The Monkey - La grande avventura di Goku
“The Monkey - La grande avventura di Goku” è una serie del 1967 ispirata al celebre “Viaggio in Occidente”, giunta in Italia nei primi anni Ottanta e composta in totale da trentanove episodi. La serie offre una reinterpretazione in chiave piuttosto ironica e parodistica del romanzo, ma, nonostante riesca a trasmettere un certo livello di simpatia, soffre a mio avviso di una certa mancanza di continuità nella qualità delle varie storie che animano le puntate, che finisce per penalizzarla almeno in parte.
Bisogna però riconoscere in primis le qualità produttive di una serie che comunque nonostante i suoi anni risulta gradevole ancora oggi, grazie a una buona qualità dei disegni, dei personaggi riconoscibili e delle storie occasionalmente accattivanti. Una caratteristica che molti però potrebbero non apprezzare è la struttura narrativa della serie. Tolti i primi episodi, a mio avviso i migliori, che danno l’impressione di una storia in grado di svilupparsi puntata dopo puntata, la serie si basa quasi esclusivamente su episodi autoconclusivi che non riescono mai a trasmettere quella sensazione di progressione che personalmente mi aspetterei da un racconto che si basa su un viaggio che i protagonisti devono compiere per raggiungere il loro obiettivo. Non mancano comunque le puntate in grado di reggersi da sole, grazie a risvolti fantasiosi e idee originali, ma al tempo stesso vi sono diversi episodi privi di spessore e piuttosto banali. A tenere banco sono perlopiù i personaggi, Goku in primis, ma in generale è tutto il gruppo di protagonisti a rivelarsi funzionale. Abbastanza debole la colonna sonora, che non regala tracce degne di nota. Forse quella che mi è rimasta di più dopo la visione è la seconda sigla di chiusura, anche se a vincere su tutto probabilmente è la nostra energica sigla italiana.
In conclusione, “The Monkey” è una serie notevole per i suoi tempi e ancora oggi può risultare gradevole, anche se personalmente non la ritengo una pietra miliare. Se volete saperne di più sugli anime di quell’epoca, o se siete attratti da questo tipo di rivisitazione di “Saiyuki”, la serie potrà sicuramente risultare un punto di riferimento.
Bisogna però riconoscere in primis le qualità produttive di una serie che comunque nonostante i suoi anni risulta gradevole ancora oggi, grazie a una buona qualità dei disegni, dei personaggi riconoscibili e delle storie occasionalmente accattivanti. Una caratteristica che molti però potrebbero non apprezzare è la struttura narrativa della serie. Tolti i primi episodi, a mio avviso i migliori, che danno l’impressione di una storia in grado di svilupparsi puntata dopo puntata, la serie si basa quasi esclusivamente su episodi autoconclusivi che non riescono mai a trasmettere quella sensazione di progressione che personalmente mi aspetterei da un racconto che si basa su un viaggio che i protagonisti devono compiere per raggiungere il loro obiettivo. Non mancano comunque le puntate in grado di reggersi da sole, grazie a risvolti fantasiosi e idee originali, ma al tempo stesso vi sono diversi episodi privi di spessore e piuttosto banali. A tenere banco sono perlopiù i personaggi, Goku in primis, ma in generale è tutto il gruppo di protagonisti a rivelarsi funzionale. Abbastanza debole la colonna sonora, che non regala tracce degne di nota. Forse quella che mi è rimasta di più dopo la visione è la seconda sigla di chiusura, anche se a vincere su tutto probabilmente è la nostra energica sigla italiana.
In conclusione, “The Monkey” è una serie notevole per i suoi tempi e ancora oggi può risultare gradevole, anche se personalmente non la ritengo una pietra miliare. Se volete saperne di più sugli anime di quell’epoca, o se siete attratti da questo tipo di rivisitazione di “Saiyuki”, la serie potrà sicuramente risultare un punto di riferimento.
Quanti Goku the monkey ci sono anche in Italia!
La serie prende spunto non solo da un romanzo, ma da un'antica leggenda orientale che narra di come una piccola scimmietta di nome Son Goku, arrogante e dispettosa, pensava di aver attraversato l'intero mondo, in preda alla presunzione e alla testardaggine, senza rendersi conto di avere appena camminato il semplice palmo della mano del Buddha, un concetto ripreso anni dopo anche da Kurumada ne I cavalieri dello zodiaco durante un dialogo tra Virgo e Phoenix.
Detto questo, la serie presenta fortissime vicinanze sia alla leggenda che al romanzo, ovviamente con qualche aggiunta per edulcorare l'anime verso i ragazzini, ed è stata un'abile mossa che ha permesso di rendere "digeribile" subito la trama anche dagli spettatori più piccoli.
Purtroppo molte volgarità sono presenti nella serie, che ha reso il tutto censurabile sulle nostre terre, ma se pensiamo che questo è anche un Paese in cui Alvaro Vitali col suo Pierino nei film ce ne ha fatte vedere davvero di tutti i colori, mi domando cosa può cambiare in un cartone animato, dove la gergalità del volgo è sbagliata perché non insegna, ma dall'altra insegna in maniera diretta perché è più vicina alla gente, pertanto ritengo che la censurabilità della serie in certi episodi sia alquanto relativa.
Quanto alla serie è davvero ben strutturata nei suoi episodi, piena di avventure e alternata in momenti davvero di goliardia pura, siamo ai livelli di Doraemon, Carletto, Mago pancione e simili!
La goliardia della serie è rappresentata sicuramente nel prendere in giro i culti orientali in tutte le sue forme, ma a mio modo di vedere è anche un modo in cui sicuramente i bambini dell'epoca di quelle terre si sono avvicinati anche alla religione, in maniera spero molto spensierata proprio come lo può essere un cartone animato.
E per molti aspetti è anche impressionante come un grande come Tezuka riesce ad inserire spunti realmente esistenti in un contesto comico, viene da pensare come il Fantozzi di quei luoghi, vittima del "sistema" e che armato di nulla si dirige allo sbaraglio contro i suoi immaginari nemici, il più delle volte con amari risultati.
Di fondo proprio la scimmia perché è l'animale più vicino all'uomo, e anche questo non è un caso all'interno della trama.
Il significato, come ogni commedia che si rispetti, va anche al di là della trama stessa.
Io credo che l'autore abbia voluto creare questa serie non tanto per un livello educativo, ma quanto semmai il contrario, un rompere gli schemi con la società che si evolve, comunque nel rispetto delle cose, ma con un occhio attento ad un concetto che viene mal visto dai "palazzoni": ovvero, la satira.
E come non evincere satira da questi episodi?
La serie ne è piena zeppa, quindi secondo l'autore, a mio parere, cerca sempre un modo per invitare gli spettatori a non chiudere mai gli occhi, nemmeno a ciò in cui si crede sia entità o "ordine dall'alto", bisogna sapere sempre ciò che si vuole, ascoltando gli altri quando serve e migliorandosi dai propri errori, senza accusare ingiustamente il prossimo, e questo, a mio avviso, è il significato più grande che questa serie nasconde.
La serie prende spunto non solo da un romanzo, ma da un'antica leggenda orientale che narra di come una piccola scimmietta di nome Son Goku, arrogante e dispettosa, pensava di aver attraversato l'intero mondo, in preda alla presunzione e alla testardaggine, senza rendersi conto di avere appena camminato il semplice palmo della mano del Buddha, un concetto ripreso anni dopo anche da Kurumada ne I cavalieri dello zodiaco durante un dialogo tra Virgo e Phoenix.
Detto questo, la serie presenta fortissime vicinanze sia alla leggenda che al romanzo, ovviamente con qualche aggiunta per edulcorare l'anime verso i ragazzini, ed è stata un'abile mossa che ha permesso di rendere "digeribile" subito la trama anche dagli spettatori più piccoli.
Purtroppo molte volgarità sono presenti nella serie, che ha reso il tutto censurabile sulle nostre terre, ma se pensiamo che questo è anche un Paese in cui Alvaro Vitali col suo Pierino nei film ce ne ha fatte vedere davvero di tutti i colori, mi domando cosa può cambiare in un cartone animato, dove la gergalità del volgo è sbagliata perché non insegna, ma dall'altra insegna in maniera diretta perché è più vicina alla gente, pertanto ritengo che la censurabilità della serie in certi episodi sia alquanto relativa.
Quanto alla serie è davvero ben strutturata nei suoi episodi, piena di avventure e alternata in momenti davvero di goliardia pura, siamo ai livelli di Doraemon, Carletto, Mago pancione e simili!
La goliardia della serie è rappresentata sicuramente nel prendere in giro i culti orientali in tutte le sue forme, ma a mio modo di vedere è anche un modo in cui sicuramente i bambini dell'epoca di quelle terre si sono avvicinati anche alla religione, in maniera spero molto spensierata proprio come lo può essere un cartone animato.
E per molti aspetti è anche impressionante come un grande come Tezuka riesce ad inserire spunti realmente esistenti in un contesto comico, viene da pensare come il Fantozzi di quei luoghi, vittima del "sistema" e che armato di nulla si dirige allo sbaraglio contro i suoi immaginari nemici, il più delle volte con amari risultati.
Di fondo proprio la scimmia perché è l'animale più vicino all'uomo, e anche questo non è un caso all'interno della trama.
Il significato, come ogni commedia che si rispetti, va anche al di là della trama stessa.
Io credo che l'autore abbia voluto creare questa serie non tanto per un livello educativo, ma quanto semmai il contrario, un rompere gli schemi con la società che si evolve, comunque nel rispetto delle cose, ma con un occhio attento ad un concetto che viene mal visto dai "palazzoni": ovvero, la satira.
E come non evincere satira da questi episodi?
La serie ne è piena zeppa, quindi secondo l'autore, a mio parere, cerca sempre un modo per invitare gli spettatori a non chiudere mai gli occhi, nemmeno a ciò in cui si crede sia entità o "ordine dall'alto", bisogna sapere sempre ciò che si vuole, ascoltando gli altri quando serve e migliorandosi dai propri errori, senza accusare ingiustamente il prossimo, e questo, a mio avviso, è il significato più grande che questa serie nasconde.
Nell'oriente misterioso c'è un brigante generoso: Monkey!!!
Serie spassosissima ispirata al mitico viaggio in occidente, che vede come protagonista una scimmia con una grande voglia di affrontare la vita. Come in altre serie, anche in questa non mancano dei valori importanti, come quello dell'aiuto reciproco che si mette in risalto nell'episodio in cui lo scimmiotto parte per un viaggio insieme ad un saggio frate che lo libera e gli dà insegnamenti di vita.
Nella serie si alternano momenti gioiosi e comici a momenti di drammaticità in maniera unica, messe in risalto, a volte, con situazioni surreali tanto da farti immedesimare in una civiltà epica e occidentale.
Consiglio questa serie a tutti perchè è degna di essere vista.
Serie spassosissima ispirata al mitico viaggio in occidente, che vede come protagonista una scimmia con una grande voglia di affrontare la vita. Come in altre serie, anche in questa non mancano dei valori importanti, come quello dell'aiuto reciproco che si mette in risalto nell'episodio in cui lo scimmiotto parte per un viaggio insieme ad un saggio frate che lo libera e gli dà insegnamenti di vita.
Nella serie si alternano momenti gioiosi e comici a momenti di drammaticità in maniera unica, messe in risalto, a volte, con situazioni surreali tanto da farti immedesimare in una civiltà epica e occidentale.
Consiglio questa serie a tutti perchè è degna di essere vista.
Sì, di certo si può dire "gran bell'anime" e in particolare il finale si può definire tale, cosa questa per me importantissima dato che più di una volta m'è venuto lo stimolo di defenestrare tutto il baraccone per via di un finale poco chiaro/aperto/messo lì, quindi almeno da sto punto di vista posso ritenermi soddisfatto. Ma in realtà tutta la storia-non storia è avvincente, i personaggi divertenti, anche nel loro carattere di maschere, gli episodi a volte spiazzanti, spesso esilaranti, grotteschi, dadaisti. Lo consiglio a tutti, anche se è piuttosto per piccolini, ammesso che i piccoli di oggi possano tollerare i difetti di una grafica molto datata.
Se ricordo la leggenda correttamente, in una notte ventosa da una roccia nacque uno scimmiotto duro come la pietra. Questo scimmiotto chiamato Sun si dimostrò da subito molto forte, ma per diventarlo ancora di più imparò la magia degli umani e divenne il re delle scimmie. Purtroppo con la sua forza crebbe anche la sua arroganza e per punirlo di tutti i guai causati Budda lo imprigionò per secoli, incatenandolo all'interno di un monte. Un giorno un saggio monaco di nome Sanzo a cui venne affidata la missione di recuperare degli importanti ed antichi sutra decise di liberarlo, a patto che lo scimmiotto accettasse di servirlo e proteggerlo indossando una tiara che gli impediva di ribellarsi e fuggire. Lo scimmiotto si unì così alla compagnia del monaco già scortato da due creature mistiche, la divinità minore Hakkai con le fattezze da cinghiale e il folletto acquatico Sagojo. Durante questo viaggio lo scimmiotto reticente imparò il valore delle cose importanti per cui valeva la pena combattere...
Impossibile dimenticare la sigla di Monkey, probabilmente questo vecchissimo anime è la versione (seppur parodistica) più fedele al libro "Viaggio ad Occidente" tra quelle poche arrivate nel nostro paese. Un prodotto molto divertente lasciatoci dal compianto maestro Tezuka, dove per qualche oscura ragione il personaggio del Kappa è stato sostituito da un vecchio umano col raptus di cercatore l'oro in ogni luogo e dove è stata aggiunta tra i personaggi principali una non meglio identificata ragazza in rosa, capace di mutare forma e di punzecchiare terribilmente lo scimmiotto protagonista. La cosa bizzarra è che vedendo gli episodi non si riesce più ad immaginare il viaggio del monaco Sanzo verso le indie senza la compagnia di questi due, risultano veramente indispensabili alla storia, o meglio a generare caos nella storia. Anche Goku (o sarebbe meglio dire Gokò) rispecchia maggiormente la personalià ideata dallo scrittore di questa antica leggenda, infatti a differenza del personaggio di Toriyama questo è molto scorbutico ed attaccabrighe, sicuramente capace di essere stato punito ed intrappolato fino a poco tempo prima. Altri elementi poi che lo avvicinano all'idea originaria sono sicuramente la massiccia dose di magia e gli scontri contro i demoni talvolta immersi da una leggera atmosfera cupa e tradizionale. Un piccolo capolavoro assolutamente da recuperare, vedere e conservare.
Impossibile dimenticare la sigla di Monkey, probabilmente questo vecchissimo anime è la versione (seppur parodistica) più fedele al libro "Viaggio ad Occidente" tra quelle poche arrivate nel nostro paese. Un prodotto molto divertente lasciatoci dal compianto maestro Tezuka, dove per qualche oscura ragione il personaggio del Kappa è stato sostituito da un vecchio umano col raptus di cercatore l'oro in ogni luogo e dove è stata aggiunta tra i personaggi principali una non meglio identificata ragazza in rosa, capace di mutare forma e di punzecchiare terribilmente lo scimmiotto protagonista. La cosa bizzarra è che vedendo gli episodi non si riesce più ad immaginare il viaggio del monaco Sanzo verso le indie senza la compagnia di questi due, risultano veramente indispensabili alla storia, o meglio a generare caos nella storia. Anche Goku (o sarebbe meglio dire Gokò) rispecchia maggiormente la personalià ideata dallo scrittore di questa antica leggenda, infatti a differenza del personaggio di Toriyama questo è molto scorbutico ed attaccabrighe, sicuramente capace di essere stato punito ed intrappolato fino a poco tempo prima. Altri elementi poi che lo avvicinano all'idea originaria sono sicuramente la massiccia dose di magia e gli scontri contro i demoni talvolta immersi da una leggera atmosfera cupa e tradizionale. Un piccolo capolavoro assolutamente da recuperare, vedere e conservare.
Al di là di tutti i limiti tecnici, il viaggio di Goku e della sua scalcagnatissima e improbabile compagnia è il canovaccio sul quale si dipanano situazioni, personaggi, trame e paesaggi magistralmente surreali, talora al limite del grottesco, ma sempre eccezionalmente divertenti. Il tutto pervaso da un'ironia molto più sottile e intelligente di quanto non appaia a prima vista, ironia che dietro lo schermo di racconti per bambini, prende di mira tante magagne della società contemporanea nipponica, ma anche di quella occidentale. L'economia dei mezzi grafici, poi, è spesso l'occasione di invenzioni strepitose, come l'applauso alla mostra per abiti talari nell'episodio di Senza senso e i 40 ladroni.
Infine, non è ad ogni modo una serie solo per cultori, se mi è lecito giudicare dal grande successo che ha avuto tra le mie figlie e i loro amichetti...
Infine, non è ad ogni modo una serie solo per cultori, se mi è lecito giudicare dal grande successo che ha avuto tra le mie figlie e i loro amichetti...
Come si è già detto, la serie non spicca certo per l'animazione. Ma per essere una produzione degli anni 60 è davvero fatto bene. Le avventure del classico poema epico vengono riadattate con un tono spensierato e comico, permettendo così anche alle giovani generazioni di imparare e riscoprire il fascino del passato.
Il chara design è sicuramente un altro punto forte della produzione, molto fumettistico e infantile, che mette in risalto nuovamente la leggerezza della storia.
Il chara design è sicuramente un altro punto forte della produzione, molto fumettistico e infantile, che mette in risalto nuovamente la leggerezza della storia.
Questa serie aveva un ché di geniale. Era ispirata alla famosa novella nipponica (pardon, cinese... grazie della precisazione Nulohac) del "Viaggio in occidente" che è stata d'ispirazione ad innumerevoli altri anime (Tra i più famosi Dragon Ball e StarZinger). Se devo fare una mia classifica personale tra queste tre serie, questa produzione è di gran lunga la migliore. Ovviamente il lato tecnico è assolutamente obsoleto dal lato delle animazioni (quasi inesistenti) ma è ancora del tutto straordinario sul lato del character design. Il tono della storia è spassoso e comico con poche concessioni alle situazioni drammatiche che a volte si presentano. Che presa potrebbe avere oggi questo anime? Non saprei, probabilmente poca. Per i cultori tuttavia questo "Goku" è una perla imperdibile.