Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor
Più insisti/E più diventi impotente/Quale sarà la via giusta/Questa è la tua ultima opportunità/Non arrenderti/Puoi ancora cambiare/Nessuno si dimostrerà compassionevole con te/Questo è il momento della verità/Per quelli come te, dati perdenti in partenza.
L’altro giorno, mentre ero in compagnia del mio gruppo di amici, senza che nessuno me lo avesse chiesto, affermai di aver cominciato un nuovo anime sul gioco d’azzardo; incuriosito, uno di loro mi ha domandato quale fosse la trama e io gli ho risposto così: “Un ragazzo sale su una nave per ripagare i propri debiti”. Più sintetico e perentorio di così non potevo essere; di fronte a quella che è la reale storia di “Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor”, la mia smunta descrizione impallidisce, eppure, questa è bastata per affascinare il mio amico, al punto che mi ha anche chiesto quale fosse il nome dell’anime in questione. Onestamente, non so se si prenderà mai la briga di vederlo, ma posso affermare con certezza che, se non lo farà, avrà perso una grandiosa opportunità: prendere visione di un prodotto originale e dalla trama incredibilmente avvincente, cosa assai rara al giorno d’oggi.
La storia è ambientata nel Giappone del 1995, quando, dopo il diploma, Ito Kaiji si trasferisce a Tokyo per cercare lavoro, ma trova la città immersa nella più grande crisi economica della sua storia. Depresso, nel suo appartamento minuscolo, si dedica all'alcol, al fumo e al gambling, immerso in una povertà che spesso lo spinge fino alle lacrime. Kaiji ha seri problemi finanziari e crede di aver trovato nel gioco d'azzardo una facile strada per risollevare le sue finanze. Si ritrova quindi su una nave in compagnia di altre persone convinte come lui a partecipare ad uno speciale gioco: Carta, Sasso e Forbici Limitato, che permette ai vincitori di accaparrarsi una notevole somma di denaro e cancellare così i propri debiti. Come sempre, però, non è tutto oro quel che luccica e, via via che il tempo passa, Kaiji sarà costretto a partecipare a giochi sempre più crudeli.
“Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor” è un anime che parla di un ragazzo e delle sue difficoltà nel vivere ai margini di una società logica e rigidamente inquadrata come quella giapponese. Kaiji è un giovane che, dopo il diploma, si è trasferito nella grande capitale nipponica ricolmo di speranze e di sogni per il futuro, un futuro che immaginava roseo e brillante, ma che nella realtà dei fatti non sembra riservargli nulla di buono. Nella crisi economica in cui sta affogando il Giappone, gli unici in grado di dirsi realmente padroni della propria vita sono coloro che hanno accumulato ricchezze, in qualsivoglia modo, mentre ai giovani come Kaiji, per cui non c’è aspettativa alcuna di fare carriera lavorativa, è dato soltanto di sopravvivere. In una situazione del genere, in cui si ha la sensazione di essere costantemente con l’acqua alla gola, a quale miglior espediente ricorrere, dunque, se non quello del gioco d’azzardo? In questo modo, e questo è noto a tutti, si possono guadagnare tanti soldi in poco tempo, ma anche accumulare debiti – ciò che accade a Kaiji – oppure entrambe le cose, perché in fondo si sa che il gioco d’azzardo è un circolo vizioso senza fine. Nel momento in cui Kaiji mette piede sulla nave da crociera Espoir, decreta la sua condanna a vagare in un terribile limbo da cui uscire è quasi impossibile e in cui egli è alla costante mercè di chi ha più soldi, e per riflesso più potere, di lui. Eppure, è proprio grazie alla sua entrata e permanenza in questo girone dell’Inferno che Kaiji cambia, cresce e impara a sfruttare i propri mezzi, perché di lui si può dire tutto, tranne che sia uno stupido. Coinvolto in giochi in cui è in palio la propria stessa vita, Kaiji è chiamato a fare leva sulla sua più grande qualità: l’intelligenza, che col tempo verrà ad assimilarsi ad una notevole leadership. Le esperienze che egli vive sull’Espoir prima e in altri luoghi poi gli consentono di aprire gli occhi sulla realtà, sul mondo in cui vive, un mondo in cui i potenti possono permettersi di giocare sulle e con le vite delle persone che non hanno nulla e, quindi, nella loro visione malata, non meritano nulla. La spietatezza dei ricchi nei confronti dei poveri e dei nullatenenti come Kaiji viene mostrata in maniera cristallina, tanto da far provare un forte senso di disgusto, perché in fondo, e questa è la cosa più terribile, l’anime non racconta nulla di falso e tendenzioso: i soldi sono sinonimo di potere e quest’ultimo viene spesso utilizzato per il proprio tornaconto o divertimento personale.
Personalmente, ritengo che la prima “saga” dell’anime, ovvero quella sull’Espoir all’insegna del Carta, Sasso e Forbici Limitato, sia di gran lunga la migliore. Nel corso delle prime puntate, non si risparmiano i giochi mentali, per quanto ben misurati, e molto tempo viene dedicato all’elaborazione delle giuste strategie per vincere, elementi che riescono a portare allo stremo la tensione e a tenere lo spettatore incollato allo schermo. Tutte le saghe successive, fatta eccezione per una, si mantengono più o meno sulla stessa falsa riga della prima, cambiando ovviamente il gioco d’azzardo di turno, ma eccedendo troppo, a mio parere, nei discorsi mentali, che talvolta rendono gli episodi lenti da seguire. Ciononostante, e al netto di un finale che ritengo giusto, ma non perfetto, “Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor” resta un ottimo anime con un pregio enorme: saper tenere alta la tensione. Non importa quale sia la circostanza o il gioco in questione, prevedere quale sarà il risultato ultimo è tutt’altro che semplice e questo è un grandissimo merito che gli va attribuito.
Ben poco da dire sul comparto tecnico, graficamente è diverso a tutto ciò che si vede in giro al giorno d’oggi e il disegno privilegia le linee spigolose, come quelle dei volti dei personaggi. Il budget a disposizione non deve essere stato elevato, ma ritengo che, sotto questo punto di vista, Madhouse abbia fatto il meglio che poteva. Più che positivo il lavoro svolto dal comparto musicale, merito di una opening e di un’ending molto orecchiabili e ben scritte, oltre che delle musiche coinvolgenti di Hideki Taniuchi.
Morale della favola: vi conviene guardare “Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor”!
L’altro giorno, mentre ero in compagnia del mio gruppo di amici, senza che nessuno me lo avesse chiesto, affermai di aver cominciato un nuovo anime sul gioco d’azzardo; incuriosito, uno di loro mi ha domandato quale fosse la trama e io gli ho risposto così: “Un ragazzo sale su una nave per ripagare i propri debiti”. Più sintetico e perentorio di così non potevo essere; di fronte a quella che è la reale storia di “Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor”, la mia smunta descrizione impallidisce, eppure, questa è bastata per affascinare il mio amico, al punto che mi ha anche chiesto quale fosse il nome dell’anime in questione. Onestamente, non so se si prenderà mai la briga di vederlo, ma posso affermare con certezza che, se non lo farà, avrà perso una grandiosa opportunità: prendere visione di un prodotto originale e dalla trama incredibilmente avvincente, cosa assai rara al giorno d’oggi.
La storia è ambientata nel Giappone del 1995, quando, dopo il diploma, Ito Kaiji si trasferisce a Tokyo per cercare lavoro, ma trova la città immersa nella più grande crisi economica della sua storia. Depresso, nel suo appartamento minuscolo, si dedica all'alcol, al fumo e al gambling, immerso in una povertà che spesso lo spinge fino alle lacrime. Kaiji ha seri problemi finanziari e crede di aver trovato nel gioco d'azzardo una facile strada per risollevare le sue finanze. Si ritrova quindi su una nave in compagnia di altre persone convinte come lui a partecipare ad uno speciale gioco: Carta, Sasso e Forbici Limitato, che permette ai vincitori di accaparrarsi una notevole somma di denaro e cancellare così i propri debiti. Come sempre, però, non è tutto oro quel che luccica e, via via che il tempo passa, Kaiji sarà costretto a partecipare a giochi sempre più crudeli.
“Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor” è un anime che parla di un ragazzo e delle sue difficoltà nel vivere ai margini di una società logica e rigidamente inquadrata come quella giapponese. Kaiji è un giovane che, dopo il diploma, si è trasferito nella grande capitale nipponica ricolmo di speranze e di sogni per il futuro, un futuro che immaginava roseo e brillante, ma che nella realtà dei fatti non sembra riservargli nulla di buono. Nella crisi economica in cui sta affogando il Giappone, gli unici in grado di dirsi realmente padroni della propria vita sono coloro che hanno accumulato ricchezze, in qualsivoglia modo, mentre ai giovani come Kaiji, per cui non c’è aspettativa alcuna di fare carriera lavorativa, è dato soltanto di sopravvivere. In una situazione del genere, in cui si ha la sensazione di essere costantemente con l’acqua alla gola, a quale miglior espediente ricorrere, dunque, se non quello del gioco d’azzardo? In questo modo, e questo è noto a tutti, si possono guadagnare tanti soldi in poco tempo, ma anche accumulare debiti – ciò che accade a Kaiji – oppure entrambe le cose, perché in fondo si sa che il gioco d’azzardo è un circolo vizioso senza fine. Nel momento in cui Kaiji mette piede sulla nave da crociera Espoir, decreta la sua condanna a vagare in un terribile limbo da cui uscire è quasi impossibile e in cui egli è alla costante mercè di chi ha più soldi, e per riflesso più potere, di lui. Eppure, è proprio grazie alla sua entrata e permanenza in questo girone dell’Inferno che Kaiji cambia, cresce e impara a sfruttare i propri mezzi, perché di lui si può dire tutto, tranne che sia uno stupido. Coinvolto in giochi in cui è in palio la propria stessa vita, Kaiji è chiamato a fare leva sulla sua più grande qualità: l’intelligenza, che col tempo verrà ad assimilarsi ad una notevole leadership. Le esperienze che egli vive sull’Espoir prima e in altri luoghi poi gli consentono di aprire gli occhi sulla realtà, sul mondo in cui vive, un mondo in cui i potenti possono permettersi di giocare sulle e con le vite delle persone che non hanno nulla e, quindi, nella loro visione malata, non meritano nulla. La spietatezza dei ricchi nei confronti dei poveri e dei nullatenenti come Kaiji viene mostrata in maniera cristallina, tanto da far provare un forte senso di disgusto, perché in fondo, e questa è la cosa più terribile, l’anime non racconta nulla di falso e tendenzioso: i soldi sono sinonimo di potere e quest’ultimo viene spesso utilizzato per il proprio tornaconto o divertimento personale.
Personalmente, ritengo che la prima “saga” dell’anime, ovvero quella sull’Espoir all’insegna del Carta, Sasso e Forbici Limitato, sia di gran lunga la migliore. Nel corso delle prime puntate, non si risparmiano i giochi mentali, per quanto ben misurati, e molto tempo viene dedicato all’elaborazione delle giuste strategie per vincere, elementi che riescono a portare allo stremo la tensione e a tenere lo spettatore incollato allo schermo. Tutte le saghe successive, fatta eccezione per una, si mantengono più o meno sulla stessa falsa riga della prima, cambiando ovviamente il gioco d’azzardo di turno, ma eccedendo troppo, a mio parere, nei discorsi mentali, che talvolta rendono gli episodi lenti da seguire. Ciononostante, e al netto di un finale che ritengo giusto, ma non perfetto, “Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor” resta un ottimo anime con un pregio enorme: saper tenere alta la tensione. Non importa quale sia la circostanza o il gioco in questione, prevedere quale sarà il risultato ultimo è tutt’altro che semplice e questo è un grandissimo merito che gli va attribuito.
Ben poco da dire sul comparto tecnico, graficamente è diverso a tutto ciò che si vede in giro al giorno d’oggi e il disegno privilegia le linee spigolose, come quelle dei volti dei personaggi. Il budget a disposizione non deve essere stato elevato, ma ritengo che, sotto questo punto di vista, Madhouse abbia fatto il meglio che poteva. Più che positivo il lavoro svolto dal comparto musicale, merito di una opening e di un’ending molto orecchiabili e ben scritte, oltre che delle musiche coinvolgenti di Hideki Taniuchi.
Morale della favola: vi conviene guardare “Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor”!
Personalmente sto adorando questo anime. La psicologia è molto accurata e ben spiegata, coinvolgendo lo spettatore. C'è sempre un colpo di scena finale che ti spinge a continuare a vedere l'anime. Il protagonista e tutti gli altri personaggi sono ben caratterizzati e molto profondi. Non si può dimenticare il protagonista, buono ma astuto, l'orgoglio di Tonegawa, la crudeltà del presidente, che ricchissimo non trova più piacere in niente e si trasforma in un sadico al di là della soglia. Molti si lamentano della grafica, che in effetti non è alta. Anche a me all'inizio urtava, ma già dopo il primo episodio non ci ho fatto più caso. La grafica non è un granché, ma immersi nella storia non ci si fa più caso.
Se valutiamo un anime per le sue caratteristiche tecniche, "Kaiji - Ultimate Survivor" non merita una valutazione alta, ha uno stile d'animazione semplice ed economico, un disegno spigoloso e dei volti poco dettagliati, il ritmo è lento, i ragionamenti fin troppo machiavellici e le situazioni si ripetono in modo abbastanza simile. Ma se invece valutiamo "Kaiji" per la sua capacità di creare tensione ed emozioni nello spettatore, un voto alto è più che meritato. Come in nessun'altro anime si riesce a percepire la crisi economica e di valori degli anni '90 giapponesi. La totale spietatezza verso i "falliti", ovvero dei comunissimi giovani con la sfortuna di essersi affacciati al mondo del lavoro in un periodo di nera stagflazione... A volte bastano solo pochi fotogrammi per raccontare un dramma collettivo: magistrale il fotogramma del cartello abbandonato nell'incuria che è appeso in camera di Kaiji ("Il futuro e nelle tue mani"), cosi' come è magistrale la scena dei ricchi ospiti che con un ghigno malvagio dalla sicurezza del loro privilegio gridano "Spingilo! Spingilo!". Il gioco d'azzardo in "Kaiji - Ultimate Survivor è un'allegoria di un'intera società, se non di un'intera epoca ipercompetitiva. La figura di Tonegawa simboleggia la retorica di facciata di quella società, quella che dice di provare sempre, di non curarsi dei costi pur di vincere, di rischiare il tutto per tutto pur di non essere dei falliti! Ma dietro questa retorica del coraggio e del sacrificio si nasconde tutta un'altra verità, verità di cui il vecchio presidente è il simbolo. Kaiji, dal lato suo, rappresenta il giovane intelligente e dotato; in un'altra società ed in un'altra posizione Kaiji sarebbe probabilmente un vincente, ma è invece schiavo di questo sistema che odia, che rifiuta assieme alla sua intrinseca competitività e che lo destina senza appello alla frustrazione.
Come dicevamo, il disegno è molto particolare, spigoloso, triangolare e con dei bordi iperaccentuati, può certo dare fastidio allo spettatore ma è una cosa voluta, quello che vuole trasmettere è il pericolo, la ferocia, la mancanza di pietà di questa storia, con me è riuscito benissimo a trasmetterle, dato che ho subito associato il character design a colui che nei fumetti è la spietatezza in persona: Zanardi!
Altra storia con cui "Kaiji" ha delle enormi similitudini è il quasi contemporaneo "13 Tzameti", che è praticamente il suo alter ego nel cinema francese, anche se probabilmente nessuno dei due ha influenzato l'altro.
Come dicevamo, il disegno è molto particolare, spigoloso, triangolare e con dei bordi iperaccentuati, può certo dare fastidio allo spettatore ma è una cosa voluta, quello che vuole trasmettere è il pericolo, la ferocia, la mancanza di pietà di questa storia, con me è riuscito benissimo a trasmetterle, dato che ho subito associato il character design a colui che nei fumetti è la spietatezza in persona: Zanardi!
Altra storia con cui "Kaiji" ha delle enormi similitudini è il quasi contemporaneo "13 Tzameti", che è praticamente il suo alter ego nel cinema francese, anche se probabilmente nessuno dei due ha influenzato l'altro.
Premetto che gli unici anime che ho seguito sono "Death Note" e "One Piece". Posso dire che per ora mi è andata non di lusso, di più.
Questo anime non ha disegni eccezionali. A tratti ti coinvolge in modo positivo e in altri risulta forse un po' ripetitivo. Al momento di questa recensione mi trovo a metà della prima stagione e, se per "Death Note" non ho potuto fare altro che mangiarmelo il più velocemente possibile perché completamente assuefatto, per questo anime dal nome difficilissimo da ricordare ho già avuto una pausa di una settimana prima di continuare da dove l'avevo lasciato.
Forse sono un po' troppo esigente io. Comunque non posso né consigliarlo né sconsigliarlo, perché, come detto, non ho grossi paragoni da fare se non con due mostri quali "Death Note" e "One Piece".
Questo anime non ha disegni eccezionali. A tratti ti coinvolge in modo positivo e in altri risulta forse un po' ripetitivo. Al momento di questa recensione mi trovo a metà della prima stagione e, se per "Death Note" non ho potuto fare altro che mangiarmelo il più velocemente possibile perché completamente assuefatto, per questo anime dal nome difficilissimo da ricordare ho già avuto una pausa di una settimana prima di continuare da dove l'avevo lasciato.
Forse sono un po' troppo esigente io. Comunque non posso né consigliarlo né sconsigliarlo, perché, come detto, non ho grossi paragoni da fare se non con due mostri quali "Death Note" e "One Piece".
A parer mio la prima stagione di “Gyakkyou Burai kaiji” è qualcosa di veramente straordinario e intenso. Le puntate, incentrate sulla vita di un giovane e squattrinato giapponese alle prese con il gioco d’azzardo, lasciano sempre col fiato sospeso e portano lo spettatore a chiedersi inequivocabilmente quale sarà la prossima mossa. La caratteristica principale di questo anime è la completa analisi psicologica sia del protagonista che degli altri personaggi, mentre l’aspetto grafico è quello che risulta essere più carente (ma non disturbante), a causa dell'utilizzo di un disegno particolarmente spigoloso.
Nel complesso, personalmente è stato uno degli anime più particolari che abbia mai visto; la sensazione che lascia dopo averlo visto è sicuramente “positiva”.
La seconda stagione non è da meno. Si ripetono le sfide mortali tra Kaiji e la Teiai, sempre in bilico tra la vita e la morte.
Nel complesso, personalmente è stato uno degli anime più particolari che abbia mai visto; la sensazione che lascia dopo averlo visto è sicuramente “positiva”.
La seconda stagione non è da meno. Si ripetono le sfide mortali tra Kaiji e la Teiai, sempre in bilico tra la vita e la morte.
La storia narra del giovane Kaiji, che vive la sua vita senza ambizioni e accumulando debiti. Un giorno, gli viene proposto di estinguere ogni suo debito partecipando ad un gioco. Anche se titubante, accetta la proposta: così ha inizio il viaggio nell'oscurità del giovane.
Nonostante fin dalle prime battute il ritmo sembri lento e fin troppo ristagnante nei dialoghi, gli intrighi psicologici e le tematiche sono riuscite a coinvolgermi al punto da terminare la serie in soli due giorni. La grafica non è delle migliori, eppure, strano ma vero, calca appieno l'atmosfera.
Ciò che non ho apprezzato è stato l'evolversi della trama. Kaiji, dopo il primo insuccesso, che in fondo gli fa scoprire il suo talento e al contempo le sue debolezze, si ritrova nuovamente in un gioco. Più rischioso, sicuramente, e che forse scava nella psiche del protagonista ancor più a fondo, ma molto meno coinvolgente. La cosiddetta prova del ponte mi ha semplicemente spiazzato.
In ogni caso, per gli amanti del capitale umano e degli intrighi psicologici, è altamente consigliato. Se però amate l'azione e le trame che scorrono veloci, cercate altrove.
Nonostante fin dalle prime battute il ritmo sembri lento e fin troppo ristagnante nei dialoghi, gli intrighi psicologici e le tematiche sono riuscite a coinvolgermi al punto da terminare la serie in soli due giorni. La grafica non è delle migliori, eppure, strano ma vero, calca appieno l'atmosfera.
Ciò che non ho apprezzato è stato l'evolversi della trama. Kaiji, dopo il primo insuccesso, che in fondo gli fa scoprire il suo talento e al contempo le sue debolezze, si ritrova nuovamente in un gioco. Più rischioso, sicuramente, e che forse scava nella psiche del protagonista ancor più a fondo, ma molto meno coinvolgente. La cosiddetta prova del ponte mi ha semplicemente spiazzato.
In ogni caso, per gli amanti del capitale umano e degli intrighi psicologici, è altamente consigliato. Se però amate l'azione e le trame che scorrono veloci, cercate altrove.
Ad uno sguardo superficiale, "Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor" potrebbe apparire come una riedizione di "giochi senza frontiere" con l'aggiunta di una componente drammatica. In realtà, questo anime ha un contenuto ben più complesso di quanto sembra; personalmente, lo considero alla pari di uno studio sulla natura dell'uomo quando essa viene esposta ad uno dei fattori devianti più efficaci in assoluto: i debiti. Se si pensa, infatti, all'insofferenza che si prova nel momento in cui ci tocca pagare una rata del mutuo o una rata per l'acquisto di un automobile, si può immaginare a come ci si può sentire se ci si trovasse in una situazione in cui si è esposti a debiti di grande ammontare senza possedere il denaro necessario per estinguerli; e si può anche ammettere che talvolta si sarebbe disposti a fare delle vere e proprie pazzie per veder scomparire ogni addebito. Benjamin Disraeli, un famoso politico inglese ottocentesco, una volta disse che "Il debito è il padre d'una numerosa figliolanza di follie e di delitti"; e, almeno se consideriamo gli eventi rappresentati in questo anime, possiamo affermare che avesse perfettamente ragione.
La società descritta in "Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor" si divide in sole due classi: i creditori (pochi) e i debitori (molti). La prima classe è composta da persone ricchissime ma, proprio per questo, terribilmente annoiate dalla vita; completamente privi di sentimenti, sarebbero dispostissimi a barattare somme anche molto ingenti per qualche emozione forte. La seconda classe è composta da inetti, falliti in preda alla più nera disperazione; il desiderio di una nuova vita è sempre al centro dei propri pensieri e sarebbero dispostissimi a mettere a rischio la propria incolumità in cambio dell'azzeramento dei propri debiti. Siamo dunque in presenza di una domanda e di un'offerta: con queste condizioni l'economia insegna che nascerà automaticamente un mercato.
Il comportamento dei debitori di fronte alle prove estreme a cui saranno sottoposti può essere analizzato secondo due diversi punti di vista: quello del gruppo e quello individuale.
Dal punto di vista del gruppo, la tendenza del debitore è quella dell'associazione: condividere la paura e la tensione con qualcun altro viene avvertito come motivo di conforto e come fonte di nuovo coraggio. In realtà, si tratta di una mera illusione, in quanto nel momento critico l'individuo si troverà comunque solo con se stesso di fronte al possibile dramma, cadendo preda della paura e della disperazione nonostante la presenza di compagni che condividono la stessa sorte.
Dal punto di vista individuale, l'elemento dominante è l'egoismo: anche se in gruppo, i vari "concorrenti" non smetteranno mai di pensare in primis a se stessi e saranno prontissimi a tradire chi gli sta vicino se ciò gli garantisce un vantaggio economico.
Da questa impostazione sembra allontanarsi Kaiji, il protagonista, che mostra di possedere un sistema di valori sinceri e incrollabili anche di fronte al sacrificio personale. In realtà, anche questa è solo un'illusione: Kaiji cade presto vittima del demone del gioco d'azzardo e continua a scommettere e a rischiare anche quando non ce ne sarebbe più bisogno. E' sicuramente un personaggio che riesce a mantenere una certa umanità rispetto agli altri; ma anche lui si lascia trascinare dalla brama di denaro e dal suo protagonismo verso scelte folli ed insensate.
Sulla base di quanto detto, mi sento di poter affermare che "Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor" possa essere considerato come un ottimo anime, almeno se consideriamo la sua componente psicologica. Se considerato come prodotto d'intrattenimento, però, questo presenta diverse pecche: la più importante è senza ombra di dubbio la sua immane lentezza. Ogni gioco, anche il più semplice, è terribilmente lungo; e se è vero che ciò serve per dare risalto alle tattiche ed alla psicologia dei suoi personaggi, è altrettanto vero che, se un determinato gioco non piace, arrivare alla fine è un vero strazio.
Ci sono poi diverse incoerenze: ad esempio, se Keiji viene invischiato in queste gare a causa di una garanzia prestata sul debito di un suo amico, perché anche quest'ultimo partecipa allo stesso gioco? Il debito, in questo modo, risulta raddoppiato e ciò, ovviamente, non è concepibile.
In definitiva, buon anime ma migliorabile; la mia valutazione è buona ma non ottimale.
La società descritta in "Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor" si divide in sole due classi: i creditori (pochi) e i debitori (molti). La prima classe è composta da persone ricchissime ma, proprio per questo, terribilmente annoiate dalla vita; completamente privi di sentimenti, sarebbero dispostissimi a barattare somme anche molto ingenti per qualche emozione forte. La seconda classe è composta da inetti, falliti in preda alla più nera disperazione; il desiderio di una nuova vita è sempre al centro dei propri pensieri e sarebbero dispostissimi a mettere a rischio la propria incolumità in cambio dell'azzeramento dei propri debiti. Siamo dunque in presenza di una domanda e di un'offerta: con queste condizioni l'economia insegna che nascerà automaticamente un mercato.
Il comportamento dei debitori di fronte alle prove estreme a cui saranno sottoposti può essere analizzato secondo due diversi punti di vista: quello del gruppo e quello individuale.
Dal punto di vista del gruppo, la tendenza del debitore è quella dell'associazione: condividere la paura e la tensione con qualcun altro viene avvertito come motivo di conforto e come fonte di nuovo coraggio. In realtà, si tratta di una mera illusione, in quanto nel momento critico l'individuo si troverà comunque solo con se stesso di fronte al possibile dramma, cadendo preda della paura e della disperazione nonostante la presenza di compagni che condividono la stessa sorte.
Dal punto di vista individuale, l'elemento dominante è l'egoismo: anche se in gruppo, i vari "concorrenti" non smetteranno mai di pensare in primis a se stessi e saranno prontissimi a tradire chi gli sta vicino se ciò gli garantisce un vantaggio economico.
Da questa impostazione sembra allontanarsi Kaiji, il protagonista, che mostra di possedere un sistema di valori sinceri e incrollabili anche di fronte al sacrificio personale. In realtà, anche questa è solo un'illusione: Kaiji cade presto vittima del demone del gioco d'azzardo e continua a scommettere e a rischiare anche quando non ce ne sarebbe più bisogno. E' sicuramente un personaggio che riesce a mantenere una certa umanità rispetto agli altri; ma anche lui si lascia trascinare dalla brama di denaro e dal suo protagonismo verso scelte folli ed insensate.
Sulla base di quanto detto, mi sento di poter affermare che "Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor" possa essere considerato come un ottimo anime, almeno se consideriamo la sua componente psicologica. Se considerato come prodotto d'intrattenimento, però, questo presenta diverse pecche: la più importante è senza ombra di dubbio la sua immane lentezza. Ogni gioco, anche il più semplice, è terribilmente lungo; e se è vero che ciò serve per dare risalto alle tattiche ed alla psicologia dei suoi personaggi, è altrettanto vero che, se un determinato gioco non piace, arrivare alla fine è un vero strazio.
Ci sono poi diverse incoerenze: ad esempio, se Keiji viene invischiato in queste gare a causa di una garanzia prestata sul debito di un suo amico, perché anche quest'ultimo partecipa allo stesso gioco? Il debito, in questo modo, risulta raddoppiato e ciò, ovviamente, non è concepibile.
In definitiva, buon anime ma migliorabile; la mia valutazione è buona ma non ottimale.
Questa serie TV racconta le sventure di un ragazzo squattrinato e nullafacente, Kaiji, capace solo di oziare, accumulare debiti e vivere di espedienti. La sua situazione sembra non avere una via di uscita, se non fosse che i creditori, un giorno, gli offrono una possibilità: partecipare ad un gioco grazie al quale potrà in una sola volta liberarsi dei debiti e arricchirsi. Ma in questo mondo nessuno ti regala nulla e Kaiji si ritrova prigioniero di una nave nella quale i partecipanti sono costretti a giocare uno contro l'altro fino alla totale bancarotta, che probabilmente avrà conseguenza letali per la propria vita.
Adoro i giochi in scatola e amo i giochi di carte, per cui Kaiji avrebbe tutte le carte in regola per conquistarmi. Sfortunatamente odio il gioco d'azzardo, non mi piace scommettere e, più che di giochi in genere, di gioco d'azzardo e scommesse Kaiji parla. Sorprendentemente, tuttavia, la prima parte mi ha preso, grazie ad una ingegnosa rivisitazione del gioco della morra cinese. Vi sono delle trovate intelligenti e dei ragionamenti piuttosto geniali, con Kaiji che si dimostra essere un personaggio molto tenace, ingenuo e di buon cuore, ma capace di combattere fino alla fine senza mai demordere. La struttura episodica è piuttosto prevedibile e vede la continua ripetizione di climax programmati, dove Kaiji perde e arriva sull'orlo della rovina, escogita genialmente una strategia per recuperare, qualcosa va storto e si riavvicina alla rovina, nuova strategia, ecc… La formula funziona bene e ha solo un paio di difetti: le cose sono un po' tirate per le lunghe e, sebbene le soluzioni siano difficili da intuire, ben presto diventa un po' ripetitivo. L'anime è diviso in tre parti, ognuna che offre un gioco diverso. Se la prima parte nel complesso mi è piaciuta, la seconda l'ho trovata di cattivo gusto, noiosa e prevedibile: senza fare spoiler i personaggi metteranno a rischio la propria vita per un gioco dove la strategia conta ben poco. La terza non è male, ma non brilla e l'ho trovata inutilmente cruenta. Sorprendente il finale, inaspettato, che fa riacquistare la sufficienza al titolo e gli da una buona prospettiva per la seconda stagione, visto che gli eventi restano più che aperti, con Kaiji che ha ora più di un motivo, non solo la disperazione, per tentare di nuovo la sorte.
Una caratteristica di questa serie TV sono le frequentissime digressioni su società, denaro, sul fatto di vivere la vita passivamente e su come alla fine chi ha i soldi può permettersi di sfruttare chi non li ha. Gli spunti sono buoni e innegabilmente veri, ma sono ripetuti sin troppo frequentemente. Kaiji dovrebbe essere colui che sfida questo sistema e lo batte, ma le cose non sono così semplici come avrei ipotizzato e la sfida per ora non ha gli esiti che avrei ipotizzato. Ho apprezzato questa cosa, meno il fatto che molti episodi sono praticamente statici e ripetitivi, con progressi piuttosto irrisori. Ma OK, alla fine è già uscita una seconda stagione.
Per concludere si passa da episodi che di fatto ti tengono incollati allo schermo, ad altri in cui ho sbadigliato o che ho seguito in modo irritato. Nel complesso una bella prima parte, una brutta seconda parte, una terza parte sufficiente, un finale bello, ma aperto. Sufficiente: ha ottime idee, buoni spunti in grado fi fare riflettere, ma non li sfrutta a dovere, tende al ripetitivo e a calcare troppo la mano, risultando a volte inutilmente cruento.
Adoro i giochi in scatola e amo i giochi di carte, per cui Kaiji avrebbe tutte le carte in regola per conquistarmi. Sfortunatamente odio il gioco d'azzardo, non mi piace scommettere e, più che di giochi in genere, di gioco d'azzardo e scommesse Kaiji parla. Sorprendentemente, tuttavia, la prima parte mi ha preso, grazie ad una ingegnosa rivisitazione del gioco della morra cinese. Vi sono delle trovate intelligenti e dei ragionamenti piuttosto geniali, con Kaiji che si dimostra essere un personaggio molto tenace, ingenuo e di buon cuore, ma capace di combattere fino alla fine senza mai demordere. La struttura episodica è piuttosto prevedibile e vede la continua ripetizione di climax programmati, dove Kaiji perde e arriva sull'orlo della rovina, escogita genialmente una strategia per recuperare, qualcosa va storto e si riavvicina alla rovina, nuova strategia, ecc… La formula funziona bene e ha solo un paio di difetti: le cose sono un po' tirate per le lunghe e, sebbene le soluzioni siano difficili da intuire, ben presto diventa un po' ripetitivo. L'anime è diviso in tre parti, ognuna che offre un gioco diverso. Se la prima parte nel complesso mi è piaciuta, la seconda l'ho trovata di cattivo gusto, noiosa e prevedibile: senza fare spoiler i personaggi metteranno a rischio la propria vita per un gioco dove la strategia conta ben poco. La terza non è male, ma non brilla e l'ho trovata inutilmente cruenta. Sorprendente il finale, inaspettato, che fa riacquistare la sufficienza al titolo e gli da una buona prospettiva per la seconda stagione, visto che gli eventi restano più che aperti, con Kaiji che ha ora più di un motivo, non solo la disperazione, per tentare di nuovo la sorte.
Una caratteristica di questa serie TV sono le frequentissime digressioni su società, denaro, sul fatto di vivere la vita passivamente e su come alla fine chi ha i soldi può permettersi di sfruttare chi non li ha. Gli spunti sono buoni e innegabilmente veri, ma sono ripetuti sin troppo frequentemente. Kaiji dovrebbe essere colui che sfida questo sistema e lo batte, ma le cose non sono così semplici come avrei ipotizzato e la sfida per ora non ha gli esiti che avrei ipotizzato. Ho apprezzato questa cosa, meno il fatto che molti episodi sono praticamente statici e ripetitivi, con progressi piuttosto irrisori. Ma OK, alla fine è già uscita una seconda stagione.
Per concludere si passa da episodi che di fatto ti tengono incollati allo schermo, ad altri in cui ho sbadigliato o che ho seguito in modo irritato. Nel complesso una bella prima parte, una brutta seconda parte, una terza parte sufficiente, un finale bello, ma aperto. Sufficiente: ha ottime idee, buoni spunti in grado fi fare riflettere, ma non li sfrutta a dovere, tende al ripetitivo e a calcare troppo la mano, risultando a volte inutilmente cruento.
"Gyakkyou burai Kaiji- Ultimate Survivor" è un anime prodotto nel 2007 dallo studio Madhouse. La storia narra di Kaiji, un ragazzo nullafacente, oberato dai debiti. Un giorno alla sua porta busserà un uomo di nome Endou, il quale informerà il ragazzo che è debitore di una somma di circa 3 milioni di yen. Ben sapendo che Kaiji non potrà pagare il debito, Endou proporrà al ragazzo di imbarcarsi su una nave chiamata Espoir, in modo da ottenere i soldi necessari per pagare il debito. Da questo momento in poi Kaiji si "tufferà" nel mondo delle scommesse, mondo diabolico in cui metterà a repentaglio la sua stessa vita pur di raggiungere il suo scopo.
Considerazioni personali: Kaiji è un anime estremamente maturo che tratta molteplici tematiche. La più importante senza ombra di dubbio è l'affermazione "il futuro è nelle nostre mani", che è anche il fulcro principale della serie. Infatti il nostro protagonista capirà partecipando a diversi giochi che il mondo in cui vive gira intorno ai soldi, e l'unica possibilità per sopravvivere in questo mondo è ripagare il prossimo con la stessa moneta. Altro punto forte dell'anime è la forte componente psicologica, che ricorda per certi versi il più blasonato "Death Note".
Dal punto di vista tecnico, essendo l'anime tratto dal manga di Fukumoto, i più schizzinosi potranno trovare il chara grezzo e orribile, ma una volta "fatto l'occhio" non si baderà più allo stile grafico, dato che la storia "catturerà" lo spettatore sin dai primi episodi.
Per quanto riguarda la colonna sonora c'è ben poco da dire: il compositore Hideki Taniuchi ha svolto un lavoro impeccabile, componendo soundrack adatte alle varie situazioni in cui si troverà il protagonista.
Concludendo, Kaiji è un anime che va assolutamente visto per le sue tematiche e la psicologia con cui sono caratterizzati i personaggi.
Considerazioni personali: Kaiji è un anime estremamente maturo che tratta molteplici tematiche. La più importante senza ombra di dubbio è l'affermazione "il futuro è nelle nostre mani", che è anche il fulcro principale della serie. Infatti il nostro protagonista capirà partecipando a diversi giochi che il mondo in cui vive gira intorno ai soldi, e l'unica possibilità per sopravvivere in questo mondo è ripagare il prossimo con la stessa moneta. Altro punto forte dell'anime è la forte componente psicologica, che ricorda per certi versi il più blasonato "Death Note".
Dal punto di vista tecnico, essendo l'anime tratto dal manga di Fukumoto, i più schizzinosi potranno trovare il chara grezzo e orribile, ma una volta "fatto l'occhio" non si baderà più allo stile grafico, dato che la storia "catturerà" lo spettatore sin dai primi episodi.
Per quanto riguarda la colonna sonora c'è ben poco da dire: il compositore Hideki Taniuchi ha svolto un lavoro impeccabile, componendo soundrack adatte alle varie situazioni in cui si troverà il protagonista.
Concludendo, Kaiji è un anime che va assolutamente visto per le sue tematiche e la psicologia con cui sono caratterizzati i personaggi.
Geniale, originale, profondo: generalmente utilizzo delle parole che descrivono tutta la serie in breve. Beh, in questo caso oserei dire che è limitante riassumerla così, in quanto quello che ci viene propinato è un vero e proprio capolavoro.
Sinceramente quando iniziai a guardarlo visto il genere ho temuto di doverlo abbandonare a metà. Ovviamente tutto è stato smentito già dalla seconda puntata. La prima infatti presenta un po' la situazione.
Ito Kaiji dopo essersi trasferito a Tokyo risente della crisi che affligge la stessa città. La sua vita è monotona: tra lavoretti poco faticosi, alcol, fumo e gioco d'azzardo riesce a stento a tirare avanti. Ma un giorno qualcosa cambia. Per strane circostanze diventa un debitore di uno strozzino. Nonostante quanto possa sembrare, il debito non è proprio suo, ma di un suo amico che essendo scomparso l'ha lasciato in "eredità" al povero Ito.
Le strade in questo caso sono due: o lavorare a vita per poter colmare il debito oppure dedicarsi all'azzardo. Ovviamente il pigro Ito decide di mettersi in gioco: "O tutto o niente" - viene spesso ripetuta 'sta frase.
La vicenda ruota intorno alle partite che affronterà Ito.
La trama è originalissima, devo dire di essermi trovato davanti a una storia bella e soprattutto avvincente. Diciamo che tutto quello propinato è molto alternativo, in quanto la serie va vista su due aspetti. Il primo innanzitutto è l'aspetto del denaro. Il primo round del gioco viene proposto in una nave in cui a tutti i personaggi viene dato molto denaro. In realtà, da come si evince, il denaro non è proprio il centro per il povero Kaiji, però egli riflette spesso sulla situazione della società in cui vive. Ito capisce che tutto è mosso dai soldi, la gente per quanto è stupida nel gioco, pur di ottenere molto denaro, vende le proprie "carte" della possibile vittoria.
La riflessione sui ricchi e sul denaro è qualcosa di sublime che non voglio rovinarvi con spoiler vari.
Altro aspetto da sottolineare è proprio il gioco d'azzardo. Devo dire che l'autore è davvero un genio. Non si fanno semplici partite di poker, anzi i giochi sono tutti strani. Dal semplice carta forbice e pietra, alle corse sulle travi nei grattacieli a giochi inventati dallo stesso autore. Ma quello che rende tutto fantastico sono i pensieri dei giocatori. Sappiamo ciò che pensa Kaiji, pensa moltissimo ed è molto attento ai dettagli. Questo lo rende un personaggio interessante e pertanto ogni "scontro" diventa una sfida all'ultimo sangue - o all'ultima carta, oserei dire.
Generalmente non sottolineo quest'aspetto perché non sono un attento ascoltatore di sottofondi (proprio non li sento involontariamente), ma in questo caso le OST sono stupende. Quei sottofondi che mettono angoscia, suspense e malinconia al momento giusto conducono lo spettatore a non alzarsi dalla sedia fino alla fine dei 24 episodi.
Unica pecca (che mi farà scegliere un 9 e non un 10) sono i disegni. Odio il naso e gli occhi di Ito, proprio inguardabili. Nel 2007 mi aspetto un disegno più interessante e non con contorni neri grossi quanto un dito. Mi sta bene anche il mento a punta e il sorriso storto, ma il naso è proprio orribile. Peccato una serie che ha un neo del genere.
Quindi, come sunto dei temi che ci trasmette, sicuramente l'anime sottolinea: la decadenza della società, la falsa importanza del denaro, il saper mettersi in gioco e <b>
"Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor" è una serie consigliata a tutti. Non si può non vedere questo piccolo capolavoro.
Sinceramente quando iniziai a guardarlo visto il genere ho temuto di doverlo abbandonare a metà. Ovviamente tutto è stato smentito già dalla seconda puntata. La prima infatti presenta un po' la situazione.
Ito Kaiji dopo essersi trasferito a Tokyo risente della crisi che affligge la stessa città. La sua vita è monotona: tra lavoretti poco faticosi, alcol, fumo e gioco d'azzardo riesce a stento a tirare avanti. Ma un giorno qualcosa cambia. Per strane circostanze diventa un debitore di uno strozzino. Nonostante quanto possa sembrare, il debito non è proprio suo, ma di un suo amico che essendo scomparso l'ha lasciato in "eredità" al povero Ito.
Le strade in questo caso sono due: o lavorare a vita per poter colmare il debito oppure dedicarsi all'azzardo. Ovviamente il pigro Ito decide di mettersi in gioco: "O tutto o niente" - viene spesso ripetuta 'sta frase.
La vicenda ruota intorno alle partite che affronterà Ito.
La trama è originalissima, devo dire di essermi trovato davanti a una storia bella e soprattutto avvincente. Diciamo che tutto quello propinato è molto alternativo, in quanto la serie va vista su due aspetti. Il primo innanzitutto è l'aspetto del denaro. Il primo round del gioco viene proposto in una nave in cui a tutti i personaggi viene dato molto denaro. In realtà, da come si evince, il denaro non è proprio il centro per il povero Kaiji, però egli riflette spesso sulla situazione della società in cui vive. Ito capisce che tutto è mosso dai soldi, la gente per quanto è stupida nel gioco, pur di ottenere molto denaro, vende le proprie "carte" della possibile vittoria.
La riflessione sui ricchi e sul denaro è qualcosa di sublime che non voglio rovinarvi con spoiler vari.
Altro aspetto da sottolineare è proprio il gioco d'azzardo. Devo dire che l'autore è davvero un genio. Non si fanno semplici partite di poker, anzi i giochi sono tutti strani. Dal semplice carta forbice e pietra, alle corse sulle travi nei grattacieli a giochi inventati dallo stesso autore. Ma quello che rende tutto fantastico sono i pensieri dei giocatori. Sappiamo ciò che pensa Kaiji, pensa moltissimo ed è molto attento ai dettagli. Questo lo rende un personaggio interessante e pertanto ogni "scontro" diventa una sfida all'ultimo sangue - o all'ultima carta, oserei dire.
Generalmente non sottolineo quest'aspetto perché non sono un attento ascoltatore di sottofondi (proprio non li sento involontariamente), ma in questo caso le OST sono stupende. Quei sottofondi che mettono angoscia, suspense e malinconia al momento giusto conducono lo spettatore a non alzarsi dalla sedia fino alla fine dei 24 episodi.
Unica pecca (che mi farà scegliere un 9 e non un 10) sono i disegni. Odio il naso e gli occhi di Ito, proprio inguardabili. Nel 2007 mi aspetto un disegno più interessante e non con contorni neri grossi quanto un dito. Mi sta bene anche il mento a punta e il sorriso storto, ma il naso è proprio orribile. Peccato una serie che ha un neo del genere.
Quindi, come sunto dei temi che ci trasmette, sicuramente l'anime sottolinea: la decadenza della società, la falsa importanza del denaro, il saper mettersi in gioco e <b>
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b> il fatto che non sempre scegliere la strada più semplice rende il tutto migliore. <b>[fine spoiler]</b>"Gyakkyou burai Kaiji - Ultimate Survivor" è una serie consigliata a tutti. Non si può non vedere questo piccolo capolavoro.
"I soldi non fanno la felicità" - quante volte abbiamo udito questo detto, ma quante volte ci abbiamo davvero creduto? E quante volte abbiamo dubitato del presunto valore del denaro, e realizzato che si trattasse di un mero concetto vuoto, di una convenzione che noi stessi c'imponiamo giorno per giorno, assecondando l'idea di esserne succubi? Eppure, nel sistema che noi stessi abbiamo creato, accolto e perpetuato, il guadagno tende irrimediabilmente a identificarsi con il potere, vano o tangibile che sia, d'imporsi nella società. È ai margini di questa che i protagonisti di Gyakkyou burai Kaiji, reietti inghiottiti dai debiti, tentano di aggrapparsi.
Kaiji Itou è uno di loro, un individuo che vede ormai irraggiungibile ogni appiglio rimasto, finché un giorno gli si presenta l'opportunità di una rivalsa, e un barlume di speranza si manifesta nel suo sguardo, facendosi strada tra lacrime di collera e rassegnazione. Nel gioco d'azzardo, l'unico mezzo in grado di materializzare rapidamente quella speranza, ma al contempo di disintegrarla una volta per tutte, si raccolgono tutte le energie, le illusioni, le virtù e i vizi dell'umanità messa alle strette, qui specchiatasi in un ceppo di 'giocatori' senza più nulla da perdere, se non la stessa vita.
La storia di Kaiji si divide in quattro tronconi cui corrispondono le altrettante modalità di gioco che egli, insieme ad altri disgraziati come lui, si ritroverà ad affrontare, tutte naturalmente svolte in clandestinità, e dalle pericolose posta in gioco. Tralasciando il lato 'ludico' dei vari cimenti, tutti dotati di una determinata logica e sicuramente stimolanti in favore dell'intrattenimento, a rendere l'opera tra le più interessanti e sottovalutate della sua generazione è la pregnanza di significato che questi racchiudono. A garantire l'accesso a una serie impressionante di spunti di riflessione saranno non solo le considerazioni dei personaggi, in particolare quelle degli 'antagonisti' al vertice, ma soprattutto la raffigurazione metaforica dei momenti salienti della narrazione, sottolineati finanche dalle osservazioni fuori campo di un narratore, imparziale e distaccato, vero e proprio 'cronista' dei patimenti, ma anche dei trionfi, degli scommettitori.
La trama di Ultimate Survivor si avvale del concetto di denaro come filo conduttore tra svariati argomenti di dibattito, facendo leva su un pragmatismo che condiziona indistintamente quelli di tipo sociale o psicologico. Ed è specialmente sulla psicologia dei singoli e di gruppo che Kaiji affonda le unghie, dimostrando quanto facilmente la fragile indole umana possa alterarsi a seconda delle circostanze, e implicare le più vili forme d'abuso altrui, di se stessi e di quell'ingannevole, provvidenziale dono chiamato 'fortuna'. Il gioco d'azzardo è in tal proposito un veicolo ideale per ritrarre la condotta umana nei suoi più estremi stati d'alterazione, evidenziati pure dalla pomposa espressività dei personaggi.
I disegni propongono uno stile particolare, fortemente onomatopeico e indubbiamente distintivo che è quello di Nobuyuki Fukumoto, autore dotato per giunta di notevole ingegno. Ma ovviamente, rispetto al cartaceo, la versione televisiva deve sobbarcarsi anche un giudizio qualitativo in merito a regia e animazioni, che in questo caso non può essere, purtroppo, dei più favorevoli: tutto molto inconsistente, a partire dalla computer grafica, su cui è meglio stendere un velo pietoso.
Madhouse non tradisce tuttavia in chiave sonora, è infatti il chitarrista Hideki Taniuchi a curare le splendide musiche, che richiamano alla mente un certo Death Note, e non per pura coincidenza. Ai conoscitori del medesimo titolo (cioè praticamente tutti), è, a proposito, caldamente consigliata la visione di Kaiji, che in quanto a plot twists, tranelli mentali e fattore suspense tra un episodio e l'altro, non ha nulla da invidiare all'altro nome, e sicuramente molto più da 'insegnare'.
Il futuro è nelle nostre mani, raccogliamo ciò che seminiamo. Finché i frutti non saranno di nostro piacimento, daremo la colpa ai piani alti, dove chi ha vinto c'è riuscito essendosi messo in gioco, contando sulle proprie forze e soprattutto sul coraggio e i sacrifici che un mondo così competitivo richiede. Si segue la propria strada, verso una meta il cui raggiungimento non permette sbagli né sconti, in solitudine, a un passo falso dal tracollo.
In un quadro tanto cinico quanto realista, Itou Kaiji non è intenzionato a farsi da parte.
Kaiji Itou è uno di loro, un individuo che vede ormai irraggiungibile ogni appiglio rimasto, finché un giorno gli si presenta l'opportunità di una rivalsa, e un barlume di speranza si manifesta nel suo sguardo, facendosi strada tra lacrime di collera e rassegnazione. Nel gioco d'azzardo, l'unico mezzo in grado di materializzare rapidamente quella speranza, ma al contempo di disintegrarla una volta per tutte, si raccolgono tutte le energie, le illusioni, le virtù e i vizi dell'umanità messa alle strette, qui specchiatasi in un ceppo di 'giocatori' senza più nulla da perdere, se non la stessa vita.
La storia di Kaiji si divide in quattro tronconi cui corrispondono le altrettante modalità di gioco che egli, insieme ad altri disgraziati come lui, si ritroverà ad affrontare, tutte naturalmente svolte in clandestinità, e dalle pericolose posta in gioco. Tralasciando il lato 'ludico' dei vari cimenti, tutti dotati di una determinata logica e sicuramente stimolanti in favore dell'intrattenimento, a rendere l'opera tra le più interessanti e sottovalutate della sua generazione è la pregnanza di significato che questi racchiudono. A garantire l'accesso a una serie impressionante di spunti di riflessione saranno non solo le considerazioni dei personaggi, in particolare quelle degli 'antagonisti' al vertice, ma soprattutto la raffigurazione metaforica dei momenti salienti della narrazione, sottolineati finanche dalle osservazioni fuori campo di un narratore, imparziale e distaccato, vero e proprio 'cronista' dei patimenti, ma anche dei trionfi, degli scommettitori.
La trama di Ultimate Survivor si avvale del concetto di denaro come filo conduttore tra svariati argomenti di dibattito, facendo leva su un pragmatismo che condiziona indistintamente quelli di tipo sociale o psicologico. Ed è specialmente sulla psicologia dei singoli e di gruppo che Kaiji affonda le unghie, dimostrando quanto facilmente la fragile indole umana possa alterarsi a seconda delle circostanze, e implicare le più vili forme d'abuso altrui, di se stessi e di quell'ingannevole, provvidenziale dono chiamato 'fortuna'. Il gioco d'azzardo è in tal proposito un veicolo ideale per ritrarre la condotta umana nei suoi più estremi stati d'alterazione, evidenziati pure dalla pomposa espressività dei personaggi.
I disegni propongono uno stile particolare, fortemente onomatopeico e indubbiamente distintivo che è quello di Nobuyuki Fukumoto, autore dotato per giunta di notevole ingegno. Ma ovviamente, rispetto al cartaceo, la versione televisiva deve sobbarcarsi anche un giudizio qualitativo in merito a regia e animazioni, che in questo caso non può essere, purtroppo, dei più favorevoli: tutto molto inconsistente, a partire dalla computer grafica, su cui è meglio stendere un velo pietoso.
Madhouse non tradisce tuttavia in chiave sonora, è infatti il chitarrista Hideki Taniuchi a curare le splendide musiche, che richiamano alla mente un certo Death Note, e non per pura coincidenza. Ai conoscitori del medesimo titolo (cioè praticamente tutti), è, a proposito, caldamente consigliata la visione di Kaiji, che in quanto a plot twists, tranelli mentali e fattore suspense tra un episodio e l'altro, non ha nulla da invidiare all'altro nome, e sicuramente molto più da 'insegnare'.
Il futuro è nelle nostre mani, raccogliamo ciò che seminiamo. Finché i frutti non saranno di nostro piacimento, daremo la colpa ai piani alti, dove chi ha vinto c'è riuscito essendosi messo in gioco, contando sulle proprie forze e soprattutto sul coraggio e i sacrifici che un mondo così competitivo richiede. Si segue la propria strada, verso una meta il cui raggiungimento non permette sbagli né sconti, in solitudine, a un passo falso dal tracollo.
In un quadro tanto cinico quanto realista, Itou Kaiji non è intenzionato a farsi da parte.
Kaiji è un anime del 2007, totalmente diverso da tutti quelli presenti in circolazione.
La trama
Partiamo da una premessa: per guardare "Kaiji" bisogna immedesimarsi nel protagonista, in caso contrario l'anime non sarà apprezzato al meglio. La storia parte da un ragazzo di nome Kaiji, che per sfortuna si è indebitato per saldare un contratto di un suo Kohai. Il contratto non è di poco, sono quasi 4 milioni di yen. Per risanare questo debito dovrà compiere del lavoro sporco: il suo creditore gli consiglia infatti di prender parte di un gioco salendo su una nave, dal nome Escoir: sarà proprio qui che la sua avventura comincerà; tra ingegni e tattiche, il nostro protagonista dovrà salvare la pelle e risanare i propri debiti. La trama può essere però suddivisa in due parti: quella della nave e quello che succede dopo essere usciti da quell'inferno, andando quindi nello Starside Hotel. Inutile dire che, nonostante come analisi non sia totalitaria, per comprenderla al meglio bisogna vedere l'anime, e nel minor tempo possibile: la vita di Kaiji infatti è sempre sul filo del rasoio, ci costringe a vedere la puntata successiva per vedere come va a finire, e la successiva ancora, e l'altra ancora, fino alla fine della serie. Tutti i personaggi sono ben delineati, ma è inutile dire che il fulcro della vicenda è Kaiji, ed è quindi trascurabile il fatto che molti personaggi, nonostante la caratterizzazione, non brillino per originalità.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico è qualcosa di mai visto prima: uno stile che ricorda vagamente Lupin per l'anatomia dei personaggi, animazioni sbalorditive ed espressività e carisma da vendere fanno brillare questo piccolo gioiello. A dargli man forte arriva anche il comparto sonoro, di prima scelta e con soundtrack di prima scelta.
Commento finale
Ed eccoci arrivati al punto cruciale della recensione: "Kaiji" cos'è? Lo consiglio? Rispondiamo, come sempre, con calma a queste domande. In primis è una esperienza da vivere in prima persona, da assaporare vivendo nei panni di Kaiji; in secondo luogo è un'esperienza intensa, che lascia il segno nella personalità umana. Lo consiglio? Si, lo consiglio a chiunque voglia qualcosa di coinvolgente, perché questo anime è un masterpiece di coinvolgimento, un anime che rispecchia i lati più brutti della realtà odierna e mostra le vere paure di un vero uomo, che non si ferma davanti a niente. Voto finale: 10, un thriller perfetto..
La trama
Partiamo da una premessa: per guardare "Kaiji" bisogna immedesimarsi nel protagonista, in caso contrario l'anime non sarà apprezzato al meglio. La storia parte da un ragazzo di nome Kaiji, che per sfortuna si è indebitato per saldare un contratto di un suo Kohai. Il contratto non è di poco, sono quasi 4 milioni di yen. Per risanare questo debito dovrà compiere del lavoro sporco: il suo creditore gli consiglia infatti di prender parte di un gioco salendo su una nave, dal nome Escoir: sarà proprio qui che la sua avventura comincerà; tra ingegni e tattiche, il nostro protagonista dovrà salvare la pelle e risanare i propri debiti. La trama può essere però suddivisa in due parti: quella della nave e quello che succede dopo essere usciti da quell'inferno, andando quindi nello Starside Hotel. Inutile dire che, nonostante come analisi non sia totalitaria, per comprenderla al meglio bisogna vedere l'anime, e nel minor tempo possibile: la vita di Kaiji infatti è sempre sul filo del rasoio, ci costringe a vedere la puntata successiva per vedere come va a finire, e la successiva ancora, e l'altra ancora, fino alla fine della serie. Tutti i personaggi sono ben delineati, ma è inutile dire che il fulcro della vicenda è Kaiji, ed è quindi trascurabile il fatto che molti personaggi, nonostante la caratterizzazione, non brillino per originalità.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico è qualcosa di mai visto prima: uno stile che ricorda vagamente Lupin per l'anatomia dei personaggi, animazioni sbalorditive ed espressività e carisma da vendere fanno brillare questo piccolo gioiello. A dargli man forte arriva anche il comparto sonoro, di prima scelta e con soundtrack di prima scelta.
Commento finale
Ed eccoci arrivati al punto cruciale della recensione: "Kaiji" cos'è? Lo consiglio? Rispondiamo, come sempre, con calma a queste domande. In primis è una esperienza da vivere in prima persona, da assaporare vivendo nei panni di Kaiji; in secondo luogo è un'esperienza intensa, che lascia il segno nella personalità umana. Lo consiglio? Si, lo consiglio a chiunque voglia qualcosa di coinvolgente, perché questo anime è un masterpiece di coinvolgimento, un anime che rispecchia i lati più brutti della realtà odierna e mostra le vere paure di un vero uomo, che non si ferma davanti a niente. Voto finale: 10, un thriller perfetto..
La vita di Kaiji è quella di un disonesto e di un velleitario, che non ha fatto altro che rovinarsi con le sue mani a suon di scommesse e debiti senza fine. L'esistenza del protagonista sembra essere giunta a un vicolo cieco, al punto che Kaiji stesso non si sforza minimamente di compiere un progresso o almeno un tentativo per realizzare le sue aspettative; il tutto è dovuto al suo atteggiamento viziato, carico di rassegnazione, che lo trattiene nelle sue condizioni. Tuttavia un giorno un uomo in nero si presenta nel suo quartiere, per offrigli una possibilità che potrebbe cambiargli la vita.
"Kaiji" è un anime che si differenzia dagli altri sotto molti aspetti, il che lo rende decisamente unico nel panorama attuale. Adattato dai manga dell'autore originale, Nobuyuki Fukumoto, il titolo presenta una tematica che raramente viene trattata con una profondità e intensità simile: il gioco d'azzardo. Quella che può essere considerata una semplice e onesta attività tra amici o parenti spesso presenta l'altra faccia della medaglia, dove numerose organizzazioni criminali lucrano sopra attraverso il triste giro di ingenti quantità di denaro, che si nascondono al suo interno.
Il protagonista verrà inevitabilmente trascinato in questo circolo vizioso quanto sanguinario, dove la morte non esita a mandare all'oltretomba coloro che non sono abbastanza forti e scaltri da affrontare le numerose prove che si pongono loro davanti.
Tuttavia l'anime non riserva le classiche partite di poker o i dadi, ma qualcosa di più, infatti le prove saranno uniche quanto particolari e, nonostante la loro ispirazione dal modello originale, riescono completamente a differenziarsi da quest'ultimo, offrendo un'atmosfera più complessa e intricata di quanto ci si può aspettare.
Quelle che appaiono come delle semplici prove basate sulla fortuna spesso nascondono una logica, che può rivelarsi fondamentale per vincere la partita e il premio che viene messo in palio. Tuttavia, in qualsiasi partita che si rispetti, i giocatori mettono in palio un bene di loro appartenenza; l'anime tende spesso ad andare ben oltre i soldi, visto che i cosiddetti "reietti" metteranno in palio la loro stessa salute, se non la vita stessa.
Eppure fin da subito i personaggi saranno consapevoli di non essere obbligati a partecipare a tale massacro e che possono tentare di saldare il loro debito con dei metodi più lenti e convenzionali, che comportano molti anni di lavoro. Ma il protagonista rifiuterà sempre questa alternativa, forse perché la possibilità di avere il premio a portata di mano lo spinge a rischiare, oppure perché non riesce a resistere all'irresistibile richiamo del gioco d'azzardo; questi sono i fattori determinanti che spingono Kaiji a scegliere la soluzione più veloce e particolarmente rischiosa. Questo è uno dei tanti dilemmi che non verranno posti soltanto ai personaggi principali, ma anche allo spettatore, che seguirà le imprese del cosiddetto antieroe, che affronterà le numerose prove che gli vengono poste davanti.
I personaggi pensano a se stessi e ogni singola scelta provoca una conseguenza, Kaiji si distinguerà dagli altri non solo per le sue incredibili capacità di intuizione e sopravvivenza, ma anche per la sua umanità, infatti non sarà raro vederlo piangere in preda alla disperazione, per liberarsi dello stress e del tormento che sta subendo. Inoltre le sue complesse e intricate tecniche di gioco, che tendono a evolversi di continuo, fanno di quest'anime uno spettacolare confronto psicologico tra personaggi diversi, capaci di generare una serie di colpi di scena attraverso delle soluzioni che sembrano apparire nei momenti più difficili, poiché le vite di Kaiji e dei suoi avversari si troveranno sempre tra la sconfitta e la vittoria, tra la vita e la morte, insomma non esistono dei mezzi termini.
Anche se il titolo si concentra quasi esclusivamente sul protagonista e sui suoi rapporti con le altre comparse, non mancheranno delle figure che spingeranno Kaiji stesso a porre delle riflessioni sulla società e sul suo disperato tentativo di ignorare i limiti imposti da quest'ultima, per godere di uno status sociale che gli permetta di vivere alla pari di coloro che offrono questa possibilità.
Non esiste una vera e propria suddivisione tra buoni e cattivi, ma si assiste a un confronto tra due tipologie di persone: i ricchi come Tonegawa, che godono nell'assistere a questo massacro, si divertono a provocare i reietti, che vengono rimproverati per le condizioni in cui si trovano. Insomma si assiste a un vero e proprio duello tra due classi sociali diverse, per saziare il piacere di quella più potente.
La soundtrack ospita Hideki Taniuchi, che offre una serie di brani a dir poco straordinari, capaci d'intensificare ed esaltare i momenti di disperazione e determinazione del protagonista; si può avvertire una forte presenza di brani tristi e carichi di rassegnazione, oppure una componente rock dai tratti sperimentali e addirittura qualche brano angosciante che si fa sempre più forte e intenso, in contemporanea alle emozioni del protagonista, che realizza di ritrovarsi in una condizione senza una via d'uscita.
L'opening "Mirai wa Bokura no Te no Naka" è decisamente corta, ma offre un ritmo rock carico di energia, mentre l'ending "Makeinu-tachi no Requiem" ritengo che sia una musica a sfondo poetico, dedicata agli sconfitti come Kaji, che pretendono una seconda chance, per rinascere dai bassifondi della società stessa.
Il comparto grafico è stato più volte criticato per la sua "bruttezza", ma personalmente lo trovo bello per la sua unicità, dato che la maggior parte dei personaggi possiede dei volti spigolosi e dei nasi impossibili, insomma sembrano l'esatta nemesi del classico personaggio bello e affascinante dei giorni nostri, il che è decisamente raro, dato che questo comparto grafico viene applicato esclusivamente a scopo comico.
Un aspetto che bisogna fare notare è l'unione tra la realtà e le sensazioni che provano i personaggi, non sarà raro vedere gli sfondi che assumono un aspetto innaturale, accompagnato da una serie di colori angoscianti e tenebrosi, il tutto accresce l'interazione psicologica tra lo spettatore e i personaggi principali. Non mancheranno delle figure metaforiche, che spesso accompagneranno il narratore, mentre descrive in modo poetico e drammatico l'atmosfera che circonda il protagonista e le sue emozioni.
"Kaiji" viene spesso descritto come un'anime intenso e carico di colpi di scena, il che è vero, ma tende a esibire queste componenti in un modo completamente diverso dalla classica violenza fatta di pugni e calci che tutti si aspettano; sarà infatti la violenza psicologica a realizzare l'obiettivo che si pone il titolo. Insomma è un anime decisamente fuori dall'ordinario, che merita la visione per la sua realizzazione tecnica e per le numerose componenti morali che offre al suo interno.
"Kaiji" è un anime che si differenzia dagli altri sotto molti aspetti, il che lo rende decisamente unico nel panorama attuale. Adattato dai manga dell'autore originale, Nobuyuki Fukumoto, il titolo presenta una tematica che raramente viene trattata con una profondità e intensità simile: il gioco d'azzardo. Quella che può essere considerata una semplice e onesta attività tra amici o parenti spesso presenta l'altra faccia della medaglia, dove numerose organizzazioni criminali lucrano sopra attraverso il triste giro di ingenti quantità di denaro, che si nascondono al suo interno.
Il protagonista verrà inevitabilmente trascinato in questo circolo vizioso quanto sanguinario, dove la morte non esita a mandare all'oltretomba coloro che non sono abbastanza forti e scaltri da affrontare le numerose prove che si pongono loro davanti.
Tuttavia l'anime non riserva le classiche partite di poker o i dadi, ma qualcosa di più, infatti le prove saranno uniche quanto particolari e, nonostante la loro ispirazione dal modello originale, riescono completamente a differenziarsi da quest'ultimo, offrendo un'atmosfera più complessa e intricata di quanto ci si può aspettare.
Quelle che appaiono come delle semplici prove basate sulla fortuna spesso nascondono una logica, che può rivelarsi fondamentale per vincere la partita e il premio che viene messo in palio. Tuttavia, in qualsiasi partita che si rispetti, i giocatori mettono in palio un bene di loro appartenenza; l'anime tende spesso ad andare ben oltre i soldi, visto che i cosiddetti "reietti" metteranno in palio la loro stessa salute, se non la vita stessa.
Eppure fin da subito i personaggi saranno consapevoli di non essere obbligati a partecipare a tale massacro e che possono tentare di saldare il loro debito con dei metodi più lenti e convenzionali, che comportano molti anni di lavoro. Ma il protagonista rifiuterà sempre questa alternativa, forse perché la possibilità di avere il premio a portata di mano lo spinge a rischiare, oppure perché non riesce a resistere all'irresistibile richiamo del gioco d'azzardo; questi sono i fattori determinanti che spingono Kaiji a scegliere la soluzione più veloce e particolarmente rischiosa. Questo è uno dei tanti dilemmi che non verranno posti soltanto ai personaggi principali, ma anche allo spettatore, che seguirà le imprese del cosiddetto antieroe, che affronterà le numerose prove che gli vengono poste davanti.
I personaggi pensano a se stessi e ogni singola scelta provoca una conseguenza, Kaiji si distinguerà dagli altri non solo per le sue incredibili capacità di intuizione e sopravvivenza, ma anche per la sua umanità, infatti non sarà raro vederlo piangere in preda alla disperazione, per liberarsi dello stress e del tormento che sta subendo. Inoltre le sue complesse e intricate tecniche di gioco, che tendono a evolversi di continuo, fanno di quest'anime uno spettacolare confronto psicologico tra personaggi diversi, capaci di generare una serie di colpi di scena attraverso delle soluzioni che sembrano apparire nei momenti più difficili, poiché le vite di Kaiji e dei suoi avversari si troveranno sempre tra la sconfitta e la vittoria, tra la vita e la morte, insomma non esistono dei mezzi termini.
Anche se il titolo si concentra quasi esclusivamente sul protagonista e sui suoi rapporti con le altre comparse, non mancheranno delle figure che spingeranno Kaiji stesso a porre delle riflessioni sulla società e sul suo disperato tentativo di ignorare i limiti imposti da quest'ultima, per godere di uno status sociale che gli permetta di vivere alla pari di coloro che offrono questa possibilità.
Non esiste una vera e propria suddivisione tra buoni e cattivi, ma si assiste a un confronto tra due tipologie di persone: i ricchi come Tonegawa, che godono nell'assistere a questo massacro, si divertono a provocare i reietti, che vengono rimproverati per le condizioni in cui si trovano. Insomma si assiste a un vero e proprio duello tra due classi sociali diverse, per saziare il piacere di quella più potente.
La soundtrack ospita Hideki Taniuchi, che offre una serie di brani a dir poco straordinari, capaci d'intensificare ed esaltare i momenti di disperazione e determinazione del protagonista; si può avvertire una forte presenza di brani tristi e carichi di rassegnazione, oppure una componente rock dai tratti sperimentali e addirittura qualche brano angosciante che si fa sempre più forte e intenso, in contemporanea alle emozioni del protagonista, che realizza di ritrovarsi in una condizione senza una via d'uscita.
L'opening "Mirai wa Bokura no Te no Naka" è decisamente corta, ma offre un ritmo rock carico di energia, mentre l'ending "Makeinu-tachi no Requiem" ritengo che sia una musica a sfondo poetico, dedicata agli sconfitti come Kaji, che pretendono una seconda chance, per rinascere dai bassifondi della società stessa.
Il comparto grafico è stato più volte criticato per la sua "bruttezza", ma personalmente lo trovo bello per la sua unicità, dato che la maggior parte dei personaggi possiede dei volti spigolosi e dei nasi impossibili, insomma sembrano l'esatta nemesi del classico personaggio bello e affascinante dei giorni nostri, il che è decisamente raro, dato che questo comparto grafico viene applicato esclusivamente a scopo comico.
Un aspetto che bisogna fare notare è l'unione tra la realtà e le sensazioni che provano i personaggi, non sarà raro vedere gli sfondi che assumono un aspetto innaturale, accompagnato da una serie di colori angoscianti e tenebrosi, il tutto accresce l'interazione psicologica tra lo spettatore e i personaggi principali. Non mancheranno delle figure metaforiche, che spesso accompagneranno il narratore, mentre descrive in modo poetico e drammatico l'atmosfera che circonda il protagonista e le sue emozioni.
"Kaiji" viene spesso descritto come un'anime intenso e carico di colpi di scena, il che è vero, ma tende a esibire queste componenti in un modo completamente diverso dalla classica violenza fatta di pugni e calci che tutti si aspettano; sarà infatti la violenza psicologica a realizzare l'obiettivo che si pone il titolo. Insomma è un anime decisamente fuori dall'ordinario, che merita la visione per la sua realizzazione tecnica e per le numerose componenti morali che offre al suo interno.
Un perdente molto vero è il protagonista di quest'anime. Un anime non classico, dove vengono sovvertiti gli stilemi canonici, puro azzardo in cui si può entrare anche per debiti non nostri.
Ogni episodio è stupefacente, nonostante alcuni aspetti "surreali" sembra di vedere la vita di una persona piuttosto che una storia. La serie è realizzata con uno stile particolare che si potrebbe reputare brutto, povero, ma che invece reputo adatto per quest'anime non classico, e lo dico io da amante degli stili grafici reputati solitamente buoni.
Non so cosa tra la storia, i personaggi o la musica trainante sia più esplicativo della tensione che si prova. Lo stesso protagonista Kaiji, non rimane statico ma anzi evolve e comprende ciò che vive, è una persona e non un personaggio canonico, ha i suoi paradossi, vive una morale quasi al limite ma, non essendo né eroe né cattivo per eccellenza, può mostrarci le difficoltà che potrebbe vivere chiunque di noi si faccia inghiottire dalla sua realtà.
Sicuramente consiglio Gyakkyou burai Kaiji per la sua crudezza, a chi è stanco di troppi anime finti che ogni anno ci vengono proposti.
Quindi è meritato almeno 8,5, tenendo conto che per me il 10 non esiste.
Ogni episodio è stupefacente, nonostante alcuni aspetti "surreali" sembra di vedere la vita di una persona piuttosto che una storia. La serie è realizzata con uno stile particolare che si potrebbe reputare brutto, povero, ma che invece reputo adatto per quest'anime non classico, e lo dico io da amante degli stili grafici reputati solitamente buoni.
Non so cosa tra la storia, i personaggi o la musica trainante sia più esplicativo della tensione che si prova. Lo stesso protagonista Kaiji, non rimane statico ma anzi evolve e comprende ciò che vive, è una persona e non un personaggio canonico, ha i suoi paradossi, vive una morale quasi al limite ma, non essendo né eroe né cattivo per eccellenza, può mostrarci le difficoltà che potrebbe vivere chiunque di noi si faccia inghiottire dalla sua realtà.
Sicuramente consiglio Gyakkyou burai Kaiji per la sua crudezza, a chi è stanco di troppi anime finti che ogni anno ci vengono proposti.
Quindi è meritato almeno 8,5, tenendo conto che per me il 10 non esiste.
L'anime parla della storia del protagonista Kaiji, il quale per alcune fortuite coincidenze si trova indebitato fino al collo. Fortunatamente (per modo di dire...) viene invitato a una sorta di "gioco" dove gli viene offerta la possibilità di ripagare tutti i debiti, e con un po' di fortuna di riuscire anche a guadagnare una buona somma. Quindi dopo qualche dubbio iniziale Kaiji si butta in questo "nuovo mondo" fatto di scommesse e alti rischi.
Nonostante lo stile di disegno possa apparire orrendo, dopo qualche episodio si ci abitua, si apprezza l'anime per quello che è, e i disegni diventano i più azzeccati per descrivere le situazioni presentate. Per dire: se ci fossero stati Light e Elle l'anime avrebbe perso quell'impronta di freddezza e di cruda realtà che l'anime riesce a trasmettere; questo perché con disegni per fan-girl, tutti i tratti psicologici sarebbero passati in secondo piano.
Nonostante lo stile di disegno possa apparire orrendo, dopo qualche episodio si ci abitua, si apprezza l'anime per quello che è, e i disegni diventano i più azzeccati per descrivere le situazioni presentate. Per dire: se ci fossero stati Light e Elle l'anime avrebbe perso quell'impronta di freddezza e di cruda realtà che l'anime riesce a trasmettere; questo perché con disegni per fan-girl, tutti i tratti psicologici sarebbero passati in secondo piano.
<B>[ATTENZIONE SPOILER]</B>.<BR><BR>Il comparto grafico è sicuramente quello più particolare, i personaggi hanno un naso molto pronunciato e il tratteggio è molto pesante, e ciò si nota in maniera maggiore durante i primi piani. Il livello delle animazioni rimane alto per tutta la durata della serie, ma è anche vero che il livello di azione in questo anime è praticamente nullo. La computer grafica rende il tutto più scorrevole e non appesantisce la realizzazione tecnica con utilizzi di dubbia utilità. Colonna sonora non memorabile.<BR><BR>Ho deciso di riassumere velocemente la parte tecnica, che seppure validissima, non è il cuore di quest'opera. Il cuore di quest'opera è la morale.<BR>Sebbene io trovi fastidioso ricercare una morale in molti anime, spesso anche dove non c'è, qui invece è parte integrante della trama, e suo fine ultimo.<BR>Il protagonista Kaiji è un fallito, un giorno si presenta un uomo alla sua porta per riscuotere un debito e dopo un susseguirsi di vicende e grazie all'abilità oratoria di quest'ultimo Kaiji si ritrova ad accettare una strana proposta. Una crociera in cui potrà vincere un grande somma in denaro, facendo scommesse.<BR>Queste prove tirano fuori il peggio dalle persone, la gente si truffa vicendevolmente e i tradimenti sono all'ordine del giorno, ma il nostro protagonista non vuole cascarci. Ma supererà prova su prova, e più avanzerà più finirà per rimanerci impigliato, ma lui continuerà a professare l'unità e l'onestà, ma purtroppo in lui alberga solo la più tremenda contraddizione. <BR>Queste prove vengono organizzate da un vecchio sadico, il presidente, che ama vedere la gente soffrire e pugnalarsi alle spalle. Il presidente è un signore ricchissimo, e in quanto tale può giocare con le vite degli straccioni e dei reietti. Il presidente è l'antagonista, il diavolo in persona, colui che Kaiji dovrà sconfiggere per trovare la vendetta. Ma ormai non è vendetta, è gioco d'azzardo.<BR><BR>Gyakkyou Burai Kaiji: Ultimate Survivor è un anime molto particolare perchè sebbene la componente psicologica sia molto forte, il protagonista è un fallito e non possiede certo una mente brillante, quindi molti dei suoi piani andranno completamente in fumo al primo contrattacco. La componente "fortuna" poi è onnipresente, per quanto il piano possa essere elaborato, basta che la (s)fortuna ci metta lo zampino per ribaltare tutto. L'anime boccia tremendamente il gioco d'azzardo, più una persona vince più ne vuole vincere, finendo per rimanerne inghiottito, e quando se ne accorge è troppo tardi per tornare indietro. Una particolarità dell'anime, è la pesantissima e lentissima narrazione, dove il narratore e i personaggi si crucciano per 24 minuti delle stesse cose, e perfino le metafore da loro usate vengono adattate graficamente.<BR><BR>Ebbene sì, "un gran bell'anime di uomini che piangono", e con un finale coerente alla trama.
Dopo aver visto il terzo episodio di Gyakkyou Burai Kaiji: Ultimate Survivor, me ne sono innamorata. Itou Kaiji è un ragazzo che non ha altro se non un unico desiderio: avere un po' di soldi in tasca. Fa una vita dura in cui si vede affondare sempre di più e, per non cadere nel baratro della disperazione, evita ogni contatto umano, gioca e beve, e ruba gli stemmi delle auto costose.
Una vita veramente squallida. Kaiji sa che non può andare avanti così, ma nonostante tutto <i>vive</i> e si fa carico della sua tristezza. Poi un giorno un uomo misterioso gli propone qualcosa che gli cambierà la vita: salire a bordo di una nave, la Nave della Speranza, l'Espoir, per pagare il suo colossale debito, lasciato dal suo ex-collega. Qui entra in gioco l'istinto di sopravvivenza, l'astuzia e le lacrime. Lacrime amare e salate, che abbatteranno Kaiji, ma che lo faranno rimettere in piedi ogni qualvolta cadrà, sempre più forte e consapevole di prima.
Tornando al contenuto dell'anime, i disegni sono marcatissimi e hanno una perfezione maniacale. Ad alcuni potrebbero non piacere per come sono fatti i visi, con menti molto lunghi e nasi pronunciatissimi. Ma come conta l'estetica, conta anche la qualità. La musica si adatta ai giochi di tensione e disperazione, la regia è anche molto curata.
Il fulcro della serie è racchiusa nella frase "Il futuro è nelle nostre mani", che fa anche da titolo all'opening. Si riferisce a coloro che vogliono riuscire nella vita, e Kaiji, forse, potrebbe riuscirci. Il protagonista non affronta solo il "gamble" sull'Espoir. Sopravvive anche ad altri due pericolosi giochi a distanza di un mese e poco più, i quali non vedono solo coinvolto il protagonista, ma anche altri personaggi che erano divenuti suoi amici.
Prima d'ora non avevo mai visto un anime con questo tema, cioè il gioco d'azzardo, che di per sé non è che apprezzo molto. Ho lavorato per 5 mesi in un'agenzia di scommesse e ho visto persone di tutti i tipi, persone che scommettevano cifre impensabili, persino io mi stupivo di fronte a tutti quei soldi che facevano scivolare sul banco. E poi vedevo la follia, la pazzia, il modo in cui insistevano e si arrabbiavano con loro stessi, e anche con noi impiegate, povere malcapitate.
Nell'anime c'è tutto quello che ho descritto, con la differenza che il Presidente di questi giochi lo fa solo per il puro divertimento: vedere poveri reietti della società che scommettono anche sulla loro stessa vita pur di vedere uno spiraglio di luce sulla loro misera esistenza.
Sangue, lacrime e soldi. Un ciclo continuo che finalmente viene spezzato da Kaiji. Intuizioni che lo fanno salire sempre più in alto, che me lo fanno apprezzare sempre di più.
I sentimenti sono palpabili e ti coinvolgono seriamente. Credo che alla lunga quest'anime supererà quelli di nuova generazione.
Una vita veramente squallida. Kaiji sa che non può andare avanti così, ma nonostante tutto <i>vive</i> e si fa carico della sua tristezza. Poi un giorno un uomo misterioso gli propone qualcosa che gli cambierà la vita: salire a bordo di una nave, la Nave della Speranza, l'Espoir, per pagare il suo colossale debito, lasciato dal suo ex-collega. Qui entra in gioco l'istinto di sopravvivenza, l'astuzia e le lacrime. Lacrime amare e salate, che abbatteranno Kaiji, ma che lo faranno rimettere in piedi ogni qualvolta cadrà, sempre più forte e consapevole di prima.
Tornando al contenuto dell'anime, i disegni sono marcatissimi e hanno una perfezione maniacale. Ad alcuni potrebbero non piacere per come sono fatti i visi, con menti molto lunghi e nasi pronunciatissimi. Ma come conta l'estetica, conta anche la qualità. La musica si adatta ai giochi di tensione e disperazione, la regia è anche molto curata.
Il fulcro della serie è racchiusa nella frase "Il futuro è nelle nostre mani", che fa anche da titolo all'opening. Si riferisce a coloro che vogliono riuscire nella vita, e Kaiji, forse, potrebbe riuscirci. Il protagonista non affronta solo il "gamble" sull'Espoir. Sopravvive anche ad altri due pericolosi giochi a distanza di un mese e poco più, i quali non vedono solo coinvolto il protagonista, ma anche altri personaggi che erano divenuti suoi amici.
Prima d'ora non avevo mai visto un anime con questo tema, cioè il gioco d'azzardo, che di per sé non è che apprezzo molto. Ho lavorato per 5 mesi in un'agenzia di scommesse e ho visto persone di tutti i tipi, persone che scommettevano cifre impensabili, persino io mi stupivo di fronte a tutti quei soldi che facevano scivolare sul banco. E poi vedevo la follia, la pazzia, il modo in cui insistevano e si arrabbiavano con loro stessi, e anche con noi impiegate, povere malcapitate.
Nell'anime c'è tutto quello che ho descritto, con la differenza che il Presidente di questi giochi lo fa solo per il puro divertimento: vedere poveri reietti della società che scommettono anche sulla loro stessa vita pur di vedere uno spiraglio di luce sulla loro misera esistenza.
Sangue, lacrime e soldi. Un ciclo continuo che finalmente viene spezzato da Kaiji. Intuizioni che lo fanno salire sempre più in alto, che me lo fanno apprezzare sempre di più.
I sentimenti sono palpabili e ti coinvolgono seriamente. Credo che alla lunga quest'anime supererà quelli di nuova generazione.
Un capolavoro!
La storia narra di Kaiji, nullafacente/nullatenente oberato dai debiti, con l'ossessione del denaro... in parole povere: un fallito.
Fattosi carico tempo prima di un grosso debito di un suo conoscente, viene contattato da un uomo sconosciuto, forse un usuraio, forse uno yakuza, che gli propone di ripagare il debito scegliendo fra due possibilità: o lavorare per 10-11 anni mettendo da parte ogni mese una somma di denaro considerevole, oppure partecipare a un gioco speciale che consente addirittura non solo di estinguere il debito, ma anche di guadagnare parecchio.
Il protagonista, nel corso delle puntate, matura la propria coscienza, si rende conto che vive in un mondo dove il denaro è l'unica ragione di vita e dove tutti cercano di sgomitarsi per avere di più. In un mondo dettato dal bieco egoismo, Kaiji è la "nota stonata".
Attraverso una serie di prove, in cui mette a rischio la propria vita, sfiorando più volte la morte, la storia si articola in un continuo crescendo di suspense e adrenalina. La colonna sonora contribuisce non poco allo svolgersi della trama, che checché se ne dica, è di molto superiore al più blasonato Death Note.
Sperando in un'edizione italiana del manga omonimo (ma ci credo poco) non posso far altro che dare un 10 a questa serie che mi ha tenuto col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Una serie per intenditori, per palati fini, per coloro che cercano una storia diversa dalle solite bambinate che troppo spesso l'animazione giapponese ci ha abituato.
Kaiji è una perla che va gustata tutta d'un fiato.
La storia narra di Kaiji, nullafacente/nullatenente oberato dai debiti, con l'ossessione del denaro... in parole povere: un fallito.
Fattosi carico tempo prima di un grosso debito di un suo conoscente, viene contattato da un uomo sconosciuto, forse un usuraio, forse uno yakuza, che gli propone di ripagare il debito scegliendo fra due possibilità: o lavorare per 10-11 anni mettendo da parte ogni mese una somma di denaro considerevole, oppure partecipare a un gioco speciale che consente addirittura non solo di estinguere il debito, ma anche di guadagnare parecchio.
Il protagonista, nel corso delle puntate, matura la propria coscienza, si rende conto che vive in un mondo dove il denaro è l'unica ragione di vita e dove tutti cercano di sgomitarsi per avere di più. In un mondo dettato dal bieco egoismo, Kaiji è la "nota stonata".
Attraverso una serie di prove, in cui mette a rischio la propria vita, sfiorando più volte la morte, la storia si articola in un continuo crescendo di suspense e adrenalina. La colonna sonora contribuisce non poco allo svolgersi della trama, che checché se ne dica, è di molto superiore al più blasonato Death Note.
Sperando in un'edizione italiana del manga omonimo (ma ci credo poco) non posso far altro che dare un 10 a questa serie che mi ha tenuto col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Una serie per intenditori, per palati fini, per coloro che cercano una storia diversa dalle solite bambinate che troppo spesso l'animazione giapponese ci ha abituato.
Kaiji è una perla che va gustata tutta d'un fiato.
Kaiji, protagonista principale, è un cosiddetto fallito che passa il suo tempo a cercare di racimolare denaro tramite il gioco d'azzardo, senza impegnarsi in nessun lavoro e sprofondando sempre più nei debiti e nell'apatia. Per sfogare la sua repressione se la prende con le macchine di presunti ricconi staccando lo stemma (tutte Mercedes anche se il simbolo è fake), peccato che questo insolito hobby lo porta ad imbattersi in un poco raccomandabile strozzino/yakuza a cui buca le gomme della macchina e si fa anche scoprire. Comunque il losco figuro non ha nulla da ridire sulla sua auto perchè in realtà cercava Kaiji per ben altro motivo; riscuotere un debito di un conoscente del nostro eroe che imprudentemente aveva messo la sua firma a garanzia. Il debito ammonta ad una cifra spropositata che non potrebbe essere mai coperta dal povero Kaiji, che viene convinto, tramite trucchetti, ad accettare uno strano progetto. La via di fuga consiste nel imbarcarsi in una nave in cui tanti falliti come lui, tramite il gioco d'azzardo, possono estinguere tutti i loro debiti e guadagnare parecchio o in caso di perdita essere costretti a lavori forzati per 2 anni. Quel che sembra un occasione d'oro si rivela ben presto per Kaiji un inferno galleggiante, in cui gli uomini vengono messi di fronte ai loro peggior istinti di sopravvivenza e le più bieche pulsioni per il denaro.
Dentro quest'enorme barca i personaggi sembrano isolati dal resto della società, ma in realtà essa viaggia insieme a loro, fa parte di loro. Il segno più forte che si portano adesso è l'ossessione occulta per il denaro, che viene svelata da delle efficaci iperboli visive in cui gli uomini sembrano essere indemoniati alla vista del denaro. Kaiji dal fondo del barile inizia a capire, con maggior lucidità che mai, l'importanza della fiducia e dei rapporti umani e di come la pulsione oscura (oscura perchè assolutamente irrazionale) per il denaro spezzi e schiacci questi valori. I soldi valgono più della vita, perchè come detto all'interno dell'anime gli uomini e le donne del nostro tempo passano la maggior parte della loro vita a svolgere attività per i soldi, che a ben vedere diventano il fine ultimo e non un mezzo. L'intero senso di un esistenza è racchiuso nel denaro, per questo gli organizzatori dell'inferno si sentono autorizzati a giocare con la vita di una manciata di uomini che, se il denaro è l'unica unità di misura possibile, non valgono assolutamente nulla.
Posto davanti a tanti suoi simili Kaiji inizia a capire gli errori commessi durante la sua inutile vita e la voglia di ricominciare da zero, fuori dall'inferno, lo spinge a trovare continue soluzioni ai problemi che gli si pongono davanti. Più cade in basso e più chiaramente gli appaiono i meccanismi che sottendono l'esistenza, e solo dal fondo della sua miseria riesce a sentire l'impulso vitale che lo spinge oltre tutta la crudeltà che lo circonda, l'urlo di un umanità che è assordante per tutti quelli che vogliono ascoltarlo.
Le tematiche sono ricamante dentro un azione che si snoda principalmente attraverso sfide tra di intelligenze e psicologie. Questo nasconde il gioco d'azzardo e lo si intuisce sin da subito. Ovviamente il vizio di molti anime di spiegare ogni minimo dettaglio non risparmia neanche quest'opera (grazie voce narrante eh!), anche se delle volte le spiegazioni si trasformano nei momenti più esaltanti
Dal punto di vista visivo ci discostiamo nettamente dalla piattezza media degli anime. Pur nella sua particolarità l'animazione non mi ha colpito particolarmente, penso che nella sua stilizzazione e nell'uso della computer grafica , per gli ambienti, sia assolutamente funzionale per la tipologia, non essendo un anime d'azione, ma sicuramente ciò non è un pregio.
Le musiche aderiscono perfettamente all'azione, incalzano e scandiscono il ritmo frenetico dell'azione, e qualche volta salvano momenti che altrimenti potrebbero sembrare anche un po' ridicoli, nell'esagerazione con cui vengono vissuti dai protagonisti.
Per come si svolgono le vicende quest'opera mi ha ricordato in più punti il ben più famoso Death Note, la differenza principale che in quest'anime si rimane con i piedi per terra, gli aspetti sociali ed esistenziali sono più curati, mentre la narrazione e l'architettura sono molto meno complesse e avvincenti. Altra cosa che a molti potrebbe non piacere è la mancanza di un finale che concluda l'intera vicenda, infatti l'opera si divide in due parti ed è già stato annunciato che la seconda parte verrà realizzata.
Insomma un gran bell'anime di uomini che piangono.
Dentro quest'enorme barca i personaggi sembrano isolati dal resto della società, ma in realtà essa viaggia insieme a loro, fa parte di loro. Il segno più forte che si portano adesso è l'ossessione occulta per il denaro, che viene svelata da delle efficaci iperboli visive in cui gli uomini sembrano essere indemoniati alla vista del denaro. Kaiji dal fondo del barile inizia a capire, con maggior lucidità che mai, l'importanza della fiducia e dei rapporti umani e di come la pulsione oscura (oscura perchè assolutamente irrazionale) per il denaro spezzi e schiacci questi valori. I soldi valgono più della vita, perchè come detto all'interno dell'anime gli uomini e le donne del nostro tempo passano la maggior parte della loro vita a svolgere attività per i soldi, che a ben vedere diventano il fine ultimo e non un mezzo. L'intero senso di un esistenza è racchiuso nel denaro, per questo gli organizzatori dell'inferno si sentono autorizzati a giocare con la vita di una manciata di uomini che, se il denaro è l'unica unità di misura possibile, non valgono assolutamente nulla.
Posto davanti a tanti suoi simili Kaiji inizia a capire gli errori commessi durante la sua inutile vita e la voglia di ricominciare da zero, fuori dall'inferno, lo spinge a trovare continue soluzioni ai problemi che gli si pongono davanti. Più cade in basso e più chiaramente gli appaiono i meccanismi che sottendono l'esistenza, e solo dal fondo della sua miseria riesce a sentire l'impulso vitale che lo spinge oltre tutta la crudeltà che lo circonda, l'urlo di un umanità che è assordante per tutti quelli che vogliono ascoltarlo.
Le tematiche sono ricamante dentro un azione che si snoda principalmente attraverso sfide tra di intelligenze e psicologie. Questo nasconde il gioco d'azzardo e lo si intuisce sin da subito. Ovviamente il vizio di molti anime di spiegare ogni minimo dettaglio non risparmia neanche quest'opera (grazie voce narrante eh!), anche se delle volte le spiegazioni si trasformano nei momenti più esaltanti
Dal punto di vista visivo ci discostiamo nettamente dalla piattezza media degli anime. Pur nella sua particolarità l'animazione non mi ha colpito particolarmente, penso che nella sua stilizzazione e nell'uso della computer grafica , per gli ambienti, sia assolutamente funzionale per la tipologia, non essendo un anime d'azione, ma sicuramente ciò non è un pregio.
Le musiche aderiscono perfettamente all'azione, incalzano e scandiscono il ritmo frenetico dell'azione, e qualche volta salvano momenti che altrimenti potrebbero sembrare anche un po' ridicoli, nell'esagerazione con cui vengono vissuti dai protagonisti.
Per come si svolgono le vicende quest'opera mi ha ricordato in più punti il ben più famoso Death Note, la differenza principale che in quest'anime si rimane con i piedi per terra, gli aspetti sociali ed esistenziali sono più curati, mentre la narrazione e l'architettura sono molto meno complesse e avvincenti. Altra cosa che a molti potrebbe non piacere è la mancanza di un finale che concluda l'intera vicenda, infatti l'opera si divide in due parti ed è già stato annunciato che la seconda parte verrà realizzata.
Insomma un gran bell'anime di uomini che piangono.
Anche se ancora non l'ho visto per intero, mi sorprende come dall'animazione giapponese vengano fuori capolavori assoluti come questo.
E' un seinen che parla di un fallito, Itou Kaiji, che si ritrova invischiato con degli usurai, e viene convinto a salire su una nave dove si pratica il gioco d'azzardo. Kaiji deve aguzzare l'ingegno per non finire sepolto dai debiti a vita, scoprendo mano mano di essere piuttosto portato per le scommesse. L'anime e' elettrizzante, le musiche incalzanti risaltano i momenti piu' drammatici, cosi' come i commenti spietati della voce fuori campo, antimediasettiana x eccellenza. I disegni
sono strani e faranno storcere il naso a molti, pero' si adattano bene per il genere di anime.
Consigliato a tutti quelli che vogliono un prodotto originale, e avvincente, un plauso ulteriore va alla
esplosiva rocchettara opening Mirai wa bokura no te no naka, per dirla alla Mr. Burns, "Eccellente"
E' un seinen che parla di un fallito, Itou Kaiji, che si ritrova invischiato con degli usurai, e viene convinto a salire su una nave dove si pratica il gioco d'azzardo. Kaiji deve aguzzare l'ingegno per non finire sepolto dai debiti a vita, scoprendo mano mano di essere piuttosto portato per le scommesse. L'anime e' elettrizzante, le musiche incalzanti risaltano i momenti piu' drammatici, cosi' come i commenti spietati della voce fuori campo, antimediasettiana x eccellenza. I disegni
sono strani e faranno storcere il naso a molti, pero' si adattano bene per il genere di anime.
Consigliato a tutti quelli che vogliono un prodotto originale, e avvincente, un plauso ulteriore va alla
esplosiva rocchettara opening Mirai wa bokura no te no naka, per dirla alla Mr. Burns, "Eccellente"
Ok ok... non vi piacciono i disegni... allora non lo guardate ma sappiate che state per commettere un grave errore... tensione e colpi di scena a raffica, capovolgimenti di situazioni che parrebbero certe... un profondo viaggio nella psicologia degli scommettitori, nel rapporto fral'uomo e il denaro... incollatevi alla sedia e mettetevi ben comodi... non vi alzerete molto presto... parola del giangi XD