto tanto, avrei preferito una versione giapponese, ma mi sa che non esiste.
La visione dell’anime è complementare alla lettura del manga, la trama è la stessa, ma le due opere procedono diversamente, e hanno un diverso finale.
Afro Samurai è consigliato ovviamente ai fan del genere, che vogliono guardare un anime diverso, che introduce qualche novità, o a chi cerca un buon anime di combattimento.
Da piccolo Afro ha visto il padre, detentore del titolo di numero 1, morire davanti ai suoi occhi, ucciso da un guerriero di nome Justice. Ora Afro è cresciuto, ed è in possessore della fascia numero 2: il suo obiettivo è quello di sconfiggere Justice e recuperare la fascia appartenuta al padre.
La trama è semplice ma, in soli 5 episodi, Afro Samurai riesce a dire tutto quello che aveva da dire. La storia si chiude bene, e non lascia quasi niente in sospeso. Ci sono molti combattimenti, azione e flashback che ci svelano il passato del protagonista. Poi l'anime è violento: sangue, corpi fatti a pezzi, gli autori non si sono di certo risparmiati in questo senso. I disegni sono particolari come la colorazione, simile a quella già particolare del manga.
La colonna sonora è in stile rap e hip hop americano.
Anche il doppiaggio è particolare, infatti, l’anime è stato doppiato in inglese, con tra le voci attori del calibro di Samuel L. Jackson, che doppia il protagonista, e molti personaggi secondari. Comunque a me non è piaciuto tanto, avrei preferito una versione giapponese, ma mi sa che non esiste.
La visione dell’anime è complementare alla lettura del manga, la trama è la stessa, ma le due opere procedono diversamente, e hanno un diverso finale.
Afro Samurai è consigliato ovviamente ai fan del genere, che vogliono guardare un anime diverso, che introduce qualche novità, o a chi cerca un buon anime di combattimento.
Afro Samurai è una delle poche miniserie riuscite davvero bene, almeno secondo me. Ha una storia semplice, mischiata a dei bellissimi disegni, che riescono a fare percepire la violenza e la cruenza di ogni scontro.
La trama a primo impatto può sembrare forse troppo semplice, ma proprio la sua facile costruzione è un punto di forza di questa serie anime.
La storia racconta di una lotta per decretare l’uomo più forte e valoroso al mondo, tanto da essere definito Dio. A differenziare quest’uomo, è una fascia, quella del numero uno.
Per poter ambire di diventare il nuovo numero uno, è necessario possedere la fascia di numero due. Tutti però possono ambire alla fascia da numero due, portando dunque il possessore di quest’ultima a essere sempre in lotta per difendere il suo titolo.
I disegni sono particolari, infatti questo è uno degli aspetti che caratterizza maggiormente la serie, insieme alla buona personalità e al design del protagonista Afro.
A dare ancor più prestigio ad Afro Samurai è anche il doppiaggio. Infatti nel cast dei doppiatori compare il nome di un grande attore americano, Samuel L. Jackson, che presta la voce al protagonista facendo un lavoro eccellente.
Buona è anche la colonna sonora.
Consiglio questa serie a chi è interessato ad anime di combattimento e violenti.
La trama a primo impatto può sembrare forse troppo semplice, ma proprio la sua facile costruzione è un punto di forza di questa serie anime.
La storia racconta di una lotta per decretare l’uomo più forte e valoroso al mondo, tanto da essere definito Dio. A differenziare quest’uomo, è una fascia, quella del numero uno.
Per poter ambire di diventare il nuovo numero uno, è necessario possedere la fascia di numero due. Tutti però possono ambire alla fascia da numero due, portando dunque il possessore di quest’ultima a essere sempre in lotta per difendere il suo titolo.
I disegni sono particolari, infatti questo è uno degli aspetti che caratterizza maggiormente la serie, insieme alla buona personalità e al design del protagonista Afro.
A dare ancor più prestigio ad Afro Samurai è anche il doppiaggio. Infatti nel cast dei doppiatori compare il nome di un grande attore americano, Samuel L. Jackson, che presta la voce al protagonista facendo un lavoro eccellente.
Buona è anche la colonna sonora.
Consiglio questa serie a chi è interessato ad anime di combattimento e violenti.
Afro Samurai è una serie del 2007 di 5 episodi creata a partire dal manga omonimo di Takashi Okazaki.
La trama dell'opera è semplice ma sicuramente d'effetto: ci troviamo in un mondo che assomiglia al tipico Giappone medievale, però c'è la particolarità che si possono trovare oggetti di un futuro ben lontano dal Medioevo, tra cui cyborg e computer super potenti.
Il protagonista della storia è legato a una famosa leggenda; quest'ultima parla di due famose fasce, la fascia numero 1 e la numero 2. Chi lega alla fronte la fascia del numero 1 è considerato come un Dio e non può essere sfiorato da alcuno, chi invece ha la fascia del numero 2 percorre una vita di sofferenza, poiché se da un lato è l'unico che può ambire alla fascia numero 1 e attaccare chi la porta, dall'altro deve preoccuparsi di tutte le persone che vogliono conquistare proprio la numero 2.
Afro, il samurai protagonista, lo ritroviamo con la fascia del numero 2 in un viaggio verso il numero 1, percorso per la vendetta ai danni di quel numero 1 che gli aveva ucciso il padre .
I protagonisti, almeno i due principali, sono sufficientemente caratterizzati; l'uno è un samurai con la pelle scura e rappresenta lo stereotipo del protagonista pronto a uccidere anche un amico per raggiungere il suo scopo, l'altro è lo spirito che lo segue, personaggio strambo e ben congegnato che non perde mai l'occasione di mettere in rima i suoi pensieri divertendo lo spettatore. Di controparte gli antagonisti non sono nulla di eccezionale e, a parte il boss finale (e forse anche lui è compreso), sono trascurabili.
Ciò che colpisce della serie è senza dubbio la parte tecnica: i disegni e le animazioni sono più che buoni, e i combattimenti sono sviluppati davvero bene e per gli amanti dell'azione sono una manna dal cielo. Molto bello è anche l'uso della colonna sonora rap associata a questo genere di anime, anche se bisogna dire che ciò è stato già ampiamente fatto all'epoca di Samurai Champloo.
In definitiva l'anime è sicuramente da vedere. La trama non ha molte pretese, i 5 episodi di certo non l'aiutano molto, ma sono comunque godibili in tutta spensieratezza, pertanto guardatelo se avete tempo.
La trama dell'opera è semplice ma sicuramente d'effetto: ci troviamo in un mondo che assomiglia al tipico Giappone medievale, però c'è la particolarità che si possono trovare oggetti di un futuro ben lontano dal Medioevo, tra cui cyborg e computer super potenti.
Il protagonista della storia è legato a una famosa leggenda; quest'ultima parla di due famose fasce, la fascia numero 1 e la numero 2. Chi lega alla fronte la fascia del numero 1 è considerato come un Dio e non può essere sfiorato da alcuno, chi invece ha la fascia del numero 2 percorre una vita di sofferenza, poiché se da un lato è l'unico che può ambire alla fascia numero 1 e attaccare chi la porta, dall'altro deve preoccuparsi di tutte le persone che vogliono conquistare proprio la numero 2.
Afro, il samurai protagonista, lo ritroviamo con la fascia del numero 2 in un viaggio verso il numero 1, percorso per la vendetta ai danni di quel numero 1 che gli aveva ucciso il padre .
I protagonisti, almeno i due principali, sono sufficientemente caratterizzati; l'uno è un samurai con la pelle scura e rappresenta lo stereotipo del protagonista pronto a uccidere anche un amico per raggiungere il suo scopo, l'altro è lo spirito che lo segue, personaggio strambo e ben congegnato che non perde mai l'occasione di mettere in rima i suoi pensieri divertendo lo spettatore. Di controparte gli antagonisti non sono nulla di eccezionale e, a parte il boss finale (e forse anche lui è compreso), sono trascurabili.
Ciò che colpisce della serie è senza dubbio la parte tecnica: i disegni e le animazioni sono più che buoni, e i combattimenti sono sviluppati davvero bene e per gli amanti dell'azione sono una manna dal cielo. Molto bello è anche l'uso della colonna sonora rap associata a questo genere di anime, anche se bisogna dire che ciò è stato già ampiamente fatto all'epoca di Samurai Champloo.
In definitiva l'anime è sicuramente da vedere. La trama non ha molte pretese, i 5 episodi di certo non l'aiutano molto, ma sono comunque godibili in tutta spensieratezza, pertanto guardatelo se avete tempo.
Quest'anime è caratterizzato da una bellissima tecnica di realizzazione, ho apprezzato i duelli così come i vari flashback, le parti più belle, secondo il mio modesto parere, dalle quali si percepisce lo stato d'animo lacerato del protagonista e si comprende la sua storia passata e il sentimento di vendetta che anima l'intera storia.
Ho apprezzato un po' meno l'ingresso nella trama di elementi ipertecnologici che male si adattano all'intreccio narrativo, che invece si presenta piuttosto scarno e semplice, volutamente, per comprendere tutto il soggetto in soli cinque episodi che attraverso svariati combattimenti ci conducono al momento finale, anch'esso ovvio, ma semplicemente perché la storia si sviluppa e si conclude prima del raggiungimento dell'obbiettivo.
Ricco di scene cruente, fortissima è la presenza del protagonista, poco avvezzo al dialogo ma molto incisivo quando decide di "dialogare".
Bella la colonna sonora.
Di certo non sarà il più bell'anime mai visto, ma non ha neppure questa pretesa.
Ho apprezzato un po' meno l'ingresso nella trama di elementi ipertecnologici che male si adattano all'intreccio narrativo, che invece si presenta piuttosto scarno e semplice, volutamente, per comprendere tutto il soggetto in soli cinque episodi che attraverso svariati combattimenti ci conducono al momento finale, anch'esso ovvio, ma semplicemente perché la storia si sviluppa e si conclude prima del raggiungimento dell'obbiettivo.
Ricco di scene cruente, fortissima è la presenza del protagonista, poco avvezzo al dialogo ma molto incisivo quando decide di "dialogare".
Bella la colonna sonora.
Di certo non sarà il più bell'anime mai visto, ma non ha neppure questa pretesa.
Forse uno degli anime d'azione più brutti che abbia mai visto, orrida sceneggiatura, deludente l'animazione delle scene d'azione, e soprattutto il protagonista più inespressivo mai disegnato, con la acconciatura di capelli peggiore mai vista, superata solo dal protagonista di yugiho.
Che già la trama non brilli per originalità, lo si capisce fin da subito, quando si scopre che il protagonista che ha un'acconciatura Afro, si chiama proprio Afro, capirai che fantasia, e soprattutto nel secondo episodio, la trama diventa assolutamente stupida, che non rivelo per evitare spoiler. L'universo alternativo creato, e' quantomai insulso e contraddittorio, per non parlare che viene sprecato Samuel Jackson per doppiare un personaggio che si esprime a monosillabi per tutta la durata dell'anime, che, unica nota positiva, dura solo cinque episodi.
I disegnatori non si sono certo sforzati nel disegnare qualche espressione facciale in più ad Afro, che ha sempre la stessa espressione durante tutto l'anime, mentre la sceneggiatura è talmente banale, da far risultare innovative persino le fiction che mandano sulle TV generaliste, con che coraggio annunciano di fare il sequel? Al masochismo non c'è mai fine
Che già la trama non brilli per originalità, lo si capisce fin da subito, quando si scopre che il protagonista che ha un'acconciatura Afro, si chiama proprio Afro, capirai che fantasia, e soprattutto nel secondo episodio, la trama diventa assolutamente stupida, che non rivelo per evitare spoiler. L'universo alternativo creato, e' quantomai insulso e contraddittorio, per non parlare che viene sprecato Samuel Jackson per doppiare un personaggio che si esprime a monosillabi per tutta la durata dell'anime, che, unica nota positiva, dura solo cinque episodi.
I disegnatori non si sono certo sforzati nel disegnare qualche espressione facciale in più ad Afro, che ha sempre la stessa espressione durante tutto l'anime, mentre la sceneggiatura è talmente banale, da far risultare innovative persino le fiction che mandano sulle TV generaliste, con che coraggio annunciano di fare il sequel? Al masochismo non c'è mai fine
Beh, sicuramente di quest'anime gli elementi che saltano all'occhio sono la realizzazione delle animazioni e della grafica complessiva, la presenza di un samurai di colore, uno scenario ambiguo, senza tempo e non identificato, abitato da persone che parlano e agiscono come dei rappers, che usano cellulari di ultima generazione, ma soprattutto che fanno della violenza e del sangue il loro stile di vita.
Tutto ciò per una minima parte può risultare gradevole soprattutto allo spettatore medio o "novello" in cerca di azione con elevata dose di coreografie ed altrettanto sangue che schizza ovunque, ma per il resto, tende a deludere non solo i patiti d'animazione, che devono assistere all'ennesima trovata commerciale riempita di situazioni trite e ritrite col classico protagonista, imbattibile con la lama, che la fa da padrone, ma anche coloro che cercano l'azione con un minimo di filo logico.
Sin dall'inizio si comprende quale sia la formula dell'anime e si riesce addirittura ad ipotizzarne il finale, visto che proprio i primi minuti mostrano il primo di una lunga serie di flashback, il quale mette in scena i due rivali assoluti della storia, e il fulcro della trama, che è incentrato sull'esistenza di due fasce simbolizzanti la forza e il rispetto di chi la indossa.
Insomma, la storia, anche se scontata alla base e prevedibile, non annoia, soprattutto per la sequenza di flashback che compongono una sorta di semplice "collage" rappresentante la biografia dell'afro samurai, per la presenza di qualche personaggio comprimario niente male, per i buoni colpi di scena, infine per l'idea del doppiaggio made in USA, che si sposa bene con lo stile dell'anime che è una fusione di rap-samurai style (aneddoto però già partorito da Manglobe con quel capolavoro di nome Samurai Champloo).
La realizzazione tecnica è di sicuro da stimare grazie al character design molto realistico e el animazioni superbe.
Se cercate un po' di azione vi basterà vedere questi cinque OAV, ma se vi va anche di scoprire come finisce realmente la storia, dovrete visionare anche Resurrection, speciale dedicato alla serie.
Una frase tratta dall'anime che possa riassumerne lo spirito potrebbe essere:
"Niente di personale, è solo vendetta..."
Tutto ciò per una minima parte può risultare gradevole soprattutto allo spettatore medio o "novello" in cerca di azione con elevata dose di coreografie ed altrettanto sangue che schizza ovunque, ma per il resto, tende a deludere non solo i patiti d'animazione, che devono assistere all'ennesima trovata commerciale riempita di situazioni trite e ritrite col classico protagonista, imbattibile con la lama, che la fa da padrone, ma anche coloro che cercano l'azione con un minimo di filo logico.
Sin dall'inizio si comprende quale sia la formula dell'anime e si riesce addirittura ad ipotizzarne il finale, visto che proprio i primi minuti mostrano il primo di una lunga serie di flashback, il quale mette in scena i due rivali assoluti della storia, e il fulcro della trama, che è incentrato sull'esistenza di due fasce simbolizzanti la forza e il rispetto di chi la indossa.
Insomma, la storia, anche se scontata alla base e prevedibile, non annoia, soprattutto per la sequenza di flashback che compongono una sorta di semplice "collage" rappresentante la biografia dell'afro samurai, per la presenza di qualche personaggio comprimario niente male, per i buoni colpi di scena, infine per l'idea del doppiaggio made in USA, che si sposa bene con lo stile dell'anime che è una fusione di rap-samurai style (aneddoto però già partorito da Manglobe con quel capolavoro di nome Samurai Champloo).
La realizzazione tecnica è di sicuro da stimare grazie al character design molto realistico e el animazioni superbe.
Se cercate un po' di azione vi basterà vedere questi cinque OAV, ma se vi va anche di scoprire come finisce realmente la storia, dovrete visionare anche Resurrection, speciale dedicato alla serie.
Una frase tratta dall'anime che possa riassumerne lo spirito potrebbe essere:
"Niente di personale, è solo vendetta..."
Non posso che dargli questo voto solo perchè voglio vedere il seguito e non lo trovo! Eccezionale poco altro da dire... È fatto benissimo, l'idea di un samurai di colore è eccezionale con continui riferimenti alla vita 'Afro-americana' ma con una storia che ricorda molto un anime giapponese... Bello anche per i colpi di scena (almeno un paio molto validi)... Assolutamente da vedere sottotitolato sia per la voce di Samuel L. Jackson sia per la voce del suo compare molto acuta ma che non ve la scorderete mai!
Non mi è piaciuto per niente.
La storia è banale e scontata (il protagonista è duro e scontroso per i traumi subiti da piccolo... che fantasia!), inutilmente splatter per il 75% del tempo, e tremendamente tragico nel restante 25%.
E' il primo anime con cui ho avuto davvero difficoltà ad arrivare alla fine (anche se è molto breve), e mi ha lasciato stupefatto.
Non perché il finale sia sconvolgente o qualcosa di simile (anche perché si era capito come sarebbe finito dopo i primi 3 minuti del 1° episodio), ma perché non trasmette assolutamente nessuna emozione.
Non diverte, non commuove, non appassiona.
Non fa niente in pratica.
Assolutamente sconsigliato, anche agli appassionati del genere.
La storia è banale e scontata (il protagonista è duro e scontroso per i traumi subiti da piccolo... che fantasia!), inutilmente splatter per il 75% del tempo, e tremendamente tragico nel restante 25%.
E' il primo anime con cui ho avuto davvero difficoltà ad arrivare alla fine (anche se è molto breve), e mi ha lasciato stupefatto.
Non perché il finale sia sconvolgente o qualcosa di simile (anche perché si era capito come sarebbe finito dopo i primi 3 minuti del 1° episodio), ma perché non trasmette assolutamente nessuna emozione.
Non diverte, non commuove, non appassiona.
Non fa niente in pratica.
Assolutamente sconsigliato, anche agli appassionati del genere.
E' un anime dalle inquadrature avvincenti e nuovi modi stilistici, prende ritmi veloci e lenti con dei spaccati ben sistemati da un montaggio emozionante ma preciso come un rasoio. La storia recupera quella del vendicatore solitario che affronta il suo passato per approdare ad un presente non alieno dal dolore; I personaggi principali sono ben curati con la loro storia, la loro identità, i loro sentimenti ed il finale lascia punti di riflessioni su come vuole essere il protagonista e dove può arrivare...questo spiega in parte il bizzarro amico che lo accompagna! Da vedere.
Un anime decisamente inusuale. Da vedere. Non aspettatevi niente perché rimarreste delusi. Guardatelo per quello che è. Una bella storia, una ambientazione surreale, ottimi disegni. Se devo trovare un difetto forse si ha l'impressione di guardare un'opera incompiuta. Va bene il finale aperto, ma così...
A me è piaciuto e consiglio di guardarlo.
A me è piaciuto e consiglio di guardarlo.
Sono perplesso. Da una parte ci troviamo davanti ad un prodotto di qualità elevatissima, ma dall'altro sono abbastanza spiazzato da una trama che non è più un canovaccio e da molte situazioni discutibili.
Il protagonista è cattivo, non ignorante, questa serie è puro stile, i contenuti sono prossimi a zero, il 7 è il risultato tra la grande realizzazione tecnica e la sua vuotezza. Lo stile deve molto a "Samurai Champloo" dal quale però se ne discosta per un aumento vertiginoso di drammaticità, violenza (semi-gratuita) e l'innesto di elementi fantascientifici (samurai-robot). Mah. Da guardare più che altro per la realizzazione tecnica senza stare troppo a sentire quello che dicono e/o fanno.
Il protagonista è cattivo, non ignorante, questa serie è puro stile, i contenuti sono prossimi a zero, il 7 è il risultato tra la grande realizzazione tecnica e la sua vuotezza. Lo stile deve molto a "Samurai Champloo" dal quale però se ne discosta per un aumento vertiginoso di drammaticità, violenza (semi-gratuita) e l'innesto di elementi fantascientifici (samurai-robot). Mah. Da guardare più che altro per la realizzazione tecnica senza stare troppo a sentire quello che dicono e/o fanno.
Mah... che dire? C'è un po' di tutto qui. Da Terminator, al Detective Shaft, al classicissimo Akira Kurosawa, c'è persino un tizio che sembra preso paro paro da un video di Will Smith... più che un anime, mi sembra un'antologia di cliché cinematografici in salsa anime. Bisogna però riconoscere che, per un motivo inesplicabile, avvince. I disegni sono di altissimo livello, certo, e questo aiuta, ma il cocktail di Occidente ed Oriente intriga. Poteva essere meglio, ma anche molto peggio. L'amico immaginario è comunque un colpo di puro genio. Da solo vale la serie. Voto: 7
Bella idea un ''Afrosamurai'', molto Tarantino, ma la trama è talmente semplice che raccontando in due parole l'anime si finisce per svelarlo tutto, cosa che io non farò. Sangue, azione, onore, protagonisti di questi cinque episodi che, sinceramente, io ho visto tutti d'un fiato. Per il resto devo dire niente di più. Davvero un'pò troppo scontato, ma nel complesso si fa guardare ed apprezzare. Avrebbe meritato almeno un sei e mezzo ma secondo me un anime come questo avrebbe dovuto curare di più i combattimenti che spesso risultano incomprensibili.
<b>ELIMINATE I RIFERIMENTI A RECENSIONI DI ALTRI UTENTI</b>
Questo tizio nero che presumibilmente fuma erba tutto il giorno(a me piace pensarla così), doppiato dalla voce profonda e cavernosa di Samuel L. Jackson, deve vendicarsi del padre, possessore della fascia numero 1, ucciso dal detentore della fascia numero 2, perchè in questo mondo di combattenti ci sono 2 fasce, la 1 e la 2, ma una piccola postilla da rispettare, solo chi ha la 2 può sfidare chi ha la 1, ma tutti possono sfidare la 2, inutile dire la carneficina che Afro commetterà per raggiungere la sua vendetta (essendo il numero 2...), insieme ai suoi capelli che si muovono anche al chiuso ed al suo assurdo amico.
I disegni sono molto strani, con le tonalità grigie a farle da padrone, tranne che per il rosso (sangue), verde (natura) e giallo (limonata) che sono sempre chiari (basta vedere gli screenshot per capire).
I combattimenti potevano essere sviluppato un pò meglio secondo me, alcuni risultano troppo caotici, e qualche pacchianeria potevano evitarsela, ma tutto sommato mi sono divertito a guardarlo, grazie anche alla brevità, che chiaramente non lascia spazio a nessun tipo di introspezione psicologica a parte quella di Afro; anche i dialoghi sono ridotti al minimo, anche se la gente parla ad Afro lui praticamente non risponde mai.
Le sigle sono molto belle e sono rappate da ''RZA'', sia quella di apertura che quella di chiusura, per il resto alcune le ho trovate nella media salvo poi migliorare un pò verso le ultime 2 puntate.
Un anime fatto per essere goduto, consigliato se vi piacciono i combattimenti, tollerate litri di sangue e non state cercando una storia impegata e/o impegnativa.
Questo tizio nero che presumibilmente fuma erba tutto il giorno(a me piace pensarla così), doppiato dalla voce profonda e cavernosa di Samuel L. Jackson, deve vendicarsi del padre, possessore della fascia numero 1, ucciso dal detentore della fascia numero 2, perchè in questo mondo di combattenti ci sono 2 fasce, la 1 e la 2, ma una piccola postilla da rispettare, solo chi ha la 2 può sfidare chi ha la 1, ma tutti possono sfidare la 2, inutile dire la carneficina che Afro commetterà per raggiungere la sua vendetta (essendo il numero 2...), insieme ai suoi capelli che si muovono anche al chiuso ed al suo assurdo amico.
I disegni sono molto strani, con le tonalità grigie a farle da padrone, tranne che per il rosso (sangue), verde (natura) e giallo (limonata) che sono sempre chiari (basta vedere gli screenshot per capire).
I combattimenti potevano essere sviluppato un pò meglio secondo me, alcuni risultano troppo caotici, e qualche pacchianeria potevano evitarsela, ma tutto sommato mi sono divertito a guardarlo, grazie anche alla brevità, che chiaramente non lascia spazio a nessun tipo di introspezione psicologica a parte quella di Afro; anche i dialoghi sono ridotti al minimo, anche se la gente parla ad Afro lui praticamente non risponde mai.
Le sigle sono molto belle e sono rappate da ''RZA'', sia quella di apertura che quella di chiusura, per il resto alcune le ho trovate nella media salvo poi migliorare un pò verso le ultime 2 puntate.
Un anime fatto per essere goduto, consigliato se vi piacciono i combattimenti, tollerate litri di sangue e non state cercando una storia impegata e/o impegnativa.
La storia non è nulla di nuovo, ma ha un tocco non so che. L'idea da cui sono partiti non è molto originale ma lo sviluppo e il tratto del disegno mi sn piaciuti un casino. Gli episodi sono stati così coinvolgenti che non mi sono accorto nemmeno che avevo finito la serie; sono convinto che il numero degli episodi sia giusto, un prolungamento sarebbe stato inopportuno. La bellezza di questo anime sta proprio nella secchezza delle immagini, della trama e del personaggio (che parla raramente).
5 episodi ma ne sarebbe bastato anche 1. Un tizio deve vendicare il padre e uccide tutti. Punto. Storia ai minimi termini cosi come i dialoghi. I combattimenti non sono neanche un granchè dal punto di vista coreografico, ma i disegni e l'animazione sono l'unica cosa per cui dare un'occhiata a questo anime.
Un anime discreto che malgrado i pochi episodi a disposizione riesce ad essere esaustivo per quel che riguarda la logica della trama.
Trama non del tutto originale, mentre di particolare presenta il desing e le ambientazioni.
Non mi piace molto la tecnologia ambientata con i samurai sinceramente, però il resto non è male. Mi è piaciuta molto l'dea delle fasce del numero uno ecc.
Il nostro protagonista è un tipo tosto di poche parole uccide il suo nemico e continua per la sua strada, anche se ci troveremo davanti a delle sfaccettature che non si limitano soltanto a questo.
In definitiva è un prodotto più che discreto.
Trama non del tutto originale, mentre di particolare presenta il desing e le ambientazioni.
Non mi piace molto la tecnologia ambientata con i samurai sinceramente, però il resto non è male. Mi è piaciuta molto l'dea delle fasce del numero uno ecc.
Il nostro protagonista è un tipo tosto di poche parole uccide il suo nemico e continua per la sua strada, anche se ci troveremo davanti a delle sfaccettature che non si limitano soltanto a questo.
In definitiva è un prodotto più che discreto.
Un uomo infastidito dal mondo, il numero due. Costretto a combattere chiunque gli si presenti davanti per ottenere la sua posizione, ovvero di unico possibile sfidante del numero uno.
Fila via come un treno, Afro Samurai. Inizia e finisce in mezzo a katane infilate in qualche pezzo di futuro cadavere, e viene contornato da cyborg assassini e nanomeccanica.
Un frullato di Jappo rivisto e ristrutturato in chiave americana, che non si discosta dalla tradizione orientale sul finale.
Eccelsa attenzione al sonoro ed alle musiche, particolare cura del tratto grafico e combattimenti serrati rendono Afro Samurai una serie breve e gustosa per gli amanti del genere.
Fila via come un treno, Afro Samurai. Inizia e finisce in mezzo a katane infilate in qualche pezzo di futuro cadavere, e viene contornato da cyborg assassini e nanomeccanica.
Un frullato di Jappo rivisto e ristrutturato in chiave americana, che non si discosta dalla tradizione orientale sul finale.
Eccelsa attenzione al sonoro ed alle musiche, particolare cura del tratto grafico e combattimenti serrati rendono Afro Samurai una serie breve e gustosa per gli amanti del genere.
Dura la vita per il secondo più forte guerriero del mondo, alle spalle eserciti di tagliagole desiderosi di usurpargli il titolo, di fronte il combattente numero 1 al mondo pronto ad accettare la sua sfida. Ma afro non è tipo da farsi troppi problemi. Si farà strada sterminando e maciullando lungo una trama che più classica non si può incontrando personaggi che più classici non si può in un mondo che meno classico non si può con il solo aiuto di una rinfrescante limonata ogni tanto.
La mano americana in Afro Samurai si vede tutta e si gode tutta, dialoghi sintetici contro la proverbiale verbosità degli sceneggiatori giapponesi, sesso, slang, azione fulminea e cinematografica, una bella colonna sonora hip hop, si beve tutto d'un fiato (anche perchè sono 5 puntate) ed è divertentissimo!
La mano americana in Afro Samurai si vede tutta e si gode tutta, dialoghi sintetici contro la proverbiale verbosità degli sceneggiatori giapponesi, sesso, slang, azione fulminea e cinematografica, una bella colonna sonora hip hop, si beve tutto d'un fiato (anche perchè sono 5 puntate) ed è divertentissimo!
Bello! Finalmente un anime dove non si ride (l'unico difetto che trovo agli anime in genere e' che ogni tanto vogliono per forza alleggerire la tensione con situazioni comiche che possono tranquillamente evitare e che nulla aggiungono alla trama princiapale) dove sofferenza e dolore regnano sovrani.
Finalmente un anime dove si capisce tutto quello che sta succendendo senza inutili puntate introspettive dove il (o i) protagonista si chiede il perche' o il per cosa combatte ma lo fa e basta (e che cavolo se sei il protagonista di un shonen combatti e basta e non rompere).
Non fraintendetemi amo anche quelli piu' impegnati (a patto che no si esageri con masturbazioni mentali che purtroppo stanno diventando sempre piu' di moda...), ma a volte e' bello vedere una storia di violenza con sangue che scorre a fiumi e teste mozzate senza farsi troppe e inutili domande.
Finalmente un anime dove si capisce tutto quello che sta succendendo senza inutili puntate introspettive dove il (o i) protagonista si chiede il perche' o il per cosa combatte ma lo fa e basta (e che cavolo se sei il protagonista di un shonen combatti e basta e non rompere).
Non fraintendetemi amo anche quelli piu' impegnati (a patto che no si esageri con masturbazioni mentali che purtroppo stanno diventando sempre piu' di moda...), ma a volte e' bello vedere una storia di violenza con sangue che scorre a fiumi e teste mozzate senza farsi troppe e inutili domande.
Ma si... diciamolo a tutti! Ci avevano stancato tutti questi anime lenti, introspettivi, alcuni con puntate stupende e altre pallosissime... a noi serviva... UN ANIME IGNORANTE! Storia abbastanza semplice vista e rivista, azione in quantita' industriale, ottima grafica, solo 5 puntate ... e poi lui e' un mito... il protagonista intendo, dira' al max 3, 4 parole in tutta la puntata, ma come tiene la scena questo tipaccio e' una goduria! Consiglio l'anime a chi adora l'azione pura e un po' di sano gore, aspettando (sbav sbav) il terzo OAV di hellsing ultimate !
A mio giudizio questo anime PERFEZIONA il modesto lavoro grafico e la povera sceneggiatura di Samurai Champloo.
Afro Samurai è fortemente testosteronico e lascia da parte il grottesco e la parodia, tradendo così la produzione di origine americana. Ci immerge pienamente in un atmosfera che non sfocia mai nel burlesque e l'alone di tensione per uno scontro imminente non ci lascia mai. dopo la fine vi verrà voglia di diffonderlo.
la caratterizzazione del protagonista è eccellente. In soli 5 episodi (riunibili in un lungometraggio), grazie ad accurati flashback gli autori ci illustrano magnificamente l'evoluzione di Afro dall'infanzia fino allo scontro finale.
Unico neo è forse il tema della vendetta, ormai un po usurato dopo i molti film asiatici (e non) a riguardo.
Resta comunque uno splendido lavoro.
La colonna sonora è immensamente superiore a quella di Samurai Champloo, curata da RZA dei Wu tang (se vi piace la musica black consiglio di sentire il CD per intero).
In sostanza, vi spingo fortemente alla visione di questo ottimo prodotto. Il livello relaizzativo è davvero elevato ed esce dai soliti stucchevoli stereotipi jappo di donne discinte e situazioni grottesche all'inverosimile. Lo stampo americano si sente (anche nel magnifico doppiaggio di Samuel L. Jackson) e fa segnare il passo alle produzioni seriali made in japan.
Dateci un'occhiata!
p.s. il finale lascia ampio spazio ad un seguito...
Afro Samurai è fortemente testosteronico e lascia da parte il grottesco e la parodia, tradendo così la produzione di origine americana. Ci immerge pienamente in un atmosfera che non sfocia mai nel burlesque e l'alone di tensione per uno scontro imminente non ci lascia mai. dopo la fine vi verrà voglia di diffonderlo.
la caratterizzazione del protagonista è eccellente. In soli 5 episodi (riunibili in un lungometraggio), grazie ad accurati flashback gli autori ci illustrano magnificamente l'evoluzione di Afro dall'infanzia fino allo scontro finale.
Unico neo è forse il tema della vendetta, ormai un po usurato dopo i molti film asiatici (e non) a riguardo.
Resta comunque uno splendido lavoro.
La colonna sonora è immensamente superiore a quella di Samurai Champloo, curata da RZA dei Wu tang (se vi piace la musica black consiglio di sentire il CD per intero).
In sostanza, vi spingo fortemente alla visione di questo ottimo prodotto. Il livello relaizzativo è davvero elevato ed esce dai soliti stucchevoli stereotipi jappo di donne discinte e situazioni grottesche all'inverosimile. Lo stampo americano si sente (anche nel magnifico doppiaggio di Samuel L. Jackson) e fa segnare il passo alle produzioni seriali made in japan.
Dateci un'occhiata!
p.s. il finale lascia ampio spazio ad un seguito...
Nel complesso la realizzazione grafica è di un certo livello. Ma se andiamo ad analizzare bene, si conferma ciò che ha detto "Kayyam", anzi direi che l'ispirazione a Samurai Champloo è palese (forse è stato ripreso qualcosa anche da Basilisk). Lo consiglio di vedere solo per la realizzazione tecnica. Trama poco curata.
Ok, ne ho visto davvero poco, ma dubito che avrà svolte radicali. Un po' Samurai Champloo e un po' Ken il guerriero. Consigliato solo agli appassionati sfegatati di Kill Bill e, in genere, dell'estetica della violenza. Personalmente trovo Tarantino insopportabilmente inutile e Kill Bill sono i suoi film più compiaciuti. Mi pare che qua ci stiano gli stessi difetti. Grandi animazioni e disegni, ma non basta.