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Vagabond90

Episodi visti: 42/42 --- Voto 8
Kiss Me Licia, Aishite Night in lingua originale, tratto dall'omonimo manga, è un anime di 42 episodi prodotto dalla Toei Animation. L'opera, del 1983, è di genere principalmente sentimentale, ed è diventata un cult in particolar modo per il pubblico italiano proprio a metà degli anni ottanta, grazie alla mediaset che se ne accaparrò i diritti. In Giappone a quanto pare non ebbe questo enorme successo; Invece in Italia l'adesione febbrile si potrebbe attribuire al fatto che questa era una delle prime animazioni del paese del sol levante accessibili ad un pubblico decisamente più ampio.

A distanza di 30 anni dalla sua prima messa in onda, a mio giudizio questa storia non accusa alcun segno della vecchiaia, anzi potrebbe rivaleggiare con altri anime di genere sentimentale ed uscirne vincitore, o quanto meno come un buon competitore.

Sinceramente, di base non sono mai stato un grande fan degli anni '80 in generale, né della cultura musicale di quel decennio, né della sottocultura che da essa si è generata, e quindi potremmo parlare dell'abbigliamento e di uno stile di vita delle generazioni giovani di quel periodo stravagante e disinibito, che ha continuato l'opera di "desacralizzazione" di tanti aspetti della vita quotidiana già iniziata durante gli anni settanta. A livello intellettuale e culturale quindi l'apporto degli anni ottanta a mio giudizio è sicuramente più scarso rispetto al decennio precedente; tuttavia ultimamente mi sono dovuto ricredere, ho cercato di abbandonare un po il mio astio per questo periodo, ascoltando la relativa musica rock e non solo.

Ebbene Kiss me Licia in parte attinge da tutto questo substrato culturale, proprio della musica rock-punk glam-punk possiamo dire, che viene amalgamato con una dolce storia d'amore. La trama non sarà di questa complessità immane e magari in certi punti ci poteva essere di sicuro uno svolgimento migliore, ma nel complesso l'opera fila liscia e si lascia guardare molto piacevolmente: i primi episodi sono carinissimi, con gli equivoci ed i malintesi, e le indecisioni amorose, ed anche quelli più intriganti, perché poi la trama si distende e si fa anche un po più scontata; Però vedendo questo anime mi viene nostalgia di un periodo che io stesso non ho vissuto, perché per certi versi migliore rispetto all'attuale, un periodo storico più "sincero", in cui la tecnologia ancora non era finalizzata ad usi banali come i social-network, gli assassini stessi della socialità nei fatti.
E i personaggi degli anime sentimentali per fortuna non erano forgiati sulle sembianze di ragazzini (mi si passi il termine perché in effetti credo sia quello più adatto) "bimbominchieschi", ma anche nella linearità della trama, erano caratterizzati dalla loro complessità psicologica e dai problemi della giovinezza, dalle domande del futuro e dagli amori travolgenti.

L'incipit della storia è il seguente:
Licia (Yakko) lavora con il padre in un ristorante di okonomiyaki, e fortuitamente incontra il piccolo Andrea (Hashizo), fratello di Mirko (Go). Quest'ultimo per mantenere sé e suo fratello suona in una band, i Bee Hive, di cui è il cantante e leader, ed ha un suo seguito piuttosto ampio tra le teenager. L'incontro di Licia e Mirko dopo degli screzi iniziali, porterà col tempo allo sbocciare di un amore che però dovrà affrontare parecchi ostacoli.
Detto questo, è impossibile non empatizzare con Licia, Mirko, Satomi e tutti gli altri personaggi, a cui ci si affeziona anche solo dopo pochi episodi. Un po più noiose e forzate le sottotrame del fratellino di Go che si intrecciano con la storia principale.
Finiscono gli episodi e automaticamente viene nostalgia per il microcosmo dei rapporti che c'erano tra questi personaggi, per la storia amorosa principale, divertente e ben realizzata.

Il Character Design è quello canonico degli anime sentimentali degli anni Ottanta. Nelle tematiche, nelle situazioni amorose e nelle gag comiche un anime come questo è a tutti gli effetti un iniziatore di un genere. Simile per certi versi Kimagure Orange Road, solo di qualche anno più tardi.

Godibilissime le musiche che ci accompagnano lungo tutta quanta la visione della serie, in stile per l'appunto glam rock, costituite dai pezzi stessi composti di volta in volta dai Bee Hive, che restituiscono bene l'idea in Italiano ma sono anche gradevoli con il cantato originale in giapponese.

Però tutti gli anime del genere sentimentale odierni dovrebbero prendere esempio, per come la penso io, da questi altri della vecchia scuola, per la genuinità, la delicatezza dei momenti sentimentali ed il progressivo raggiungimento del coronamento amoroso, che non viene sviluppato mai banalmente; ci sono sempre le peripezie e il raggiungimento finale dell'amore tramite i sacrifici necessari; Non mi stanco di dire che tra tanti elementi ecchi e specchietti per le allodole, le cose che dovrebbero essere le più semplici negli anime di oggi sono diventate le più difficili.


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Himy86

Episodi visti: 42/42 --- Voto 9
Penso che "Kiss me Licia" sia uno dei migliori anime degli anni 80. Un perfetto connubio tra amore, amicizia, rock e puro divertimento, soprattutto grazie ai numerosissimi sketch comici con protagonisti il papà di Licia, il signor Marrabbio - di cui il nome è già tutto un programma! - e il gatto ciccione, golosone e tontolone Giuliano, la vera mascotte del gruppo e un vero mito nell'anime, dato che l'hanno reso parlante e ho apprezzato tantissimo questa scelta, perché le più grasse risate me le sono fatte proprio con lui, sopratutto quando chiedeva di mangiare le "polpette" dello zio.
Chi non ricorda la trama di quest'anime: Licia, una diciottenne divisa tra il lavoro nel ristorante del padre e la scuola serale, "un giorno di pioggia" incontra il piccolo Andrea insieme al gattone Giuliano (inseparabili), stringendo con loro una dolcissima e profonda amicizia che la porterà a conoscere il fratello maggiore del bimbo, Mirko, il quale cambierà totalmente la vita della nostra protagonista. Infatti, dopo poco tempo dal loro primo incontro/scontro, Licia scoprirà che Mirko è in realtà il cantante del gruppo rock giapponese "Bee Hive", esordienti ma molto promettenti, con già un grandissimo numero di fans sfegatate che praticamente sbavano per loro in ogni occasione.
Mirko si innamorerà di Licia, ma anche un altro componente del gruppo, il tastierista Satomi, si innamora di lei e tenta qualsiasi cosa pur di conquistarla. Licia inizialmente sembra molto presa da Satomi ma, man man che conosce Mirko, si rende conto di amare lui e di voler stare con lui e fare da madre al piccolo Andrea. Inizia così uno dei più famosi triangoli amorosi di sempre, che per un po' inclinerà anche il rapporto di amicizia che lega i due rocker, finchè Licia sceglierà Mirko, con la resa da parte di Satomi che capirà di aver perso in amore contro l'amico, ma tornando a essere con lui quello di sempre. Così comincerà tra i due piccioncini una bellissima ma tormentata storia d'amore, fatta di alti e bassi e ostacolata da varie persone durante il corso delle puntate, come il manager del gruppo rock o lo stesso Marrabbio, che non vede di buon occhio il rapporto tra la figlia e il "capellone strampalato".
Per fortuna, è un anime a lieto fine, nonostante io preferisca di gran lunga il finale del manga (tanto per cambiare!), che ho trovato molto più passionale, meno melenso e soprattutto molto più emozionante, realistico e sentito.
Trovo che "Kiss me Licia" sia una storia riuscita davvero molto bene, ho apprezzato molto la scelta della compianta mangaka Tada di proporre un mix tra tematica amorosa e musicale. Adoro i Bee Hive e attualmente, quando mi capita, riascolto con nostalgico piacere le canzoni che cantavano durante le puntate dell'anime, tra le quali preferisco "Baby I Love You" e "Fire" (i testi sono veramente belli per essere delle semplici canzoni per cartoni animati, li trovo significativi e profondi nella loro semplicità, per non parlare delle musiche che mi invogliano sempre a cantare e ballare ogni qualvolta le ascolto).
Da bimba ho amato molto questo anime e ora, che non lo sono più, continuo ad apprezzarlo ogni volta che lo ripropongono in TV.
I protagonisti sono eccezionali, soprattuto Mirko che trovo essere un gran figo! E' un ragazzo maturo, stravagante nel suo abbigliamento e nel look, ma anche sensibile e intelligente (nell'anime frequenta l'università, ottenendo ottimi voti), inizialmente un vero rubacuori e donnaiolo, poi seriamente innamorato di Licia, sarà fedele e leale, anche molto comprensivo con il "futuro suocero" rompiscatole.
Non parliamo poi di Giuliano, che penso sia il pezzo forte di questo anime, simpaticissimo pigrone e mangione che sembra indifferente e freddo, ma che in realtà nutre un profondo affetto per il suo padroncino Andrea e per tutti gli altri personaggi, presenza irrinunciabile e adorabile nella sua simpatia.
In conclusione, consiglio, a chi non l'ha ancora fatto, di guardare tutte le puntate di questo evergreen della storia degli anime, perchè nonostante sia datato non risulta mai noioso, mai scontato, mai deludente.
Il mio voto: un bel 9 strameritato.


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sylar 46

Episodi visti: 42/42 --- Voto 9
Ricordiamo tutti come iniziava la sigla italiana di “Kiss me Licia” cantata da Cristina D'Avena no?

<i>“Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso
Poi Mirko finita la pioggia incontra e si scontra con Licia e così,
Il dolce sorriso di Licia, nel loro pensiero ora c'è...”</i>

Bella vero? Quanti ricordi, no? Quello che mi chiedo adesso è che caspita sarebbe successo se quel giorno non ci fosse stato cattivo tempo. Già, proprio così, Andrea e Giuliano non si sarebbero mai riparati dalla pioggia, Licia non si sarebbe mai fermata ad aiutarli ed infine quest'ultima non avrebbe ritardato al liceo facendo un burrascoso incontro che di lì a poco avrebbe cambiato per sempre la sua vita, e forse e/o soprattutto, la nostra.
Infatti è quasi trascorso un quarto di secolo da quando il “cartone animato” di Kiss me Licia approdò per la prima volta sui nostri teleschermi, ma a distanza di tutto questo tempo la sua fama non accenna a esaurirsi, tutt'altro, è ancora uno dei titoli che riesce a fare emozionare indistintamente sia ragazze sia ragazzi, soprattutto della mia generazione, al solo pronunciamento del nome, riconoscimento che non molte altre opere possono vantare.

Tutto ruota attorno a Licia, ragazza che lavora in un piccolo locale gestito dal padre Marrabbio, specializzato nelle famose polpette di maiale, uomo assai tradizionalista restio verso i tempi moderni. Licia, dopo avere fatto la conoscenza del piccolo Andrea e del suo inseparabile gatto Giuliano, conosce il fratello maggiore del bambino, Mirko, cantante di un gruppo rock in ascesa: i Bee Hive. Nella band figura anche il tastierista Satomi, da tempo innamorato della ragazza, che sembra proprio contraccambiare i suoi sentimenti. Ben presto però si scopre che anche Mirko è innamorato della ragazza.
Chi la spunterà? Il gruppo rock risentirà di questa rivalità tra i due maggiori esponenti, super amici per di più? Chi prevarrà, avrà il permesso di frequentare Licia visto il carattere del padre, che vede i due ragazzi come “capelloni” in seguito alle loro strambe pettinature? Ci sarà qualche terzo incomodo anche per i ragazzi vista la loro popolarità tra le numerose fan?

Ai giorni nostri una trama del genere farebbe destare lo sguardo a pochi visti i tempi che corrono, ma a mio avviso non sarebbe una cattiva idea scoprire (o riscoprire, perché no) questo tipo di storie che allora erano sinonimo di romanticismo allo stato puro e di sussulti continui in attesa che tutto volgesse per il meglio.
In fin dei conti poi, la ricerca dell'amore vero e della felicità è quello che un po' tutti si augurano di trovare prima o poi nella vita, anche oggi quindi, e seguire le vicende di questi personaggi emozionerebbe almeno un po' chiunque.

Il cast italiano del doppiaggio ha contribuito senza dubbio a rendere quest'opera intramontabile: Donatella Fanfani per Licia, Ivo De Palma su Mirko, Gabriele Calindri per Satomi e il compianto Paolo Torrisi sul piccolo Andrea.
Un capitolo a parte lo merita senz'altro Pietro Ubaldi, voce di Marrabbio e del gatto Giuliano ovvero i due personaggi comici della serie che, grazie a lui e alla sua splendida interpretazione nelle battute (quelle fornite su Giuliano le migliori), ha strappato non so quanti sorrisi che al solo ripensarci scaturiscono ancora oggi sempre lo stesso effetto. Ha senz'altro contribuito a rendere unici e indimenticabili queste due figure che almeno per il sottoscritto sono decisamente i miei personaggi preferiti all'interno della serie.

Il grandioso successo che l'opera nutre ancora oggi dalle nostre parti è dovuto anche, o chissà, soprattutto, alle musiche che ci accompagnano durante la visione del cartone; la band protagonista all'interno della storia, i Bee Hive come detto, suonano svariati pezzi ma non sono stati interpretati da Ivo De Palma in quanto doppiatore del cantante del gruppo, ma bensì sono state affidate nell'edizione italiana a Enzo Draghi, noto cantante di tantissime sigle storiche di cartoni (I cinque samurai, Lupin l'incorreggibile Lupin, Street Sharks: quattro pinne all'orizzonte ecc.). Esse hanno avuto un grandissimo risalto tanto da vendere migliaia e migliaia di dischi.

Per tutte queste ragioni Kiss me Licia entra per forza nel novero di quei titoli senza tempo e senza età che tutti gli appassionati di animazione secondo me dovrebbero provare a vedere almeno una volta.

Arianna

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Arianna

Episodi visti: 42/42 --- Voto 10
Rock sdolcinato sapientemente inserito in un mix di pettinature cotonate dalle tinte sgargianti, bambini intraprendenti, animali buffi... Chi non vivrebbe volentieri in un mondo così colmo di valori come l'amicizia e il rispetto, di parole dolci sussurrate senza paura di essere derisi, di tenerezza degli sguardi e di gesti di innamorati d'altri tempi. Messaggio per le nuove generazioni appassionate di manga e anime: gustatevelo senza troppe pretese, ne vale la pena. Kiss me Licia è buono soprattutto per dimenticare e “dipingere” di colori vivaci qualche minuto la realtà in bianco e nero che viviamo oggi. In sintesi, ho tre aggettivi per questo anime: semplice, rock, romantico... Baby, I love you.


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ALUCARD80

Episodi visti: 42/42 --- Voto 8
Solitamente quando si parla di anime romantici, viene sempre fuori il nome di Kiss me Licia: vera e propria icona nei colorati, glitterati e rockeggianti anni ottanta. Fare accostamenti ad altri titoli illustri di quel periodo è più che scontato; si dovrebbe invece sviscerare il soggetto per osservarlo in tutti i suoi lati e le sue espressioni, comprendendo quale tipo di fenomeno mediatico sia stato.

Inizialmente lanciato in Italia su reti private nazionali, l’allora Fininvest, Kiss me Licia ha letteralmente devastato la concorrenza, partendo come anime “shoujo” (al tempo vigevano semplicemente i “cartoni animati”, tutta questa particolarità di generi e interesse approfondito non esisteva nemmeno, o almeno non era così diffusa), ma finendo per riscontrare un successo che dire apocalittico non è affatto esagerato, tanto da generare anche alcuni film nostrani a tema, tramite previa licenza degli originali autori giapponesi (potremmo definire questo fenomeno i primi veri live action? Se sì, allora si sono girati anche in Italia!). Kiss me Licia non attirò esclusivamente un giovane popolo femminile, ma varie fasce d’età, dai ragazzini adolescenti agli adulti, e anche i bambini più piccoli.

Forte di una narrazione morbida, semplice ed esaustiva, l’anime è sempre risultato gradevole e dotato di personaggi particolareggiati e visivamente attraenti, affascinanti, anche semplicemente abbacinanti, pregni di un surrealismo da telenovela consumata, ma allo stesso tempo dotati di un carisma meritevole d’affezione.
Mirko, la stessa Licia, il memorabile Marrabbio, Satomi e il dolce Andrea sempre accompagnato dal grasso e pigro gattone Giuliano, sono stati attori di un palcoscenico agli albori della sua storia, quando ancora gli anime erano un mondo di nicchia per pochi, e agli occhi del resto della gente parevano semplicemente “roba per bambini”. Kiss me Licia è stato uno di quei prodotti che più di altri ha cominciato ad abbattere queste barriere tramite la sempiterna novella dell’amore impossibile, della lunga trafila di vicende che porta la protagonista fra le braccia di diversi ragazzi prima di raggiungere il Vero Amore. E l’anime ne parla genuinamente, con le giuste dosi di drammaticità e comicità, sottolineando e prendendo spunto dai grandi classici come Giulietta e Romeo o le novelle romantiche più famose, acquisendo la “morale del cuore”, l’utopia a cui ogni essere vivente aspira, perciò tanto rara ed agognata: raggiungere la felicità con l’amore eterno, anche soffrendo. Perché il Vero Amore non può essere fermato da niente e da nessuno, nemmeno dal crollo di tutto l’universo o dallo scoppiare di mille guerre.

Sul lato tecnico c’è poco da dire, per l’epoca siamo nella media, animazioni e fondali compresi, e personalmente il chara non mi ha mai attirato più di tanto.

Più che nota invece la colonna sonora, italianizzata, dove spiccano le musiche dei Beehive (letteralmente “alveare”), il gruppo rock dove nella storia, suonano Mirko e Satomi. Risentirle ancora oggi in qualche locale o alle fiere del fumetto sparse per tutta Italia, cantate da gruppi che si divertono esibendosi in questi pezzi storici, fa sorridere, ma non solo: ci si rende conto che il fenomeno anime in questi ultimi venti anni è diventato una bella realtà, e se siamo giunti a ciò i meriti sono soprattutto di titoli come questo.


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roooo83

Episodi visti: 42/42 --- Voto 7
Dire di non aver mai visto "Kiss me, Licia" è quasi impossibile! E' uno di quegli anime che da piccola avrò guardato milioni di volte e sempre con la stessa passione. La storia della giovane Licia che s'innamora perdutamente di un cantante rock è ancora oggi impressa nella mente di moltissime ragazze. E' un anime shojo che ha fatto storia. Anche se a quei tempi l'animazione non poteva essere ai livelli di oggi, i disegni sono ben fatti e i personaggi risultano belli da vedere. Le canzoni dei Beehive hanno spopolato come fosse una reale band rock di quei tempi. Ricordo che avevo la musicassetta con tutte le loro canzoni. Certamente la colonna sonora ha aiutato molto la popolarità dell'anime, che si merita ampiamente di stare nell'olimpo dei migliori anime-shojo mai realizzati. Un classico con la "C" maiuscola!!!

simona

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simona

Episodi visti: 42/42 --- Voto 9
Questa serie è entrata nel cuore di molti fan dell'animazione giapponese!
Era troppo sdolcinato, ma mi entusiasmava tantissimo ed è una di quelle poche commedie sentimentali che riguarderei sempre.
La trama è molto semplice, ma ben strutturata, e come apice fondamentale c'è sempre in ballo il dolce triangolo amoroso tra Licia, Mirko e Satomi che però molte volte sfocia in un disastro.
I caratteri dei personaggi sono ben costruiti e la serie è ricca di avventure coinvolgenti che ti fanno venire voglia di innamorarti. Anche i disegni e i colori trovo che siano molto belli per l'epoca.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 42/42 --- Voto 9
Un cartone che è entrato subito ad essere uno dei pilastri dell'animazione giapponese nell'aver successo nel nostro paese.

Non me ne uscirò con la manfrina della serie TV con attori in carne ed ossa a cui è stata legata dopo questa serie, per un motivo principale, pur essendo ispirata a questo anime, non è un anime.

Visto che qui trattiamo delle recensioni anime mi concentrerò principalmente a sottolinearne questo tipo di connotato.

Piace molto questo cartone per un mix vocale sapientemente inserito, seguendo un canovaccio già presente in un altro suo simile, ovvero L'incantevole Creamy.

Il mix vocale ovviamente costituito dalla parte cantata del protagonista e dalla parte parlata del medesimo, due voci davvero interpretate alla grande nei due ruoli dal cantante Enzo Draghi, che tutti conoscete per le sigle di Lupin, Lady Oscar e 5 Samurai, per citare alcune sigle importanti, e per la parte dei dialoghi, il grande Ivo De Palma, voce importantissima per questo protagonista che aggiungerà a questo suo indiscusso successo in seguito la sua voce anche in Pegasus ne I Cavalieri Dello Zodiaco.

Il novero dei doppiatori di questo cartone è tremendo, abbiamo Gabriele Calindri su Satomi, il rivale di Mirko in amore, Donatella Fanfani su Licia, Paolo Torrisi sul bambino Andrea (Cocciante coi capelli blu, inguardabile!), Pietro Ubaldi su Marrabbio e il gatto Giuliano, quest'ultimi rappresentano i momenti comici del cartone è sono fantastici i ruoli occupati da loro.

Il cartone ha una trama molto semplice, c'è un triangolo amoroso dove a volte la ragione ha il sopravvento su una cocente delusione, e si tende a non dire mai la verità nei confronti di chi si ama.

Oltre ciò, un canovaccio già rivisto nella realtà, un padre troppo possessivo che per il bene della propria figlia non vuole che frequenti un bulletto senza speranze, a suo dire.

Alla fine saranno proprio i sentimenti ad emergere e a far dire la verità ai protagonisti, laddove i nostri doppiatori italiani si sono fortemente calati nei personaggi, migliorando di molto un cartone che se lasciato di pari col manga, poteva dire ben poco, da questa bravura messa in campo dallo staff di doppiaggio, videro bene quelli dell'allora Fininvest (oggi Mediaset) a fare quattro serie con attori in carne ed ossa, dove stupisce Cristina D'Avena nel ruolo della protagonista Licia. (decidete voi se stupirvi in positivo o in negativo) .

Tornando al cartone, la trama vuole insegnare che l'amore guarda al di là di ogni casta, al di là di ogni esistenza condotta e al di là di quello che una canzone vuol trasmettere, l'importante è che nella volontà della coppia ci sia il desiderio di stare insieme senza inventarsi chissà quali storie o false verità, laddove la bellezza più importante è rimanere sé stessi in ogni occasione.

Un messaggio che dai ragazzi di allora, se viene visto anche oggi, viene recepito anche dai ragazzi di questi ultimi anni, inutile anche consigliarvelo, tanto so che lo vedrete sicuramente se sarà ritrasmesso in tv, visto che le belle storie piacciono a tutti!


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Kotaro

Episodi visti: 42/42 --- Voto 9
Sicuramente uno degli shojo anime più popolari e noti nel nostro paese, dove ha fatto addirittura più fortuna che in patria, generando, caso più unico che raro, tutta una serie di strampalati telefilm live action made in Italy la cui fedeltà alla serie animata rasentava l'impossibile e che hanno fatto da trampolino di lancio per molte successive icone della tv per ragazzi, Kiss me Licia/Ai shite knight è uno dei primissimi se non il primo ricordo che serbo di una serie animata giapponese seguita con passione alla tv, nel lontano tempo, sul finire degli anni '80, della mia primissima infanzia.

Aldilà del valore affettivo e storico che si porta dietro, la serie è già meritevole in sè, essendo un qualcosa di profondamente innovativo per l'epoca. Kiss me Licia esula dalle orfanelle giramondo e dalle grandi storie tragiche tipiche degli anni della sua creazione e ci cala invece nel quotidiano, in una realtà per niente idealizzata di quelli che erano l'Osaka e il Giappone stesso degli anni '80.
Da un lato, la tradizione, rappresentata dalla musica enka e dall'atmosfera retrò dell'okonomiyakiya del signor Marrabbio/Shige-san.
Dall'altro, l'avanzare del moderno, il contatto con l'Occidente, le mode che provenivano dall'America e dall'Europa, la musica rock, le band i cui membri erano effeminati e sessualmente ambigui, indossavano vestiti borchiati e portavano capelli cotonati di capelli assurdi, ben esemplificati dalla rock band dei Beehive e dai suoi membri la cui storia seguiremo nel dettaglio, il timido batterista Satomi e lo sfrontato vocalist Mirko/Go.
In mezzo ai due fuochi, la nostra protagonista, la dolce Licia/Yakko, che si trova così divisa fra la bruciante attrazione che prova per il bel Mirko
e l'affetto che la lega al padre, tradizionalista, burbero e assolutamente contrario al fascinoso e seducente giovanotto dai capelli cotonati.

Inizia così, con questi pochi elementi, la nostra storia, una storia all'apparenza molto semplice e dall'esito magari anche scontato (ma, del resto, in qualsiasi storia d'amore, se abbiamo un lui e una lei è anche lecito che finiscano insieme, vi pare?), ma condotta con grande maestria e soprattutto estremamente realistica per l'epoca, dato che, finalmente, gli spettatori potevano appassionarsi ad una storia che ritraeva il mondo così come loro stessi lo vivevano, e non il mondo del '700, dell'800, delle guerre mondiali o della rivoluzione americana.
Oggi, a più di vent'anni di distanza, naturalmente, il mondo è cambiato, ma il fascino dell'universo ritratto in Kiss me Licia rimane, la ricchezza dei dettagli con cui dipinge l'universo degli anni '80, le sue mode, la sua musica è tutt'oggi ben visibile e fa assumere all'anime un valore in più, quello della nostalgia per il tempo che fu, che certo non guasta.
La storia è ricca e frizzante, densa di avvenimenti tutti splendidamente descritti e vissuta da personaggi veramente ben caratterizzati.
Grande punto di forza della serie è infatti, a differenza di molte produzioni del genere attuali, la grande attenzione posta nei confronti dei personaggi, non soltanto i tre protagonisti Licia, Mirko e Satomi, ma tutti quanti. Abbiamo infatti uno dei cast di comprimari più azzeccati che si sia mai visto, e, oltre a seguire le vicende del triangolo (poi ridotto a coppia per forza di cose), alla fine lo spettatore si affeziona anche ai riuscitissimi personaggi secondari: il tenerissimo (e un pò rompiscatole) Andrea/Hashizo, il mitico Marrabbio, l'infida Marika/Meiko, la cacciatrice di uomini Manuela/Isuzu, il "rivale buono" Sheller/Sheila, il resto dei membri dei Beehive, i simpaticissimi clienti del ristorante di Marrabbio, ma soprattutto lui, il sornione gatto Giuliano (che si chiama così anche in originale), inconsapevole e menefreghista spettatore della vicenda tutta inviso ai personaggi della storia perché troppo grasso, sgraziato e dallo sguardo truce, ma che riesce a conquistare il lettore a prima vista e sembra volergli comunicare, manco fosse l’Obelix di Goscinny e Uderzo, “Và che sono pazzi, ‘sti qua! Che razza di gabbia di matti è, questo cartone animato? Io me ne tiro fuori…”.
La presenza di tanti personaggi spiritosi dà un'aria briosa e divertente alla serie, che così risulta tutt'altro che una barbosa love story e si fa seguire da un pubblico molto eterogeneo.

Essendo una serie che ha come argomento la musica è lecito supporre che abbia delle ottime musiche, e in effetti così è. La parte strumentale è spesso e volentieri affidata a Joe Hisaishi, il bravissimo compositore delle colonne sonore dei film di Miyazaki, e durante la serie sono presenti innumerevoli canzoni dall'inequivocabile sonorità anni '80 che non sfigurerebbero per niente accanto a quelle ben più celebri dei Duran Duran, degli Europe o degli Spandau Ballet.
Sul lato grafico, è naturale che oggi disegni e animazioni appaiano un pò obsoleti, ma per l'epoca erano davvero piacevoli, visto anche l'apporto dei due mostri sacri Shingo Araki e Michi Himeno (famosi per Saint Seiya, Lady Oscar, Yu-Gi-Oh Duel Monsters, Babil Junior o Ring ni kakero), a migliorare il particolare ma un pò bruttino stile di disegno dell'autrice originale Kaoru Tada.
Nella versione italiana, purtroppo, molte cose sono state censurate e sono stati tolti tutti i riferimenti al Giappone, come potete evincere dai nomi scelti per i personaggi, ma la serie ha comunque una sua identità.
Il doppiaggio è eseguito a regola d'arte, e ancora oggi si ricorda la dolce Licia di Donatella Fanfani, l'aggressivo Mirko di Ivo De Palma, il pacato Satomi di Gabriele Calindri, ma, soprattutto, veri e propri emblemi della serie, gli spassosissimi Marrabbio e Giuliano, entrambi doppiati dal mitico Pietro Ubaldi.
Anche le canzoni sono state eseguite in maniera assai pregevole dalla magnetica voce di Vincenzo Draghi, e all'epoca infatti ottennero un successo tale che si composero album appositi per raccoglierle, i quali scalarono le classifiche di vendita.

Kiss me Licia è un anime piacevolissimo, ma ancor più è un vero e proprio pezzo di storia della tv italiana per ragazzi, e andrebbe visto e rivisto anche a distanza di anni anche soltanto per questo. Tuttavia, aldilà del valore storico, la serie è frizzante, spassosa e coinvolgente, e merita senza dubbio un'occhiata.


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Aduskiev

Episodi visti: 42/42 --- Voto 8
Kiss me Licia sta agli anni 80 italiani quanto i Duran Duran, le Timberland e Drive In. Perché mai, fino ad ora, un anime ha riscosso in Italia un successo così ampio e ha catturato una così vasta fetta di pubblico. Un successo così diffuso e inaspettato che ha spinto l’allora Fininvest (ora Mediaset) a richiedere sequel ai produttori giapponesi e a produrne a sua volta, per calvacare l’ondata di quella miniera d’oro. Tanto che, per la prima e unica volta nel nostro paese, dall’anime è stato ricavato un telefilm ispirato alla versione animata.
Ma andiamo per ordine, Kiss me Licia (al secolo Ai Shite Night) è uno shojo manga nato dalla matita di Kaoru Tada nel 1982. Nel 1985 il prodotto debutta in Italia e riscuote subito un enorme successo tanto da rimanere nei palinsesti televisivi (con le sue 42 puntate) per quasi 10 anni! La storia parla di un quadrato amoroso che coinvolge Licia (che gestisce col padre un ristorante), Mirko e Satomi (rispettivamente cantante e tastierista del gruppo rock Bee Hive) e Marika (agente del gruppo). Di contorno il padre di Licia, Marrabbio (nome ironico e azzeccatissimo nell’”italianizzazione”) ed i frequentatori del suo locale tra cui Nonno Sam, Andrea (il fratellino di Mirko) e Giuliano, il gatto del ragazzino. La storia non presenta elementi sorprendenti se vista ai giorni nostri, se non fosse che all’epoca poteva considerarsi davvero innovativo come contenuti. Si, perché nella versione originale di “Ai Shite Night” una biondissima Licia teneva anche un corso di educazione sessuale (censurato in Italia e mai proposto). Del resto Ai Shite Night è figlio dei suoi tempi, in un periodo in cui la pedagogia all’interno di un anime era un elemento basilare.
Gli elementi nipponici presenti nell’anime sono tantissimi e la cultura del sol levante è spesso centralizzata, soprattutto nelle scene del ristorante di Marrabbio, fermo sostenitore delle antiche tradizioni. Nella traduzione con un enorme sforzo si è provato a riprodurre il tutto in chiave occidentale ma con scivoloni risibili che potevano davvero essere evitati.
Come già detto la scia del successo di Kiss me Licia portò la Fininvest a investire in ben tre serie di telefilm (1986,1987,1988) che lanciano Cristina D’avena come Attrice e che incorporano nel casting comparsate di personaggi del calibro di Corrado, Emanuela Foliero e Federica Panicucci, tanto per citarne alcuni. Anche se qui si parla dell’anime scindere le due produzioni è praticamente impossibile in quanto una figlia dell’altra e la cura nei dettagli per far assomigliare il telefilm alla versione animata è così maniacale da creare appositamente vestiti, parrucche e addirittura scenari che ricordano l’anime.
Il disegno è piuttosto classico per l’epoca di realizzazione, ben curato e, sopresa delle soprese con occhi quasi proporzionati! Le musiche dei Bee Hive hanno letteralmente fatto storia e permeano sia l’anime che il sequel televisivo, restando nel cuore dei nostalgici tutt’oggi (Ho sentito “Freeway” in un locale revival poco tempo fa!!!)
Insomma, una ventata pura di anni 80, consigliato non solo ai nostalgici ma, soprattutto a coloro che non hanno potuto viverlo perché ancora troppo piccoli o semplicemente perché nati dopo. Otto.


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Gackt

Episodi visti: 42/42 --- Voto 7
Si tratta di uno degli shojo più amati e conosciuti. In un certo senso, potrebbe essere un precursore di Nana, con la ragazza innamorata della rock star, anche se il particolare del loro primo incontro è ormai noto a grandi e piccini: "un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso; poi Mirko finita la pioggia incontra e si scontra con Licia e così...". Insomma a suo tempo ha avuto un grande successo, in particolare in Italia, in cui questa serie ha continuato ad essere trasmessa fino a poco tempo fa, ma oggi, di fronte ai nuovi standard e a opere più mature come il già citato Nana, non riesce più a reggere il confronto. Do un 7 per la nostalgia e il successo che ha avuto a suo tempo.

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 42/42 --- Voto 9
Una delle commedie amorose, almeno fino ad un po' di tempo, più famose qui da noi tanto da generare le celeberrime serie dal vivo con Cristina D'Avena, molto gradevole e simpatica. Amore e musica i temi che ruotano attorno i personaggi tra cui su tutti il mitico padre di Licia, che ce l'ha con il rock ed i capelloni, ed i suoi amici, e il gatto Giuliano ^^. Ci si emoziona sempre con questa serie sempre verde che spero magari replichino la mattina d'estate non troppo presto. ^^

jix 73

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jix 73

Episodi visti: 42/42 --- Voto 9
Ai miei tempi si chiamava cartone animato e chi più chi meno in Italia, quando arrivò ebbe un successo strepitoso, lo conoscono tutti. Negli anni 80 la musica pop la faceva da padrone. Gruppi come i Duran Duran e Spandau Ballet si contendevano la scena (gli Wham erano diversi a livello musicale) e poi arrivarono loro... i Beehive! Musicalmente questo anime è di livello superiore a Creamy (altro grande successo). Il manga è senza dubbio inferiore alla trasposizione video solo per quanto riguarda il fatto dell'ascoltare la musica. Non ho mai sentito le canzoni giapponesi di quest'opera ma dubito che siano dello stesso livello di quelle italiane. Il lavoro svolto sotto questo aspetto è eccellente. Posseggo sia la serie animata che quella manga... ed anche LP dei Beehive... Il gruppo è molto carismatico! Consigliata la visione. Ottimi i doppiaggi così come la storia.
P.S. Mirko/Go va in America per una tournée... che dite avrà fatto la fine di Jim Morrison?

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 25/42 --- Voto 7
Ragazzi, che "ottantata" questo anime! Ebbe un successo davvero incredibile in Italia dove arrivò poco dopo la sua messa in onda in jap. Venne trasmesso per anni ed anni quasi ininterrottamente ed il successo fu tale che ne venne realizzato persino un improbabile "live action" tutto made in Italy con Cristina D'Avena nei panni di Licia. La serie è leggera e senza particolari spunti di originalità e la sua principale caratteristica ormai è quella di riportare ancora ai nostri occhi le atmosfere di quegli anni in cui i cantanti avevano i capelli cotonati e se non usavi un sintetizzatore non potevi far parte di una band. Come maschietto guardavo con un certo fare di "superiorità" le mie e compagne di classe che stravedevano per questo anime "da femmine" mentre io ero più legato agli anime robotici ancora in circolazione. Se lo avessi valutato all'epoca lo avrei distrutto. Oggi invece posso dire che KML era un prodotto comunque ben realizzato e che arrivava esattamente dove doveva: al cuore delle giovani spettatrici che tendevano ad identificarsi con la buona e semplice Licia nelle varie vicende sentimentali che ruotavano intorno alla sua vita.