I Cavalieri dello Zodiaco - L'ultima battaglia
L'ultimo film del ventesimo secolo di "Saint Seiya", forse il meno apprezzato della quadrilogia, indubbiamente il più debole.
Accantonate le divinità greche, il nemico principale di questo film è Lucifero, proprio quello citato nella Bibbia e in altri testi più o meno sacri. Che c'entra Lucifero in "Saint Seiya"? Lucifero è anche il nome storico della "stella del mattino", ovvero il pianeta Venere, che si può dunque osservare poco prima del sorgere del sole. In una serie in cui le stelle e soprattutto le costellazioni sono fondamentali per la trama, ecco che questo nuovo nemico non sembra poi tanto fuori posto, almeno per gli autori giapponesi. Questo film ripercorre tutti i cliché che abbiamo visto nei film precedenti e anche nella serie originale, ma in questo caso ormai è tutto più fiacco e ripetitivo del solito. Ci sono anche meno nemici del solito, che hanno poteri sì distruttivi, ma non troppo originali. Per il resto, le solite cose: i nostri eroi le prendono di brutto all'inizio, poi si fanno forza e come al solito Seiya, indossando l'armatura del Sagittario, riesce a invertire le sorti della battaglia. Appaiono brevemente anche i cavalieri d'oro, che vengono però sconfitti tutti in un istante all'inizio del film. Avrebbero potuto essere parte attiva della storia, invece rimangono svenuti, creduti morti, per la maggior parte del tempo. Un peccato poi che né Hyoga né Shirya abbiano potuto indossare le sacre vestigia dorate dei loro maestri almeno in questo film. Un'occasione persa per rendere il tutto un po' differente dal solito, o almeno mostrare un po' di varietà, dato che fino a quel momento nei film solo Seiya indossava un'armatura d'oro. Il design di quelle dei nuovi nemici non sarebbe nemmeno così male, ma non sono all'altezza di quelle viste nella serie TV o perfino in qualche altro film.
In sostanza, un film alquanto mediocre, che non riesce a convincere più di tanto, e fa rimpiangere perfino il film ambientato ad Asgard. Non per nulla fu l'ultimo film legato all'universo di "Saint Seiya", prima che ci riprovassero nel nuovo millennio con un sequel del manga originale.
Accantonate le divinità greche, il nemico principale di questo film è Lucifero, proprio quello citato nella Bibbia e in altri testi più o meno sacri. Che c'entra Lucifero in "Saint Seiya"? Lucifero è anche il nome storico della "stella del mattino", ovvero il pianeta Venere, che si può dunque osservare poco prima del sorgere del sole. In una serie in cui le stelle e soprattutto le costellazioni sono fondamentali per la trama, ecco che questo nuovo nemico non sembra poi tanto fuori posto, almeno per gli autori giapponesi. Questo film ripercorre tutti i cliché che abbiamo visto nei film precedenti e anche nella serie originale, ma in questo caso ormai è tutto più fiacco e ripetitivo del solito. Ci sono anche meno nemici del solito, che hanno poteri sì distruttivi, ma non troppo originali. Per il resto, le solite cose: i nostri eroi le prendono di brutto all'inizio, poi si fanno forza e come al solito Seiya, indossando l'armatura del Sagittario, riesce a invertire le sorti della battaglia. Appaiono brevemente anche i cavalieri d'oro, che vengono però sconfitti tutti in un istante all'inizio del film. Avrebbero potuto essere parte attiva della storia, invece rimangono svenuti, creduti morti, per la maggior parte del tempo. Un peccato poi che né Hyoga né Shirya abbiano potuto indossare le sacre vestigia dorate dei loro maestri almeno in questo film. Un'occasione persa per rendere il tutto un po' differente dal solito, o almeno mostrare un po' di varietà, dato che fino a quel momento nei film solo Seiya indossava un'armatura d'oro. Il design di quelle dei nuovi nemici non sarebbe nemmeno così male, ma non sono all'altezza di quelle viste nella serie TV o perfino in qualche altro film.
In sostanza, un film alquanto mediocre, che non riesce a convincere più di tanto, e fa rimpiangere perfino il film ambientato ad Asgard. Non per nulla fu l'ultimo film legato all'universo di "Saint Seiya", prima che ci riprovassero nel nuovo millennio con un sequel del manga originale.
Il quarto lungometraggio dedicato a Saint Seiya è soprannominato, in Italia, "I Cavalieri dello Zodiaco - L'ultima battaglia", film che già a partire dal titolo evidenzia le sue lacune, poiché non è certamente questa l'ultima battaglia di Atena e dei suoi amati cavalieri.
La storia mette al centro Lucifero, avete capito bene, proprio il Lucifero-Satana della religione cristiana cattolica, nominando anche la Bibbia, Gesù Cristo e Belzebù. Vi domanderete giustamente: qual è il nesso tra la mitologia greca in cui è ambientata la serie e questo nemico così lontano da tale mitologia e religione? Hades come si relazione con lui? Probabilmente le risposte difficilmente le conosceremo ma gli autori e gli sceneggiatori avranno bevuto qualche drink di troppo al momento della stesura della trama. Il buon Lucifero vuole conquistare la Terra e distruggere l'umanità (che novità!) insieme ai suoi fidati scagnozzi, dotati di caratterizzazione nulla, anzi meno che nulla. Purtroppo la durata influisce negativamente su qualsiasi giudizio e infatti Lucifero parla pochino e non agisce per nulla, salvo sporadici attacchi alla solita Atena-Saori, più inutile del solito. Basti pensare che l'antagonista principale non combatterà nemmeno uno stralcio di combattimento contro Seiya e compagni. Insomma, un Lucifero da dimenticare. E pensare che esteticamente non è malaccio, perciò cresce il rammarico per il suo pietoso utilizzo.
Che dire poi dei cavalieri d'oro, guerrieri venerati per la loro forza e devozione ad Atena? Liquidati in venti secondi dagli sgherri, non certo irresistibili, di Lucifero che li mandano vicini alla morte in un lasso tempo indegno per chiunque si definisca combattente di un certo livello. Pessima figura loro e soprattutto degli sceneggiatori che hanno la responsabilità di questa scempio e questa messa in ridicolo dei cavalieri preferiti dalla maggior parte dei fan della serie. Vedere gente come Shaka di Virgo in quello stato è un colpo al cuore per gli appassionati...
I combattimenti secondari sono terribilmente deludenti e privi di spessore, salvandosi solamente il classico momento di ilarità in cui Ikki salva il fratello da morte certa. Ed ho scritto tutto…
Il combattimento finale, se così lo si può definire, è osceno e per di più assente, risolto dal classico power up che risolve tutto e tutti, lasciando Lucifero come un personaggio incompiuto e debole se confrontati alle altre divinità comparsi nella serie. Banale!
A sorpreso perfino la colonna sonora è piatta e assente di chicche di livello, al contrario dei precedenti film e delle serie classica. Sembra quasi che non ci fosse tanta voglia di portare a compimento qualcosa di decente, preferendo la fretta impellente che porta ad un risultato insufficiente, sotto ogni punti di vista. Infatti anche le animazioni sono spesso inadeguate e poco consone ad un lungometraggio di Saint Seiya, distruggendo quel poco che c'era di salvabile.
Dunque non mi resta che sconsigliare questo film sia ai fan della serie principale sia ai profani di Saint Seiya. Un film di cui non rimane nulla al termine della sua visione, ad eccezione dell'incredulità e dello sconcerto per cotanto piattume e per la negatività dell'opera, la peggiore dei quattro film visti fino ad ora.
La storia mette al centro Lucifero, avete capito bene, proprio il Lucifero-Satana della religione cristiana cattolica, nominando anche la Bibbia, Gesù Cristo e Belzebù. Vi domanderete giustamente: qual è il nesso tra la mitologia greca in cui è ambientata la serie e questo nemico così lontano da tale mitologia e religione? Hades come si relazione con lui? Probabilmente le risposte difficilmente le conosceremo ma gli autori e gli sceneggiatori avranno bevuto qualche drink di troppo al momento della stesura della trama. Il buon Lucifero vuole conquistare la Terra e distruggere l'umanità (che novità!) insieme ai suoi fidati scagnozzi, dotati di caratterizzazione nulla, anzi meno che nulla. Purtroppo la durata influisce negativamente su qualsiasi giudizio e infatti Lucifero parla pochino e non agisce per nulla, salvo sporadici attacchi alla solita Atena-Saori, più inutile del solito. Basti pensare che l'antagonista principale non combatterà nemmeno uno stralcio di combattimento contro Seiya e compagni. Insomma, un Lucifero da dimenticare. E pensare che esteticamente non è malaccio, perciò cresce il rammarico per il suo pietoso utilizzo.
Che dire poi dei cavalieri d'oro, guerrieri venerati per la loro forza e devozione ad Atena? Liquidati in venti secondi dagli sgherri, non certo irresistibili, di Lucifero che li mandano vicini alla morte in un lasso tempo indegno per chiunque si definisca combattente di un certo livello. Pessima figura loro e soprattutto degli sceneggiatori che hanno la responsabilità di questa scempio e questa messa in ridicolo dei cavalieri preferiti dalla maggior parte dei fan della serie. Vedere gente come Shaka di Virgo in quello stato è un colpo al cuore per gli appassionati...
I combattimenti secondari sono terribilmente deludenti e privi di spessore, salvandosi solamente il classico momento di ilarità in cui Ikki salva il fratello da morte certa. Ed ho scritto tutto…
Il combattimento finale, se così lo si può definire, è osceno e per di più assente, risolto dal classico power up che risolve tutto e tutti, lasciando Lucifero come un personaggio incompiuto e debole se confrontati alle altre divinità comparsi nella serie. Banale!
A sorpreso perfino la colonna sonora è piatta e assente di chicche di livello, al contrario dei precedenti film e delle serie classica. Sembra quasi che non ci fosse tanta voglia di portare a compimento qualcosa di decente, preferendo la fretta impellente che porta ad un risultato insufficiente, sotto ogni punti di vista. Infatti anche le animazioni sono spesso inadeguate e poco consone ad un lungometraggio di Saint Seiya, distruggendo quel poco che c'era di salvabile.
Dunque non mi resta che sconsigliare questo film sia ai fan della serie principale sia ai profani di Saint Seiya. Un film di cui non rimane nulla al termine della sua visione, ad eccezione dell'incredulità e dello sconcerto per cotanto piattume e per la negatività dell'opera, la peggiore dei quattro film visti fino ad ora.
"E finalmente in lingua italiana, l'ultima battaglia" annunciava trionfante il trailer dynamic sui film dei cavalieri in vhs nell'anno 1996: già l'ultima battaglia: mi aspettavo chissà cosa, ma invece.....
Si comincia con i quattro misteriosi guerrieri che, con un attacco a sorpresa, in quattro contro uno, abbatteranno i cavalieri d'oro superstiti come se fossero birilli, bucando addirittura le armature d'oro e poi decapitando la testa della statua di Atena!!
Poi, sorpresa, abbandonando la mitologia greca il cattivo di turno sarà Lucifero, il ribelle per eccellenza, ma non avrà nulla di interessante e sarà un personaggio terribilmente piatto che naturalmente odia Atena che ovviamente si offrirà in espiazione attraversando un campo di rovi succhiasangue e sarà compito dei cavalieri salvarla. Ci si aspetterebbe un impresa impossibile, dato che i cavalieri d'oro sono morti come birilli contro questi quattro dai nomi demoniaci, invece vinceranno come al solito.
Apprezzabile l'idea di realizzare una miniserie con i tre oav precedenti, dato che il risveglio di Lucifero è stato reso possibile dalla caduta di Eris, Nettuno e Apollo, ma alla fine non cambia nulla. Personalmente sono sempre riuscito a trovare originalità nelle opere dei cavalieri, da molti giudicate troppo trite e ritrite, ho anche apprezzato i primi tre oav, ma questo è davvero troppo. Non vi è un minimo di originalità e, anzi, sembra la parodia, l'apoteosi dei difetti degli oav, con le armature che si rompono manco fossero di stagnola o di pongo, la storia non originale, gli avversari fortissimi ma che poi cedono, l'armatura di Sagitter che salva tutti, Andromeda così debole che le buscherebbe persino da una suora, con tanto di Phoenix che dopo averlo salvato lo sgrida o forse sarebbe meglio dire lo umilia. D'accordo che gli autori hanno volutamente scritto gli oav per dargli un ruolo da schiappa, però....
Da salvare solo la grafica e colonna sonora, per quanto inferiori di due spanne ai film precedenti, in nome di cui do cinque, invece che quattro a questo inutile "atto finale" della saga: avrebbero potuto benissimo risparmiarsi la fatica
Si comincia con i quattro misteriosi guerrieri che, con un attacco a sorpresa, in quattro contro uno, abbatteranno i cavalieri d'oro superstiti come se fossero birilli, bucando addirittura le armature d'oro e poi decapitando la testa della statua di Atena!!
Poi, sorpresa, abbandonando la mitologia greca il cattivo di turno sarà Lucifero, il ribelle per eccellenza, ma non avrà nulla di interessante e sarà un personaggio terribilmente piatto che naturalmente odia Atena che ovviamente si offrirà in espiazione attraversando un campo di rovi succhiasangue e sarà compito dei cavalieri salvarla. Ci si aspetterebbe un impresa impossibile, dato che i cavalieri d'oro sono morti come birilli contro questi quattro dai nomi demoniaci, invece vinceranno come al solito.
Apprezzabile l'idea di realizzare una miniserie con i tre oav precedenti, dato che il risveglio di Lucifero è stato reso possibile dalla caduta di Eris, Nettuno e Apollo, ma alla fine non cambia nulla. Personalmente sono sempre riuscito a trovare originalità nelle opere dei cavalieri, da molti giudicate troppo trite e ritrite, ho anche apprezzato i primi tre oav, ma questo è davvero troppo. Non vi è un minimo di originalità e, anzi, sembra la parodia, l'apoteosi dei difetti degli oav, con le armature che si rompono manco fossero di stagnola o di pongo, la storia non originale, gli avversari fortissimi ma che poi cedono, l'armatura di Sagitter che salva tutti, Andromeda così debole che le buscherebbe persino da una suora, con tanto di Phoenix che dopo averlo salvato lo sgrida o forse sarebbe meglio dire lo umilia. D'accordo che gli autori hanno volutamente scritto gli oav per dargli un ruolo da schiappa, però....
Da salvare solo la grafica e colonna sonora, per quanto inferiori di due spanne ai film precedenti, in nome di cui do cinque, invece che quattro a questo inutile "atto finale" della saga: avrebbero potuto benissimo risparmiarsi la fatica
Se La leggenda dei guerrieri scarlatti era riuscito nell'impresa di essere un degno film della saga di Saint Seiya, con una trama abbastanza curata, un cattivo carismatico quale Abel e una certa originalità nell'introdurre elementi che sarebbero poi stati ripresi dalla saga di Hades, il successivo L'ultima battaglia (ancora una volta il titolo corretto sarebbe quello del secondo adattamento Dynamic Italia, I combattenti dell'ultima Guerra Sacra), proiettato in patria il 18 marzo 1989, riesce in un'impresa diametralmente opposta: essere il peggior film con protagonisti i cinque Bronze Saint e la dea Atena. I motivi di ciò sono tanti: dal ritorno alla durata di 45 minuti che impedisce un qualsiasi sviluppo decente della trama e dei personaggi alle eclatanti incongruenze con la continuity (presenti in tutti i film, ma qui in misura molto più massiccia), dalla mancanza di Shingo Araki e Michi Himeno, che si fa sentire pesantemente, alla banalità degli scontri e del nuovo villain, Lucifero, l'angelo caduto.
Già, questa volta Atena, Seiya e compagni devono scontrarsi con Lucifero, un tempo il più splendente degli angeli, precipitato negli inferi dall'arcangelo Gabriele… e dalla dea Atena… e dal dio orientale Marishiten. Un momento, fermi tutti! Cosa c'entra Lucifero con la mitologia greca e con quella buddhista? E cosa ci fa negli inferi, se questi dovrebbero essere il regno di Ade? Gli inferi possono avere due signori? O forse Lucifero aveva chiesto asilo politico ad Ade? Andiamo avanti… la trama tenta di collegarsi a quella dei precedenti film e della serie tv, in quanto il ritorno di Lucifero sulla Terra è stato reso possibile dall'intervento dei tre dei precedentemente sconfitti dai Bronze Saint, ossia Eris (dal primo film), Abel (dal terzo film) e Nettuno (dalla saga conclusiva dell'anime). Lo sviluppo potete immaginarlo da voi, se avete visto già i precedenti film: Saori si consegna al nemico sperando che il suo sacrificio salvi la Terra, i Bronze Saint corrono a salvarla e ognuno combatte uno degli sgherri del nemico (che qui sono i quattro demoni Astaroth, Eligor, Moah e Beelzebub), Hyoga e Shiryu sconfiggono i loro avversari, Shun sta per soccombere ma il fratello Ikki lo salva, tutti raggiungono la meta e affrontano insieme lo sgherro più potente, interviene l'armatura del Sagittario e Seiya colpisce con la freccia il villain, sconfiggendolo e salvando il pianeta ancora una volta.
Si è già accennato alle gravi incongruenze con la continuity: alcune sono tipiche di tutti i film, come l'impossibilità di una precisa collocazione cronologica (la presenza di Nettuno fra le divinità sconfitte fa supporre che il film sia successivo alla sua saga, la terza e ultima dell'anime, ma Shiryu e Hyoga entrambi in possesso della vista, mentre uno dovrebbe essere cieco e l'altro guercio) e la distruzione "rituale" dei Bronze Cloth, ma altre sono molto più gravi, come l'eccessiva debolezza dei Gold Saint, sconfitti con un paio di velocissime mosse dai quattro Demoni di Lucifero, che poi però soccombono ai Bronze Saint, e il pasticcio causato dal tentativo di conciliare mitologia cristiana e greca, dando a Lucifero mansioni che dovrebbero appartenere ad Ade, personaggio invece canonico visto che la sua saga è la conclusiva del manga di Masami Kurumada. I difetti che avevano già caratterizzato i primi due film, ossia la semplicità della trama, il riciclo dei medesimi cliché, la brevità dei combattimenti e l'assenza di qualsivoglia approfondimento degli antagonisti, non sono più tollerabili giunti al quarto lungometraggio e il personaggio di Lucifero, che si prestava a essere un villain affascinante, un ribelle contro Dio e un simbolo di superbia, si rivela un personaggio noioso, piatto e privo di carisma, che non fa molto a parte compiacersi della sua malvagità, guardare Atena sul punto di morire e poi farsi battere ignobilmente da Seiya e dalla freccia del Sagittario.
Anche sul versante tecnico, purtroppo, bisogna registrare un calo qualitativo, soprattutto se si confronta il quarto film ai livelli raggiunti dai due precedenti. A mancare è soprattutto l'apporto di Shingo Araki e Michi Himeno, sostituiti in questo frangente da Masahiro Naoi, bravo ma non abbastanza da non far rimpiangere l'assenza di due importanti pilastri della saga di Saint Seiya. Appare invece in gran forma, come al solito, Seiji Yokoyama, che regala una colonna sonora solenne, che richiama la musica sacra occidentale; e proprio per questo, il suo apporto appare sprecato su un'opera così mediocre.
Già, questa volta Atena, Seiya e compagni devono scontrarsi con Lucifero, un tempo il più splendente degli angeli, precipitato negli inferi dall'arcangelo Gabriele… e dalla dea Atena… e dal dio orientale Marishiten. Un momento, fermi tutti! Cosa c'entra Lucifero con la mitologia greca e con quella buddhista? E cosa ci fa negli inferi, se questi dovrebbero essere il regno di Ade? Gli inferi possono avere due signori? O forse Lucifero aveva chiesto asilo politico ad Ade? Andiamo avanti… la trama tenta di collegarsi a quella dei precedenti film e della serie tv, in quanto il ritorno di Lucifero sulla Terra è stato reso possibile dall'intervento dei tre dei precedentemente sconfitti dai Bronze Saint, ossia Eris (dal primo film), Abel (dal terzo film) e Nettuno (dalla saga conclusiva dell'anime). Lo sviluppo potete immaginarlo da voi, se avete visto già i precedenti film: Saori si consegna al nemico sperando che il suo sacrificio salvi la Terra, i Bronze Saint corrono a salvarla e ognuno combatte uno degli sgherri del nemico (che qui sono i quattro demoni Astaroth, Eligor, Moah e Beelzebub), Hyoga e Shiryu sconfiggono i loro avversari, Shun sta per soccombere ma il fratello Ikki lo salva, tutti raggiungono la meta e affrontano insieme lo sgherro più potente, interviene l'armatura del Sagittario e Seiya colpisce con la freccia il villain, sconfiggendolo e salvando il pianeta ancora una volta.
Si è già accennato alle gravi incongruenze con la continuity: alcune sono tipiche di tutti i film, come l'impossibilità di una precisa collocazione cronologica (la presenza di Nettuno fra le divinità sconfitte fa supporre che il film sia successivo alla sua saga, la terza e ultima dell'anime, ma Shiryu e Hyoga entrambi in possesso della vista, mentre uno dovrebbe essere cieco e l'altro guercio) e la distruzione "rituale" dei Bronze Cloth, ma altre sono molto più gravi, come l'eccessiva debolezza dei Gold Saint, sconfitti con un paio di velocissime mosse dai quattro Demoni di Lucifero, che poi però soccombono ai Bronze Saint, e il pasticcio causato dal tentativo di conciliare mitologia cristiana e greca, dando a Lucifero mansioni che dovrebbero appartenere ad Ade, personaggio invece canonico visto che la sua saga è la conclusiva del manga di Masami Kurumada. I difetti che avevano già caratterizzato i primi due film, ossia la semplicità della trama, il riciclo dei medesimi cliché, la brevità dei combattimenti e l'assenza di qualsivoglia approfondimento degli antagonisti, non sono più tollerabili giunti al quarto lungometraggio e il personaggio di Lucifero, che si prestava a essere un villain affascinante, un ribelle contro Dio e un simbolo di superbia, si rivela un personaggio noioso, piatto e privo di carisma, che non fa molto a parte compiacersi della sua malvagità, guardare Atena sul punto di morire e poi farsi battere ignobilmente da Seiya e dalla freccia del Sagittario.
Anche sul versante tecnico, purtroppo, bisogna registrare un calo qualitativo, soprattutto se si confronta il quarto film ai livelli raggiunti dai due precedenti. A mancare è soprattutto l'apporto di Shingo Araki e Michi Himeno, sostituiti in questo frangente da Masahiro Naoi, bravo ma non abbastanza da non far rimpiangere l'assenza di due importanti pilastri della saga di Saint Seiya. Appare invece in gran forma, come al solito, Seiji Yokoyama, che regala una colonna sonora solenne, che richiama la musica sacra occidentale; e proprio per questo, il suo apporto appare sprecato su un'opera così mediocre.
Gli spiriti rancorosi di Eris, Febo e Poseidone risvegliano dal suo lungo sonno il demoniaco Lucifero. Attraverso l'opera dei suoi Angeli Decaduti il sovrano dell'oltretomba sconfigge i Gold Saint, erige un suo personale tempio nel Santuario e, fatto questo, inizia a devastare il pianeta con la furia delle acque e della terra insieme alle altre tre divinità. Dietro la promessa di smettere il suo disegno apocalittico Atena gli offre la sua vita, ma ovviamente i suoi cinque Bronze Saint non gllielo permettono ed entrano in azione...
Ce ne voleva a sfornare un pessimo film di Saint Seiya, di quelli insalvabili anche dai fan, e Toei Animation adempie alla missione nel 1989 con "L'ultima battaglia", lungometraggio che affossa in un colpo solo la buona qualità delle precedenti incarnazioni. In soli 45 minuti - ritorno a un basso minutaggio che contraddice i 70 de "La leggenda dei guerrieri scarlatti" - delinea, oltre alla classica trama-pretesto di Saint Seiya, i villain e i combattimenti più banali e noiosi della saga, riuscendo addirittura ad annoiare nell'arco di così poco tempo.
Il film scade subito nel ridicolo già dalla sequenza introduttiva, che mostra i Gold Saint sopravissuti venire eliminati istantaneamente dai soliti sacri guerrieri nemici. Come stupidi, senza riuscire a fare nulla se non una figura barbina, da quegli stessi sgherri che verranno distrutti successivamente, in pochi minuti, dai ben più deboli Seiya e compagni. Uno schiaffo alla continuity di quelli più eclatanti. Si possono accettare armature che finiscono polverizzate e non si sa come vengono ricostruite nel film successivo (e la cosa avviene puntualmente anche in quest'occasione), ma non idee che snaturano così palesemente il mondo inventato da Masami Kurumada. Non contento, lo sceneggiatore Yoshiyuki Suga umilia anche la mitologia greca, fondendola con quella induista e cattolica attraverso la figura del villain Lucifero, che oltre a essere scacciato ai cieli da Dio, scopriamo esserlo stato in passato anche da Atena e da divinità indiane. Convivono nello stesso mondo dei monoteisti e politeisti? E che fine fa Ade visto che è Lucifero a presiedere l'inferno? Terribile. Gli eroi che vengono sconfitti anch'essi inizialmente dagl angeli di Lucifero, dopo averli affrontati senza protezioni, è giusto la goccia che fa traboccare il vaso umiliando per la terza volta le regole del manga, facendo intuire fin da subito l'assenza nello staff, in quest'occasione, dell'autore originale. Assenza che si noterebbe comunque, viste le armature nemiche dal senso estetico nullo - menzione d'onore per l'oscena corazza di Eligor.
Il resto è il solito Saint Seiya filmico dei cliché, con combattimenti brevissimi e svogliati, Shun che non riesce a vincere uno scontro uno senza venire salvato dal fratello, una dea Atena insulsa che non fa altro che creare problemi ai suoi ragazzi e armature d'oro che entrano in scena quando vogliono loro e senza logica. E in tutto questo, a rovinare per davvero la saga dei film fuori-continuity di Saint Seiya, si inseriscono ambientazioni una volta tanto prive di attrativa e dai fondali particolarmente anonimi, animazioni giusto modeste per il formato (e che si permettono addirittura ricicli) e - e questa è la cosa più incredibile - musiche di Seiji Yokoyama insignificanti e per nulla memorabili, pur essendo composizioni nuove di zecca.
"L'ultima battaglia" è un film evidentemente nato così, perché sì, con zero ambizioni, sceneggiatura da compitino di classe e cura neanche sufficiente nelle fasi di contorno. Quasi imbarazzante il cattivissimo villain, che per tutto il film si crogiola della sua origine e dei suoi torbidi piani e poi in battaglia fa una figura di rara vergogna. A parte, anche in quest'occasione, alcune idee che riappariranno nella saga cartacea di Ade (le dodici armature d'oro che sprigionano tutto il loro potere nella freccia del Sagittario o alcune caratteristiche fisiche dei nemici Eligor e Moa), "L'ultima battaglia" è un film stupido, ignorante e indifendibile, anche a guardarlo con il doppiaggio fedele rimediabile nel DVD Yamato Video.
Ce ne voleva a sfornare un pessimo film di Saint Seiya, di quelli insalvabili anche dai fan, e Toei Animation adempie alla missione nel 1989 con "L'ultima battaglia", lungometraggio che affossa in un colpo solo la buona qualità delle precedenti incarnazioni. In soli 45 minuti - ritorno a un basso minutaggio che contraddice i 70 de "La leggenda dei guerrieri scarlatti" - delinea, oltre alla classica trama-pretesto di Saint Seiya, i villain e i combattimenti più banali e noiosi della saga, riuscendo addirittura ad annoiare nell'arco di così poco tempo.
Il film scade subito nel ridicolo già dalla sequenza introduttiva, che mostra i Gold Saint sopravissuti venire eliminati istantaneamente dai soliti sacri guerrieri nemici. Come stupidi, senza riuscire a fare nulla se non una figura barbina, da quegli stessi sgherri che verranno distrutti successivamente, in pochi minuti, dai ben più deboli Seiya e compagni. Uno schiaffo alla continuity di quelli più eclatanti. Si possono accettare armature che finiscono polverizzate e non si sa come vengono ricostruite nel film successivo (e la cosa avviene puntualmente anche in quest'occasione), ma non idee che snaturano così palesemente il mondo inventato da Masami Kurumada. Non contento, lo sceneggiatore Yoshiyuki Suga umilia anche la mitologia greca, fondendola con quella induista e cattolica attraverso la figura del villain Lucifero, che oltre a essere scacciato ai cieli da Dio, scopriamo esserlo stato in passato anche da Atena e da divinità indiane. Convivono nello stesso mondo dei monoteisti e politeisti? E che fine fa Ade visto che è Lucifero a presiedere l'inferno? Terribile. Gli eroi che vengono sconfitti anch'essi inizialmente dagl angeli di Lucifero, dopo averli affrontati senza protezioni, è giusto la goccia che fa traboccare il vaso umiliando per la terza volta le regole del manga, facendo intuire fin da subito l'assenza nello staff, in quest'occasione, dell'autore originale. Assenza che si noterebbe comunque, viste le armature nemiche dal senso estetico nullo - menzione d'onore per l'oscena corazza di Eligor.
Il resto è il solito Saint Seiya filmico dei cliché, con combattimenti brevissimi e svogliati, Shun che non riesce a vincere uno scontro uno senza venire salvato dal fratello, una dea Atena insulsa che non fa altro che creare problemi ai suoi ragazzi e armature d'oro che entrano in scena quando vogliono loro e senza logica. E in tutto questo, a rovinare per davvero la saga dei film fuori-continuity di Saint Seiya, si inseriscono ambientazioni una volta tanto prive di attrativa e dai fondali particolarmente anonimi, animazioni giusto modeste per il formato (e che si permettono addirittura ricicli) e - e questa è la cosa più incredibile - musiche di Seiji Yokoyama insignificanti e per nulla memorabili, pur essendo composizioni nuove di zecca.
"L'ultima battaglia" è un film evidentemente nato così, perché sì, con zero ambizioni, sceneggiatura da compitino di classe e cura neanche sufficiente nelle fasi di contorno. Quasi imbarazzante il cattivissimo villain, che per tutto il film si crogiola della sua origine e dei suoi torbidi piani e poi in battaglia fa una figura di rara vergogna. A parte, anche in quest'occasione, alcune idee che riappariranno nella saga cartacea di Ade (le dodici armature d'oro che sprigionano tutto il loro potere nella freccia del Sagittario o alcune caratteristiche fisiche dei nemici Eligor e Moa), "L'ultima battaglia" è un film stupido, ignorante e indifendibile, anche a guardarlo con il doppiaggio fedele rimediabile nel DVD Yamato Video.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"I Cavalieri dello Zodiaco" (in lingua originale: "Saint Seya") hanno anche una serie di numerosi OAV. Questa volta il titolo da me recensito è "L'Ultima Battaglia", anche se, parlandoci chiaro, all'epoca della realizzazione e messa in onda mancava ancora tutta la serie di Hades.
L'OAV può essere visto comunque, dato che la storia si rivela parallela a quella principale e non di completamento, poiché narra tutt'altro. L'OAV è consigliato, come tutta la serie, agli amanti dei combattimenti, dei superpoteri e dell'azione.
La storia narra delle imprese dei nostri cinque eroi contro Lucifero, l'angelo caduto dal cielo. I protagonisti sono tutti e cinque gli eroi, con l'aiuto forte dei cavalieri d'oro della Saga del Tempio: tuttavia, Pegasus spicca un pochino in più rispetto agli altri, e finalmente Athena si sforza un poco di contribuire alla situazione.
I disegni sono in linea con quelli dell'anime, il sonoro anche, così come la linearità della storia, che è priva di colpi di scena e si svolge in modo prevedibile fino alla fine, ovvero, vince Pegasus con Athena.
Il punto di vista è da spettatori rispetto alla storia dei cavalieri, in particolare alla storia di Lucifero. A mio parere la narrazione è organica, anche se non va in parallelo o non ha connessione né con il manga né, tanto meno, con l'anime.
Tuttavia, la storia è fin troppo semplice e si ridonda ciò che già si sa. Aggrava il voto un sonoro che non mi è piaciuto e il finale, quindi do un 6.
"I Cavalieri dello Zodiaco" (in lingua originale: "Saint Seya") hanno anche una serie di numerosi OAV. Questa volta il titolo da me recensito è "L'Ultima Battaglia", anche se, parlandoci chiaro, all'epoca della realizzazione e messa in onda mancava ancora tutta la serie di Hades.
L'OAV può essere visto comunque, dato che la storia si rivela parallela a quella principale e non di completamento, poiché narra tutt'altro. L'OAV è consigliato, come tutta la serie, agli amanti dei combattimenti, dei superpoteri e dell'azione.
La storia narra delle imprese dei nostri cinque eroi contro Lucifero, l'angelo caduto dal cielo. I protagonisti sono tutti e cinque gli eroi, con l'aiuto forte dei cavalieri d'oro della Saga del Tempio: tuttavia, Pegasus spicca un pochino in più rispetto agli altri, e finalmente Athena si sforza un poco di contribuire alla situazione.
I disegni sono in linea con quelli dell'anime, il sonoro anche, così come la linearità della storia, che è priva di colpi di scena e si svolge in modo prevedibile fino alla fine, ovvero, vince Pegasus con Athena.
Il punto di vista è da spettatori rispetto alla storia dei cavalieri, in particolare alla storia di Lucifero. A mio parere la narrazione è organica, anche se non va in parallelo o non ha connessione né con il manga né, tanto meno, con l'anime.
Tuttavia, la storia è fin troppo semplice e si ridonda ciò che già si sa. Aggrava il voto un sonoro che non mi è piaciuto e il finale, quindi do un 6.
Questo è il quarto e ultimo film realizzato dalla Toei Animation prima di congedarsi da I Cavalieri dello Zodiaco, serie a cui avrebbe messo mano nuovamente solo nel 2002, quando si decise a realizzare la saga di Hades, l'ultima parte del manga di cui mancava ancora un trasposizione animata.
L'opera cinematografica in questione non presenta nulla di particolare, se non una colonna sonora che è sempre all'altezza della situazione e che riesce a riparare alle mancanze di regista, sceneggiatori e disegnatori. Il mio 7 è condizionato puramente da questo e da nessun altro fattore. La trama, infatti, è quella standard, mentre neanche l'introduzione di un nemico diverso dal solito, Lucifero, l'Angelo decaduto, riesce a rendere più piacevole la visione del lungometraggio, caratterizzato inoltre da un tratto diverso da quello di Shingo Araki, che aveva curato i disegni di tutti i film precedenti.
L'OAV non rende giustizia nemmeno ai Cavalieri d'Oro "sopravvissuti" alla Corsa alle Dodici Case, che fanno una breve apparizione per essere poi subito debellati. Per concludere, si può dire che neppure gli Angeli preposti alla difesa di Lucifero siano memorabili come personaggi - difatti non ho neanche idea di quali siano i loro nomi, anche se a dire il vero mi ricordo solo di Belzebù. "I Cavalieri dello Zodiaco - L'ultima battaglia" è consigliato a chi è un vero e proprio sfegatato dei Cavalieri.
L'opera cinematografica in questione non presenta nulla di particolare, se non una colonna sonora che è sempre all'altezza della situazione e che riesce a riparare alle mancanze di regista, sceneggiatori e disegnatori. Il mio 7 è condizionato puramente da questo e da nessun altro fattore. La trama, infatti, è quella standard, mentre neanche l'introduzione di un nemico diverso dal solito, Lucifero, l'Angelo decaduto, riesce a rendere più piacevole la visione del lungometraggio, caratterizzato inoltre da un tratto diverso da quello di Shingo Araki, che aveva curato i disegni di tutti i film precedenti.
L'OAV non rende giustizia nemmeno ai Cavalieri d'Oro "sopravvissuti" alla Corsa alle Dodici Case, che fanno una breve apparizione per essere poi subito debellati. Per concludere, si può dire che neppure gli Angeli preposti alla difesa di Lucifero siano memorabili come personaggi - difatti non ho neanche idea di quali siano i loro nomi, anche se a dire il vero mi ricordo solo di Belzebù. "I Cavalieri dello Zodiaco - L'ultima battaglia" è consigliato a chi è un vero e proprio sfegatato dei Cavalieri.
Quarto e ultimo film della saga dei cavalieri, "I Cavalieri dello Zodiaco - L'ultima battaglia" vede Lucifero, il celebre angelo decaduto, forte degli spiriti degli dei sconfitti in passato, attaccare la Terra per punire gli umani della loro crudeltà. Dopo quattro film e tre saghe dove i protagonisti affrontano il nemico di turno per salvare Lady Isabel e la Terra, il cliché comincia a stancare. Lucifero e i suoi guerrieri, oltre che lontani dallo stile della serie, risultano essere inadeguati nel loro ruolo di cattivi, il che rende il film bruttino, complice il fatto di avere lo stesso plot dei precedenti, con i soliti scontri tirati via ecc. Aggiungendoci i mal fatti disegni, si può tranquillamente affermare che questo è il peggior film della saga. Evitabile.
Nel 1989, in concomitanza con gli episodi finali della famosa serie televisiva, la Toei Animation dà vita ad un altro lungometraggio tratto dall’anime Saint Seiya.
Si tratta in realtà di un prodotto realmente scadente rispetto ai picchi raggiunti con i lungometraggi precedenti, sia sul fronte della trama che su quello del livello tecnico. A ciò si giunge una durata irrisoria che non soddisfa dunque lo spettatore, pur nella presenza dei duelli tra cavalieri.
Il nemico principale questa volta è Lucifero, il famoso angelo decaduto dalle grazie di Dio, famosissimo nella religione cattolica, ma presente in altre forme anche in altre mitologie.
Si tratta effettivamente di un soggetto molto interessante, che poteva dar vita ad un’opera colossale. Di sicuro Lucifero/Satana avrebbe dato molte possibilità di arricchimento della già piatta trama se solo si fosse proceduto sulle tracce disegnate negli Oav precedenti.
Qui ci ritroviamo di fronte un nemico potente, che ha le parvenze di un angelo, ma nulla del leggendario splendore del bellissimo Lucifero, nulla che possa evocare la leggenda che già si conserva nel suo nome. Angelo prediletto di Dio, fu cacciato da questo nel punto più profondo dell’Inferno per la propria superbia ed arroganza, che lasciarono il posto alla cattiveria, offuscando per sempre il fulgore da cui derivava il suo stesso nome e spingendolo a cercare di spodestare Dio.
Qui ci troviamo invece un individuo che mescola in sé fattezze e colori alquanto ripugnanti per essere un personaggio così carismatico e pieno di sinistro fascino. Molti lo definiscono più simile ad una rock star che al grande personaggio, l’antagonista principale di Dio nella Bibbia.
Questi antefatti vengono evocati con poche frasi durante l’oav, poi Lucifero diventa il tipico nemico contro cui battersi e contro cui cominciare la solita battaglia estenuante per salvare Atena.
I cavalieri di bronzo questa volta vengono rappresentati come se fossero più forti degli stessi cavalieri d’oro, i leggendari cavalieri del grande tempio che un tempo li misero in difficoltà, rischiando di render vana la corsa per le dodici case.
L’inizio del film propina infatti agli affezionati fan dei cavalieri d’oro un’immediata ed incredibile sconfitta dei propri beniamini senza che essi neanche se ne accorgano, per mano di demoni che tra l’altro non posseggono neanche una grande forza.
Toccherà ai cavalieri di bronzo la battaglia. Almeno su questo fronte i duelli sono la cosa più interessante del lungometraggio, così come interessanti sono anche le figure dei demoni al servizio di Lucifero. Essi hanno nomi mitologici che però non conservano la forza dei loro possessori: Astaroth, Belzebù, Moah, Eligor, sono per lo più creature abbastanza fragili.
Gli scontri con i cavalieri di Atena sono affascinanti per la loro velocità, per l’audacia e l’accresciuta forza dei cavalieri di bronzo. Il film, infatti, si colloca idealmente alla fine delle tre saghe del Grande tempio, di Asgard e di Nettuno, come all’ultimo degli oav, e ciò si deduce dall’intervento degli antichi nemici sconfitti in aiuto di Lucifero: Discordia, Apollo e Nettuno, precisamente. Proprio per questo motivo ormai i cavalieri di bronzo sono padroni di una grande forza che li porta a sconfiggere in men che non si dica creature mitologiche.
La trama è molto schematica, troppo forse, fino al punto di far sentire allo spettatore la pesante ripetitività che le deriva dall’essersi attaccata troppo allo schema dei film precedenti.
A livello tecnico troviamo un consistente calo di qualità: al character design e alla direzione dell’animazione non presiede più la coppia storica Araki/Imeno, ma Masashiro Naoi, che, seppur dotato di grande bravura, ha dietro di sé la pesante ombra di Araki. I suoi disegni, rispetto a quelli del maestro, rivelano spesso volti un po’ più duri e meno espressivi, le chiome fluenti disegnate da Araki lasciano il posto a capelli che si muovono in modo innaturale al soffiare del vento. I combattimenti, soprattutto gli scontri brevi, perdono la loro leggerezza, la leggerezza caratteristica della corsa dei personaggi.
In compenso l’ambientazione è abbastanza suggestiva: sculture medievali piene di mostri ci ricordano i secoli bui del terrore, stagliandosi in un atmosfera i cui colori cambiano dal violaceo al grigio al piombo…
Una grande scalinata, piena di rovi conduce al trono di Lucifero; Atena la attraversa come una vittima sacrificale che immola il suo sangue come in uno dei rituali più lugubri.
Cambio anche alla regia: Masayuki Akeki dirige bene, ma stupisce poco, e le colossali scene del grande regista Yamauchi vengono a mancare, lasciando il posto a scene che si sovrappongono piattamente l’una sull’altra.
Altra nota positiva è l’onnipresenza del maestro Seiji Yokoyama nella composizione della superba colonna sonora: si sarebbe potuto ottenere un capolavoro con queste musiche, piene di solenne maestosità, di cori gotici, che avevano ben funzionato nel secondo oav, e che qui ci ricordano soprattutto i cori dei canti gregoriani.
Purtroppo il film in Italia ha avuto alterne vicende nell’adattamento. Anch’esso sottoposto a due diversi doppiaggio, nei dvd Yamato sono contenute le due tracce relative ai due doppiaggi: il doppiaggio storico ed il ridoppiaggio più fedele all’originale.
Il doppiaggio storico ci regala ancora grandi emozioni, soprattutto le voci degli eroi tradizionali, ma la brutta scelta di alcuni doppiatori ricade pesantemente sull’antagonista. Doppiatrice di Lucifero è infatti Alessandra Di Sanzo, che purtroppo distrugge ulteriormente un personaggio che di per sé aveva tolto carisma al Lucifero mitico. Nel ridoppiaggio Lucifero fu doppiato dal grande Francesco Pannofino che si dimostrò all’altezza di rendere l’angelo decaduto con estrema perfezione, nonostante l’aspetto, dando con la sua voce l’idea della cattiveria massima opposta al massimo bene.
E’ un voto complessivo quello dato, che non prescinde da nessun aspetto tra quelli considerati. Il tutto raggiunge appena la sufficienza. L’indifferenza potrebbe essere la reazione alla sua visione, visto che gli elementi emozionanti sono pochi. Sconsigliato se non si è veduta la serie principale, in quanto ne ha perso molto lo spirito che la improntava e che conquistò milioni di fan in tutto il mondo.
Si tratta in realtà di un prodotto realmente scadente rispetto ai picchi raggiunti con i lungometraggi precedenti, sia sul fronte della trama che su quello del livello tecnico. A ciò si giunge una durata irrisoria che non soddisfa dunque lo spettatore, pur nella presenza dei duelli tra cavalieri.
Il nemico principale questa volta è Lucifero, il famoso angelo decaduto dalle grazie di Dio, famosissimo nella religione cattolica, ma presente in altre forme anche in altre mitologie.
Si tratta effettivamente di un soggetto molto interessante, che poteva dar vita ad un’opera colossale. Di sicuro Lucifero/Satana avrebbe dato molte possibilità di arricchimento della già piatta trama se solo si fosse proceduto sulle tracce disegnate negli Oav precedenti.
Qui ci ritroviamo di fronte un nemico potente, che ha le parvenze di un angelo, ma nulla del leggendario splendore del bellissimo Lucifero, nulla che possa evocare la leggenda che già si conserva nel suo nome. Angelo prediletto di Dio, fu cacciato da questo nel punto più profondo dell’Inferno per la propria superbia ed arroganza, che lasciarono il posto alla cattiveria, offuscando per sempre il fulgore da cui derivava il suo stesso nome e spingendolo a cercare di spodestare Dio.
Qui ci troviamo invece un individuo che mescola in sé fattezze e colori alquanto ripugnanti per essere un personaggio così carismatico e pieno di sinistro fascino. Molti lo definiscono più simile ad una rock star che al grande personaggio, l’antagonista principale di Dio nella Bibbia.
Questi antefatti vengono evocati con poche frasi durante l’oav, poi Lucifero diventa il tipico nemico contro cui battersi e contro cui cominciare la solita battaglia estenuante per salvare Atena.
I cavalieri di bronzo questa volta vengono rappresentati come se fossero più forti degli stessi cavalieri d’oro, i leggendari cavalieri del grande tempio che un tempo li misero in difficoltà, rischiando di render vana la corsa per le dodici case.
L’inizio del film propina infatti agli affezionati fan dei cavalieri d’oro un’immediata ed incredibile sconfitta dei propri beniamini senza che essi neanche se ne accorgano, per mano di demoni che tra l’altro non posseggono neanche una grande forza.
Toccherà ai cavalieri di bronzo la battaglia. Almeno su questo fronte i duelli sono la cosa più interessante del lungometraggio, così come interessanti sono anche le figure dei demoni al servizio di Lucifero. Essi hanno nomi mitologici che però non conservano la forza dei loro possessori: Astaroth, Belzebù, Moah, Eligor, sono per lo più creature abbastanza fragili.
Gli scontri con i cavalieri di Atena sono affascinanti per la loro velocità, per l’audacia e l’accresciuta forza dei cavalieri di bronzo. Il film, infatti, si colloca idealmente alla fine delle tre saghe del Grande tempio, di Asgard e di Nettuno, come all’ultimo degli oav, e ciò si deduce dall’intervento degli antichi nemici sconfitti in aiuto di Lucifero: Discordia, Apollo e Nettuno, precisamente. Proprio per questo motivo ormai i cavalieri di bronzo sono padroni di una grande forza che li porta a sconfiggere in men che non si dica creature mitologiche.
La trama è molto schematica, troppo forse, fino al punto di far sentire allo spettatore la pesante ripetitività che le deriva dall’essersi attaccata troppo allo schema dei film precedenti.
A livello tecnico troviamo un consistente calo di qualità: al character design e alla direzione dell’animazione non presiede più la coppia storica Araki/Imeno, ma Masashiro Naoi, che, seppur dotato di grande bravura, ha dietro di sé la pesante ombra di Araki. I suoi disegni, rispetto a quelli del maestro, rivelano spesso volti un po’ più duri e meno espressivi, le chiome fluenti disegnate da Araki lasciano il posto a capelli che si muovono in modo innaturale al soffiare del vento. I combattimenti, soprattutto gli scontri brevi, perdono la loro leggerezza, la leggerezza caratteristica della corsa dei personaggi.
In compenso l’ambientazione è abbastanza suggestiva: sculture medievali piene di mostri ci ricordano i secoli bui del terrore, stagliandosi in un atmosfera i cui colori cambiano dal violaceo al grigio al piombo…
Una grande scalinata, piena di rovi conduce al trono di Lucifero; Atena la attraversa come una vittima sacrificale che immola il suo sangue come in uno dei rituali più lugubri.
Cambio anche alla regia: Masayuki Akeki dirige bene, ma stupisce poco, e le colossali scene del grande regista Yamauchi vengono a mancare, lasciando il posto a scene che si sovrappongono piattamente l’una sull’altra.
Altra nota positiva è l’onnipresenza del maestro Seiji Yokoyama nella composizione della superba colonna sonora: si sarebbe potuto ottenere un capolavoro con queste musiche, piene di solenne maestosità, di cori gotici, che avevano ben funzionato nel secondo oav, e che qui ci ricordano soprattutto i cori dei canti gregoriani.
Purtroppo il film in Italia ha avuto alterne vicende nell’adattamento. Anch’esso sottoposto a due diversi doppiaggio, nei dvd Yamato sono contenute le due tracce relative ai due doppiaggi: il doppiaggio storico ed il ridoppiaggio più fedele all’originale.
Il doppiaggio storico ci regala ancora grandi emozioni, soprattutto le voci degli eroi tradizionali, ma la brutta scelta di alcuni doppiatori ricade pesantemente sull’antagonista. Doppiatrice di Lucifero è infatti Alessandra Di Sanzo, che purtroppo distrugge ulteriormente un personaggio che di per sé aveva tolto carisma al Lucifero mitico. Nel ridoppiaggio Lucifero fu doppiato dal grande Francesco Pannofino che si dimostrò all’altezza di rendere l’angelo decaduto con estrema perfezione, nonostante l’aspetto, dando con la sua voce l’idea della cattiveria massima opposta al massimo bene.
E’ un voto complessivo quello dato, che non prescinde da nessun aspetto tra quelli considerati. Il tutto raggiunge appena la sufficienza. L’indifferenza potrebbe essere la reazione alla sua visione, visto che gli elementi emozionanti sono pochi. Sconsigliato se non si è veduta la serie principale, in quanto ne ha perso molto lo spirito che la improntava e che conquistò milioni di fan in tutto il mondo.
L' ultimo film di Saint Seiya riprende il plot narrativo dei precedenti film: questa volta l'avversario dei nostri sarà nientemeno che Lucifero che vuole riportare in vita Discordia, Apollo e Nettuno. Pegasus e i suoi dovranno impedire che Atena si sacrifichi sul suo altare per il bene del mondo. Che dire, la trama è abbastanza scontata, le ragioni del risveglio di Lucifero non sono spiegate un granché, inoltre la durata non eccessiva (45 minuti) non aiuta molto: gli avversari dei cavalieri vengono sconfitti troppo facilmente e la presenza peraltro marginaria dei nemici dei vecchi film non aiuta più di tanto. Le animazioni sono buone considerando l'anno e che la serie era alla fine, le musiche sono quelle della serie, molto buone.
In definitiva un prodotto sufficiente ma non di più.
In definitiva un prodotto sufficiente ma non di più.
Ultimo dei 4 OAV autoconclusivi dedicati a Saint Seiya nel corso degli anni '80, si segnala per essere un raffazzonatissimo tentativo di trasportare in animazione la saga di Hades, della quale era all'epoca naufragato il progetto di serializzazione televisiva che avrebbe dovuto seguire la saga di Poseidon. Non potendo impiegare lo stesso Hades ed i suoi seguaci apparsi nel manga, gli sceneggiatori ripiegarono su un simil-Hades, scomodando nientemeno che il biblico Lucifero (rappresentato come un Serafino, quindi una figura molto simile a quella dell'armatura di Hades come compare nella scheda tecnica del manga). La cosa è a suo modo interessante, poiché mostra i Sacri Guerrieri impegnati contro vere forze maligne ultraterrene, ma la realizzazione stavolta non centra il bersaglio. I disegni non sono realizzati da Araki ed Himeno, ma da Masahiro Naoi, uno dei penciler 'satellite' della serie tv, qui però molto lontano dai picchi cui ci aveva abituato nella saga di Asgard. Stavolta sceneggiatura e regia non riescono a sopperire alla scarsa durata dell'OAV, che consta di una serie di combattimenti dal ritmo convulso e confuso, incapaci di appassionare, e lo stesso Lucifero viene ridotto quasi ad una macchietta. Adeguandosi alla qualità generale dell'OAV, anche il doppiaggio italiano è parecchio scadente, non riuscendo a trasmettere pathos ed emozioni, mentre leggermente migliore è quello fedele all'adattamento originale. I fan sfegatati di Saint Seiya dovrebbero comunque vederlo, tutti gli altri possono tranquillamente soprassedere.
Questo film uscito nel 1989 rappresenta l'ultimo capito della saga dei cavalieri prima che venisse coniata la serie di Hades. Questo film rappresenta proprio il tentativo di dare voce al dio degli inferi assente nella vecchia versione dell'anime. di chi sarà stata la geniale idea di creare questo inutile film? Bho? Probabilmente di Kurumada visto che anche Araki si è tirato fuori da questo scempio. Insomma il quarto film dei cavalieri rasenta la soglia dell'inguardabile. Ecco come spiegare la creazione di questo film: prendi Lucifero (simile al nemico dell'ultima saga del manga) e mettici tutti i personaggi dei film precedenti per dare allo spettatore il senso di essere arrivati allo scontro decisivo. Come al solito la trama è veramente penosa, arrivati ormai al quarto film ci si poteva aspettare un passo avanti, invece i passi che si fanno sono tutti all'indietro. Banalità in continuazioni, situazioni ripetitive e combattimenti ridicoli ricamano la trama di questa opera. Se non bastasse la qualità tecnica è ai minimi storici. Sia i colori che le animazioni sono scarse e demoliscono il mito dei cavalieri. La regia (Shigeyasu Yamauchi) è l'unico comparto che si salva, ma da solo può fare ben poco. Se chiudete gli occhi e ascoltate i dialoghi vi farete nella mente un film sicuramente migliore di quello che troverete sullo schermo... e purtroppo non sto scherzando. Se comunque non apprezzate il mio sforzo di tenervi lontani da questo disastro e volete a tutti i costi vedere questo film, allora cercate di trovare la versione doppiata da Dynamic perchè nell'edizione passata in TV il doppiaggio di Lucifero è ridicolo. Io vi ho avvertiti... ma comunque tanto per essere buono c'è sempre di peggio... cioè il film dei cavalieri successivo a questo.
Ecco l'ultima opera della Toei sui cavalieri negli anni '80 prima della grande pausa che terminerà nel 2002 con gli episodi di "Hades Chapter Sanctuary". E' un film carino e dalle tante prospettive, che purtroppo non vengono sfruttate appieno: il disegno cala paurosamente rispetto alle precedenti tre opere cinematografiche. Interessante l'introduzione di Lucifero, che appartiene a una religione che nulla ha a che fare con i miti e gli dei greci, anche se si poteva sviluppare la trama con un canovaccio diverso dal solito e ritrito plot.
I cavalieri d'oro fanno una veloce quanto infelice comparsa, mentre avrebbero potuto dare al film un impulso maggiore. Da sufficienza, ma se sviluppato diversamente poteva valere di più.
I cavalieri d'oro fanno una veloce quanto infelice comparsa, mentre avrebbero potuto dare al film un impulso maggiore. Da sufficienza, ma se sviluppato diversamente poteva valere di più.
Sufficienza stiracchiata solo per i doppiatori principali, il film da solo sarebbe uno scarto della serie di Nettuno, lavorato in due sedi differenti di doppiaggio, che aumenta ancor più i problemi di questo quarto film. Le cose per cui vale la pena di vederlo sono Sirio che combatte contro due angeli decaduti contemporaneamente, e Athena che sparge sangue su sangue tra i rami infernali spinosi della scalinata demoniaca. Hanno cercato di ricreare in parte atmosfere lugubri di Hades, che sarebbe arrivato molti anni più tardi, ma senza successo. Carine le post-produzioni sulle sigle effettuate dalla Dynamic Italia, che poco aggiungono a un prodotto che già aveva dato tutto nel secondo e terzo film.