Blue Noah
"Blue Noah" è un serie anime di genere fantascientifico del 1979, che riprende il cliché dei terrestri contro gli invasori alieni, che dispongono di una superiore tecnologia e parrebbero pertanto destinati ad una vittoria sicura; ma i terrestri hanno sviluppato in segreto un mezzo potentissimo (nella fattispecie, la Blue Noah) che può cambiare le sorti del conflitto.
Questo anime viene in genere paragonato a "Star Blazers", di cui riprende molte caratteristiche, tra le quali l'astronave che può funzionare anche come sommergibile (che nella forma assomiglia molto alla corazzata spaziale Yamato) e la ciurma di giovani volenterosi sotto la guida di un capitano esperto (destinato ad essere sostituito dal più carismatico dei suoi sottoposti). Tuttavia, a differenza di quella serie, la vicenda si svolge quasi completamente sul nostro pianeta, con lo spazio esterno che diventa protagonista solo negli ultimi episodi. I nemici alieni (i Gothamiani) non sono particolarmente memorabili, anche per il modo in cui sono caratterizzati: hanno un aspetto assolutamente identico agli esseri umani e le loro uniformi militari rosse tutte uguali aumentano il senso di omologazione. Di loro viene soltanto detto che non possono vivere nelle condizioni di pressione e temperatura tipiche dell'atmosfera terrestre.
Per l'aspetto visivo, i fotogrammi sono dominati dai colori freddi, quelli degli ambienti interni della Blue Noah e degli spazi in cui si muove (gli ambienti marini e spaziali). Le sigle sono di grande effetto, sia quelle originali giapponesi sia quella italiana cantata dai Superobots.
Questo anime viene in genere paragonato a "Star Blazers", di cui riprende molte caratteristiche, tra le quali l'astronave che può funzionare anche come sommergibile (che nella forma assomiglia molto alla corazzata spaziale Yamato) e la ciurma di giovani volenterosi sotto la guida di un capitano esperto (destinato ad essere sostituito dal più carismatico dei suoi sottoposti). Tuttavia, a differenza di quella serie, la vicenda si svolge quasi completamente sul nostro pianeta, con lo spazio esterno che diventa protagonista solo negli ultimi episodi. I nemici alieni (i Gothamiani) non sono particolarmente memorabili, anche per il modo in cui sono caratterizzati: hanno un aspetto assolutamente identico agli esseri umani e le loro uniformi militari rosse tutte uguali aumentano il senso di omologazione. Di loro viene soltanto detto che non possono vivere nelle condizioni di pressione e temperatura tipiche dell'atmosfera terrestre.
Per l'aspetto visivo, i fotogrammi sono dominati dai colori freddi, quelli degli ambienti interni della Blue Noah e degli spazi in cui si muove (gli ambienti marini e spaziali). Le sigle sono di grande effetto, sia quelle originali giapponesi sia quella italiana cantata dai Superobots.
Siamo a metà del ventunesimo secolo. umanità, ricca e pacifica, ha colonizzato i pianeti fino a saturno e tutto va per il meglio. Ma dal nulla arriva il satellite volante dei Gothamiani che sferra un violentissimo attacco, che uccide i nove decinmi della popolazione mondiale. Un gruppo di giovani diciottenni scopre per caso la nave strategia Blue Noah e, guidata da due ufficiali di marina severi ma giusti e dal resto decidono di unirsi al resto dell'equipaggio e di iniziare una difficile opera di resistenza navigando nei mari terrestri. La nave è infatti una portaerei sottomarina. Sopo del viaggio sarà quelo di raggiungere le Bermude per trasformarla in una nave spaziale e volare verso il satellite per la battaglia finale. Cartone clone di Star Blazers verrebbe voglia di defiirlo. Una definizione corretta, ma solo fino a un certo punto. I cartoni clone finiscono sempre col mostrare come avrebbe potuto essere il cartone madre e Blue ci riesce benissimo, mostrando una storia di soli combattimenti, un puro cartone militare in stile Gundam, senza il misticismo di Matsumoto. E ciò fa si che la storia voli e renda al tempo staeeo Noah un cartone indipendente e a sé stante. Non dimentichiamo che, mentre nella versione occidentale di Star Blazers le morti erano censurate , qui invece, si vede la truculenta della guerra come e forse più che in Gundam con i molti protagonisti che moriranno e il finale da pugno nello stomaco. Un finale che non lascia indifferenti e che ammonisce gli umani a temere non gli alieni ma sé stessi e la tentazione di poter a propria volta, un domani, sottomettere popolazioni aliene. La grafica è in linea con l'epoca, forse leggermente sotto la media. Un altro grande protagonista è il mare: così immenso, affasciante, perciloso, ma allo stesso tempo materno, accogliente, che non ha certo l'aspetto minaccioso degli spazi siderali. Ed in effetti il livello di difficoltà non è paragonabile a quello di Yamato. Sia perché siamo sempre sulla Terra, sia perché i nemici si rivelano molto più deboli. Per la psicologia dei personaggi non so che dire perché sono un po' troppo vincolati al loro ruolo di membri dell'equipaggio appunto. Eppure bucano molto lo schermo e sembrano davvero realistici. Si soffre nel vederli morire La colonna sonora buona, la sigla dei superobots indimenticabile, carina invece quella fatta per Junior tv a metà anni 90
L'opera infine, si è rivelata antesignana di Hollywood col suo Battleship.
Dato enorme affetto che mi lega a quest'opera fin dalla seconda elementare vorrei dare dieci ma, un giudizio più obiettivo mi spinge a dare, a questo piccolo gioiello, nove
L'opera infine, si è rivelata antesignana di Hollywood col suo Battleship.
Dato enorme affetto che mi lega a quest'opera fin dalla seconda elementare vorrei dare dieci ma, un giudizio più obiettivo mi spinge a dare, a questo piccolo gioiello, nove
Su consiglio di alcuni amici appassionati delle grandi opere d'animazione del passato iniziai la visione della Blue Noah. Inizialmente ero titubante (in quanto mi fu detto che era una sorta di copia della corazzata spaziale Yamato), poi però dovetti lasciare spazio alla grandiosità di quest'opera che mi ha letteralmente conquistato.
La Blue Noah è una serie della stagione autunnale 1979 composta da 27 episodi di durata canonica. L'opera nasce come serie d'animazione.
Trama: Nell'anno 2052 la Terra è invasa dagli alieni del pianeta Gotham, giunti nel sistema solare a bordo di un satellite che accoglie circa 200 milioni di persone. Grazie ad uno speciale dispositivo, il satellite artificiale inizia a ruotare attorno alla Terra, sbilanciandone l'asse di rotazione e provocando numerose catastrofi naturali, aggravando ulteriormente la situazione a seguito degli attacchi alieni. Durante uno di questi, Makoto Kusaka, il protagonista, perde suo padre, il qualegli consegna un ciondolo e un messaggio orale: "Blu Noah". Makoto, a bordo di una navicella recupera alcuni compagni di università e una ragazza, Kei, partendo poi per un'isola presso la quale si fermano per un tuffo tra le onde. Uno dei ragazzi è risucchiato da un gorgo e, raggiunto dagli altri arriva di fronte ad un pannello a tenuta stagna situato in una grotta. Makoto, usando il ciondolo, riesce a farlo aprire e, proseguendo, scopre di essere a bordo di un sottomarino. Azionando il comando vocale la nave emerge dall'isola rivelandosi per quello che è: la portaerei spaziale Blue Noah. In quel frangente temporale, il capitano Domon a bordo del sottomarino Sheila, viene a conoscenza di Makoto e di quell'equipaggio improvvisato. Lo Sheila si aggancia alla chiglia della Blue Noah, divenendo parte integrante della nave. I ragazzi ottengono il permesso di entrare a far parte dell'equipaggio in maniera effettiva, in seguito vengono assegnati agli ordini del comandante Shimizu e all'unità Sheila. Lo scopo della Blue Noah è di difendere la terra dalla minaccia aliena e di giungere alle Bermuda per essere potenziata col motore antigravitazionale che la trasformerà a tutti gli effetti in astronave.
Grafica: pur essendo un prodotto degli anni 70, il comparto grafico della Blue Noah è molto bello anche a distanza di quasi 40 anni. Ottime le ambientazioni, estremamente variegate (si passa dagli scenari terrestri a quelli spaziali), valide anche le animazioni. Character design molto bello, splendido mecha design.
Sonoro: il comparto sonoro rende onore all'epoca in cui è realizzata l'opera. Notevole è la presenza di strumenti a fiato in ogni parte. Belli l'opening e l'ending, molto belli i vari OST, effetti sonori tipici dell'epoca (le famose esplosioni e i vari raggi, riscontrabili anche in altre serie). Adattamento italiano ottimo con lode, non mi sarei mai aspettato tanto dal doppiaggio di quel periodo.
Personaggi: il carisma e l'eroismo contraddistingue l'equipaggio della Blue Noah. Complessivamente si può affermare che tutti i personaggi realizzati offrano un'ottima caratterizzazione, seppure rimangano sostanzialmente "prigionieri nel loro ruolo di equipaggio". Non è da escludere una componente psicologico/introspettiva, e nemmeno un fattore di crescita e maturazione. Eccellente risulta l'interazione.
Sceneggiatura: L'opera è realizzata con una relativa semplicità temporale, gli avvenimenti si susseguono senza fastidiosi salti e la fruibilità ne trae beneficio. Da notare la quasi totale assenza di flashback. Il ritmo s'attesta su medi livelli, lasciando il giusto spazio alla trama. Immancabili le scende d'azione, immancabile la violenza, immancabile la morte e la tragedia, magistralmente realizzate. I dialoghi sono semplicemente perfetti, complice anche un signor adattamento italiano, meticoloso per precisione in ambito militare e in ambito tecnico nautico.
Finale: per me è stato come una doccia gelata. Non ricordo di aver mai visto un finale del genere in un'opera del passato. Il finale si mostra inaspettatamente brutale e crudele nei confronti dei Gothamiani, che pur non trovando altre ragioni per combattere, si trovano perseguitati dagli stessi terrestri fino alla morte. Non è un finale che lascia indifferenti.
In sintesi: la Blue Noah è un'opera ingiustamente ignorata e paragonata impropriamente alla corazzata Yamato. Non sarà un'opera leggendaria o iconica, tuttavia ha la sua ragion d'essere e si presenta come un ottimo prodotto, scevro da difetti e in grado di suscitare profonde riflessioni nello spettatore. Consigliata a tutti gli appassionati delle intramontabili serie d'animazione, e perché no, anche alle nuove generazioni
La Blue Noah è una serie della stagione autunnale 1979 composta da 27 episodi di durata canonica. L'opera nasce come serie d'animazione.
Trama: Nell'anno 2052 la Terra è invasa dagli alieni del pianeta Gotham, giunti nel sistema solare a bordo di un satellite che accoglie circa 200 milioni di persone. Grazie ad uno speciale dispositivo, il satellite artificiale inizia a ruotare attorno alla Terra, sbilanciandone l'asse di rotazione e provocando numerose catastrofi naturali, aggravando ulteriormente la situazione a seguito degli attacchi alieni. Durante uno di questi, Makoto Kusaka, il protagonista, perde suo padre, il qualegli consegna un ciondolo e un messaggio orale: "Blu Noah". Makoto, a bordo di una navicella recupera alcuni compagni di università e una ragazza, Kei, partendo poi per un'isola presso la quale si fermano per un tuffo tra le onde. Uno dei ragazzi è risucchiato da un gorgo e, raggiunto dagli altri arriva di fronte ad un pannello a tenuta stagna situato in una grotta. Makoto, usando il ciondolo, riesce a farlo aprire e, proseguendo, scopre di essere a bordo di un sottomarino. Azionando il comando vocale la nave emerge dall'isola rivelandosi per quello che è: la portaerei spaziale Blue Noah. In quel frangente temporale, il capitano Domon a bordo del sottomarino Sheila, viene a conoscenza di Makoto e di quell'equipaggio improvvisato. Lo Sheila si aggancia alla chiglia della Blue Noah, divenendo parte integrante della nave. I ragazzi ottengono il permesso di entrare a far parte dell'equipaggio in maniera effettiva, in seguito vengono assegnati agli ordini del comandante Shimizu e all'unità Sheila. Lo scopo della Blue Noah è di difendere la terra dalla minaccia aliena e di giungere alle Bermuda per essere potenziata col motore antigravitazionale che la trasformerà a tutti gli effetti in astronave.
Grafica: pur essendo un prodotto degli anni 70, il comparto grafico della Blue Noah è molto bello anche a distanza di quasi 40 anni. Ottime le ambientazioni, estremamente variegate (si passa dagli scenari terrestri a quelli spaziali), valide anche le animazioni. Character design molto bello, splendido mecha design.
Sonoro: il comparto sonoro rende onore all'epoca in cui è realizzata l'opera. Notevole è la presenza di strumenti a fiato in ogni parte. Belli l'opening e l'ending, molto belli i vari OST, effetti sonori tipici dell'epoca (le famose esplosioni e i vari raggi, riscontrabili anche in altre serie). Adattamento italiano ottimo con lode, non mi sarei mai aspettato tanto dal doppiaggio di quel periodo.
Personaggi: il carisma e l'eroismo contraddistingue l'equipaggio della Blue Noah. Complessivamente si può affermare che tutti i personaggi realizzati offrano un'ottima caratterizzazione, seppure rimangano sostanzialmente "prigionieri nel loro ruolo di equipaggio". Non è da escludere una componente psicologico/introspettiva, e nemmeno un fattore di crescita e maturazione. Eccellente risulta l'interazione.
Sceneggiatura: L'opera è realizzata con una relativa semplicità temporale, gli avvenimenti si susseguono senza fastidiosi salti e la fruibilità ne trae beneficio. Da notare la quasi totale assenza di flashback. Il ritmo s'attesta su medi livelli, lasciando il giusto spazio alla trama. Immancabili le scende d'azione, immancabile la violenza, immancabile la morte e la tragedia, magistralmente realizzate. I dialoghi sono semplicemente perfetti, complice anche un signor adattamento italiano, meticoloso per precisione in ambito militare e in ambito tecnico nautico.
Finale: per me è stato come una doccia gelata. Non ricordo di aver mai visto un finale del genere in un'opera del passato. Il finale si mostra inaspettatamente brutale e crudele nei confronti dei Gothamiani, che pur non trovando altre ragioni per combattere, si trovano perseguitati dagli stessi terrestri fino alla morte. Non è un finale che lascia indifferenti.
In sintesi: la Blue Noah è un'opera ingiustamente ignorata e paragonata impropriamente alla corazzata Yamato. Non sarà un'opera leggendaria o iconica, tuttavia ha la sua ragion d'essere e si presenta come un ottimo prodotto, scevro da difetti e in grado di suscitare profonde riflessioni nello spettatore. Consigliata a tutti gli appassionati delle intramontabili serie d'animazione, e perché no, anche alle nuove generazioni
"Corazzata spaziale Yamato", alias "Star Blazers" per italiani e americani, è stata la prima grande space opera animata della storia, che ha innovato l'animazione definendo un nuovo genere, e influenzando molti capisaldi successivi, "Gundam" e "Macross" in primis. La "Corazzata Yamato" intesa come opera animata, è un'ideazione di Yoshinobu Nishizaki e Leiji Matsumoto, che si ritrovarono a collaborare dopo essersi fatti le ossa alla Mushi Productions di Osamu Tezuka. Il punto è: come sarebbe stata la "Corazzata Yamato" senza il genio sognatore di Matsumoto, ma solo con Nishizaki? La risposta è semplice: sarebbe stata "Blue Noah".
Siamo di fronte a un plot classico, che sebbene abbia delle somiglianze con "Star Blazers" nella parte iniziale e nella parte finale, in quella centrale presenta alcune differenze. La storia inizia con la solita invasione della Terra da parte degli alieni, che questa volta, a differenza dei Gamilonesi, vogliono addirittura modificarne il clima e la gravità, per adattarne l'ambiente alla loro struttura genetica. A difendere la Terra ovviamente c'è il prototipo "Blue Noah", una corazzata gigante progettata dai migliori scienziati della terra, ecc.
La mancanza di Matsumoto nell'opera si fa sentire: non c'è alcuna affascinante e misteriosa regina Starsha/Teresa che guida gli eroi durante il viaggio, non ci sono episodi con trovate autoriali stranissime e decisamente surreali, non c'è quel tocco poetico e fascinoso che ha fatto scuola. "Blue Noah" è molto realistico per la sua epoca: a parte il solito melodramma anni '70 incorporato, siamo di fronte a una vera e propria opera di guerra/sci-fi marinaresca (lo spazio lo vedremo solamente nelle ultime tre puntate). Il realismo colpisce anche la caratterizzazione dei personaggi, che sono dei normalissimi ragazzi che via via diventeranno coraggiosi militari: contrariamente a "Star Blazers", nessuno spicca per carisma o per fascino, neanche l'onnipresente e virile capitano Eiji Domon. Per qualcuno questo fatto potrebbe essere un pregio, invece, per quelli come me, abituati alle varie 'fighetterie gundamiche', un difetto, che rende la visione abbastanza statica e poco coinvolgente.
Le musiche di "Blue Noah" sono il suo punto più forte, siccome la sceneggiatura è abbastanza lineare e riprende i classici cliché del genere introdotti dalla "Corazzata Yamato", senza particolari colpi di scena eclatanti che non si siano già visti in precedenza.
In conclusione, "Blue Noah" è un'anime nella norma per il suo periodo. Si tratta di un prodotto rivolto a una cerchia ristretta di appassionati e nostalgici, che avevano già apprezzato "Star Blazers" e i grandi anime sci-fi del passato. Il doppiaggio italiano è veramente pessimo, pure per l'epoca, ma le poche persone che si approcceranno a questo titolo, spinte dalla nostalgia, passeranno sicuramente sopra a questo difetto. Se volete vedere "Blue Noah", ma non avete ancora visto "Star Blazers", visionare in precedenza le due serie del '74 e del '78 è obbligatorio, in quanto hanno fatto la storia dell'animazione.
Siamo di fronte a un plot classico, che sebbene abbia delle somiglianze con "Star Blazers" nella parte iniziale e nella parte finale, in quella centrale presenta alcune differenze. La storia inizia con la solita invasione della Terra da parte degli alieni, che questa volta, a differenza dei Gamilonesi, vogliono addirittura modificarne il clima e la gravità, per adattarne l'ambiente alla loro struttura genetica. A difendere la Terra ovviamente c'è il prototipo "Blue Noah", una corazzata gigante progettata dai migliori scienziati della terra, ecc.
La mancanza di Matsumoto nell'opera si fa sentire: non c'è alcuna affascinante e misteriosa regina Starsha/Teresa che guida gli eroi durante il viaggio, non ci sono episodi con trovate autoriali stranissime e decisamente surreali, non c'è quel tocco poetico e fascinoso che ha fatto scuola. "Blue Noah" è molto realistico per la sua epoca: a parte il solito melodramma anni '70 incorporato, siamo di fronte a una vera e propria opera di guerra/sci-fi marinaresca (lo spazio lo vedremo solamente nelle ultime tre puntate). Il realismo colpisce anche la caratterizzazione dei personaggi, che sono dei normalissimi ragazzi che via via diventeranno coraggiosi militari: contrariamente a "Star Blazers", nessuno spicca per carisma o per fascino, neanche l'onnipresente e virile capitano Eiji Domon. Per qualcuno questo fatto potrebbe essere un pregio, invece, per quelli come me, abituati alle varie 'fighetterie gundamiche', un difetto, che rende la visione abbastanza statica e poco coinvolgente.
Le musiche di "Blue Noah" sono il suo punto più forte, siccome la sceneggiatura è abbastanza lineare e riprende i classici cliché del genere introdotti dalla "Corazzata Yamato", senza particolari colpi di scena eclatanti che non si siano già visti in precedenza.
In conclusione, "Blue Noah" è un'anime nella norma per il suo periodo. Si tratta di un prodotto rivolto a una cerchia ristretta di appassionati e nostalgici, che avevano già apprezzato "Star Blazers" e i grandi anime sci-fi del passato. Il doppiaggio italiano è veramente pessimo, pure per l'epoca, ma le poche persone che si approcceranno a questo titolo, spinte dalla nostalgia, passeranno sicuramente sopra a questo difetto. Se volete vedere "Blue Noah", ma non avete ancora visto "Star Blazers", visionare in precedenza le due serie del '74 e del '78 è obbligatorio, in quanto hanno fatto la storia dell'animazione.
Ho visto questa serie qualche tempo fa ed effettivamente è una variante marina di "Starblazers", anche se se ne discosta abbastanza, vuoi per i toni meno enfatici vuoi per l'ambientazione e per la trama, a parte qualche punto in comune. Le somiglianze comunque sono dovute al fatto che è stata prodotta da Yoshinobu Nishizaki, stesso produttore della già citata saga fantascientifica e che purtroppo è venuto recentemente a mancare in circostanze tragiche.
Si può notare come anche qui ci sia una trama di fondo, il raggiungimento di un obbiettivo, abbinato a episodi soprattutto autoconclusivi.
Onestamente dopo quello che hanno combinato alla Terra, vedere qualche volta i Gotamiani farsi infinocchiare un po' troppo "facilmente" se non erro non è il massimo, ma comunque nel complesso la serie è godibile. Certo, si tratta molto di un prodotto di genere e quindi penso che potrà soddisfare soprattutto gli appassionati di fantascienza. Il tono drammatico comunque fa rimanere alti i ritmi e i momenti tristi non mancano. Tra i protagonisti abbiamo due gruppi principali: quelli dei militari capitanati dal comandante Domon e quello dei giovani studenti, che vede come "leader" Makoto, i quali cercheranno di convivere e cooperare in un ambiente ristretto come quello della BN. Non manca neanche la giovane ragazza che vuole farsi valere come Kei. Onestamente il rapporto tra lei e il comandante va bene all'inizio, ma per tutta la serie rischia di diventare un po' snervante. A questi man mano si uniranno altri personaggi come l'aitante Domingo e la giovane coppia esotica. Non manca poi il personaggio bonario e ironico, Gennarino, cuoco della BN.
Tra i Gotamiani abbiamo un leader decisamente propenso alla follia e i suoi ufficiali variegati e almeno non tutti monocordi mi pare.
Ci si è presi tre puntate (che andranno a finire in quell' "omaggio" 'collagioso' che sono le ultime puntate di "Nadia - il mistero della pietra azzurra") per la battaglia finale e la fine è quantomeno per l'epoca originale, anche se può apparire un po' affrettata. Vedendo il film di "Baldios", ci ho visto qualche assonanza con alcune scene e momenti per quanto riguarda un po' la parte conclusiva.
I disegni sono belli e hanno il loro fascino vintange. L'animazione tutto sommato mi pare anch'essa che tenga.
Passando all'edizione italiana, con tutto il rispetto, ma la doppiatrice delle ragazze rischia di risultare un po' irritante.
Magari un po' datato, ma anche "Blue noah" è a suo modo un classico.
Si può notare come anche qui ci sia una trama di fondo, il raggiungimento di un obbiettivo, abbinato a episodi soprattutto autoconclusivi.
Onestamente dopo quello che hanno combinato alla Terra, vedere qualche volta i Gotamiani farsi infinocchiare un po' troppo "facilmente" se non erro non è il massimo, ma comunque nel complesso la serie è godibile. Certo, si tratta molto di un prodotto di genere e quindi penso che potrà soddisfare soprattutto gli appassionati di fantascienza. Il tono drammatico comunque fa rimanere alti i ritmi e i momenti tristi non mancano. Tra i protagonisti abbiamo due gruppi principali: quelli dei militari capitanati dal comandante Domon e quello dei giovani studenti, che vede come "leader" Makoto, i quali cercheranno di convivere e cooperare in un ambiente ristretto come quello della BN. Non manca neanche la giovane ragazza che vuole farsi valere come Kei. Onestamente il rapporto tra lei e il comandante va bene all'inizio, ma per tutta la serie rischia di diventare un po' snervante. A questi man mano si uniranno altri personaggi come l'aitante Domingo e la giovane coppia esotica. Non manca poi il personaggio bonario e ironico, Gennarino, cuoco della BN.
Tra i Gotamiani abbiamo un leader decisamente propenso alla follia e i suoi ufficiali variegati e almeno non tutti monocordi mi pare.
Ci si è presi tre puntate (che andranno a finire in quell' "omaggio" 'collagioso' che sono le ultime puntate di "Nadia - il mistero della pietra azzurra") per la battaglia finale e la fine è quantomeno per l'epoca originale, anche se può apparire un po' affrettata. Vedendo il film di "Baldios", ci ho visto qualche assonanza con alcune scene e momenti per quanto riguarda un po' la parte conclusiva.
I disegni sono belli e hanno il loro fascino vintange. L'animazione tutto sommato mi pare anch'essa che tenga.
Passando all'edizione italiana, con tutto il rispetto, ma la doppiatrice delle ragazze rischia di risultare un po' irritante.
Magari un po' datato, ma anche "Blue noah" è a suo modo un classico.
La serie si ispira molto a vicende già viste negli anime dedicati a Star Blazers, dalla sua ha comunque una buona animazione e una narrazione che non stanca mai nel suo complesso.
La serie si basa su due elementi sempre in contrasto tra loro in quest'opera, l'acqua e lo spazio, e viceversa, due materie infinite e misteriose, che nascondono vari segreti. Tutto ciò che si vede durante la narrazione non è proprio quello che noi riusciamo a capire, perchè sotto ci sono degli argomenti che hanno finalità diverse da quelle espresse in tutto l'arco narrativo di quest'opera.
Gli scontri si susseguono velocemente al pari dei colpi di scena sempre dietro l'angolo, tra l'altro quest'opera è uno dei primi validi esempi in cui gli antagonisti il più delle volte rubano la scena agli eroi del cartone, dimostrando quindi che l'anime ha una trama molto più articolata di quello che si può pensare.
I temi trattati sono quelli ripresi in altre opere concepite in questo periodo, i disastri causati dalle esplosioni nucleari, la pace del pianeta nuovamente messa in discussione dopo anni di tregue e progressi politici consolidati, l'umanità deve nuovamente prepararsi a esami molto difficili da sostenere, in cui le perdite saranno molteplici e dove molti innocenti verranno sacrificati, ma alla base di tutto c'è la speranza da parte delle due opposte fazioni.
E difatti il tema principale di quest'opera è proprio la speranza di dare un futuro migliore, laddove l'autore ci fa capire che può essere intesa sempre in differenti modi, comunque per il raggiungimento di scopi salvifici o di un'umanità o di un popolo differente da esso che odia la guerra, ma è costretto a combatterla per sopravvivenza della propria specie.
Alla fine quindi si scontrano due ideologie molto simili per una semplice questione di sopravvivenza, laddove il tutto è generato sempre dalla capacità degli esseri viventi di non poter fare a meno di primeggiare in qualcosa a svantaggio di altri, e purtroppo sono bramosie che successivamente richiedono prezzi molto alti da pagare.
La speranza ai popoli non si può dare se alla base si commettono errori assurdi, sono proprio quelle situazioni che determinano una serie infinita di errori che generano caos da cui è impossibile uscirne, tale messaggio è così radicato nell'opera che praticamente viene menzionato sempre dalle due opposte fazioni dei protagonisti qui presenti.
Ed è un severo monito che vale anche oggi nella vita reale, a tal proposito vi segnalo l'importanza di vedere quest'opera.
Inoltre la serie non manca mai di sottolineare l'importanza dell'amore delle cose per cui conta vivere o dare la vita, e tutto questo lo vediamo negli occhi di una ragazza che nonostante abbia perso ciò che ha di più caro al mondo, non perde la speranza per un futuro migliore, se non uguale all'epoca precedente a queste assurde guerre.
La serie si basa su due elementi sempre in contrasto tra loro in quest'opera, l'acqua e lo spazio, e viceversa, due materie infinite e misteriose, che nascondono vari segreti. Tutto ciò che si vede durante la narrazione non è proprio quello che noi riusciamo a capire, perchè sotto ci sono degli argomenti che hanno finalità diverse da quelle espresse in tutto l'arco narrativo di quest'opera.
Gli scontri si susseguono velocemente al pari dei colpi di scena sempre dietro l'angolo, tra l'altro quest'opera è uno dei primi validi esempi in cui gli antagonisti il più delle volte rubano la scena agli eroi del cartone, dimostrando quindi che l'anime ha una trama molto più articolata di quello che si può pensare.
I temi trattati sono quelli ripresi in altre opere concepite in questo periodo, i disastri causati dalle esplosioni nucleari, la pace del pianeta nuovamente messa in discussione dopo anni di tregue e progressi politici consolidati, l'umanità deve nuovamente prepararsi a esami molto difficili da sostenere, in cui le perdite saranno molteplici e dove molti innocenti verranno sacrificati, ma alla base di tutto c'è la speranza da parte delle due opposte fazioni.
E difatti il tema principale di quest'opera è proprio la speranza di dare un futuro migliore, laddove l'autore ci fa capire che può essere intesa sempre in differenti modi, comunque per il raggiungimento di scopi salvifici o di un'umanità o di un popolo differente da esso che odia la guerra, ma è costretto a combatterla per sopravvivenza della propria specie.
Alla fine quindi si scontrano due ideologie molto simili per una semplice questione di sopravvivenza, laddove il tutto è generato sempre dalla capacità degli esseri viventi di non poter fare a meno di primeggiare in qualcosa a svantaggio di altri, e purtroppo sono bramosie che successivamente richiedono prezzi molto alti da pagare.
La speranza ai popoli non si può dare se alla base si commettono errori assurdi, sono proprio quelle situazioni che determinano una serie infinita di errori che generano caos da cui è impossibile uscirne, tale messaggio è così radicato nell'opera che praticamente viene menzionato sempre dalle due opposte fazioni dei protagonisti qui presenti.
Ed è un severo monito che vale anche oggi nella vita reale, a tal proposito vi segnalo l'importanza di vedere quest'opera.
Inoltre la serie non manca mai di sottolineare l'importanza dell'amore delle cose per cui conta vivere o dare la vita, e tutto questo lo vediamo negli occhi di una ragazza che nonostante abbia perso ciò che ha di più caro al mondo, non perde la speranza per un futuro migliore, se non uguale all'epoca precedente a queste assurde guerre.
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>
Concordo con Zooropa sul fatto che questa serie sia stata ingiustamente considerata come la brutta copia della Corazzata Spaziale Yamato (o Starblazers, come è stata trasmessa da noi), anche se senz'altro riprende nettamente le tematiche della prima stagione di questa celeberrima produzione. Anche in Blue Noah la vicenda si apre con un devastante attacco alla Terra che riduce la popolazione a livelli quasi da estinzione, e in effetti il piano degli alieni Gotham, esteticamente del tutto simili agli esseri umani ma dalla fisiologia differente, è proprio quello di sostituirsi completamente a questi.
Poiché l'atmosfera terrestre non permette ai gothamiani di vivere senza il supporto di bombole contenenti aria a loro respirabile, essi, dopo aver distrutto la maggior parte degli insediamenti scientifici, militari e industriali dei terrestri, danno avvio a un programma di radicale rimodellamento della superficie del pianeta. Naturalmente il successo di questo piano porterebbe alla completa estinzione del genere umano. L'unica speranza per l'umanità è costituita da una nave da battaglia multiuso (corazzata, portaerei e sommergibile) chiamata Blue Noah, costruita in segreto dal governo federale terrestre con lo scopo di fornire una valida difesa contro eventuali aggressioni da parte delle colonie umane presenti nel sistema solare.
Casualmente un gruppo di studenti universitari sopravvissuti al devastate attacco alieno scopre il porto segreto dove è ormeggiato il super vascello e riesce ad attivarlo attirando così l'attenzione dell'equipaggio ufficiale della nave, e purtroppo anche quello degli invasori. Così inizia un travagliato viaggio, dove questi giovani, sotto la guida di un severo ma giusto ufficiale di marina, diventeranno degli ottimi soldati, sotto la costante minaccia degli attacchi gothamiani (altro particolare ripreso dalla prima serie di Yamato), la quale li porterà, dopo molte battaglie contro le installazioni militari e industriali del nemico e dopo le operazioni eroiche di salvataggio di altri umani superstiti, alla base militare delle isole Bermuda, dove la Blue Noah verrà poi equipaggiata di un motore gravitazionale in grado di trasformarla in astronave, e così portare la battaglia proprio sul campo degli alieni, lo spazio e il loro satellite-arca Gotham.
Ed è proprio in questa fase che rilevo il vero difetto di questa serie, cioè la parte finale che mi sembra decisamente affrettata rispetto a tutto ciò che è narrato in precedenza. Secondo me poteva essere sviluppata meglio ed essere più lunga. Credo che sia stata accorciata a causa di bassi ascolti, un po' come era successo al coevo Gundam. Per il resto invece Blue Noah si presenta come una valida serie con personaggi ben caratterizzati, anche fra i nemici. Buoni sono il design e le animazioni, specialmente se confrontati con lo standard dell'epoca, e adeguata è anche la colonna sonora. La sigla italiana la ricordo con piacere, anche se negli ultimi passaggi televisivi è stata riproposta con la sigla originale, quest'ultima a mio parere meno coinvolgente.
Come voto le assegno un bel 7, sarebbe stato più alto se, come avevo già rilevato, fosse stata sviluppata meglio la sua parte conclusiva.
Concordo con Zooropa sul fatto che questa serie sia stata ingiustamente considerata come la brutta copia della Corazzata Spaziale Yamato (o Starblazers, come è stata trasmessa da noi), anche se senz'altro riprende nettamente le tematiche della prima stagione di questa celeberrima produzione. Anche in Blue Noah la vicenda si apre con un devastante attacco alla Terra che riduce la popolazione a livelli quasi da estinzione, e in effetti il piano degli alieni Gotham, esteticamente del tutto simili agli esseri umani ma dalla fisiologia differente, è proprio quello di sostituirsi completamente a questi.
Poiché l'atmosfera terrestre non permette ai gothamiani di vivere senza il supporto di bombole contenenti aria a loro respirabile, essi, dopo aver distrutto la maggior parte degli insediamenti scientifici, militari e industriali dei terrestri, danno avvio a un programma di radicale rimodellamento della superficie del pianeta. Naturalmente il successo di questo piano porterebbe alla completa estinzione del genere umano. L'unica speranza per l'umanità è costituita da una nave da battaglia multiuso (corazzata, portaerei e sommergibile) chiamata Blue Noah, costruita in segreto dal governo federale terrestre con lo scopo di fornire una valida difesa contro eventuali aggressioni da parte delle colonie umane presenti nel sistema solare.
Casualmente un gruppo di studenti universitari sopravvissuti al devastate attacco alieno scopre il porto segreto dove è ormeggiato il super vascello e riesce ad attivarlo attirando così l'attenzione dell'equipaggio ufficiale della nave, e purtroppo anche quello degli invasori. Così inizia un travagliato viaggio, dove questi giovani, sotto la guida di un severo ma giusto ufficiale di marina, diventeranno degli ottimi soldati, sotto la costante minaccia degli attacchi gothamiani (altro particolare ripreso dalla prima serie di Yamato), la quale li porterà, dopo molte battaglie contro le installazioni militari e industriali del nemico e dopo le operazioni eroiche di salvataggio di altri umani superstiti, alla base militare delle isole Bermuda, dove la Blue Noah verrà poi equipaggiata di un motore gravitazionale in grado di trasformarla in astronave, e così portare la battaglia proprio sul campo degli alieni, lo spazio e il loro satellite-arca Gotham.
Ed è proprio in questa fase che rilevo il vero difetto di questa serie, cioè la parte finale che mi sembra decisamente affrettata rispetto a tutto ciò che è narrato in precedenza. Secondo me poteva essere sviluppata meglio ed essere più lunga. Credo che sia stata accorciata a causa di bassi ascolti, un po' come era successo al coevo Gundam. Per il resto invece Blue Noah si presenta come una valida serie con personaggi ben caratterizzati, anche fra i nemici. Buoni sono il design e le animazioni, specialmente se confrontati con lo standard dell'epoca, e adeguata è anche la colonna sonora. La sigla italiana la ricordo con piacere, anche se negli ultimi passaggi televisivi è stata riproposta con la sigla originale, quest'ultima a mio parere meno coinvolgente.
Come voto le assegno un bel 7, sarebbe stato più alto se, come avevo già rilevato, fosse stata sviluppata meglio la sua parte conclusiva.
Serie fantascientifica che ricalca in parte la concezione del più famoso Star Blazers: anche in questo caso, un impavido equipaggio deve affrontare un viaggio irto di percoli per portare a termine una missione cruciale.
La mancanza di originalità è, forse, il difetto peggiore di questa serie, altrimenti avvincente e ben congegnata, piena di momenti drammatici e ottime scene di battaglia.
I personaggi sono approfonditi ma non si discostano dai consueti modelli di Matsumoto: il character design ne rispecchia fedelmente il tratto.
Ottima l'edizione italiana, con menzione particolare per la sigla dei Superobots, una delle migliori in assoluto.
La mancanza di originalità è, forse, il difetto peggiore di questa serie, altrimenti avvincente e ben congegnata, piena di momenti drammatici e ottime scene di battaglia.
I personaggi sono approfonditi ma non si discostano dai consueti modelli di Matsumoto: il character design ne rispecchia fedelmente il tratto.
Ottima l'edizione italiana, con menzione particolare per la sigla dei Superobots, una delle migliori in assoluto.
Blue Noah, mare spaziale, non l'ho mai amata come Star Blazers, ma ricordo che era molto emozionante. L'equipaggio del Blue Noah in rotta verso il triangolo delle Bermuda, faceva della serie una visione molto godibile. Potentissimo il sottomarino da guerra in cui, particolarità molto bella della serie, una volta modificata l'astronave, la parte posteriore diventava una specie di elicottero. Disegni, animazione e caratterizzazione dei personaggi davvero ben costruite.
Ingiustamente considerato come "il fratello povero di Star Blazers", io ho sempre ritenuto questo "Blue Noah" come una specie di gioiello.
Sarà che la sigla iniziale italiana era davvero esaltante, sarà perché la trama era organica e si sviluppava su tutti e 24 gli episodi e, soprattutto, era ben costruita.
Insomma rispetto agli anime fantascientifici di quel periodo "Blue Noah" svettava in modo prepotente sui vari "robottoni" (a parte Gundam, con il quale ha, peraltro, molti punti in comune) coevi. La trama ci racconta di un epico scontro di civiltà dal punto di vista dell'equipaggio della formidabile nave multiruolo "Blue Noah" ultima speranza di riscatto dell'umanità, attaccata da alieni in cerca di un nuovo pianeta in cui abitare, dopo che il loro è stato distrutto.
Indimenticabile!
Sarà che la sigla iniziale italiana era davvero esaltante, sarà perché la trama era organica e si sviluppava su tutti e 24 gli episodi e, soprattutto, era ben costruita.
Insomma rispetto agli anime fantascientifici di quel periodo "Blue Noah" svettava in modo prepotente sui vari "robottoni" (a parte Gundam, con il quale ha, peraltro, molti punti in comune) coevi. La trama ci racconta di un epico scontro di civiltà dal punto di vista dell'equipaggio della formidabile nave multiruolo "Blue Noah" ultima speranza di riscatto dell'umanità, attaccata da alieni in cerca di un nuovo pianeta in cui abitare, dopo che il loro è stato distrutto.
Indimenticabile!