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micheles

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
"Legend of Galactic Heroes" è il più celebre esempio di space opera nipponica. Nata originariamente come ciclo di romanzi di Yoshiki Tanaka, la saga si è sviluppata su molti media (OVA, film, manga, videogame, teatro) e ha dato luogo a vari sequel/prequel/side story. Il prodotto più popolare è senz'altro la serie di 110 OVA realizzati tra il 1988 e il 1998 e diretti da Noburo Ishiguro. Ishiguro, già autore di "Yamato", "Macross", "Orguss", "Megazone", che si conferma così come il più importante regista di space opera giapponese. Gli OVA che recensirò sono stati realizzati nel 1998, dopo la conclusione della serie principale, di cui costituiscono un prequel. Possono essere visti in maniera indipendente da questa e adattano vari racconti e romanzi di Tanaka. In ordine cronologico, sono state animate quattro saghe.

Silver-White Valley. Questi quattro OVA narrano la prima battaglia di Reinhard e Kircheis, cadetti sedicenni appena usciti dall'accademia e assegnati alle truppe di fanteria su di un pianeta glaciale. Il loro vero avversario non sarà però il nemico, bensì il loro stesso comandante, che ha l'ordine di ucciderli a causa dell'invidia della ex-concubina del kaiser, soppiantata dalla sorella di Reinhard.

Dreams of the Morning, Songs of the Night. Reinhard e Kircheis, tornano alla loro alma mater due anni dopo il diploma, in veste di investigatori della polizia militare. Devono infatti scoprire la verità che si cela dietro la morte di uno studente. Nel corso dei quattro OVA riusciranno naturalmente nel loro intento, guadagnandosi anche una promozione.

A Hundred Billion Stars, a Hundred Billion Lights. Svolgendosi in dodici OVA questa saga svolge la parte del leone dell'economia del Gaiden. La maggior parte del tempo è spesa a narrare la rivalità tra Reinhard e Luneberg, ex-comandante dell'Alleanza passato all'Impero; negli OVA finali si narra invece la sesta battaglia di Iserlohn e fa la sua prima comparsa Yang Wen Li, che diventerà il più grande rivale di Reinhard.

Dishonour. Dopo che Reinhard ha cambiato nome da Musel a Lohengramm, Kircheis si prende qualche giorno di vacanza su di un pianeta turistico e si trova coinvolto in un intrigo poliziesco. Tra alti ufficiali arricchitisi tramite il commercio di droghe illegali, un anziano ammiraglio congedato con disonore per amore di una donna, e un umile capo della polizia che sembra aver preso lezioni dal tenente Colombo, il nostro eroe risolverà l'intrigo in solitaria. Ma con un colpo di scena finale.

Tutti gli OVA del Gaiden condividono la stessa opening, cantata in inglese da una eccezionale voce femminile. Tuttavia, la realizzazione tecnica non è uguale per tutti. Gli OVA di Dishonour sono tecnicamente superiori e hanno anche delle piccole differenze a livello di chara design e colorazione; comunque tutta la serie nel complesso è di livello tecnico altissimo.

È venuto il momento di elaborare un giudizio critico della serie. Facendo questo non sono influenzato dalla serie principale, che non ho ancora visto, né dai romanzi, che non ho letto. Ciononostante, è chiaro il ruolo di questi OVA come prologo di un'opera maggiore: per esempio ci sono camei di molti personaggi che non vengono utilizzati in nessun modo, e si capisce benissimo che si tratta di puro fanservice per i conoscitori della serie originale. La cosa però non dà fastidio, e anzi contribuisce a dare fascino e spessore alla storia. Si capisce fin da subito che questi ventiquattro OVA sono una parte marginale del tutto, che le vicende narrate sono poca cosa nel contesto della storia galattica, e questo è bene. Perché "Legend of Galactic Heroes" è una space opera e in quanto tale deve essere lenta, maestosa, estendersi su secoli di storia, migliaia di pianeti, miliardi di abitanti. Il ritmo ponderoso degli OVA e la colonna sonora, un misto atemporale di musica classica, svolgono perfettamente il loro ruolo, così come l'onnipresente voce narrante, che addirittura ci spiega i pensieri e le motivazioni profonde dei personaggi. Le gigantesche flotte galattiche, l'insistenza ossessiva sui gradi militari, i titoli nobiliari, le uniformi e soprattutto la lingua tedesca costituiscono un immane lavoro di atmosfera che da solo giustifica la fama dell'opera. Ciò detto, "Legend of Galactic Heroes" è famosa anche per le strategie, gli intrighi, i piani complessi e brillanti: cosa c'è di tutto questo nel Gaiden?

Non molto. Onestamente sotto il profilo della strategia l'opera non mi ha affatto entusiasmato. C'è il minimo che ci si aspetterebbe ma non di più. Spesso e volentieri Reinhard sbaglia e si salva solo per fortuna o perché c'è Kircheis a coprirgli le spalle. Come quando cattura l'ammiraglio nemico in Silver-White Valley: non c'è nessun piano o strategia, ha la fortuna di incontrare l'ammiraglio che scappa a piedi. Tra le migliaia di soldati nemici che fuggono dalla base e tra le migliaia di soldati alleati che la invadono proprio Reinhard va a incappare proprio nell'ammiraglio. Oppure quando si fa battere stupidamente dal comandante corrotto, pur sapendo che sta finendo in una trappola, e si salva solo perché Kircheis arriva proprio in quel momento, e non dieci secondi dopo. A mio avviso Silver-White Valley è tra le peggiori storie del Gaiden e si salva solo per l'ambientazione e il lato tecnico sopraffino. Dreams of the Morning, Songs of the Night è la peggiore storia in assoluto: il colpevole del delitto è scontatissimo e il suo movente fa decisamente acqua (quale alto ufficiale improvviserebbe un duplice omicidio senza pianificazione per un avanzamento di status del nipote senza pensare ai rischi in cui incorre?). Al contrario Dishonour è la migliore storia: non tanto per gli aspetti investigativi, quanto per gli ottimi e indovinati personaggi. Parlo dell'ispettore di polizia, dell'ammiraglio in pensione e soprattutto della sua fiamma di gioventù. Il colpo di scena finale poi fa molto riflettere. Questa è una storia di valore, che lascia sicuramente adito a molte riflessioni. A Hundred Billion Stars, a Hundred Billion Lights è una storia interessante grazie al personaggio di Luneberg e alla sua faida privata con i Rosenritter. Il personaggio dell'anziano ammiraglio Grimmelshausen è buono, ma non è completamente riuscito: per tutte le dodici puntate uno rimane con l'aspettativa che in realtà sia meno stupido di quanto appare (e infatti e così), ma alla fine rimane un personaggio inutile e marginale, senza un ruolo decisivo, come poteva sembrare. Yang Wen Li, dell'Alleanza dei Pianeti Liberi, nelle poche puntate in cui appare si presenta come un personaggio con potenziale, ma bisognerà vedere come verrà sviluppato nella serie principale.

In tutto il Gaiden la parte del leone viene presa da Reinhard e Kircheis: bisogna quindi spendere qualche parola su questa coppia. La prima cosa che salta all'occhio è il sottotesto sessuale tra i due: è vero che formalmente Kircheis risulta innamorato della sorella di Reinhard, ma nessuna yaoista si farebbe trarre in inganno da tale amore platonico. È sicuro che il Gaiden giochi sull'ambiguità del rapporto tra i due; penso per esempio al sogno di Reinhard all'inizio della seconda puntata di Dreams of the Morning, più per le luci soffuse e allusive da shojo che per la presenza di un qualunque indizio concreto di affetto proibito. In Italia un anime di strategia militare e politica, in cui i personaggi femminili sono quasi del tutto assenti, non verrebbe considerato adatto a un pubblico femminile; ma può essere che in Giappone non sia così, ipotesi supportata anche dall'esistenza di un musical omonimo del teatro femminile Takarazuka. Non si spiegherebbe altrimenti perché tutta questa attenzione all'estetica dei protagonisti, né il motivo di un loro rapporto così stretto ed esclusivo: Reinhard non ha altri amici al di fuori di Kircheis e Kircheis non ha avuto altri amici dopo aver conosciuto Reinhard. Almeno, per quanto viene detto nel Gaiden (ribadisco di non aver visto la serie principale). L'ambiguo rapporto tra i due protagonisti non costituisce comunque una novità nel panorama nipponico e non è particolarmente degno di nota; degna di nota invece è la stupidità di Reinhard. Questo è un personaggio che dovrebbe essere un genio militare e invece si comporta da bambino viziato privo di qualunque discernimento. Per esempio sfida a duello (a pugni) Luneberg e si salva solo per l'intervento di una terza parte che impedisce il combattimento. Peccato, perché altrimenti Luneberg, campione dei combattimenti corpo a corpo, gli avrebbe rifilato una sonora lezione. Inoltre si inimica in continuazione i superiori fornendo consigli non richiesti, certamente non la strategia più efficace per un giovane ufficiale in carriera. E non parliamo della sua visione romantica e ingenua della realtà. Per esempio rifiuta il libro dei segreti dell'ammiraglio Grimmelshausen, che gli darebbe un forte vantaggio sulla nobiltà di corte, perché lui vuole "vincere onestamente, senza ricorrere a mezzi sporchi". Insomma, Reinhard è convinto di poter sguazzare nella melma rimanendo perfettamente pulito, una convinzione francamente infantile.

Se confrontiamo il Gaiden con una serie ad alto contenuto politico/militare come "Dougram", il Gaiden ne risulta annientato. Sembra una serie per adolescenti, mentra "Dougram" è una serie per adulti. Il Gaiden vede la realtà come o bianca o nera, mentre "Dougram" la vede come una serie di sfumature di grigio, in cui nessuno è perfettamente candido e nessuno è perfettamente nero, in cui non esistono vittorie o sconfitte ma solo compromessi. Fortuna che ci sono i quattro OVA di Dishonour, che sono gli unici che qualificherei come adulti e che mi fanno ben sperare per la serie principale di "Legend of Galactic Heroes". Non a caso in questi OVA Reinhard è assente, e quindi si trattano altri temi che non siano l'importanza di farsi promuovere e di far vedere quanto si vale. Mi chiedo: possibile che Reinhard abbia problemi di microfallismo? Più seriamente, è sicuro che Reinhard abbia bisogno di dimostrare a sé stesso e quindi agli altri, di essere diverso dal padre, nobilucolo meschino e alcolizzato, quindi la sua voglia di riconoscimento è comprensibile; è il suo successo oltre ogni ragionevole previsione che non è credibile. Per questo dico che nel Gaiden c'è più apparenza che sostanza. Ma un'apparenza spettacolare e di grande effetto che giustifica l'alto voto finale.

Curiosità: il titolo "Cento miliardi di stelle, cento miliardi di luci" è ispirato al romanzo "Dieci miliardi di giorni e cento miliardi di notti" di Ryu Mitsuse, trasposto in manga nel 1977 da Moto Hagio.