I Cavalieri dello Zodiaco - Hades Chapter - Elisio
Attenzione: la recensione contiene spoiler
I cavalieri di bronzo, dopo l'eroico sacrificio dei dodici cavalieri d'oro, attraversano il Muro del Lamento, che solo gli dei possono attraversare. Le armature di Cristal e Pegasus, per merito del sangue di Atena, sviluppano delle ali, essenziali per non precipitare nel nulla al confine tra l'Ade e l'Elisio, e sempre lo stesso sangue della dea permette ai cavalieri di bronzo di superare la distruttiva super-dimensione situata dietro il muro. Tuttavia, mentre Pegasus e Andromeda raggiungono l'Elisio, Cristal è costretto a vedersela con Minosse del Grifone, che, dopo un breve scontro, si autodistrugge accidentalmente tentando di attraversare il muro. Sirio invece deve lottare contro Shilfield del Basilisco, Gordon del Minotauro e Queen di Alraune, riuscendo a batterli soltanto utilizzando il Colpo dei Cento Draghi Nascenti. Intanto Phoenix sconfigge gli ultimi specter, e riceve da Pandora un pass che gli permette di raggiungere i Campi Elisi, poiché esso è l'unico a non avere l'armatura bagnata dal sangue di Atena. Pegasus, arrivato nell'Elisio, incontra Hypnos e Thanatos, rispettivamente Dio del sonno e Dio della morte.
Pegasus tenta invano di colpire Thanatos, che invece lo atterra; a questo punto, il Dio con i suoi poteri tenta di uccidere la sorella del cavaliere a distanza (nello stesso modo in cui uccide Pandora dopo aver scoperto il suo tradimento nei confronti di Ade), Patricia, finalmente trovata da Castalia, ma i suoi amici sulla Terra la proteggono con i loro corpi. In suo aiuto arrivano anche i restanti cavalieri di Atena, che però vengono tutti sconfitti da Thanatos con poco sforzo, e le loro armature vanno in pezzi. A questo punto le armature d'oro subentrano nell'Elisio grazie al potere di Nettuno che, pur essendo un nemico di Atena, non vuole permettere ad Ade di annientare tutto. Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix indossano in ordine le armature di Sagitter, Libra, Acquarius, Virgo e Leone, e riescono a colpire il Dio. Thanatos incredibilmente esce indenne dall'attacco combinato e con il suo colpo più potente, Terrible Providence, distrugge anche le armature d'oro. Improvvisamente, quando tutto sembra perduto, i frammenti dell'armatura di bronzo di Pegasus si fondono col sangue della dea Atena, mutandosi in armatura divina. Pegasus adesso sconfigge facilmente Thanatos e accorre per salvare Atena. Hypnos cerca di intervenire, ma viene bloccato da Andromeda, che acquisisce anche lui l'armatura divina, ma il dio del sonno si dimostra più preparato del fratello e usa la tecnica Eternal Drowsiness, spedendo il cavaliere in un sonno eterno, mentre Sirio e Cristal riescono ad evitare il colpo e a ucciderlo, dopo aver ricevuto anch'essi l'armatura divina. Con la morte di Hypnos, Andromeda si risveglia dal sonno. Pegasus e Phoenix lottano contro l'anima di Ade, che però respinge tutti i colpi; in questa occasione Phoenix si bagna del sangue di Atena e riceve anche lui l'armatura divina. I due scoprono che per uccidere Ade devono distruggere il corpo, e individuano la tomba, allora il Dio si trova costretto a rientrare nel suo corpo e ad affrontare i suoi nemici. Nonostante le armature divine, Ade sembra essere più potente, ma Lady Isabel si risveglia e indossa la gloriosa armatura di Atena. Durante il combattimento, Pegasus, per proteggere Lady Isabel, viene ferito molto gravemente dalla spada di Ade, quindi lei stessa, con l'aiuto degli altri cavalieri, riesce a sconfiggere Ade per sempre. Con la disfatta di Ade, l'Inferno e l'Elisio scompaiono, e Atena con i suoi cavalieri fanno ritorno a casa, trasportando il corpo di Pegasus.
Sia nell'anime che nel manga, non si riesce a capire se Pegasus sia sopravvissuto o sia morto alla fine della serie. Questo dubbio avrà risposta solo nel film "Tenkai Hen" ("Le porte del paradiso") e nella successiva saga del manga (sequel ufficiale del manga classico) "Saint Seiya - Next Dimension - Myth of Hades".
Un gran finale per una delle serie cult degli anni '80, superiore a tutti gli spinoff realizzati dopo su "Saint Seiya", come "Saintia Sho" o "Lost Canvas", i quali in Giappone sono stati degli insuccessi, a differenza del grande successo avuto dalla serie animata classica di "Saint Seiya".
Una serie animata, questa dell'Elisio, consigliata ai fan di "Saint Seiya" e degli anime shonen in generale.
I cavalieri di bronzo, dopo l'eroico sacrificio dei dodici cavalieri d'oro, attraversano il Muro del Lamento, che solo gli dei possono attraversare. Le armature di Cristal e Pegasus, per merito del sangue di Atena, sviluppano delle ali, essenziali per non precipitare nel nulla al confine tra l'Ade e l'Elisio, e sempre lo stesso sangue della dea permette ai cavalieri di bronzo di superare la distruttiva super-dimensione situata dietro il muro. Tuttavia, mentre Pegasus e Andromeda raggiungono l'Elisio, Cristal è costretto a vedersela con Minosse del Grifone, che, dopo un breve scontro, si autodistrugge accidentalmente tentando di attraversare il muro. Sirio invece deve lottare contro Shilfield del Basilisco, Gordon del Minotauro e Queen di Alraune, riuscendo a batterli soltanto utilizzando il Colpo dei Cento Draghi Nascenti. Intanto Phoenix sconfigge gli ultimi specter, e riceve da Pandora un pass che gli permette di raggiungere i Campi Elisi, poiché esso è l'unico a non avere l'armatura bagnata dal sangue di Atena. Pegasus, arrivato nell'Elisio, incontra Hypnos e Thanatos, rispettivamente Dio del sonno e Dio della morte.
Pegasus tenta invano di colpire Thanatos, che invece lo atterra; a questo punto, il Dio con i suoi poteri tenta di uccidere la sorella del cavaliere a distanza (nello stesso modo in cui uccide Pandora dopo aver scoperto il suo tradimento nei confronti di Ade), Patricia, finalmente trovata da Castalia, ma i suoi amici sulla Terra la proteggono con i loro corpi. In suo aiuto arrivano anche i restanti cavalieri di Atena, che però vengono tutti sconfitti da Thanatos con poco sforzo, e le loro armature vanno in pezzi. A questo punto le armature d'oro subentrano nell'Elisio grazie al potere di Nettuno che, pur essendo un nemico di Atena, non vuole permettere ad Ade di annientare tutto. Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix indossano in ordine le armature di Sagitter, Libra, Acquarius, Virgo e Leone, e riescono a colpire il Dio. Thanatos incredibilmente esce indenne dall'attacco combinato e con il suo colpo più potente, Terrible Providence, distrugge anche le armature d'oro. Improvvisamente, quando tutto sembra perduto, i frammenti dell'armatura di bronzo di Pegasus si fondono col sangue della dea Atena, mutandosi in armatura divina. Pegasus adesso sconfigge facilmente Thanatos e accorre per salvare Atena. Hypnos cerca di intervenire, ma viene bloccato da Andromeda, che acquisisce anche lui l'armatura divina, ma il dio del sonno si dimostra più preparato del fratello e usa la tecnica Eternal Drowsiness, spedendo il cavaliere in un sonno eterno, mentre Sirio e Cristal riescono ad evitare il colpo e a ucciderlo, dopo aver ricevuto anch'essi l'armatura divina. Con la morte di Hypnos, Andromeda si risveglia dal sonno. Pegasus e Phoenix lottano contro l'anima di Ade, che però respinge tutti i colpi; in questa occasione Phoenix si bagna del sangue di Atena e riceve anche lui l'armatura divina. I due scoprono che per uccidere Ade devono distruggere il corpo, e individuano la tomba, allora il Dio si trova costretto a rientrare nel suo corpo e ad affrontare i suoi nemici. Nonostante le armature divine, Ade sembra essere più potente, ma Lady Isabel si risveglia e indossa la gloriosa armatura di Atena. Durante il combattimento, Pegasus, per proteggere Lady Isabel, viene ferito molto gravemente dalla spada di Ade, quindi lei stessa, con l'aiuto degli altri cavalieri, riesce a sconfiggere Ade per sempre. Con la disfatta di Ade, l'Inferno e l'Elisio scompaiono, e Atena con i suoi cavalieri fanno ritorno a casa, trasportando il corpo di Pegasus.
Sia nell'anime che nel manga, non si riesce a capire se Pegasus sia sopravvissuto o sia morto alla fine della serie. Questo dubbio avrà risposta solo nel film "Tenkai Hen" ("Le porte del paradiso") e nella successiva saga del manga (sequel ufficiale del manga classico) "Saint Seiya - Next Dimension - Myth of Hades".
Un gran finale per una delle serie cult degli anni '80, superiore a tutti gli spinoff realizzati dopo su "Saint Seiya", come "Saintia Sho" o "Lost Canvas", i quali in Giappone sono stati degli insuccessi, a differenza del grande successo avuto dalla serie animata classica di "Saint Seiya".
Una serie animata, questa dell'Elisio, consigliata ai fan di "Saint Seiya" e degli anime shonen in generale.
Ecco il capitolo finale della saga "Hades", dove termina anche l'opera di "Saint Seiya". Ci sono alcuni elementi apprezzabili ed altri molto meno in queste sei puntate ambientate nella splendida ambientazione dell'Esilio, luogo in cui riposano gli Dei. Ecco la mia analisi.
Tra i pro sicuramente le splendide armature divine comparse per la prima e ultima volta qui, a ornamento dei cavalieri di bronzo e non solo, in quanto ornano anche Hades e Atena. Sono raffinate, eleganti e molto diverse tra loro ma hanno in comune il fatto di rendere chi le indossa composto e fiero come un Dio, sebbene non lo sia in natura. Menzione speciale per Atena, meravigliosa e matura con addosso la sua splendida armatura divina, vera gioia per gli occhi. Altro fattore che apprezzo in questo capitolo è sicuramente l'epicità di alcuni momenti indimenticabili, su tutti il magnifico finale che commuove tutti gli appassionati dei cavalieri e non solo, e anche lo scontro tra Seiya e il Dio della morte, splendidamente innalzato ad un livello massimo nel momento in cui il Dio prova e cerca di uccidere la persona più importante per Seiya... scelta perfetta!
Tra le cose che non mi piacciono in questo capitolo prima di tutto l'eccessiva velocità riscontrata in alcuni momenti di trama, in particolare nello scontro finale che reputo personalmente incompiuto perchè privo di spessore e brevissimo. Infatti la figura di Hades perde valore, non mostrando quasi alcuno dei suoi poteri e perdendo tempo a parlare con Atena, piuttosto che combattere, se non per brevissimo tempo. Inoltre altro fattore negativo, come in Inferno, le pietose animazioni dei combattimenti e di tutto il resto, eccetto i disegni che devo ammettere essere fedeli al manga, anche troppo, visto che alcune scene sono pari pari copiate dal suddetto fumetto cartaceo, prova sono le linee nere visibili in più momenti tra un prima piano e l'altro. Terribilmente deprimenti gli scontri in merito alla fluidità dei corpi e agli scarsissimi effetti speciali impiegati, degni di programmi amatoriali a bassissimo costo. E' una vergogna che OAV del 2008 siano di così scarso livello e per giunta si parla dell'opera conclusiva di Saint Seiya, uno degli anime più famosi della storia dell'animazione! Lo scarso budget si fa sentire anche nell'ultimo capitolo e ciò non è assolutamente un bene.
La colonna sonora si lascia ascoltare in rari frangenti, essendo ricca di nuove melodie, evidemente segnate anche esse dallo scarso budget a disposizione. Fortunatamente esistono sempre le eccezioni ed ho apprezzato l'ultima OST nel finale, ossia "Under The Wood of the 'World Tree' ", non inedita ma intramontabile e perfetta nel contesto.
A conclusione di questo capitolo e dell'intera saga di Hades credo proprio che sia da promuovere con merito perchè, malgrado i numerosi difetti in campo tecnico ed a livello di trama, riesce a garantire un sogno a tutti i fan della serie ed anche ai profani, regalando qualcosa che difficilmente si ripresenterà presto ai nostri occhi, ossia l'aria di epicità assoluta e aulicità che avvolgono i Saint dal loro inizio, in quel lontano anno, fino a giungere ad oggi con la stessa forza traspirante che insegna la vera forza, non quella fisica e di potere, bensì quella contraddistinta da volontà e determinazione perenne. Tributo dovuto a voi, amati Cavalieri dello Zodiaco!
Tra i pro sicuramente le splendide armature divine comparse per la prima e ultima volta qui, a ornamento dei cavalieri di bronzo e non solo, in quanto ornano anche Hades e Atena. Sono raffinate, eleganti e molto diverse tra loro ma hanno in comune il fatto di rendere chi le indossa composto e fiero come un Dio, sebbene non lo sia in natura. Menzione speciale per Atena, meravigliosa e matura con addosso la sua splendida armatura divina, vera gioia per gli occhi. Altro fattore che apprezzo in questo capitolo è sicuramente l'epicità di alcuni momenti indimenticabili, su tutti il magnifico finale che commuove tutti gli appassionati dei cavalieri e non solo, e anche lo scontro tra Seiya e il Dio della morte, splendidamente innalzato ad un livello massimo nel momento in cui il Dio prova e cerca di uccidere la persona più importante per Seiya... scelta perfetta!
Tra le cose che non mi piacciono in questo capitolo prima di tutto l'eccessiva velocità riscontrata in alcuni momenti di trama, in particolare nello scontro finale che reputo personalmente incompiuto perchè privo di spessore e brevissimo. Infatti la figura di Hades perde valore, non mostrando quasi alcuno dei suoi poteri e perdendo tempo a parlare con Atena, piuttosto che combattere, se non per brevissimo tempo. Inoltre altro fattore negativo, come in Inferno, le pietose animazioni dei combattimenti e di tutto il resto, eccetto i disegni che devo ammettere essere fedeli al manga, anche troppo, visto che alcune scene sono pari pari copiate dal suddetto fumetto cartaceo, prova sono le linee nere visibili in più momenti tra un prima piano e l'altro. Terribilmente deprimenti gli scontri in merito alla fluidità dei corpi e agli scarsissimi effetti speciali impiegati, degni di programmi amatoriali a bassissimo costo. E' una vergogna che OAV del 2008 siano di così scarso livello e per giunta si parla dell'opera conclusiva di Saint Seiya, uno degli anime più famosi della storia dell'animazione! Lo scarso budget si fa sentire anche nell'ultimo capitolo e ciò non è assolutamente un bene.
La colonna sonora si lascia ascoltare in rari frangenti, essendo ricca di nuove melodie, evidemente segnate anche esse dallo scarso budget a disposizione. Fortunatamente esistono sempre le eccezioni ed ho apprezzato l'ultima OST nel finale, ossia "Under The Wood of the 'World Tree' ", non inedita ma intramontabile e perfetta nel contesto.
A conclusione di questo capitolo e dell'intera saga di Hades credo proprio che sia da promuovere con merito perchè, malgrado i numerosi difetti in campo tecnico ed a livello di trama, riesce a garantire un sogno a tutti i fan della serie ed anche ai profani, regalando qualcosa che difficilmente si ripresenterà presto ai nostri occhi, ossia l'aria di epicità assoluta e aulicità che avvolgono i Saint dal loro inizio, in quel lontano anno, fino a giungere ad oggi con la stessa forza traspirante che insegna la vera forza, non quella fisica e di potere, bensì quella contraddistinta da volontà e determinazione perenne. Tributo dovuto a voi, amati Cavalieri dello Zodiaco!
"Saint Seiya Hades Chapter: The Elysion" è la trasposizione animata degli ultimi due volumetti della serie, che chiudono la saga di Ade mostrando l'arrivo di Seiya/Pegasus, Shiryu/Sirio, Hyoga/Crystal, Shun/Andromeda e Ikki/Phoenix nei Campi Elisi, il luogo più profondo degli Inferi, dove troveranno ad aspettarli il malvagio signore dell'oltretomba, protetto dai suoi imbattibili guardiani, gli dèi Thanathos e Hypnos.
Gli episodi sono fedelissimi al fumetto, di cui traspongono perfettamente ogni vignetta, senza divagare in riempitivi né perdere l'epicità delle vicende cartacee. È la conclusione di una serie che costò all'autore circa cinque anni di lavoro, la cui versione anime è invece stata più travagliata, a causa di alterne vicende. Questi sei episodi, infatti, sono stati realizzati nel 2008 e rappresentano il termine di una storia iniziata nel lontano 1986.
Chi conosce già questa parte della storia grazie alla lettura del fumetto, sa già perfettamente cosa aspettarsi dagli episodi anime, che mettono in scena, ancora una volta, un'epica battaglia per la salvezza dell'umanità e della dea Atena che la rappresenta e protegge.
Seiya e i suoi compagni sono ormai cresciuti. Le numerose e dure battaglie combattute nelle precedenti avventure li hanno ormai resi veri e propri guerrieri, che hanno affrontato e superato un passato doloroso e sono pronti a sacrificare le loro stesse vite, bruciando fino all'estremo limite il cosmo che giace dentro il loro cuore, pur di salvare un'umanità che ormai hanno imparato a conoscere e ad amare nonostante i suoi sbagli e difetti. A metà fra gli dèi, perfetti, immutabili, eterei e talmente superiori da dimenticare i sentimenti più semplici, e gli uomini, guidati dall'istinto e dal cuore, i saint di Atena combattono ancora una volta, riuscendo a scolpirsi nelle memorie degli spettatori come eroi leggendari, vestiti con scintillanti armature, e sempre pronti a difendere la giustizia.
Troviamo sei episodi ricchi di pathos, di eroismi e di sentimento, dove i fan della serie potranno ritrovare, anche solo per un cameo o in forma di flashback, un po' tutti i personaggi che hanno amato, da Saori/Atena a Kiki; da Shaina/Tisifone a Julian/Poseidone; dagli scintillanti Gold Saint, che avevamo lasciato con un eroico atto d'amicizia e sacrificio di cui scopriremo qui le conseguenze, ai sempre bistrattati cinque Bronze Saint minori, che avranno modo di riscattarsi ottenendo il loro momento di gloria, passando per la risoluzione di uno degli enigmi con cui l'autore ha tenuto sulle spine il suo pubblico per tanti anni.
La linea intrapresa dal compianto Enrico Carabelli per adattare la serie originale è stata continuata da Ivo De Palma per quanto riguarda la serie di Ade.
Anche in questa miniserie conclusiva, infatti, ritroveremo le modifiche già apportate ai nomi dei personaggi, mentre si sono mantenuti i nomi originali dei nuovi qui introdotti e di molti termini tecnici della serie ("Specter", i guerrieri servi di Ade; "Kamui", le armature divine; "Thanathos e Hypnos" gli dèi aiutanti di Ade).
E' un adattamento che si pone a metà fra quella che è l'opera originale e il registro aulico della storica versione italiana. Non mancano espressioni auliche, frasi di una certa bellezza, riprese di "pezzi" storici della prima serie e citazioni letterarie, stavolta usate un po' meno a sproposito: citare la Divina Commedia nell'ambito della saga di Ade, che Kurumada ha creato ispirandosi all'Inferno dantesco, ha decisamente il suo fascino. I personaggi divini (Ade, Hypnos e Thanathos) parlano, inoltre, con un tono molto aulico e distaccato che ben si addice loro, contribuendo ad aumentare l'aura di divina superiorità che essi stessi si attribuivano anche nell'opera originale.
D'altro canto, il personaggio di Seiya/Pegasus ha ritrovato in parte la boria e lo spirito che aveva nell'originale giapponese e che la versione nostrana gli aveva tolto. Seiya, al contrario del nostro Pegasus, non è mai stato un eroe fatto e finito capace di lanciarsi in improbabili citazioni di letteratura italiana, quanto piuttosto un ragazzo giovane cresciuto fra mille difficoltà, che, nonostante il preciso percorso di crescita che compie nel corso della storia, non manca mai di fare qualche battuta sarcastica, di non comprendere concetti complicati o di comportarsi in maniera un po' rozza: giusto qualche puntata prima, nella precedente parte della saga di Ade, si era burlato del giudice Rune in maniera un po' volgarotta. Il Seiya/Pegasus che Elysion ci presenta è a metà fra l'essere un eroe quasi divino dalla volontà incrollabile e un ragazzotto sarcastico, diretto e semplice, e i suoi dialoghi ci regaleranno qualche perla ben riuscita.
Ivo De Palma, Marco Balzarotti, Luigi Rosa, Andrea De Nisco, Tony Fuochi e Danja Cericola tornano ancora una volta a dar la voce ai sei personaggi principali, donandoci delle buone interpretazioni, con l'unica eccezione di Fuochi, sempre molto bravo, ma il suo Phoenix ha, purtroppo, perso un po' di possanza con gli anni, e ai fan del personaggio dispiace. Mentre, per quanto riguarda i nuovi personaggi, gli spettatori possono godere delle buone prestazioni di Mario Zucca, Raffaele Farina o Cinzia Massironi.
Chi segue la serie nei suoi vari formati ormai lo sa, quella proposta da questo Elysion è in realtà una conclusione temporanea, dal momento che l'autore Masami Kurumada si è da qualche anno rimesso al lavoro su una nuova saga in formato cartaceo, "Saint Seiya: Next Dimension", che in futuro potrebbe, chissà, godere di un adattamento anime. Tuttavia, pur con il suo carattere un po' convenzionale, il finale che ci mostra Elysion riesce ugualmente a essere il giusto coronamento di un'avventura durata più di vent'anni, che assume, a posteriori, un valore romantico dal retrogusto un po' amaro, essendo l'ultimo lavoro lasciatoci dal grande disegnatore Shingo Araki, scomparso lo scorso anno, che in passato era stato un bravissimo interprete delle vicende dei saint di Atena nelle loro varie incarnazioni animate.
Emoziona, infatti, vedere i cinque protagonisti raggiungere l'apice del loro percorso di crescita come eroi, rappacificandosi definitivamente con gli austeri Gold Saint, dapprima avversari e adesso maestri pronti a lasciar loro, con un agognatissimo e faticosamente ottenuto sorriso, una pesante eredità e riuscendo là dove i loro stessi maestri avevano fallito, portando al limite estremo il loro cosmo e il potere delle loro sacre armature, in un'epocale esplosione di luce e di colore.
In attesa di poterli, forse, ritrovare in nuove avventure, ce li ricordiamo così, Seiya e i suoi compagni. Vittoriosi, anche a costo della loro stessa vita, che si stagliano nel cielo di un mondo, finalmente, pieno di luce.
Gli episodi sono fedelissimi al fumetto, di cui traspongono perfettamente ogni vignetta, senza divagare in riempitivi né perdere l'epicità delle vicende cartacee. È la conclusione di una serie che costò all'autore circa cinque anni di lavoro, la cui versione anime è invece stata più travagliata, a causa di alterne vicende. Questi sei episodi, infatti, sono stati realizzati nel 2008 e rappresentano il termine di una storia iniziata nel lontano 1986.
Chi conosce già questa parte della storia grazie alla lettura del fumetto, sa già perfettamente cosa aspettarsi dagli episodi anime, che mettono in scena, ancora una volta, un'epica battaglia per la salvezza dell'umanità e della dea Atena che la rappresenta e protegge.
Seiya e i suoi compagni sono ormai cresciuti. Le numerose e dure battaglie combattute nelle precedenti avventure li hanno ormai resi veri e propri guerrieri, che hanno affrontato e superato un passato doloroso e sono pronti a sacrificare le loro stesse vite, bruciando fino all'estremo limite il cosmo che giace dentro il loro cuore, pur di salvare un'umanità che ormai hanno imparato a conoscere e ad amare nonostante i suoi sbagli e difetti. A metà fra gli dèi, perfetti, immutabili, eterei e talmente superiori da dimenticare i sentimenti più semplici, e gli uomini, guidati dall'istinto e dal cuore, i saint di Atena combattono ancora una volta, riuscendo a scolpirsi nelle memorie degli spettatori come eroi leggendari, vestiti con scintillanti armature, e sempre pronti a difendere la giustizia.
Troviamo sei episodi ricchi di pathos, di eroismi e di sentimento, dove i fan della serie potranno ritrovare, anche solo per un cameo o in forma di flashback, un po' tutti i personaggi che hanno amato, da Saori/Atena a Kiki; da Shaina/Tisifone a Julian/Poseidone; dagli scintillanti Gold Saint, che avevamo lasciato con un eroico atto d'amicizia e sacrificio di cui scopriremo qui le conseguenze, ai sempre bistrattati cinque Bronze Saint minori, che avranno modo di riscattarsi ottenendo il loro momento di gloria, passando per la risoluzione di uno degli enigmi con cui l'autore ha tenuto sulle spine il suo pubblico per tanti anni.
La linea intrapresa dal compianto Enrico Carabelli per adattare la serie originale è stata continuata da Ivo De Palma per quanto riguarda la serie di Ade.
Anche in questa miniserie conclusiva, infatti, ritroveremo le modifiche già apportate ai nomi dei personaggi, mentre si sono mantenuti i nomi originali dei nuovi qui introdotti e di molti termini tecnici della serie ("Specter", i guerrieri servi di Ade; "Kamui", le armature divine; "Thanathos e Hypnos" gli dèi aiutanti di Ade).
E' un adattamento che si pone a metà fra quella che è l'opera originale e il registro aulico della storica versione italiana. Non mancano espressioni auliche, frasi di una certa bellezza, riprese di "pezzi" storici della prima serie e citazioni letterarie, stavolta usate un po' meno a sproposito: citare la Divina Commedia nell'ambito della saga di Ade, che Kurumada ha creato ispirandosi all'Inferno dantesco, ha decisamente il suo fascino. I personaggi divini (Ade, Hypnos e Thanathos) parlano, inoltre, con un tono molto aulico e distaccato che ben si addice loro, contribuendo ad aumentare l'aura di divina superiorità che essi stessi si attribuivano anche nell'opera originale.
D'altro canto, il personaggio di Seiya/Pegasus ha ritrovato in parte la boria e lo spirito che aveva nell'originale giapponese e che la versione nostrana gli aveva tolto. Seiya, al contrario del nostro Pegasus, non è mai stato un eroe fatto e finito capace di lanciarsi in improbabili citazioni di letteratura italiana, quanto piuttosto un ragazzo giovane cresciuto fra mille difficoltà, che, nonostante il preciso percorso di crescita che compie nel corso della storia, non manca mai di fare qualche battuta sarcastica, di non comprendere concetti complicati o di comportarsi in maniera un po' rozza: giusto qualche puntata prima, nella precedente parte della saga di Ade, si era burlato del giudice Rune in maniera un po' volgarotta. Il Seiya/Pegasus che Elysion ci presenta è a metà fra l'essere un eroe quasi divino dalla volontà incrollabile e un ragazzotto sarcastico, diretto e semplice, e i suoi dialoghi ci regaleranno qualche perla ben riuscita.
Ivo De Palma, Marco Balzarotti, Luigi Rosa, Andrea De Nisco, Tony Fuochi e Danja Cericola tornano ancora una volta a dar la voce ai sei personaggi principali, donandoci delle buone interpretazioni, con l'unica eccezione di Fuochi, sempre molto bravo, ma il suo Phoenix ha, purtroppo, perso un po' di possanza con gli anni, e ai fan del personaggio dispiace. Mentre, per quanto riguarda i nuovi personaggi, gli spettatori possono godere delle buone prestazioni di Mario Zucca, Raffaele Farina o Cinzia Massironi.
Chi segue la serie nei suoi vari formati ormai lo sa, quella proposta da questo Elysion è in realtà una conclusione temporanea, dal momento che l'autore Masami Kurumada si è da qualche anno rimesso al lavoro su una nuova saga in formato cartaceo, "Saint Seiya: Next Dimension", che in futuro potrebbe, chissà, godere di un adattamento anime. Tuttavia, pur con il suo carattere un po' convenzionale, il finale che ci mostra Elysion riesce ugualmente a essere il giusto coronamento di un'avventura durata più di vent'anni, che assume, a posteriori, un valore romantico dal retrogusto un po' amaro, essendo l'ultimo lavoro lasciatoci dal grande disegnatore Shingo Araki, scomparso lo scorso anno, che in passato era stato un bravissimo interprete delle vicende dei saint di Atena nelle loro varie incarnazioni animate.
Emoziona, infatti, vedere i cinque protagonisti raggiungere l'apice del loro percorso di crescita come eroi, rappacificandosi definitivamente con gli austeri Gold Saint, dapprima avversari e adesso maestri pronti a lasciar loro, con un agognatissimo e faticosamente ottenuto sorriso, una pesante eredità e riuscendo là dove i loro stessi maestri avevano fallito, portando al limite estremo il loro cosmo e il potere delle loro sacre armature, in un'epocale esplosione di luce e di colore.
In attesa di poterli, forse, ritrovare in nuove avventure, ce li ricordiamo così, Seiya e i suoi compagni. Vittoriosi, anche a costo della loro stessa vita, che si stagliano nel cielo di un mondo, finalmente, pieno di luce.
Continua da Inferno -
E siamo dunque giunti all'ultimo, contestatissimo, discusso, amato/odiato episodio della saga animata di Hades dei Cavalieri, ovvero l'Elisio (o Elysium).
La visione di questa (breve) serie di OAV, 6 per l'esattezza, in poche parole è spiazzante. Sia in positivo sia in negativo.
Figlia dello stesso problema incontrato nella produzione di Inferno - budget insufficiente e staff sconosciuto -, Elisio porta con sé argomenti buoni a dare manforte alle tesi dei catastrofisti, che ne vedrebbero la punta più bassa dei 'Cavalieri dello Zodiaco' animati, ma anche a coloro che invece potrebbero, a buon ragione, esaltarlo come lo sfolgorante apice di uno scontro epico, che si materializza tra rovine di templi e il dispiegarsi di virtù e valori senza pari, nel tentativo degli uomini di "alzare il capo" contro un Dio.
Un Dio vero in persona, e non "traslato", come Nettuno.
Ora, partiamo dal comparto grafico; è esattamente quello di Inferno, con un problema in più, ovvero quello di avere a disposizione la metà degli episodi. Ma questo, tuttavia, non si risolve a essere un male, poiché ciò che che si sceglie di mostrare è poco; pochissimo, a dire il vero. Ma, paradossalmente, tutto sommato alla fine convince.
Parlo dei Campi Elisi, belli come in una luminosa visione pittorica, definiti con colori sgargianti ed eterei, avvolti da paesaggi bucolici e rovine romantiche sovrastate da un cielo azzurro e infinito, come una tavola.
Le poche architetture che apparentemente riempiono questo luogo da sogno, come il Palazzo di Ade, ci portano in una dimensione che risuona di nostalgia e di magico.
Man mano che gli scontri hanno luogo, le armature dei vari Ades, Thanatos, Hypnos, e le armature divine dei cavalieri fanno il loro bello sfoggio, dimostrandosi elaborate, sgargianti e "gustose", quantomeno da vedere.
Poi, complice il fatto che ancora una volta il buon character designer Shingo Araki è chiamato a compiere un miracolo, abbiamo dei continui primi piani di un'intensità e una potenza che contribuiscono non poco a coinvolgerci in tutto ciò che vediamo.
Non nascondiamoci però dietro a un dito: le animazioni sono praticamente azzerate, il dinamismo quasi assente. I momenti dove il motore "grafico" dell'anime avrebbe dovuto dare sfoggio di sé a livelli ottimi, sottolineando la durezza degli scontri e la grandiosità degli scenari visionari, è invece consegnato a una rappresentazione grafica che assomiglia di più, purtroppo, alla "scansione" e alla colorazione di qualche tavola del manga.
Passando alla parte più "pregnante", non dobbiamo però disconoscere il valore narrativo di Elisio e la sua importanza , relativamente alla serie animata.
Da sottolineare, però, come la trama sconnessa di Inferno trovi qui un suo esito estremo; il ritmo è tale per cui succedono tantissime cose in sequenza, con lo stesso minutaggio, imposto dal poco tempo a disposizione. L'effetto sfiora il ridicolo involontario: la morte di Pandora, una protagonista, almeno sulla carta, di questa serie, viene mostrata nell'arco di tre frame (prima è in piedi, poi non c'è più, è distesa a terra con le mani giunte...) e senza neanche troppe spiegazioni. Ma bisogna anche a dire che, per come è stata presente Pandora sino a quel momento nell'anime, la sua morte è quella di un comprimario, piuttosto che di un personaggio realmente attivo nella vicenda.
Questi paradossi vengono applicati continuamente, e creano una specie di ritmo narrativo "cannibale" che divora ogni cosa, senza permetterci di gustare appieno gli scontri finali. Laddove una sfida a uno solo dei tre Dei dei Campi Elisi avrebbe meritato una serie di 3-4 episodi, qui le sfide si risolvono dopo alcune chiacchiere, il solito ko iniziale e le solite reazioni disperate dei nostri eroi; infine, l'arrivo delle armatura divine è come l'irrompere di una pubblicità durante la visione di un film, mentre la sfida ad Ades, tra la resurrezione di Ades e l'irrompere di Atena nella battaglia, assomiglia di più a un "raid" di un gruppo di ladruncoli che irrompono in casa di un ricco signore aristocratico per rubare l'argenteria, piuttosto che a un epico scontro finale.
Però , incredibilmente, anche dopo tutto questo, non tutto il male viene per nuocere. E' in Elisio infatti che avviene, credo, la sublimazione dei cardini portanti dei Cavalieri; dopo tante sotto-trame, tante "deviazioni" e tanti combattimenti, si delinea sempre più all'orizzonte quella che sembra (e si spera) sia la meta finale di questa serie animata, che da oltre 25 anni ci delizia con la sua presenza: la sfida e la guerra agli Dèi in persona.
Il pathos di questa battaglia sta tutto racchiuso nella frase, quasi filosofica, di Phoenix, che, rivolgendosi a Thanatos e a uno dei suoi ennesimi rimbrotti circa gli umani "insolenti", gli si rivolge in questi termini: "Io non credo in nessun Dio; specialmente in uno malvagio come te".
La posta in gioco, non lo si può disconoscere, è altissima; i nostri Cavalieri affrontano una sfida oltre ogni limite, che nessun umano ha mai osato portare in quei luoghi. Inoltre, il registro linguistico utilizzato, insieme all'ampollosità dei termini e delle esclamazioni - grazie anche a un doppiaggio sempre sopra la media -, risulta più che convincente, e compie il miracolo di farci dimenticare il comparto grafico "zoppo", e di portarci ad avere a cuore l'esito della battaglia contro queste Divinità così arrognati e disumane.
Qualcuno dice che questa serie è una sorta di 'Dragonball' in versione ridotta, con tante botte e poca storia. Invece, sarà perché si arriva da un Inferno a "corrente alternata", i continui colpi di scena che si susseguono, anche se chiaramente causati dalla pochezza del tempo e dei mezzi a disposizione, creano un effetto ansia che dà un ritmo, seppur artificioso e stralunato, all'ennesima corsa contro il tempo per salvare lady Isabel dal dissanguamento causato dalla giara di Ades, nella quale è imprigionata
Elemento davvero da stigmatizzare è, invece, il combattimento contro Hades, ridotto a una scaramuccia di quattro colpi, di cui almeno tre decisivi, in pochi istanti, per la sorte dei combattenti in gioco. Ed è l'ennesimo, e stavolta possiamo dirlo, mortale peccato, poiché la terribilità di Hades sarebbe anche ben percepibile; il Dio in questione possiede un fascino diabolico e una imponenza minacciosa, un'armatura delle più belle viste finora, e una spada parecchio potente in grado di affettare qualsiasi cosa, nonché un vero e proprio caratteraccio.
Alla chiusura della visione di questi 6 episodi scatta una inevitabile lacrimuccia, seguita da una domanda: e ora?
Il mio unico consiglio è di regalarvi la visione di 'Hades Chapter', da Sanctuary fino a Elisio, per avere il colpo d'occhio sull'intera vicenda animata, e per avere il piacere di ritrovare i Cavalieri nella loro pura essenza al 10%.
Seppur segnate da diverse vicende e caratteristiche, ciò che non si perde veramente mai attraverso queste serie, rispetto a quelle che le precedono, è la continuità narrativa. Quello che, rispetto al manga , si è scelto di raccontare, funziona, almeno così come è riportato sullo schermo; non ne funziona la forma, o quantomeno, la messa in scena di essa; e spesso si ha il legittimo sospetto che la vicenda che vediamo sia in realtà una parte piccola, di una vicenda enormemente ampia. Ma, narrativamente parlando, non mancano i climax, gli apici emotivi, i momenti indimenticabili, gli aforismi taglienti, le sfide oltre i limiti, i personaggi indimenticabili e le armature sfavillanti, insieme agli atti di forza, all'eroismo, al sacrifico e al coraggio: cioè, non viene mai a mancare il vero nucleo fondante di tutto l'universo dello Zodiaco.
Questo non toglie che, se mai ci sarà una serie in continuity narrativa con Hades Chapter - e mi riferisco alla vociferata 'saga dei cieli', Kurumada dovrebbe rendersi conto che ogni credito verso i fan è andato esaurito; l'investimento finanziario in un progetto deve andare di pari passo con le aspettative e con il mercato che lo circonda. E per "mercato", mi riferisco soprattutto alla qualità media delle altre produzioni anime contemporanee, di ogni livello, che purtroppo surclassa abbondantemente le ultime due produzioni dei 'Cavalieri dello Zodiaco'.
Queste produzioni "a tutti i costi", imposte dall'autore, hanno l'effetto di risultare, alla fine, come colossali occasioni perdute, sconcertando e deludendo a più riprese i fan della serie, ma anche allontanando coloro che dei Cavalieri hanno sempre sentito parlare, ma che nel vederli per la prima volta non vorrebbero avere l'effetto di trovarsi davanti a degli sgradevoli "cartoni d'epoca". E l'occhio in primis, oltre che l'orecchio, vuole la sua parte, nel mondo della multimedialità e dell'animazione.
Se ciò non dovesse risultare possibile, allora preferire che tale serie rimanesse sulla carta, o venisse trasposta da altri, piuttosto che "cannibalizzata" dal suo stesso creatore.
Una nota finale: il lungometraggio 'Le porte del paradiso', uscito tra i chapter Sanctuary e Inferno, è in verità l'epilogo del capito Hades e il prologo alla 'Saga dei Cieli', ma di questo parlerò nell'apposita scheda.
E siamo dunque giunti all'ultimo, contestatissimo, discusso, amato/odiato episodio della saga animata di Hades dei Cavalieri, ovvero l'Elisio (o Elysium).
La visione di questa (breve) serie di OAV, 6 per l'esattezza, in poche parole è spiazzante. Sia in positivo sia in negativo.
Figlia dello stesso problema incontrato nella produzione di Inferno - budget insufficiente e staff sconosciuto -, Elisio porta con sé argomenti buoni a dare manforte alle tesi dei catastrofisti, che ne vedrebbero la punta più bassa dei 'Cavalieri dello Zodiaco' animati, ma anche a coloro che invece potrebbero, a buon ragione, esaltarlo come lo sfolgorante apice di uno scontro epico, che si materializza tra rovine di templi e il dispiegarsi di virtù e valori senza pari, nel tentativo degli uomini di "alzare il capo" contro un Dio.
Un Dio vero in persona, e non "traslato", come Nettuno.
Ora, partiamo dal comparto grafico; è esattamente quello di Inferno, con un problema in più, ovvero quello di avere a disposizione la metà degli episodi. Ma questo, tuttavia, non si risolve a essere un male, poiché ciò che che si sceglie di mostrare è poco; pochissimo, a dire il vero. Ma, paradossalmente, tutto sommato alla fine convince.
Parlo dei Campi Elisi, belli come in una luminosa visione pittorica, definiti con colori sgargianti ed eterei, avvolti da paesaggi bucolici e rovine romantiche sovrastate da un cielo azzurro e infinito, come una tavola.
Le poche architetture che apparentemente riempiono questo luogo da sogno, come il Palazzo di Ade, ci portano in una dimensione che risuona di nostalgia e di magico.
Man mano che gli scontri hanno luogo, le armature dei vari Ades, Thanatos, Hypnos, e le armature divine dei cavalieri fanno il loro bello sfoggio, dimostrandosi elaborate, sgargianti e "gustose", quantomeno da vedere.
Poi, complice il fatto che ancora una volta il buon character designer Shingo Araki è chiamato a compiere un miracolo, abbiamo dei continui primi piani di un'intensità e una potenza che contribuiscono non poco a coinvolgerci in tutto ciò che vediamo.
Non nascondiamoci però dietro a un dito: le animazioni sono praticamente azzerate, il dinamismo quasi assente. I momenti dove il motore "grafico" dell'anime avrebbe dovuto dare sfoggio di sé a livelli ottimi, sottolineando la durezza degli scontri e la grandiosità degli scenari visionari, è invece consegnato a una rappresentazione grafica che assomiglia di più, purtroppo, alla "scansione" e alla colorazione di qualche tavola del manga.
Passando alla parte più "pregnante", non dobbiamo però disconoscere il valore narrativo di Elisio e la sua importanza , relativamente alla serie animata.
Da sottolineare, però, come la trama sconnessa di Inferno trovi qui un suo esito estremo; il ritmo è tale per cui succedono tantissime cose in sequenza, con lo stesso minutaggio, imposto dal poco tempo a disposizione. L'effetto sfiora il ridicolo involontario: la morte di Pandora, una protagonista, almeno sulla carta, di questa serie, viene mostrata nell'arco di tre frame (prima è in piedi, poi non c'è più, è distesa a terra con le mani giunte...) e senza neanche troppe spiegazioni. Ma bisogna anche a dire che, per come è stata presente Pandora sino a quel momento nell'anime, la sua morte è quella di un comprimario, piuttosto che di un personaggio realmente attivo nella vicenda.
Questi paradossi vengono applicati continuamente, e creano una specie di ritmo narrativo "cannibale" che divora ogni cosa, senza permetterci di gustare appieno gli scontri finali. Laddove una sfida a uno solo dei tre Dei dei Campi Elisi avrebbe meritato una serie di 3-4 episodi, qui le sfide si risolvono dopo alcune chiacchiere, il solito ko iniziale e le solite reazioni disperate dei nostri eroi; infine, l'arrivo delle armatura divine è come l'irrompere di una pubblicità durante la visione di un film, mentre la sfida ad Ades, tra la resurrezione di Ades e l'irrompere di Atena nella battaglia, assomiglia di più a un "raid" di un gruppo di ladruncoli che irrompono in casa di un ricco signore aristocratico per rubare l'argenteria, piuttosto che a un epico scontro finale.
Però , incredibilmente, anche dopo tutto questo, non tutto il male viene per nuocere. E' in Elisio infatti che avviene, credo, la sublimazione dei cardini portanti dei Cavalieri; dopo tante sotto-trame, tante "deviazioni" e tanti combattimenti, si delinea sempre più all'orizzonte quella che sembra (e si spera) sia la meta finale di questa serie animata, che da oltre 25 anni ci delizia con la sua presenza: la sfida e la guerra agli Dèi in persona.
Il pathos di questa battaglia sta tutto racchiuso nella frase, quasi filosofica, di Phoenix, che, rivolgendosi a Thanatos e a uno dei suoi ennesimi rimbrotti circa gli umani "insolenti", gli si rivolge in questi termini: "Io non credo in nessun Dio; specialmente in uno malvagio come te".
La posta in gioco, non lo si può disconoscere, è altissima; i nostri Cavalieri affrontano una sfida oltre ogni limite, che nessun umano ha mai osato portare in quei luoghi. Inoltre, il registro linguistico utilizzato, insieme all'ampollosità dei termini e delle esclamazioni - grazie anche a un doppiaggio sempre sopra la media -, risulta più che convincente, e compie il miracolo di farci dimenticare il comparto grafico "zoppo", e di portarci ad avere a cuore l'esito della battaglia contro queste Divinità così arrognati e disumane.
Qualcuno dice che questa serie è una sorta di 'Dragonball' in versione ridotta, con tante botte e poca storia. Invece, sarà perché si arriva da un Inferno a "corrente alternata", i continui colpi di scena che si susseguono, anche se chiaramente causati dalla pochezza del tempo e dei mezzi a disposizione, creano un effetto ansia che dà un ritmo, seppur artificioso e stralunato, all'ennesima corsa contro il tempo per salvare lady Isabel dal dissanguamento causato dalla giara di Ades, nella quale è imprigionata
Elemento davvero da stigmatizzare è, invece, il combattimento contro Hades, ridotto a una scaramuccia di quattro colpi, di cui almeno tre decisivi, in pochi istanti, per la sorte dei combattenti in gioco. Ed è l'ennesimo, e stavolta possiamo dirlo, mortale peccato, poiché la terribilità di Hades sarebbe anche ben percepibile; il Dio in questione possiede un fascino diabolico e una imponenza minacciosa, un'armatura delle più belle viste finora, e una spada parecchio potente in grado di affettare qualsiasi cosa, nonché un vero e proprio caratteraccio.
Alla chiusura della visione di questi 6 episodi scatta una inevitabile lacrimuccia, seguita da una domanda: e ora?
Il mio unico consiglio è di regalarvi la visione di 'Hades Chapter', da Sanctuary fino a Elisio, per avere il colpo d'occhio sull'intera vicenda animata, e per avere il piacere di ritrovare i Cavalieri nella loro pura essenza al 10%.
Seppur segnate da diverse vicende e caratteristiche, ciò che non si perde veramente mai attraverso queste serie, rispetto a quelle che le precedono, è la continuità narrativa. Quello che, rispetto al manga , si è scelto di raccontare, funziona, almeno così come è riportato sullo schermo; non ne funziona la forma, o quantomeno, la messa in scena di essa; e spesso si ha il legittimo sospetto che la vicenda che vediamo sia in realtà una parte piccola, di una vicenda enormemente ampia. Ma, narrativamente parlando, non mancano i climax, gli apici emotivi, i momenti indimenticabili, gli aforismi taglienti, le sfide oltre i limiti, i personaggi indimenticabili e le armature sfavillanti, insieme agli atti di forza, all'eroismo, al sacrifico e al coraggio: cioè, non viene mai a mancare il vero nucleo fondante di tutto l'universo dello Zodiaco.
Questo non toglie che, se mai ci sarà una serie in continuity narrativa con Hades Chapter - e mi riferisco alla vociferata 'saga dei cieli', Kurumada dovrebbe rendersi conto che ogni credito verso i fan è andato esaurito; l'investimento finanziario in un progetto deve andare di pari passo con le aspettative e con il mercato che lo circonda. E per "mercato", mi riferisco soprattutto alla qualità media delle altre produzioni anime contemporanee, di ogni livello, che purtroppo surclassa abbondantemente le ultime due produzioni dei 'Cavalieri dello Zodiaco'.
Queste produzioni "a tutti i costi", imposte dall'autore, hanno l'effetto di risultare, alla fine, come colossali occasioni perdute, sconcertando e deludendo a più riprese i fan della serie, ma anche allontanando coloro che dei Cavalieri hanno sempre sentito parlare, ma che nel vederli per la prima volta non vorrebbero avere l'effetto di trovarsi davanti a degli sgradevoli "cartoni d'epoca". E l'occhio in primis, oltre che l'orecchio, vuole la sua parte, nel mondo della multimedialità e dell'animazione.
Se ciò non dovesse risultare possibile, allora preferire che tale serie rimanesse sulla carta, o venisse trasposta da altri, piuttosto che "cannibalizzata" dal suo stesso creatore.
Una nota finale: il lungometraggio 'Le porte del paradiso', uscito tra i chapter Sanctuary e Inferno, è in verità l'epilogo del capito Hades e il prologo alla 'Saga dei Cieli', ma di questo parlerò nell'apposita scheda.
"I Cavalieri dello Zodiaco" (in lingua originale: "Saint Seya") sono finalmente tornati per concludere la serie animata. "Hades Chapter - Elisio" è, a differenza del resto, una serie di 6 OAV prodotti per terminare l'anime iniziato nel lontano 1986. L'anime è consigliato a quelli cui piace il genere combattimento, superpoteri e tanta azione.
La storia riprende più o meno da dove l'avevamo lasciata, nell' 'Hades - Sanctuary': i disegni sono leggermente diversi, infatti la mobilità delle scene e gli sfondi sono nettamente migliorati rispetto ai due capitoli precedenti. L'anime si è ripreso dai punti deboli per dare un gran finale.
Il punto di vista è da spettatori nei confronti della storia principale che ritorna in tutta foga su Pegasus: è tutta sua la scena, soprattutto quella finale.
A mio parere la narrazione ritorna a essere molto organica, semplifica la storia del manga (che a mio parere semplice non è!), e gli OAV sono molto continui tra loro. Punto a demerito è di nuovo una storia un po' troppo veloce rispetto a quella del manga.
I personaggi, ritornano a essere tra i migliori che ho mai visto caratterizzati: sono 'i Cavalieri dello Zodiaco'.
Per me, "Hades Chapter - Inferno" è un anime da 7, la troppa velocità della storia abbassa l'8 dato alla precedente serie.
La storia riprende più o meno da dove l'avevamo lasciata, nell' 'Hades - Sanctuary': i disegni sono leggermente diversi, infatti la mobilità delle scene e gli sfondi sono nettamente migliorati rispetto ai due capitoli precedenti. L'anime si è ripreso dai punti deboli per dare un gran finale.
Il punto di vista è da spettatori nei confronti della storia principale che ritorna in tutta foga su Pegasus: è tutta sua la scena, soprattutto quella finale.
A mio parere la narrazione ritorna a essere molto organica, semplifica la storia del manga (che a mio parere semplice non è!), e gli OAV sono molto continui tra loro. Punto a demerito è di nuovo una storia un po' troppo veloce rispetto a quella del manga.
I personaggi, ritornano a essere tra i migliori che ho mai visto caratterizzati: sono 'i Cavalieri dello Zodiaco'.
Per me, "Hades Chapter - Inferno" è un anime da 7, la troppa velocità della storia abbassa l'8 dato alla precedente serie.
L'ultimo capitolo della trilogia della serie Hades di Saint Seiya, quello dell'elisio, è stata una botta al cuore.
Trattasi di 6 OAV che chiudono definitivamente la storia del manga di Masami Kurumada.
Quando una qualsiasi serie si conclude in maniera diciamo "brutta", la valutazione della stessa cala, fortunatamente questi 6 obbrobri non intaccano minimamente lo spessore della serie madre, questo semplicemente perché non hanno nulla a che fare con quello che è stato e che è "Saint Seiya".
In 6 episodi accade qualcosa che poteva benissimo essere sviluppato in 15. Gli avvenimenti, forzatissimi, si succedono a un ritmo frenetico, i combattimenti sono realizzati pessimamente, non esistono più le belle mosse che avevano caratterizzato tutti i personaggi apparsi nella serie fino a qualche tempo fa, ora tutto è sostituito da onde energetiche alla Dragon Ball.
I nostri eroi hanno continui e veloci power up, che li rendono quasi divinità, e la leggenda che si è formata negli anni viene qui ridicolizzata.
C'è una prima grande contrapposizione con la serie in quanto se in passato ciò che importava era il cosmo di un cavaliere, qui dipende tutto e solo dalle armature. Esse infatti decretano la forza di chi le possiede.
Ma poi viene stravolto tutto, i caratteri dei protagonisti, che ripetono frasi a caso e hanno perso tutta la loro vitalità, giuro che sembrano idioti, alcuni personaggi che compaiono solo per occupare tempo ecc. Anche il finale semiaperto è ridicolo, e il nemico più forte di tutti quelli incontrati negli anni è vuoto e senza carattere.
Come se non bastasse è stato fatto un lavoro pessimo anche dal lato tecnico, forse uno dei peggiori che abbia mai visto: non ci sono vere scene di combattimento in quanto sono sostituite da primi piani dei protagonisti, alcuni frangenti vengono usati più volte, gli sfondi sono inesistenti, regia pessima e colonna sonora inesistente.
Insomma di questi 6 episodi non si è salvato praticamente nulla, perciò guardatelo solo ed esclusivamente se dovete vedere come finisce la serie di Hades e quella dei "Saint Seiya" con essa.
Trattasi di 6 OAV che chiudono definitivamente la storia del manga di Masami Kurumada.
Quando una qualsiasi serie si conclude in maniera diciamo "brutta", la valutazione della stessa cala, fortunatamente questi 6 obbrobri non intaccano minimamente lo spessore della serie madre, questo semplicemente perché non hanno nulla a che fare con quello che è stato e che è "Saint Seiya".
In 6 episodi accade qualcosa che poteva benissimo essere sviluppato in 15. Gli avvenimenti, forzatissimi, si succedono a un ritmo frenetico, i combattimenti sono realizzati pessimamente, non esistono più le belle mosse che avevano caratterizzato tutti i personaggi apparsi nella serie fino a qualche tempo fa, ora tutto è sostituito da onde energetiche alla Dragon Ball.
I nostri eroi hanno continui e veloci power up, che li rendono quasi divinità, e la leggenda che si è formata negli anni viene qui ridicolizzata.
C'è una prima grande contrapposizione con la serie in quanto se in passato ciò che importava era il cosmo di un cavaliere, qui dipende tutto e solo dalle armature. Esse infatti decretano la forza di chi le possiede.
Ma poi viene stravolto tutto, i caratteri dei protagonisti, che ripetono frasi a caso e hanno perso tutta la loro vitalità, giuro che sembrano idioti, alcuni personaggi che compaiono solo per occupare tempo ecc. Anche il finale semiaperto è ridicolo, e il nemico più forte di tutti quelli incontrati negli anni è vuoto e senza carattere.
Come se non bastasse è stato fatto un lavoro pessimo anche dal lato tecnico, forse uno dei peggiori che abbia mai visto: non ci sono vere scene di combattimento in quanto sono sostituite da primi piani dei protagonisti, alcuni frangenti vengono usati più volte, gli sfondi sono inesistenti, regia pessima e colonna sonora inesistente.
Insomma di questi 6 episodi non si è salvato praticamente nulla, perciò guardatelo solo ed esclusivamente se dovete vedere come finisce la serie di Hades e quella dei "Saint Seiya" con essa.
Questa parte finale della saga di Ade, tecnicamente, è allo stesso livello della parte dell'Inferno, cioè decisamente inferiore alla parte del Santuario. I disegni però li trovo molto buoni, come sempre tra l'altro, i cavalieri come disegni sono sempre stati molto ma molto buoni. Il racconto lo ritengo un po' troppo affrettato in certi punti, anche se mi ha convinta completamente. I cavalieri, Atena e Ade con le armature divine sono fantastici.
Per concludere Elisio è un buon finale di serie, che poteva essere un po' più lungo e tecnicamente meglio definito, ma fondamentalmente è buono.
Per concludere Elisio è un buon finale di serie, che poteva essere un po' più lungo e tecnicamente meglio definito, ma fondamentalmente è buono.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Per la serie al peggio non c'è mai fine. "I Cavalieri dello Zodiaco - Hades Chapter - Elisio" è il più brutto della trilogia, e dire che per fare peggio bisognava proprio impegnarsi. L'ennesima guerra galattica ha finalmente termine: Seiya espande il suo cosmo al massimo delle sue possibilità e, invece di venirgli un ernia come sarebbe stato giusto e prevedibile, diventa pari ad Hades uccidendolo e rimanendo ucciso. Ma risorgerà su una sedia a rotelle... Che sia veramente ernia?.
Questa è la trama più scialba di sempre. Meno male che è finita.
Per la serie al peggio non c'è mai fine. "I Cavalieri dello Zodiaco - Hades Chapter - Elisio" è il più brutto della trilogia, e dire che per fare peggio bisognava proprio impegnarsi. L'ennesima guerra galattica ha finalmente termine: Seiya espande il suo cosmo al massimo delle sue possibilità e, invece di venirgli un ernia come sarebbe stato giusto e prevedibile, diventa pari ad Hades uccidendolo e rimanendo ucciso. Ma risorgerà su una sedia a rotelle... Che sia veramente ernia?.
Questa è la trama più scialba di sempre. Meno male che è finita.
L'inizio è incoraggiante e i nemici interessanti, le premesse ci sono tutte, e che succede?
Sembra che hanno aumentato le velocità degli avvenimenti pur di finire tutta la serie in 6 episodi!
In altri tempi avrebbero fatto almeno 30 puntate con tutto il materiale a disposizione!
Detto questo detto tutto...
Sembra che hanno aumentato le velocità degli avvenimenti pur di finire tutta la serie in 6 episodi!
In altri tempi avrebbero fatto almeno 30 puntate con tutto il materiale a disposizione!
Detto questo detto tutto...
Questa serie rappresenta una degna conclusione: i cavalieri si scontrano nella battaglia finale contro Hades, sfoggiando delle antiche armature divine concesse dalla dea Athena (che per una volta non resterà con le mani in mano).
Forse l'ultimo scontro è un po breve, ma regala un finale per nulla scontato, soprattutto per per chi non ha mai letto i manga.
Forse l'ultimo scontro è un po breve, ma regala un finale per nulla scontato, soprattutto per per chi non ha mai letto i manga.
Elisio rappresenta l'ultimo capitolo della saga di Hades e chiude le gesta dei saint come padre Kuromada aveva disegnato nel 1990. Storditi come eravamo dal capitolo precedente, questi episodi sembrano poesia. Questo non toglie la serie di 6 OAV rimane pessima. Il fumetto metteva in campo scontri epocali tra dei, qua rimane solo l'ombra dell'edizione cartacea. Tecnicamente siano veramente sul fondo. Nelle inquadrature non si muove quasi nulla, tutto è statico, immobile. Manca completamente una profondità di campo, sembra che sia stato disegnato senza livelli. La mancanza di fondi si fa sentire sopratutto negli scontri diventati ormai beceri. In compenso questa serie riesce a peggiorare anche il comparto artistico. Il regista (Tomoharu Katsumata) riesce a trovare delle soluzioni deliranti. Certe volte non riuscivo a credere ai miei occhi quando vedevo scorrere i faccioni dei cavalieri che pronunciavano in continuazione frasi monosillabiche. Il tutto è farcito da una sceneggiatura incoerente. Non c'è ritmo, è tutto noioso e ridicolo. I combattimenti con gli ultimi tre nemici (compreso Hades), che nel fumetto sembravano epici, sono completamente indolore, non vi lasciano nulla. Se volete un consiglio leggetevi il manga e non guardate mai questi episodi. Se i manga non li leggete allora guardate su Youtube se qualcuno ha voluto montare le riprese del fumetto, perchè sicuramente avranno una regia migliore di questo cadavere di anime.
Disegni ed animazione notevolmente migliorati rispetto ai chapter Santuario ed Inferno. Meno interessante la storia, tratta dal manga di Kurumada. Poco rilievo è dato alla storia della sorella di Seiya, Seika; inoltre in pochi episodi viene articolata una storia che avrebbe avuto bisogno di ben maggiore spazio
In una parola: delusione. Seguo "I Cavalieri dello Zodiaco" da quando ero bambino e, dopo aver visto la prima parte dalla saga di "Hades" (gli scontri alle dodici case tra i cavalieri d'oro e gli Specter), mi sono detto: "Finalmente!" Finalmente si comincia a vedere cosa sono in grado di fare realmente le armature d'oro, finalmente qualcuno degno di indossare le vesti di cavaliere comincia a darsi da fare! Finalmente il classico cliché della serie (la corsa contro il tempo per salvare Lady Isabel) viene un po' rivisitato, finalmente Pegasus e compagni stanno al loro posto, in panchina! Macché! Alla fine della saga di "Hades" ci si piazzano questi sei episodi senza arte né parte dove si ha la (cosi la chiamo io) sindrome "Dragon Ball": si aumenta sempre più di potere, per poi rimanere sempre lì, cambiano solo le vesti grafiche (in questo caso le armature, nel caso di "Dragon Ball" il parrucchiere). In netto calo sotto ogni punto di vista, della trama (irrisoria), della grafica (si è lontani dalle ottime animazioni della prima parte della serie) e degli avversari (da tre divinità ci si aspetta qualche cosina in più...).
Ammetto che questa recensione è scritta non da spettatore imparziale, ma dal "bambino" che da piccolo vedeva Scorpio lanciare la Cuspide Scarlatta e si fomentava, ma, anche se fosse scritta da un altro punto di vista, avrebbe sempre il medesimo giudizio: deludente!
Ammetto che questa recensione è scritta non da spettatore imparziale, ma dal "bambino" che da piccolo vedeva Scorpio lanciare la Cuspide Scarlatta e si fomentava, ma, anche se fosse scritta da un altro punto di vista, avrebbe sempre il medesimo giudizio: deludente!
Dalle prime impressioni posso dire che:
il plot è sempre il solito, molte, a volte troppe, chiacchiere e pochi combattimenti, personaggi che ritornano (si credevano morti ma ancora compaiono), il solito Seya con e i suoi 4 amici che con la loro forza di volontà riescono a compiere "miracoli" ed il cerchio si chiude.
Andiamo però ad analizzare anche altre cosucce.
Le musiche sono dello stesso spessore del solito, il design (forse per le dovute lamentele dei fun oppure era stata una scelta strategica destinata proprio al paragrafo inferno, non saprei) è migliorato rispetto alla serie inferno.
Fondali più luminosi e più curati, un design più netto e meno "fumettoso" (passatemi l'espressione) fanno di questi episodi un discreto risultato.
Le sigle sempre discrete congrue alle precedenti delle serie sanctuary e inferno.
Ovviamente mi auguro che con questi 6 oav si chiuda il discorso hades, anche perchè altrimenti sarebbe un pò pesante ed allungherebbe troppo il brodo, il che potrebbe stancare (qualora non l'avesse già fatto) anche i più accaniti fun della serie.
Insomma se avete visto inferno credo sia doveroso vedere dove porta il tutto, se dopo aver visto l'ennesimmo solito plot del santuario vi siete scocciati credo che non sia il caso di vedere questo paragrafo.
Ad ogni modo chiuderò la recenzione appena visti i restanti episodi.
Saluti dal vostro Koji ;)
--
Finiti i restanti episodi rieccomi quì per dare il mio "modesto" giudizio all'ultimo capitolo che riguarda la serie dedicata al nemico hades.
Come avevo già anticipato il mio giudizio sulle musiche, il design, l'animazione, i fondali ecc rimane.
Adesso bisogna però commentare il resto della storia. Il plot è sempre lo stesso (come già anticipato) cercando di non fare spoiler alla fine si riesce un attimino a carpire un eventuale collegamento con il quinto film dei saint seya (Tenkai Hen Joso - Overture) che molti di noi hanno giià visto e del quale francamente ho ancora molti punti interrogativi.
Certamente i fan più vicini all'anime, forse, troveranno il comunque godibile (considerando i miglioramenti tecnici già enunciati nella ima prpecedente recenzione, rispetto alla serie inferno) però bisogna ammettere che il tutto è veramente ripetitivo e dopo un pò diminuisce l'interesse per cui un eventuale sequel della storia non è certo il più atteso.
Di sicuro se avete visto gli episodi del santuario (e non vi è sembrato palloso o altro) ne consiglio comunque la visione altrimenti lasciate stare e dedicate il vostro tempo ad altro.
Per chi non è un fan dei Cavalieri ed ha visto la serie precedente come ho detto non vi perdete granchè, si è vero c'è qualche colpo di scena ma qualcosa di nuovo dovevano pur inventarlo altrimenti vi sareste riguardati le vecchi eserie e sarebbe stata la stessa cosa.
E' molto carino indubbiamente tutto ciò che gira intorno all'ade (il fiume carote, i giardini dell'elisio ai quali nessun mortale potrebbe mai avvicinarsi ecc) ed all'elisio che deriva dalla mitologia greca (a me personalmente piace molto) però tolto questo di originale o di innovativo abbiamo praticamente nulla.
Non so se le avventure dei nostri cavalieri sono finite con il quinto film (anche se non ne sarei certo...) oppure questa volta potrebbero combattere addirittura con Zeus, visto che ormai credo manchi solo lui all'appello e quindi sfidare il padre degli dei.
alla prossima
Koji_77
il plot è sempre il solito, molte, a volte troppe, chiacchiere e pochi combattimenti, personaggi che ritornano (si credevano morti ma ancora compaiono), il solito Seya con e i suoi 4 amici che con la loro forza di volontà riescono a compiere "miracoli" ed il cerchio si chiude.
Andiamo però ad analizzare anche altre cosucce.
Le musiche sono dello stesso spessore del solito, il design (forse per le dovute lamentele dei fun oppure era stata una scelta strategica destinata proprio al paragrafo inferno, non saprei) è migliorato rispetto alla serie inferno.
Fondali più luminosi e più curati, un design più netto e meno "fumettoso" (passatemi l'espressione) fanno di questi episodi un discreto risultato.
Le sigle sempre discrete congrue alle precedenti delle serie sanctuary e inferno.
Ovviamente mi auguro che con questi 6 oav si chiuda il discorso hades, anche perchè altrimenti sarebbe un pò pesante ed allungherebbe troppo il brodo, il che potrebbe stancare (qualora non l'avesse già fatto) anche i più accaniti fun della serie.
Insomma se avete visto inferno credo sia doveroso vedere dove porta il tutto, se dopo aver visto l'ennesimmo solito plot del santuario vi siete scocciati credo che non sia il caso di vedere questo paragrafo.
Ad ogni modo chiuderò la recenzione appena visti i restanti episodi.
Saluti dal vostro Koji ;)
--
Finiti i restanti episodi rieccomi quì per dare il mio "modesto" giudizio all'ultimo capitolo che riguarda la serie dedicata al nemico hades.
Come avevo già anticipato il mio giudizio sulle musiche, il design, l'animazione, i fondali ecc rimane.
Adesso bisogna però commentare il resto della storia. Il plot è sempre lo stesso (come già anticipato) cercando di non fare spoiler alla fine si riesce un attimino a carpire un eventuale collegamento con il quinto film dei saint seya (Tenkai Hen Joso - Overture) che molti di noi hanno giià visto e del quale francamente ho ancora molti punti interrogativi.
Certamente i fan più vicini all'anime, forse, troveranno il comunque godibile (considerando i miglioramenti tecnici già enunciati nella ima prpecedente recenzione, rispetto alla serie inferno) però bisogna ammettere che il tutto è veramente ripetitivo e dopo un pò diminuisce l'interesse per cui un eventuale sequel della storia non è certo il più atteso.
Di sicuro se avete visto gli episodi del santuario (e non vi è sembrato palloso o altro) ne consiglio comunque la visione altrimenti lasciate stare e dedicate il vostro tempo ad altro.
Per chi non è un fan dei Cavalieri ed ha visto la serie precedente come ho detto non vi perdete granchè, si è vero c'è qualche colpo di scena ma qualcosa di nuovo dovevano pur inventarlo altrimenti vi sareste riguardati le vecchi eserie e sarebbe stata la stessa cosa.
E' molto carino indubbiamente tutto ciò che gira intorno all'ade (il fiume carote, i giardini dell'elisio ai quali nessun mortale potrebbe mai avvicinarsi ecc) ed all'elisio che deriva dalla mitologia greca (a me personalmente piace molto) però tolto questo di originale o di innovativo abbiamo praticamente nulla.
Non so se le avventure dei nostri cavalieri sono finite con il quinto film (anche se non ne sarei certo...) oppure questa volta potrebbero combattere addirittura con Zeus, visto che ormai credo manchi solo lui all'appello e quindi sfidare il padre degli dei.
alla prossima
Koji_77
[<b>Spoiler sulla trama</b>] Fedele al manga di Kurumada in tutto e per tutto a livello di storia, si assiste come sempre ai 5 bronzini che per motivi non meglio definiti riescono a sconfiggere il nemico di turno. Questa volta è toccato ad Hades, Hypnos e Thanatos. Ora come possa un uomo uccidere un dio non lo so ma Seiya ci riesce lo stesso. Il finale è palese, scontato e monotono vanificando tutta la suspance e l'interesse che con la parte del Santuario e Inferno si era creata. Meno male che sono solo 6 puntate e che alla fine [...]!
<b>Contiene spoiler</b>
Questo elisio rappresenta l'esaltazione pura del manga kurumadiano grazie ad Araki, che ha fatto poche alterazioni rispetto al cartaceo, risulta più godibile dell'Inferno per la vasta presenza di colpi di scena ad effetto, gli esempi più evidenti sono i combattimenti dei singoli 5 eroi quando vestono l'armatura d'oro e il balzo che spicca Pegasus tra il lancio del fulmine e la cometa quando uccide Thanatos.
Questo elisio rappresenta l'esaltazione pura del manga kurumadiano grazie ad Araki, che ha fatto poche alterazioni rispetto al cartaceo, risulta più godibile dell'Inferno per la vasta presenza di colpi di scena ad effetto, gli esempi più evidenti sono i combattimenti dei singoli 5 eroi quando vestono l'armatura d'oro e il balzo che spicca Pegasus tra il lancio del fulmine e la cometa quando uccide Thanatos.
Ragazzi, non so voi, ma io proprio non ce la faccio... La morte dei Cavalieri d'oro, per me, è stata un dramma! La saga del Santuario e quella di Hades mi sono piaciute troppo, troppo, troppo! Questa serie vale la pena di vederla, ma il mio interesse si è fermato al muro del pianto. I cinque bronzi di Riace li lascio a chi è loro fan. Non sarà certo uno squallido Tenkai-hen a risollevarmi il morale. Alla fine della fiera la domanda sarà sempre la stessa: ne è valsa la pena? O meglio è valsa la pena sacrificare Aiolia, Milo, Dohko, Mu, Shaka ecc... per salvare quella inutilità di dea?
Beh a prima vista ci si aspetta un po' di più, ma, da appassionato, non mi stanco ancora di rivederli. Nonostante i combattimenti Crystal e Dragone nel primo episodio, l'azione sembra diminuire rispetto alle puntate precedenti. Insomma... dell'Elisio si vede ancora poco e nulla. Eppure appena termina il secondo episodio... non vedi l'ora di vederne il seguito. Considerato come gran finale della saga di Hades é comunque eccezionale e godibile.
Continuano le avventure delle cinque pesti di bronzo in un mondo, quello degli inferi, che di animazioni e sceneggiature di qualità proprio non vuole saperne.
In pratica, si tratta di una versione del fumetto di Kurumada (a colori e con poche animazioni oltre a quella labiale dei personaggi) che sfigurerebbe anche di fronte alle primissime produzioni flash viste sul web. Vista la vicinanza con la conclusione della serie, non rimane nemmeno la speranza per un innalzamento della qualità di un prodotto che, per mancanza di cura, mi sta quasi facendo rivalutare patacche come Dragon ball GT. Vedere per credere!
Spero che Episode G rimanga in versione cartacea, piuttosto di vederlo trasposto in una serie animata di così commerciale e di scarso valore...
In pratica, si tratta di una versione del fumetto di Kurumada (a colori e con poche animazioni oltre a quella labiale dei personaggi) che sfigurerebbe anche di fronte alle primissime produzioni flash viste sul web. Vista la vicinanza con la conclusione della serie, non rimane nemmeno la speranza per un innalzamento della qualità di un prodotto che, per mancanza di cura, mi sta quasi facendo rivalutare patacche come Dragon ball GT. Vedere per credere!
Spero che Episode G rimanga in versione cartacea, piuttosto di vederlo trasposto in una serie animata di così commerciale e di scarso valore...
<b>La storia</b>
Stremati dalla battaglia con Ade e i suoi Cavalieri, Pegasus Sirio Andromeda e Cristal riescono, con difficolta', ad attraversare il confine che separa il regno di Ade dai Campi Elisi. Mentre Pegasus arriva per primo nel nuovo e apparentemente pacifico Regno scoprendo di dover affrontare due terribili cavalieri gemelli, Phoenix abbandona suo malgrado Lady Pandora per raggiungere i suoi compagni nella dura battaglia che li attende.
<b>Giudizio Tecnico</b>
Il disegno dei Seiya diventa in questo capitolo piu' definito, probabilmente per i nuovi contrasti che si creano in un ambiente come quello dei Campi Elisi (molto ricco di luce, a differenza del capitolo Ade, consumatosi quasi per intero nell'oscurita'). Il cambio di location ridisegna quasi i contorni dei personaggi; una buona idea per garantire un passaggio di sequenza sicuramente di effetto.
La colonna sonora sembra restare molto simile a quello gia' ascoltato precedentemente; a tratti epica ed evocativa, ed a tratti sembra non sposarsi con quello che si vede in video.
Stremati dalla battaglia con Ade e i suoi Cavalieri, Pegasus Sirio Andromeda e Cristal riescono, con difficolta', ad attraversare il confine che separa il regno di Ade dai Campi Elisi. Mentre Pegasus arriva per primo nel nuovo e apparentemente pacifico Regno scoprendo di dover affrontare due terribili cavalieri gemelli, Phoenix abbandona suo malgrado Lady Pandora per raggiungere i suoi compagni nella dura battaglia che li attende.
<b>Giudizio Tecnico</b>
Il disegno dei Seiya diventa in questo capitolo piu' definito, probabilmente per i nuovi contrasti che si creano in un ambiente come quello dei Campi Elisi (molto ricco di luce, a differenza del capitolo Ade, consumatosi quasi per intero nell'oscurita'). Il cambio di location ridisegna quasi i contorni dei personaggi; una buona idea per garantire un passaggio di sequenza sicuramente di effetto.
La colonna sonora sembra restare molto simile a quello gia' ascoltato precedentemente; a tratti epica ed evocativa, ed a tratti sembra non sposarsi con quello che si vede in video.