La ragazza che saltava nel tempo
Appena saputo di quest'anime, sono corso a vederlo (ed è il 2023, giusto un po' in ritardo).
Vedendo gli aggettivi dati a questo film, mi aspettavo molto, invece sono un pochino rimasto deluso.
Regia: 7
La regia è buona, forse la parte migliore. Tiene bene i tempi, ma altre volte si ferma, lasciando pensare lo spettatore. Si va avanti e indietro continuamente, non è facile gestire questo ritmo, e infatti alcune volte corre un po' troppo e altre frena bruscamente. Alcuni potrebbero dire per far pensare lo spettatore, ma per me è più che altro difficile riuscire a mettere sullo schermo una sceneggiatura un po' sempliciotta.
Diciamo che il regista ha tenuto in piedi tutto scegliendo di mantenere l'atmosfera un po' scanzonata fino al momento più importante, punto da dove la storia prende una piega verso il tragico (esagerando un po' con i termini), e poi lasciando spazio a un finale abbastanza classico.
Sceneggiatura: 5
Ahimè, la parte dolente. Ok che è difficile gestire un'idea come i viaggi nel tempo, ma si poteva fare molto meglio. Quello che fa la protagonista è di un ovvio che di più non si può. Non approfondisce, per non appesantire la trama, nulla di come tecnicamente possa succedere. La concentrazione va maggiormente sull'importanza delle nostre azioni, ma lo fa in un modo confusionario e a tratti superficiale. Gli ostacoli, se così possiamo chiamarli, sono banali, e la protagonista li supera facilmente, a parte ovviamente l'ultimo che porta poi al finale. Non ho trovato nulla di filosofico o di profondo, e non lo dico per come è stata gestita la trama, ma per la mancanza di temi veramente approfonditi. Inoltre, la parte della zia non l'ho capita, sapeva un po' troppo e i suggerimenti erano eccessivamente precisi. Probabilmente veniva dal futuro, però non ho colto i segnali, neppure la fotografia di lei da giovane mi ha fatto capire nulla... Mah!
Design: 5
Ripeto, l'ho visto nel 2023, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ed è difficile fare un confronto oggettivo. Ricordo però la qualità di alcuni anime di quei tempi, ed era decisamente migliore. Inoltre, il fatto che sia un film, quindi con teoricamente budget e potenzialità diversi, peggiora la cosa. Graficamente mancano molti dettagli, i fondali non sono curati e non c'è uso di colori particolari che riescano ad emozionare.
Caratterizzazione dei personaggi: 6
I protagonisti fanno il loro dovere, ma niente di più. Quelli secondari sono lì solo ai fini della trama.
Essendo un film, non ci si può aspettare di più, ma manca quell'empatia che te li fa amare.
Sonoro: 6,5
Come prima, sia le sigle che il comparto sonoro fanno giusto il loro dovere. Nulla da segnalare, se non il buon uso degli effetti sonori nelle varie scene, così come pure le musiche di sottofondo in quelle più strappalacrime ed emozionanti (sempre per esagerare con i termini), ma si poteva fare sicuramente di più in un film...
Per concludere: 6
Suggerirei di vederlo per una serata leggera, ma nulla di più. Potrebbe deludere, anche se, visti i voti di molti altri, forse sono io che non ho compreso la profondità di questo film. La semplicità con cui sono stati narrati gli eventi non mi permette di andare oltre una sufficienza stiracchiata. Stesso dicasi per la mancanza di empatia con i personaggi, che non mi ha permesso di "tifare" per nessuno, cosa grave per un genere "slice of life" di cui fa parte questo film.
Vedendo gli aggettivi dati a questo film, mi aspettavo molto, invece sono un pochino rimasto deluso.
Regia: 7
La regia è buona, forse la parte migliore. Tiene bene i tempi, ma altre volte si ferma, lasciando pensare lo spettatore. Si va avanti e indietro continuamente, non è facile gestire questo ritmo, e infatti alcune volte corre un po' troppo e altre frena bruscamente. Alcuni potrebbero dire per far pensare lo spettatore, ma per me è più che altro difficile riuscire a mettere sullo schermo una sceneggiatura un po' sempliciotta.
Diciamo che il regista ha tenuto in piedi tutto scegliendo di mantenere l'atmosfera un po' scanzonata fino al momento più importante, punto da dove la storia prende una piega verso il tragico (esagerando un po' con i termini), e poi lasciando spazio a un finale abbastanza classico.
Sceneggiatura: 5
Ahimè, la parte dolente. Ok che è difficile gestire un'idea come i viaggi nel tempo, ma si poteva fare molto meglio. Quello che fa la protagonista è di un ovvio che di più non si può. Non approfondisce, per non appesantire la trama, nulla di come tecnicamente possa succedere. La concentrazione va maggiormente sull'importanza delle nostre azioni, ma lo fa in un modo confusionario e a tratti superficiale. Gli ostacoli, se così possiamo chiamarli, sono banali, e la protagonista li supera facilmente, a parte ovviamente l'ultimo che porta poi al finale. Non ho trovato nulla di filosofico o di profondo, e non lo dico per come è stata gestita la trama, ma per la mancanza di temi veramente approfonditi. Inoltre, la parte della zia non l'ho capita, sapeva un po' troppo e i suggerimenti erano eccessivamente precisi. Probabilmente veniva dal futuro, però non ho colto i segnali, neppure la fotografia di lei da giovane mi ha fatto capire nulla... Mah!
Design: 5
Ripeto, l'ho visto nel 2023, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ed è difficile fare un confronto oggettivo. Ricordo però la qualità di alcuni anime di quei tempi, ed era decisamente migliore. Inoltre, il fatto che sia un film, quindi con teoricamente budget e potenzialità diversi, peggiora la cosa. Graficamente mancano molti dettagli, i fondali non sono curati e non c'è uso di colori particolari che riescano ad emozionare.
Caratterizzazione dei personaggi: 6
I protagonisti fanno il loro dovere, ma niente di più. Quelli secondari sono lì solo ai fini della trama.
Essendo un film, non ci si può aspettare di più, ma manca quell'empatia che te li fa amare.
Sonoro: 6,5
Come prima, sia le sigle che il comparto sonoro fanno giusto il loro dovere. Nulla da segnalare, se non il buon uso degli effetti sonori nelle varie scene, così come pure le musiche di sottofondo in quelle più strappalacrime ed emozionanti (sempre per esagerare con i termini), ma si poteva fare sicuramente di più in un film...
Per concludere: 6
Suggerirei di vederlo per una serata leggera, ma nulla di più. Potrebbe deludere, anche se, visti i voti di molti altri, forse sono io che non ho compreso la profondità di questo film. La semplicità con cui sono stati narrati gli eventi non mi permette di andare oltre una sufficienza stiracchiata. Stesso dicasi per la mancanza di empatia con i personaggi, che non mi ha permesso di "tifare" per nessuno, cosa grave per un genere "slice of life" di cui fa parte questo film.
"Time waits for no one" - "Il tempo non aspetta nessuno". Questa sorta di aforisma appare più volte scritto nel corso del film animato sulla lavagna del laboratorio di chimica in disuso della scuola che frequenta la protagonista del film Makoto Konno.
E alla fine della visione ho cominciato a pensare che il regista Mamoru Hosoda l'abbia fatta apparire in diversi frangenti del suo film perché doveva rappresentare la chiave di lettura della trama del suo film.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film che viene classificato come commedia, fantascienza, scolastico, a tema sui viaggi nel tempo e sull'amicizia e amore tra adolescenti.
E, prima facie, il film anime narra le gesta della protagonista Makoto che, una volta scoperto accidentalmente il potere di spostarsi a piacimento nel tempo, sfrutta questo "potere" per porre rimedio a situazioni che possano arrecare pregiudizio a lei o alle persone che conosce, fino a cercare di cambiare il passato anche a scopo altruistico, coerentemente alla sua indole di ragazza un po' tomboy, poco femminile e insicura dei propri mezzi, ma anche altruista, tanto da utilizzare il suo potere non solo per sé stessa, ma anche per risolvere secondo la sua visione i problemi di coloro che le stanno vicini.
E se ci si limitasse a giudicare il film da ciò che rappresenta, dovrei scrivere che si tratta di una storia semplice, oserei dire quasi banale, e da un punto di vista meramente fantascientifico anche un po' raffazzonata, poco chiara e coerente: quasi più un fantasy (un po' anche puerile), piuttosto che un anime di fantascienza vero e proprio.
A mio avviso sarebbe pertanto un errore valutare "La ragazza che saltava nel tempo" come un mero anime di vera e propria fantascienza, proprio perché non vengono molto approfonditi gli aspetti tipici di un film che fonda la sua storia in brevi viaggi nel tempo; non a caso il film, più che concentrarsi sulla componente sci-fi e il come e il perché dei viaggi, si limita a mostrare in un modo anche quasi "ludico/giocoso" e "spensierato" (basti pensare a come la protagonista riesca a spostarsi nel tempo) gli effetti rocamboleschi e pasticciati delle azioni compiute dalla protagonista per cambiare il futuro appena vissuto.
E allora quale potrebbe essere l'interpretazione dell'opera di Hosoda?
"Il tempo non aspetta nessuno"... e ho pensato: quante volte sia da ragazzi che poi da adulti abbiamo riflettuto sulle conseguenze di un futuro ipotetico, se in una determinata occasione ci fossimo comportati in modo diverso da quello attuato...
E, con un po' di invidia, constatiamo che alla protagonista del film Makoto viene donato un potere incredibile: viaggiare/muoversi nel tempo per rimediare o facilitare delle situazioni di cui lei conosce l'esito, in modo da cambiare il corso delle cose e migliorare il futuro (secondo la sua visione), salvo poi accorgersi che, pur cambiando un tassello del complesso mosaico della consequenzialità degli eventi, gli effetti su tale catena non sortiscono sempre l'effetto sperato. Paradigmatica è la scena in cui Chiaki si dichiara a Makoto e lei, a forza di cambiare il passato per evitare di ricevere la dichiarazione, ottiene l'effetto indesiderato...
Il primo "monito" che ho ricavato è quello che il potere di ripercorrere le proprie scelte e poterle cambiare è un potere che, qualora i cambiamenti apportati non siano pensati in modo ragionato, porta inevitabilmente a ripercussioni indesiderate.
Ma, e soprattutto, la protagonista Makoto sta vivendo quel periodo di transizione che parte dall'adolescenza e la porterà all'età adulta, in cui il cambiamento di sé, delle relazioni con i suoi amici e della sua vita in generale e la loro elaborazione non è la sua priorità, anzi...
Ma sta inesorabilmente crescendo, e anche tutto ciò che la circonda sta cambiando, diventando forse più complesso, e tale aspetto la spaventa... e penso proprio che chiunque, chi prima, chi dopo, abbia condiviso questo momento delicato di transizione, in cui le decisioni sul futuro destabilizzano al pari di quelle che mettono in gioco sé stessi e i propri sentimenti... e mantenere lo status quo spesso è la soluzione di comodo più semplice da scegliere e accettare.
Ecco quindi che, se non ci si sofferma sui singoli episodi dei cambiamenti del passato, l'impressione complessiva che ho ricavato dopo la visione del film è la rivisitazione, con gli occhi da adulto e in chiave molto metaforica, delle scelte che si compiono da adolescenti.
Makoto è l'archetipo dell'adolescente che pensa, ragiona e agisce (o non agisce) in base a scelte ispirate molto spesso da timori, paure, principi ed errori di valutazione che portano molto spesso a "non fare" piuttosto che "fare", per la paura di mettersi in gioco, di essere giudicati non all'altezza delle situazioni o di non essere accettati per quello che si è, di ricevere un rifiuto o un diniego, di fallire nei propri propositi o semplicemente perché non si è in grado di valutare con la giusta maturità e serenità certe situazioni che la vita ci costringe ad affrontare.
E Il giochino dei viaggi nel tempo è solo una metafora del messaggio che Hosoda vuole trasmettere con quest'opera e che è ben ricavabile dai dialoghi che la protagonista Makoto intrattiene con la zia Kazuko e che invito ad ascoltare/leggere con attenzione. Mi è sembrato che proprio nelle conversazioni con la zia Kazuko Makoto abbia provato ad analizzare i suoi problemi e timori, per poi provare ad elaborare le possibili soluzioni, inclusa la condivisione del segreto di poter viaggiare nel tempo, trovando nella zia una persona comprensiva, open-minded e saggia. Nei pochi momenti in cui si sono confrontate, e sulla base dei dialoghi anche un po' criptici sulla circostanza che Kazuko abbia avuto la sua prima storia di amore alle superiori e che ora non aveva idea di dove si trovasse la persona amata, mi è sembrato che in fondo Kazuko possa in qualche modo rappresentare la Makoto del futuro che spiega alla sé del passato non tanto e solo come "utilizzare" il potere di viaggiare nel tempo, ma anche fornendo le indicazioni su come valutare e ponderare l'importanza delle proprie azioni e sentimenti, in modo che Makoto possa elaborare le proprie risposte in autonomia... il tutto poi senza giudicarla e rimproverarla per gli errori e le leggerezze commessi.
Probabilmente, anche la circostanza che Kazuko lavori come restauratrice in un museo e che stia restaurando proprio il quadro che Chiaki stava attendendo di vedere potrebbe rappresentare metaforicamente l'attesa da parte di lui del passaggio da un'età (adolescenza) a un'altra (adulta) della protagonista... ma, forse, sto interpretando troppo liberamente le immagini del film.
Se a Makoto e alla zia Kazuko Hosoda ha attribuito un certo senso di "profondità", conferendo soprattutto a Makoto una evoluzione positiva, gli altri personaggi sono abbastanza normali e standard, e il comparto tecnico, con l'eccezione delle musiche, non mi è sembrato degno di nota: chara desing molto semplice (un po' nello stile di Hosoda, e che ho già avuto modo di apprezzare in "Wolf Children") e spesso poco dettagliato, soprattutto nei personaggi di sfondo.
È proprio la trama e la sceneggiatura il pezzo forte de "La ragazza che saltava nel tempo", e il finale "aperto" (che sembra tipico delle opere di questo genere) mi è sembrato il più appropriato per la storia narrata.
Qualcuno potrà obiettare, ma avrebbe ridotto la carica poetica e simbolica del messaggio che Hosoda voleva trasmettere: la vita è fatta di attimi, emozioni e sentimenti di quel preciso momento e vanno vissuti come tali, perché con ogni probabilità, una volta persi o rinnegati, non ci sarà una seconda possibilità di viverli nuovamente nel modo più pieno e soddisfacente.
In fondo, citando Gibran ("Il Profeta" - capitolo dedicato al Tempo) e con la consapevolezza che "ciò che in [noi] è senza tempo" e "che la vita è senza tempo", "...ieri e domani non sono che il ricordo e il sogno dell’oggi". "...Ma se dovete nella vostra mente scandire il tempo in stagioni, lasciate che ogni stagione cinga tutte le altre, e che l’oggi abbracci il passato col ricordo, e il futuro col desiderio".
E alla fine della visione ho cominciato a pensare che il regista Mamoru Hosoda l'abbia fatta apparire in diversi frangenti del suo film perché doveva rappresentare la chiave di lettura della trama del suo film.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film che viene classificato come commedia, fantascienza, scolastico, a tema sui viaggi nel tempo e sull'amicizia e amore tra adolescenti.
E, prima facie, il film anime narra le gesta della protagonista Makoto che, una volta scoperto accidentalmente il potere di spostarsi a piacimento nel tempo, sfrutta questo "potere" per porre rimedio a situazioni che possano arrecare pregiudizio a lei o alle persone che conosce, fino a cercare di cambiare il passato anche a scopo altruistico, coerentemente alla sua indole di ragazza un po' tomboy, poco femminile e insicura dei propri mezzi, ma anche altruista, tanto da utilizzare il suo potere non solo per sé stessa, ma anche per risolvere secondo la sua visione i problemi di coloro che le stanno vicini.
E se ci si limitasse a giudicare il film da ciò che rappresenta, dovrei scrivere che si tratta di una storia semplice, oserei dire quasi banale, e da un punto di vista meramente fantascientifico anche un po' raffazzonata, poco chiara e coerente: quasi più un fantasy (un po' anche puerile), piuttosto che un anime di fantascienza vero e proprio.
A mio avviso sarebbe pertanto un errore valutare "La ragazza che saltava nel tempo" come un mero anime di vera e propria fantascienza, proprio perché non vengono molto approfonditi gli aspetti tipici di un film che fonda la sua storia in brevi viaggi nel tempo; non a caso il film, più che concentrarsi sulla componente sci-fi e il come e il perché dei viaggi, si limita a mostrare in un modo anche quasi "ludico/giocoso" e "spensierato" (basti pensare a come la protagonista riesca a spostarsi nel tempo) gli effetti rocamboleschi e pasticciati delle azioni compiute dalla protagonista per cambiare il futuro appena vissuto.
E allora quale potrebbe essere l'interpretazione dell'opera di Hosoda?
"Il tempo non aspetta nessuno"... e ho pensato: quante volte sia da ragazzi che poi da adulti abbiamo riflettuto sulle conseguenze di un futuro ipotetico, se in una determinata occasione ci fossimo comportati in modo diverso da quello attuato...
E, con un po' di invidia, constatiamo che alla protagonista del film Makoto viene donato un potere incredibile: viaggiare/muoversi nel tempo per rimediare o facilitare delle situazioni di cui lei conosce l'esito, in modo da cambiare il corso delle cose e migliorare il futuro (secondo la sua visione), salvo poi accorgersi che, pur cambiando un tassello del complesso mosaico della consequenzialità degli eventi, gli effetti su tale catena non sortiscono sempre l'effetto sperato. Paradigmatica è la scena in cui Chiaki si dichiara a Makoto e lei, a forza di cambiare il passato per evitare di ricevere la dichiarazione, ottiene l'effetto indesiderato...
Il primo "monito" che ho ricavato è quello che il potere di ripercorrere le proprie scelte e poterle cambiare è un potere che, qualora i cambiamenti apportati non siano pensati in modo ragionato, porta inevitabilmente a ripercussioni indesiderate.
Ma, e soprattutto, la protagonista Makoto sta vivendo quel periodo di transizione che parte dall'adolescenza e la porterà all'età adulta, in cui il cambiamento di sé, delle relazioni con i suoi amici e della sua vita in generale e la loro elaborazione non è la sua priorità, anzi...
Ma sta inesorabilmente crescendo, e anche tutto ciò che la circonda sta cambiando, diventando forse più complesso, e tale aspetto la spaventa... e penso proprio che chiunque, chi prima, chi dopo, abbia condiviso questo momento delicato di transizione, in cui le decisioni sul futuro destabilizzano al pari di quelle che mettono in gioco sé stessi e i propri sentimenti... e mantenere lo status quo spesso è la soluzione di comodo più semplice da scegliere e accettare.
Ecco quindi che, se non ci si sofferma sui singoli episodi dei cambiamenti del passato, l'impressione complessiva che ho ricavato dopo la visione del film è la rivisitazione, con gli occhi da adulto e in chiave molto metaforica, delle scelte che si compiono da adolescenti.
Makoto è l'archetipo dell'adolescente che pensa, ragiona e agisce (o non agisce) in base a scelte ispirate molto spesso da timori, paure, principi ed errori di valutazione che portano molto spesso a "non fare" piuttosto che "fare", per la paura di mettersi in gioco, di essere giudicati non all'altezza delle situazioni o di non essere accettati per quello che si è, di ricevere un rifiuto o un diniego, di fallire nei propri propositi o semplicemente perché non si è in grado di valutare con la giusta maturità e serenità certe situazioni che la vita ci costringe ad affrontare.
E Il giochino dei viaggi nel tempo è solo una metafora del messaggio che Hosoda vuole trasmettere con quest'opera e che è ben ricavabile dai dialoghi che la protagonista Makoto intrattiene con la zia Kazuko e che invito ad ascoltare/leggere con attenzione. Mi è sembrato che proprio nelle conversazioni con la zia Kazuko Makoto abbia provato ad analizzare i suoi problemi e timori, per poi provare ad elaborare le possibili soluzioni, inclusa la condivisione del segreto di poter viaggiare nel tempo, trovando nella zia una persona comprensiva, open-minded e saggia. Nei pochi momenti in cui si sono confrontate, e sulla base dei dialoghi anche un po' criptici sulla circostanza che Kazuko abbia avuto la sua prima storia di amore alle superiori e che ora non aveva idea di dove si trovasse la persona amata, mi è sembrato che in fondo Kazuko possa in qualche modo rappresentare la Makoto del futuro che spiega alla sé del passato non tanto e solo come "utilizzare" il potere di viaggiare nel tempo, ma anche fornendo le indicazioni su come valutare e ponderare l'importanza delle proprie azioni e sentimenti, in modo che Makoto possa elaborare le proprie risposte in autonomia... il tutto poi senza giudicarla e rimproverarla per gli errori e le leggerezze commessi.
Probabilmente, anche la circostanza che Kazuko lavori come restauratrice in un museo e che stia restaurando proprio il quadro che Chiaki stava attendendo di vedere potrebbe rappresentare metaforicamente l'attesa da parte di lui del passaggio da un'età (adolescenza) a un'altra (adulta) della protagonista... ma, forse, sto interpretando troppo liberamente le immagini del film.
Se a Makoto e alla zia Kazuko Hosoda ha attribuito un certo senso di "profondità", conferendo soprattutto a Makoto una evoluzione positiva, gli altri personaggi sono abbastanza normali e standard, e il comparto tecnico, con l'eccezione delle musiche, non mi è sembrato degno di nota: chara desing molto semplice (un po' nello stile di Hosoda, e che ho già avuto modo di apprezzare in "Wolf Children") e spesso poco dettagliato, soprattutto nei personaggi di sfondo.
È proprio la trama e la sceneggiatura il pezzo forte de "La ragazza che saltava nel tempo", e il finale "aperto" (che sembra tipico delle opere di questo genere) mi è sembrato il più appropriato per la storia narrata.
Qualcuno potrà obiettare, ma avrebbe ridotto la carica poetica e simbolica del messaggio che Hosoda voleva trasmettere: la vita è fatta di attimi, emozioni e sentimenti di quel preciso momento e vanno vissuti come tali, perché con ogni probabilità, una volta persi o rinnegati, non ci sarà una seconda possibilità di viverli nuovamente nel modo più pieno e soddisfacente.
In fondo, citando Gibran ("Il Profeta" - capitolo dedicato al Tempo) e con la consapevolezza che "ciò che in [noi] è senza tempo" e "che la vita è senza tempo", "...ieri e domani non sono che il ricordo e il sogno dell’oggi". "...Ma se dovete nella vostra mente scandire il tempo in stagioni, lasciate che ogni stagione cinga tutte le altre, e che l’oggi abbracci il passato col ricordo, e il futuro col desiderio".
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Come valutare questo anime? Quali elementi descrivere esattamente riguardo questo anime e come descriverli uno ad uno esaustivamente e con un senso di completezza ed esattezza, precisione, puntualità? Impresa tutt'altro che semplice. Cominciamo con la prima parte e cosa vediamo? Abbiamo una ragazza che fa fatica a gestire la propria vita tra studi e altri impegni, ma la quale gode dell'amicizia dei suoi amici. Proprio l'amicizia qui verrà messa alla prova, e la protagonista si ritrova ad "oscillare da un lasso di tempo a un altro", per cercare di mantenere un equilibrio.
Infatti, in una giornata di scuola come le altre, la protagonista, Makoto Konno, trova per caso nel laboratorio di chimica una noce che all'apparenza sembra ordinaria come altre noci, ma che, come scoprirà in seguito, dà a chi la possiede il potere di viaggiare a ritroso nel tempo per cambiare gli eventi del passato, del presente e forse anche quelli del futuro (anche se non sembra), permettendole di evitare un incidente che poteva esserle fatale e per giunta alle 4:00 del pomeriggio (come sappiamo, nella tradizione giapponese il quattro è numero di pessimo auspicio, cattivo presagio/infausto presagio, poiché si pronuncia come "morte"). Ne parla con la zia, il cui nome, non tanto casuale, è zia Strega, la quale le insegna a usare questo potere e la avverte che però questo potere può avere anche delle conseguenze nefaste, se abusato/usato impropriamente. Ma la nostra protagonista è un tantino incosciente, e non prestando ascolto alle parole della zia, cerca di migliorare ogni aspetto della sua vita, non tenendo conto del fatto che le sue azioni hanno delle conseguenze anche su quella degli altri, fino a quando, in un normale giorno di scuola, alcuni suoi compagni che stanno bullizzando un altro compagno non vengono a loro volta bullizzati da questo, che afferma di aver agito proprio su ordine di Makoto e il quale, in un impeto di rabbia/ira/collera, getta l'estintore con cui stava bullizzando gli altri compagni verso Makoto, salvo poi che questa viene salvata dal suo amico e compagno Chiaki Mamiya, che devia l'estintore su un'altra ragazza colpita alla spalla. A questo punto Makoto comincia a capire la gravità delle sue azioni e dell'abuso del suo potere, ma purtroppo non riesce a capire come controllarlo, e finisce con il peggiorare ogni situazione che cerca di evitare, perché ha paura di essere scoperta. Evita persino i suoi amici Chiaki e Kosuke, i quali si sono innamorati di lei, e li respinge fino a quando scopre da un numero tatuato sul suo braccio che le sono rimasti pochi tentativi di salto e che, se continua a usare il potere solo per il suo atteggiamento egoista, finirà col fare del male a sé stessa e agli altri. Infatti, in un altro giorno di scuola, la ragazza scopre che le è rimasto solo un salto, e riceve un messaggio da Chiaki che le dice di aver preso la sua bicicletta in prestito e dove dice di amarla. Spaventata, Makoto decide di usare il suo ultimo tentativo di viaggio nel tempo, ma, così facendo, scopre di averlo usato per la causa sbagliata, e non riesce a impedire l'incidente di Kosuke e Kaho, i quali si scaraventano sulle bande del treno e finiscono investiti da questo a tutta velocità, sennonché interviene proprio Chiaki a impedire quest'incidente, ma poi in seguito spiega e fa capire che sapeva che Makoto faceva i salti nel tempo per modificare gli eventi passati e presenti, e le rivela che lui proviene dal futuro, dove un potere come questo è soggetto a dei limiti e vincoli precisi che non ammettono trasgressioni. Le spiega che non può più restare nel presente, bensì deve tornare all'epoca alla quale appartiene, e così facendo si congeda da tutto e tutti. Alla fine Makoto capisce di aver sbagliato a usare il potere per i suoi capricci egoisti e non aver provato a corrispondere Chiaki, e vorrebbe avere ancora qualche tentativo per sistemare i suoi errori. Proprio quando tutto sembra perso, giunge una coccinella, simbolo e incarnazione della fortuna, la quale le concede dieci tentativi con i quali intende ritrovare Chiaki per chiedergli di tornare, ma purtroppo per le leggi del tempo questo non è possibile. Alla fine, rassegnata, se ne torna alla sua epoca e riprende a giocare a baseball con Kosuke e le sue "nuove amiche", avendo accettato l'idea che non si possono cambiare gli eventi del passato, ma che al contrario bisogna imparare a valorizzare il tempo che ci viene concesso qui e adesso.
Proprio per il concetto del tempo questo film si può collegare ad altri messaggi come quello di filosofi del calibro di Martin Heidegger e del suo mentore Edmund Husserl, così come tanti altri autori e/o personaggi della tradizione letteraria e/o filosofica e/o addirittura cinematografica, come "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban", dover Hermione impiega la giratempo per riavvolgere il tempo e impedire la cattura di Sirius da parte dei dissennatori, così come l'esecuzione di Fierobecco. Oppure "Ritorno al futuro", dove capiamo che sì, si può modificare il corso degli eventi, ma che come ogni cosa questo ha delle ripercussioni sulle nostre vite e su quelle degli altri. Oppure mi torna in mente (e forse è anche un cliché) la saga videoludica sul tempo per eccellenza, "Prince of Persia", dove soprattutto in "Spirito Guerriero", così come negli altri episodi della saga, il tempo concede ma toglie anche qualcosa, e insegna soprattutto qualcosa, e cioè che bisogna pensare con la propria testa e non affidarsi a qualche potere più o meno reale per cercare di rimediare a ciò che si combina, se non usarlo per restituirlo, e a riflettere sui nostri pensieri, parole, azioni, gesti, scelte e decisioni, prima di metterli in atto.
La grafica è semplice e spontanea, naturale, e così lo sono i personaggi che si trovano nella vicenda. La colonna sonora è pacata, semplice e tranquilla, anche se presenta delle tracce leggermente più inquietanti.
La trama non è immediata da comprendere, ma a poco a poco si riescono a fare le giuste associazioni e collegamenti/connessioni e si riesce a ricostruirla. In particolare, suscita una certa attenzione il ritratto dipinto secoli prima (probabilmente nell'Epoca Sengoku, un periodo travagliato per la storia del Giappone, caratterizzato dalla Guerra Civile). È questo forse l'elemento che dovrebbe farci fermare per meglio comprendere la trama nella sua interezza e totalità?! Sovviene un dubbio.
P.S. Comunque è un film che sa catturare abbastanza l'attenzione del pubblico. Voto: 8
Come valutare questo anime? Quali elementi descrivere esattamente riguardo questo anime e come descriverli uno ad uno esaustivamente e con un senso di completezza ed esattezza, precisione, puntualità? Impresa tutt'altro che semplice. Cominciamo con la prima parte e cosa vediamo? Abbiamo una ragazza che fa fatica a gestire la propria vita tra studi e altri impegni, ma la quale gode dell'amicizia dei suoi amici. Proprio l'amicizia qui verrà messa alla prova, e la protagonista si ritrova ad "oscillare da un lasso di tempo a un altro", per cercare di mantenere un equilibrio.
Infatti, in una giornata di scuola come le altre, la protagonista, Makoto Konno, trova per caso nel laboratorio di chimica una noce che all'apparenza sembra ordinaria come altre noci, ma che, come scoprirà in seguito, dà a chi la possiede il potere di viaggiare a ritroso nel tempo per cambiare gli eventi del passato, del presente e forse anche quelli del futuro (anche se non sembra), permettendole di evitare un incidente che poteva esserle fatale e per giunta alle 4:00 del pomeriggio (come sappiamo, nella tradizione giapponese il quattro è numero di pessimo auspicio, cattivo presagio/infausto presagio, poiché si pronuncia come "morte"). Ne parla con la zia, il cui nome, non tanto casuale, è zia Strega, la quale le insegna a usare questo potere e la avverte che però questo potere può avere anche delle conseguenze nefaste, se abusato/usato impropriamente. Ma la nostra protagonista è un tantino incosciente, e non prestando ascolto alle parole della zia, cerca di migliorare ogni aspetto della sua vita, non tenendo conto del fatto che le sue azioni hanno delle conseguenze anche su quella degli altri, fino a quando, in un normale giorno di scuola, alcuni suoi compagni che stanno bullizzando un altro compagno non vengono a loro volta bullizzati da questo, che afferma di aver agito proprio su ordine di Makoto e il quale, in un impeto di rabbia/ira/collera, getta l'estintore con cui stava bullizzando gli altri compagni verso Makoto, salvo poi che questa viene salvata dal suo amico e compagno Chiaki Mamiya, che devia l'estintore su un'altra ragazza colpita alla spalla. A questo punto Makoto comincia a capire la gravità delle sue azioni e dell'abuso del suo potere, ma purtroppo non riesce a capire come controllarlo, e finisce con il peggiorare ogni situazione che cerca di evitare, perché ha paura di essere scoperta. Evita persino i suoi amici Chiaki e Kosuke, i quali si sono innamorati di lei, e li respinge fino a quando scopre da un numero tatuato sul suo braccio che le sono rimasti pochi tentativi di salto e che, se continua a usare il potere solo per il suo atteggiamento egoista, finirà col fare del male a sé stessa e agli altri. Infatti, in un altro giorno di scuola, la ragazza scopre che le è rimasto solo un salto, e riceve un messaggio da Chiaki che le dice di aver preso la sua bicicletta in prestito e dove dice di amarla. Spaventata, Makoto decide di usare il suo ultimo tentativo di viaggio nel tempo, ma, così facendo, scopre di averlo usato per la causa sbagliata, e non riesce a impedire l'incidente di Kosuke e Kaho, i quali si scaraventano sulle bande del treno e finiscono investiti da questo a tutta velocità, sennonché interviene proprio Chiaki a impedire quest'incidente, ma poi in seguito spiega e fa capire che sapeva che Makoto faceva i salti nel tempo per modificare gli eventi passati e presenti, e le rivela che lui proviene dal futuro, dove un potere come questo è soggetto a dei limiti e vincoli precisi che non ammettono trasgressioni. Le spiega che non può più restare nel presente, bensì deve tornare all'epoca alla quale appartiene, e così facendo si congeda da tutto e tutti. Alla fine Makoto capisce di aver sbagliato a usare il potere per i suoi capricci egoisti e non aver provato a corrispondere Chiaki, e vorrebbe avere ancora qualche tentativo per sistemare i suoi errori. Proprio quando tutto sembra perso, giunge una coccinella, simbolo e incarnazione della fortuna, la quale le concede dieci tentativi con i quali intende ritrovare Chiaki per chiedergli di tornare, ma purtroppo per le leggi del tempo questo non è possibile. Alla fine, rassegnata, se ne torna alla sua epoca e riprende a giocare a baseball con Kosuke e le sue "nuove amiche", avendo accettato l'idea che non si possono cambiare gli eventi del passato, ma che al contrario bisogna imparare a valorizzare il tempo che ci viene concesso qui e adesso.
Proprio per il concetto del tempo questo film si può collegare ad altri messaggi come quello di filosofi del calibro di Martin Heidegger e del suo mentore Edmund Husserl, così come tanti altri autori e/o personaggi della tradizione letteraria e/o filosofica e/o addirittura cinematografica, come "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban", dover Hermione impiega la giratempo per riavvolgere il tempo e impedire la cattura di Sirius da parte dei dissennatori, così come l'esecuzione di Fierobecco. Oppure "Ritorno al futuro", dove capiamo che sì, si può modificare il corso degli eventi, ma che come ogni cosa questo ha delle ripercussioni sulle nostre vite e su quelle degli altri. Oppure mi torna in mente (e forse è anche un cliché) la saga videoludica sul tempo per eccellenza, "Prince of Persia", dove soprattutto in "Spirito Guerriero", così come negli altri episodi della saga, il tempo concede ma toglie anche qualcosa, e insegna soprattutto qualcosa, e cioè che bisogna pensare con la propria testa e non affidarsi a qualche potere più o meno reale per cercare di rimediare a ciò che si combina, se non usarlo per restituirlo, e a riflettere sui nostri pensieri, parole, azioni, gesti, scelte e decisioni, prima di metterli in atto.
La grafica è semplice e spontanea, naturale, e così lo sono i personaggi che si trovano nella vicenda. La colonna sonora è pacata, semplice e tranquilla, anche se presenta delle tracce leggermente più inquietanti.
La trama non è immediata da comprendere, ma a poco a poco si riescono a fare le giuste associazioni e collegamenti/connessioni e si riesce a ricostruirla. In particolare, suscita una certa attenzione il ritratto dipinto secoli prima (probabilmente nell'Epoca Sengoku, un periodo travagliato per la storia del Giappone, caratterizzato dalla Guerra Civile). È questo forse l'elemento che dovrebbe farci fermare per meglio comprendere la trama nella sua interezza e totalità?! Sovviene un dubbio.
P.S. Comunque è un film che sa catturare abbastanza l'attenzione del pubblico. Voto: 8
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film d'animazione del 2006 diretto da Mamoru Hosoda.
La storia narra di Makoto Konno, una scolara un po' maldestra che passa le sue giornate a giocare a baseball con i suoi migliori amici: Chiaki e Koisuke. Un giorno, mentre sistema dei libri nel laboratorio di scienze, inciampa su un misterioso oggetto a forma di noce, grazie al quale si scopre essere in grado di riavvolgere il tempo. Per farlo le basterà compiere un balzo, più lungo sarà il salto da lei compiuto maggiore sarà la porzione di tempo riavvolta. Se all'inizio Makoto prenderà il tutto come uno scherzo, abusando del suo nuovo potere, si accorgerà presto che ogni sua azione avrà delle conseguenze su di lei e su chi le sta intorno. Perchè da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Il plot è semplice e allo stesso tempo interessante (per alcuni versi molto simile al videogioco "Life is Strange"), coinvolgendo lo spettatore sin da subito, con la fantascienza che serve da pretesto per farci capire, come recita la scritta sulla lavagna a inizio film ("Time no wait") che il tempo non aspetta nessuno. Nonostante i personaggi siano piuttosto stereotipati, supportano bene una sceneggiatura frizzante e mai scontata. Peccato che alcuni buchi evidenzino incogruenze narrative che minano un po' la godibilità dell’intreccio, tuttavia la storia risulta più che godibile lo stesso. Il film all'inizio sembra una classica commedia scolastica, dai toni leggeri e poco pretenziosi, ma saprà maturare in corso d'opera come la stessa Makoto, regalandoci una parte finale carica di suspense.
Tecnicamente siamo sulla media. La resa grafica è buona, nulla di troppo dettagliato, ma si nota una particolare attenzione riservata ai fondali; Ben figura il comparto sonoro, con pianoforti e violini a dominare sul cantato.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film leggero e delicato, come la storia d'amore che ci racconta. La dimostrazione che anche una storia semplice, se ben raccontata, può emozionare.
Voto: 7,5
La storia narra di Makoto Konno, una scolara un po' maldestra che passa le sue giornate a giocare a baseball con i suoi migliori amici: Chiaki e Koisuke. Un giorno, mentre sistema dei libri nel laboratorio di scienze, inciampa su un misterioso oggetto a forma di noce, grazie al quale si scopre essere in grado di riavvolgere il tempo. Per farlo le basterà compiere un balzo, più lungo sarà il salto da lei compiuto maggiore sarà la porzione di tempo riavvolta. Se all'inizio Makoto prenderà il tutto come uno scherzo, abusando del suo nuovo potere, si accorgerà presto che ogni sua azione avrà delle conseguenze su di lei e su chi le sta intorno. Perchè da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Il plot è semplice e allo stesso tempo interessante (per alcuni versi molto simile al videogioco "Life is Strange"), coinvolgendo lo spettatore sin da subito, con la fantascienza che serve da pretesto per farci capire, come recita la scritta sulla lavagna a inizio film ("Time no wait") che il tempo non aspetta nessuno. Nonostante i personaggi siano piuttosto stereotipati, supportano bene una sceneggiatura frizzante e mai scontata. Peccato che alcuni buchi evidenzino incogruenze narrative che minano un po' la godibilità dell’intreccio, tuttavia la storia risulta più che godibile lo stesso. Il film all'inizio sembra una classica commedia scolastica, dai toni leggeri e poco pretenziosi, ma saprà maturare in corso d'opera come la stessa Makoto, regalandoci una parte finale carica di suspense.
Tecnicamente siamo sulla media. La resa grafica è buona, nulla di troppo dettagliato, ma si nota una particolare attenzione riservata ai fondali; Ben figura il comparto sonoro, con pianoforti e violini a dominare sul cantato.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film leggero e delicato, come la storia d'amore che ci racconta. La dimostrazione che anche una storia semplice, se ben raccontata, può emozionare.
Voto: 7,5
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film del 2006, tratto dall'omonimo romanzo per ragazzi del 1967, scritto da "Yasutaka Tsutsui", rilasciato in Italia da "Kaze", con relativo doppiaggio, della durata di novantotto minuti circa.
L'opera ci introduce fin dai primi istanti il personaggio di Makoto Konno, giovane studentessa del liceo, nonché protagonista della storia assieme ai suoi inseparabili compagni d'avventure: Chiaki e Kousuke. Nonostante la protagonista si vanti di essere una ragazza abbastanza fortunata, la giornata che ci troviamo a trascorrere in sua compagnia ci dimostra proprio l'esatto contrario, lasciando alla protagonista una forte incredulità nei confronti della brutta piega presa dalla giornata. La scuola sta ormai per giungere al termine, quando un pomeriggio, durante gli ultimi lavori di pulizie prima di tornare a casa, la protagonista avverte un insolito rumore provenire dal laboratorio di scienze. Spinta dalla curiosità, decide di andare a controllare, tuttavia, all'interno, sembra tutto in ordine e le uscite sono ancora chiuse, segno che nessuno è passato di là. Un insolito oggetto cattura però l'attenzione della protagonista, una sorta di noce si trova sul pavimento, e, quando la protagonista si protrae per raccoglierla, vi scivola sopra, rompendola. Sarà però un avvenimento che avverrà solo nel tardo pomeriggio a stravolgere la sua vita, infatti nel tragitto di ritorno da scuola sarebbe dovuta morire nell'incidente con un treno, invece, quando tutto sembra ormai perduto, si ritrova catapultata indietro nel tempo a sufficienza per fermare la sua corsa in bicicletta e ad evitare il disastroso epilogo. Ancora confusa e scioccata da quanto appena accaduto, riprende comunque il suo cammino per terminare le ultime commissioni. Makoto si dirige quindi alla galleria d'arte, dove ad attenderla c'è sua zia, Kazuko Yoshiyama, alla quale non esita a raccontare l'accaduto, storia che non la sorprende troppo; anzi, risponde alla nipote spiegandole che ciò che ha appena vissuto è stato un salto nel tempo. La sera, tornata a casa, Makoto riflette attentamente sulle parole dette da sua zia; nonostante l'estremo scetticismo riguardo a quanto sentito, decide di provare a replicare le condizioni che hanno scatenato quel misterioso "salto" nel tempo, fino a riuscirci, finendo però catapultata alla mattina precedente, giusto in tempo per sistemare quella che in condizioni "normali" sarebbe stata una giornata storta come quella appena vissuta.
Questo evento segnerà un nuovo inizio per la protagonista che, ora che tutto le è possibile, deciderà di impiegare questo potere per godersi al massimo le giornate assieme ai suoi compagni d'avventure, fino a quando non si renderà conto che quello di influire sul corso delle cose si rivelerà essere un dono molto pericoloso, soprattutto quando si dovrà fare i conti con le conseguenze delle proprie scelte.
Il film, nonostante abbia già diversi anni sulle spalle, riesce ancora a catturare lo spettatore e tenere alto l'interesse, grazie a un azzeccato connubio di trama intrigante, disegni ancora apprezzabili e personaggi carismatici. Degna di nota è stata l'intenzione del regista di non voler solo realizzare un film volto a far spegnere il cervello dello spettatore mentre lo si guarda, ma anche di farlo ragionare e coinvolgerlo nella visione; questo avviene non solo inserendo un sacco di riferimenti all'opera cartacea dalla quale trae ispirazione la pellicola, ma anche facendo evolvere la protagonista dopo che questa si è resa conto di come le sue azioni possano avere un peso anche su chi la circonda e non solo su sé stessa, fatto che farà prendere una piega totalmente inaspettata alla trama.
Ciò che invece lascia l'amaro in bocca è la mancata spiegazione degli eventi chiave della storia, fatto che lascia allo spettatore un sacco di domande senza risposta, che quindi si porta a domandarsi quale possa essere il reale significato dell'opera. Questa trasposizione animata io l'avevo inizialmente intesa come un sequel dell'opera cartacea, tuttavia, in seguito alla visione, ci si rende conto che il cerchio non si chiude, fatto che va a vanificare l'intento dell'autore di creare una storia così originale.
Quanto appena affermato potrà sicuramente riguardare solamente il mio soggettivo giudizio, pertanto di seguito vorrei elencare i pregi, e ciò che invece si potrebbe migliorare dell'opera.
Tra i pregi: difficile non affezionarsi ad almeno uno dei protagonisti; chi ha visto l'opera originale troverà in questa un sacco di riferimenti; sfondi disegnati molto bene, quasi non si nota l'età della pellicola; doppiaggio in lingua italiana di buona qualità; finale gradevole ma incompleto.
Cose da migliorare: i protagonisti e in generale tutti i personaggi sono poco dettagliati e senza ombre; il finale lascia un sacco di domande senza risposta; diverse scene sono palesemente inserite per allungare il brodo; andando verso il finale, alcuni personaggi perdono via via di importanza all'interno della storia; chi ha letto il romanzo non farà fatica a prevedere lo svolgersi degli eventi; mancanza di un vero e proprio finale; tralasciando la presenza di "Kazuko Yoshiyama", l'opera sembra quasi più un reboot che un sequel; colonna sonora trascurabile.
L'edizione ha un costo medio di 14/17 euro ed è disponibile sia in formato DVD che Blu-ray.
Consiglio l'acquisto esclusivamente a coloro che abbiano già letto l'opera cartacea originale, perché solo così si può apprezzare realmente quanto offerto da questa pellicola, che altrimenti non avrebbe molti motivi di esistere, se la si vede come un prodotto autoconclusivo.
In conclusione, posso affermare che vederla oggi sicuramente non renderà lo stesso che averla vista appena uscita, dato che la computer grafica ha fatto passi da gigante; si adatta però molto bene a un pubblico che guarda meno alla parte tecnica, che complessivamente si difende ancora bene, e cerca invece una storia un po' più profonda di quelle che si vedono sempre più di frequente, capace di far viaggiare la fantasia e, seppur nel suo piccolo, di emozionare.
L'opera ci introduce fin dai primi istanti il personaggio di Makoto Konno, giovane studentessa del liceo, nonché protagonista della storia assieme ai suoi inseparabili compagni d'avventure: Chiaki e Kousuke. Nonostante la protagonista si vanti di essere una ragazza abbastanza fortunata, la giornata che ci troviamo a trascorrere in sua compagnia ci dimostra proprio l'esatto contrario, lasciando alla protagonista una forte incredulità nei confronti della brutta piega presa dalla giornata. La scuola sta ormai per giungere al termine, quando un pomeriggio, durante gli ultimi lavori di pulizie prima di tornare a casa, la protagonista avverte un insolito rumore provenire dal laboratorio di scienze. Spinta dalla curiosità, decide di andare a controllare, tuttavia, all'interno, sembra tutto in ordine e le uscite sono ancora chiuse, segno che nessuno è passato di là. Un insolito oggetto cattura però l'attenzione della protagonista, una sorta di noce si trova sul pavimento, e, quando la protagonista si protrae per raccoglierla, vi scivola sopra, rompendola. Sarà però un avvenimento che avverrà solo nel tardo pomeriggio a stravolgere la sua vita, infatti nel tragitto di ritorno da scuola sarebbe dovuta morire nell'incidente con un treno, invece, quando tutto sembra ormai perduto, si ritrova catapultata indietro nel tempo a sufficienza per fermare la sua corsa in bicicletta e ad evitare il disastroso epilogo. Ancora confusa e scioccata da quanto appena accaduto, riprende comunque il suo cammino per terminare le ultime commissioni. Makoto si dirige quindi alla galleria d'arte, dove ad attenderla c'è sua zia, Kazuko Yoshiyama, alla quale non esita a raccontare l'accaduto, storia che non la sorprende troppo; anzi, risponde alla nipote spiegandole che ciò che ha appena vissuto è stato un salto nel tempo. La sera, tornata a casa, Makoto riflette attentamente sulle parole dette da sua zia; nonostante l'estremo scetticismo riguardo a quanto sentito, decide di provare a replicare le condizioni che hanno scatenato quel misterioso "salto" nel tempo, fino a riuscirci, finendo però catapultata alla mattina precedente, giusto in tempo per sistemare quella che in condizioni "normali" sarebbe stata una giornata storta come quella appena vissuta.
Questo evento segnerà un nuovo inizio per la protagonista che, ora che tutto le è possibile, deciderà di impiegare questo potere per godersi al massimo le giornate assieme ai suoi compagni d'avventure, fino a quando non si renderà conto che quello di influire sul corso delle cose si rivelerà essere un dono molto pericoloso, soprattutto quando si dovrà fare i conti con le conseguenze delle proprie scelte.
Il film, nonostante abbia già diversi anni sulle spalle, riesce ancora a catturare lo spettatore e tenere alto l'interesse, grazie a un azzeccato connubio di trama intrigante, disegni ancora apprezzabili e personaggi carismatici. Degna di nota è stata l'intenzione del regista di non voler solo realizzare un film volto a far spegnere il cervello dello spettatore mentre lo si guarda, ma anche di farlo ragionare e coinvolgerlo nella visione; questo avviene non solo inserendo un sacco di riferimenti all'opera cartacea dalla quale trae ispirazione la pellicola, ma anche facendo evolvere la protagonista dopo che questa si è resa conto di come le sue azioni possano avere un peso anche su chi la circonda e non solo su sé stessa, fatto che farà prendere una piega totalmente inaspettata alla trama.
Ciò che invece lascia l'amaro in bocca è la mancata spiegazione degli eventi chiave della storia, fatto che lascia allo spettatore un sacco di domande senza risposta, che quindi si porta a domandarsi quale possa essere il reale significato dell'opera. Questa trasposizione animata io l'avevo inizialmente intesa come un sequel dell'opera cartacea, tuttavia, in seguito alla visione, ci si rende conto che il cerchio non si chiude, fatto che va a vanificare l'intento dell'autore di creare una storia così originale.
Quanto appena affermato potrà sicuramente riguardare solamente il mio soggettivo giudizio, pertanto di seguito vorrei elencare i pregi, e ciò che invece si potrebbe migliorare dell'opera.
Tra i pregi: difficile non affezionarsi ad almeno uno dei protagonisti; chi ha visto l'opera originale troverà in questa un sacco di riferimenti; sfondi disegnati molto bene, quasi non si nota l'età della pellicola; doppiaggio in lingua italiana di buona qualità; finale gradevole ma incompleto.
Cose da migliorare: i protagonisti e in generale tutti i personaggi sono poco dettagliati e senza ombre; il finale lascia un sacco di domande senza risposta; diverse scene sono palesemente inserite per allungare il brodo; andando verso il finale, alcuni personaggi perdono via via di importanza all'interno della storia; chi ha letto il romanzo non farà fatica a prevedere lo svolgersi degli eventi; mancanza di un vero e proprio finale; tralasciando la presenza di "Kazuko Yoshiyama", l'opera sembra quasi più un reboot che un sequel; colonna sonora trascurabile.
L'edizione ha un costo medio di 14/17 euro ed è disponibile sia in formato DVD che Blu-ray.
Consiglio l'acquisto esclusivamente a coloro che abbiano già letto l'opera cartacea originale, perché solo così si può apprezzare realmente quanto offerto da questa pellicola, che altrimenti non avrebbe molti motivi di esistere, se la si vede come un prodotto autoconclusivo.
In conclusione, posso affermare che vederla oggi sicuramente non renderà lo stesso che averla vista appena uscita, dato che la computer grafica ha fatto passi da gigante; si adatta però molto bene a un pubblico che guarda meno alla parte tecnica, che complessivamente si difende ancora bene, e cerca invece una storia un po' più profonda di quelle che si vedono sempre più di frequente, capace di far viaggiare la fantasia e, seppur nel suo piccolo, di emozionare.
"Toki wo Kakeru Shoujo" ("La ragazza che saltava nel tempo") è un film animato giapponese prodotto nel 2006 dall'omonimo romanzo di "Yasutaka Tsutsui" e affidato alla "Madhouse", sotto la regia di "Mamoru Hosoda".
La trama si concentra sulla vicenda di Makoto Konno, una normale studentessa che passa le sue giornate con i suoi due amici Chiaki Mamiya e Kousuke Tsuda, quando all'improvviso la sua quotidianità viene stravolta da un piccolo incidente. In un giorno di scuola, mentre sistema dei libri, inciampa e cade su uno strano oggetto, rompendolo, ma questo non sembra preoccupare più di tanto la nostra protagonista, che in seguito rimarrà improvvisamente vittima di un incidente mentre fa ritorno a casa in bicicletta; successivamente Makoto si risveglia e si ritrova catapultata indietro nel tempo, scoprendo quindi di aver ricevuto a sua insaputa un dono tanto interessante quanto pericoloso.
La vicenda quindi inizia a svilupparsi in crescendo, coinvolgendo e intrattenendo molto facilmente grazie a una solida e lineare commedia avvolta dal soprannaturale che viene costruita in modo impeccabile, evitando lacune e sbavature nella trama. L'ambientazione ha la capacità di trasmettere in alcune scene tanta suspense, dovuta a confronti tra i personaggi e anche all'intromissione di alcuni aspetti narrativi che andranno poi ad accerchiare e sviluppare la vicenda, completando anche in un certo senso il carattere della protagonista, che si rivelerà essere maturata alla fine della storia. Una storia ben organizzata e curata che ha dell'avvincente, grazie a una regia davvero impressionante e coinvolgente.
Il comparto tecnico è anch'esso ben sviluppato, fornendo una grafica molto vivace e allo stesso tempo curiosa, dovuta ai colori usati, che rendono l'ambientazione più misteriosa di quel che sembra; i disegni e le animazioni quindi sono squisiti e non presentano sbavature.
Il comparto sonoro mi sorprende... un doppiaggio in italiano che non mi aspettavo così ben realizzato e convincente in molte situazioni (voto: 8 su 10), per non parlare delle musiche di sottofondo, che non si rivelano essere molto pungenti nelle scene drammatiche, così da non essere "l'unico motivo" in grado di strappar una lacrima. L'ending con i titoli di coda è stata molto piacevole.
Dunque, questo film mi ha colpito davvero tanto, e per questo sono sicuro nel doverlo consigliare a qualcuno. Un nove pieno in pagella se lo merita tutto.
La trama si concentra sulla vicenda di Makoto Konno, una normale studentessa che passa le sue giornate con i suoi due amici Chiaki Mamiya e Kousuke Tsuda, quando all'improvviso la sua quotidianità viene stravolta da un piccolo incidente. In un giorno di scuola, mentre sistema dei libri, inciampa e cade su uno strano oggetto, rompendolo, ma questo non sembra preoccupare più di tanto la nostra protagonista, che in seguito rimarrà improvvisamente vittima di un incidente mentre fa ritorno a casa in bicicletta; successivamente Makoto si risveglia e si ritrova catapultata indietro nel tempo, scoprendo quindi di aver ricevuto a sua insaputa un dono tanto interessante quanto pericoloso.
La vicenda quindi inizia a svilupparsi in crescendo, coinvolgendo e intrattenendo molto facilmente grazie a una solida e lineare commedia avvolta dal soprannaturale che viene costruita in modo impeccabile, evitando lacune e sbavature nella trama. L'ambientazione ha la capacità di trasmettere in alcune scene tanta suspense, dovuta a confronti tra i personaggi e anche all'intromissione di alcuni aspetti narrativi che andranno poi ad accerchiare e sviluppare la vicenda, completando anche in un certo senso il carattere della protagonista, che si rivelerà essere maturata alla fine della storia. Una storia ben organizzata e curata che ha dell'avvincente, grazie a una regia davvero impressionante e coinvolgente.
Il comparto tecnico è anch'esso ben sviluppato, fornendo una grafica molto vivace e allo stesso tempo curiosa, dovuta ai colori usati, che rendono l'ambientazione più misteriosa di quel che sembra; i disegni e le animazioni quindi sono squisiti e non presentano sbavature.
Il comparto sonoro mi sorprende... un doppiaggio in italiano che non mi aspettavo così ben realizzato e convincente in molte situazioni (voto: 8 su 10), per non parlare delle musiche di sottofondo, che non si rivelano essere molto pungenti nelle scene drammatiche, così da non essere "l'unico motivo" in grado di strappar una lacrima. L'ending con i titoli di coda è stata molto piacevole.
Dunque, questo film mi ha colpito davvero tanto, e per questo sono sicuro nel doverlo consigliare a qualcuno. Un nove pieno in pagella se lo merita tutto.
Ecco che, proprio quando l'animazione giapponese sembrava ormai aver esaurito il potenziale espressivo di trame aventi come protagonisti giovani ragazzi che si ritrovano, per un motivo o per l'altro, a ricevere straordinari poteri in grado di stravolgere la loro vita, un regista alla sua prima prova originale dimostra ancora una volta che non è importante tanto il cosa, ma il come si sviluppa un soggetto. Prova ne è questo bel film, uscito nel 2006 per la regia di Mamoru Hosoda, che racconta una storia semplice, ma che proprio dalla sua semplicità trae il suo principale punto di forza. "La ragazza che saltava nel tempo" è un film che sfrutta l'espediente dei viaggi temporali per parlare di un tema più leggero e al contempo terribilmente delicato, la maturazione di una ragazza attraverso i dolori e i sentimenti che sbocciano nell'adolescenza. E, se anche questo può sembrare un tema abusato, non di meno è necessaria una certa maestria per parlare di temi semplici in maniera seria e non banale.
La ragazza che saltava nel tempo è Makoto, studentessa delle superiori vivace ed energica ma assai maldestra e non troppo brillante nello studio. Le sue giornate trascorrono come quelle di una normale ragazza della sua età, dividendosi tra la scuola, la famiglia e gli amici Chiaki e Kosuke. Un giorno, nel laboratorio di scienze, inciampa su un misterioso congegno a forma di noce che le dona il potere di riavvolgere il tempo effettuando un salto abbastanza lungo. Resasi conto di questa nuova capacità, Makoto comincerà a sfruttarla per divertirsi e per aggirare le difficoltà e le responsabilità della vita di ogni giorno, ma realizzerà ben presto che ogni volta che userà il suo potere per tornaconto personale qualcun altro dovrà inevitabilmente subirne le conseguenze.
Il film scorre inizialmente quasi come una love comedy di ambientazione scolastica ma priva delle esagerazioni caricaturali tipiche di molta animazione giapponese dello stesso genere: emozioni, sentimenti e atteggiamenti dei personaggi non sono mai esagerati, bensì sempre ben bilanciati e realistici. Sono anzi il realismo e la serietà con cui sono dipinte azioni che sono poi quelle comuni di un adolescente (andare e tornare da scuola, trovarsi a passare il tempo con gli amici, nascondere/rivelare i propri sentimenti per qualcuno, etc.) il fiore all'occhiello di questo film; si parla di temi e situazioni ampiamente sfruttati dall'animazione più leggera, temi che possono sembrare anche semplici ma che spesso non si rivelano tali, facili invece da trattare in modo superficiale. Il realismo passa anche e soprattutto attraverso i personaggi che, attestandosi su quella che è la qualità generale del film, sono caratterizzati in modo rapido ma incisivo con tratti semplici che esaltano la "normalità" del loro carattere. Proprio per questo è estremamente facile provare empatia nei confronti dei protagonisti, perché del tutto simili nei loro diversi atteggiamenti all'adolescente che è in ognuno di noi e perché parlano un linguaggio chiaro e quotidiano intrinsecamente familiare. In questo senso svolge un contributo prezioso il doppiaggio italiano, assai azzeccato ed efficace nel sottolineare ogni sfumatura caratteriale. Sono personaggi vivi, reali, non sono eroi, ma hanno pregi e difetti, in una parola normali. Un esempio su tutti, Makoto, le cui imperfezioni suscitano il sorriso e allo stesso tempo stimolano l'identificazione dello spettatore.
Ma questo è anche un film sul significato del tempo, sul come ogni istante sia irripetibile e prezioso e ogni occasione mancata sia perduta per sempre. In questo senso l'elemento "viaggi nel tempo" ha il compito di aprire la strada a un'analisi dei drammi adolescenziali, secondo il principio del parlare dell'ordinario attraverso lo straordinario: con i suoi salti Makoto dà vita a una vicenda al cui coronamento c'è nientemeno che la sua maturazione come individuo, ma non prima di aver affrontato nodi cruciali come l'amore, la responsabilità e la paura dei propri sentimenti e dopo essere scesa a patti con il rischio che le proprie azioni, benché all'apparenza innocenti, possono causare il dolore delle persone a lei più vicine. È chiaro dunque che il lato fantascientifico dell'opera non è che un espediente, funzionale a una trama che si alimenta di situazioni semplici e leggere; non a caso il film arranca solo laddove la questione dei viaggi temporali viene affrontata direttamente. Nell'ultima parte del film, la spiegazione sul come e perché siano possibili i salti temporali e delle motivazioni che stanno dietro alle azioni del personaggio che ha reso possibili i salti di Makoto (il cui nome non posso ovviamente rivelare per non fare spoiler) lascia troppe questioni irrisolte e altre a malapena abbozzate, dimostrando una sceneggiatura, in questo frangente, piuttosto superficiale.
"La ragazza che saltava nel tempo" è quindi un film che vive di due anime: una fantastica, meno curata e approfondita dell'altra, e una ordinaria e delicata che rappresenta il vero cuore del film. Si sarebbe potuto chiedere di più dalla sceneggiatura per quanto riguarda il lato "fantascientifico" della trama, ma d'altra parte non è di fantascienza che il film vuole parlare e il suo messaggio resta integro e chiaro anche così. Da ultimo va lodato il comparto tecnico, che può vantare il chara design gradevole e pulito di Yoshiyuki Sadamoto e ottime musiche che esaltano molto bene sia i toni leggeri che quelli più drammatici.
La ragazza che saltava nel tempo è Makoto, studentessa delle superiori vivace ed energica ma assai maldestra e non troppo brillante nello studio. Le sue giornate trascorrono come quelle di una normale ragazza della sua età, dividendosi tra la scuola, la famiglia e gli amici Chiaki e Kosuke. Un giorno, nel laboratorio di scienze, inciampa su un misterioso congegno a forma di noce che le dona il potere di riavvolgere il tempo effettuando un salto abbastanza lungo. Resasi conto di questa nuova capacità, Makoto comincerà a sfruttarla per divertirsi e per aggirare le difficoltà e le responsabilità della vita di ogni giorno, ma realizzerà ben presto che ogni volta che userà il suo potere per tornaconto personale qualcun altro dovrà inevitabilmente subirne le conseguenze.
Il film scorre inizialmente quasi come una love comedy di ambientazione scolastica ma priva delle esagerazioni caricaturali tipiche di molta animazione giapponese dello stesso genere: emozioni, sentimenti e atteggiamenti dei personaggi non sono mai esagerati, bensì sempre ben bilanciati e realistici. Sono anzi il realismo e la serietà con cui sono dipinte azioni che sono poi quelle comuni di un adolescente (andare e tornare da scuola, trovarsi a passare il tempo con gli amici, nascondere/rivelare i propri sentimenti per qualcuno, etc.) il fiore all'occhiello di questo film; si parla di temi e situazioni ampiamente sfruttati dall'animazione più leggera, temi che possono sembrare anche semplici ma che spesso non si rivelano tali, facili invece da trattare in modo superficiale. Il realismo passa anche e soprattutto attraverso i personaggi che, attestandosi su quella che è la qualità generale del film, sono caratterizzati in modo rapido ma incisivo con tratti semplici che esaltano la "normalità" del loro carattere. Proprio per questo è estremamente facile provare empatia nei confronti dei protagonisti, perché del tutto simili nei loro diversi atteggiamenti all'adolescente che è in ognuno di noi e perché parlano un linguaggio chiaro e quotidiano intrinsecamente familiare. In questo senso svolge un contributo prezioso il doppiaggio italiano, assai azzeccato ed efficace nel sottolineare ogni sfumatura caratteriale. Sono personaggi vivi, reali, non sono eroi, ma hanno pregi e difetti, in una parola normali. Un esempio su tutti, Makoto, le cui imperfezioni suscitano il sorriso e allo stesso tempo stimolano l'identificazione dello spettatore.
Ma questo è anche un film sul significato del tempo, sul come ogni istante sia irripetibile e prezioso e ogni occasione mancata sia perduta per sempre. In questo senso l'elemento "viaggi nel tempo" ha il compito di aprire la strada a un'analisi dei drammi adolescenziali, secondo il principio del parlare dell'ordinario attraverso lo straordinario: con i suoi salti Makoto dà vita a una vicenda al cui coronamento c'è nientemeno che la sua maturazione come individuo, ma non prima di aver affrontato nodi cruciali come l'amore, la responsabilità e la paura dei propri sentimenti e dopo essere scesa a patti con il rischio che le proprie azioni, benché all'apparenza innocenti, possono causare il dolore delle persone a lei più vicine. È chiaro dunque che il lato fantascientifico dell'opera non è che un espediente, funzionale a una trama che si alimenta di situazioni semplici e leggere; non a caso il film arranca solo laddove la questione dei viaggi temporali viene affrontata direttamente. Nell'ultima parte del film, la spiegazione sul come e perché siano possibili i salti temporali e delle motivazioni che stanno dietro alle azioni del personaggio che ha reso possibili i salti di Makoto (il cui nome non posso ovviamente rivelare per non fare spoiler) lascia troppe questioni irrisolte e altre a malapena abbozzate, dimostrando una sceneggiatura, in questo frangente, piuttosto superficiale.
"La ragazza che saltava nel tempo" è quindi un film che vive di due anime: una fantastica, meno curata e approfondita dell'altra, e una ordinaria e delicata che rappresenta il vero cuore del film. Si sarebbe potuto chiedere di più dalla sceneggiatura per quanto riguarda il lato "fantascientifico" della trama, ma d'altra parte non è di fantascienza che il film vuole parlare e il suo messaggio resta integro e chiaro anche così. Da ultimo va lodato il comparto tecnico, che può vantare il chara design gradevole e pulito di Yoshiyuki Sadamoto e ottime musiche che esaltano molto bene sia i toni leggeri che quelli più drammatici.
Time waits for no one
In questo lungometraggio, la fantascienza è solo un pretesto per raccontare una commedia scolastica in un modo diverso dal solito. Infatti, il tema principale non sono i viaggi nel tempo, bensì la crescita caratteriale ed emotiva della protagonista. All'inizio, l'anime ha un tono molto scanzonato e divertente: quando Makoto scopre di poter tornare indietro nel tempo, comincia a usare questo potere per le cose più assurde (come stare dieci ore di fila al karaoke) e dopo ogni salto la vediamo schiantarsi su ogni tipo di superficie. Col procedere della storia, il tono diventa più serio, seguendo la maturazione della protagonista che cercherà di porre rimedio ai danni collaterali provocati dai suoi cambiamenti. La narrazione utilizza dei ritmi molto lenti e sfrutta l'alternarsi di dialoghi con dei momenti di silenzio, che danno la possibilità di soffermarsi su degli scorci cittadini decisamente suggestivi. La città sembra avvolta da un'aria sonnolenta dovuta alla calura estiva, con il frinire delle cicale in sottofondo e le nuvole che si muovono libere nel cielo azzurro. Sembra proprio di venire catapultati nel bel mezzo di una metropoli giapponese all'inizio dell'estate.
I fondali, realizzati interamente con colori pastello, sono molto evocativi, dando alle ambientazioni un'atmosfera quasi sognante. Gli ambienti esterni sono spaziosi e ricchi di luce, con la predominanza di azzurri e verdi, tipici del periodo estivo in cui è ambientata la vicenda. Gli interni hanno un'aria molto accogliente e sono disegnati con colori caldi. Inoltre, in tutti i disegni, si può notare una ricchezza di dettagli davvero notevole. Il character design di Sadamoto è tanto particolare quanto pregevole, ricorda in qualche modo alcuni suoi lavori come "Il mistero della pietra azzurra" ed "Evangelion", e denota la sua passione per le ragazze con i capelli corti. La giovane Makoto corre, si muove, si distrae, gioca, si preoccupa, apparendo molto vivida proprio grazie alla bravura del disegnatore. Mamoru Hosoda riesce a realizzare un film che è strettamente legato alla protagonista, con inquadrature e movimenti di camera che ne seguono i passi, e le atmosfere che cambiano con il mutare dei suoi stati d'animo. Molti si potrebbero chiedere come mai il regista abbia deciso di rappresentare il congegno per i viaggi nel tempo come una noce. Per sua stessa ammissione, questa scelta è stata ispirata da Kenji Miyazawa che, nel suo racconto "Ginga Tetsudō no Yoru" (da cui è tratto anche "Galaxy Express 999"), immagina una città dove si può osservare lo scorrere del tempo sopra un oggetto con la forma di una noce.
Le musiche sono molto belle, con la predominanza del pianoforte e dei violini, e accompagnano i personaggi per tutta la storia esaltandone i momenti cruciali. Kiyoshi Yoshida è stato scelto proprio dal regista, il quale gli ha chiesto di partecipare alla produzione dopo aver sentito una sua esibizione al pianoforte. Nella colonna sonora ci sono anche due canzoni, cantate da Hanako Oku: "Garnet", che fa da sigla di chiusura, e la bellissima "Kawara nai Mono", che accompagna una delle più belle scene del film. Hosoda sfrutta le avventure temporali di Makoto per trattare il tema dell'adolescenza, dello scorrere del tempo, dei momenti importanti della gioventù che a volte non vengono considerati quanto dovrebbero e del fatto che crescere è inevitabile. Come dice la frase scritta sulla lavagna del laboratorio di scienze, «Time waits for no one.», il tempo non aspetta nessuno, non importa quello che vogliamo, il tempo passa e le cose cambiano inevitabilmente. Nonostante il tema principale non sia poi così originale, Mamoru Hosoda riesce a realizzare una piccola perla. Si tratta di una storia romantica e divertente come non se ne vedevano da tanto tempo, che possiede la straordinaria capacità di emozionare e commuovere lo spettatore.
In questo lungometraggio, la fantascienza è solo un pretesto per raccontare una commedia scolastica in un modo diverso dal solito. Infatti, il tema principale non sono i viaggi nel tempo, bensì la crescita caratteriale ed emotiva della protagonista. All'inizio, l'anime ha un tono molto scanzonato e divertente: quando Makoto scopre di poter tornare indietro nel tempo, comincia a usare questo potere per le cose più assurde (come stare dieci ore di fila al karaoke) e dopo ogni salto la vediamo schiantarsi su ogni tipo di superficie. Col procedere della storia, il tono diventa più serio, seguendo la maturazione della protagonista che cercherà di porre rimedio ai danni collaterali provocati dai suoi cambiamenti. La narrazione utilizza dei ritmi molto lenti e sfrutta l'alternarsi di dialoghi con dei momenti di silenzio, che danno la possibilità di soffermarsi su degli scorci cittadini decisamente suggestivi. La città sembra avvolta da un'aria sonnolenta dovuta alla calura estiva, con il frinire delle cicale in sottofondo e le nuvole che si muovono libere nel cielo azzurro. Sembra proprio di venire catapultati nel bel mezzo di una metropoli giapponese all'inizio dell'estate.
I fondali, realizzati interamente con colori pastello, sono molto evocativi, dando alle ambientazioni un'atmosfera quasi sognante. Gli ambienti esterni sono spaziosi e ricchi di luce, con la predominanza di azzurri e verdi, tipici del periodo estivo in cui è ambientata la vicenda. Gli interni hanno un'aria molto accogliente e sono disegnati con colori caldi. Inoltre, in tutti i disegni, si può notare una ricchezza di dettagli davvero notevole. Il character design di Sadamoto è tanto particolare quanto pregevole, ricorda in qualche modo alcuni suoi lavori come "Il mistero della pietra azzurra" ed "Evangelion", e denota la sua passione per le ragazze con i capelli corti. La giovane Makoto corre, si muove, si distrae, gioca, si preoccupa, apparendo molto vivida proprio grazie alla bravura del disegnatore. Mamoru Hosoda riesce a realizzare un film che è strettamente legato alla protagonista, con inquadrature e movimenti di camera che ne seguono i passi, e le atmosfere che cambiano con il mutare dei suoi stati d'animo. Molti si potrebbero chiedere come mai il regista abbia deciso di rappresentare il congegno per i viaggi nel tempo come una noce. Per sua stessa ammissione, questa scelta è stata ispirata da Kenji Miyazawa che, nel suo racconto "Ginga Tetsudō no Yoru" (da cui è tratto anche "Galaxy Express 999"), immagina una città dove si può osservare lo scorrere del tempo sopra un oggetto con la forma di una noce.
Le musiche sono molto belle, con la predominanza del pianoforte e dei violini, e accompagnano i personaggi per tutta la storia esaltandone i momenti cruciali. Kiyoshi Yoshida è stato scelto proprio dal regista, il quale gli ha chiesto di partecipare alla produzione dopo aver sentito una sua esibizione al pianoforte. Nella colonna sonora ci sono anche due canzoni, cantate da Hanako Oku: "Garnet", che fa da sigla di chiusura, e la bellissima "Kawara nai Mono", che accompagna una delle più belle scene del film. Hosoda sfrutta le avventure temporali di Makoto per trattare il tema dell'adolescenza, dello scorrere del tempo, dei momenti importanti della gioventù che a volte non vengono considerati quanto dovrebbero e del fatto che crescere è inevitabile. Come dice la frase scritta sulla lavagna del laboratorio di scienze, «Time waits for no one.», il tempo non aspetta nessuno, non importa quello che vogliamo, il tempo passa e le cose cambiano inevitabilmente. Nonostante il tema principale non sia poi così originale, Mamoru Hosoda riesce a realizzare una piccola perla. Si tratta di una storia romantica e divertente come non se ne vedevano da tanto tempo, che possiede la straordinaria capacità di emozionare e commuovere lo spettatore.
Non è facile recensire un film come "La ragazza che saltava nel tempo", che finalmente sono riuscita a vedere, attirata - non lo nego - dal character design di Yoshiyuki Sadamoto (tanto per dire un paio dei suoi lavori più famosi, "Evangelion" e "Hack").
Il film parla di Makoto, una ragazza comune che vive una normale vita scolastica, impegnata sempre a giocare a baseball coi suoi due migliori amici, Kosuke e Chiaki. Un giorno però Makoto si ritrova con la capacità di tornare indietro nel tempo, compiendo un salto in avanti, e decide di usare questa possibilità per risolvere piccole cose della sua vita. Ben presto però, Makoto si rende conto che l'uso superficiale e spicciolo che sta facendo del suo potere non è indolore, infatti ogni volta che cerca di cambiare il passato per togliersi da qualche impiccio è qualcun altro a pagarne le conseguenze al posto suo. Makoto continua a cercare di aiutare sé stessa e gli altri in modo maldestro, qualche volta riuscendoci anche, finché un drammatico evento la metterà di fronte alla sua immaturità, e una delle persone che aveva accanto si rivelerà essere completamente diversa...
All'inizio del film Makoto è la classica protagonista di uno shoujo, al punto da essere noiosa e banale. Superficiale, tutto nella norma, convinta in modo infantile che il suo rapporto con Kosuke e Chiaki non cambierà mai, possessiva e ingenua. Che noia. Niente di nuovo.
Anche il personaggio della zia trentenne non sposata (cosa mal vista nella società giapponese), un po' fuori dagli schemi, che le dispensa consigli dettati da un suo rimpianto di gioventù... ancora, che noia. Eppure, piano piano il film comincia a ingranare. Makoto inizia a rendersi conto che i suoi sentimenti sono più complessi di quello che sembrano, e inizia a preoccuparsi anche degli altri, cercando disperatamente di aiutarli. In qualche modo cresce durante il film e piano piano diventa un personaggio interessante, più maturo.
La sceneggiatura è buona, ma non brillante.
A questo punto è necessario fare una premessa: se siete il tipo di spettatori che vuole solo divertirsi, ok. Se invece appartenete alla categoria di spettatori precisini che spacca il capello in quattro, rivolgetevi altrove. Perché la sceneggiatura lascia parecchie cose in sospeso. Quelle che sono idee interessanti non sempre vengono spiegate come meriterebbero, come la storia del quadro. Che il fatto dei viaggi temporali non venga spiegato per filo e per segno, e che non vengano del tutto chiarite le sue conseguenze, posso capirlo, perchè chiaramente non è quello lo scopo della storia, che invece si concentra sulle vicende personali di Makoto, ma ci sono delle incongruenze che non vengono spiegate a dovere.
I personaggi secondari sono tutto sommato simpatici e divertenti; bene anche i protagonisti. Come dicevo, Makoto fa un bel percorso di crescita, peggio invece per Chiaki, la cui caratterizzazione cambia (troppo) bruscamente dopo alcune rivelazioni. Cambiamento troppo affrettato e mal giustificato, che invece doveva essere uno dei punti cardine dell'intero film.
Anche dal punto di vista tecnico ci sono parecchie cose da dire.
Le animazioni sono nel complesso buone, non ci sono cali di qualità nei disegni, ma, per una scelta stilistica, a volte nel complesso è "poco animato". Gli oggetti e le persone in secondo piano a volte rimangono troppo statici, conferendo al film una "piattezza" forse eccessiva. A questo senso di "piattezza" contribuisce anche la scelta dei colori, piatti e senza molte ombreggiature.
Inoltre a volte la fisica dei personaggi è un po' troppo raffazzonata. Non sono tipo da puntare il dito contro queste cose, ma è evidente in questo caso come abbiano preferito privilegiare la "bellezza" in stile anime al realismo dei movimenti, basti pensare al momento in cui Makoto impatta con la sbarra del passaggio a livello e cade dritta, a candela, invece che in modo vagamente realistico. E, considerando che è una scena chiave, è stato un peccato non concentrarsi a sufficienza nel rendere l'impatto vagamente realistico, secondo me.
Anche le parti realizzate in 3D rimangono piuttosto anonime e sciatte.
Bene invece per i fondali, molto curati e dettagliati.
Per quanto riguarda la versione italiana, l'adattamento mi piace, sono riusciti a rendere naturale e poco artificioso ogni dialogo; anche il doppiaggio l'ho trovato ben fatto.
A parte Patrizia Mottola nei panni di Makoto, che è una veterana nel campo degli anime, ci sono molte altre voci che non avevo mai sentito, e che hanno fatto davvero un lavoro impeccabile. Il doppiaggio aiuta molto a risollevare la piattezza di cui parlavo prima, dando emozioni e sentimenti che altrimenti i personaggi non avrebbero avuto.
Insomma, per me "La ragazza che salta nel tempo" rimane un "ni": dopo una parte iniziale tipicamente da shoujo, si avvia verso una serie di eventi interessanti e sconvolgenti, per poi ricolare a picco, lasciando vari interrogativi sospesi e altri punti oscuri.
Il film parla di Makoto, una ragazza comune che vive una normale vita scolastica, impegnata sempre a giocare a baseball coi suoi due migliori amici, Kosuke e Chiaki. Un giorno però Makoto si ritrova con la capacità di tornare indietro nel tempo, compiendo un salto in avanti, e decide di usare questa possibilità per risolvere piccole cose della sua vita. Ben presto però, Makoto si rende conto che l'uso superficiale e spicciolo che sta facendo del suo potere non è indolore, infatti ogni volta che cerca di cambiare il passato per togliersi da qualche impiccio è qualcun altro a pagarne le conseguenze al posto suo. Makoto continua a cercare di aiutare sé stessa e gli altri in modo maldestro, qualche volta riuscendoci anche, finché un drammatico evento la metterà di fronte alla sua immaturità, e una delle persone che aveva accanto si rivelerà essere completamente diversa...
All'inizio del film Makoto è la classica protagonista di uno shoujo, al punto da essere noiosa e banale. Superficiale, tutto nella norma, convinta in modo infantile che il suo rapporto con Kosuke e Chiaki non cambierà mai, possessiva e ingenua. Che noia. Niente di nuovo.
Anche il personaggio della zia trentenne non sposata (cosa mal vista nella società giapponese), un po' fuori dagli schemi, che le dispensa consigli dettati da un suo rimpianto di gioventù... ancora, che noia. Eppure, piano piano il film comincia a ingranare. Makoto inizia a rendersi conto che i suoi sentimenti sono più complessi di quello che sembrano, e inizia a preoccuparsi anche degli altri, cercando disperatamente di aiutarli. In qualche modo cresce durante il film e piano piano diventa un personaggio interessante, più maturo.
La sceneggiatura è buona, ma non brillante.
A questo punto è necessario fare una premessa: se siete il tipo di spettatori che vuole solo divertirsi, ok. Se invece appartenete alla categoria di spettatori precisini che spacca il capello in quattro, rivolgetevi altrove. Perché la sceneggiatura lascia parecchie cose in sospeso. Quelle che sono idee interessanti non sempre vengono spiegate come meriterebbero, come la storia del quadro. Che il fatto dei viaggi temporali non venga spiegato per filo e per segno, e che non vengano del tutto chiarite le sue conseguenze, posso capirlo, perchè chiaramente non è quello lo scopo della storia, che invece si concentra sulle vicende personali di Makoto, ma ci sono delle incongruenze che non vengono spiegate a dovere.
I personaggi secondari sono tutto sommato simpatici e divertenti; bene anche i protagonisti. Come dicevo, Makoto fa un bel percorso di crescita, peggio invece per Chiaki, la cui caratterizzazione cambia (troppo) bruscamente dopo alcune rivelazioni. Cambiamento troppo affrettato e mal giustificato, che invece doveva essere uno dei punti cardine dell'intero film.
Anche dal punto di vista tecnico ci sono parecchie cose da dire.
Le animazioni sono nel complesso buone, non ci sono cali di qualità nei disegni, ma, per una scelta stilistica, a volte nel complesso è "poco animato". Gli oggetti e le persone in secondo piano a volte rimangono troppo statici, conferendo al film una "piattezza" forse eccessiva. A questo senso di "piattezza" contribuisce anche la scelta dei colori, piatti e senza molte ombreggiature.
Inoltre a volte la fisica dei personaggi è un po' troppo raffazzonata. Non sono tipo da puntare il dito contro queste cose, ma è evidente in questo caso come abbiano preferito privilegiare la "bellezza" in stile anime al realismo dei movimenti, basti pensare al momento in cui Makoto impatta con la sbarra del passaggio a livello e cade dritta, a candela, invece che in modo vagamente realistico. E, considerando che è una scena chiave, è stato un peccato non concentrarsi a sufficienza nel rendere l'impatto vagamente realistico, secondo me.
Anche le parti realizzate in 3D rimangono piuttosto anonime e sciatte.
Bene invece per i fondali, molto curati e dettagliati.
Per quanto riguarda la versione italiana, l'adattamento mi piace, sono riusciti a rendere naturale e poco artificioso ogni dialogo; anche il doppiaggio l'ho trovato ben fatto.
A parte Patrizia Mottola nei panni di Makoto, che è una veterana nel campo degli anime, ci sono molte altre voci che non avevo mai sentito, e che hanno fatto davvero un lavoro impeccabile. Il doppiaggio aiuta molto a risollevare la piattezza di cui parlavo prima, dando emozioni e sentimenti che altrimenti i personaggi non avrebbero avuto.
Insomma, per me "La ragazza che salta nel tempo" rimane un "ni": dopo una parte iniziale tipicamente da shoujo, si avvia verso una serie di eventi interessanti e sconvolgenti, per poi ricolare a picco, lasciando vari interrogativi sospesi e altri punti oscuri.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un lungometraggio della durata di circa novanta minuti, prodotto nel 2006 dalla Madhouse e diretto da Mamoru Hosoda. Il film trae origine da un racconto di Yasutaka Tsutsui.
Makoto è una normalissima ragazza che si diverte a trascorrere spensieratamente le sue giornate insieme agli amici Chiaki e Kosuke. Un giorno particolarmente sfortunato, Makoto acquisisce involontariamente la capacità di saltare nel tempo, e grazie a questa nuova abilità riesce a salvarsi da un incidente mortale. Da quel momento la giovane protagonista utilizzerà il suo nuovo potere per sistemare alcune piccole faccende della sua vita quotidiana, ma che giocare col tempo e alterare il corso degli eventi sia pericoloso è cosa risaputa, e i guai non tarderanno ad arrivare.
Viaggi, salti e spostamenti temporali non sono certamente una novità; si tratta di una tematica utilizzata e riutilizzata un'infinità di volte, ma che fortunatamente permette di applicare altrettante diverse soluzioni. L'idea di base tuttavia non è originale, la sostanza non cambia, e il rischio è sempre quello di imbattersi in qualcosa di scontato e prevedibile. E' proprio quest'ultimo il caso in cui ci si imbatte durante la visione dell'opera. La trama si sviluppa bene, è semplice da capire nonostante i numerosi salti temporali, i personaggi sono ben caratterizzati, simpatici e interagiscono ottimamente, il ritmo è sufficientemente elevato e i momenti noiosi sono stati del tutto eliminati, ma è tutto troppo prevedibile.
Tecnicamente siamo di fronte a un buon lavoro, soprattutto considerando la data di produzione dell'opera. Il comparto grafico si difende bene, le animazioni sono molto fluide, il design dei personaggi godibile e i fondali sufficientemente dettagliati. Per quanto riguarda quello sonoro il livello è ancora maggiore; le OST che accompagnano durante la visione sono sempre delicate e piacevoli, il doppiaggio è adeguato, e anche l'adattamento italiano l'ho trovato perfetto.
Il finale è indubbiamente il fattore che lascia più perplessi; troppo frettoloso e poco curato, non si capiscono i collegamenti più essenziali, sempre ammesso che esistano.
In conclusione, un'opera di tutto rispetto, semplice e piacevole da seguire, e a tratti molto emozionante. Una maggiore attenzione per l'insipida parte finale non avrebbe certamente guastato. Consigliata la visione.
Makoto è una normalissima ragazza che si diverte a trascorrere spensieratamente le sue giornate insieme agli amici Chiaki e Kosuke. Un giorno particolarmente sfortunato, Makoto acquisisce involontariamente la capacità di saltare nel tempo, e grazie a questa nuova abilità riesce a salvarsi da un incidente mortale. Da quel momento la giovane protagonista utilizzerà il suo nuovo potere per sistemare alcune piccole faccende della sua vita quotidiana, ma che giocare col tempo e alterare il corso degli eventi sia pericoloso è cosa risaputa, e i guai non tarderanno ad arrivare.
Viaggi, salti e spostamenti temporali non sono certamente una novità; si tratta di una tematica utilizzata e riutilizzata un'infinità di volte, ma che fortunatamente permette di applicare altrettante diverse soluzioni. L'idea di base tuttavia non è originale, la sostanza non cambia, e il rischio è sempre quello di imbattersi in qualcosa di scontato e prevedibile. E' proprio quest'ultimo il caso in cui ci si imbatte durante la visione dell'opera. La trama si sviluppa bene, è semplice da capire nonostante i numerosi salti temporali, i personaggi sono ben caratterizzati, simpatici e interagiscono ottimamente, il ritmo è sufficientemente elevato e i momenti noiosi sono stati del tutto eliminati, ma è tutto troppo prevedibile.
Tecnicamente siamo di fronte a un buon lavoro, soprattutto considerando la data di produzione dell'opera. Il comparto grafico si difende bene, le animazioni sono molto fluide, il design dei personaggi godibile e i fondali sufficientemente dettagliati. Per quanto riguarda quello sonoro il livello è ancora maggiore; le OST che accompagnano durante la visione sono sempre delicate e piacevoli, il doppiaggio è adeguato, e anche l'adattamento italiano l'ho trovato perfetto.
Il finale è indubbiamente il fattore che lascia più perplessi; troppo frettoloso e poco curato, non si capiscono i collegamenti più essenziali, sempre ammesso che esistano.
In conclusione, un'opera di tutto rispetto, semplice e piacevole da seguire, e a tratti molto emozionante. Una maggiore attenzione per l'insipida parte finale non avrebbe certamente guastato. Consigliata la visione.
Siamo anche fin troppo abituati a sentir parlare di viaggi nel tempo, con le loro meccaniche e i loro paradossi. Niente di tutto questo verrà trattato in questa visione. Il viaggio nel tempo diventa solo una scusa per mostrare come ogni avvenimento abbia un lato buono e uno cattivo: Makoto tenta di aggirare le piccole avversità della vita, ma scoprirà come tante piccole cose possano influire sulla vita delle persone a lei care e per le quali prova un così profondo affetto.
Se dovessi descrivere questa visione con un termine solo, esso sarebbe "tenerezza", perché è proprio ciò che ho provato per tutta la visione del film. Pochi personaggi e tanta intimità. In ogni scena in cui due personaggi interagivano potevo sentire una sfumatura di affetto diverso: il calore che si può sentire nel rapporto con un parente (un sorellina o una zia in questo caso), la gioia candida che si percepisce nel passare una giornata felice con un amico intimo, la profonda malinconia e tristezza nello scoprire che gli si è arrecato del male.
Il film mi ha regalato un'atmosfera spensierata e gioiosa tipica delle belle giornate estive trascorse con gli amici, che è mutata poi in una nebbia malinconica e triste grazie a un ben riuscito colpo di scena (più fantascientifico di quanto avrei immaginato), che mi ha lasciato con un groppo in gola fino alla conclusione del tenero e pacato lieto fine. Caldamente consigliato.
Se dovessi descrivere questa visione con un termine solo, esso sarebbe "tenerezza", perché è proprio ciò che ho provato per tutta la visione del film. Pochi personaggi e tanta intimità. In ogni scena in cui due personaggi interagivano potevo sentire una sfumatura di affetto diverso: il calore che si può sentire nel rapporto con un parente (un sorellina o una zia in questo caso), la gioia candida che si percepisce nel passare una giornata felice con un amico intimo, la profonda malinconia e tristezza nello scoprire che gli si è arrecato del male.
Il film mi ha regalato un'atmosfera spensierata e gioiosa tipica delle belle giornate estive trascorse con gli amici, che è mutata poi in una nebbia malinconica e triste grazie a un ben riuscito colpo di scena (più fantascientifico di quanto avrei immaginato), che mi ha lasciato con un groppo in gola fino alla conclusione del tenero e pacato lieto fine. Caldamente consigliato.
Questo film mi ha davvero sorpresa.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film d'animazione del 2006 diretto dal celebre regista Mamoru Hosoda, regista di "Summer Wars" e "Wolf Children". Di questi tre mi manca da vedere "Summer Wars" e sinceramente ho un po' paura di vederlo, perché considero questo e "Wolf Children" due grandi capolavori, mentre "Summer Wars" è stato apprezzato dalla critica, ma non quanto gli altri due. L'hanno definito un film "carino", ma io non mi aspetto certo un film "carino" da Mamoru Hosoda. Ma va beh, lo guarderò perché comunque sono molto curiosa.
Dunque, non voglio fare tanti giri di parole sulla trama, voglio passare subito all'opinione. In pratica c'è questa tizia di nome Makoto che trova uno strano aggeggio nell'aula di scienze e non appena lo tocca, si sente come trasportata in questa sorta di strana dimensione, percorre un veloce viaggio letteralmente volando e poi stop, sembra che sia tornato ad essere tutto normale... è così? Ma assolutamente no, insomma, ci doveva pur essere qualcosa di strano, altrimenti come facevano a farci un film? Da quell'istante in poi, Makoto diventa capace di viaggiare nel tempo. ma come fa a scoprirlo? Grazie ad un incidente. E' un po' complicato da spiegare, diciamo solo che non riesce più a frenare la bici, va a sbattere contro un passaggio a livello che separa la strada dai binari e proprio mentre sta per passare un treno, lei salta giù (o meglio, su) dalla bici ed esegue un salto enorme. Makoto è morta? Certo che no! D'altronde non è passato neanche un quarto d'ora dall'inizio del film. Makoto si ritrova esattamente dov'era un minuto prima dell'accaduto: ha viaggiato per la prima volta nel tempo.
Mentre guardavo il film, mi sono fatta le migliori risate, è incredibile la comicità che c'è in questo film, stratosferica. E poi arriva la fine e puff! Il film, dall'essere un film leggero e molto comico, diventa... mi sa che non dirò il cambiamento che subirà. Voglio che tutti voi andiate a guardare questo film. Compratelo, guardatelo in streaming, rubatelo, fate quello che volete: voglio che lo guardiate immediatamente.
Ah, una piccola particolarità: fate molta attenzione alla zia di Makoto, non sembra ma è un personaggio fondamentale che vi aiuterà a rendere più chiaro il finale.
Parliamo un po' del doppiaggio: devo dire che Patrizia Mottola è stata molto brava, come sempre del resto. Però dato che un po' tutti la ricordiamo per essere stata la doppiatrice di Ned in "Ned: scuola di sopravvivenza" e di Freddy in "iCarly", è stato parecchio strano, quasi imbarazzante. Alla fine posso anche capirla, non dev'essere bello doppiare sempre personaggi maschili, però sinceramente avrei preferito un'altra doppiatrice. Mentre guardavo il film non riuscivo a riconoscere la voce di Chiaki e infatti scopro su Wikipedia che Marco Benedetti non ha nemmeno una propria pagina. Sarà un doppiatore esordiente o non so che cosa, però devo dire che l'ho trovato molto bravo. E per favore, basta lamentarsi del doppiaggio italiano e dire che quello giapponese è migliore. So che esistono i gusti personali, però i doppiatori italiani sono i migliori. Punto.
Beh, che dire? Buona visione.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film d'animazione del 2006 diretto dal celebre regista Mamoru Hosoda, regista di "Summer Wars" e "Wolf Children". Di questi tre mi manca da vedere "Summer Wars" e sinceramente ho un po' paura di vederlo, perché considero questo e "Wolf Children" due grandi capolavori, mentre "Summer Wars" è stato apprezzato dalla critica, ma non quanto gli altri due. L'hanno definito un film "carino", ma io non mi aspetto certo un film "carino" da Mamoru Hosoda. Ma va beh, lo guarderò perché comunque sono molto curiosa.
Dunque, non voglio fare tanti giri di parole sulla trama, voglio passare subito all'opinione. In pratica c'è questa tizia di nome Makoto che trova uno strano aggeggio nell'aula di scienze e non appena lo tocca, si sente come trasportata in questa sorta di strana dimensione, percorre un veloce viaggio letteralmente volando e poi stop, sembra che sia tornato ad essere tutto normale... è così? Ma assolutamente no, insomma, ci doveva pur essere qualcosa di strano, altrimenti come facevano a farci un film? Da quell'istante in poi, Makoto diventa capace di viaggiare nel tempo. ma come fa a scoprirlo? Grazie ad un incidente. E' un po' complicato da spiegare, diciamo solo che non riesce più a frenare la bici, va a sbattere contro un passaggio a livello che separa la strada dai binari e proprio mentre sta per passare un treno, lei salta giù (o meglio, su) dalla bici ed esegue un salto enorme. Makoto è morta? Certo che no! D'altronde non è passato neanche un quarto d'ora dall'inizio del film. Makoto si ritrova esattamente dov'era un minuto prima dell'accaduto: ha viaggiato per la prima volta nel tempo.
Mentre guardavo il film, mi sono fatta le migliori risate, è incredibile la comicità che c'è in questo film, stratosferica. E poi arriva la fine e puff! Il film, dall'essere un film leggero e molto comico, diventa... mi sa che non dirò il cambiamento che subirà. Voglio che tutti voi andiate a guardare questo film. Compratelo, guardatelo in streaming, rubatelo, fate quello che volete: voglio che lo guardiate immediatamente.
Ah, una piccola particolarità: fate molta attenzione alla zia di Makoto, non sembra ma è un personaggio fondamentale che vi aiuterà a rendere più chiaro il finale.
Parliamo un po' del doppiaggio: devo dire che Patrizia Mottola è stata molto brava, come sempre del resto. Però dato che un po' tutti la ricordiamo per essere stata la doppiatrice di Ned in "Ned: scuola di sopravvivenza" e di Freddy in "iCarly", è stato parecchio strano, quasi imbarazzante. Alla fine posso anche capirla, non dev'essere bello doppiare sempre personaggi maschili, però sinceramente avrei preferito un'altra doppiatrice. Mentre guardavo il film non riuscivo a riconoscere la voce di Chiaki e infatti scopro su Wikipedia che Marco Benedetti non ha nemmeno una propria pagina. Sarà un doppiatore esordiente o non so che cosa, però devo dire che l'ho trovato molto bravo. E per favore, basta lamentarsi del doppiaggio italiano e dire che quello giapponese è migliore. So che esistono i gusti personali, però i doppiatori italiani sono i migliori. Punto.
Beh, che dire? Buona visione.
Chi non vorrebbe almeno una volta nella vita viaggiare nel tempo, e magari rimediare a qualche guaio, oppure avere la possibilità di sapere in anticipo qualche informazione per giocarsela a proprio vantaggio. Questo è quello che un giorno per puro caso riesce a fare la nostra protagonista nel film "La ragazza che saltava nel tempo".
I personaggi sono ben caratterizzati e per niente banali, la protagonista è Makoto. Una ragazza normale che trascorre le sue giornate tra scuola e i suoi due amici. Un giorno mentre riordinava dei libri scopre per puro caso di riuscire a viaggiare nel tempo e a compiere dei salti temporali, da qui inizierà ad utilizzare questa sua capacità a suo vantaggio. Questi salti temporali le permetteranno di adoperarlo sia per fini meno utili almeno all'inizio, come ad esempio poter mangiare un budino che gli era stato rubato dalla sorella, fino a cose ben più importanti, con l'unico svantaggio che nel momento stesso in cui riesce ad accorgesi dell'importanza di questa sua capacità, avrà terminato le possibilità per servirsene. Durante le storia subisce un processo di maturazione, che la porta a riconsiderare molti dei suoi valori e a riflettere sulle persone che le stanno attorno; così questi salti temporali le permetteranno di capire i propri sentimenti e far così luce su un argomento che lei stessa si stava negando fino a quel momento. Un personaggio secondario che mi ha particolarmente colpito è la zia di Makoto, riempie di importanti consigli la protagonista anche se il più delle volte non riesce a capire nemmeno cosa stia capitando alla nipote.
Il lungometraggio procede nella storia molto agevolmente e a tratti ci sono pure situazioni comiche ed esilaranti, accentuate anche dallo stesso comportamento goffo di Makoto. Questi salti temporali tra passato e presente che compie la protagonista, potrebbero provocare, almeno a prima vista, dei momenti di smarrimento e di confusione allo spettatore, tuttavia tutto ciò non accade e anzi il tutto è stato abilmente reso chiaro e comprensibile, e permette così di incutere curiosità allo spettatore.
La grafica è eccezionale. I personaggi sono stati disegnati molto bene tanto che a ognuno di essi viene dato un disegno diverso del proprio viso, permettendo di individuarli subito senza commettere errori e confusioni. Gli sfondi non sono solo "sfondi", ma si integrano nel film stesso; questi sono stati disegnati molto bene al punto che, avendo molti particolari, qualche volta ci si perde nell'ammirare la varietà degli oggetti, delle forme e dei colori disegnati, e non si presta attenzione alla scena del film.
Anche le musiche sono state scelte molto bene e si integrano molto bene nella storia narrativa del film.
E' un lungometraggio molto coinvolgente, adatto sia ad un pubblico di adulti che di bambini. Questo film di animazione riesce a far rimanere incollato alla poltrona lo spettatore. Tutta la storia è ricca di colpi di scena e permette di lasciarsi guardare molto bene fino alla fine.
Riesce ad essere un bellissimo mix di romanticismo e di vita scolastica.
L'unica note dolente che non mi è piaciuta, è il finale un po' troppo ambiguo e addirittura contraddittorio con tutto il film.
I personaggi sono ben caratterizzati e per niente banali, la protagonista è Makoto. Una ragazza normale che trascorre le sue giornate tra scuola e i suoi due amici. Un giorno mentre riordinava dei libri scopre per puro caso di riuscire a viaggiare nel tempo e a compiere dei salti temporali, da qui inizierà ad utilizzare questa sua capacità a suo vantaggio. Questi salti temporali le permetteranno di adoperarlo sia per fini meno utili almeno all'inizio, come ad esempio poter mangiare un budino che gli era stato rubato dalla sorella, fino a cose ben più importanti, con l'unico svantaggio che nel momento stesso in cui riesce ad accorgesi dell'importanza di questa sua capacità, avrà terminato le possibilità per servirsene. Durante le storia subisce un processo di maturazione, che la porta a riconsiderare molti dei suoi valori e a riflettere sulle persone che le stanno attorno; così questi salti temporali le permetteranno di capire i propri sentimenti e far così luce su un argomento che lei stessa si stava negando fino a quel momento. Un personaggio secondario che mi ha particolarmente colpito è la zia di Makoto, riempie di importanti consigli la protagonista anche se il più delle volte non riesce a capire nemmeno cosa stia capitando alla nipote.
Il lungometraggio procede nella storia molto agevolmente e a tratti ci sono pure situazioni comiche ed esilaranti, accentuate anche dallo stesso comportamento goffo di Makoto. Questi salti temporali tra passato e presente che compie la protagonista, potrebbero provocare, almeno a prima vista, dei momenti di smarrimento e di confusione allo spettatore, tuttavia tutto ciò non accade e anzi il tutto è stato abilmente reso chiaro e comprensibile, e permette così di incutere curiosità allo spettatore.
La grafica è eccezionale. I personaggi sono stati disegnati molto bene tanto che a ognuno di essi viene dato un disegno diverso del proprio viso, permettendo di individuarli subito senza commettere errori e confusioni. Gli sfondi non sono solo "sfondi", ma si integrano nel film stesso; questi sono stati disegnati molto bene al punto che, avendo molti particolari, qualche volta ci si perde nell'ammirare la varietà degli oggetti, delle forme e dei colori disegnati, e non si presta attenzione alla scena del film.
Anche le musiche sono state scelte molto bene e si integrano molto bene nella storia narrativa del film.
E' un lungometraggio molto coinvolgente, adatto sia ad un pubblico di adulti che di bambini. Questo film di animazione riesce a far rimanere incollato alla poltrona lo spettatore. Tutta la storia è ricca di colpi di scena e permette di lasciarsi guardare molto bene fino alla fine.
Riesce ad essere un bellissimo mix di romanticismo e di vita scolastica.
L'unica note dolente che non mi è piaciuta, è il finale un po' troppo ambiguo e addirittura contraddittorio con tutto il film.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un ottimo film con la tipica ambientazione scolastica con ragazzi delle superiori, dove è presente una gustosa componente fantasiosa: quella del viaggio nel tempo.
Makoto è una normalissima ragazza delle superiori, decisamente semplice e tranquilla, un giorno a scuola inciampa e tocca uno strano oggetto a forma di noce e dal quel momento in poi sarà in grado di effettuare dei piccoli balzi temporali, che lei sfrutterà in maniera ingenua e tranquilla, per facilitarsi la sua vita quotidiana. La parte iniziale, nonostante sia di ottima fattura e godibile, non era riuscita a convincermi, tuttavia quando Makoto inizia ad ingarbugliarsi con i sentimenti amorosi tra lei ed un suo amico di nome Chiaki, la trama diventa più triste e via via più drammatica ed interessante, raggiungendo il picco nel finale. Questo film, pur non essendo un capolavoro, è indubbiamente di pregevole fattura ed estremamente godibile, grazie anche all'ingenuità pura e totale dei ragazzi protagonisti, ed al sapiente mix tra la componente slice and life e quella di fantasia.
Dal punto di vista tecnico, quest'anime possiede nei fondali le sue qualità maggiori. Il dettaglio di qualunque scenario che appare in questo film è altissimo, specialmente quando si tratta di rappresentare alcuni scorci esterni della casa di Makoto, gli interni di ogni edificio (splendidi i riflessi dei pavimenti) o i paesaggi naturali, che risultano sempre realistici e curati. Non si può dire invece la stessa cosa per il character design, che pur essendo molto buono come stile, è piuttosto povero sia di dettaglio generale, che dei classici riflessi ai capelli, evidenziando anche un scarsa cura nei particolari degli occhi. Le animazioni le ho trovate buone così come anche le musiche, che raggiungono un livello medio.
La ragazza che saltava nel tempo è un ottimo film con una buona trama, dei buoni personaggi ed uno stile tipicamente giapponese, senza risultare mai volgare o noioso. Di conseguenza ne consiglio tranquillamente la visione a chiunque.
Makoto è una normalissima ragazza delle superiori, decisamente semplice e tranquilla, un giorno a scuola inciampa e tocca uno strano oggetto a forma di noce e dal quel momento in poi sarà in grado di effettuare dei piccoli balzi temporali, che lei sfrutterà in maniera ingenua e tranquilla, per facilitarsi la sua vita quotidiana. La parte iniziale, nonostante sia di ottima fattura e godibile, non era riuscita a convincermi, tuttavia quando Makoto inizia ad ingarbugliarsi con i sentimenti amorosi tra lei ed un suo amico di nome Chiaki, la trama diventa più triste e via via più drammatica ed interessante, raggiungendo il picco nel finale. Questo film, pur non essendo un capolavoro, è indubbiamente di pregevole fattura ed estremamente godibile, grazie anche all'ingenuità pura e totale dei ragazzi protagonisti, ed al sapiente mix tra la componente slice and life e quella di fantasia.
Dal punto di vista tecnico, quest'anime possiede nei fondali le sue qualità maggiori. Il dettaglio di qualunque scenario che appare in questo film è altissimo, specialmente quando si tratta di rappresentare alcuni scorci esterni della casa di Makoto, gli interni di ogni edificio (splendidi i riflessi dei pavimenti) o i paesaggi naturali, che risultano sempre realistici e curati. Non si può dire invece la stessa cosa per il character design, che pur essendo molto buono come stile, è piuttosto povero sia di dettaglio generale, che dei classici riflessi ai capelli, evidenziando anche un scarsa cura nei particolari degli occhi. Le animazioni le ho trovate buone così come anche le musiche, che raggiungono un livello medio.
La ragazza che saltava nel tempo è un ottimo film con una buona trama, dei buoni personaggi ed uno stile tipicamente giapponese, senza risultare mai volgare o noioso. Di conseguenza ne consiglio tranquillamente la visione a chiunque.
A differenza del manga, questo film d'animazione è tutt'altra storia. La grafica di certo non è ai livelli massimi, ma partendo dal presupposto che questo film è nato non tanto per diventare il miglior film del secolo ma per altri motivi, diviene degno di nota e quindi da prendere in considerazione.
La trama, per chi non la sa, è molto particolare. La giovane protagonista, di nome Makoto, è una studentessa del liceo. La sua vita è piuttosto monotona, ogni giorno altro non fa che studiare, passare il tempo con i suoi migliori amici Chiaki e Kosuke e mangiare budini. Un giorno però, mentre si trova nell'aula di scienze, Makoto trova uno strano congegno che decide di tenere e che, come scoprirà in futuro, le consentirà di viaggiare nel tempo ma in modo limitato...
E' difficile amare il protagonista della storia quando questo è una ragazza, ma l'immagine di Makoto non è quella della classica ragazza che pensa solo all'amore, ad essere carina e a queste cose, bensì è un po' la ragazza maschiaccio eccentrica e vivace che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. La storia non è per nulla scontata, ma piena di colpi di scena, dovuti soprattutto alla confusione interiore della giovane protagonista che, tra i normali giorni di scuola e l'inizio dell'estate ne combina di tutti i colori, finendo poi con il giocare con i sentimenti altrui. Queste marachelle alla fine le insegneranno quanto importante sia non interrompere il corso del tempo e ad accettare una cosa per quanto non ci piaccia perché, anche se pare già scritta, può sempre cambiare.
L'unica pecca che sottolineo è forse il finale che non soddisfa molto quanto ci si potrebbe aspettare, in quanto lo lascia sospeso nel vuoto. Ma la storia è in grado di commuovere, di farci ridere, di farci capire. La storia di Makoto non è tanto diversa dalla nostra, seppur non possediamo un tale congegno e penso che sia meglio così.
Pur essendo un film di sette anni fa, ne consiglio vivamente la visione.
La trama, per chi non la sa, è molto particolare. La giovane protagonista, di nome Makoto, è una studentessa del liceo. La sua vita è piuttosto monotona, ogni giorno altro non fa che studiare, passare il tempo con i suoi migliori amici Chiaki e Kosuke e mangiare budini. Un giorno però, mentre si trova nell'aula di scienze, Makoto trova uno strano congegno che decide di tenere e che, come scoprirà in futuro, le consentirà di viaggiare nel tempo ma in modo limitato...
E' difficile amare il protagonista della storia quando questo è una ragazza, ma l'immagine di Makoto non è quella della classica ragazza che pensa solo all'amore, ad essere carina e a queste cose, bensì è un po' la ragazza maschiaccio eccentrica e vivace che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. La storia non è per nulla scontata, ma piena di colpi di scena, dovuti soprattutto alla confusione interiore della giovane protagonista che, tra i normali giorni di scuola e l'inizio dell'estate ne combina di tutti i colori, finendo poi con il giocare con i sentimenti altrui. Queste marachelle alla fine le insegneranno quanto importante sia non interrompere il corso del tempo e ad accettare una cosa per quanto non ci piaccia perché, anche se pare già scritta, può sempre cambiare.
L'unica pecca che sottolineo è forse il finale che non soddisfa molto quanto ci si potrebbe aspettare, in quanto lo lascia sospeso nel vuoto. Ma la storia è in grado di commuovere, di farci ridere, di farci capire. La storia di Makoto non è tanto diversa dalla nostra, seppur non possediamo un tale congegno e penso che sia meglio così.
Pur essendo un film di sette anni fa, ne consiglio vivamente la visione.
Visto durante una noiosa Pasquetta passata a casa causa pioggia forte ed incessante, "La ragazza che saltava nel tempo" si è rivelato una piacevolissima visione.
Solo ora (a posteriori) ho capito come faceva la zia ad essere a conoscenza dei salti nel tempo e, a quanto ho letto, l'opera precedente non è un granché. Ok svelato questo misero "mistero", che ancora mi frullava per la testa passo alla recensione vera e propria.
La trama la possiamo inquadrare perfettamente nel genere scolastico/sentimentale/fantascientifico, con la protagonista e i suoi due amici che creano delle situazioni normali che in un modo o nell'altro vengono poi stravolte. I salti nel tempo sono proprio quello che dicono quelle tre parole, ma a volte sono rappresentati un po' troppo frettolosamente e creano della confusione.
Bellissima inoltre è la relazione tra i tre amici, un qualcosa che tutti, per poco o per molto abbiamo vissuto.
Verso il finale gli avvenimenti prendono una piega più seria e sono decisamente movimentati, fino al finale davvero carino.
Il doppiaggio credo di poter dire sia fatto in maniera davvero buona, le voci sono azzeccate e i dialoghi non sembrano essere stati ridicolizzati per essere capiti da un pubblico di bambini di dieci anni, come in altre opere.
In definitiva consiglio questa bella visione a tutti, non è un capolavoro, ma lascia una bella sensazione una volta finito.
Solo ora (a posteriori) ho capito come faceva la zia ad essere a conoscenza dei salti nel tempo e, a quanto ho letto, l'opera precedente non è un granché. Ok svelato questo misero "mistero", che ancora mi frullava per la testa passo alla recensione vera e propria.
La trama la possiamo inquadrare perfettamente nel genere scolastico/sentimentale/fantascientifico, con la protagonista e i suoi due amici che creano delle situazioni normali che in un modo o nell'altro vengono poi stravolte. I salti nel tempo sono proprio quello che dicono quelle tre parole, ma a volte sono rappresentati un po' troppo frettolosamente e creano della confusione.
Bellissima inoltre è la relazione tra i tre amici, un qualcosa che tutti, per poco o per molto abbiamo vissuto.
Verso il finale gli avvenimenti prendono una piega più seria e sono decisamente movimentati, fino al finale davvero carino.
Il doppiaggio credo di poter dire sia fatto in maniera davvero buona, le voci sono azzeccate e i dialoghi non sembrano essere stati ridicolizzati per essere capiti da un pubblico di bambini di dieci anni, come in altre opere.
In definitiva consiglio questa bella visione a tutti, non è un capolavoro, ma lascia una bella sensazione una volta finito.
Tra le tematiche che riescono maggiormente ad affascinare l'uomo sicuramente rientra quella del viaggio nel tempo. Una barriera così impossibile da spezzare risulta così intrigante perché permette a qualsiasi individuo di poter immaginare il "se", il famoso "what if", o ancora meglio il "cosa succederebbe se". Ma, se gran parte dei film che trattano di ciò, ci mostrano continuamente i lunghi viaggi temporali che portano i protagonisti in epoche lontane con "La ragazza che saltava nel tempo" ciò non avviene. E' sicuramente molto innovativo come film ma riesce a coinvolgere maggiormente lo spettatore. La protagonista sfrutta il suo potere come un normale essere umano: cerca di vivere al meglio aiutandosi col suo nuovo potere.
Makoto è una ragazza che frequenta le superiori. Sembra tanto un maschiaccio visto il suo taglio di capelli corto e il suo giocare al baseball. Si reputa una ragazza fortunata ma sa perfettamente che rientra nella media senza fare eccezione alcuna. Insieme a lei ci sono due ragazzi: Chiaki e Kosuke. I tre giovani vivono la loro avventura scolastica passando molto tempo insieme, essendo amici. Un giorno però Makoto dopo uno strano urto con un oggetto ben poco definito - almeno all'inizio - comincerà a viaggiare nel tempo. Da questo momento in poi la nostra protagonista comincerà questi piccoli salti incosciente di quello che comporta il suo atteggiamento.
La storia, nonostante il tema abusato, si rivela innovativa. La giovane non cerca di cambiare il mondo e neanche di essere una paladina della giustizia. Lei con questo potere cerca di essere sempre felice. E l'idea, fondamentalmente, è geniale in quanto le contraddizioni che si possono creare sono davvero poche. Anime del genere hanno sempre un destino: o essere un capolavoro nei dettagli o cadere nell'oblio delle contraddizioni. "La ragazza che saltava nel tempo" spacca questo modo di vedere anime o film che trattano di ciò. Il tempo qui è il fulcro delle relazioni che si instaurano fra i vari personaggi.
L'unica cosa che mi turbano sono le mille domande aperte che rimangono. Infatti questo film non è molto chiaro. Lo spettatore alla fine si pone domande su domande non solo sulla trama - nessuno sa come fermare una bici in movimento e sembra assurda l'opzione "buttati a terra" - ma anche sul ruolo di alcuni personaggi. Non vedo il motivo per lasciare tutte queste questioni aperte.
Il chara è molto buono. Semplice ma diretto. Makoto è ben caratterizzata, insicura e non riesce mai a prendere le giuste decisioni se non dopo vari tentativi. Non è un genio e questo le impone di fare spesso gli stessi errori. Chiaki invece viene quasi isolato. Ovviamente per buone ragioni. Interessanti sono anche i personaggi secondari che riescono ad assumere ruoli fondamentali per la vicenda.
L'apparato tecnico è molto buono. Mi è piaciuta soprattutto la regia. La scena in cui Makoto corre e va oltre l'inquadratura è davvero geniale. Forse il fatto che sia della Madhouse dovrebbe garantirci un buon livello, anche se non sempre è così.
I disegni sono davvero godibili, il fatto che manca quella nota Ghibliana è ovviamente cosa buona in quanto i film non sono solo quelli dello Studio Ghibli e opere del genere è giusto che vengano messe in risalto.
Ultimo appunto sulle OST: ottime.
E' un film che consiglio. Sono rimasto deluso un po' dal finale e da alcune azioni dei personaggi. Ma in fondo è un bene che non vengano ripresi temi sul tempo già trattati da tante altre serie e anime - primo tra tutti "Doctor Who".
Consigliato per tutta la famiglia!
Makoto è una ragazza che frequenta le superiori. Sembra tanto un maschiaccio visto il suo taglio di capelli corto e il suo giocare al baseball. Si reputa una ragazza fortunata ma sa perfettamente che rientra nella media senza fare eccezione alcuna. Insieme a lei ci sono due ragazzi: Chiaki e Kosuke. I tre giovani vivono la loro avventura scolastica passando molto tempo insieme, essendo amici. Un giorno però Makoto dopo uno strano urto con un oggetto ben poco definito - almeno all'inizio - comincerà a viaggiare nel tempo. Da questo momento in poi la nostra protagonista comincerà questi piccoli salti incosciente di quello che comporta il suo atteggiamento.
La storia, nonostante il tema abusato, si rivela innovativa. La giovane non cerca di cambiare il mondo e neanche di essere una paladina della giustizia. Lei con questo potere cerca di essere sempre felice. E l'idea, fondamentalmente, è geniale in quanto le contraddizioni che si possono creare sono davvero poche. Anime del genere hanno sempre un destino: o essere un capolavoro nei dettagli o cadere nell'oblio delle contraddizioni. "La ragazza che saltava nel tempo" spacca questo modo di vedere anime o film che trattano di ciò. Il tempo qui è il fulcro delle relazioni che si instaurano fra i vari personaggi.
L'unica cosa che mi turbano sono le mille domande aperte che rimangono. Infatti questo film non è molto chiaro. Lo spettatore alla fine si pone domande su domande non solo sulla trama - nessuno sa come fermare una bici in movimento e sembra assurda l'opzione "buttati a terra" - ma anche sul ruolo di alcuni personaggi. Non vedo il motivo per lasciare tutte queste questioni aperte.
Il chara è molto buono. Semplice ma diretto. Makoto è ben caratterizzata, insicura e non riesce mai a prendere le giuste decisioni se non dopo vari tentativi. Non è un genio e questo le impone di fare spesso gli stessi errori. Chiaki invece viene quasi isolato. Ovviamente per buone ragioni. Interessanti sono anche i personaggi secondari che riescono ad assumere ruoli fondamentali per la vicenda.
L'apparato tecnico è molto buono. Mi è piaciuta soprattutto la regia. La scena in cui Makoto corre e va oltre l'inquadratura è davvero geniale. Forse il fatto che sia della Madhouse dovrebbe garantirci un buon livello, anche se non sempre è così.
I disegni sono davvero godibili, il fatto che manca quella nota Ghibliana è ovviamente cosa buona in quanto i film non sono solo quelli dello Studio Ghibli e opere del genere è giusto che vengano messe in risalto.
Ultimo appunto sulle OST: ottime.
E' un film che consiglio. Sono rimasto deluso un po' dal finale e da alcune azioni dei personaggi. Ma in fondo è un bene che non vengano ripresi temi sul tempo già trattati da tante altre serie e anime - primo tra tutti "Doctor Who".
Consigliato per tutta la famiglia!
Il tempo non aspetta nessuno.
Recentemente, dopo averlo visto nel 2009, ho intrapreso la visione di questo anime, Toki wo kakeru shoujo o, come da titolo riportato da noi, La ragazza che saltava nel tempo. Si tratta di un film d'animazione giapponese che narra le vicende successive agli omonimi romanzi e al manga. È diretto da Mamoru Hosoda, autore di opere del calibro di Summer Wars e del più recente ed acclamato Ookami kodomo no Ame to Yuki, mentre il character design è affidato a Yoshiyuki Sadamoto, celebre per aver creato quello di Neon Genesis Evangelion. Buoni nomi per un film che, ancora prima di essere visto, promette davvero bene.
La protagonista di questa storia è una ragazza di nome Makoto Kanno, all'ultimo anno delle superiori, non intelligente ma neppure stupida, poco portata nei lavori manuali ma neppure del tutto imbranata, che se la cava grazie ad una buona dose di fortuna quotidiana. In una delle giornate più sfortunate della sua vita trova nel laboratorio di chimica uno strano oggetto a forma di noce. In seguito, tornando a casa, si rompono i freni della sua bici proprio innanzi ad un passaggio ferroviario, lasciandola andare a tutta velocità contro il treno in corsa. Senza capire bene come, l'istante prima di morire, si catapulta indietro nel tempo ed evita il mortale incidente. Da qui scoprirà di aver acquisito la capacità di viaggiare nel tempo e ne farà uso ed abuso cercando di gestire al meglio la sua vita ed evitare situazioni imbarazzanti o fastidiose.
Avendo riscosso un elevato successo in patria ed avendo ricevuto molteplici onoreficienze, questo film è qui in Italia, ormai da diversi anni, sulla bocca di tutti. Consigliatomi da diversi appassionati, lo vidi anni addietro quando fu trasmesso in tv. Qualche giorno fa, non ricordandomi praticamente nulla di esso ed essendo curioso di vederlo un'altra volta, lo visionai di nuovo. Devo dire, però, che la mia seconda impressione è stata al quanto negativa.
Tutto sommato è una storia slice of life a tematiche sovrannaturali divertente ed originale, anche se ci sono molti aspetti che non mi sono piaciuti, tra cui la ripetitività di questo film. Anche se ben strutturati i viaggi nel tempo che compie Makoto, dopo un po' di volte annoiano la persona che guarda il film, visto che le motivazioni per cui sono stati compiuti sono sostanzialmente le stesse. Altra cosa che non ho gradito è il fatto che la zia creda a tutti i capricci raccontati dalla nipote e stia lungamente ad ascoltare le sue storie. Tuttavia, dopo le innumerevoli ripetizioni della prima parte, quella finale risulta alquanto interessante ed innovativa. Vengono fuori importanti rivelazioni che non mi sarei mai aspettato, e la fine, complessivamente, conclude quello che era stato lasciato in sospeso prima.
Le animazioni sono state affidate alla rinomata Madhouse che, nonostante le molteplici sbavature commesse, non ha deluso le aspettative.
Per quanto riguarda il doppiaggio, quello italiano non regge il confronto con quello nipponico, visto che la Kaze con queste cose non ci sa proprio fare.
Concludendo questa recensione affermo che questo film può piacere (quando dovesse soddisfare le aspettative), ma credo che tutti dovrebbero vederlo in quanto merita molto.
Recentemente, dopo averlo visto nel 2009, ho intrapreso la visione di questo anime, Toki wo kakeru shoujo o, come da titolo riportato da noi, La ragazza che saltava nel tempo. Si tratta di un film d'animazione giapponese che narra le vicende successive agli omonimi romanzi e al manga. È diretto da Mamoru Hosoda, autore di opere del calibro di Summer Wars e del più recente ed acclamato Ookami kodomo no Ame to Yuki, mentre il character design è affidato a Yoshiyuki Sadamoto, celebre per aver creato quello di Neon Genesis Evangelion. Buoni nomi per un film che, ancora prima di essere visto, promette davvero bene.
La protagonista di questa storia è una ragazza di nome Makoto Kanno, all'ultimo anno delle superiori, non intelligente ma neppure stupida, poco portata nei lavori manuali ma neppure del tutto imbranata, che se la cava grazie ad una buona dose di fortuna quotidiana. In una delle giornate più sfortunate della sua vita trova nel laboratorio di chimica uno strano oggetto a forma di noce. In seguito, tornando a casa, si rompono i freni della sua bici proprio innanzi ad un passaggio ferroviario, lasciandola andare a tutta velocità contro il treno in corsa. Senza capire bene come, l'istante prima di morire, si catapulta indietro nel tempo ed evita il mortale incidente. Da qui scoprirà di aver acquisito la capacità di viaggiare nel tempo e ne farà uso ed abuso cercando di gestire al meglio la sua vita ed evitare situazioni imbarazzanti o fastidiose.
Avendo riscosso un elevato successo in patria ed avendo ricevuto molteplici onoreficienze, questo film è qui in Italia, ormai da diversi anni, sulla bocca di tutti. Consigliatomi da diversi appassionati, lo vidi anni addietro quando fu trasmesso in tv. Qualche giorno fa, non ricordandomi praticamente nulla di esso ed essendo curioso di vederlo un'altra volta, lo visionai di nuovo. Devo dire, però, che la mia seconda impressione è stata al quanto negativa.
Tutto sommato è una storia slice of life a tematiche sovrannaturali divertente ed originale, anche se ci sono molti aspetti che non mi sono piaciuti, tra cui la ripetitività di questo film. Anche se ben strutturati i viaggi nel tempo che compie Makoto, dopo un po' di volte annoiano la persona che guarda il film, visto che le motivazioni per cui sono stati compiuti sono sostanzialmente le stesse. Altra cosa che non ho gradito è il fatto che la zia creda a tutti i capricci raccontati dalla nipote e stia lungamente ad ascoltare le sue storie. Tuttavia, dopo le innumerevoli ripetizioni della prima parte, quella finale risulta alquanto interessante ed innovativa. Vengono fuori importanti rivelazioni che non mi sarei mai aspettato, e la fine, complessivamente, conclude quello che era stato lasciato in sospeso prima.
Le animazioni sono state affidate alla rinomata Madhouse che, nonostante le molteplici sbavature commesse, non ha deluso le aspettative.
Per quanto riguarda il doppiaggio, quello italiano non regge il confronto con quello nipponico, visto che la Kaze con queste cose non ci sa proprio fare.
Concludendo questa recensione affermo che questo film può piacere (quando dovesse soddisfare le aspettative), ma credo che tutti dovrebbero vederlo in quanto merita molto.
A mio avviso questo film è un capolavoro. Di film d'animazione così non se ne vedono tutti i giorni, o almeno questo è quello che penso io. Ne sono rimasta da subito folgorata.
Mokoto è una ragazza delle superiori, un po' maschiaccio, espansiva, anche se un po' imbranata. Un giorno inciampa nel laboratorio di scienze e urta un particolare oggetto che le darà la capacità di viaggiare nel tempo. Subito dopo la scoperta di questa sua straordinaria dote, la nostra protagonista comincia a farne uso spesso per risolvere piccoli problemi e inconvenienti della sua vita quotidiana, non considerando, però, che il suo "saltare nel tempo" va a influire con il normale corso degli eventi, spesso anche in modo drammatico. Così si vede costretta a viaggiare qua e là nel tempo per portare rimedio alle situazioni da lei causate.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film esaltante, diretto da Mamoru Hosoda, ispirato all'omonimo romanzo di Yasutaka Tsutsui.
In una scenografia eccellente, dove nulla è posto a caso, dove niente è prevedibile e con una buona grafica, Hosoda ci fa immergere in un contesto fantasy queasi reale.
Ci fa capire che "time wait for no one", il tempo non aspetta nessuno e scorre inesorabile, dunque sta a noi renderlo eterno e indimenticabile. "Carpe diem", come diceva il buon vecchio Orazio.
Si tratta di un tema che fa riflettere, ma viene espresso in modo molto semplice e divertente, lasciando posto talvolta alla buffa imbradataggine, altre ai sentimenti dolci e immutabili nel tempo di Makoto.
Un anime da non perdere, quindi "carpe diem"!
Mokoto è una ragazza delle superiori, un po' maschiaccio, espansiva, anche se un po' imbranata. Un giorno inciampa nel laboratorio di scienze e urta un particolare oggetto che le darà la capacità di viaggiare nel tempo. Subito dopo la scoperta di questa sua straordinaria dote, la nostra protagonista comincia a farne uso spesso per risolvere piccoli problemi e inconvenienti della sua vita quotidiana, non considerando, però, che il suo "saltare nel tempo" va a influire con il normale corso degli eventi, spesso anche in modo drammatico. Così si vede costretta a viaggiare qua e là nel tempo per portare rimedio alle situazioni da lei causate.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film esaltante, diretto da Mamoru Hosoda, ispirato all'omonimo romanzo di Yasutaka Tsutsui.
In una scenografia eccellente, dove nulla è posto a caso, dove niente è prevedibile e con una buona grafica, Hosoda ci fa immergere in un contesto fantasy queasi reale.
Ci fa capire che "time wait for no one", il tempo non aspetta nessuno e scorre inesorabile, dunque sta a noi renderlo eterno e indimenticabile. "Carpe diem", come diceva il buon vecchio Orazio.
Si tratta di un tema che fa riflettere, ma viene espresso in modo molto semplice e divertente, lasciando posto talvolta alla buffa imbradataggine, altre ai sentimenti dolci e immutabili nel tempo di Makoto.
Un anime da non perdere, quindi "carpe diem"!
La ragazza che saltava nel tempo, il lungometraggio di Mamoru Hosoda che gli apre le porte al pubblico internazionale, assurgendo fin da subito a opera di culto (sopratutto per merito del gran numero di premiazioni e riconoscimenti), è una pellicola piena di potenzialità, ma a mio parere il modo in cui sono sfruttate non è dei più felici.
Una studentessa di nome Makoto scopre, previo lo spicco di un balzo in avanti, di poter tornare indietro nel tempo, trovando così la facoltà di modificare il passato in modo da sfruttarlo a proprio vantaggio. Soggetto semplice e geniale, basato sul romanzo omonimo scritto nel 1967 da Yasutaka Tsutsui - uno dei massimi autori giapponesi della fantascienza, già autore del "Paprika" che ha ispirato Kon -, che però è sfruttato in modo alquanto scontato, divenendo semplice cornice della classica storiella amorosa adolescenziale.
Chiaro che, visti i presupposti (ambientazione, età della protagonista e atmosfere solari), molte erano le probabilità che la vicenda fosse estremamente leggera. Quello che non apprezzo è che il soggetto dà spazio a un buon numero di riflessioni, stimolate anche dal film, che appaiono troppo mature e fuori contesto in un lungometraggio che ha come focus principale i problemi sentimentali della ragazzina di turno. Riflessioni che suonano più come spunti buttati a casaccio per dare tono all'opera, che reali esigenze narrative. Ad esempio, è decisamente interessante il fatto che cambiare il passato per ottenerne un guadagno, evitando così da ripetere errori, comporti che sia qualcun altro a rimetterci in qualcosa, ma è giusto un'intuizione isolata, dimostrata da un esempio (lo sventurato compagno di classe di Makoto che compie gli stessi disastri scolastici e culinari che dovevano capitare a lei) che ha zero ripercussioni nella trama principale. Altra idea è quella della ragazza che continua a modificare la realtà in modo che il suo migliore amico non trovi l'occasione di dichiararsi a lei, rovinando ipoteticamente il loro rapporto di amicizia: il messaggio che ricava è che non bisogna sotterrare la testa sottoterra di fronte ai problemi, quanto affrontarli, ma anche questo è uno spunto che non ha ruolo negli sviluppi successivi che risolvono l'intreccio.
Questi consistono invece in un un'evitabile appendice sci-fi comprensiva della scoperta di altri viaggiatori del tempo, dispositivi tecnologicamente avanzati, regole provenienti dal futuro da rispettare e altre amenità che tingono di ridicolo la vicenda. E le morali del racconto, quelle a cui mi riferivo e che sono decisamente mature, sono così abbandonate: la sceneggiatrice Satoko Okudera preferisce focalizzare il prosieguo della storia non sul mostrare Makoto riflettere sui danni che comporta il suo modo di agire, ma su su una banale parentesi sentimentale, soluzione opinabile che porta a domandarsi a cosa serviva sfruttare l'idea dei viaggi nel tempo per parlare sempre delle stesse cose. Addirittura il messaggio finale è quasi un'antitesi delle premesse iniziali, decisamente poco condivisibile: non una condanna a priori del cambiare il passato per evitare di commettere gli errori che, bene o male, fanno crescere, anzi! Se alcuni cambiamenti sono fatti a fin di bene, magari per spingere una persona a mettersi con un'altra, allora è giusto e legittimo farli.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film decisamente semplice, di intrattenimento disimpegnato al massimo, che dall'alto di un chara design piacevolissimo (il veterano Yoshiyuki Sadamoto), animazioni degne del supporto cinematografico e musiche azzeccate, si fa vedere tutto sommato con piacere. Il suo unico problema, visto il soggetto intrigante, è di accontentarsi di essere un film "per tutti", scegliendo il modo più scontato e commerciale di chiudere una vicenda che sembra voglia parlare di altro. Senza approfondire le implicazioni "serie" che l'incipit di partenza offre, si risolve nel proporre un intrattenimento moderato e innocuo. Ed è forse per questo che, quando tenta di commuovere mostrando adolescenti che frignano per le loro vicissitudini amorose, non è da escludere che un certo tipo di spettatore, notando imbarazzato l'empatia nulla che prova per gli "attori", mandi felicemente a quel paese un lungometraggio tanto amato e riverito.
Una studentessa di nome Makoto scopre, previo lo spicco di un balzo in avanti, di poter tornare indietro nel tempo, trovando così la facoltà di modificare il passato in modo da sfruttarlo a proprio vantaggio. Soggetto semplice e geniale, basato sul romanzo omonimo scritto nel 1967 da Yasutaka Tsutsui - uno dei massimi autori giapponesi della fantascienza, già autore del "Paprika" che ha ispirato Kon -, che però è sfruttato in modo alquanto scontato, divenendo semplice cornice della classica storiella amorosa adolescenziale.
Chiaro che, visti i presupposti (ambientazione, età della protagonista e atmosfere solari), molte erano le probabilità che la vicenda fosse estremamente leggera. Quello che non apprezzo è che il soggetto dà spazio a un buon numero di riflessioni, stimolate anche dal film, che appaiono troppo mature e fuori contesto in un lungometraggio che ha come focus principale i problemi sentimentali della ragazzina di turno. Riflessioni che suonano più come spunti buttati a casaccio per dare tono all'opera, che reali esigenze narrative. Ad esempio, è decisamente interessante il fatto che cambiare il passato per ottenerne un guadagno, evitando così da ripetere errori, comporti che sia qualcun altro a rimetterci in qualcosa, ma è giusto un'intuizione isolata, dimostrata da un esempio (lo sventurato compagno di classe di Makoto che compie gli stessi disastri scolastici e culinari che dovevano capitare a lei) che ha zero ripercussioni nella trama principale. Altra idea è quella della ragazza che continua a modificare la realtà in modo che il suo migliore amico non trovi l'occasione di dichiararsi a lei, rovinando ipoteticamente il loro rapporto di amicizia: il messaggio che ricava è che non bisogna sotterrare la testa sottoterra di fronte ai problemi, quanto affrontarli, ma anche questo è uno spunto che non ha ruolo negli sviluppi successivi che risolvono l'intreccio.
Questi consistono invece in un un'evitabile appendice sci-fi comprensiva della scoperta di altri viaggiatori del tempo, dispositivi tecnologicamente avanzati, regole provenienti dal futuro da rispettare e altre amenità che tingono di ridicolo la vicenda. E le morali del racconto, quelle a cui mi riferivo e che sono decisamente mature, sono così abbandonate: la sceneggiatrice Satoko Okudera preferisce focalizzare il prosieguo della storia non sul mostrare Makoto riflettere sui danni che comporta il suo modo di agire, ma su su una banale parentesi sentimentale, soluzione opinabile che porta a domandarsi a cosa serviva sfruttare l'idea dei viaggi nel tempo per parlare sempre delle stesse cose. Addirittura il messaggio finale è quasi un'antitesi delle premesse iniziali, decisamente poco condivisibile: non una condanna a priori del cambiare il passato per evitare di commettere gli errori che, bene o male, fanno crescere, anzi! Se alcuni cambiamenti sono fatti a fin di bene, magari per spingere una persona a mettersi con un'altra, allora è giusto e legittimo farli.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film decisamente semplice, di intrattenimento disimpegnato al massimo, che dall'alto di un chara design piacevolissimo (il veterano Yoshiyuki Sadamoto), animazioni degne del supporto cinematografico e musiche azzeccate, si fa vedere tutto sommato con piacere. Il suo unico problema, visto il soggetto intrigante, è di accontentarsi di essere un film "per tutti", scegliendo il modo più scontato e commerciale di chiudere una vicenda che sembra voglia parlare di altro. Senza approfondire le implicazioni "serie" che l'incipit di partenza offre, si risolve nel proporre un intrattenimento moderato e innocuo. Ed è forse per questo che, quando tenta di commuovere mostrando adolescenti che frignano per le loro vicissitudini amorose, non è da escludere che un certo tipo di spettatore, notando imbarazzato l'empatia nulla che prova per gli "attori", mandi felicemente a quel paese un lungometraggio tanto amato e riverito.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"La ragazza che saltava nel tempo", ovvero: come far impazzire il recensore. Davvero, come si fa a dare una votazione obiettiva a questo lavoro? Parto dal presupposto che, con 60 e fischia recensioni che mi precedono, non ci sia bisogno di delineare ulteriormente la trama.
All'apparenza, si tratta di un titolo magnifico. Sia la musica sia il doppiaggio italiano sono a mio parere di ottimo livello. Il comparto grafico è più che buono, anche se un po' piatto e a volte le figure umane, viste da lontano, sembrano degli sgraziati sacchi semipieni appesi per il collo. Gli sfondi sono spesso curatissimi e davvero molto gradevoli. La stessa realizzazione dei "salti" nel tempo non mi dispiace affatto: se la grafica è diversa, come ho già avuto modo di dire per altri anime, non fa che sottolineare la diversità fra due situazioni. Non sono queste le cose fastidiose, qui.
Innanzitutto, bisogna dire che il messaggio di fondo è molto attuale e interessante. Cosa succederebbe se potessimo tornare indietro nel tempo, per rimediare ai nostri errori, o anche solo per trarne un piccolo vantaggio o aiutare qualcuno che ci sta a cuore? Ma, anche, per ogni situazione a cui poniamo rimedio, chi sarà a pagarne le conseguenze? Non è facile aggiustare un vaso rotto, e può perfino capitare che il destino di certi vasi sia ineluttabilmente quello di andare a pezzi.
Attraverso le ingenue imprese di una ragazzina scopriamo che ad azione corrisponde reazione. Molti dei suoi salti temporali dipendono dalla sua iniziale caparbia volontà di mantenere un rapporto di amicizia con due compagni di giochi, che invece vorrebbero uscire con lei. E un po' mette rabbia e un po' fa davvero sorridere, vedere come un potere potenzialmente così grande sia usato per scopi così infantili. O, almeno, sorridiamo finché non diventa una questione di vita o di morte.
In realtà, la prima parte del film è molto divertente, piena di situazioni umoristiche, scoppiettante e convincente, man mano che Makoto, la nostra ragazzina saltellante, scopre le potenzialità dei suoi balzi e ne fa uso. Tutto ciò scompare nell'ultima mezz'ora del film, in cui si piomba in una cappa di viscosa disperazione. Non sarebbe grave, anche se terribilmente discontinuo, ma, nel momento in cui si arriva alla resa dei conti, cioè alla spiegazione vera e propria dei salti, il giocattolo si rompe.
Intanto, non si capisce perché, improvvisamente, invece che al solito salto, assistiamo a un fermarsi completo del tempo: il mondo è immobile mentre due sole persone camminano e si parlano, apparentemente per almeno una buona mezz'ora. A questo inaudito fenomeno non viene data alcuna spiegazione. Non viene spiegato per quale motivo, visto che nel futuro esistono questi congegni che consentono un certo numero di balzi temporali, non si possa tornare indietro e procurarsene altri. Né, ancora, come sia stato possibile suddividere il potenziale dei salti di un unico congegno fra due persone o, infine, come sia possibile che una persona dichiari di provenire dal futuro e che aspetterà l'altra… ma nel futuro quanto? E non si invecchia, nel frattempo? Semmai torna tu, visto che nella tua epoca i congegni ci sono! Senza contare che alcune frasi lasciano intendere che ci saranno, prima o poi, gravissimi accadimenti. Come interpretare, altrimenti, tanto ingenuo piacere per lo scorrere di un fiume, le passeggiate in bicicletta, il baseball, il camminare fra tanta gente? Lo stesso motivo per cui il viaggiatore si sarebbe imbarcato in un viaggio temporale è apparentemente futile: l'ossessione per un dipinto. Perché? Non ce lo spiegano.
In definitiva, è un bel lavoro, che piacerà probabilmente ai giovanissimi. Mia figlia undicenne mi ha detto: "Perché vuoi demolirlo? E' bellissimo!". Ho dovuto spiegarle alcune cose, ma non mi è sembrata convinta. Beh, crescerà.
Purtroppo, l'ultima mezz'ora avrebbe potuto essere condotta in maniera diversa. Si è voluto a tutti i costi inserire una storia d'amore, farla a pezzi e poi darci un contentino di speranza, ma, per farlo, si è mandato in corto circuito tutto l'apparato logico. Peccato.
Ora resto con il dilemma: che voto assegnare? Fresca di delusione, d'impulso direi 6, ma sarei forse troppo severa. Eppure, per un anime costruito con una certa logica, andare poi così contro quella certa logica è una pecca imperdonabile. Ciononostante, non posso dimenticare che mia figlia mi ha sbarrato gli occhi dicendo che è bellissimo, quindi assegnerò 7. Ma non sono convinta.
"La ragazza che saltava nel tempo", ovvero: come far impazzire il recensore. Davvero, come si fa a dare una votazione obiettiva a questo lavoro? Parto dal presupposto che, con 60 e fischia recensioni che mi precedono, non ci sia bisogno di delineare ulteriormente la trama.
All'apparenza, si tratta di un titolo magnifico. Sia la musica sia il doppiaggio italiano sono a mio parere di ottimo livello. Il comparto grafico è più che buono, anche se un po' piatto e a volte le figure umane, viste da lontano, sembrano degli sgraziati sacchi semipieni appesi per il collo. Gli sfondi sono spesso curatissimi e davvero molto gradevoli. La stessa realizzazione dei "salti" nel tempo non mi dispiace affatto: se la grafica è diversa, come ho già avuto modo di dire per altri anime, non fa che sottolineare la diversità fra due situazioni. Non sono queste le cose fastidiose, qui.
Innanzitutto, bisogna dire che il messaggio di fondo è molto attuale e interessante. Cosa succederebbe se potessimo tornare indietro nel tempo, per rimediare ai nostri errori, o anche solo per trarne un piccolo vantaggio o aiutare qualcuno che ci sta a cuore? Ma, anche, per ogni situazione a cui poniamo rimedio, chi sarà a pagarne le conseguenze? Non è facile aggiustare un vaso rotto, e può perfino capitare che il destino di certi vasi sia ineluttabilmente quello di andare a pezzi.
Attraverso le ingenue imprese di una ragazzina scopriamo che ad azione corrisponde reazione. Molti dei suoi salti temporali dipendono dalla sua iniziale caparbia volontà di mantenere un rapporto di amicizia con due compagni di giochi, che invece vorrebbero uscire con lei. E un po' mette rabbia e un po' fa davvero sorridere, vedere come un potere potenzialmente così grande sia usato per scopi così infantili. O, almeno, sorridiamo finché non diventa una questione di vita o di morte.
In realtà, la prima parte del film è molto divertente, piena di situazioni umoristiche, scoppiettante e convincente, man mano che Makoto, la nostra ragazzina saltellante, scopre le potenzialità dei suoi balzi e ne fa uso. Tutto ciò scompare nell'ultima mezz'ora del film, in cui si piomba in una cappa di viscosa disperazione. Non sarebbe grave, anche se terribilmente discontinuo, ma, nel momento in cui si arriva alla resa dei conti, cioè alla spiegazione vera e propria dei salti, il giocattolo si rompe.
Intanto, non si capisce perché, improvvisamente, invece che al solito salto, assistiamo a un fermarsi completo del tempo: il mondo è immobile mentre due sole persone camminano e si parlano, apparentemente per almeno una buona mezz'ora. A questo inaudito fenomeno non viene data alcuna spiegazione. Non viene spiegato per quale motivo, visto che nel futuro esistono questi congegni che consentono un certo numero di balzi temporali, non si possa tornare indietro e procurarsene altri. Né, ancora, come sia stato possibile suddividere il potenziale dei salti di un unico congegno fra due persone o, infine, come sia possibile che una persona dichiari di provenire dal futuro e che aspetterà l'altra… ma nel futuro quanto? E non si invecchia, nel frattempo? Semmai torna tu, visto che nella tua epoca i congegni ci sono! Senza contare che alcune frasi lasciano intendere che ci saranno, prima o poi, gravissimi accadimenti. Come interpretare, altrimenti, tanto ingenuo piacere per lo scorrere di un fiume, le passeggiate in bicicletta, il baseball, il camminare fra tanta gente? Lo stesso motivo per cui il viaggiatore si sarebbe imbarcato in un viaggio temporale è apparentemente futile: l'ossessione per un dipinto. Perché? Non ce lo spiegano.
In definitiva, è un bel lavoro, che piacerà probabilmente ai giovanissimi. Mia figlia undicenne mi ha detto: "Perché vuoi demolirlo? E' bellissimo!". Ho dovuto spiegarle alcune cose, ma non mi è sembrata convinta. Beh, crescerà.
Purtroppo, l'ultima mezz'ora avrebbe potuto essere condotta in maniera diversa. Si è voluto a tutti i costi inserire una storia d'amore, farla a pezzi e poi darci un contentino di speranza, ma, per farlo, si è mandato in corto circuito tutto l'apparato logico. Peccato.
Ora resto con il dilemma: che voto assegnare? Fresca di delusione, d'impulso direi 6, ma sarei forse troppo severa. Eppure, per un anime costruito con una certa logica, andare poi così contro quella certa logica è una pecca imperdonabile. Ciononostante, non posso dimenticare che mia figlia mi ha sbarrato gli occhi dicendo che è bellissimo, quindi assegnerò 7. Ma non sono convinta.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Questo movie-anime mi ha stupito, mi aspettavo una storia banale di una ragazza che poteva muoversi nel tempo a suo piacimento. Ma al contrario, "La ragazza che saltava nel tempo" si è rivelato un film molto emozionante, soprattutto non mi sarei mai aspettata che Chiaki venisse dal futuro e che ci fosse lui nel laboratorio di scienze.
Anche se la fine mi ha un po' deluso, io preferisco i finali romantici, ecc.: è per questo che non ho votato 10 ma 9.
Makoto è la classica ragazza che sembra molto allegra e senza problemi, ma appena arriva un intoppo nella sua solita vita tende a evitarlo. E' testarda e non ascolta quasi mai quello che le viene suggerito. Inizialmente lei e Chiaki sembrano cane e gatto, ma nel corso della storia tutto cambia e loro sembrano crescere e maturare nel corso di essa.
Dopo "La città incantata" e "Il castello errante di Howl", questo film, nella mia classifica, ha un terzo posto assicurato.
Questo movie-anime mi ha stupito, mi aspettavo una storia banale di una ragazza che poteva muoversi nel tempo a suo piacimento. Ma al contrario, "La ragazza che saltava nel tempo" si è rivelato un film molto emozionante, soprattutto non mi sarei mai aspettata che Chiaki venisse dal futuro e che ci fosse lui nel laboratorio di scienze.
Anche se la fine mi ha un po' deluso, io preferisco i finali romantici, ecc.: è per questo che non ho votato 10 ma 9.
Makoto è la classica ragazza che sembra molto allegra e senza problemi, ma appena arriva un intoppo nella sua solita vita tende a evitarlo. E' testarda e non ascolta quasi mai quello che le viene suggerito. Inizialmente lei e Chiaki sembrano cane e gatto, ma nel corso della storia tutto cambia e loro sembrano crescere e maturare nel corso di essa.
Dopo "La città incantata" e "Il castello errante di Howl", questo film, nella mia classifica, ha un terzo posto assicurato.
Tornare indietro nel tempo per rimediare a eventi che avremmo voluto si svolgessero in modo diverso è un potere di immenso valore, ma è davvero così importante? Non avrebbe più valore vivere la propria vita al massimo delle possibilità e cogliendo ogni occasione positiva che si prospetta dinnanzi a noi?
Questo è un discorso che la giovane Makoto non si è mai posta prima di ottenere il potere di "saltare"nel tempo. Makoto è una simpatica ragazza liceale un po' pasticciona e con un carattere da maschiaccio, ma che vive una vita normale e relativamente spensierata insieme ai suoi amici Kosuke e Chiaki. Un giorno per puro caso inciampa in qualcosa di piccolo come una noce e quando si rialza sembra tutto apposto, ma la realtà è decisamente diversa. Scopre infatti che saltando riesce a tornare indietro nel tempo, e più è lungo/alto il salto e più indietro nel tempo riesce ad andare. Ma quel potere non è tutto rose e fiori e l'uso eccessivo per i propri fini porta a conseguenze non tanto positive per chi le sta attorno.
Insomma, la trama è abbastanza semplice, ed è un pregio, perché spesso opere che trattano di fantascienza e più precisamente di salti temporali si perdono in inutili ghirigori narrativo-filosofici. Mentre "La ragazza che saltava nel tempo" tratta, sì, di fantascienza, ma anche di temi attualissimi, come il non lasciarsi scappare delle splendide occasioni per paura o capriccio e il guardare sempre avanti senza soffermarsi troppo sul passato.
I personaggi sono resi in modo, a mio parere, eccellente: Makoto è un personaggio estremamente simpatico e pieno di vita, e i suoi amici si comportano come dei normali liceali che con i loro caratteri non estremizzati e stereotipati, grazie al cielo, riescono a risultare assai più realistici di molti altri personaggi maschili di altri anime giapponesi. C'è anche spazio per del sentimentalismo in quest'opera, che tuttavia si svilupperà solo dalla seconda metà della stessa in poi.
Il comparto tecnico è di ottimo livello, poiché pur non perdendosi in eccessivi dettagli riesce ugualmente a regalare personaggi dai volti simpatici e paesaggi altrettanto appaganti. Le animazioni sono molto fluide e lo si nota soprattutto quando Makoto spicca uno dei suoi salti nel tempo. Il comparto audio è altrettanto buono grazie a musiche di sottofondo azzeccate e mai troppo invasive.
Insomma "La ragazza che saltava nel tempo" è un film d'animazione di grande qualità con una quasi totale assenza di difetti che permette di godere al meglio di ciò che di buono ha da dare. Concludo esponendo il mio pensiero, e anche il mio stile di vita, che quest'opera mi ha ricordato: "Vivo la mia vita nel presente, progettando e costruendo il mio futuro, non dimenticando il passato...".
Questo è un discorso che la giovane Makoto non si è mai posta prima di ottenere il potere di "saltare"nel tempo. Makoto è una simpatica ragazza liceale un po' pasticciona e con un carattere da maschiaccio, ma che vive una vita normale e relativamente spensierata insieme ai suoi amici Kosuke e Chiaki. Un giorno per puro caso inciampa in qualcosa di piccolo come una noce e quando si rialza sembra tutto apposto, ma la realtà è decisamente diversa. Scopre infatti che saltando riesce a tornare indietro nel tempo, e più è lungo/alto il salto e più indietro nel tempo riesce ad andare. Ma quel potere non è tutto rose e fiori e l'uso eccessivo per i propri fini porta a conseguenze non tanto positive per chi le sta attorno.
Insomma, la trama è abbastanza semplice, ed è un pregio, perché spesso opere che trattano di fantascienza e più precisamente di salti temporali si perdono in inutili ghirigori narrativo-filosofici. Mentre "La ragazza che saltava nel tempo" tratta, sì, di fantascienza, ma anche di temi attualissimi, come il non lasciarsi scappare delle splendide occasioni per paura o capriccio e il guardare sempre avanti senza soffermarsi troppo sul passato.
I personaggi sono resi in modo, a mio parere, eccellente: Makoto è un personaggio estremamente simpatico e pieno di vita, e i suoi amici si comportano come dei normali liceali che con i loro caratteri non estremizzati e stereotipati, grazie al cielo, riescono a risultare assai più realistici di molti altri personaggi maschili di altri anime giapponesi. C'è anche spazio per del sentimentalismo in quest'opera, che tuttavia si svilupperà solo dalla seconda metà della stessa in poi.
Il comparto tecnico è di ottimo livello, poiché pur non perdendosi in eccessivi dettagli riesce ugualmente a regalare personaggi dai volti simpatici e paesaggi altrettanto appaganti. Le animazioni sono molto fluide e lo si nota soprattutto quando Makoto spicca uno dei suoi salti nel tempo. Il comparto audio è altrettanto buono grazie a musiche di sottofondo azzeccate e mai troppo invasive.
Insomma "La ragazza che saltava nel tempo" è un film d'animazione di grande qualità con una quasi totale assenza di difetti che permette di godere al meglio di ciò che di buono ha da dare. Concludo esponendo il mio pensiero, e anche il mio stile di vita, che quest'opera mi ha ricordato: "Vivo la mia vita nel presente, progettando e costruendo il mio futuro, non dimenticando il passato...".
Makoto, giovane studentessa liceale piuttosto imbranata, proprio grazie alla sua goffaggine ottiene il potere di saltare nel tempo, un potere decisamente utile, specialmente per una combina-guai come lei. Da buona liceale lo userà praticamente solo per i suoi scopi: sistemare ciò che è andato male, rifare i compiti in classe, arrivare in orario, ecc., quindi non c'è da aspettarsi un'evoluzione della trama in stile più "eroico".
Il problema principale dei viaggi nel tempo è che complicano in un modo assurdo la storia; certe scene si ripeteranno molto spesso e si può correre il rischio di perdere la cronologia degli eventi. Fortunatamente la trama è così semplice che questo rischio è ridotto al minimo.
Accanto a Makoto troveremo i suoi due amici Chiaki e Kosuke, personaggi non molto "ispirati", normali liceali, forse anche troppo normali, quasi da risultare banali.
Come spiega la zia di Makoto, i viaggi nel tempo comportano sempre dei danni per gli altri e, infatti, ogni azione e modifica che porterà Makoto al passato stravolgerà il corso degli eventi, spostandone il peso su altri compagni i quali subiranno le conseguenze al suo posto; una cosa che la stessa Makoto faticherà molto a capire e continuerà imperterrita a usare eccessivamente il suo potere.
Per più di una mezz'ora il film scorre tranquillo senza grossi stravolgimenti, salvo poi arrivare alle consuete spiegazioni finali un po' campate in aria, quasi messe lì giusto per tappare un buco. Fortunatamente nel finale il film si salva mostrando il lato umano e sentimentale dei personaggi, che finalmente dimostrano di avere del carattere e della personalità.
Parlando un po' del lato tecnico del film, si notano i disegni puliti e un character design asciutto e non certamente sconvolgente, adatto all'ambito liceale della storia. Decisamente migliore è invece la colonna sonora, sempre piacevole da ascoltare.
In conclusione "La ragazza che saltava nel tempo" è un buon film, certamente non un capolavoro, ma esso racconta una storia molto bella sulle occasioni sprecate, sul cogliere l'attimo fuggente, per usare il titolo del celebre film, quell'attimo che, se lasciato scappare, non si potrà più riavere perché purtroppo, o per fortuna, non siamo ancora in grado di "saltare nel tempo".
Il problema principale dei viaggi nel tempo è che complicano in un modo assurdo la storia; certe scene si ripeteranno molto spesso e si può correre il rischio di perdere la cronologia degli eventi. Fortunatamente la trama è così semplice che questo rischio è ridotto al minimo.
Accanto a Makoto troveremo i suoi due amici Chiaki e Kosuke, personaggi non molto "ispirati", normali liceali, forse anche troppo normali, quasi da risultare banali.
Come spiega la zia di Makoto, i viaggi nel tempo comportano sempre dei danni per gli altri e, infatti, ogni azione e modifica che porterà Makoto al passato stravolgerà il corso degli eventi, spostandone il peso su altri compagni i quali subiranno le conseguenze al suo posto; una cosa che la stessa Makoto faticherà molto a capire e continuerà imperterrita a usare eccessivamente il suo potere.
Per più di una mezz'ora il film scorre tranquillo senza grossi stravolgimenti, salvo poi arrivare alle consuete spiegazioni finali un po' campate in aria, quasi messe lì giusto per tappare un buco. Fortunatamente nel finale il film si salva mostrando il lato umano e sentimentale dei personaggi, che finalmente dimostrano di avere del carattere e della personalità.
Parlando un po' del lato tecnico del film, si notano i disegni puliti e un character design asciutto e non certamente sconvolgente, adatto all'ambito liceale della storia. Decisamente migliore è invece la colonna sonora, sempre piacevole da ascoltare.
In conclusione "La ragazza che saltava nel tempo" è un buon film, certamente non un capolavoro, ma esso racconta una storia molto bella sulle occasioni sprecate, sul cogliere l'attimo fuggente, per usare il titolo del celebre film, quell'attimo che, se lasciato scappare, non si potrà più riavere perché purtroppo, o per fortuna, non siamo ancora in grado di "saltare nel tempo".
I viaggi nel tempo creano sempre numerosi imbarazzi a coloro che sono chiamati a gestirne i paradossi e gli equilibri. E' facile perdere la credibilità agli occhi dello spettatore. Devo ammettere che 'La ragazza che saltava nel tempo' per più di mezzora mi ha lasciato credere che fosse il genere di anime carino, ma con poco senso logico e con tanti compromessi da fare accettare per rendersi credibile. C'è stata una frase in particolare che mi ha fatto capire che mi stavo sbagliando: "Ricorda che se tu ci guadagnerai ci sarà qualcuno che ci rimetterà".
Makoto è una ragazza piena di vita. Sembra una giornata come tante altre, ma non sarà così. Le capita una disavventura dopo l'altra e una strana "caduta" nel laboratorio di chimica. Tuttavia, un paio di lanci a baseball con i suoi due amici Chiaki e Kosuke le fanno tornare subito il buonumore. Ancora la ragazza non sa che qualcosa di ben più terribile l'aspetta in quello strano giorno.
Amo i cieli rossastri del tramonto con la loro debole luce che avvolge ogni cosa: in quest'anime non mancano di certo. I fondali, così come tutti i disegni, sono ben curati. I colori sono suggestivi e le musiche scandiscono il lento, ma godibile, scorrere della storia. La colonna sonora finale è la classica ciliegina su una buona torta.
Quello che mi è piaciuto meno sono i dialoghi, vivaci ma piuttosto prevedibili, carenti di spunti brillanti. In più, ho trovato alcune falle nella trama: essa spiega tutto il necessario, ma si dimentica di giustificare alcuni avvenimenti apparentemente secondari - ci si può passare benissimo sopra considerandoli piccoli nei che, tuttavia, rimangono.
Concludendo, in tre parole, 'La ragazza che saltava nel tempo' è un anime riflessivo, magico e leggero.
Consigliato a tutti gli amanti del genere "fantastico", ma anche a chi desidera trascorrere un'ora e mezza in piacevole visione.
Makoto è una ragazza piena di vita. Sembra una giornata come tante altre, ma non sarà così. Le capita una disavventura dopo l'altra e una strana "caduta" nel laboratorio di chimica. Tuttavia, un paio di lanci a baseball con i suoi due amici Chiaki e Kosuke le fanno tornare subito il buonumore. Ancora la ragazza non sa che qualcosa di ben più terribile l'aspetta in quello strano giorno.
Amo i cieli rossastri del tramonto con la loro debole luce che avvolge ogni cosa: in quest'anime non mancano di certo. I fondali, così come tutti i disegni, sono ben curati. I colori sono suggestivi e le musiche scandiscono il lento, ma godibile, scorrere della storia. La colonna sonora finale è la classica ciliegina su una buona torta.
Quello che mi è piaciuto meno sono i dialoghi, vivaci ma piuttosto prevedibili, carenti di spunti brillanti. In più, ho trovato alcune falle nella trama: essa spiega tutto il necessario, ma si dimentica di giustificare alcuni avvenimenti apparentemente secondari - ci si può passare benissimo sopra considerandoli piccoli nei che, tuttavia, rimangono.
Concludendo, in tre parole, 'La ragazza che saltava nel tempo' è un anime riflessivo, magico e leggero.
Consigliato a tutti gli amanti del genere "fantastico", ma anche a chi desidera trascorrere un'ora e mezza in piacevole visione.
Scegliere di realizzare un prodotto sui viaggi nel tempo spesso può risultare arduo perché, sì, è vero che sono tanto affascinanti addirittura da creare cerchie di appassionati, ma dall'altra parte non si può ammettere il minimo errore, perché sennò il tutto rischia di diventare banale con una facilità esorbitante. Essendo un appassionato dei viaggi nel tempo, so benissimo che esistono tre scuole di pensiero: il viaggio nel tempo in cui si incontra il doppio io e in cui gli avvenimenti si posso cambiare (esempio: "Ritorno al futuro"); viaggi nel tempo in cui si incontra il doppio io e in cui gli avvenimenti sono immutabili (esempio: "Harry Potter"), e viaggi nel tempo all'interno del proprio corpo in cui ovviamente gli avvenimenti si posso cambiare e manca l'affascinante componente del doppio io. Questa serie rientra nella terza categoria.
Makoto è una ragazza normale che frequenta la scuola, ha un gruppo di amici inseparabili e una famiglia accogliente. Scoprirà presto di avere una capacità particolare: quella di viaggiare nel tempo attraverso dei lunghi salti. Inizialmente appena scoprirà di avere questa capacità si divertirà a rivivere momenti superflui spesso per evitare imbarazzi e situazioni scomode, ma si accorgerà forse troppo tardi dell'utilità del suo potere.
Un film anime deve essere realizzato bene visto che il tempo per descrivere delle situazioni, che in una serie verrebbero spiegate in diverse puntate avendo diversi minuti di spazio, è ridotto. Questo film non delude assolutamente visto che riesce a rendere interessante e coinvolgente ogni minimo momento e anche situazioni tipicamente quotidiane risulteranno coinvolgenti e piacevoli, senza annoiare minimamente.
La trama è semplice e diretta e nonostante tutto riesce a essere molto più incisiva e interessante di tante trame elaborate e complesse. Per la maggioranza del tempo saranno situazioni quotidiane a comporre lo svolgimento; soltanto verso la fine ci sarà un colpo di scena e un cambiamento parziale di trama, rimanendo essa comunque semplice.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film davvero ben realizzato che dimostra un'ottima dimestichezza con il tema dei viaggi nel tempo e dimostra anche che per dare vita a un buon prodotto non servono trame esagerate. E' stata davvero una visione piacevole e disimpegnata. Il mio voto è 7.
Makoto è una ragazza normale che frequenta la scuola, ha un gruppo di amici inseparabili e una famiglia accogliente. Scoprirà presto di avere una capacità particolare: quella di viaggiare nel tempo attraverso dei lunghi salti. Inizialmente appena scoprirà di avere questa capacità si divertirà a rivivere momenti superflui spesso per evitare imbarazzi e situazioni scomode, ma si accorgerà forse troppo tardi dell'utilità del suo potere.
Un film anime deve essere realizzato bene visto che il tempo per descrivere delle situazioni, che in una serie verrebbero spiegate in diverse puntate avendo diversi minuti di spazio, è ridotto. Questo film non delude assolutamente visto che riesce a rendere interessante e coinvolgente ogni minimo momento e anche situazioni tipicamente quotidiane risulteranno coinvolgenti e piacevoli, senza annoiare minimamente.
La trama è semplice e diretta e nonostante tutto riesce a essere molto più incisiva e interessante di tante trame elaborate e complesse. Per la maggioranza del tempo saranno situazioni quotidiane a comporre lo svolgimento; soltanto verso la fine ci sarà un colpo di scena e un cambiamento parziale di trama, rimanendo essa comunque semplice.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film davvero ben realizzato che dimostra un'ottima dimestichezza con il tema dei viaggi nel tempo e dimostra anche che per dare vita a un buon prodotto non servono trame esagerate. E' stata davvero una visione piacevole e disimpegnata. Il mio voto è 7.
Sbadata, non troppo intelligente ma sempre vivace e socievole, Makoto Konno è una studentessa che frequenta l'ultimo anno delle superiori che scopre, in seguito a un incidente con la bicicletta, di avere la capacità di fare dei salti temporali. Nel momento in cui sta per finire sotto un treno (!) la ragazza si salva miracolosamente e si ritrova di nuovo sulla strada, a decine di metri di distanza dalla ferrovia.
Makoto impara quindi a utilizzare questo dono; basta infatti un balzo per tornare indietro nel tempo e correggere eventuali errori, migliorare i voti scolastici, prevedere i suoi (frequenti) incidenti, allungare il tempo al karaoke.
Makoto però scoprirà ben presto che ogni sua azione che ha lo scopo di migliorare la sua situazione, avrà un effetto negativo su qualcun altro. Se quindi per esempio evita un compito in cucina che le causerà un incidente, sarà un suo compagno a subirlo, diventando in seguito mira di bullismo, nel momento in cui salva un suo amico da un'aggressione, un'altra ragazza ci rimette al suo posto e così via. La protagonista si ritrova così a saltare continuamente nel tempo per cambiare le conseguenze causate da lei stessa, anche se involontariamente, ma il futuro non aspetta nessuno.
Premiato con numerosi riconoscimenti, tra i quali ben 6 Tokyo International Anime Fair del 2007, "La Ragazza che Saltava nel Tempo" è uno splendido film d'animazione tratto da un romanzo di Yasutaka Tsutsui uscito a episodi all'inizio degli anni '60. Le animazioni sono fluide (io l'ho visto in Blue-Ray), gli sfondi curatissimi e il character design di Yoshiyuki Sadamoto, anche se non all'altezza di sue precedenti realizzazioni, compie pienamente il suo dovere, così come la colonna sonora.
Quanti di voi non hanno desiderato almeno una volta una seconda possibilità? Il "se avessi saputo.." è spesso ricorrente nei nostri eventi quotidiani, da quelli più semplici e banali alle decisioni che cambiano nettamente la nostra esistenza.
Il tema del viaggio del tempo viene trattato egregiamente in questo film, così come abbiamo imparato a conoscerlo dal cinema alla letteratura. In "Ricomincio da Capo" Bill Murray cerca la perfezione che non esiste ripetendo più volte la stessa giornata, mentre in "Ritorno al Futuro" Michael J. Fox deve rimettere più volte le cose a posto dopo un primo viaggio nel tempo.
E il tempo non aspetta, questo film illustra egregiamente il sentimento, giapponese quanto universale, del timore adolescenziale di crescere: Makoto è all'ultimo anno di scuola e non ha per nulla le idee chiare su cosa fare, vorrebbe rimanere con i suoi due fedeli amici (immancabile il triangolo amoroso, ma qui è davvero particolare), continuare a giocare con loro senza troppi pensieri per la mente, ma nessuno può sfuggire allo scorrere del tempo.
Commedia con elementi sci-fi, decisamente il mio genere fin dai tempi di "Lamù" arrivando ad Haruhi Suzumiya, "La Ragazza che saltava" nel tempo è giunto in Italia nel 2008 grazie all'editore francese Kaze. Il doppiaggio è, consiglierei l'edizione BD per gustarlo in alta definizione, ma in entrambe le versioni l'audio italiano è in un preistorico 2.0. Il film ha il pregio di essere adatto ad ogni tipo di pubblico grazie al suo tema sempre fresco (quante volte abbiamo visto in tv "Ritorno al Futuro?"), alla sua splendida sceneggiatura e alla simpatica protagonista.
Makoto impara quindi a utilizzare questo dono; basta infatti un balzo per tornare indietro nel tempo e correggere eventuali errori, migliorare i voti scolastici, prevedere i suoi (frequenti) incidenti, allungare il tempo al karaoke.
Makoto però scoprirà ben presto che ogni sua azione che ha lo scopo di migliorare la sua situazione, avrà un effetto negativo su qualcun altro. Se quindi per esempio evita un compito in cucina che le causerà un incidente, sarà un suo compagno a subirlo, diventando in seguito mira di bullismo, nel momento in cui salva un suo amico da un'aggressione, un'altra ragazza ci rimette al suo posto e così via. La protagonista si ritrova così a saltare continuamente nel tempo per cambiare le conseguenze causate da lei stessa, anche se involontariamente, ma il futuro non aspetta nessuno.
Premiato con numerosi riconoscimenti, tra i quali ben 6 Tokyo International Anime Fair del 2007, "La Ragazza che Saltava nel Tempo" è uno splendido film d'animazione tratto da un romanzo di Yasutaka Tsutsui uscito a episodi all'inizio degli anni '60. Le animazioni sono fluide (io l'ho visto in Blue-Ray), gli sfondi curatissimi e il character design di Yoshiyuki Sadamoto, anche se non all'altezza di sue precedenti realizzazioni, compie pienamente il suo dovere, così come la colonna sonora.
Quanti di voi non hanno desiderato almeno una volta una seconda possibilità? Il "se avessi saputo.." è spesso ricorrente nei nostri eventi quotidiani, da quelli più semplici e banali alle decisioni che cambiano nettamente la nostra esistenza.
Il tema del viaggio del tempo viene trattato egregiamente in questo film, così come abbiamo imparato a conoscerlo dal cinema alla letteratura. In "Ricomincio da Capo" Bill Murray cerca la perfezione che non esiste ripetendo più volte la stessa giornata, mentre in "Ritorno al Futuro" Michael J. Fox deve rimettere più volte le cose a posto dopo un primo viaggio nel tempo.
E il tempo non aspetta, questo film illustra egregiamente il sentimento, giapponese quanto universale, del timore adolescenziale di crescere: Makoto è all'ultimo anno di scuola e non ha per nulla le idee chiare su cosa fare, vorrebbe rimanere con i suoi due fedeli amici (immancabile il triangolo amoroso, ma qui è davvero particolare), continuare a giocare con loro senza troppi pensieri per la mente, ma nessuno può sfuggire allo scorrere del tempo.
Commedia con elementi sci-fi, decisamente il mio genere fin dai tempi di "Lamù" arrivando ad Haruhi Suzumiya, "La Ragazza che saltava" nel tempo è giunto in Italia nel 2008 grazie all'editore francese Kaze. Il doppiaggio è, consiglierei l'edizione BD per gustarlo in alta definizione, ma in entrambe le versioni l'audio italiano è in un preistorico 2.0. Il film ha il pregio di essere adatto ad ogni tipo di pubblico grazie al suo tema sempre fresco (quante volte abbiamo visto in tv "Ritorno al Futuro?"), alla sua splendida sceneggiatura e alla simpatica protagonista.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un prodotto della Madhouse del 2006 che è stato diretto da Mamoru Hosoda e che è basato sul racconto di Yasutaka Tsutsui, di cui l'anime rappresenta una continuazione.
Protagonista della storia è Makoto, una normalissima studentessa liceale che trascorre le sue giornate con i due amici Chiaki e Kosuke e non ha nessuna qualità particolare, se non quella di essere estremamente goffa. Un giorno Makoto nel laboratorio di scienze della scuola scivola su qualcosa che sembra in apparenza una banalissima noce e da quel momento la sua vita cambia. Proprio quando sta per accadere l'irreparabile in un incidente che la vede come vittima, Makoto scopre di avere la capacità di potere fare dei veri e propri salti temporali.
Devo dire che la Madhouse sul piano grafico e dell'animazione si distingue sempre per la grande qualità e, anche se il character design dei personaggi non è estremamente marcato, le emozioni e le sue molteplici manifestazioni talvolta sono molto realistiche. Basti pensare alle espressioni facciali della protagonista, quando si abbandona sia al riso sia al pianto, le quali suscitano nello spettatore un certo coinvolgimento e una grande tenerezza.
La storia non è particolarmente intricata, semmai è la struttura narrativa a esserlo, essendo continuamente spezzata dai continui balzi tra passato e presente della protagonista, che tuttavia non rendono difficile la fruizione del film. Anzi, al contrario, talvolta essa crea effetti comici ed esilaranti: soprattutto quando Makoto tra uno spostamento e l'altro cerca le sue piccole e banali rivendicazioni, o quando inizia a confondersi lei stessa sulla successione temporale degli avvenimenti sui quali va ad agire con il suo "potere".
L'idea di fondo è quella del tempo e della possibilità di poterlo manipolare. In molti hanno sottolineato quanto essa sia stata spesso rappresentata in passato e quanto continui a essere di grande attualità ancora oggi. Sono certa che chiunque desidererebbe possedere un telecomando e premere il tasto "rewind" per sottrarsi a una figuraccia, per ricominciare tutto daccapo qualcosa nel quale si è fallito miseramente, oppure per evitare di vivere un lutto o qualcosa che ci fa stare male. Bene, questo non è possibile nella vita: si sbaglia in itinere e non ci sono prove generali prima.
Nel caso dell'anime, laddove se ne avesse la possibilità, l'effetto di questi balzi e delle modifiche alle nostre esperienze può essere dannoso, non tanto per noi, quanto per gli altri. Modificare le proprie azioni del passato e del presente che del resto sono il risultato di un intreccio di circostanze fortuite collegate tra loro e con tutto ciò che ci circonda, significherebbe modificare il mondo che ci sta intorno, come rompere l'equilibrio di una grande scacchiera dove ogni singolo elemento influenza l'altro. E Makoto se ne renderà conto molto presto. Inoltre a tutto ciò si aggiunge anche un inaspettato risvolto sentimentale, che magari lascia presagire che potrebbe esserci un proseguimento. Chi lo sa?
Intanto ne raccomando la visione e auguro buon divertimento a chi deciderà di dedicarsi ai 98' del film.
Protagonista della storia è Makoto, una normalissima studentessa liceale che trascorre le sue giornate con i due amici Chiaki e Kosuke e non ha nessuna qualità particolare, se non quella di essere estremamente goffa. Un giorno Makoto nel laboratorio di scienze della scuola scivola su qualcosa che sembra in apparenza una banalissima noce e da quel momento la sua vita cambia. Proprio quando sta per accadere l'irreparabile in un incidente che la vede come vittima, Makoto scopre di avere la capacità di potere fare dei veri e propri salti temporali.
Devo dire che la Madhouse sul piano grafico e dell'animazione si distingue sempre per la grande qualità e, anche se il character design dei personaggi non è estremamente marcato, le emozioni e le sue molteplici manifestazioni talvolta sono molto realistiche. Basti pensare alle espressioni facciali della protagonista, quando si abbandona sia al riso sia al pianto, le quali suscitano nello spettatore un certo coinvolgimento e una grande tenerezza.
La storia non è particolarmente intricata, semmai è la struttura narrativa a esserlo, essendo continuamente spezzata dai continui balzi tra passato e presente della protagonista, che tuttavia non rendono difficile la fruizione del film. Anzi, al contrario, talvolta essa crea effetti comici ed esilaranti: soprattutto quando Makoto tra uno spostamento e l'altro cerca le sue piccole e banali rivendicazioni, o quando inizia a confondersi lei stessa sulla successione temporale degli avvenimenti sui quali va ad agire con il suo "potere".
L'idea di fondo è quella del tempo e della possibilità di poterlo manipolare. In molti hanno sottolineato quanto essa sia stata spesso rappresentata in passato e quanto continui a essere di grande attualità ancora oggi. Sono certa che chiunque desidererebbe possedere un telecomando e premere il tasto "rewind" per sottrarsi a una figuraccia, per ricominciare tutto daccapo qualcosa nel quale si è fallito miseramente, oppure per evitare di vivere un lutto o qualcosa che ci fa stare male. Bene, questo non è possibile nella vita: si sbaglia in itinere e non ci sono prove generali prima.
Nel caso dell'anime, laddove se ne avesse la possibilità, l'effetto di questi balzi e delle modifiche alle nostre esperienze può essere dannoso, non tanto per noi, quanto per gli altri. Modificare le proprie azioni del passato e del presente che del resto sono il risultato di un intreccio di circostanze fortuite collegate tra loro e con tutto ciò che ci circonda, significherebbe modificare il mondo che ci sta intorno, come rompere l'equilibrio di una grande scacchiera dove ogni singolo elemento influenza l'altro. E Makoto se ne renderà conto molto presto. Inoltre a tutto ciò si aggiunge anche un inaspettato risvolto sentimentale, che magari lascia presagire che potrebbe esserci un proseguimento. Chi lo sa?
Intanto ne raccomando la visione e auguro buon divertimento a chi deciderà di dedicarsi ai 98' del film.
Quando si parla di viaggi nel tempo in genere si tende a fantasticare sulla possibilità di visitare epoche, passate o future, in cui l'uomo, per la sua natura di essere mortale, non ha conosciuto e non conoscerà mai. Tuttavia non è questa l'unica aspirazione possibile: in molti desidererebbero piuttosto tornare a momenti felici della propria esistenza oppure fare visita a un parente scomparso anni addietro.
Inutile dire che la letteratura e il cinema hanno prodotto un numero ormai incalcolabile di opere in cui veniva trattato il tema dei viaggi nel tempo; su tutti spicca il famosissimo "Ritorno al futuro" di Zemeckis, che dietro una facciata di commedia per famiglie, nascondeva dei concetti temporali molto complessi che erano destinati a influenzare la nostra concezione del continuum tempo-spazio in modo radicale.
"La ragazza che saltava nel tempo" è, dunque, l'ennesima dimostrazione di quanto il desiderio dell'uomo di vincere le barriere temporali sia ancora uno dei temi preferiti degli scrittori di fantascienza. Ciò che però diversifica quest'anime dalla massa è la rappresentazione di un modo diverso in cui questo potere potrebbe essere usato se a disposizione di un singolo individuo: niente viaggi nell'antica Roma o in un lontano futuro semplicemente, ma piccoli spostamenti di pochi giorni, di poche ore, di pochi minuti.
Chi fra noi non ha mai desiderato tornare indietro nel tempo per porre rimedio a errori commessi, per rifare scelte che si sono rivelate sbagliate, ma anche, più semplicemente, per conoscere in anticipo le tracce di un esame? Per fare qualcosa di simile non occorrerebbe fare salti troppo lunghi ma giusto per il tempo necessario a evitare situazioni che si riveleranno svantaggiose.
Ed è proprio questo che capita a Makoto, una studentessa delle superiori, che in seguito a un incidente scopre di aver acquisito in modo inspiegabile (almeno all'inizio) la capacità di tornare indietro nel tempo attraverso dei veri e propri salti. Inizialmente la ragazza si dimostra un po' frastornata da questa sua strana capacità; poi però decide di utilizzarla a suo vantaggio. I risultati ottenuti, però, spesso si riveleranno disastrosi nonostante la ragazza cerchi più volte di modificare la linea temporale in modo da rendere più piacevole la vita di tutti i suoi compagni - oltre che la propria, ovviamente.
Il tema trattato è d'indubbio interesse e viene sviluppato in modo molto piacevole, con momenti di grande ilarità e/o romanticismo. Makoto si dimostra essere un personaggio molto insicuro e indeciso, specie in tema sentimentale, e per questo suscita grande simpatia nello spettatore; i suoi due compagni sono altrettanto gradevoli nella loro normalità e appaiono come quel tipo di persona che ognuno di noi desidererebbe conoscere e con cui si vorrebbe stringere amicizia.
Tutti questi fattori positivi, però, vengono fortemente limitati da quella che ho preso l'abitudine di chiamare "sindrome da Ritorno al Futuro" (ecco perché vi ho fatto riferimento prima): la dinamica dei viaggi nel tempo contiene diverse contraddizioni, in particolar modo verso la fine. Non volendo commettere l'immondo peccato di spoilerare, dirò solo che ad esempio il "viaggiare nel tempo" è una cosa diversa dal "fermare il tempo", e che non si può dire "ti aspetterò nel futuro" (almeno non con le motivazioni che si intuiscono) senza considerare che nel frattempo l'altra persona sarà decisamente invecchiata.
Questi e altri rilievi che non sto a citare per non scendere ulteriormente nel dettaglio hanno reso il finale di questa storia, che ho trovato molto bella, un po' deludente. Ciò però non risulta essere tanto influente da rovinare un anime obiettivamente ben fatto, sia in termini di trama sia in termini di grafica, e che, nel suo complesso, ho indubbiamente apprezzato molto.
Inutile dire che la letteratura e il cinema hanno prodotto un numero ormai incalcolabile di opere in cui veniva trattato il tema dei viaggi nel tempo; su tutti spicca il famosissimo "Ritorno al futuro" di Zemeckis, che dietro una facciata di commedia per famiglie, nascondeva dei concetti temporali molto complessi che erano destinati a influenzare la nostra concezione del continuum tempo-spazio in modo radicale.
"La ragazza che saltava nel tempo" è, dunque, l'ennesima dimostrazione di quanto il desiderio dell'uomo di vincere le barriere temporali sia ancora uno dei temi preferiti degli scrittori di fantascienza. Ciò che però diversifica quest'anime dalla massa è la rappresentazione di un modo diverso in cui questo potere potrebbe essere usato se a disposizione di un singolo individuo: niente viaggi nell'antica Roma o in un lontano futuro semplicemente, ma piccoli spostamenti di pochi giorni, di poche ore, di pochi minuti.
Chi fra noi non ha mai desiderato tornare indietro nel tempo per porre rimedio a errori commessi, per rifare scelte che si sono rivelate sbagliate, ma anche, più semplicemente, per conoscere in anticipo le tracce di un esame? Per fare qualcosa di simile non occorrerebbe fare salti troppo lunghi ma giusto per il tempo necessario a evitare situazioni che si riveleranno svantaggiose.
Ed è proprio questo che capita a Makoto, una studentessa delle superiori, che in seguito a un incidente scopre di aver acquisito in modo inspiegabile (almeno all'inizio) la capacità di tornare indietro nel tempo attraverso dei veri e propri salti. Inizialmente la ragazza si dimostra un po' frastornata da questa sua strana capacità; poi però decide di utilizzarla a suo vantaggio. I risultati ottenuti, però, spesso si riveleranno disastrosi nonostante la ragazza cerchi più volte di modificare la linea temporale in modo da rendere più piacevole la vita di tutti i suoi compagni - oltre che la propria, ovviamente.
Il tema trattato è d'indubbio interesse e viene sviluppato in modo molto piacevole, con momenti di grande ilarità e/o romanticismo. Makoto si dimostra essere un personaggio molto insicuro e indeciso, specie in tema sentimentale, e per questo suscita grande simpatia nello spettatore; i suoi due compagni sono altrettanto gradevoli nella loro normalità e appaiono come quel tipo di persona che ognuno di noi desidererebbe conoscere e con cui si vorrebbe stringere amicizia.
Tutti questi fattori positivi, però, vengono fortemente limitati da quella che ho preso l'abitudine di chiamare "sindrome da Ritorno al Futuro" (ecco perché vi ho fatto riferimento prima): la dinamica dei viaggi nel tempo contiene diverse contraddizioni, in particolar modo verso la fine. Non volendo commettere l'immondo peccato di spoilerare, dirò solo che ad esempio il "viaggiare nel tempo" è una cosa diversa dal "fermare il tempo", e che non si può dire "ti aspetterò nel futuro" (almeno non con le motivazioni che si intuiscono) senza considerare che nel frattempo l'altra persona sarà decisamente invecchiata.
Questi e altri rilievi che non sto a citare per non scendere ulteriormente nel dettaglio hanno reso il finale di questa storia, che ho trovato molto bella, un po' deludente. Ciò però non risulta essere tanto influente da rovinare un anime obiettivamente ben fatto, sia in termini di trama sia in termini di grafica, e che, nel suo complesso, ho indubbiamente apprezzato molto.
Questa storia parla di una ragazzina di Nome Makoto Konno che frequenta le superiori. E' una ragazza abbastanza sfortunata a cui piace molto passare del tempo a giocare a baseball con i sui due migliori amici di nome Kensuke e Chiaki. Un giorno Makoto scopre che semplicemente facendo un lungo salto, può tornare a ritroso nel tempo: così facendo potrebbe migliorare le sue giornate, tornando indietro e rifacendo le cose che non sono andate nel verso giusto. Purtroppo non si rende conto che così facendo ci potrebbero essere delle conseguenze spiacevoli per altre persone. Alla fine la povera ragazza dovrà rimediare a delle situazioni alquanto spiacevoli.
"La ragazza che saltava nel tempo" è una storia davvero molto bella. Ho deciso di vederlo perché mi ha incuriosito molto la sua trama così originale. La storia si alterna con momenti comici e drammatici, facendo così apprezzare ancora di più questa bella opera.
Il character design è davvero molto carino e ben fatto, i lineamenti di ogni personaggio sono davvero molto curati e dettagliati in ogni minimo particolare.
Do nove a quest'opera, non dieci perché il finale mi ha leggermente deluso. Naturalmente consiglio a tutti la visione di questa magnifica storia.
"La ragazza che saltava nel tempo" è una storia davvero molto bella. Ho deciso di vederlo perché mi ha incuriosito molto la sua trama così originale. La storia si alterna con momenti comici e drammatici, facendo così apprezzare ancora di più questa bella opera.
Il character design è davvero molto carino e ben fatto, i lineamenti di ogni personaggio sono davvero molto curati e dettagliati in ogni minimo particolare.
Do nove a quest'opera, non dieci perché il finale mi ha leggermente deluso. Naturalmente consiglio a tutti la visione di questa magnifica storia.
Regia di Mamoru Hosuda, anno 2006, a opera del famoso studio Madhouse,"La ragazza che saltava nel tempo" è basato sul racconto originale di Yasutaka Tsutsui, vanta il charachter design di Sadamoto (Evangelion).
Si tratta di un film molto delicato e ben costruito, la storia non è del tutto originale e utilizza molto bene temi classici come la capacità di viaggiare nel tempo per colpire al cuore gli spettatori in un intreccio romantico. Il film è basato su una buona unione di sentimenti e fantascienza piuttosto soft, ha un ottimo doppiaggio italiano e due versioni manga di cui una in due volumi, a cura della disegnatrice del nuovo manga di Suzumiya Haruhi (dal tratto piuttosto convenzionale e tipico degli shounen moderni, sconsigliabile) del 2004 e un’altra di un solo volume del 2006, che appare di maggior pregio e rispecchia di più il film; ricordo che per questa seconda versione è il manga a essere tratto dal film, e non viceversa.
Non mi dilungo sulla trama del film perché non ha molta importanza: state sicuri che nel vederlo non resterete delusi. All’epoca di uscita ha avuto notevole successo sia in Giappone che nel limitato mercato italiano arrivando a essere considerato tra i migliori film dell’anno. Forse in quell’anno non è uscito un granché, Tokikake non sarà un capolavoro che rimarrà nella storia, ma vi assicuro che è davvero difficile trovarvi dei difetti.
Un’altra nota positiva: tra le musiche non originali utilizzate nel film vi sono alcuni brani dalle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, a rappresentare gli eventi che si susseguono sempre simili, ma mai uguali.
Molto bello è anche il finale, che rivela una leggera complessità della storia e un’attenzione alla fantascienza che va un po’ oltre il semplice fatto che la protagonista possa viaggiare nel tempo.
Il film non è fondamentale, da vedere in un paio d’ore libere per rilassarsi e lasciarsi coinvolgere in una storia molto bella.
Come voto vorrei dare 7,5, ma dato che non è possibile dare mezzi voti arrotondo a 7. Ripeto, è un film molto bello, ma non indimenticabile. Consigliato.
Si tratta di un film molto delicato e ben costruito, la storia non è del tutto originale e utilizza molto bene temi classici come la capacità di viaggiare nel tempo per colpire al cuore gli spettatori in un intreccio romantico. Il film è basato su una buona unione di sentimenti e fantascienza piuttosto soft, ha un ottimo doppiaggio italiano e due versioni manga di cui una in due volumi, a cura della disegnatrice del nuovo manga di Suzumiya Haruhi (dal tratto piuttosto convenzionale e tipico degli shounen moderni, sconsigliabile) del 2004 e un’altra di un solo volume del 2006, che appare di maggior pregio e rispecchia di più il film; ricordo che per questa seconda versione è il manga a essere tratto dal film, e non viceversa.
Non mi dilungo sulla trama del film perché non ha molta importanza: state sicuri che nel vederlo non resterete delusi. All’epoca di uscita ha avuto notevole successo sia in Giappone che nel limitato mercato italiano arrivando a essere considerato tra i migliori film dell’anno. Forse in quell’anno non è uscito un granché, Tokikake non sarà un capolavoro che rimarrà nella storia, ma vi assicuro che è davvero difficile trovarvi dei difetti.
Un’altra nota positiva: tra le musiche non originali utilizzate nel film vi sono alcuni brani dalle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, a rappresentare gli eventi che si susseguono sempre simili, ma mai uguali.
Molto bello è anche il finale, che rivela una leggera complessità della storia e un’attenzione alla fantascienza che va un po’ oltre il semplice fatto che la protagonista possa viaggiare nel tempo.
Il film non è fondamentale, da vedere in un paio d’ore libere per rilassarsi e lasciarsi coinvolgere in una storia molto bella.
Come voto vorrei dare 7,5, ma dato che non è possibile dare mezzi voti arrotondo a 7. Ripeto, è un film molto bello, ma non indimenticabile. Consigliato.
Chi non vorrebbe averlo, un potere come quello della protagonista?
Premetto che ho un debole verso le storie il cui tema sono i viaggi temporali. La nostra protagonista, Makoto, ne fa un vero abuso, proprio nel modo in cui ogni adolescente lo userebbe: per rivivere momenti divertenti, per ritornare sui propri passi ed evitare situazioni scomode, per arrivare giusto in tempo da qualche parte, o semplicemente, per avere più tempo da spendere durante la giornata, anche solo per dormire.
Ma la trama non inizia e finisce con viaggi sconclusionati. Makoto dovrà rendersi conto che ogni sua scelta ha una conseguenza, che i rapporti con i suoi due migliori amici stanno cambiando e non può evitare di affrontarli, altrimenti perderà ciò che le sta davvero a cuore. Le relazioni sono fragili, e si sviluppano inconsciamente, al momento di venirne a capo si sprofonda nello sconforto. Il tempo sta per scadere, ma chi è a deciderlo?
Oltre allo spirito spensierato e gioioso di tre adolescenti, questo film tratta anche di sentimenti che spingono il lettore a sperare e a tifare perché queste relazioni emergano nella loro vera natura.
Il design grafico è molto fresco, simpatico e dolce. Gli sfondi sono accurati e danno luce e atmosfere adeguate alle scene, i movimenti sono fluidi e a mio avviso incantevoli.
Ma il punto ancora più forte è dato dalla componente musicale. Ci troviamo ad ascoltare delle bellissime musiche, alcune ritmate e divertenti, e altre lente e profonde che lasciano nello spettatore lo stesso vuoto della scena che si sta visionando. A mio avviso sono così intense, belle e complesse che ti fanno innamorare, e hanno il merito d'intensificare le situazioni emozionanti all'interno della "Ragazza che saltava nel tempo". Le ho tutte nel mio mp3, sono impegnative.
Consiglio questo film a tutti, nessuno escluso, ha un suo bel significato: "Time waits for no one".
Premetto che ho un debole verso le storie il cui tema sono i viaggi temporali. La nostra protagonista, Makoto, ne fa un vero abuso, proprio nel modo in cui ogni adolescente lo userebbe: per rivivere momenti divertenti, per ritornare sui propri passi ed evitare situazioni scomode, per arrivare giusto in tempo da qualche parte, o semplicemente, per avere più tempo da spendere durante la giornata, anche solo per dormire.
Ma la trama non inizia e finisce con viaggi sconclusionati. Makoto dovrà rendersi conto che ogni sua scelta ha una conseguenza, che i rapporti con i suoi due migliori amici stanno cambiando e non può evitare di affrontarli, altrimenti perderà ciò che le sta davvero a cuore. Le relazioni sono fragili, e si sviluppano inconsciamente, al momento di venirne a capo si sprofonda nello sconforto. Il tempo sta per scadere, ma chi è a deciderlo?
Oltre allo spirito spensierato e gioioso di tre adolescenti, questo film tratta anche di sentimenti che spingono il lettore a sperare e a tifare perché queste relazioni emergano nella loro vera natura.
Il design grafico è molto fresco, simpatico e dolce. Gli sfondi sono accurati e danno luce e atmosfere adeguate alle scene, i movimenti sono fluidi e a mio avviso incantevoli.
Ma il punto ancora più forte è dato dalla componente musicale. Ci troviamo ad ascoltare delle bellissime musiche, alcune ritmate e divertenti, e altre lente e profonde che lasciano nello spettatore lo stesso vuoto della scena che si sta visionando. A mio avviso sono così intense, belle e complesse che ti fanno innamorare, e hanno il merito d'intensificare le situazioni emozionanti all'interno della "Ragazza che saltava nel tempo". Le ho tutte nel mio mp3, sono impegnative.
Consiglio questo film a tutti, nessuno escluso, ha un suo bel significato: "Time waits for no one".
Beh, che dire, "La ragazza che saltava nel tempo" per me è un anime meraviglioso sotto tutti gli aspetti.
Ha una storia avvincente, emozionante, leggera, che vi terrà incollati allo schermo per tutta la durata del film.
I personaggi sono realizzati molto bene sotto tutti gli aspetti a cominciare dai caratteri, passando per i disegni e alle situazioni in cui si trovano.
Le musiche sono molto belle e catturano lo spettatore dall'inizio alla fine accompagnandolo nelle varie situazioni che s'intrecciano tra i protagonisti.
Anche se di solito preferisco i doppiatori giapponesi rispetto a quelli italiani, devo dire che questa volta sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla capacità e dalla bravura dei nostri doppiatori che hanno saputo trasmettere allo spettatore ogni singola emozione provata dai personaggi.
Purtroppo gli ho potuto dare come voto solo 8 a causa del finale: l'inserimento dell'elemento fantascientifico negli ultimi minuti del film credo abbia rovinato una storia ben costruita e l'abbia indirizzata verso temi ripetitivi e già visti più volte, che deludono un po' le aspettative dello spettatore.
Film comunque consigliatissimo a tutti gli amanti del genere e a tutti quelli appassionati del maestro Miyazaki che, nonostante non abbia contribuito alla realizzazione di quest'anime, in esso s'intravede, ogni tanto, qualche riferimento.
Ha una storia avvincente, emozionante, leggera, che vi terrà incollati allo schermo per tutta la durata del film.
I personaggi sono realizzati molto bene sotto tutti gli aspetti a cominciare dai caratteri, passando per i disegni e alle situazioni in cui si trovano.
Le musiche sono molto belle e catturano lo spettatore dall'inizio alla fine accompagnandolo nelle varie situazioni che s'intrecciano tra i protagonisti.
Anche se di solito preferisco i doppiatori giapponesi rispetto a quelli italiani, devo dire che questa volta sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla capacità e dalla bravura dei nostri doppiatori che hanno saputo trasmettere allo spettatore ogni singola emozione provata dai personaggi.
Purtroppo gli ho potuto dare come voto solo 8 a causa del finale: l'inserimento dell'elemento fantascientifico negli ultimi minuti del film credo abbia rovinato una storia ben costruita e l'abbia indirizzata verso temi ripetitivi e già visti più volte, che deludono un po' le aspettative dello spettatore.
Film comunque consigliatissimo a tutti gli amanti del genere e a tutti quelli appassionati del maestro Miyazaki che, nonostante non abbia contribuito alla realizzazione di quest'anime, in esso s'intravede, ogni tanto, qualche riferimento.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film d'animazione giapponese prodotto dalla casa editrice Madhouse e diretto da Mamoru Hosoda. Trovo quest'anime decisamente splendido. I disegni sono a mio avviso così delicati e puliti, la musica si adatta anch'essa molto bene al contesto del film, e la trama, dal mio punto di vista, è decisamente originale: messi tutti insieme questi fattori hanno creato un capolavoro.
La trama parla di una ragazza, di nome Makoto, che si ritrova a saltare nel tempo quando e quanto vuole, purtroppo però tutto non è così rose e fiori... Il resto della storia dovrete scoprirla voi!
Comunque, "La ragazza che saltava nel tempo", è un anime che merita come minimo un 10, perché lo trovo perfetto.
La trama parla di una ragazza, di nome Makoto, che si ritrova a saltare nel tempo quando e quanto vuole, purtroppo però tutto non è così rose e fiori... Il resto della storia dovrete scoprirla voi!
Comunque, "La ragazza che saltava nel tempo", è un anime che merita come minimo un 10, perché lo trovo perfetto.
Onestamente "La ragazza che saltava nel tempo" è uno dei pochi film d’animazione con una grafica stupefacente. C’è da rimanere sbigottiti dalla quantità di dettagli disposti alla perfezione in ogni scena, dalla fluidità delle immagini e dal realismo dei paesaggi e degli scenari.
Non pecca neppure la trama, di certo assolutamente non innovativa (ma oramai come può qualsiasi cosa non essere già stata esplorata da qualcun altro?), ma sviluppata bene, ed è questo l’importante.
La storia narra di una ragazza del Giappone moderno che, per caso, riceve il potere di saltare nel tempo, o del "time-leaping". I vari salti nel tempo vengono effettuati per aiutare i due amici della protagonista e, in parte, vengono anche consumati per fesserie. La protagonista, infatti, è decisamente simpatica e gran parte dell’anime lo si passa a sorridere, se non a ridere, delle sue azioni e del suo carattere in generale. Consiglio, inoltre, di procurarvi una versione che contenga, oltre al doppiaggio italiano, anche quello giapponese, dacché non v’è francamente paragone.
Il doppiaggio giapponese permette di godere al 100% delle espressioni dei vari personaggi, in particolare della protagonista.
Anche musicalmente è stato ben definito, non sono riuscito bene a identificare alcuni brani udibili durante il movie, che, però, sarei tentato di indirizzare verso Bach o Mozart.
Non ho gradito il finale, dal momento che non gradisco generalmente i finali lieti, e questo in parte lo è. Avrei preferito che l’anime terminasse ai tre quarti del totale degli episodi, nella parte che io considero la migliore dell’intero lungometraggio e che non sarebbe esistita senza un uso perfetto della musica e della grafica, conciliate con una porzione bellissima, ma dolorosa, della storia.
Sento di consigliare questo film praticamente a tutti, dato che non è troppo profondo, è divertente, e molto triste, per molti versi. Do un voto molto alto per l’impegno dimostrato dai creatori.
Non pecca neppure la trama, di certo assolutamente non innovativa (ma oramai come può qualsiasi cosa non essere già stata esplorata da qualcun altro?), ma sviluppata bene, ed è questo l’importante.
La storia narra di una ragazza del Giappone moderno che, per caso, riceve il potere di saltare nel tempo, o del "time-leaping". I vari salti nel tempo vengono effettuati per aiutare i due amici della protagonista e, in parte, vengono anche consumati per fesserie. La protagonista, infatti, è decisamente simpatica e gran parte dell’anime lo si passa a sorridere, se non a ridere, delle sue azioni e del suo carattere in generale. Consiglio, inoltre, di procurarvi una versione che contenga, oltre al doppiaggio italiano, anche quello giapponese, dacché non v’è francamente paragone.
Il doppiaggio giapponese permette di godere al 100% delle espressioni dei vari personaggi, in particolare della protagonista.
Anche musicalmente è stato ben definito, non sono riuscito bene a identificare alcuni brani udibili durante il movie, che, però, sarei tentato di indirizzare verso Bach o Mozart.
Non ho gradito il finale, dal momento che non gradisco generalmente i finali lieti, e questo in parte lo è. Avrei preferito che l’anime terminasse ai tre quarti del totale degli episodi, nella parte che io considero la migliore dell’intero lungometraggio e che non sarebbe esistita senza un uso perfetto della musica e della grafica, conciliate con una porzione bellissima, ma dolorosa, della storia.
Sento di consigliare questo film praticamente a tutti, dato che non è troppo profondo, è divertente, e molto triste, per molti versi. Do un voto molto alto per l’impegno dimostrato dai creatori.
"La ragazza che saltava nel tempo" parla di una ragazza delle superiori (almeno credo), piuttosto imbranata e sfortunata, e appassionata di baseball. Un giorno scopre che, semplicemente spiccando un lungo salto, riesce a viaggiare a ritroso nel tempo, per sistemare le cose che le sono andate male durante la giornata. Non c'è modo migliore quindi di cancellare piccoli errori e disattenzioni accadute. Tuttavia, ben presto scopriremo che queste "correzioni" hanno delle conseguenze sulle altre persone, e la nostra protagonista dovrà rimediare a una serie di conseguenze più o meno catastrofiche.
Eppure, non è questo il fulcro della trama. La trama cambia ritmo costantemente, concentrandosi inizialmente sulla vita scolastica, poi sui viaggi nel tempo, poi sui sentimenti, mettendo un po' di baseball praticamente ovunque. Non manca il mistero dei viaggi nel tempo, con tanto di tatuaggio misterioso sul braccio della nostra protagonista. Infine si sconfina nel fantascientifico.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un'opera che per qualche motivo mi ha ricordato i film di animazione di Miyazaki (anche se non so dire come mai), carina, anche se non ho apprezzato appieno i disegni. Le do un 7.
Eppure, non è questo il fulcro della trama. La trama cambia ritmo costantemente, concentrandosi inizialmente sulla vita scolastica, poi sui viaggi nel tempo, poi sui sentimenti, mettendo un po' di baseball praticamente ovunque. Non manca il mistero dei viaggi nel tempo, con tanto di tatuaggio misterioso sul braccio della nostra protagonista. Infine si sconfina nel fantascientifico.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un'opera che per qualche motivo mi ha ricordato i film di animazione di Miyazaki (anche se non so dire come mai), carina, anche se non ho apprezzato appieno i disegni. Le do un 7.
Makoto è una ragazza solare e molto attiva che passa allegramente le sue giornate frequentando il liceo e divertendosi con i suoi due amici più cari, Kensuke e Chiaki. Un giorno, dopo avere trovato uno strano oggetto ed essere miracolosamente scampata a un incidente con la bicicletta, Makoto si accorge di potere viaggiare, o meglio di potere saltare, da un momento all'altro, a proprio piacimento nel tempo.
Decide allora di sfruttare la cosa per accomodare a piacimento tutti i suoi comuni problemi di ogni giorno, ma si accorgerà ben presto che modificare il corso degli eventi non è affatto una cosa priva di conseguenze.
Pluripremiato in Giappone e acclamato dalla critica anche al di fuori di esso, “La ragazza che saltava nel tempo” (Toi wo kakeru shojo) è forse l'opera più conosciuta del regista Mamoru Hosoda, che ha realizzato il progetto con il famoso studio Madhouse.
Questo film, con toni delicati ma anche allegri e non privi di un certo spirito poetico, ci racconta una storia di tematiche prettamente adolescenziali, cioè di come Makoto, ragazza sì spigliata e simpatica ma almeno all'apparenza priva di qualità speciali o talenti assoluti, messa di fronte a una grande possibilità la sfrutti con la sconsideratezza tipica dei giovani salvo poi saggiare sulla propria pelle le conseguenze delle proprie azioni. È dunque un percorso di crescita e di formazione quello di Makoto
che simboleggia forse quello più generale del passaggio dalla giovinezza all'età adulta.
Ma non solo, perché, a mio avviso, nel suo messaggio il film vuole comunicare che sebbene il tempo passi o venga anche “alterato” ci sono cose come i sentimenti che trascendono da esso e che quindi “saltano” indifferenti tra passato, presente e futuro.
La realizzazione tecnica è indubbiamente ottima. Sebbene il disegno dei personaggi possa apparire a prima vista semplice, quasi essenziale, l'impressione scompare ben presto a fronte di animazioni davvero molto fluide. Bellissimi poi gli sfondi di tutte le ambientazioni proposte, praticamente dei quadri su cui si muovono i personaggi.
Molto appropriata è la colonna sonora che esalta al meglio ogni momento del film, dai più allegri a quelli più intensi. Buonissimo trovo anche il doppiaggio italiano, specialmente Patrizia Mottola nel ruolo di Makoto.
“La ragazza che saltava nel tempo” è dunque un film molto interessante che diverte, commuove e offre diversi spunti di riflessione. Se poi come me siete fan della saga di “Ritorno al Futuro”, sarete anche solleticati dalle conseguenze e dai paradossi generati dai viaggi nel tempo. Da vedere.
Decide allora di sfruttare la cosa per accomodare a piacimento tutti i suoi comuni problemi di ogni giorno, ma si accorgerà ben presto che modificare il corso degli eventi non è affatto una cosa priva di conseguenze.
Pluripremiato in Giappone e acclamato dalla critica anche al di fuori di esso, “La ragazza che saltava nel tempo” (Toi wo kakeru shojo) è forse l'opera più conosciuta del regista Mamoru Hosoda, che ha realizzato il progetto con il famoso studio Madhouse.
Questo film, con toni delicati ma anche allegri e non privi di un certo spirito poetico, ci racconta una storia di tematiche prettamente adolescenziali, cioè di come Makoto, ragazza sì spigliata e simpatica ma almeno all'apparenza priva di qualità speciali o talenti assoluti, messa di fronte a una grande possibilità la sfrutti con la sconsideratezza tipica dei giovani salvo poi saggiare sulla propria pelle le conseguenze delle proprie azioni. È dunque un percorso di crescita e di formazione quello di Makoto
che simboleggia forse quello più generale del passaggio dalla giovinezza all'età adulta.
Ma non solo, perché, a mio avviso, nel suo messaggio il film vuole comunicare che sebbene il tempo passi o venga anche “alterato” ci sono cose come i sentimenti che trascendono da esso e che quindi “saltano” indifferenti tra passato, presente e futuro.
La realizzazione tecnica è indubbiamente ottima. Sebbene il disegno dei personaggi possa apparire a prima vista semplice, quasi essenziale, l'impressione scompare ben presto a fronte di animazioni davvero molto fluide. Bellissimi poi gli sfondi di tutte le ambientazioni proposte, praticamente dei quadri su cui si muovono i personaggi.
Molto appropriata è la colonna sonora che esalta al meglio ogni momento del film, dai più allegri a quelli più intensi. Buonissimo trovo anche il doppiaggio italiano, specialmente Patrizia Mottola nel ruolo di Makoto.
“La ragazza che saltava nel tempo” è dunque un film molto interessante che diverte, commuove e offre diversi spunti di riflessione. Se poi come me siete fan della saga di “Ritorno al Futuro”, sarete anche solleticati dalle conseguenze e dai paradossi generati dai viaggi nel tempo. Da vedere.
Questo film mi ha veramente colpito, mi aspettavo un anime molto soft con tema scolastico e intrecci amorosi, ma mi sono trovato di fronte un capolavoro animato: è come osservare un dipinto che si muove, il regista si sofferma molto sui fondali, sopratutto sui paesaggi urbani, molto ben disegnati e caratterizzati, che ho potuto godere appieno visionandolo in versione blu-ray. La trama all'inizio pare molto semplice, ma poi s'intrica molto sul finale con colpi di scena, anche se devo dire non tutti pienamente azzeccati.
Emergono molti spunti di riflessione, il film solleva dei temi molto legati alla vita adolescenziale. Devo dire che è un film molto lento anche perché vengono riprese molte scene già viste in precedenza (a causa dei salti nel tempo), ma è appositamente così per creare un'atmosfera molto particolare. La musica classica in sottofondo dà quel tocco che rende l'anime un capolavoro, sempre orecchiabile e piacevole.
Il regista Mamoru Hosoda è da tener d'occhio, non è ancora all'altezza di maestri come Satoshi Kon e Hayao Miyazaki, ma ha molte potenzialità.
Emergono molti spunti di riflessione, il film solleva dei temi molto legati alla vita adolescenziale. Devo dire che è un film molto lento anche perché vengono riprese molte scene già viste in precedenza (a causa dei salti nel tempo), ma è appositamente così per creare un'atmosfera molto particolare. La musica classica in sottofondo dà quel tocco che rende l'anime un capolavoro, sempre orecchiabile e piacevole.
Il regista Mamoru Hosoda è da tener d'occhio, non è ancora all'altezza di maestri come Satoshi Kon e Hayao Miyazaki, ma ha molte potenzialità.
Uno dei due soli vantaggi che mi ha dato il digitale terrestre (oltre alla presenza di alcuni canali +1, che mi consentono di recuperare dei programmi dell'ora prima qualora li perdessi) è l'aggiunta di quello stupendo canale che è RAI4, che mi ha consentito di godermi diversi programmi ambientati in Cina e/o in Giappone, fra cui film che mai avrei potuto sperare di vedere nella TV in chiaro. Uno di questi film è stato appunto "La ragazza che saltava nel tempo", una piacevolissima sorpresa.
Dalla trama m'incuriosiva, ma non mi aspettavo niente di che, una storia come un'altra che mostra i viaggi nel tempo, come ce ne sono tantissimi in circolazione. Sì, effettivamente la storia non è eccessivamente originale, ma io ho trovato l'OAV assai godibile, non solo per il character design carino, ma soprattutto per la storia stessa, con elementi fantascientifici ma anche comici e romantici.
I personaggi mi sembrano ben caratterizzati e Makoto è simpaticissima.
Non do un 10 soltanto perché avrei voluto un finale leggermente diverso - ciò non toglie che per altri possa essere perfetto -, ma ne consiglio la visione a tutti.
Dalla trama m'incuriosiva, ma non mi aspettavo niente di che, una storia come un'altra che mostra i viaggi nel tempo, come ce ne sono tantissimi in circolazione. Sì, effettivamente la storia non è eccessivamente originale, ma io ho trovato l'OAV assai godibile, non solo per il character design carino, ma soprattutto per la storia stessa, con elementi fantascientifici ma anche comici e romantici.
I personaggi mi sembrano ben caratterizzati e Makoto è simpaticissima.
Non do un 10 soltanto perché avrei voluto un finale leggermente diverso - ciò non toglie che per altri possa essere perfetto -, ma ne consiglio la visione a tutti.
La ragazza che saltava nel tempo secondo me è una storia fantastica. Magari all'inizio potrebbe essere difficile immedesimarsi nella protagonista, ma pian piano si vede la sua crescita. Inoltre l'autre è stato geniale, perché quasi pensi "ora muore qualcuno, ora muore..." e si vede davvero il modo in cui la storia gioca con questa quasi voglia di dire che il film è scontato. Trovo ciò stupendo. E il finale... davvero, voglio il seguito! Voglio sapere come continua. Cosa succede dopo. Mi ha affascinata davvero.
Il film non meriterebbe il 10 solo perché in alcuni punti è semplicemente insensato. Mmm, ma forse anche questo lo rende fantastico. Perciò in ultima analisi, ho deciso di dargli 10.
Il film non meriterebbe il 10 solo perché in alcuni punti è semplicemente insensato. Mmm, ma forse anche questo lo rende fantastico. Perciò in ultima analisi, ho deciso di dargli 10.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un lungometraggio che parla di una ragazza che, grazie a una specie di 'noce', riesce a tornare indietro nel tempo con un semplice salto: più lungo è il salto, più indietro nel tempo tornerà. Inizia così ad abusare dell'oggetto, servendosene per fare meglio i compiti in classe, mangiare budini o evitare domande a cui preferisce non dare risposta. Ma l'aggeggio sta per scaricarsi, e quando qualcuno verrà a reclamarlo, capisce di avere perso molte opportunità...
L'anime presenta una bell'animazione, un bel doppiaggio e una bella colonna sonora. La trama non è certo brillante, anche se il finale mi ha fatto sicuramente apprezzare maggiormente il film.
L'anime presenta una bell'animazione, un bel doppiaggio e una bella colonna sonora. La trama non è certo brillante, anche se il finale mi ha fatto sicuramente apprezzare maggiormente il film.
Comprai la versione collection del DVD dando fiducia ai trailer che c'erano sul web in quel periodo - sì, è da pazzi spendere 59,90 euro su una cosa che non si è nemmeno sicuri che piaccia.
Sono soddisfattissima dell'acquisto. E' un box con i fiocchi, che esteticamente si presenta benissimo. All'interno troviamo un cofanetto con tre CD, una scheda con un pezzo di pellicola del film, il libretto ufficiale, e infine la cosa che mi piace di più, cioè il libro della raccolta degli storyboard del film (un bel librazzo per giunta!).
La storia non sto a raccontarvela, ma la trovo semplice e di base shoujo, ma è sicuramente fuori dagli schemi normali in cui c'imbattiamo nelle maggior parte delle volte.
Dolce, toccante , commovente; non abbiamo una storia banale e l'epilogo è la parte che ti dà il colpo finale e quindi si corre a cercare fazzoletti di casa nei dintorni. "La ragazza che saltava nel tempo" per me è un bell'anime: ha bella storia che ti tocca il cuore, con un accompagnamento grafico per me eccezionale, che secondo me solo la Madhouse poteva fornirci, e con un doppiaggio che ho trovato ben fatto.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un opera che mi ha veramente sorpreso sotto ogni punto di vista. Consiglio vivamente a tutti di dedicarci del tempo. E' un opera che a mio avviso merita di rientrare tra i "classici" della storia degli anime.
Sono soddisfattissima dell'acquisto. E' un box con i fiocchi, che esteticamente si presenta benissimo. All'interno troviamo un cofanetto con tre CD, una scheda con un pezzo di pellicola del film, il libretto ufficiale, e infine la cosa che mi piace di più, cioè il libro della raccolta degli storyboard del film (un bel librazzo per giunta!).
La storia non sto a raccontarvela, ma la trovo semplice e di base shoujo, ma è sicuramente fuori dagli schemi normali in cui c'imbattiamo nelle maggior parte delle volte.
Dolce, toccante , commovente; non abbiamo una storia banale e l'epilogo è la parte che ti dà il colpo finale e quindi si corre a cercare fazzoletti di casa nei dintorni. "La ragazza che saltava nel tempo" per me è un bell'anime: ha bella storia che ti tocca il cuore, con un accompagnamento grafico per me eccezionale, che secondo me solo la Madhouse poteva fornirci, e con un doppiaggio che ho trovato ben fatto.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un opera che mi ha veramente sorpreso sotto ogni punto di vista. Consiglio vivamente a tutti di dedicarci del tempo. E' un opera che a mio avviso merita di rientrare tra i "classici" della storia degli anime.
Si tratta di un lungometraggio di ambientazione scolastica con toni da commedia sentimentale, che offre numerosi spunti alla riflessione.
Attraverso le azioni dei protagonisti, molto ben caratterizzati e con cui si simpatizza subito, e le loro distinte personalità, l'autore ci guida con sapienza nella complessità dei rapporti umani, spingendoci a riflettere sulle azioni quotidiane e sulle loro conseguenze. I personaggi, che si muovono in un contesto assolutamente normale, risulterebbero quasi degli stereotipi se non fossero così ben delineati e descritti nelle loro caratterizzazioni. La stessa protagonista Makoto, con tutta la sua umana insicurezza, i suoi piccoli difetti, la sua ingenuità, ci appare come una di noi e ci si identifica facilmente con lei.
Con l'espediente dei salti nel tempo (unico elemento fantasy in un'atmosfera assolutamente realistica e verosimile) abbiamo la possibilità di scandagliare la psicologia della protagonista e inserirci nei meccanismi che regolano le sue più intime pulsioni e i suoi desideri. Inutile dire quanto queste siano, in una ragazza sulla soglia della maturità, alquanto volubili, provocando una serie di avvenimenti a catena che movimenteranno la storia in un susseguirsi di situazioni sempre nuove e imprevedibili.
La figura della zia, sebbene apparentemente secondaria, risulta essere l'unico punto di riferimento, guida e mentore della protagonista, non a caso è lei la restauratrice del dipinto che risulterà essere così importante.
L'azione si svolge sempre lineare e comprensibile, nonostante i salti nel tempo, alternando scene comiche e grottesche a momenti più pacati e malinconici, e assecondando gli umori cangianti della protagonista. Verso il finale la malinconia prende un po' il sopravvento, se non altro perché l'età della fanciullezza spensierata sembra ormai un ricordo del passato.
I disegni sono asciutti ed essenziali, la tecnica delle animazioni elegante ed efficace. L'uso della computer grafica si limita alle brevi sequenze dei salti, con scene stranianti d'effetto, rendendo sempre comprensibile la narrazione. La musica è meravigliosamente adattata alle immagini, usata con parsimonia non è mai invadente, e l'uso del pianoforte classico si sposa perfettamente con l'ambientazione e la psicologia della giovane protagonista.
In conclusione direi che “La ragazza che saltava nel tempo” è un film molto ben riuscito, non scade mai nella volgarità e si lascia guardare con attenzione fino ai titoli di coda. Lo consiglio vivamente a tutti.
Buona visione.
Attraverso le azioni dei protagonisti, molto ben caratterizzati e con cui si simpatizza subito, e le loro distinte personalità, l'autore ci guida con sapienza nella complessità dei rapporti umani, spingendoci a riflettere sulle azioni quotidiane e sulle loro conseguenze. I personaggi, che si muovono in un contesto assolutamente normale, risulterebbero quasi degli stereotipi se non fossero così ben delineati e descritti nelle loro caratterizzazioni. La stessa protagonista Makoto, con tutta la sua umana insicurezza, i suoi piccoli difetti, la sua ingenuità, ci appare come una di noi e ci si identifica facilmente con lei.
Con l'espediente dei salti nel tempo (unico elemento fantasy in un'atmosfera assolutamente realistica e verosimile) abbiamo la possibilità di scandagliare la psicologia della protagonista e inserirci nei meccanismi che regolano le sue più intime pulsioni e i suoi desideri. Inutile dire quanto queste siano, in una ragazza sulla soglia della maturità, alquanto volubili, provocando una serie di avvenimenti a catena che movimenteranno la storia in un susseguirsi di situazioni sempre nuove e imprevedibili.
La figura della zia, sebbene apparentemente secondaria, risulta essere l'unico punto di riferimento, guida e mentore della protagonista, non a caso è lei la restauratrice del dipinto che risulterà essere così importante.
L'azione si svolge sempre lineare e comprensibile, nonostante i salti nel tempo, alternando scene comiche e grottesche a momenti più pacati e malinconici, e assecondando gli umori cangianti della protagonista. Verso il finale la malinconia prende un po' il sopravvento, se non altro perché l'età della fanciullezza spensierata sembra ormai un ricordo del passato.
I disegni sono asciutti ed essenziali, la tecnica delle animazioni elegante ed efficace. L'uso della computer grafica si limita alle brevi sequenze dei salti, con scene stranianti d'effetto, rendendo sempre comprensibile la narrazione. La musica è meravigliosamente adattata alle immagini, usata con parsimonia non è mai invadente, e l'uso del pianoforte classico si sposa perfettamente con l'ambientazione e la psicologia della giovane protagonista.
In conclusione direi che “La ragazza che saltava nel tempo” è un film molto ben riuscito, non scade mai nella volgarità e si lascia guardare con attenzione fino ai titoli di coda. Lo consiglio vivamente a tutti.
Buona visione.
"La Ragazza che Saltava nel Tempo" è un anime su come potere riparare agli errori del passato, profondo e introspettivo, capace di concentrare nella durata di un film quelle che potrebbero essere le problematiche di qualunque semplice studentessa del liceo, e la possibilità di ovviare a queste ultime con un semplice salto.
Il racconto tende però e farci notare come sia essenzialmente impossibile riparare a qualcosa di già avvenuto senza, di fatto, evitare di scaricare il peso dei propri errori sugli altri. Se da un lato infatti esiste la possibilità di tornare indietro nel tempo, dall’altra viene espressa una filosofia molto interessante, secondo la quale tutto è soggetto a un costante equilibrio, senza il quale l’intero universo ne avrebbe di che soffrire.
Non ci troviamo quindi davanti alla solita storiella nella quale alla protagonista, un eterna incapace, viene data la possibilità di riscattarsi tramite un immenso potere.
Niente affatto. "La Ragazza che Saltava nel Tempo" è un’opera matura, con dei messaggi ben precisi da esprimere.
A semplificarci e a renderci più piacevole la visione del film ci sono anche un ritmo lento e cadenzato, che ci spiega con ordine e chiarezza i fatti narrati.
Makoto Konno, un giorno, trova per caso, nell’aula di scienze, una sfera dalle fattezze particolare e sul braccio le compaiono dei numeri indelebili. Ben presto la ragazza si accorgerà di avere la possibilità di tornare indietro nel tempo a piacimento e così usufruirà di un potere a lei del tutto sconosciuto, ma senza la minima incertezza e senza nemmeno cercare di capire da dove provenga e che risvolti potrebbe comportare il suo utilizzo.
Cose irrilevanti, se si pensa alla possibilità di non dovere più avere paura di fare un tremendo pasticcio durante l’ora di chimica o di potere tornare indietro e potere mangiare lo stesso budino per il numero di volte che più ci aggrada.
Lo stesso vale per le confessioni d’amore indesiderate, come quelle che la protagonista in breve tempo riceverà dai migliori amici, Kōsuke Tsuda e Chiaki Mamiya. Ma quale modo migliore c'è per fuggire a una conversazione imbarazzante se non evitare tassativamente che questa avvenga e spostare l’attenzione dei due su ragazze diverse da lei?
Ma tutto ha un prezzo e l’egoismo della ragazza metterà in pericolo persino il suo migliore amico Kōsuke.
Ma quando il peggio sembra irreparabilmente vicino, Chiaki si intromette…
Il film possiede una grafica attenta e senza dubbio ben realizzata, e una trama interessante e dagli imprevisti colpi di scena; insomma, sebbene "La Ragazza che Saltava nel Tempo" non sia un anime da 10, si può tranquillamente portare a casa un bell’otto e la certezza che, se guardato, non mancherà di stupire.
Il racconto tende però e farci notare come sia essenzialmente impossibile riparare a qualcosa di già avvenuto senza, di fatto, evitare di scaricare il peso dei propri errori sugli altri. Se da un lato infatti esiste la possibilità di tornare indietro nel tempo, dall’altra viene espressa una filosofia molto interessante, secondo la quale tutto è soggetto a un costante equilibrio, senza il quale l’intero universo ne avrebbe di che soffrire.
Non ci troviamo quindi davanti alla solita storiella nella quale alla protagonista, un eterna incapace, viene data la possibilità di riscattarsi tramite un immenso potere.
Niente affatto. "La Ragazza che Saltava nel Tempo" è un’opera matura, con dei messaggi ben precisi da esprimere.
A semplificarci e a renderci più piacevole la visione del film ci sono anche un ritmo lento e cadenzato, che ci spiega con ordine e chiarezza i fatti narrati.
Makoto Konno, un giorno, trova per caso, nell’aula di scienze, una sfera dalle fattezze particolare e sul braccio le compaiono dei numeri indelebili. Ben presto la ragazza si accorgerà di avere la possibilità di tornare indietro nel tempo a piacimento e così usufruirà di un potere a lei del tutto sconosciuto, ma senza la minima incertezza e senza nemmeno cercare di capire da dove provenga e che risvolti potrebbe comportare il suo utilizzo.
Cose irrilevanti, se si pensa alla possibilità di non dovere più avere paura di fare un tremendo pasticcio durante l’ora di chimica o di potere tornare indietro e potere mangiare lo stesso budino per il numero di volte che più ci aggrada.
Lo stesso vale per le confessioni d’amore indesiderate, come quelle che la protagonista in breve tempo riceverà dai migliori amici, Kōsuke Tsuda e Chiaki Mamiya. Ma quale modo migliore c'è per fuggire a una conversazione imbarazzante se non evitare tassativamente che questa avvenga e spostare l’attenzione dei due su ragazze diverse da lei?
Ma tutto ha un prezzo e l’egoismo della ragazza metterà in pericolo persino il suo migliore amico Kōsuke.
Ma quando il peggio sembra irreparabilmente vicino, Chiaki si intromette…
Il film possiede una grafica attenta e senza dubbio ben realizzata, e una trama interessante e dagli imprevisti colpi di scena; insomma, sebbene "La Ragazza che Saltava nel Tempo" non sia un anime da 10, si può tranquillamente portare a casa un bell’otto e la certezza che, se guardato, non mancherà di stupire.
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film d'animazione giapponese prodotto nel 2006 dalla MADHOUSE, diretto da Mamoru Hosoda e basato sul racconto di Yasutaka Tsutsui, di cui l'anime rappresenta una continuazione.
La trama è semplice quanto lineare, e tuttavia sa trovare spunti di riflessione e qualche colpo di scena. Il tema del viaggio nel tempo e dei suoi paradossi viene sviscerato attraverso la freschezza della protagonista Makoto, che scopre per l'appunto di potere utilizzare questo potere per risolvere i propri conflitti adolescenziali interiori.
Ecco quindi che emerge non tanto la volontà di non accettare il futuro e volerlo cambiare, quanto il non volere vedere finire un presente di felicità privo di responsabilità e doveri tipico di quell'età.
Makoto si troverà quindi a cercare di fermare ciò che non è possibile fermare: il crescere e divenire donna. Nel fare questo si sconterà con i risultati delle sue alterazioni temporali, toccando con mano la difficoltà di dovere fare scelte mature e di assumersi la responsabilità piena delle proprie azioni.
Il tema "grande potere = grande responsabilità" (tipico dei supereroi di stampo americano) è quindi solo un espediente per scavare nel profondo dei sentimenti umani, o più specificatamente adolescenziali. E già la massima che compare spesso, invadendo un po’ dappertutto lavagne e televisori, indica molto quale sia il tema dell’opera: Time waits for no one.
Nulla possono i vari viaggi nel tempo, se non rallentare, posticipare, modificare ma non evitare la fine di una stagione che la protagonista con molta lungimiranza vede come irripetibile e alla quale, proprio per ciò, è attaccatissima.
<a href="http://uskebasi.wordpress.com/2010/06/10/la-ragazza-che-saltava-nel-tempo-toki-wo-kakeru-shojo/">uskebasi.wordpress.com</a><a></a>
La trama è semplice quanto lineare, e tuttavia sa trovare spunti di riflessione e qualche colpo di scena. Il tema del viaggio nel tempo e dei suoi paradossi viene sviscerato attraverso la freschezza della protagonista Makoto, che scopre per l'appunto di potere utilizzare questo potere per risolvere i propri conflitti adolescenziali interiori.
Ecco quindi che emerge non tanto la volontà di non accettare il futuro e volerlo cambiare, quanto il non volere vedere finire un presente di felicità privo di responsabilità e doveri tipico di quell'età.
Makoto si troverà quindi a cercare di fermare ciò che non è possibile fermare: il crescere e divenire donna. Nel fare questo si sconterà con i risultati delle sue alterazioni temporali, toccando con mano la difficoltà di dovere fare scelte mature e di assumersi la responsabilità piena delle proprie azioni.
Il tema "grande potere = grande responsabilità" (tipico dei supereroi di stampo americano) è quindi solo un espediente per scavare nel profondo dei sentimenti umani, o più specificatamente adolescenziali. E già la massima che compare spesso, invadendo un po’ dappertutto lavagne e televisori, indica molto quale sia il tema dell’opera: Time waits for no one.
Nulla possono i vari viaggi nel tempo, se non rallentare, posticipare, modificare ma non evitare la fine di una stagione che la protagonista con molta lungimiranza vede come irripetibile e alla quale, proprio per ciò, è attaccatissima.
<a href="http://uskebasi.wordpress.com/2010/06/10/la-ragazza-che-saltava-nel-tempo-toki-wo-kakeru-shojo/">uskebasi.wordpress.com</a><a></a>
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Sono incappata in questo film d'animazione per puro caso e la sorpresa che ne è scaturita nel trovarlo così intrigante e intenso è stata grandiosa; ormai capita di raro di scoprire simili chicche nascoste nel mare degli anime.
Confesso che sono stata tentata di dare 9, ma sarebbe un voto non obiettivo, scaturito dalla sensazione piacevole che la visione mi ha dato; infatti i punti interrogativi che la trama lascia e alcune imperfezioni tecniche purtroppo mi bloccano e mi fanno abbassare di uno la valutazione.
La trama è assolutamente affascinante, non tanto perché innovativa, di fatto si affronta il ritrito argomento dei salti nel tempo, ma è per come l'anime la affronta che rende il tutto spettacolare. Per tutto il film siamo nell'ottica della protagonista, Makoto, una ragazzina vivace e dal carattere da maschiaccio DOC. Lei preferisce giocare a baseball anziché parlare di ragazzi con le amiche, e ha un cinismo tutto suo nell'affrontare le cose e le situazioni (bellissima la frase iniziale su cosa avrebbe fatto se avesse saputo per tempo che sarebbe morta).
La vicenda parte con un'apertura tranquilla, che ci aiuta a entrare nell'abitudinario vivere quotidiano di Makoto, ci fa conoscere i due amici Chiaki e Kōsuke e ci illustra com'è (o per meglio dire come sembra a Makoto) il loro legame di amicizia. La storia vera e propria prende poi il suo via quando la ragazza, nel riportare dei documenti nel settore di scienze, inciampa in un dispositivo che da quel momento in poi con un salto sufficientemente ampio le permetterà di effettuare jump temporali. In pratica la ragazza deve prendere letteralmente la rincorsa ed effettuare un balzo che a seconda di intensità e lunghezza decreterà il suo spostarsi indietro.
Dopo lo sgomento/sorpresa iniziale, dovuto alla morte scampata da Makoto grazie a un jump non volontario dovuto a un balzo dalla bicicletta (causa freni rotti in una discesa che ha alla sua base un passaggio a livello), la ragazzina si confida con la bizzarra zia restauratrice, la quale le propone l'idea del balzo temporale senza mostrare turbamento alcuno al racconto della nipote. Da questo momento per Makoto la vita cambia completamente, in quanto usa i salti indietro nel tempo per qualsiasi cretinata. Il suo lato infantile viene messo in bella mostra - dall'andare indietro nel tempo per mangiarsi il budino una ventina di volte, al cantare al karaoke per 10 ore filate -, ma è il primo uso del salto ad avere creato il primo vero errore, come di fatto la zia le ha fatto notare: ogni cambiamento che causi creerà delle conseguenze.
Makoto ha modificato un momento storico della linea temporale che causa a ramificazione un numero elevatissimo di eventi, ma il lato giocoso e tremendamente infantile (persino fastidioso in alcuni punti) della protagonista non le permette di realizzare la vera portata del problema, lasciandola invece incaponirsi sul suo desiderio di staticità nel rapporto di amicizia con i due ragazzi. Ciò farà sì che lei usi il potere di andare indietro nel tempo per far sì che l'amicizia tra loro non muti, poiché vuole impedire che i due in due momenti diversi le si dichiarino; ma cercando di salvaguardare questo perderà l'importante legame per altre vie, proprio a causa degli intrighi che andrà a creare.
Sarà soltanto un evento drammatico - Kosuke e la sua nuova ragazza sulla bici dai freni rotti - e l'intervento di Chiaki a farle affrontare la realtà, mostrandole la più pratica applicazione del concetto: prendersi le responsabilità. Chiaki, che è in realtà proveniente da un altro tempo, ha rinunciato al suo unico mezzo di rientro nella propria epoca per sistemare i danni di Mokoto; questo gesto di puro altruismo e responsabilità farà cambiare tutte le prospettive alla ragazzina, che farà qualcosa di grandioso e altruistico a propria volta.
Che dire, la caratterizzazione dei personaggi è a mio avviso stupenda, ben congegnata e ottimamente gestita. Bellissimo è che ogni dialogo e ogni evento in ogni locazione abbiano una connessione, quindi ogni salto di Mokoto deve fare i conti con ogni punto della storia.
Parlando del profilo tecnico che accompagna la vicenda sopra illustrata, vediamo ambienti ben disegnati e personaggi non pretenziosi, ma che non sono manichini in movimento; i volti, le espressioni e la mimica in generale sono davvero buoni. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora davvero gradevole, coerente con le scene e con le situazioni. Purtroppo ci sono imprecisioni tecniche, il livello del disegno ha dei momenti di calo, e i salti temporali stonano con il resto dei toni del lungometraggio (forse ciò è fatto apposta, ma risulta davvero brutto a vedersi).
Questo non toglie che La Ragazza che Saltava nel Tempo è un'opera notevole presa nel suo complesso e, a fronte di una storia che tocca su più profili, di fatto non c'è solo l'evento fantascientifico dei salti temporali, vi è l'analisi della crescita interiore della protagonista, il suo scoprire affetti diversi dall'amicizia, e una delicata storia anche sentimentale che tocca veramente proprio per la sua semplicità.
Assolutamente consigliato.
Sono incappata in questo film d'animazione per puro caso e la sorpresa che ne è scaturita nel trovarlo così intrigante e intenso è stata grandiosa; ormai capita di raro di scoprire simili chicche nascoste nel mare degli anime.
Confesso che sono stata tentata di dare 9, ma sarebbe un voto non obiettivo, scaturito dalla sensazione piacevole che la visione mi ha dato; infatti i punti interrogativi che la trama lascia e alcune imperfezioni tecniche purtroppo mi bloccano e mi fanno abbassare di uno la valutazione.
La trama è assolutamente affascinante, non tanto perché innovativa, di fatto si affronta il ritrito argomento dei salti nel tempo, ma è per come l'anime la affronta che rende il tutto spettacolare. Per tutto il film siamo nell'ottica della protagonista, Makoto, una ragazzina vivace e dal carattere da maschiaccio DOC. Lei preferisce giocare a baseball anziché parlare di ragazzi con le amiche, e ha un cinismo tutto suo nell'affrontare le cose e le situazioni (bellissima la frase iniziale su cosa avrebbe fatto se avesse saputo per tempo che sarebbe morta).
La vicenda parte con un'apertura tranquilla, che ci aiuta a entrare nell'abitudinario vivere quotidiano di Makoto, ci fa conoscere i due amici Chiaki e Kōsuke e ci illustra com'è (o per meglio dire come sembra a Makoto) il loro legame di amicizia. La storia vera e propria prende poi il suo via quando la ragazza, nel riportare dei documenti nel settore di scienze, inciampa in un dispositivo che da quel momento in poi con un salto sufficientemente ampio le permetterà di effettuare jump temporali. In pratica la ragazza deve prendere letteralmente la rincorsa ed effettuare un balzo che a seconda di intensità e lunghezza decreterà il suo spostarsi indietro.
Dopo lo sgomento/sorpresa iniziale, dovuto alla morte scampata da Makoto grazie a un jump non volontario dovuto a un balzo dalla bicicletta (causa freni rotti in una discesa che ha alla sua base un passaggio a livello), la ragazzina si confida con la bizzarra zia restauratrice, la quale le propone l'idea del balzo temporale senza mostrare turbamento alcuno al racconto della nipote. Da questo momento per Makoto la vita cambia completamente, in quanto usa i salti indietro nel tempo per qualsiasi cretinata. Il suo lato infantile viene messo in bella mostra - dall'andare indietro nel tempo per mangiarsi il budino una ventina di volte, al cantare al karaoke per 10 ore filate -, ma è il primo uso del salto ad avere creato il primo vero errore, come di fatto la zia le ha fatto notare: ogni cambiamento che causi creerà delle conseguenze.
Makoto ha modificato un momento storico della linea temporale che causa a ramificazione un numero elevatissimo di eventi, ma il lato giocoso e tremendamente infantile (persino fastidioso in alcuni punti) della protagonista non le permette di realizzare la vera portata del problema, lasciandola invece incaponirsi sul suo desiderio di staticità nel rapporto di amicizia con i due ragazzi. Ciò farà sì che lei usi il potere di andare indietro nel tempo per far sì che l'amicizia tra loro non muti, poiché vuole impedire che i due in due momenti diversi le si dichiarino; ma cercando di salvaguardare questo perderà l'importante legame per altre vie, proprio a causa degli intrighi che andrà a creare.
Sarà soltanto un evento drammatico - Kosuke e la sua nuova ragazza sulla bici dai freni rotti - e l'intervento di Chiaki a farle affrontare la realtà, mostrandole la più pratica applicazione del concetto: prendersi le responsabilità. Chiaki, che è in realtà proveniente da un altro tempo, ha rinunciato al suo unico mezzo di rientro nella propria epoca per sistemare i danni di Mokoto; questo gesto di puro altruismo e responsabilità farà cambiare tutte le prospettive alla ragazzina, che farà qualcosa di grandioso e altruistico a propria volta.
Che dire, la caratterizzazione dei personaggi è a mio avviso stupenda, ben congegnata e ottimamente gestita. Bellissimo è che ogni dialogo e ogni evento in ogni locazione abbiano una connessione, quindi ogni salto di Mokoto deve fare i conti con ogni punto della storia.
Parlando del profilo tecnico che accompagna la vicenda sopra illustrata, vediamo ambienti ben disegnati e personaggi non pretenziosi, ma che non sono manichini in movimento; i volti, le espressioni e la mimica in generale sono davvero buoni. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora davvero gradevole, coerente con le scene e con le situazioni. Purtroppo ci sono imprecisioni tecniche, il livello del disegno ha dei momenti di calo, e i salti temporali stonano con il resto dei toni del lungometraggio (forse ciò è fatto apposta, ma risulta davvero brutto a vedersi).
Questo non toglie che La Ragazza che Saltava nel Tempo è un'opera notevole presa nel suo complesso e, a fronte di una storia che tocca su più profili, di fatto non c'è solo l'evento fantascientifico dei salti temporali, vi è l'analisi della crescita interiore della protagonista, il suo scoprire affetti diversi dall'amicizia, e una delicata storia anche sentimentale che tocca veramente proprio per la sua semplicità.
Assolutamente consigliato.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"La ragazza che saltava nel tempo", film del 2006 prodotto dalla Madhouse, riesce con molta classe nel difficile compito di dare una bella rinfrescata a un tema abusatissimo nel mondo dell'animazione e non solo, ovvero quello del viaggio nel tempo. Al di là dell'argomento fantascientifico, questo film si dimostra infatti più che altro un profondo racconto di crescita, nonché un'appassionante vicenda romantica a sfondo scolastico.
La vicenda potrebbe ricordare un film di Miyazaki per tematiche e approccio, solo un po' più moderno e ancorato alla realtà; fin dall'inizio il film prende molto, anche perché i personaggi sono ben caratterizzati e la simpatia della protagonista Makoto è assai trascinante. Nonostante si parta con relativa leggerezza, piano piano tutta la vicenda assume una carica ben più profonda e seria, soprattutto quando Makoto si rende conto dell'impossibilità di controllare effettivamente gli avvenimenti del suo presente: le vicende innescate dai suoi capricci, dalla sua tenace volontà di comandare ciò che l'aspetta, non diventano un pretesto per mirabolanti avventure in salsa hi-tec, ma sono drammi umani veri e propri che lei non è in grado di gestire. Almeno finché Chiaki non le farà capire che deve essere in grado di prendersi la responsabilità delle sue azioni (egli infatti sacrificherà la sua ultima possibilità di tornare nel suo tempo per salvare i due amici che Makoto ha messo involontariamente in pericolo) e che quando ci sono di mezzo le altre persone è impossibile dare una direzione definitiva alle cose. Molto bello il finale, non mieloso ma comunque denso di emozione.
Il film è realizzato in maniera più che buona, anche se devo dire si poteva fare di meglio: dal lato puramente grafico è un po' pasticciato, come i fondali in "live action" in cui sono inseriti i personaggi e le scene dei salti nel tempo (secondo me le più brutte di tutta l'opera), create con un 3D abbastanza grossolano. Tuttavia ho apprezzato il character desing del buon Yoshiyuki Sadamoto, e i personaggi sono resi in maniera essenziale e "bidimensionale", ma non mancano di espressività. Discrete le musiche, che si rivelano molto più convincente nell'ultima parte del film.
Senza dubbio questo è un ottimo prodotto che, se da un lato potrebbe far storcere il naso a chi non apprezza le vicende romantiche o a chi è saturo di viaggi temporali, merita assolutamente la visione per la sua coerenza, per la sua immediatezza - non è un film "difficile" - e per la grande capacità di coinvolgere lo spettatore in una vicenda forse più familiare di quel che si pensi.
"La ragazza che saltava nel tempo", film del 2006 prodotto dalla Madhouse, riesce con molta classe nel difficile compito di dare una bella rinfrescata a un tema abusatissimo nel mondo dell'animazione e non solo, ovvero quello del viaggio nel tempo. Al di là dell'argomento fantascientifico, questo film si dimostra infatti più che altro un profondo racconto di crescita, nonché un'appassionante vicenda romantica a sfondo scolastico.
La vicenda potrebbe ricordare un film di Miyazaki per tematiche e approccio, solo un po' più moderno e ancorato alla realtà; fin dall'inizio il film prende molto, anche perché i personaggi sono ben caratterizzati e la simpatia della protagonista Makoto è assai trascinante. Nonostante si parta con relativa leggerezza, piano piano tutta la vicenda assume una carica ben più profonda e seria, soprattutto quando Makoto si rende conto dell'impossibilità di controllare effettivamente gli avvenimenti del suo presente: le vicende innescate dai suoi capricci, dalla sua tenace volontà di comandare ciò che l'aspetta, non diventano un pretesto per mirabolanti avventure in salsa hi-tec, ma sono drammi umani veri e propri che lei non è in grado di gestire. Almeno finché Chiaki non le farà capire che deve essere in grado di prendersi la responsabilità delle sue azioni (egli infatti sacrificherà la sua ultima possibilità di tornare nel suo tempo per salvare i due amici che Makoto ha messo involontariamente in pericolo) e che quando ci sono di mezzo le altre persone è impossibile dare una direzione definitiva alle cose. Molto bello il finale, non mieloso ma comunque denso di emozione.
Il film è realizzato in maniera più che buona, anche se devo dire si poteva fare di meglio: dal lato puramente grafico è un po' pasticciato, come i fondali in "live action" in cui sono inseriti i personaggi e le scene dei salti nel tempo (secondo me le più brutte di tutta l'opera), create con un 3D abbastanza grossolano. Tuttavia ho apprezzato il character desing del buon Yoshiyuki Sadamoto, e i personaggi sono resi in maniera essenziale e "bidimensionale", ma non mancano di espressività. Discrete le musiche, che si rivelano molto più convincente nell'ultima parte del film.
Senza dubbio questo è un ottimo prodotto che, se da un lato potrebbe far storcere il naso a chi non apprezza le vicende romantiche o a chi è saturo di viaggi temporali, merita assolutamente la visione per la sua coerenza, per la sua immediatezza - non è un film "difficile" - e per la grande capacità di coinvolgere lo spettatore in una vicenda forse più familiare di quel che si pensi.
Molto bello. Non so esattamente come descrivere le sensazioni che ho provato, ma se ripenso al film mi viene in mente la primavera. Saranno i disegni così delicati, saranno le ambientazioni e i colori usati, ma anche il carattere della protagonista ha influito molto.
La storia scorre velocemente ma verso il finale perde forza, fino al punto che diventa molto confusa, tant'è che non ho compreso la fine, per fortuna ho letto il manga subito dopo, che mi ha aiutato a comprendere il tutto.
Makoto frequenta il secondo anno delle superiori e i suoi giorni trascorrono tranquillamente tra la vita scolastica e le partite di baseball con i suoi due amici Chiaki e Kousuke. Un giorno, durante il suo turno di pulizie, cade per sbaglio su di un piccolo congegno che le donerà la capacità di saltare nel tempo. Una volta scoperto questo dono, Makoto capirà sulla propria pelle, ma anche grazie ai consigli della zia, che non tutto si può cambiare e che per una persona aiutata ce ne sarà sempre un'altra a farne le spese.
Momenti comici e momenti tragici si alternano piacevolmente e tengono incollato lo spettatore allo schermo.
Il voto per questo anime è 8, come ho detto il finale è molto caotico e, a parer mio, solo leggendo il manga si può comprendere a pieno. Ne consiglio comunque la visione, visto che l'ho trovato quasi poetico.
La storia scorre velocemente ma verso il finale perde forza, fino al punto che diventa molto confusa, tant'è che non ho compreso la fine, per fortuna ho letto il manga subito dopo, che mi ha aiutato a comprendere il tutto.
Makoto frequenta il secondo anno delle superiori e i suoi giorni trascorrono tranquillamente tra la vita scolastica e le partite di baseball con i suoi due amici Chiaki e Kousuke. Un giorno, durante il suo turno di pulizie, cade per sbaglio su di un piccolo congegno che le donerà la capacità di saltare nel tempo. Una volta scoperto questo dono, Makoto capirà sulla propria pelle, ma anche grazie ai consigli della zia, che non tutto si può cambiare e che per una persona aiutata ce ne sarà sempre un'altra a farne le spese.
Momenti comici e momenti tragici si alternano piacevolmente e tengono incollato lo spettatore allo schermo.
Il voto per questo anime è 8, come ho detto il finale è molto caotico e, a parer mio, solo leggendo il manga si può comprendere a pieno. Ne consiglio comunque la visione, visto che l'ho trovato quasi poetico.
Ero scettico prima d'iniziare a vedere questo lungometraggio, poi, piano piano mi ha catturato e il tempo è trascorso veramente bene. Come intrattenimento è un ottimo prodotto, l'animazione mi è piaciuta molto e anche i disegni sono ben fatti.
La trama si snoda piano piano tra situazioni rocambolesche e alle volte molto divertenti: si alternano momenti d'ilarità a momenti seri, e questo non guasta.
Consiglio la visione di quest'anime per la semplicità del modo in cui è narrato, e per il modo in cui ti prende fino a portarti fino all'ultimo secondo per poter assaporare il finale... Già, il finale, unica cosa che mi ha lasciato perplesso, premetto che non ho letto il manga, quindi non so se sia legato a esso o meno, ma comunque, secondo me, è molto interpretativo.
Oppure, semplicemente non l'ho capito bene eheh.
Voto finale 8: un bel prodotto da vedere con tranquillità, magari in compagnia per passare più di un'ora e mezzo immersi in questa situazione, che risulterà molto strana ma abbastanza completa (vita, amore, fantascienza e morte) e sicuramente avvincente.
La trama si snoda piano piano tra situazioni rocambolesche e alle volte molto divertenti: si alternano momenti d'ilarità a momenti seri, e questo non guasta.
Consiglio la visione di quest'anime per la semplicità del modo in cui è narrato, e per il modo in cui ti prende fino a portarti fino all'ultimo secondo per poter assaporare il finale... Già, il finale, unica cosa che mi ha lasciato perplesso, premetto che non ho letto il manga, quindi non so se sia legato a esso o meno, ma comunque, secondo me, è molto interpretativo.
Oppure, semplicemente non l'ho capito bene eheh.
Voto finale 8: un bel prodotto da vedere con tranquillità, magari in compagnia per passare più di un'ora e mezzo immersi in questa situazione, che risulterà molto strana ma abbastanza completa (vita, amore, fantascienza e morte) e sicuramente avvincente.
In Giappone gli studenti passano molto tempo a scuola, anche dopo le lezioni. Makoto è una studentessa vivace, e passa la maggior parte di questo tempo assieme ai suoi due amici Chiaki e Kousuke. Ma sono ormai giunti all'ultimo anno delle superiori, e dall'anno prossimo le loro strade si divideranno, senza poter più trascorrere insieme tutto il tempo.
Ma un giorno, Makoto riceve un particolare dono: la possibilità di tornare indietro nel tempo di qualche minuto, ore, o anche interi giorni, fino al momento che intende rivivere per cambiare o sistemare qualche evento poco gradito. La ragazza però comincerà ad abusare del suo potere, sfruttandolo per evitare i propri problemi e per prolungare il più possibile i momenti divertenti...
The Girl Who Leapt Through Time (Toki wo kakeru shoujo) è il film che ha riscosso un inimmaginabile successo nell'estate 2006, resistendo in programmazione nelle sale nipponiche per ben 7 mesi, e raccogliendo premi ovunque, tra festival d'animazione ed elogi della critica.
La tecnica di realizzazione è classica, senza troppi esperimenti o utilizzo della computer grafica, ma la realizzazione grafica dei personaggi è riuscitissima, grazie anche all'azzeccato character design di Yoshiyuki Sadamoto, già realizzatore dei personaggi di Neon Genesis Evangelion e de Il Mistero della Pietra Azzura.
Le animazioni e i disegni sono ottimi, e i movimenti "eccessivi" dei personaggi danno una vitalità tutta particolare ai protagonisti, con scene decisamente spassose.
Ma anche se l'aspetto "leggero" e divertente della storia è piacevole, non vuol dire che la trama sia trascurata, anzi: la vicenda è appassionante e procede costantemente con un ritmo incalzante, riuscendo anche a regalare scene realmente emozionanti e toccanti.
A incorniciare il tutto, una colonna sonora che dona un'atmosfera ancor più affascinante alla pellicola.
Ma un giorno, Makoto riceve un particolare dono: la possibilità di tornare indietro nel tempo di qualche minuto, ore, o anche interi giorni, fino al momento che intende rivivere per cambiare o sistemare qualche evento poco gradito. La ragazza però comincerà ad abusare del suo potere, sfruttandolo per evitare i propri problemi e per prolungare il più possibile i momenti divertenti...
The Girl Who Leapt Through Time (Toki wo kakeru shoujo) è il film che ha riscosso un inimmaginabile successo nell'estate 2006, resistendo in programmazione nelle sale nipponiche per ben 7 mesi, e raccogliendo premi ovunque, tra festival d'animazione ed elogi della critica.
La tecnica di realizzazione è classica, senza troppi esperimenti o utilizzo della computer grafica, ma la realizzazione grafica dei personaggi è riuscitissima, grazie anche all'azzeccato character design di Yoshiyuki Sadamoto, già realizzatore dei personaggi di Neon Genesis Evangelion e de Il Mistero della Pietra Azzura.
Le animazioni e i disegni sono ottimi, e i movimenti "eccessivi" dei personaggi danno una vitalità tutta particolare ai protagonisti, con scene decisamente spassose.
Ma anche se l'aspetto "leggero" e divertente della storia è piacevole, non vuol dire che la trama sia trascurata, anzi: la vicenda è appassionante e procede costantemente con un ritmo incalzante, riuscendo anche a regalare scene realmente emozionanti e toccanti.
A incorniciare il tutto, una colonna sonora che dona un'atmosfera ancor più affascinante alla pellicola.
Mamoru Hosoda è indubbiamente un gran regista.
Quest'anime procede molto lento, ancora adesso, non saprei ricavarne una trama concreta. E' un misto tra uno slice of life e uno shojo, ma dà anche interessantissimi spunti fantascientifici, che però sono solo abbozzati e non sviluppati, lasciando all'immaginazione del pubblico il resto.
I tre protagonisti, un gruppo di amici che si ritrova spesso per giocare a Baseball, si muovono in un bellissimo scenario, che altro non è che il Giappone primaverile degli anni '90.
Questo è un punto forte secondo me, “ambienti urbani” diventano romantici, capaci di farti sognare, così come Hayao riesce a fare con la natura. Ho visto solo questo film di Hosoda, ma fossero tutti così, lo potei benissimo ritenere l'Hayao della nuova generazione, non come età, ma come tematiche.
Musiche, animazioni, tutto perfetto. Una bellissima esperienza.
Quest'anime procede molto lento, ancora adesso, non saprei ricavarne una trama concreta. E' un misto tra uno slice of life e uno shojo, ma dà anche interessantissimi spunti fantascientifici, che però sono solo abbozzati e non sviluppati, lasciando all'immaginazione del pubblico il resto.
I tre protagonisti, un gruppo di amici che si ritrova spesso per giocare a Baseball, si muovono in un bellissimo scenario, che altro non è che il Giappone primaverile degli anni '90.
Questo è un punto forte secondo me, “ambienti urbani” diventano romantici, capaci di farti sognare, così come Hayao riesce a fare con la natura. Ho visto solo questo film di Hosoda, ma fossero tutti così, lo potei benissimo ritenere l'Hayao della nuova generazione, non come età, ma come tematiche.
Musiche, animazioni, tutto perfetto. Una bellissima esperienza.
All'inizio sembravo un po' scettica nel vedere questo film, ma andando avanti ho potuto notare che questa classica commedia scolastica, che racchiude in sé una spruzzatina sentimentale, è veramente appassionante e coinvolgente.
La storia illustra una sorta di viaggio che porterà la protagonista ad acquisire una maggiore consapevolezza di se stessa, con conseguente maturazione interiore. All'inizio il film adotta dei ritmi molto lenti che per certi versi potrebbero un po' annoiare, ma nonostante ciò la narrazione viene diluita da dialoghi e silenzi, soffermandosi su scorci cittadini e naturali. Il tutto è bellissimo ed evocativo, grazie anche alla bellezza dei fondali e dei colori pastellati che donano al film quel tocco quasi fatato.
La storia illustra una sorta di viaggio che porterà la protagonista ad acquisire una maggiore consapevolezza di se stessa, con conseguente maturazione interiore. All'inizio il film adotta dei ritmi molto lenti che per certi versi potrebbero un po' annoiare, ma nonostante ciò la narrazione viene diluita da dialoghi e silenzi, soffermandosi su scorci cittadini e naturali. Il tutto è bellissimo ed evocativo, grazie anche alla bellezza dei fondali e dei colori pastellati che donano al film quel tocco quasi fatato.
Questo film ad essere sincera non mi aveva interessato molto, ma alla fine ho voluto vederlo e devo dire che mi è piaciuto molto. La trama è molto interessante e allo stesso tempo complicata e semplice. Riesce ad attirare e a trattenere l'attenzione di chi lo sta guardando. I disegni sono semplici e puliti, la musica è veramente bella e la psicologia dei personaggi è espressa molto bene. Io consiglio di vederlo perché nonostante non sia un capolavoro è un bellissimo film come trama, disegni e musica.
"La Ragazza che Saltava nel Tempo" ("Toki wo Kakeru Shoujo) è davvero un bel prodotto, con grande animazione e storia accattivante. Il tema dei salti nel tempo colpisce sempre e qui è ben trattato con la giovane Makoto che cerca di raddrizzare le cose a suo piacimento e che man mano si accorge anche delle conseguenze negative che possono avere le sue azioni. L'amicizia, i primi amori, un film che lascia quella bella sensazione di leggerezza primaverile. E poi la protagonista che gioca a baseball con i suoi due amici, penso che ricordi a molti di noi (i più grandicelli) il tempo passato da adolescenti al campo (magari di calcio) a fare qualche tiro anche quando si era soltanto in tre o quattro. Insomma: Madhouse promossa.
Non trovo pearole per descrivere quanto sia indubbiamente meraviglioso ed eccelso questo film!
Subito molto coinvolgente e a tratti commuovente è davvero fantastico sia per il disegno, con sfondi e personaggi chiarissimi e nitidi, che per la storia. Mi sono immediatamente immedesimata nella protagonista e ho vissuto il film come se fossi stata dentro a tutti quegli eventi talvolta inaspettati, per poi venire presa da un'immensa serenità.
Nella trama si mischia un'atmosfera divertente e non troppo sdolcinata assieme a quell'aspetto che ha a che fare con un altro mondo che piace tanto ai giapponesi. "La Ragazza che saltava nel tempo" è un film che merita davvero di essere visto!
Subito molto coinvolgente e a tratti commuovente è davvero fantastico sia per il disegno, con sfondi e personaggi chiarissimi e nitidi, che per la storia. Mi sono immediatamente immedesimata nella protagonista e ho vissuto il film come se fossi stata dentro a tutti quegli eventi talvolta inaspettati, per poi venire presa da un'immensa serenità.
Nella trama si mischia un'atmosfera divertente e non troppo sdolcinata assieme a quell'aspetto che ha a che fare con un altro mondo che piace tanto ai giapponesi. "La Ragazza che saltava nel tempo" è un film che merita davvero di essere visto!
Film di cui avevo sentito parlare tantissimo e che, come molti altri titoli, mi ha incuriosito proprio per la fama che lo precedeva. Tale fama è più che giustificata: "La Ragazza che Saltava nel Tempo" è un piccolo gioiello di animazione giapponese che può entrare tranquillamente a far parte dell'olimpo dei migliori.
La storia è quella di Makoto, studentessa con alle spalle una famiglia felice e una vita tranquilla. Un dì, Makoto si appresta a vivere la solita giornata insieme ai suoi compagni di sempre, una giornata per nulla diversa dalle altre, se non fosse per il ritrovamento di un piccolo oggetto ovale e per il fatto che quello è il giorno in cui Makoto... morirà! Ed è proprio quando quel treno, che racchiude in sé il destino della ragazza, sta per investirla, che Makoto si accorge di essere diventata capace di spiccare balzi nel tempo, infrangendo il continuum.
In men che non si dica, la protagonista imparerà ad usare questo nuovo potere per sfruttarlo a scopo personale, in modi a volte anche simpatici.
La prima parte del film ruota intorno al numero di conseguenze che possono comportare i continui salti nel tempo e sulle modifiche apportate nei vari spostamenti, mentre la seconda parte diventa una piacevole storia d'amore, la quale, per quanto triste ed impossibile essa sia, risulta molto dolce e commovente.
Questa esperienza porterà, senza dubbio, Makoto a conoscere il vero amore, ma non solo. Si renderà conto infatti che l'amore sincero a volte può essere più vicino di quanto si pensi e di quanto esso possa rendere felici o far soffrire. Un graduale percorso di vita dunque per la nostra eroina, con maturazione e crescita finale che, ai nostri occhi, la porterà ben lontano dall'immagine della ragazza impacciata conosciuta all'inizio del lungometraggio.
La trama risulta ben sviluppata e intricata quanto basta; d'altronde, uno spettatore che vuole assistere a uno spettacolo che tratta di viaggi nel tempo non si aspetta altro che un mare di coincidenze e intrecci, e questo film né contiene abbastanza, tutti ben studiati e molto piacevoli da seguire, oltre che in grado di stupire il pubblico quanto basta.
I disegni sono semplici ed efficaci: lo stile e il tratto scelto per il film non permettono una presenza esagerata di particolari e i personaggi alla fine sono privi anche delle ombre e dei chiaroscuri in volto e su se stessi, godendo così di un colore uniforme. Personalmente trovo azzeccata la scelta in quanto, per godere di un'animazione più fluida, preferisco un lavoro pulito e limpido a discapito di qualche particolare in più.
Tutto il film si adagia su un cuscino di musiche davvero molto piacevoli e in cui si distingue un suono di pianoforte costante, che ben sintetizza le scene mostrate, e che riesce e uscire di scena in punta di piedi laddove è richiesta un'immagine silenziosa ma, tuttavia, densa di significato.
Se ancora non avete visto questo film, fatelo al più presto, essendo esso un titolo su cui il Sol Levante ha puntato molto e su cui continuerà a puntare anche in futuro.
La storia è quella di Makoto, studentessa con alle spalle una famiglia felice e una vita tranquilla. Un dì, Makoto si appresta a vivere la solita giornata insieme ai suoi compagni di sempre, una giornata per nulla diversa dalle altre, se non fosse per il ritrovamento di un piccolo oggetto ovale e per il fatto che quello è il giorno in cui Makoto... morirà! Ed è proprio quando quel treno, che racchiude in sé il destino della ragazza, sta per investirla, che Makoto si accorge di essere diventata capace di spiccare balzi nel tempo, infrangendo il continuum.
In men che non si dica, la protagonista imparerà ad usare questo nuovo potere per sfruttarlo a scopo personale, in modi a volte anche simpatici.
La prima parte del film ruota intorno al numero di conseguenze che possono comportare i continui salti nel tempo e sulle modifiche apportate nei vari spostamenti, mentre la seconda parte diventa una piacevole storia d'amore, la quale, per quanto triste ed impossibile essa sia, risulta molto dolce e commovente.
Questa esperienza porterà, senza dubbio, Makoto a conoscere il vero amore, ma non solo. Si renderà conto infatti che l'amore sincero a volte può essere più vicino di quanto si pensi e di quanto esso possa rendere felici o far soffrire. Un graduale percorso di vita dunque per la nostra eroina, con maturazione e crescita finale che, ai nostri occhi, la porterà ben lontano dall'immagine della ragazza impacciata conosciuta all'inizio del lungometraggio.
La trama risulta ben sviluppata e intricata quanto basta; d'altronde, uno spettatore che vuole assistere a uno spettacolo che tratta di viaggi nel tempo non si aspetta altro che un mare di coincidenze e intrecci, e questo film né contiene abbastanza, tutti ben studiati e molto piacevoli da seguire, oltre che in grado di stupire il pubblico quanto basta.
I disegni sono semplici ed efficaci: lo stile e il tratto scelto per il film non permettono una presenza esagerata di particolari e i personaggi alla fine sono privi anche delle ombre e dei chiaroscuri in volto e su se stessi, godendo così di un colore uniforme. Personalmente trovo azzeccata la scelta in quanto, per godere di un'animazione più fluida, preferisco un lavoro pulito e limpido a discapito di qualche particolare in più.
Tutto il film si adagia su un cuscino di musiche davvero molto piacevoli e in cui si distingue un suono di pianoforte costante, che ben sintetizza le scene mostrate, e che riesce e uscire di scena in punta di piedi laddove è richiesta un'immagine silenziosa ma, tuttavia, densa di significato.
Se ancora non avete visto questo film, fatelo al più presto, essendo esso un titolo su cui il Sol Levante ha puntato molto e su cui continuerà a puntare anche in futuro.
"La Ragazza che Saltava nel Tempo", conosciuto in Giappone come "Toki wo Kakeru Shoujo", è un film che risale al 2006, è prodotto dalla Madhouse ed è diretto da Mamoru Hosoda. Il tema dei "viaggi nel tempo" ("salti" in questo caso) non è sicuramente una novità per quanto riguarda l'animazione made in Japan, ma non per questo bisogna pensare che il tutto sappia "di già visto", sarebbe un grosso errore pensare ciò.
La storia è ambientata nel contesto scolastico giapponese e, per la precisione, vede come protagonista una studentessa delle superiori di nome Makoto Konno, ragazza che sicuramente non eccede in nessun campo in particolare, ma che comunque non si tira mai indietro. Proprio questa sua caratteristica spesso la porta a trovarsi in situazioni poco piacevoli. Il ritrovamento però di uno strano oggetto (paragonabile ad una noce), le fa scoprire qualcosa che non avrebbe mai immaginato potesse esistere nella realtà: compiendo un "semplice" salto, può viaggiare a proprio piacimento nel tempo. Questa possibilità la porta a credere di aver risolto finalmente tutti i propri problemi dato che, anche nel caso in cui qualcosa le andasse storto, da quel momento in poi, potrebbe benissimo tornare indietro e rivivere la medesima situazione, aggiustandola e/o cambiandola a proprio piacimento. In effetti è così almeno agli inizi, ma ben presto scopre che ogni azione da lei compiuta con questi "salti" porta inevitabilmente a delle conseguenze poco piacevoli sia per lei che, soprattutto, per chi la circonda.
La parte tecnica è sicuramente ben curata e ottimi sono i disegni. Gli sfondi sono davvero meravigliosi e anche le musiche (seppur non presenti costantemente per tutta la durata del film) sono molto belle. Il tutto rende dunque la visione davvero piacevole. Il film risulta, sicuramente, abbastanza semplice da seguire; la storia è abbastanza lineare e non si perde in discorsi od eventi troppo difficili da seguire. Ciò porta a immergersi pienamente in questo mondo e si assiste con interesse e apprensione agli eventi che accadono o che comunque inevitabilmente accadranno di li a poco. Per lo meno così è stato per me.
Se dovessi trovare una cosa che non mi è piaciuta, quella è sicuramente il finale che, innanzitutto, non chiarisce affatto un punto che durante tutto il film viene trattato anche più volte e che, nell'epilogo, non riceve alcuna spiegazione e/o precisazione in merito. Anche la conclusione della storia vera e propria, ossia quella riguardante la protagonista, è troppo aperto a mio giudizio e lascia lo spettatore con un senso quasi di incompletezza, portandolo a formulare diversi scenari e ipotesi su come la vicenda si possa dipanare e risolversi successivamente. Ciò non è per forza un difetto però, per come l'ho vissuto io, avrei preferito più chiarezza da parte dell'autore.
Nonostante ciò il film è sicuramente da vedere, soprattutto se si è amanti del genere, ma anche se non lo si è particolarmente. Ci sono infatti almeno altri due fattori che né rendono la visione assolutamente non pesante: gli intrecci d'amore che in ambito scolastico non mancano mai e, soprattutto (almeno per quello che mi riguarda), gli svariati e riuscitissimi siparietti comici e demenziali a cui si assiste nel corso dell'intero film.
Da vedere.
La storia è ambientata nel contesto scolastico giapponese e, per la precisione, vede come protagonista una studentessa delle superiori di nome Makoto Konno, ragazza che sicuramente non eccede in nessun campo in particolare, ma che comunque non si tira mai indietro. Proprio questa sua caratteristica spesso la porta a trovarsi in situazioni poco piacevoli. Il ritrovamento però di uno strano oggetto (paragonabile ad una noce), le fa scoprire qualcosa che non avrebbe mai immaginato potesse esistere nella realtà: compiendo un "semplice" salto, può viaggiare a proprio piacimento nel tempo. Questa possibilità la porta a credere di aver risolto finalmente tutti i propri problemi dato che, anche nel caso in cui qualcosa le andasse storto, da quel momento in poi, potrebbe benissimo tornare indietro e rivivere la medesima situazione, aggiustandola e/o cambiandola a proprio piacimento. In effetti è così almeno agli inizi, ma ben presto scopre che ogni azione da lei compiuta con questi "salti" porta inevitabilmente a delle conseguenze poco piacevoli sia per lei che, soprattutto, per chi la circonda.
La parte tecnica è sicuramente ben curata e ottimi sono i disegni. Gli sfondi sono davvero meravigliosi e anche le musiche (seppur non presenti costantemente per tutta la durata del film) sono molto belle. Il tutto rende dunque la visione davvero piacevole. Il film risulta, sicuramente, abbastanza semplice da seguire; la storia è abbastanza lineare e non si perde in discorsi od eventi troppo difficili da seguire. Ciò porta a immergersi pienamente in questo mondo e si assiste con interesse e apprensione agli eventi che accadono o che comunque inevitabilmente accadranno di li a poco. Per lo meno così è stato per me.
Se dovessi trovare una cosa che non mi è piaciuta, quella è sicuramente il finale che, innanzitutto, non chiarisce affatto un punto che durante tutto il film viene trattato anche più volte e che, nell'epilogo, non riceve alcuna spiegazione e/o precisazione in merito. Anche la conclusione della storia vera e propria, ossia quella riguardante la protagonista, è troppo aperto a mio giudizio e lascia lo spettatore con un senso quasi di incompletezza, portandolo a formulare diversi scenari e ipotesi su come la vicenda si possa dipanare e risolversi successivamente. Ciò non è per forza un difetto però, per come l'ho vissuto io, avrei preferito più chiarezza da parte dell'autore.
Nonostante ciò il film è sicuramente da vedere, soprattutto se si è amanti del genere, ma anche se non lo si è particolarmente. Ci sono infatti almeno altri due fattori che né rendono la visione assolutamente non pesante: gli intrecci d'amore che in ambito scolastico non mancano mai e, soprattutto (almeno per quello che mi riguarda), gli svariati e riuscitissimi siparietti comici e demenziali a cui si assiste nel corso dell'intero film.
Da vedere.
Ottimo, La Ragazza Che Saltava Nel Tempo ha mantenuto le mie aspettative e anche meglio, visto i vari commenti positivi che avevo letto a riguardo.
La storia parla di una ragazza che trova uno strano oggetto e da quel momento ottiene la capacità di fare viaggi indietro nel tempo, e questo si ripete ogni volta che compie dei salti molto ampi; la protagonista compie di proposito questi "salti" nel tempo per migliorare certe situazioni, anche se poi ne aggrava altre; quindi l'intero film si basa proprio su questi viaggi temporali che portano a situazioni che spesso fanno riflettere.
I personaggi presenti sono molto vari, realistici e credibili, che riflettono la società di oggi. Non si può parlare di una eccezionale caratterizzazione psicologica, dato che i personaggi non vengono approfonditi eccessivamente, anche per non rompere lo scorrevole ritmo narrativo, allegro e divertente, e quindi per non stonare e cadere nel pesante; la trovo quindi una scelta azzeccata e non un difetto: ogni cosa viene mostrata con l'intensità giusta, personaggi a parte.
Le animazioni sono più che buone, così come i disegni, il cui character design è affidato al celeberrimo Yoshiyuki Sadamoto (Evangelion, Nadia, flcl ecc...).
Come contorno, la colonna sonora è costituita da sottofondi leggeri, spensierati e gradevoli che si alternano alla bella Variazione Goldberg di Back, che si integra egregiamente nelle scene rappresentate (il primo salto nel tempo in particolare, e anche altri in futuro).
Anche la regia è abbastanza buona.
Gli unici difetti che mi tocca segnalare è che, sebbene il film godesse di buoni contenuti e concetti di base, essi potevano essere meglio approfonditi; inoltre a volte lo sviluppo della trama si fa un po prevedibile.
Nel complesso risulta un film davvero godibilissimo, che diverte, non stanca e ha una buona morale da sfondo.
Intrattenimento=10
Contenuti=8
Globale=9
La storia parla di una ragazza che trova uno strano oggetto e da quel momento ottiene la capacità di fare viaggi indietro nel tempo, e questo si ripete ogni volta che compie dei salti molto ampi; la protagonista compie di proposito questi "salti" nel tempo per migliorare certe situazioni, anche se poi ne aggrava altre; quindi l'intero film si basa proprio su questi viaggi temporali che portano a situazioni che spesso fanno riflettere.
I personaggi presenti sono molto vari, realistici e credibili, che riflettono la società di oggi. Non si può parlare di una eccezionale caratterizzazione psicologica, dato che i personaggi non vengono approfonditi eccessivamente, anche per non rompere lo scorrevole ritmo narrativo, allegro e divertente, e quindi per non stonare e cadere nel pesante; la trovo quindi una scelta azzeccata e non un difetto: ogni cosa viene mostrata con l'intensità giusta, personaggi a parte.
Le animazioni sono più che buone, così come i disegni, il cui character design è affidato al celeberrimo Yoshiyuki Sadamoto (Evangelion, Nadia, flcl ecc...).
Come contorno, la colonna sonora è costituita da sottofondi leggeri, spensierati e gradevoli che si alternano alla bella Variazione Goldberg di Back, che si integra egregiamente nelle scene rappresentate (il primo salto nel tempo in particolare, e anche altri in futuro).
Anche la regia è abbastanza buona.
Gli unici difetti che mi tocca segnalare è che, sebbene il film godesse di buoni contenuti e concetti di base, essi potevano essere meglio approfonditi; inoltre a volte lo sviluppo della trama si fa un po prevedibile.
Nel complesso risulta un film davvero godibilissimo, che diverte, non stanca e ha una buona morale da sfondo.
Intrattenimento=10
Contenuti=8
Globale=9
Siamo nel 2006, dallo studio d'animazione della MADHOUSE, viene proiettato al mondo Toki wo Kakeru Shoujo, da noi conosciuto col nome La Ragazza che Saltava nel Tempo, basato su un racconto di Yasutaka Tsutsui. In Giappone vince il premio di miglior fil animato del 2006, e non c'è da meravigliarsi visto chi ha partecipato alla sua creazione, tra i vari nomi sicuramente spicca quello di Yoshiyuki Sadamoto character designer di Neon Genesis Evangelion, Gunbuster, ecc, ciò dovrebbe già far venire la voglia di ammirare questo prodotto. La trama è ben sviluppata, l'anime va seguito tutto di un fiato, non ci sono parti particolarmente lente, sin dai primi frangenti la visione risulta piacevole e scorrevole e soprattutto adatta ad un vasto pubblico, visto che non si presentano parti molto difficili da capire. L'anime gira intorno alla protagonista principale Makoto Konno, una semplice studentessa che dopo uno strano incidente si rende conto che può riuscire a saltare nel tempo a suo piacimento, e avendo questo potere comincia a sfruttarlo (chi non lo farebbe), per fare in modo che tutti gli avvenimenti accadano in maniera a lei favorevole, non accorgendosi però che facendo ciò reca molti problemi agli altri protagonisti, in questo contesto si uniscono frangenti sentimentali che condiscono un'opera molto ben congeniata ed elaborata. Non mancano frangenti molto movimentati, scene che si ripetono in maniera anche strampalata se vogliamo, e non mancano nemmeno i colpi di scena e le parti abbastanza demenziali che rendono la visione molto più piacevole. Gli altri personaggi ruotano intorno alla protagonista ed hanno una caratterizzazione buona e non stancano o risultano antipatici.
La parte tecnica è molto buona, soprattutto le animazioni non deludono, i disegni sono buoni, con sfondi molto curati e vari, la regia è ottima. La colonna sonora non è onnipresente, anzi molti frangenti sono anche silenziosi, ma rende perfettamente le varie scene e fino alla fine non stanca mai. Personalmente consiglio questo film davvero a tutti, a dire il vero in alcuni momenti c'è bisogno di più attenzione per capire alcune situazioni, ma nel complesso la visione risulta abbastanza leggera, forse la parte centrale può risultare un po pesante, ma sicuramente non rovina il film che merita davvero molto.
La parte tecnica è molto buona, soprattutto le animazioni non deludono, i disegni sono buoni, con sfondi molto curati e vari, la regia è ottima. La colonna sonora non è onnipresente, anzi molti frangenti sono anche silenziosi, ma rende perfettamente le varie scene e fino alla fine non stanca mai. Personalmente consiglio questo film davvero a tutti, a dire il vero in alcuni momenti c'è bisogno di più attenzione per capire alcune situazioni, ma nel complesso la visione risulta abbastanza leggera, forse la parte centrale può risultare un po pesante, ma sicuramente non rovina il film che merita davvero molto.
Mamoru Hosada, nome abbastanza noto tra gli amanti della serie "Digimon", sale in cattedra, nel 2006, con un titolo di ampio respiro e assolutamente di spicco tra gli anime dell'ultimo decennio, basato sul racconto di Yasutaka Tsutsui.
Acclamato e pluripremiato, "Toki o Kakeru Shôjo" (La Ragazza che Saltava nel Tempo), si dimostra, complessivamente, all'altezza della propria fama, e il suo stile grafico, insieme alle tematiche, lo rendono un film godibile agli occhi dei più giovani, che possono ritenersi soddisfatti del fresco character design (opera di Yoshiyuki Sadamoto) nonchè dell'ambientazione contemporanea e dei contenuti che variano dal genere comico/scolastico al fantasy, al drammatico/sentimentale, ma altresì possono rimanere soddisfatti gli estimatori del cinema d'animazione classico, poetico ed appassionato, quello di matrice "Ghibliana", per intenderci.
Si tratta forse di uno dei pochi lungometraggi capaci di unire innovazione tecnica a tradizione, senza trascurare l'apporto considerevole tratto dalla trama ricca di idee.
La tradizione si nota comunque anche in elementi della realizzazione, come l'ottima colonna sonora, della quale eccellono alcuni brani dalle "Variazioni Goldberg" di Johann Sebastian Bach, molto idonei al tema della vicenda.
E' il tempo l'elemento fondante delle tematiche dell'opera, che, grazie ad una sceneggiatura vivace ed invogliante, ne ripropone concetti in parte riciclati, senza però risultare scontata.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, benchè non sempre credibili - la stessa protagonista, Makoto, non sembra affatto turbata da ciò che le accade a inizio avventura; le battute conclusive non chiariscono alcune affermazioni dei protagonisti, ecc. - e i dialoghi funzionano molto bene (peccato per un doppiaggio italiano non adeguato).
Concludendo: il titolo si fa apprezzare per l'ottima realizzazione, il clima vario, la piacevole sceneggiatura, riuscendo a sfiorare, seppur non di pochissimo, l'appellativo di capolavoro.
Consigliato a tutta la famiglia.
Acclamato e pluripremiato, "Toki o Kakeru Shôjo" (La Ragazza che Saltava nel Tempo), si dimostra, complessivamente, all'altezza della propria fama, e il suo stile grafico, insieme alle tematiche, lo rendono un film godibile agli occhi dei più giovani, che possono ritenersi soddisfatti del fresco character design (opera di Yoshiyuki Sadamoto) nonchè dell'ambientazione contemporanea e dei contenuti che variano dal genere comico/scolastico al fantasy, al drammatico/sentimentale, ma altresì possono rimanere soddisfatti gli estimatori del cinema d'animazione classico, poetico ed appassionato, quello di matrice "Ghibliana", per intenderci.
Si tratta forse di uno dei pochi lungometraggi capaci di unire innovazione tecnica a tradizione, senza trascurare l'apporto considerevole tratto dalla trama ricca di idee.
La tradizione si nota comunque anche in elementi della realizzazione, come l'ottima colonna sonora, della quale eccellono alcuni brani dalle "Variazioni Goldberg" di Johann Sebastian Bach, molto idonei al tema della vicenda.
E' il tempo l'elemento fondante delle tematiche dell'opera, che, grazie ad una sceneggiatura vivace ed invogliante, ne ripropone concetti in parte riciclati, senza però risultare scontata.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, benchè non sempre credibili - la stessa protagonista, Makoto, non sembra affatto turbata da ciò che le accade a inizio avventura; le battute conclusive non chiariscono alcune affermazioni dei protagonisti, ecc. - e i dialoghi funzionano molto bene (peccato per un doppiaggio italiano non adeguato).
Concludendo: il titolo si fa apprezzare per l'ottima realizzazione, il clima vario, la piacevole sceneggiatura, riuscendo a sfiorare, seppur non di pochissimo, l'appellativo di capolavoro.
Consigliato a tutta la famiglia.
Molto, molto bello! grafica molto curata e pulita, musica ottima, trama molto simpatica e interessante. La doppiatura italiana è stata perfetta.
Quest'anime riesce a prendere lo spettatore fin dall'inizio e a farlo appassionare a tutti i personaggi e ai luoghi. Un film che va assolutamente visto, lo merita!
Quest'anime riesce a prendere lo spettatore fin dall'inizio e a farlo appassionare a tutti i personaggi e ai luoghi. Un film che va assolutamente visto, lo merita!
La giovane Makoto ama trascorrere le giornate scolastiche in compagnia dei suoi 2 migliori amici, Chiaki e Kousuke. Un giorno nell'aula di chimica, si ritrova a viaggiare inspiegabilmente nel tempo. Capisce così, di aver acquisito questo potere ed inizia ad usarlo frequentemente, anche per le cose più stupide (tipo evitare la dichiarazione d'amore del suo amico Chiaki). Ma quando si manipola il tempo, si rischia di cambiare il corso naturale degli eventi e man mano che il film va avanti, Makoto si renderà conto della sua irresponsabilità. Il succo del film è proprio questo. La visione è davvero piacevole e il character design è stupendo, così come le musiche e gli sfondi. E' davvero un film ben fatto che insegna molte cose, perciò lo consiglio proprio a tutti, vale la pena di vederlo!!!
Questo anime racconta la storia di una ragazza liceale che, grazie ad uno strumento proveniente dal futuro, riesce a viaggiare nel tempo. Sfrutterà questa sua possibilità per fini futili. E' un anime ben fatto, i personaggi sono molto vivi e reali, le scene di pianto sembrano vere. Da' spazio a molte riflessioni. Non è volgare, sa essere poetico e profondo. Davvero una bella opera, merita otto e mezzo. Non di più solo perchè non posso equipararla ai films di Miyazaki, KON, OSHII. Però è un film non solo da vedere, ma da possdere. Bravi gli autori!!!
Un film, questo, che merita di essere visto. Come spesso mi capita, a volte parto con qualche remora sulla visione di certi anime, poiché i viaggi nel tempo sono sempre "complessi" da gestire, e quindi a me non graditi... ma in questo anime diventano secondari, nonostante portanti dell'intera storia, ripeto diventano secondari rispetto alle situazioni, alle scene, alla trama. L'ho visto perchè immaginavo che la mano di Sadamoto (Evangelion per intenderci) avrebbe reso questo anime particolare, e non mi sbagliavo, anzi, non mi ha deluso!
Al di là delle imperfezioni cronologiche che si sono create (nei salti nel tempo, perché lei non incontra mai se stessa??), ecco, al di là di queste piccole imperfezioni di fisica teorica, la storia prende.
E' la storia di una ragazza che, per una serie di incidenti e colpi di sfortuna, scopre di poter viaggiare nel tempo, anzi, di poter effettuare salti nel passato. Caratteristica particolare che alla fine viene anche ben spiegata, e che porta la trama ad avere un finale decisamente bello.... con un sacco di puntini di sospensione, ma bello.
Ma non è questo ad appassionare, non è questa capacità di creare caos anche quando non si vuole a piacere. E' la crescita, la maturazione di questa liceale che intervenendo sul continuum temporale modifica la sua vita, ma soprattutto quella degli altri. Tutto ruota attorno alla frase "se non sei tu a pagare, qualcun altro pagherà per te", ed è una frase che nel più ampio spettro della vita si può applicare tranquillamente tutti i giorni... qualcosa che fa riflettere. Ma non ci si ferma a questo... perché le scelte che fa la giovane studentessa le insegnano ancora molte cose, come il "cogliere l'attimo", perché ogni lasciata è persa... e molto altro ancora.
Insegnamenti morali importanti, secondo me, che si scoprono e vanno avanti per tutto l'anime, non deludendo le aspettative.
Qualitativamente mi è piaciuto molto, moltissimo. Il disegno dei fondali è curato e dettagliato, di contro c'è un'animazione con linee quasi essenziali, che rispettano i tratti emotivi delle espressioni ma le puliscono da ogni orpello di troppo... un disegno essenziale che si contrappone a questi fondali quasi "barocchi" per cura e ricchezza di dettagli, che creano quindi un contrasto nitido e piacevole, un po' estemporaneo (ma del resto come tutta la storia). L'animazione è ottima, e bellissime sono le scene di contorno dove la computer grafica si immerge nel disegno (o viceversa) e proietta lo spettatore in un vero viaggio nel tempo. Il primo viaggio (o sogno) che fa la protagonista è davvero la realizzazione di come personalmente avrei visto e sognato un viaggio nel tempo. Meraviglioso.
Promossa quindi la visione a tutti, e davvero consigliata!
Al di là delle imperfezioni cronologiche che si sono create (nei salti nel tempo, perché lei non incontra mai se stessa??), ecco, al di là di queste piccole imperfezioni di fisica teorica, la storia prende.
E' la storia di una ragazza che, per una serie di incidenti e colpi di sfortuna, scopre di poter viaggiare nel tempo, anzi, di poter effettuare salti nel passato. Caratteristica particolare che alla fine viene anche ben spiegata, e che porta la trama ad avere un finale decisamente bello.... con un sacco di puntini di sospensione, ma bello.
Ma non è questo ad appassionare, non è questa capacità di creare caos anche quando non si vuole a piacere. E' la crescita, la maturazione di questa liceale che intervenendo sul continuum temporale modifica la sua vita, ma soprattutto quella degli altri. Tutto ruota attorno alla frase "se non sei tu a pagare, qualcun altro pagherà per te", ed è una frase che nel più ampio spettro della vita si può applicare tranquillamente tutti i giorni... qualcosa che fa riflettere. Ma non ci si ferma a questo... perché le scelte che fa la giovane studentessa le insegnano ancora molte cose, come il "cogliere l'attimo", perché ogni lasciata è persa... e molto altro ancora.
Insegnamenti morali importanti, secondo me, che si scoprono e vanno avanti per tutto l'anime, non deludendo le aspettative.
Qualitativamente mi è piaciuto molto, moltissimo. Il disegno dei fondali è curato e dettagliato, di contro c'è un'animazione con linee quasi essenziali, che rispettano i tratti emotivi delle espressioni ma le puliscono da ogni orpello di troppo... un disegno essenziale che si contrappone a questi fondali quasi "barocchi" per cura e ricchezza di dettagli, che creano quindi un contrasto nitido e piacevole, un po' estemporaneo (ma del resto come tutta la storia). L'animazione è ottima, e bellissime sono le scene di contorno dove la computer grafica si immerge nel disegno (o viceversa) e proietta lo spettatore in un vero viaggio nel tempo. Il primo viaggio (o sogno) che fa la protagonista è davvero la realizzazione di come personalmente avrei visto e sognato un viaggio nel tempo. Meraviglioso.
Promossa quindi la visione a tutti, e davvero consigliata!
"La ragazza che saltava nel tempo" è un film d' animazione realizzato dalla Madhouse nel 2006, tratto da un romanzo di Tsutsui Yasutaka e diretto da Mamoru Hosoda. In Italia è stato proiettato al Future Film Festival, in Giappone ha vinto il premio come il miglior film animato del 2006 ai Mainichi Film Awards (Ōfuji Nobur! Award).
La protagonista è Makoto, una normale ragazza come tante altre. Si sveglia tardi alla mattina, rischia di arrivare in ritardo a scuola, va male in un compito fatto a sorpresa, riesce a combinare pasticci quando ad Economia Domestica deve preparare il tempura e viene accidentalmente buttata a terra da alcuni ragazzi che stanno facendo un gioco stupido nel cortile della scuola... Bè, diciamo che questo non è certo il giorno più fortunato della sua vita... In più le tocca anche fare le pulizie nella sua classe e portare i libri in sala di chimica. Proprio in questa sala cade su uno strano oggetto e vede delle strane e confuse immagini: un po' come se stesse viaggiando nel tempo. E' così che ottiene appunto il potere di viaggiare nel tempo, usandolo sempre a proprio vantaggio!
Piano piano però la ragazza capisce, con l' aiuto della zia "strega", che crea problemi ad altra gente o addirittura ai suoi amici senza volerlo e quindi decide di impegnarsi al massimo per aiutarli, combinando tuttavia numerosi disastri...
A mio pare Tokikake (viene abbreviato così in Giappone) è un bel film, con un ottimo characters design,con una bella colonna sonora e con delle buone animazioni. E' una storia classica, semplice, che però non stanca. Se vogliamo è anche un po' ironico talvolta, in particolare quando assistiamo ai disastri che combina Makoto. Guardandolo mi è sembrato quasi di vedere un film dello studio Ghibli, anche se di sicuro non raggiunge il livello di Miyazaki; penso comunque che meriti di essere visto. Il finale a mio parere lascia un po' di amaro in bocca, ma ha il pregio di essere sicuramente poco scontato.
Insomma, si può dire che è un bell'anime ed è un peccato che ce ne siano pochi così in giro al giorno d' oggi: infatti sarebbe sicuramente meglio se ci fossero più film simili a Tokikake, che a tutte quelle fesserie prese dalle serie tv.
Quindi se avete del tempo, guardatelo: sono dei minuti ben spesi!
La protagonista è Makoto, una normale ragazza come tante altre. Si sveglia tardi alla mattina, rischia di arrivare in ritardo a scuola, va male in un compito fatto a sorpresa, riesce a combinare pasticci quando ad Economia Domestica deve preparare il tempura e viene accidentalmente buttata a terra da alcuni ragazzi che stanno facendo un gioco stupido nel cortile della scuola... Bè, diciamo che questo non è certo il giorno più fortunato della sua vita... In più le tocca anche fare le pulizie nella sua classe e portare i libri in sala di chimica. Proprio in questa sala cade su uno strano oggetto e vede delle strane e confuse immagini: un po' come se stesse viaggiando nel tempo. E' così che ottiene appunto il potere di viaggiare nel tempo, usandolo sempre a proprio vantaggio!
Piano piano però la ragazza capisce, con l' aiuto della zia "strega", che crea problemi ad altra gente o addirittura ai suoi amici senza volerlo e quindi decide di impegnarsi al massimo per aiutarli, combinando tuttavia numerosi disastri...
A mio pare Tokikake (viene abbreviato così in Giappone) è un bel film, con un ottimo characters design,con una bella colonna sonora e con delle buone animazioni. E' una storia classica, semplice, che però non stanca. Se vogliamo è anche un po' ironico talvolta, in particolare quando assistiamo ai disastri che combina Makoto. Guardandolo mi è sembrato quasi di vedere un film dello studio Ghibli, anche se di sicuro non raggiunge il livello di Miyazaki; penso comunque che meriti di essere visto. Il finale a mio parere lascia un po' di amaro in bocca, ma ha il pregio di essere sicuramente poco scontato.
Insomma, si può dire che è un bell'anime ed è un peccato che ce ne siano pochi così in giro al giorno d' oggi: infatti sarebbe sicuramente meglio se ci fossero più film simili a Tokikake, che a tutte quelle fesserie prese dalle serie tv.
Quindi se avete del tempo, guardatelo: sono dei minuti ben spesi!
Quando lo shojo "corre" verso la fantascienza. "Toki wo Kakeru Shoujo" si è imposto, a ragione, come una delle migliori rivelazioni dell'animazione giapponese degli ultimi anni, facendo incetta di premi e riconoscimenti, almeno in patria. Da noi è giunto nel 2007 con il titolo di "La ragazza che saltava nel tempo". Protagonista è Makoto, normale studentessa liceale che condivide la passione per il baseball con i suoi due migliori (unici?) amici: Chiaki e Kousuke. Un giorno, dopo un incidente in un laboratorio di chimica, la giovane si rende conto si poter controllare il tempo, balzando a suo piacimento indietro negli eventi. Userà il potere per il suo tornaconto fino a quando...
La trama è abbastanza semplice e si limita a individuare il percorso della protagonista verso l'ammissione delle sue colpe e il venire a patti con i propri errori (non so perchè ma questo tema mi sembra più vicino alla cultura americana, del genere "da grandi poteri derivano grandi responsabilità"). In realtà ciò che colpisce, più che la trama in se, è il sottile dialogo che il film sembra voler instaurare con lo spettatore coinvolgendolo nella visione, spingendolo a immedesimarsi nelle azioni di Makoto. "Se potessi tornare indietro non ti comporteresti come lei?", ci chiediamo. E siamo convinti di aver dato la risposa esatta finché, in un istante, la consapevolezza delle inevitabili conseguenze ci colpisce come un pugno allo stomaco e vorremmo disperatamente tornare a prima. La prima parte del film scorre così veloce e magnifica davanti a noi.
Purtroppo la trama finisce per svilupparsi nel finale in maniera contorta e banale al tempo stesso e assolutamente non all'altezza delle premesse (un conto è il colpo di scena, un altro è una soluzione senza né capo né coda). Il film resta da guardare perchè siamo comunque di fronte ad un prodotto notevole. E in ogni caso sembra che la MADHOUSE negli ultimi anni sappia produrre solo capolavori, partendo dalla filmografia di Satoshi Kon, passando per Metropolis e finendo con Death Note. Tornando al film, una nota di grande merito al disegno, che fa un uso moderato della CG, e soprattutto è curato da Yoshiyuki Sadamoto, uomo-simbolo della GAINAX (Neon Genesis Evangelion, FLCL, Il mistero della pietra azzurra). Alla regia c'è Mamoru Hosoda, che nel 2005 aveva diretto uno degli ultimi film di ONE PIECE.
La trama è abbastanza semplice e si limita a individuare il percorso della protagonista verso l'ammissione delle sue colpe e il venire a patti con i propri errori (non so perchè ma questo tema mi sembra più vicino alla cultura americana, del genere "da grandi poteri derivano grandi responsabilità"). In realtà ciò che colpisce, più che la trama in se, è il sottile dialogo che il film sembra voler instaurare con lo spettatore coinvolgendolo nella visione, spingendolo a immedesimarsi nelle azioni di Makoto. "Se potessi tornare indietro non ti comporteresti come lei?", ci chiediamo. E siamo convinti di aver dato la risposa esatta finché, in un istante, la consapevolezza delle inevitabili conseguenze ci colpisce come un pugno allo stomaco e vorremmo disperatamente tornare a prima. La prima parte del film scorre così veloce e magnifica davanti a noi.
Purtroppo la trama finisce per svilupparsi nel finale in maniera contorta e banale al tempo stesso e assolutamente non all'altezza delle premesse (un conto è il colpo di scena, un altro è una soluzione senza né capo né coda). Il film resta da guardare perchè siamo comunque di fronte ad un prodotto notevole. E in ogni caso sembra che la MADHOUSE negli ultimi anni sappia produrre solo capolavori, partendo dalla filmografia di Satoshi Kon, passando per Metropolis e finendo con Death Note. Tornando al film, una nota di grande merito al disegno, che fa un uso moderato della CG, e soprattutto è curato da Yoshiyuki Sadamoto, uomo-simbolo della GAINAX (Neon Genesis Evangelion, FLCL, Il mistero della pietra azzurra). Alla regia c'è Mamoru Hosoda, che nel 2005 aveva diretto uno degli ultimi film di ONE PIECE.
La prima parte è perfetta, la seconda mi ha deluso molto. Il disegno è sempre molto bello, e il doppiaggio italiano è davvero eccelso (anche se la traduzione si mangia qualcosa).
Inizia benissimo, in pochi tratti delinea personaggi e ambienti cui ci si affeziona subito, e lo fa con grande tocco e misura. Poi il tutto si risolve in un epilogo fuori luogo e posticcio che fa davvero dire "peccato, poteva essere un grande anime".
Sia chiaro, va visto senza dubbio, ma rimane l'amarezza per un'opera che si rimangia le sue stesse premesse risolvendosi in modo poco appropriato.
Inizia benissimo, in pochi tratti delinea personaggi e ambienti cui ci si affeziona subito, e lo fa con grande tocco e misura. Poi il tutto si risolve in un epilogo fuori luogo e posticcio che fa davvero dire "peccato, poteva essere un grande anime".
Sia chiaro, va visto senza dubbio, ma rimane l'amarezza per un'opera che si rimangia le sue stesse premesse risolvendosi in modo poco appropriato.
Non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo anime e devo dire che non c'è cosa più bella, quando si guarda un film, di trovarne uno nuovo che non conoscevi e scoprire poi essere un bel film.
"La ragazza che saltava nel tempo" è una bella storia che, per certi versi, potrebbe definirsi uno shojo, ma si dimostra essere però un film molto più originale, difficilmente collocabile tra le varie categorie di anime.
Il film è sicuramente per ragazzi, narrando una strana avventura vissuta da una ragazza di nome Makoto, nell'ultimo anno di scuola, ormai alle porte dell'università. Makoto, in una giornata come le altre, scopre dopo essere entrata in contatto con uno strano oggetto, di essere in grado di tornare indietro nel tempo spiccando dei salti piuttosto lunghi.
Questo suo strano potere sarà utilizzato da lei inizialmente per risolvere suoi piccoli problemi e desideri, ma si dimostrerà poi essere un arma a doppio taglio, in quanto gli stravolgimenti degli eventi passati iniziano a generare delle ritorsioni negative sui fatti presenti, stile butterfly effect. Non mi dilungo ulteriormente nella trama.
La storia è un misto ben fatto tra love story e genere fantastico, con quei piccoli tratti di scene umoristiche e scene un po' più serie tipici di ogni anime che si rispetti.
Il film si lascia ben guardare anche se, lo confesso, avrei preferito che gli eventi si fossero sviluppati in maniera differente nel finale: ad un certo punto si da una spiegazione quasi fantascientifica e più razionale della storia, il che poteva essere evitato o fatto meglio. In più si poteva sfruttare meglio l'idea di butterfly effect e di lei che cerca poi di recuperare. Queste cose avrebbero reso il film più interessante.
I disegni e le animazioni sono ben fatti, i personaggi ben caratterizzati ed il doppiaggio italiano proprio niente male.
Gli do 8, anche se meriterebbe più un 7,5 (approssimiamo per eccesso); se la storia fosse stata sfruttata meglio, come appunto ho spiegato prima, probabilmente sarebbe stato un 9.
Resta comunque una bella storia ed un film interessante da guardare, specialmente se siete amanti del genere romantico non troppo sdolcinato, della vita della società giapponese e delle belle storie in genere.
"La ragazza che saltava nel tempo" è una bella storia che, per certi versi, potrebbe definirsi uno shojo, ma si dimostra essere però un film molto più originale, difficilmente collocabile tra le varie categorie di anime.
Il film è sicuramente per ragazzi, narrando una strana avventura vissuta da una ragazza di nome Makoto, nell'ultimo anno di scuola, ormai alle porte dell'università. Makoto, in una giornata come le altre, scopre dopo essere entrata in contatto con uno strano oggetto, di essere in grado di tornare indietro nel tempo spiccando dei salti piuttosto lunghi.
Questo suo strano potere sarà utilizzato da lei inizialmente per risolvere suoi piccoli problemi e desideri, ma si dimostrerà poi essere un arma a doppio taglio, in quanto gli stravolgimenti degli eventi passati iniziano a generare delle ritorsioni negative sui fatti presenti, stile butterfly effect. Non mi dilungo ulteriormente nella trama.
La storia è un misto ben fatto tra love story e genere fantastico, con quei piccoli tratti di scene umoristiche e scene un po' più serie tipici di ogni anime che si rispetti.
Il film si lascia ben guardare anche se, lo confesso, avrei preferito che gli eventi si fossero sviluppati in maniera differente nel finale: ad un certo punto si da una spiegazione quasi fantascientifica e più razionale della storia, il che poteva essere evitato o fatto meglio. In più si poteva sfruttare meglio l'idea di butterfly effect e di lei che cerca poi di recuperare. Queste cose avrebbero reso il film più interessante.
I disegni e le animazioni sono ben fatti, i personaggi ben caratterizzati ed il doppiaggio italiano proprio niente male.
Gli do 8, anche se meriterebbe più un 7,5 (approssimiamo per eccesso); se la storia fosse stata sfruttata meglio, come appunto ho spiegato prima, probabilmente sarebbe stato un 9.
Resta comunque una bella storia ed un film interessante da guardare, specialmente se siete amanti del genere romantico non troppo sdolcinato, della vita della società giapponese e delle belle storie in genere.
La ragazza che saltava nel tempo è un classico film d'animazione sulle responsabilità che crea avere dei poteri particolari. Andando con ordine. Makoto è una liceale che possiede una vita normalissima; questa sua normalità viene turbata da un evento particolare. Un giorno giunta in un laboratorio della scuola per sistemare dei libri, Makoto scivola cadendo su di un oggettino minuscolo a forma di noce. Da quel momento in poi, pur non sapendo come Makoto score di aver acquisito il potere di viaggiare nel tempo a suo piacimento. La ragazza inizia così a sfruttare questo suo potere per sistemare alcuni suoi problemini con la scuola, gli amici e i parenti. Essa infatti tornando più e più volte indietro nel tempo cerca di modificare le cose a suo piacimento. Come in ogni classico che si rispetti, dopo un inizio di divertimento per Makoto iniziano a sorgere alcuni problemi legati al come lei ha modificato gli eventi.
La trama continua senza grossissime pretese, enucleando la lezione da impartire allo spettatore senza mai nasconderla ne renderla complicata, essa è praticamente evidente sin da subito. Nonostante si sappia così preso dove il film vuole andare a parare, si è coinvolti abbastanza da vederlo senza sosta. Verso la fine del film c'è poi un colpo di scena davvero curioso ed ingegnoso. Senza volerlo svelare basti sapere che non è una cosa facile da immaginare, anche se si guarda il film con moltissima attenzione. Questo colpo di scena merita una citazione a parte proprio per la sua originalità che fa senza dubbio elevare la considerazione per questo film d'animazione. L'aspetto tecnico è tra i più felici del film. Infatti la grafica, come anche gli effetti video oltre ad essere ben curati mostrano davvero i muscoli, infatti questo film può vantarsi bellissimi scenari (nonostante la banalità cittadina del contesto), e personaggi sempre diversi e ben fatti. Il comparto audio è anch'esso di ottima qualità, dalla colonna sonora eccellente, che riesce a coinvolgere sin da subito lo spettatore, al doppiaggio davvero ben eseguito, agli effetti audio davvero molto caratteristici. I personaggi sono ben caratterizzati, dal primo all'ultimo, dal più al meno importante. In definitiva questo film è davvero eccellente, merita di essere visto da chiunque. Unica pecca è la banalità/normalità della questione trattata, ma questo è un neo di tutto il film non di una singola parte. Un vero must per gli appassionati. Da vedere.
La trama continua senza grossissime pretese, enucleando la lezione da impartire allo spettatore senza mai nasconderla ne renderla complicata, essa è praticamente evidente sin da subito. Nonostante si sappia così preso dove il film vuole andare a parare, si è coinvolti abbastanza da vederlo senza sosta. Verso la fine del film c'è poi un colpo di scena davvero curioso ed ingegnoso. Senza volerlo svelare basti sapere che non è una cosa facile da immaginare, anche se si guarda il film con moltissima attenzione. Questo colpo di scena merita una citazione a parte proprio per la sua originalità che fa senza dubbio elevare la considerazione per questo film d'animazione. L'aspetto tecnico è tra i più felici del film. Infatti la grafica, come anche gli effetti video oltre ad essere ben curati mostrano davvero i muscoli, infatti questo film può vantarsi bellissimi scenari (nonostante la banalità cittadina del contesto), e personaggi sempre diversi e ben fatti. Il comparto audio è anch'esso di ottima qualità, dalla colonna sonora eccellente, che riesce a coinvolgere sin da subito lo spettatore, al doppiaggio davvero ben eseguito, agli effetti audio davvero molto caratteristici. I personaggi sono ben caratterizzati, dal primo all'ultimo, dal più al meno importante. In definitiva questo film è davvero eccellente, merita di essere visto da chiunque. Unica pecca è la banalità/normalità della questione trattata, ma questo è un neo di tutto il film non di una singola parte. Un vero must per gli appassionati. Da vedere.
Trama sconvolgente (nel senso che non ti aspetti un'evoluzione simile), disegno semplice ma efficace e, soprattutto, un ottima sceneggiatura, fanno di questo film un prodotto davvero degno di essere gustato. Il film ispira una sorta di tenerezza primordiale in chi lo guarda soprattutto per le scelte e le decisioni della protagonista, un po' più bambina e un po' meno donna di come vengono spesso rappresentati gli adolescenti in certi anime. Nessuno si aspetta che una ragazzina di 16/17 anni si comporti e ragioni con un adulto e credo sia stato questo a piacermi più di tutto in questo film. L'ingenuità, la caparbietà, gli errori grossolani riparati con altrettanti sbagli che la protagonista compie con la veemenza che solo l'adolescenza sa dare la rendono umana, vera, e quindi piacevole. Il tema centrale sta proprio in questo e nella domanda "se potessi viaggiare nel tempo potrei davvero riparare ai miei errori?".
Un bel film, delicato, molto ben disegnato e ben diretto.La trama è tutto sommato abbastanza originale, non tanto per il tema dei viaggi nel tempo (già molto abusato in tante serie), quanto per il modo in cui è trattato.
I tre protagonisti (in particolare Makoto) sono molto accattivanti; i disegni, come già accennato sono belli e fluidi, con particolare attenzione per i fondali e per le ambientazioni.Finale agrodolce.
Se dovessi trovare la "morale" a questo lungometraggio, sarebbe (anzi, sarebbero):
a) Anche un dono eccezionale può portare tanti problemi, se si usa senza responsabilità
b) Non lasciate sfuggire le occasioni: potrebbero non ripresentarsi più!
I tre protagonisti (in particolare Makoto) sono molto accattivanti; i disegni, come già accennato sono belli e fluidi, con particolare attenzione per i fondali e per le ambientazioni.Finale agrodolce.
Se dovessi trovare la "morale" a questo lungometraggio, sarebbe (anzi, sarebbero):
a) Anche un dono eccezionale può portare tanti problemi, se si usa senza responsabilità
b) Non lasciate sfuggire le occasioni: potrebbero non ripresentarsi più!
Un film che ti fa sentire il profumo dell’estate, con il suo calore e la sua frizzante vitalità, ma allo stesso tempo malinconico e nostalgico. Guardando questo film è inevitabile fermarsi a riflettere sullo scorrere del tempo. Quando Makoto, la protagonista, si rende conto dell’importanza di ogni istante non c’è spazio per la rassegnazione, bensì per una speranza per il futuro ed è questo il cuore del film. Non è mai troppo tardi, anche se il tempo non aspetta nessuno.
Molto coinvolgente, grazie all’alternarsi di scene divertenti e di momenti di tristezza difficilmente vi annoierete. I disegni sono curati e i colori rendono quella tipica atmosfera che si crea solo in estate. La colonna sonora è piacevole, ho trovato i temi al piano molto azzeccati per ogni situazione, così come la scelta di usare una canzone in uno dei momenti più importanti del film. Il doppiaggio mi è piaciuto moltissimo, soprattutto quello di Chiaki.
Se volete ridere, ma anche riflettere, La ragazza che saltava nel tempo è quello che fa per voi.
Molto coinvolgente, grazie all’alternarsi di scene divertenti e di momenti di tristezza difficilmente vi annoierete. I disegni sono curati e i colori rendono quella tipica atmosfera che si crea solo in estate. La colonna sonora è piacevole, ho trovato i temi al piano molto azzeccati per ogni situazione, così come la scelta di usare una canzone in uno dei momenti più importanti del film. Il doppiaggio mi è piaciuto moltissimo, soprattutto quello di Chiaki.
Se volete ridere, ma anche riflettere, La ragazza che saltava nel tempo è quello che fa per voi.
Toki wa Kakeouro Shojo, ovvero omohide Poro Poro incontra Perfect Blue. Seppur circondato da un alone di mistero, la produzione mad house ha un unica e indissolubile certezza: quella di essere un Shojo. Tuttavia la distanza tra codesta opera e quella immonda cretinata di Tokimeki Memorial è più che abissale. E qui interviene la lezione di nonno Takahata con la sua percezione dell'amore elementare, che si evolve tra i banchi di scuola del liceo.
"Arte o scienza?" "Cosa fa Ciaki?" E' l'indecisione la chiave di volta della produzione, il non saper cosa fare e come comportarsi con il fattore tempo e il suo immutabile divenire. Troppo facile riavvolgere le lancette sbanalizzare il banale. Nel momento del bisogno che farai? E difatto tra le aule scolastiche si dipana il dramma, inconsapevolmente nel suo incedere: minaccioso più di quanto pensi, si insinua nella quotidianità, nei dettagli e nei gesti. Hosoda dà largo spazio agli oggetti abitudinari, li eleva e li qualifica: una mosca, una tazza, una palla e una mazza da baseball. L'intero film si sviluppa come una corsa, o meglio rincorsa, verso la pura pensosità. "Devo pensare" si dice a un certo punto. La vita appare nelle sue immense sfaccettature e l'amore è guerra, rivalità e delusione. La realtà viene ribaltata tramite il "supernaturale", che però è mero pretesto per sondare fino a che punto l'amicizia e l'amore siano fondate. Resta ancora da comprendere l'intreccio narrativo, così simile all'epopea intricata ed intrigante di Perfect Blue. Ma il pianto leverà ogni incertezza e la proposta inaspettata e irrealizzabile diventerà certezza, prima ancora che promessa. La metafora del baseball, più che intellettuale che un ping pong a caso, è lì a descrivere i rimpalli amorosi questo-stà-con-questa-ma-ama-questo e così via. Matasse adolescenziali che intendono essere sbrogliate, elemento soprannaturale salvaguardabile tramite le azioni della quotidianità: il semplice in Toki wa Kakeouro Shojo pare non esistere, sebbene il gioco cromatico tra azzurro-bianco-verde gestisce al meglio la volontà di rilassare lo spettatore, senza contrariarlo, facendogli vivere una grande storia d'amore, l'ennesima forse, tra i banchi di scuola. E di questo passo anche le isteriche ragazzine giapponesi dovranno ricredersi che Tokimeki Memorial è una immensa puttanata. La vita (sottinteso l'amore) non è soltanto rosa e fiori come vuole lasciare intendere Hosoda...
PS: Il voto tiene conto dei difetti della produzione. Essi sono presenti sì, sebbene il sottoscritto si sia ripromesso di tacerne a proposito...
"Arte o scienza?" "Cosa fa Ciaki?" E' l'indecisione la chiave di volta della produzione, il non saper cosa fare e come comportarsi con il fattore tempo e il suo immutabile divenire. Troppo facile riavvolgere le lancette sbanalizzare il banale. Nel momento del bisogno che farai? E difatto tra le aule scolastiche si dipana il dramma, inconsapevolmente nel suo incedere: minaccioso più di quanto pensi, si insinua nella quotidianità, nei dettagli e nei gesti. Hosoda dà largo spazio agli oggetti abitudinari, li eleva e li qualifica: una mosca, una tazza, una palla e una mazza da baseball. L'intero film si sviluppa come una corsa, o meglio rincorsa, verso la pura pensosità. "Devo pensare" si dice a un certo punto. La vita appare nelle sue immense sfaccettature e l'amore è guerra, rivalità e delusione. La realtà viene ribaltata tramite il "supernaturale", che però è mero pretesto per sondare fino a che punto l'amicizia e l'amore siano fondate. Resta ancora da comprendere l'intreccio narrativo, così simile all'epopea intricata ed intrigante di Perfect Blue. Ma il pianto leverà ogni incertezza e la proposta inaspettata e irrealizzabile diventerà certezza, prima ancora che promessa. La metafora del baseball, più che intellettuale che un ping pong a caso, è lì a descrivere i rimpalli amorosi questo-stà-con-questa-ma-ama-questo e così via. Matasse adolescenziali che intendono essere sbrogliate, elemento soprannaturale salvaguardabile tramite le azioni della quotidianità: il semplice in Toki wa Kakeouro Shojo pare non esistere, sebbene il gioco cromatico tra azzurro-bianco-verde gestisce al meglio la volontà di rilassare lo spettatore, senza contrariarlo, facendogli vivere una grande storia d'amore, l'ennesima forse, tra i banchi di scuola. E di questo passo anche le isteriche ragazzine giapponesi dovranno ricredersi che Tokimeki Memorial è una immensa puttanata. La vita (sottinteso l'amore) non è soltanto rosa e fiori come vuole lasciare intendere Hosoda...
PS: Il voto tiene conto dei difetti della produzione. Essi sono presenti sì, sebbene il sottoscritto si sia ripromesso di tacerne a proposito...
Molti mi avevano parlato di questa "ragazza che salta nel tempo", ma non mi ero mai preso la briga di farci caso. Poi mi sono ritrovato fra le mani il film, e ho deciso di guardarlo per poter dare finalmente la mia. Che dire, avevano tutti ragione. E' davvero un bel film, con una storia che seppure semplice ti affascina. I disegni non sono quelli più moderni, ma hanno quel vecchio stile che abituati a vedere da tempo non mi stancano mai (mi piacciono troppo i personaggi disegnati in quel modo!). I personaggi sono caratterizzati anche nelle brevi apparizioni e fila tutto liscio. Makoto, seppure infantile e maldestra, è un personaggio interessante e ne combina di tutti i colori. Il finale mi ha lasciato sorpreso, aspettandomi qualcosa di diverso, ma non mi ha deluso (un finale in pure stile giapponese). Forse manca qualcosa dal punto di vista della storia d'amore, ma ci si può passare sopra. Da mozzare il fiato la scena dell'ultimo salto nel tempo con sotto la musica. Un ora e quaranta di pura magia.
Avevo sentito parlare tanto di questo film e più volte mi ero detta che mi sarebbe piaciuto vederlo. Poi, in un giorno come tanti, quando non sai che fare e ti balena una idea strana in mente a cui dici "Massì, proviamo!" ho messo il dvd di quel film che avevo trovato per caso.
Ero partita in sordina, ma presto mi sono letteralmente dimenticata del tempo che scorreva e solo quando mia madre mi ha chiamata per cena, mi ero resa conto che erano trascorse quasi due ore.
Il tempo l'avevo saltato io. Ma ne era rimasta una bellissima e piacevolissima sensazione.
La storia, di per sé; può anche non essere considerata originalissima: una ragazza come tante altre all'improvviso scopre di poter viaggiare nel tempo e di poter modificare il passato. Chiunque, al suo posto, si divertirebbe a sfruttare questa situazione per cambiare la propria vita nel modo che più le aggrada. Però. Però noi non siamo soli, al mondo. Ci sono anche altri esseri umani, la cui vita influisce con al nostra. E ben presto anche lei se ne rende conto, soprattutto quando rischia di far morire uno dei suoi più cari amici.
Premetto che amo questo genere di storie, dunque è con grande piacere e divertimento che ho seguito l'avvicendarsi delle roccambolesche avventure della protagonista. Ho riso e mi sono anche commossa, nonostante mi sarei aspettata un incontro finale che invece non c'è stato (non vi dico di più, per evitare spoiler). Ma in fondo, va bene così. Mi è piaciuto come è stato reso l'elemento romantico: non invasivo, ma interessante e non superficiale, ottimo sia per chi ama le storie d'amore, sia per chi non le segue volentieri.
Anche dal punto di vista grafico, mi è piaciuto molto: come ha giustamente notato mia sorella "sembra uno di quei vecchi cartoni, con disegni semplici e non complicati, ma proprio per questo bellissimi". E sono perfettamente d'accordo con il suo parere.
Ero partita in sordina, ma presto mi sono letteralmente dimenticata del tempo che scorreva e solo quando mia madre mi ha chiamata per cena, mi ero resa conto che erano trascorse quasi due ore.
Il tempo l'avevo saltato io. Ma ne era rimasta una bellissima e piacevolissima sensazione.
La storia, di per sé; può anche non essere considerata originalissima: una ragazza come tante altre all'improvviso scopre di poter viaggiare nel tempo e di poter modificare il passato. Chiunque, al suo posto, si divertirebbe a sfruttare questa situazione per cambiare la propria vita nel modo che più le aggrada. Però. Però noi non siamo soli, al mondo. Ci sono anche altri esseri umani, la cui vita influisce con al nostra. E ben presto anche lei se ne rende conto, soprattutto quando rischia di far morire uno dei suoi più cari amici.
Premetto che amo questo genere di storie, dunque è con grande piacere e divertimento che ho seguito l'avvicendarsi delle roccambolesche avventure della protagonista. Ho riso e mi sono anche commossa, nonostante mi sarei aspettata un incontro finale che invece non c'è stato (non vi dico di più, per evitare spoiler). Ma in fondo, va bene così. Mi è piaciuto come è stato reso l'elemento romantico: non invasivo, ma interessante e non superficiale, ottimo sia per chi ama le storie d'amore, sia per chi non le segue volentieri.
Anche dal punto di vista grafico, mi è piaciuto molto: come ha giustamente notato mia sorella "sembra uno di quei vecchi cartoni, con disegni semplici e non complicati, ma proprio per questo bellissimi". E sono perfettamente d'accordo con il suo parere.
In verità il voto varia dal 6 1/2 al 7.
Nulla da eccepire da un punto di vista tecnico: bei disegni, musica orecchiabile, ma è la storia che non mi convince piu di tanto.
Le storie di viaggi del tempo a me piacciono tantissimo, e questa, se pur non originale, ha degli spunti interessanti...
Si perde però, e magari è una piccolezza, nell'esagerazione degli effetti del cambio della storia (tipo il tizio che fa cadere l'olio... e le conseguenze che subisce). Ma quello che proprio non va e ha fatto scendere il voto è secondo me il finale: troppo buonista, con l'occasione che si ripresenta... purtroppo la vita non è cosi, se uno ha un'occasione tra le mani e sfugge non ritorna piu.
Nulla da eccepire da un punto di vista tecnico: bei disegni, musica orecchiabile, ma è la storia che non mi convince piu di tanto.
Le storie di viaggi del tempo a me piacciono tantissimo, e questa, se pur non originale, ha degli spunti interessanti...
Si perde però, e magari è una piccolezza, nell'esagerazione degli effetti del cambio della storia (tipo il tizio che fa cadere l'olio... e le conseguenze che subisce). Ma quello che proprio non va e ha fatto scendere il voto è secondo me il finale: troppo buonista, con l'occasione che si ripresenta... purtroppo la vita non è cosi, se uno ha un'occasione tra le mani e sfugge non ritorna piu.
Un lungometraggio piacevole da vedere, mai con pause che ne rallentino il ritmo. Dal punto di vista grafico non c'è nulla da dire, il lavoro è stato ottimo. Anche la trama e l'idea di fondo dei salti nel tempo è affascinante e non è del tutto scontata. Non mi pronuncio sulla storia d'amore, diciamo che non è il mio genere, ma in questo anime passa in secondo piano, fino quasi alla fine. Nel complesso m'è piaciuto parecchio e sono stato piacevolmente sorpreso nell'apprendere la verità sulle capacità di saltare nel tempo della protagonista, non me lo sarei mai aspettato.
Non male direi! Sempre la solita storia: un 8,5 sarebbe più adatto. Obiettivamente davvero un bel film ispiratosi ad un bel manga. La vicenda è molto semplice ma non viene trattata mai in modo superficiale o banale. I colpi di scena ci sono ma non incalzanti e quindi facilmente assimilabili. I personaggi sono verosimili e si comportano contestualmente alla vicenda (non troppo originale però) e sono anche abbastanza ben descritti e particolareggiati. Nonostante ciò a mio modo di vedere gli manca qualcosa ma non saprei dire cosa. Visione consigliata!
Bello il carachter, belle le musiche, belli i fondali, belli i personaggi, cosa dire per non ripetermi... davvero molto molto bello :).
Non è un capolavoro solo perchè pecca di originalità, ma pensandoci bene cosa è più difficile fare, un anime originale e fuori dagli schemi che spicca per forza di cose nell'"oceano" stereotipato giapponese, oppure creare una storia classica che però non stanca, che guarderesti per ore dove nulla è lasciato al caso e dove ogni più piccolo dettaglio è inserito in maniera impeccabile nel contesto.
Bhè la risposta non è poi così importante, ciò che dispiace è che purtroppo di titoli così ce ne sono davvero pochi in circolazione, da non perdere.
Non è un capolavoro solo perchè pecca di originalità, ma pensandoci bene cosa è più difficile fare, un anime originale e fuori dagli schemi che spicca per forza di cose nell'"oceano" stereotipato giapponese, oppure creare una storia classica che però non stanca, che guarderesti per ore dove nulla è lasciato al caso e dove ogni più piccolo dettaglio è inserito in maniera impeccabile nel contesto.
Bhè la risposta non è poi così importante, ciò che dispiace è che purtroppo di titoli così ce ne sono davvero pochi in circolazione, da non perdere.
Il film sorpresa dell'anno. Vincitore di tanti premi e forse l'unico che mi ha colpito così favorevolmente.
La storia fondamentalmente è una commedia scolastica classica. La protagonista acquisice il potere di tornare indietro nel tempo, ma l'elemento fantascientifico è ben integrato ed è nei fatti poco più che una scusa per permetterci di approfondire i sentimenti dei protagonisti.
Alla fine la storia si rivela abbastanza semplice e lineare, ma molto godibile e le 2 ore volano senza pensarci troppo. Degna di nota davvero è la regia di Hosoda. Ogni stacco, ogni inquadratura è ben studiata e non stona mai con lo scorrere degli avvenimenti. Alla fine lo spettatore finisce con empatizzare con la protagonista Makoto nonostante si riveli frivola e infantile.
Ottimo anche dal punto di vista delle animazioni anche se non eccelso, alla fine comunque il tutto si rivela migliore di tante altre produzioni molto più celebrate.
Penso ad altri titoli bellissimi e non riesco a dare il massimo a Tokikake, ma un 9 pieno lo merita tutto.
La storia fondamentalmente è una commedia scolastica classica. La protagonista acquisice il potere di tornare indietro nel tempo, ma l'elemento fantascientifico è ben integrato ed è nei fatti poco più che una scusa per permetterci di approfondire i sentimenti dei protagonisti.
Alla fine la storia si rivela abbastanza semplice e lineare, ma molto godibile e le 2 ore volano senza pensarci troppo. Degna di nota davvero è la regia di Hosoda. Ogni stacco, ogni inquadratura è ben studiata e non stona mai con lo scorrere degli avvenimenti. Alla fine lo spettatore finisce con empatizzare con la protagonista Makoto nonostante si riveli frivola e infantile.
Ottimo anche dal punto di vista delle animazioni anche se non eccelso, alla fine comunque il tutto si rivela migliore di tante altre produzioni molto più celebrate.
Penso ad altri titoli bellissimi e non riesco a dare il massimo a Tokikake, ma un 9 pieno lo merita tutto.
Sono queste le cose che fanno bene al mondo dell'animazione, lo affermo senza dubbio alcuno. Tralasciando l'aspetto tecnico impeccabile, la purezza e la brillantezza dell'immagine, la cura dei dettagli e delle animazioni, i fondali meravigliosi (visibilmente realizzati a mano), il punto di forza della "ragazza che corre nel tempo" (è questa la traduzione del titolo) è sicuramente la storia. Convolgente non da subito ma grazie ad un crescendo incredibile e inaspettato, mischia elementi classici degli anime degli anni 90 con tagli e sprazzi di visione futuristica che ispirano una trama davvero surreale e divertente. Lo spettatore si sentirà davvero coinvolto in una spirale di eventi sempre più caotici e imprevedibili, che mai si potevano immaginare all'inizio del film animato. L'idea di poter manipolare il tempo e lo spazio rende tutto ogni istante poco sicuro e inaspettato; davvero belli la cura con cui sono animati i protagonisti: più di una volta durante la visione di questo capolavoro mi sono sorpreso a pensare di stare a vedere un film vero e proprio piuttosto che un cartone animato. Finale a sorpresissima, dolce e imprevisto, ma senza dubbio romantico. Non vi racconterò altro: guardatelo e rimarrete stasiati!
Che ne pensate di un film gradevole, delicato, divertente, con un pizzico di fantascienza (anche se è un anime praticamente "scolastico")? Vi ben dispone? Allora guardate questo! E' davvero un ottimo prodotto. Anche se il finale non è proprio allegrissimo mi ha lasciato davvero una buona impressione. E' il classico film fatto per passare un'ora e mezza serenamente ed adatto a tutti i gusti e agli amanti di tutti i generi. D'accordo, non sarà Miyazaki ma dategli una possibilità... ne rimarrete sorpresi piacevolmente.
Non vedevo un film così bello da "Il Castello Errante di Howl", per quanto mi riguarda considero i film del maestro Miyazaki fuori dalla classifica ordinaria che va dall'1 al 10, questo non raggiunge il maestro ma è sicuro che nelle "normali classifiche" è da 10.
Complimenti a Sadamoto, prima di leggere la recensione di Tacchan non sapevo nemmeno fosse suo il Chara Design, che ha saputo rinnovarsi e cambiare.
L'animazione e il chara sono i fattori che mi hanno convinto a visionare il film, mi hanno colpito subito, è vero oramai siamo nel 2007 e non saranno chi sa quale avanzata realizzazione, ma cosa ci posso fare, a me piace così come sono e la CG non sempre ce la vedo bene, sopratutto poi mi chiedo se l'evoluzione è davvero importante e influente quando pochi mesi fa sono andato a rivedermi Totoro e mi sono accorto che le animazioni sono di molto superiori alla media degli anime attuali.
La storia non me l'aspettavo così bella e con quell'evoluzione, è stata una piacevole sorpresa e a differenza di Tacchan non ho notato questo calo a metà del film.
Nel complesso come ho già detto, il miglior film subito dopo alle realizzazioni del maestro, non è facile trovarsi una produzione di questo livello oggi come oggi.
Complimenti a Sadamoto, prima di leggere la recensione di Tacchan non sapevo nemmeno fosse suo il Chara Design, che ha saputo rinnovarsi e cambiare.
L'animazione e il chara sono i fattori che mi hanno convinto a visionare il film, mi hanno colpito subito, è vero oramai siamo nel 2007 e non saranno chi sa quale avanzata realizzazione, ma cosa ci posso fare, a me piace così come sono e la CG non sempre ce la vedo bene, sopratutto poi mi chiedo se l'evoluzione è davvero importante e influente quando pochi mesi fa sono andato a rivedermi Totoro e mi sono accorto che le animazioni sono di molto superiori alla media degli anime attuali.
La storia non me l'aspettavo così bella e con quell'evoluzione, è stata una piacevole sorpresa e a differenza di Tacchan non ho notato questo calo a metà del film.
Nel complesso come ho già detto, il miglior film subito dopo alle realizzazioni del maestro, non è facile trovarsi una produzione di questo livello oggi come oggi.
Un bel film, forse non rispetta pienamente le mie aspettative, ma di certo sono stati 100 minuti ben spesi. Ne avevo sentito parlare troppo bene e in questi casi è facile rimanere delusi. Fortunatamente non è stato così: ho comunque visionato un film molto carino, con un paio di difetti che lo allontanano dalla perfezione, ma che non scalfiscono il valore di un’opera davvero curata e ben ideata.
Il film è prodotto dalla MadHouse nel 2006 e vanta nel suo staff un character desiner facilmente riconoscibile agli appassionati, ovvero <b>Yoshiyuki Sadamoto</b> (Evangelion, Honneamise, Gunbuster, Nadia…). E’ tratto da un romanzo di Tsutsui Yasutaka ed è diretto da Mamoru Hosoda. In Italia è stato proiettato al Future Film Festival, in Giappone ha vinto il premio come il miglior film animato del 2006 ai Mainichi Film Awards (Ōfuji Noburō Award).
<b>La storia è</b> quella di una ragazza che un giorno cade su uno strano oggetto e che scopre, da quel giorno, che è in grado di fare dei balzi indietro nel tempo. A seconda della rincorsa che prende e del balzo che fa, può tornare più o meno indietro. Inizialmente sfrutta questa dote per fini personali e di poco conto, come per prendere voti migliori, per evitare piccoli incidenti o figure poco piacevoli con i compagni. Pian piano tuttavia prende coscienza di ciò che sta facendo e inizia a usarli per sistemare le cose intorno a se. Ma non è così facile giocare con il tempo e alcuni cambiamenti portano a situazioni inaspettate. Decide pertanto di sistemare i danni fatti e di chiarire anche le sue questioni di cuore, rovinate in qualche modo dalla sua incapacità di accettare i cambiamenti e dai suoi giochi con il tempo. L'unico problema è che la sua capacità di balzare non è eterna...
Il film parte piuttosto bene. Dal punto di vista tecnico è ben realizzato ma non spettacolare, ovvero propone uno stile un po’ atipico ma accattivante, con fondali in genere curati e animazioni ben studiate e realizzate. Niente affetti stellari in computer grafica (ci sono effetti in CG, ma sono solo una parentesi nel film), niente scene fatte per stupire. Una produzione pulita, diligente e discreta, che comunque sfocia in un prodotto che colpisce e appassiona.
La regia è molto buona, così lo è la narrazione, almeno per la prima parte del film. In seguito il ritmo rallenta un po' troppo a mio parere, e ci si trova in alcuni momenti in cui il tutto sembra un po' troppo stagnante e poco avvincente. Per fortuna la preparazione del buon finale fa rialzare l'interesse dello spettatore.
Alcune sequenze sono poi davvero divertenti, in particolare quando la ragazza scopre il suo potere e inizia a sfruttarlo a suo vantaggio, con un paio di situazioni davvero paradossali e demenziali.
Lo spunto su cui è imbastita la trama, ovvero i viaggi del tempo e la facoltà di rivivere lo stesso giorno più volte, è uno dei più utilizzati, ma viene interpretato in modo originale e viene arricchito di un paio di trovare davvero sorprendenti.
<b>Un film che pertanto vi consiglio di vedere</b>. Sebbene non perfetto, con un calo nel mezzo che potrebbe un po' appesantirvi la visione, risulta un anime che un buon appassionato dovrebbe visionare almeno una volta. Una storia romantica e divertente, con personaggi ben definiti e caratterizzati, che danno vita ad una commedia sentimentale/scolastica, con qualche pizzico di fantascienza, come da tanto non se ne vedevano.
Ah, dimenticavo. Un doveroso e un grande ringraziamento a coloro che, con un lavoro davvero ammirevole, mi hanno permesso di visionarlo.
Il film è prodotto dalla MadHouse nel 2006 e vanta nel suo staff un character desiner facilmente riconoscibile agli appassionati, ovvero <b>Yoshiyuki Sadamoto</b> (Evangelion, Honneamise, Gunbuster, Nadia…). E’ tratto da un romanzo di Tsutsui Yasutaka ed è diretto da Mamoru Hosoda. In Italia è stato proiettato al Future Film Festival, in Giappone ha vinto il premio come il miglior film animato del 2006 ai Mainichi Film Awards (Ōfuji Noburō Award).
<b>La storia è</b> quella di una ragazza che un giorno cade su uno strano oggetto e che scopre, da quel giorno, che è in grado di fare dei balzi indietro nel tempo. A seconda della rincorsa che prende e del balzo che fa, può tornare più o meno indietro. Inizialmente sfrutta questa dote per fini personali e di poco conto, come per prendere voti migliori, per evitare piccoli incidenti o figure poco piacevoli con i compagni. Pian piano tuttavia prende coscienza di ciò che sta facendo e inizia a usarli per sistemare le cose intorno a se. Ma non è così facile giocare con il tempo e alcuni cambiamenti portano a situazioni inaspettate. Decide pertanto di sistemare i danni fatti e di chiarire anche le sue questioni di cuore, rovinate in qualche modo dalla sua incapacità di accettare i cambiamenti e dai suoi giochi con il tempo. L'unico problema è che la sua capacità di balzare non è eterna...
Il film parte piuttosto bene. Dal punto di vista tecnico è ben realizzato ma non spettacolare, ovvero propone uno stile un po’ atipico ma accattivante, con fondali in genere curati e animazioni ben studiate e realizzate. Niente affetti stellari in computer grafica (ci sono effetti in CG, ma sono solo una parentesi nel film), niente scene fatte per stupire. Una produzione pulita, diligente e discreta, che comunque sfocia in un prodotto che colpisce e appassiona.
La regia è molto buona, così lo è la narrazione, almeno per la prima parte del film. In seguito il ritmo rallenta un po' troppo a mio parere, e ci si trova in alcuni momenti in cui il tutto sembra un po' troppo stagnante e poco avvincente. Per fortuna la preparazione del buon finale fa rialzare l'interesse dello spettatore.
Alcune sequenze sono poi davvero divertenti, in particolare quando la ragazza scopre il suo potere e inizia a sfruttarlo a suo vantaggio, con un paio di situazioni davvero paradossali e demenziali.
Lo spunto su cui è imbastita la trama, ovvero i viaggi del tempo e la facoltà di rivivere lo stesso giorno più volte, è uno dei più utilizzati, ma viene interpretato in modo originale e viene arricchito di un paio di trovare davvero sorprendenti.
<b>Un film che pertanto vi consiglio di vedere</b>. Sebbene non perfetto, con un calo nel mezzo che potrebbe un po' appesantirvi la visione, risulta un anime che un buon appassionato dovrebbe visionare almeno una volta. Una storia romantica e divertente, con personaggi ben definiti e caratterizzati, che danno vita ad una commedia sentimentale/scolastica, con qualche pizzico di fantascienza, come da tanto non se ne vedevano.
Ah, dimenticavo. Un doveroso e un grande ringraziamento a coloro che, con un lavoro davvero ammirevole, mi hanno permesso di visionarlo.