Art of Fighting - L'occhio di Sirio
Prodotto nel 1993 da Fuji Tv e Nihon ad System questo anime è composto da un singolo OAV di 45 minuti ed è un vero peccato perché è stato bello dal principio alla fine.
Diciamolo la prima metà degli anni novanta sono stati la Mecca delle animazioni tratte da giochi picchiaduro: "Fatal Fury" (1, 2 e 3), "Street Fighter", "Virtua Fighter", ecc. molti dei quali arrivati in Italia. In questo caso, come per "Fatal Fury" grazie a Yamato. Potendolo paragonare a "Fatal Fury 1" che ho recensito la scorsa settimana devo dire che quest’opera è superiore, sia come trama sia come combattimenti in quanto c’è più logica, è più verosimile alla realtà… certo possiamo perdonare salti acrobatici impossibili o il fatto che i personaggi non sono caratterizzati psicologicamente, non è questo il target del prodotto…
Attenzione questa parte contiene spoiler
La trama esiste: Ryo e Robert assistono ad un omicidio e sono presi di mira dal boss mafioso Mister Big, che crede siano loro ad avere l’occhio di Sirio un super diamante appena rubato per conto suo da una gioielleria, la banda di Mister Big rapisce la sorella di Ryo per riottenere il diamante… il tutto farcito da combattimenti a suo suo di karate e pallottole.
Io lo promuovo in pieno e mi sento di dargli addirittura un otto.
Diciamolo la prima metà degli anni novanta sono stati la Mecca delle animazioni tratte da giochi picchiaduro: "Fatal Fury" (1, 2 e 3), "Street Fighter", "Virtua Fighter", ecc. molti dei quali arrivati in Italia. In questo caso, come per "Fatal Fury" grazie a Yamato. Potendolo paragonare a "Fatal Fury 1" che ho recensito la scorsa settimana devo dire che quest’opera è superiore, sia come trama sia come combattimenti in quanto c’è più logica, è più verosimile alla realtà… certo possiamo perdonare salti acrobatici impossibili o il fatto che i personaggi non sono caratterizzati psicologicamente, non è questo il target del prodotto…
Attenzione questa parte contiene spoiler
La trama esiste: Ryo e Robert assistono ad un omicidio e sono presi di mira dal boss mafioso Mister Big, che crede siano loro ad avere l’occhio di Sirio un super diamante appena rubato per conto suo da una gioielleria, la banda di Mister Big rapisce la sorella di Ryo per riottenere il diamante… il tutto farcito da combattimenti a suo suo di karate e pallottole.
Io lo promuovo in pieno e mi sento di dargli addirittura un otto.
Nel vasto panorama dei videogiochi picchiaduro "Art Of Fighting" è per quasi tutti, me compreso, una trilogia di culto mentre per altri fu solo un tentativo della SNK di dare una risposta concreta all'incontrastato "Street Fighter II". Questi lo bollarono come un mezzo clone, specie per quanto concerne l'aspetto di Ryo Sakazaki e per alcune tecniche da lui utilizzate, e non ebbero completamente torto. "Dan Hibilki" infatti venne creato dalla Capcom come parodia dei personaggi di "Art Of Fighting".
In realtà il primo capitolo fu rivoluzionario per l'epoca (1992) grazie a sprite più grossi, l'utilizzo di una barra di energia ricaricabile per le tecniche segrete, tre differenti bonus per il potenziamento del personaggio e lo zoom della telecamera per rendere il tutto più dinamico e cinematografico. Si potevano selezionare solo i due protagonisti nella modalità storia, mentre tutti gli altri (compresi gli ultimi due boss) erano selezionabili nella modalità Versus.
In questo OAV sono tantissime le differenze rispetto al gioco originale. Il primo AOF nacque come prequel di "Fatal Fury" ed era ambientato nei tardi anni '70 primi anni '80 per documentare l'ascesa criminale del boss della malavita Geese Howard che, a quel tempo, era un corrotto commissario di polizia che a poco a poco si stava impadronendo di South Town.
La trama era incentrata sul dramma dei fratelli Ryo e Yuri Sakazaki dovuto alla tragica morte della madre Ronnet in un incidente stradale che si pensa fu causato intenzionalmente dalla malavita locale e al susseguente abbandono del padre Takuma Sakazaki, che venne costretto su minaccia proprio da Geese Howard ad aiutarlo nelle sue losche trame. Dopo anni di duro lavoro e sacrifici Ryo divenne un temibile maestro di arti marziali e un invincibile combattente da strada e questo attirò le attenzioni del secondo di Geese ovvero Mr. Big che propose a Ryo di lavorare per lui, ma al suo rifiuto fece rapire sua sorella Yuri. Insieme all'amico Robert, Ryo setacciò la città di South Town per ritrovare la sorella rapita.
Questa era la vera trama, mentre in questo OAV non solo non viene citato il passato dei protagonisti ma tutta la storia del rapimento nasce da un banale equivoco e alcuni personaggi non compaiono oppure hanno un aspetto decisamente differente, vedere per esempio Ryo o Todoh per dirvene due a caso.
Ciò che rendeva particolare il primo gioco era una trama che ricordava quella dei più classici film di azione/arti marziali ambientati nelle grandi città americane in cui abili combattenti dovevano vedersela con il mafioso di turno. Qui più o meno è stato mantenuto lo stesso schema ma gioco e OAV differiscono davvero troppo l'uno dall'altro.
Per concludere, la versione animata di AOF, la si può apprezzare meglio se non si conosce il gioco altrimenti potrebbe essere alquanto deludente, ma comunque non è nemmeno completamente da buttare per chi non ha troppe pretese e vuole divertirsi.
In realtà il primo capitolo fu rivoluzionario per l'epoca (1992) grazie a sprite più grossi, l'utilizzo di una barra di energia ricaricabile per le tecniche segrete, tre differenti bonus per il potenziamento del personaggio e lo zoom della telecamera per rendere il tutto più dinamico e cinematografico. Si potevano selezionare solo i due protagonisti nella modalità storia, mentre tutti gli altri (compresi gli ultimi due boss) erano selezionabili nella modalità Versus.
In questo OAV sono tantissime le differenze rispetto al gioco originale. Il primo AOF nacque come prequel di "Fatal Fury" ed era ambientato nei tardi anni '70 primi anni '80 per documentare l'ascesa criminale del boss della malavita Geese Howard che, a quel tempo, era un corrotto commissario di polizia che a poco a poco si stava impadronendo di South Town.
La trama era incentrata sul dramma dei fratelli Ryo e Yuri Sakazaki dovuto alla tragica morte della madre Ronnet in un incidente stradale che si pensa fu causato intenzionalmente dalla malavita locale e al susseguente abbandono del padre Takuma Sakazaki, che venne costretto su minaccia proprio da Geese Howard ad aiutarlo nelle sue losche trame. Dopo anni di duro lavoro e sacrifici Ryo divenne un temibile maestro di arti marziali e un invincibile combattente da strada e questo attirò le attenzioni del secondo di Geese ovvero Mr. Big che propose a Ryo di lavorare per lui, ma al suo rifiuto fece rapire sua sorella Yuri. Insieme all'amico Robert, Ryo setacciò la città di South Town per ritrovare la sorella rapita.
Questa era la vera trama, mentre in questo OAV non solo non viene citato il passato dei protagonisti ma tutta la storia del rapimento nasce da un banale equivoco e alcuni personaggi non compaiono oppure hanno un aspetto decisamente differente, vedere per esempio Ryo o Todoh per dirvene due a caso.
Ciò che rendeva particolare il primo gioco era una trama che ricordava quella dei più classici film di azione/arti marziali ambientati nelle grandi città americane in cui abili combattenti dovevano vedersela con il mafioso di turno. Qui più o meno è stato mantenuto lo stesso schema ma gioco e OAV differiscono davvero troppo l'uno dall'altro.
Per concludere, la versione animata di AOF, la si può apprezzare meglio se non si conosce il gioco altrimenti potrebbe essere alquanto deludente, ma comunque non è nemmeno completamente da buttare per chi non ha troppe pretese e vuole divertirsi.
Un altro mondo il novantuno, quando Street Fighter II irruppe nelle sale, si aveva la voglia di pestare duro nei locali puzzolenti, nei bar soleggiati al mare, ovunque. La prima a seguire la scia di Capcom fu la Shin Nihon Kikaku, SNK per gli amici, prima con Fatal Fury, nel 1991, poi con Art of Fighting, l'anno successivo.
Similmente al videogioco di Terry Bogard e co., è possibile selezionare solo i due protagonisti, Robert Garcia e Ryo Sakazaki, mentre i restanti sono i nemici da abbattere per seguire la storia e arrivare al bosso finale, Mr Karate.
Il picchiaduro, nonostante alcune innovazioni per il genere non indifferenti (lo "zoom" sui lottatori, la barra super ricaricabile, una potenza grafica massiccia tale da rendere AOF il primo gioco a occupare una cartuccia da ben 100 megabyte) non raggiungerà la grande fama di Street Fighter né tanto meno di Fatal Fury, ma genererà comunque due sequel formando così una trilogia, per poi essere messa da parte e fare spazio così alla celebre saga di The King of Fighters con la quale SNK riuscirà a raggiungere qualitativamente, e persino superare in certi aspetti, la rivale Capcom.
Per questa trasposizione animata si è scelto di cambiare l'aspetto dei due protagonisti, Ryo in particolare è totalmente diverso, probabilmente ciò è dovuto alla sua somiglianza con il celebre Ken di 'Street Fighter' (biondo + divisa rossa), qui lo troviamo con capelli castani, senza un soldo e con la faccia da ebete.
Tutto l'opposto Robert, auto fiammante, giacca di lusso, fidanzata... liceale. Robert è infatti fidanzato con Yuri, sorella di Ryo, che viene qui rapita da un boss della malavita, un certo Mr Big, per via di una serie di sfortunati eventi che hanno coinvolto i due protagonisti.
Ora, pretendere una trama di spessore in un anime tratto da un picchiaduro (noti per avere storie cretine), per giunta dalla durata di appena 50 minuti, sarebbe come lamentarsi della colonna sonora in un hentai. Tuttavia Art of Fighting non riesce a farsi perdonare per diversi motivi, uno fra tutti i personaggi stravolti rispetto alla loro caratterizzazione originale. Su Ryo versione Goku-imbecille ci siamo passati, riguardo al resto è chiaro che i creatori non hanno badato molto allo spirito del videogioco, eliminando il boss finale Mr Karate - Mr Big era solo il "mid boss" -, padre di Ryo e Yuri (mica poco a livello di trama), altri personaggi interessanti come Lee Pai Long e Todoh, cambiando poi aspetto e carattere di Yuri, e via discorrendo.
Si potrebbe anche passare sopra a questi compromessi - ma anche no! - se solo l'OAV fosse di pregevole fattura, ma ciò non avviene. I combattimenti non sanno di nulla, le animazioni sono fin troppo al risparmio per un anime di così breve durata e l'accompagnamento musicale neppure si nota. Insomma 'Art of Fighting' è il classico OAV di serie C in voga in quel periodo, e non sarà neppure l'ultimo. Salvo giusto l'ambientazione urbana, inerente allo stile squisitamente anni novanta della scuola SNK, ma tutto il resto è ampiamente evitabile.
Un peccato, Art of Fighting, come del resto il suo fratellino Fatal Fury, meritavano un maggior rispetto, oppure si potevano evitare del tutto operazioni di questo genere che purtroppo non ci abbandoneranno neppure negli anni successivi, ignari del fatto che il binomio picchiaduro-anime funziona pochissime volte, quindi se volete conoscere i giochi SNK che hanno fatto la storia di quel decennio rivolgetevi a un buon emulatore.
In fondo sono belli da giocare e pallosi da vedere, era così anche in sala giochi quando si faceva la fila, aspettando con ansia la sconfitta del bimbetto davanti, con la differenza che qui il momento di divertirsi non arriva mai.
Similmente al videogioco di Terry Bogard e co., è possibile selezionare solo i due protagonisti, Robert Garcia e Ryo Sakazaki, mentre i restanti sono i nemici da abbattere per seguire la storia e arrivare al bosso finale, Mr Karate.
Il picchiaduro, nonostante alcune innovazioni per il genere non indifferenti (lo "zoom" sui lottatori, la barra super ricaricabile, una potenza grafica massiccia tale da rendere AOF il primo gioco a occupare una cartuccia da ben 100 megabyte) non raggiungerà la grande fama di Street Fighter né tanto meno di Fatal Fury, ma genererà comunque due sequel formando così una trilogia, per poi essere messa da parte e fare spazio così alla celebre saga di The King of Fighters con la quale SNK riuscirà a raggiungere qualitativamente, e persino superare in certi aspetti, la rivale Capcom.
Per questa trasposizione animata si è scelto di cambiare l'aspetto dei due protagonisti, Ryo in particolare è totalmente diverso, probabilmente ciò è dovuto alla sua somiglianza con il celebre Ken di 'Street Fighter' (biondo + divisa rossa), qui lo troviamo con capelli castani, senza un soldo e con la faccia da ebete.
Tutto l'opposto Robert, auto fiammante, giacca di lusso, fidanzata... liceale. Robert è infatti fidanzato con Yuri, sorella di Ryo, che viene qui rapita da un boss della malavita, un certo Mr Big, per via di una serie di sfortunati eventi che hanno coinvolto i due protagonisti.
Ora, pretendere una trama di spessore in un anime tratto da un picchiaduro (noti per avere storie cretine), per giunta dalla durata di appena 50 minuti, sarebbe come lamentarsi della colonna sonora in un hentai. Tuttavia Art of Fighting non riesce a farsi perdonare per diversi motivi, uno fra tutti i personaggi stravolti rispetto alla loro caratterizzazione originale. Su Ryo versione Goku-imbecille ci siamo passati, riguardo al resto è chiaro che i creatori non hanno badato molto allo spirito del videogioco, eliminando il boss finale Mr Karate - Mr Big era solo il "mid boss" -, padre di Ryo e Yuri (mica poco a livello di trama), altri personaggi interessanti come Lee Pai Long e Todoh, cambiando poi aspetto e carattere di Yuri, e via discorrendo.
Si potrebbe anche passare sopra a questi compromessi - ma anche no! - se solo l'OAV fosse di pregevole fattura, ma ciò non avviene. I combattimenti non sanno di nulla, le animazioni sono fin troppo al risparmio per un anime di così breve durata e l'accompagnamento musicale neppure si nota. Insomma 'Art of Fighting' è il classico OAV di serie C in voga in quel periodo, e non sarà neppure l'ultimo. Salvo giusto l'ambientazione urbana, inerente allo stile squisitamente anni novanta della scuola SNK, ma tutto il resto è ampiamente evitabile.
Un peccato, Art of Fighting, come del resto il suo fratellino Fatal Fury, meritavano un maggior rispetto, oppure si potevano evitare del tutto operazioni di questo genere che purtroppo non ci abbandoneranno neppure negli anni successivi, ignari del fatto che il binomio picchiaduro-anime funziona pochissime volte, quindi se volete conoscere i giochi SNK che hanno fatto la storia di quel decennio rivolgetevi a un buon emulatore.
In fondo sono belli da giocare e pallosi da vedere, era così anche in sala giochi quando si faceva la fila, aspettando con ansia la sconfitta del bimbetto davanti, con la differenza che qui il momento di divertirsi non arriva mai.
Davvero divertente. Ideale per passare 48 minuti senza pensieri. Effettivamente la trama è ridotta all'osso, ma i colpi di scena non mancano, così come non mancano acrobazie e super salti. La storia: inseguendo un gatto Ryo e Robert assistono ad un omicidio. I cattivi pensano che abbiano preso loro l'occhio di Sirio. Perciò il cattivone rapisce la sorella di Ryo, scatenando la sua furia fatale, sempre accompagnato dal riccone Robert.
Atroce trasposizione del classico omonimo videogame picchiaduro... Una delusione su più fronti! Se eravate rimasti scioccati dall'anime di Fatal Fury (occasione sprecata anche in quel caso...), qui troverete un nuovo punto di bassezza incredibile! Ryo Sakazaki e Robert Garcia ridotti a macchiette di sé stessi, una trama che non si regge in piedi, più ridicola di un film di Jackie Chan senza neanche le arti marziali! Senza contare il fatto che hanno cambiato completamente l'aspetto di Ryo, ed eliminato alcuni personaggi che avrebbero potuto dare un tono alla storia. Così non è stato, peccato, anche perchè disegni ed animazioni non erano male! Decisamente per gli anime tratti da videogiochi di combattimento non va mai troppo bene (vedi Street Fighter V, Fatal Fury, Tekken...)!