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FRANCESCO

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FRANCESCO

Episodi visti: 56/56 --- Voto 10
"Danguard" è stato tra i primissimi robottoni giunti in Italia, più o meno insieme a "Goldrake". Da bambino ne avevo visto qualche puntata e mi piacevano i disegni, ma la sua storia era meno immediata rispetto a quelle di Mazinger e simili e quindi non mi prendeva allo stesso modo. Vedendolo ora interamente, credo sia una delle serie robotiche più belle. Ha un tono drammatico e serio e presenta molti spunti interessanti nei suoi personaggi: la crescita durante l’addestramento di Arin, pilota del Danguard e il suo rapporto con il padre, nonchè la figura del generale Dan sono tutti elementi che caratterizzano molto l’anime. Pure i nemici guidati dal cancelliere Doppler, che è mosso dal delirio di portare su pianeta Prometeo solo l’élite dei terrestri, rendono bene. Tutti i personaggi risultano ben delineati e con il giusto spazio dedicato. Inoltre, da un punto di vista della narrazione, "Danguard" ha una maggiore organicità dei robot coevi, rendendo l’evoluzione della storia assiduamente interessante lungo ben 56 episodi, e sebbene ciò sembri mettere in secondo piano i combattimenti, questi sono comunque presenti e ben realizzati, gli stessi mecha avversari hanno dei tratti ben curati secondo me. Il Danguard come robot-astronave ha una sua prestanza, con un efficace repertorio di colpi e armi, e i suoi scontri sono prevalentemente aerei o spaziali.

Una menzione meritano le musiche di fondo (ricordo a volte in particolare l’assolo di tromba), ai soliti alti livelli delle serie anni Settanta, e le sigle italiane, nonché i colori e il design in generale, oltre che la buona fluidità dell’animazione. C’è qualche passaggio più ingenuo, ma comunque meno di altri anime coevi, e forse ciò è limitato alla parte nello spazio, mentre la prima parte sulla terra, incentrata sul capitano Dan, è più rigorosa. Direi quindi che questa serie è ottima e non da meno dei robot nagaiani e, tra gli anime robotici classici, credo sia uno di quelli che oggi funzionerebbe meglio e avrebbe meritato maggiori repliche, mentre per quanto posso ricordare rispetto ad altri è passato assai di rado: forse per il suo tono adulto e più introspettivo la avvicino a Baldios, e quindi mio voto è 10.


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Commander Prime

Episodi visti: 20/56 --- Voto 3
Una volta Danguard mi piaceva... quando ero giovane e non capivo niente.
Oggi però mi si para davanti con tutti i suoi difetti. Classica storia robotica fatta di spade e raggi.
Cosa la distingue dalle altre? Forse che il padre del protagonista è in incognito e addestra il giovane pilota a pilotare il Robot, trasformarlo ecc. Peccato che tutte le prove e gli allenamenti sono di un noioso incredibile.

E poi il padre mascherato è davvero sempre, ma sempre serio e severo. Io capisco lo spirito giapponese, ma qui si è proprio esagerato. Anche perché questi allenamenti sono sempre il piatto forte della puntata e la pervadono dall'inizio alla fine. Dopo una ventina di episodi ho alzato bandiera bianca.

sissi

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sissi

Episodi visti: 52/56 --- Voto 7,5
Forse perché si tratta di uno dei primi neonati anime arrivati sui nostri schermi negli anni '70 - '80 a seguito dell'exploit dei celeberrimi "Goldrake" e "Mazinga", ho prestato particolare attenzione a una trama che si discosta dagli standard apparsi all'epoca. Innanzitutto per la ferrea disciplina dell'addestramento su cui pare concentrarsi buona parte dell'anime, intrecciato con il lato umano e conflittuale del protagonista, perseguitato dal ricordo ossessivo del padre ma al tempo stesso desideroso di riscattarlo dal suo oscuro e infamante passato. Poi per il richiamo sin troppo evidente a un neo-fascismo che si riscontra nella fazione opposta, non solo nelle uniformi e nella voce di alcuni doppiaggi, ma soprattutto nella creazione di un gruppo di eletti destinati a diventare i privilegiati abitanti del decimo pianeta. In un contesto proiettato verso un futuro di solidarietà e dove il nemico era perlopiù costituito da alieni in cerca di una terra da invadere (per questioni di sopravvivenza o meno), devo dire che questa è una peculiarità che colpisce!
Altro punto abbastanza rilevante è il rapporto umano che si instaura tra i principali protagonisti: Arin e Tony, benché rivali in amore, mantengono un cameratismo ammirevole, e personalmente rimane equivoca la scelta che opererà (se mai lo farà) Nova/Lisa, dal momento che nell'episodio 29 dichiara apertamente di essere attratta da entrambi. Inoltre, scivolando verso gli episodi finali, pare quasi che l'attrazione dei due ragazzi abbia uno stampo più materno che passionale; il richiamo all'amore di una madre per il figlio diventa il motivo scatenante del sentimento che i due giovani provano per Nova. Un personaggio femminile che al contrario di altri non attira una particolare attenzione né per abilità né per virtuosismi, pur essendo posta al centro della scena addirittura per il principale giovane avversario Fritz Arken. Personalmente ho apprezzato di più le figure femminili di Noel e Flisa, benché protagoniste solo di una "toccata e fuga"! Comunque sia, una trama avvincente pur senza alieni provenienti da mondi lontani o dalle profondità della Terra, e soprattutto non molto distante da quello che potrebbe davvero rivelarsi il futuro del genere umano, con tutte le problematiche e le conflittualità ad esso collegate.


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kaio1982

Episodi visti: 56/56 --- Voto 10
Danguard è un anime robotico del filone Super Robot del 1977 ed è anche il primo ed unico lavoro di Leiji Matsumoto in questo genere. Chi non conosce questa serie potrà pensare che si tratta del solito anime robotico anni '70 che segue i soliti schemi. In realtà, la mente sognante di Matsumoto, sempre intrisa di quell'atmosfera spaziale intenta a ricercare la poesia nella fantascienza, si nota anche qui, distinguendo molto Danguard da altre serie robotiche di quel periodo.
La prima cosa che spicca è decisamente la trama, che non si basa su di una banalissima invasione aliena, ma sulla ricerca a scopo scientifico e logistico del decimo pianeta chiamato Prometeo.
Al contrario di quanto si possa pensare, i nemici non sono alieni, ma terrestri (dalle orecchie a punta solo per estetica) appartenenti ad un corpo militare e subordinati all'inquietante scienziato cinico e spietato di nome Doppler, che ovviamente farà di tutto per raggiungere e sfruttare Prometeo prima del gigantesco Danguard e la sua base. La storia si concentra molto anche sul rapporto tra padre e figlio, mantenendo un costante interesse sullo sviluppo del rapporto tra Arin (pilota del Danguard) ed il capitano Dan, che sotto una maschera nasconde ad Arin la verità.
Naturalmente sono presenti i anche i soliti schemi robotici di quel periodo, con combattimenti a base di pugni cosmici, occhi di fuoco e missili vari contro i mostri meccanici di turno. Nonostante la ripetitività di alcuni episodi e degli schemi registici figli della sua epoca, Matsumoto riesce a rendere quest'anime sempre interessante. La serie andando avanti, va focalizzandosi sempre di più sul viaggio verso Prometeo e su Arin e Dan, abbandonando il tema robotico e mettendo in spicco quello del lungo viaggio spaziale tanto caro a Matsumoto. Danguard è diverso dai numerosi anime che lo accomunano e lo è in maniera decisamente netta, avvicinandosi più ad una Space opera che ad un anime Super Robot.
Anche dal punto di vista tecnico Danguard si distingue, non per il mecha design o per l'aspetto dei protagonisti, ma perché i fondali, le animazioni e le varie esplosioni, non sono mai approssimativi, ma sempre ben realizzati, (per l'epoca) senza irrisori dettagli, grazie ad una sapiente ed intelligente gestione dello stile grafico generale. Il doppiaggio è serio e ben riuscito e le sigle italiane sono decisamente più evocative e migliori di quelle anacronistiche giapponesi.


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doctor Octopus

Episodi visti: 56/56 --- Voto 6
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>

Ho sempre trovato questa serie anime divisa a metà, perché, secondo me, la prima parte, quella dell'addestramento di Arin, è nettamente superiore alla seconda, che si svolge nello spazio. Per me, il vero anime di "Danguard" è finito con la morte del capitano Dan, perché il resto, essendo tratto da un manga di Leiji Matsumoto, si è già visto meglio in "Star Blazers", "Starzinger" e "Capitan Harlock". Il magnifico rapporto fra il capitano Dan e Arin era quello di istruttore mascherato e allievo, non certo di padre e figlio, visto che Arin credeva che Dan fosse solo un uomo mascherato da Doppler rinnegato, e non suo padre creduto morto in un incidente spaziale provocato dal neo-nazista Doppler.

Il robot si faceva attendere nelle prime puntate, è vero, mentre nelle ultime lo trovavo meno interessante, per la la corsa al pianeta Prometeo fra il Planester di Doppler e l'astronave Yasdam del dottor Galax. E poi, anime come "Danguard" mi hanno sempre fatto porre domande come: "A cosa serve il secondo pilota del Danguard, visto che Tony, l'amico/rivale di Arin (e pesante sostituto di Dan), non veniva quasi mai chiamato a sostituire Arin in battaglia?". O "Perché il capitano Fritz Harken, fino a poche puntate dalla fine è un neo-nazista di quelli bastardi, mentre poi s'ammoscia, diventando come Bel Ami di "Starzinger"?".

Di certo, sostituire il mitico Go Nagai alla Toei non era certo impresa facile, ma almeno Go creava dei nemici che volevano conquistare la Terra, non evacuarla, perché era un pezzo di fango inquinato. In conclusione, "Danguard" è una buona serie, ma visto che ho dato 7 a "Mazinga Z", non posso certo dargli un voto più alto del robot di Koji Kabuto, quindi scendo a 6. E poi, ho sempre trovato pesante il giovane Paolo Torrisi, che qui doppiava Arin.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 56/56 --- Voto 10
Danguard è un anime di genere mecha davvero ben realizzato - seppur ormai datato - in più punti, a cominciare dallo staff artistico che ha prodotto questa grande opera, e che giustamente entra nel novero degli anime sui robot più popolari. Dicevo del cast, difatti troviamo un Matsumoto superlativo nella realizzazione di questo prodotto, che segnerà la fine del connubio che egli ha avuto con l'altro mostro sacro dei mecha, ovvero Go Nagai.
Ma dalla fine di un connubio nascono sempre ulteriori grandi scommesse e grandi collaborazioni, difatti è in opere come queste che si fa conoscere un duo destinato a diventare di grande importanza negli anni a venire, ovvero Shingo Araki e Michi Himeno, che ritroveremo protagonisti in pilastri come Babil Junior, Lady Oscar e I Cavalieri Dello Zodiaco. Mi piace sempre evidenziarli, quando ci sono in altre opere, perché non voglio che essi vengano ricordati solamente per le opere citate, ma anche per altri grandi titoli come appunto Danguard.

La trama è molto semplice e di facile sviluppo, come del resto lo sono quelle di quasi tutti gli anime tipo mecha dell'epoca; la divisione operata nella trama da Nagai ha sicuramente contribuito a dare un'impronta semplicistica all'opera, visto che Go cerca sempre la spettacolarità e l'inserimento di trame su trame all'interno di un unico anime sui mecha.
Qui siamo proprio ai fondamentali del genere, la dinastia che continua di padre in figlio nel trasmettere i valori della scienza evoluta e tramandata negli anni, con il fine di preparare un automa che sia in grado di difendere la giustizia e di evitare conflitti su altri pianeti sconosciuti.

I temi trattati sono però ben più marcati di quanto possa dire la trama. Abbiamo il tema del rapporto padre-figlio, considerato sempre un rapporto più difficile di quello che si può stabilire tra madre e figlio. Difatti un esempio non-mecha dove si ritroverà questo ambito sarà l'anime "Tommy la stella dei Giants", ma se in quel caso è un rapporto molto duro, qui c'è di mezzo il tema della morte presunta, che una volta rivelata crea scompensi il più delle volte a danno dei figli, inconsapevoli il più delle volte di disegni ambiziosi e di fini sempre più nascosti.
La trama è semplice proprio da questo punto di vista, in quanto dai personaggi dipende l'esito di questo anime, non certo dall'automa che dà il titolo all'opera, che può essere visto come il corollario dell'intera narrazione, il compimento di un disegno che ha radici ben lontane tra i protagonisti.

E qui si dà il giusto spazio alla morale dell'autore, ovvero che non c'è cosa più nascosta e sconosciuta del destino, che il più delle volte viene condizionato da altri fattori esterni, nascosti anche all'interno dei propri cari, come accade in quest'opera. C'è da dire che nella vita non esiste una cosa più nascosta e nello stesso tempo malleabile del destino, di cui i principali protagonisti siamo noi, che ne gettiamo le basi per la creazione, per la sopravvivenza, per il fine di muovere il nostro futuro. Esso dipende sempre da noi, mai completamente da altri che ci possono dare un semplice imput per migliorarci o peggiorarci le cose. Sta a noi la decisione finale di prendere le redini del nostro destino per modificarlo o meno, questo è il più grande dei significati che ci riesce a dare questo anime: consigliatissimo!

simona

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simona

Episodi visti: 30/56 --- Voto 10
Danguard secondo me si può inserire nel filone dei cosiddetti robottoni mitici! E' fantastico perchè i personaggi, ben caratterizzati, la storia avvincente e suggestiva e ricca di quelle atmosfere romantiche e melanconiche tipiche dell'autore, con pensieri, parole e accadimenti fanno riflettere non poco. Danguard è da considerarsi una sorta di favola spaziale che ci invita a lottare e a credere sempre in noi stessi grazie all'autore Matsumoto! Miticooo!!!!

simona

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simona

Episodi visti: 26/56 --- Voto 9
Danguard è sicuramente una delle migliori produzioni nipponiche nel campo dei robottoni! Guardandolo ho effettivamente constatato la ricchezza della trama, si distingue davvero moltissimo rispetto ai soliti robot, in quanto possiede una trama davvero coinvolgente, personaggi ben definiti, insomma la classica intensità alla "Matsumoto". Altra cosa particolare di questo anime è sicuramente il character design di Shingo Araki. Comunque una bellissima serie, assolutamente da guardare!!!

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 30/56 --- Voto 9
Quest'unico "robottone" realizzato da Matsumoto si va a piazzare (a mio modestissimo parere) tra quelli davvero "epici". La trama per quanto abbia alcune ripetizioni tipicamente "episodiche" è invece tutt'altro che il solito "sconfiggi il mostro della settimana" bensì si avvicina più all'idea di "viaggio verso il futuro" tanto cara al maestro. Il mecha ed il chara, per quanto curati, sono in linea con le produzioni del periodo. Per gli appassionati di Sci-Fi animata anni '70 Danguard è un capitolo fondamentale. Credetemi, ci sono molti anime che, ad oggi, avrebbero da imparare da alcune trovate narrative di quest'opera.

Desmomelo

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Desmomelo

Episodi visti: 56/56 --- Voto 7
Ho rivisto la serie negli ultimi tempi e, come molte altre vecchie serie, mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Naturalmente il disegno risente della vecchiaia e non c'è nella puntate qualcosa che riesca a tenerti incollato allo schermo.
Mi sento però di calarla nei suoi anni e ricordo che invece all'epoca mi colpì parecchio perché diversa dai robottoni di Nagai: intanto introduceva una certa trama che valicava il confine della singola puntata, i piloti dovevano imparare a guidare le navicelle e il robot appare solo dopo molte puntate, una vera rivoluzione!
Se poi ci mettiamo l'enigma dell'uomo mascherato e dei suoi allenamenti spietati ecco che "Danguard" si discostava quel tanto per essere interessante.
Vista con gli occhi di oggi si nota che Matsumoto ha digerito a fatica l'imposizione del robot. In generale la considero una buona serie, peccato che all'epoca fu troncata senza pietà...

Friederike72

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Friederike72

Episodi visti: 56/56 --- Voto 7
L'unica incursione di Matsumoto nel genere robotico.
Vabbè, diciamo subito che non è un capolavoro... riprende, sia nei temi che nel design, tematiche già presentate in Star Blazers, cercando evidentemente di cavalcarne il successo...
Tuttavia, l'epica malinconica di Matsumoto rimane invariata e riesce ad emozionare e coinvolgere anche quando è ripetitiva...
Grandi atti di coraggio e di sacrificio, niente distinzioni nette fra bene e male, malvagi che (come Desslar) rubano la scena agli eroi; e c'è pure un'inedita interpretazione fantascientifica della maschera di ferro, oltreché un rapporto contrastato padre-figlio che è un po' una novità in un'anime di Matsumoto (dove di solito i padri veri brillano per la loro assenza).

Character design un po' d'annata e non tanto curato... ma una sigla italiana che una volta tanto è davvero splendida, melodica ed eroica, fa venire brividi di nostalgia il solo risentirla, oggi, a 20 anni di distanza.
Un robottone diverso dagli altri, insomma... dove prevale l'aspetto umano, più del combattimento vero e proprio.

Aggiungiamo il fatto che nell'anime si fa riferimento ad un ipotetico pianeta X del Sistema Solare, ipotesi che qualche astronomo ha effettivamente avanzato: Matsumoto pure profeta?