Bryger
E' una serie televisiva robotica dove il character design dei personaggi è affidato a quel Mokey Punch che rese "Lupin III" un hit anche in Italia... E persino i Cosmo Ranger Jota 9 sono degli hit, non solo per la somiglianza ai quattro ladri inseguiti dall'ispettore Zenigata, ma anche perché avevano personalità diverse da Jigen, Goemon, Fujiko e Lupin. Considero quest'anime un precursore di "Cowboy Bebop", anche se c'è pure il robot che, diciamolo, poteva anche essere solo un'astronave e basta. Intrigante il cattivissimo faraone Kamen Kamen, che compare solo a metà serie, molto sexy la bella ranger Omachi (che in una puntata ha pure un flirt hot con un uomo), simpatici il pistolero Kid e il pilota Boy. Quanto a Aizaaak, il capo, mi è sempre sembrato uno pseudo-capitan Harlock in salsa Goemon, che, anziché usare la katana, usa la frusta. Simpatica la mascotte Poyon, che dice solo "poyon", teneri i due orfanelli adottati dai quattro ranger, 'sfigato' il buffo Poncho, che funge da agente dei ragazzi e procura loro i lavori fra i pianeti. Eccitanti le azioni commando dei ranger, scontate le battaglie spaziali con i robot nemici. Il finale shock portò a un'altra serie mai arrivata in Italia. E' comunque godibile, con due canzoni di Franco Martin entrate nel mito.
Curiosità: fra i doppiatori che davano la voce ai cattivi, o ai clienti degli Jota 9, si faceva notare il compianto Enzo Consoli, inarrivabile voce dell'ispettore Zenigata (unico trait-d'union con le serie anime TV di "Lupin").
Curiosità: fra i doppiatori che davano la voce ai cattivi, o ai clienti degli Jota 9, si faceva notare il compianto Enzo Consoli, inarrivabile voce dell'ispettore Zenigata (unico trait-d'union con le serie anime TV di "Lupin").
Fino al 1981 era impensabile proporre al pubblico una serie robotica senza mostro della settimana: Gundam ci aveva provato nel 1979 ed era stato costretto a chiudere prematuramente per mancanza di ascolti. Ma nel 1981 le cose cambiano: il pubblico del robotico si è stancato dalle formule fisse del genere e cominciano ad apparire serie diverse. La prima è appunto "Bryger", seguita qualche settimana dopo da "Dougram". In pochissimi anni il super robot ortodosso perde il favore del pubblico e si estingue (quasi) completamente. Questo è il periodo in cui sono state prodotte più serie robotiche in assoluto, ma quasi nessuna è basata sui combattimenti contro il mostro della settimana. Abbondano invece le serie di avventura, azione, fantascienza, addiritture poliziesche, in cui ci sono dei robot giganti, senza che la presenza del robot abbia una rilevanza primaria.
"Bryger" è il primo a seguire questa nuova tendenza: si tratta di una serie d'azione, in cui i protagonisti (i Cosmo Ranger J9) combattono contro un sindacato criminale che opera nel sistema solare. Bryger, il robot gigante, è quasi inutile ai fini della storia: non ha un colpo finale, non ha armi particolari se non una spada con cui affetta i mecha nemici (mecha, non mostri), i combattimenti hanno breve durata e sono di scarso impatto. È una serie pensata per il mercato americano, con dei protagonisti "fighi" e con la profondità di un foglio di carta velina. La distanza da un robotico canonico è evidente fin dal chara design, realizzato dal grande Katsuo Komatsubara, ma con la direttiva di copiare quanto più possibile lo stile di Monkey Punch. Tra i Cosmo Ranger abbiamo quindi una novella Fujiko Mine (copiata bene per dire la verità) e dei bellocci smilzi; il protagonista è un tiratore scelto e allo stesso tempo anche un chitarrista.
La serie ebbe un grande successo, tanto che ne vennero prodotti ben due seguiti, "Baxinger" nel 1982 e "Sasuraiger" nel 1983, anche questi importati negli Stati Uniti.
Cosa differenzia "Bryger" da una serie americana? Poche cose, probabilmente la cosa più giapponese è il cattivo Kamen Kamen, un travestito seminudo che se ne va in giro vestito da antico egiziano. Il suo piano è quello di fare esplodere il pianeta Giove per creare dei nuovi pianeti sui quali fare emigrare il suo popolo (i Nubiani); naturalmente la distruzione di Giove causerebbe la fine della Terra e i Cosmo Ranger devono impedirla. I richiami all'Egitto e al popolo eletto fanno venire in mente "Gordian" e probabilmente non si tratta di un caso visto che lo sceneggiatore è lo stesso (Yuu Yamamoto), ma la trama di "Bryger" è ben inferiore. Anche la conclusione è quanto di meno ispirato si possa immaginare: non c'è combattimento robotico, i Cosmo Ranger hanno breve una scaramuccia con Kamen Kamen a colpi di spada e questi per follia religiosa si getta su Giove che sta esplodendo, uccidendosi (?). Onestamente non capisco come questa serie possa avere avuto successo, visto che anche tra le serie d'avventura scanzonata di quegli anni c'è di molto meglio. Come realizzazione tecnica la serie non è nulla di che, anzi impallidisce di fronte agli altri robotici del 1981. Si salvano le sigle italiane di inizio e fine, molto orecchiabili e diverse dal solito, di Franco Martin.
"Bryger" è il primo a seguire questa nuova tendenza: si tratta di una serie d'azione, in cui i protagonisti (i Cosmo Ranger J9) combattono contro un sindacato criminale che opera nel sistema solare. Bryger, il robot gigante, è quasi inutile ai fini della storia: non ha un colpo finale, non ha armi particolari se non una spada con cui affetta i mecha nemici (mecha, non mostri), i combattimenti hanno breve durata e sono di scarso impatto. È una serie pensata per il mercato americano, con dei protagonisti "fighi" e con la profondità di un foglio di carta velina. La distanza da un robotico canonico è evidente fin dal chara design, realizzato dal grande Katsuo Komatsubara, ma con la direttiva di copiare quanto più possibile lo stile di Monkey Punch. Tra i Cosmo Ranger abbiamo quindi una novella Fujiko Mine (copiata bene per dire la verità) e dei bellocci smilzi; il protagonista è un tiratore scelto e allo stesso tempo anche un chitarrista.
La serie ebbe un grande successo, tanto che ne vennero prodotti ben due seguiti, "Baxinger" nel 1982 e "Sasuraiger" nel 1983, anche questi importati negli Stati Uniti.
Cosa differenzia "Bryger" da una serie americana? Poche cose, probabilmente la cosa più giapponese è il cattivo Kamen Kamen, un travestito seminudo che se ne va in giro vestito da antico egiziano. Il suo piano è quello di fare esplodere il pianeta Giove per creare dei nuovi pianeti sui quali fare emigrare il suo popolo (i Nubiani); naturalmente la distruzione di Giove causerebbe la fine della Terra e i Cosmo Ranger devono impedirla. I richiami all'Egitto e al popolo eletto fanno venire in mente "Gordian" e probabilmente non si tratta di un caso visto che lo sceneggiatore è lo stesso (Yuu Yamamoto), ma la trama di "Bryger" è ben inferiore. Anche la conclusione è quanto di meno ispirato si possa immaginare: non c'è combattimento robotico, i Cosmo Ranger hanno breve una scaramuccia con Kamen Kamen a colpi di spada e questi per follia religiosa si getta su Giove che sta esplodendo, uccidendosi (?). Onestamente non capisco come questa serie possa avere avuto successo, visto che anche tra le serie d'avventura scanzonata di quegli anni c'è di molto meglio. Come realizzazione tecnica la serie non è nulla di che, anzi impallidisce di fronte agli altri robotici del 1981. Si salvano le sigle italiane di inizio e fine, molto orecchiabili e diverse dal solito, di Franco Martin.
Questo anime è un'opera particolare per il modo in cui è stata concepita, i cui elementi di richiamo non sono sempre della natura mecha, anche se in un primo momento così potrebbe sembrare. Sinceramente lo definirei un "Lupin metallizzato" per quanti richiami ci sono alla serie che, come questa, è stata creata da Punch, ma non mancano altri riferimenti presenti in altri anime famosi, come Sceriffi delle Stelle, come anche duelli e passioni alla Lady Oscar, oppure a cacciatori di taglie e bramosi di potere come quelli presenti in City Hunter.
Da tenere presente che un bel po' delle opere menzionate nasceranno anni più tardi, ma credo che in molti mecha "insoliti" come questo siano nate trame che ancor oggi siano davanti agli occhi di tutti.
Il problema principale, secondo me, è che tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 il susseguirsi di queste produzioni mecha andavano sì molto forte, ma il più delle volte, a mio avviso, è l'ovvietà e la ripetitività di molti dei canovacci mecha già conosciuti con altre opere, nonostante qualche elemento "furbo" aggiunto per rendere "diversa" la trama, qui assistiamo a parecchie ovvietà narrative del periodo. Pertanto, tralasciando questo tipo di discorso, concentro l'attenzione sull'intento che a mio parere vuol farci capire l'autore di quest'opera.
Da notare sempre un certo stile nel disegnare le donne, Punch l'ho sempre amato da questo punto di vista, dando sempre un chara di quelli davvero "esplosivi", in questo caso, più del robot stesso. Come tutti i mecha "Minori", in cui credo rientri questo anime, l'automa in questione effettivamente non ricopre un ruolo importante o principale all'interno della storia, ma è in questo caso un semplice tramite su cui si realizzano i fini della narrazione e le volontà dei protagonisti, difatti c'è più spazio ai tratti "umani" pur non essendo ben richiamati nel doppiaggio.
Tratti umani e tematiche delicate, come lo schiavismo, il maltrattamento dei deboli, istituzioni il più delle volte corrotte e dedite a fini molto loschi, e dulcis in fundo, il destino dell'universo. Tutte queste tematiche sono assai presenti all'interno della serie, ma l'intento finale dell'autore, secondo me, è quello di spiegare agli spettatori di quanto la mente umana sia gravida di intenti di potere, che farebbe qualsiasi cosa per raggiungere tale stato, come si suol dire "sarebbe disposto a vendere la madre" e difatti non mancano occasioni per vedere simili situazioni all'interno dell'anime.
La perversione e la corruttibilità dell'uomo sono dei mostri che il più delle volte nemmeno i più evoluti tra i robot possono sconfiggere, è proprio questa la morale dell'intero anime, perché solo l'uomo stesso che è colpito da questi "stimoli" deve cercare di liberarsene con le proprie forze, sono dei mali che affliggono anche la nostra realtà, e possono essere sconfitti solo dal buonsenso e dalla voglia di regalarsi un futuro sicuramente più onesto e vivibile, visto che la corruzione genera altri mali come la povertà, in pratica in un mondo evoluto come quello odierno l'autore ritiene inammissibile questi odiosi comportamenti per scopi il più delle volte disgraziati ed infelici al quale è sempre meglio porre rimedio in maniera tempestiva.
Da tenere presente che un bel po' delle opere menzionate nasceranno anni più tardi, ma credo che in molti mecha "insoliti" come questo siano nate trame che ancor oggi siano davanti agli occhi di tutti.
Il problema principale, secondo me, è che tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 il susseguirsi di queste produzioni mecha andavano sì molto forte, ma il più delle volte, a mio avviso, è l'ovvietà e la ripetitività di molti dei canovacci mecha già conosciuti con altre opere, nonostante qualche elemento "furbo" aggiunto per rendere "diversa" la trama, qui assistiamo a parecchie ovvietà narrative del periodo. Pertanto, tralasciando questo tipo di discorso, concentro l'attenzione sull'intento che a mio parere vuol farci capire l'autore di quest'opera.
Da notare sempre un certo stile nel disegnare le donne, Punch l'ho sempre amato da questo punto di vista, dando sempre un chara di quelli davvero "esplosivi", in questo caso, più del robot stesso. Come tutti i mecha "Minori", in cui credo rientri questo anime, l'automa in questione effettivamente non ricopre un ruolo importante o principale all'interno della storia, ma è in questo caso un semplice tramite su cui si realizzano i fini della narrazione e le volontà dei protagonisti, difatti c'è più spazio ai tratti "umani" pur non essendo ben richiamati nel doppiaggio.
Tratti umani e tematiche delicate, come lo schiavismo, il maltrattamento dei deboli, istituzioni il più delle volte corrotte e dedite a fini molto loschi, e dulcis in fundo, il destino dell'universo. Tutte queste tematiche sono assai presenti all'interno della serie, ma l'intento finale dell'autore, secondo me, è quello di spiegare agli spettatori di quanto la mente umana sia gravida di intenti di potere, che farebbe qualsiasi cosa per raggiungere tale stato, come si suol dire "sarebbe disposto a vendere la madre" e difatti non mancano occasioni per vedere simili situazioni all'interno dell'anime.
La perversione e la corruttibilità dell'uomo sono dei mostri che il più delle volte nemmeno i più evoluti tra i robot possono sconfiggere, è proprio questa la morale dell'intero anime, perché solo l'uomo stesso che è colpito da questi "stimoli" deve cercare di liberarsene con le proprie forze, sono dei mali che affliggono anche la nostra realtà, e possono essere sconfitti solo dal buonsenso e dalla voglia di regalarsi un futuro sicuramente più onesto e vivibile, visto che la corruzione genera altri mali come la povertà, in pratica in un mondo evoluto come quello odierno l'autore ritiene inammissibile questi odiosi comportamenti per scopi il più delle volte disgraziati ed infelici al quale è sempre meglio porre rimedio in maniera tempestiva.
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>
Ho visto questa serie su Cooltoon e l'ho trovata godibile e diversa dalle altre del periodo. Certo, alcuni episodi sono più belli di altri, però nel complesso l'ho trovata buona. Il punto di forza sono le tematiche ispirate ai fatti quotidiani: i nostri combattono, su incarico remunerato, contro le varie mafie spaziando dal traffico di droga, la tratta delle donne, la polizia corrotta, l' informazione deviata, i colpi di stato ecc.
Per quasi due terzi della serie i nemici variano. A un certo punto però compare Kamen Kamen della famiglia di Nubia, che macchina nell'ombra un tremendo piano e che darà parecchio filo da torciere ai nostri.
Non manca neanche una scena di sesso! Più tosta, in senso visivo, anche se meno romantica di quella di "Lady Oscar", dove in verità non si vede esplicitamente il tutto, qui invece si vede di più, però ovviamente fino a un certo punto.
Ah, non sapevo che il charter design fosse di Monkey Punch! Ecco perchè Omachi mi ha ricordato un po' la Fujiko/Margot a metà tra la prima e seconda serie.
Ho visto questa serie su Cooltoon e l'ho trovata godibile e diversa dalle altre del periodo. Certo, alcuni episodi sono più belli di altri, però nel complesso l'ho trovata buona. Il punto di forza sono le tematiche ispirate ai fatti quotidiani: i nostri combattono, su incarico remunerato, contro le varie mafie spaziando dal traffico di droga, la tratta delle donne, la polizia corrotta, l' informazione deviata, i colpi di stato ecc.
Per quasi due terzi della serie i nemici variano. A un certo punto però compare Kamen Kamen della famiglia di Nubia, che macchina nell'ombra un tremendo piano e che darà parecchio filo da torciere ai nostri.
Non manca neanche una scena di sesso! Più tosta, in senso visivo, anche se meno romantica di quella di "Lady Oscar", dove in verità non si vede esplicitamente il tutto, qui invece si vede di più, però ovviamente fino a un certo punto.
Ah, non sapevo che il charter design fosse di Monkey Punch! Ecco perchè Omachi mi ha ricordato un po' la Fujiko/Margot a metà tra la prima e seconda serie.
La cosa che mi affascinava di più di questa serie era il team, diverso dalle solite band di altri robottoni! Serie molto divertente e soprattutto molto "all'americana", nonostante il robot non sia un granché.
Eleganti e raffinati i cosmo ranger J9, erano davvero spassosissimi, soprattutto Izaaki e la ragazza, e ricordano molto la squadra di Lupin. La storia ti appassionava tanto da farti immedesimare in un universo spaziale tipicamente western. Il character design è del grande Monkey Punch(papà di Lupin).
Eleganti e raffinati i cosmo ranger J9, erano davvero spassosissimi, soprattutto Izaaki e la ragazza, e ricordano molto la squadra di Lupin. La storia ti appassionava tanto da farti immedesimare in un universo spaziale tipicamente western. Il character design è del grande Monkey Punch(papà di Lupin).