Amefurikozō
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Ispirato ad un'omonima leggenda tradizionale giapponese, Amefurikosou 雨ふり小僧, narra la storia dell'amicizia tra un ragazzo di campagna, di nome Motoa, e il personaggio che dà il nome alla leggenda.
I due si incontrano a seguito di una coincidenza e all'inizio Motoa non sembra molto amichevole e disponibile nei confronti di Amefurikozou, tant'è vero che lo maltrattata, ma poi -visto il potere del bambino di scatenare acquazzoni e tempeste- cerca di scusarsi e i due si promettono amicizia reciproca. Amefurikozou concede tre desideri a Motoa in cambio dei suoi stivaletti e/o dell'ombrello dei suoi genitori. Tre sono i desideri espressi da Motoa, il primo qualcosa di particolare che desti l'attenzione dei suoi amici ed è così che Amefurikosou lo conduce dall'anziano Lavatore di Fagioli, altro spirito della tradizione giapponese il quale gli dona una tartaruga dal guscio luminoso. Motoa spera di potersi guadagnare l'amicizia dei suoi compagni di scuola, ma in realtà sono soltanto interessanti alla tartaruga e la prendono con la forza menando e calpestando Motoa. Furioso, questi chiede ad Amefurikozou di dargli una bella lezione e lui lo fa scatenando una tempesta forte. Successivamente si scatena un' incendio che devasta la scuola dove Motoa studia seguito dal padre. A questo punto Motoa chiede ad Amefurikozou di usare il suo potere per spegnere l'incendio, ma questi ha paura del fuoco. Dunque, spetta a Motoa prendere in mano la situazione e alla fine riesce a persuadere il suo amico a spegnere l'incendio. Giorni dopo il padre di Motoa riceve una lettera in cui è stato chiamato ad insegnare nelle scuole di città e di conseguenza la famiglia si trasferisce. Passano cinque anni e Motoa è diventato uno studente liceale che si appresta ad intraprendere la sua carriera scolastica. Dopo 40 anni Motoa è nel centro commerciale che ha fondato grazie al suo duro lavoro e in seguito ad un'uscita con la figlia/nipote Hitomi vede un paio di stivali e si ricorda della promessa fatta 45 anni prima. Quindi decide di rimediare e compra un paio di stivali da portare ad Amefurikozou nella campagna dove lui e la sua famiglia avevano vissuto tempo addietro. Qui lo incontra a seguito del suo pianto disperato e felice di gioia per aver potuto rivedere il suo amico gli regala gli stivaletti che gli aveva promesso. Dopo questa premessa, i due si salutano e si congedano, non prima che Amefurikozou prometta a Motoa di rivederlo una volta che questi sarà passato a miglior vita.
La grafica è semplice, vivace, indubbiamente fatta a mano. Qui il Sommo Maestro Osamu Tezuka ha voluto ripercorrere la tradizione giapponese prendendo un racconto popolare e reinventandolo per permettere alle nuove generazioni di fare esperienza e di ricordare loro i valori importanti della tradizione, tra i quali onorare una promessa fatta ad una persona. La musica è semplice, a tratti un po' infantile, ma questo non è un problema perché la vicenda è come una favola/fiaba, quindi è in linea con la medesima. Quindi a mio avviso è un racconto semplice, breve, ma significativo.
Voto: 8
Ispirato ad un'omonima leggenda tradizionale giapponese, Amefurikosou 雨ふり小僧, narra la storia dell'amicizia tra un ragazzo di campagna, di nome Motoa, e il personaggio che dà il nome alla leggenda.
I due si incontrano a seguito di una coincidenza e all'inizio Motoa non sembra molto amichevole e disponibile nei confronti di Amefurikozou, tant'è vero che lo maltrattata, ma poi -visto il potere del bambino di scatenare acquazzoni e tempeste- cerca di scusarsi e i due si promettono amicizia reciproca. Amefurikozou concede tre desideri a Motoa in cambio dei suoi stivaletti e/o dell'ombrello dei suoi genitori. Tre sono i desideri espressi da Motoa, il primo qualcosa di particolare che desti l'attenzione dei suoi amici ed è così che Amefurikosou lo conduce dall'anziano Lavatore di Fagioli, altro spirito della tradizione giapponese il quale gli dona una tartaruga dal guscio luminoso. Motoa spera di potersi guadagnare l'amicizia dei suoi compagni di scuola, ma in realtà sono soltanto interessanti alla tartaruga e la prendono con la forza menando e calpestando Motoa. Furioso, questi chiede ad Amefurikozou di dargli una bella lezione e lui lo fa scatenando una tempesta forte. Successivamente si scatena un' incendio che devasta la scuola dove Motoa studia seguito dal padre. A questo punto Motoa chiede ad Amefurikozou di usare il suo potere per spegnere l'incendio, ma questi ha paura del fuoco. Dunque, spetta a Motoa prendere in mano la situazione e alla fine riesce a persuadere il suo amico a spegnere l'incendio. Giorni dopo il padre di Motoa riceve una lettera in cui è stato chiamato ad insegnare nelle scuole di città e di conseguenza la famiglia si trasferisce. Passano cinque anni e Motoa è diventato uno studente liceale che si appresta ad intraprendere la sua carriera scolastica. Dopo 40 anni Motoa è nel centro commerciale che ha fondato grazie al suo duro lavoro e in seguito ad un'uscita con la figlia/nipote Hitomi vede un paio di stivali e si ricorda della promessa fatta 45 anni prima. Quindi decide di rimediare e compra un paio di stivali da portare ad Amefurikozou nella campagna dove lui e la sua famiglia avevano vissuto tempo addietro. Qui lo incontra a seguito del suo pianto disperato e felice di gioia per aver potuto rivedere il suo amico gli regala gli stivaletti che gli aveva promesso. Dopo questa premessa, i due si salutano e si congedano, non prima che Amefurikozou prometta a Motoa di rivederlo una volta che questi sarà passato a miglior vita.
La grafica è semplice, vivace, indubbiamente fatta a mano. Qui il Sommo Maestro Osamu Tezuka ha voluto ripercorrere la tradizione giapponese prendendo un racconto popolare e reinventandolo per permettere alle nuove generazioni di fare esperienza e di ricordare loro i valori importanti della tradizione, tra i quali onorare una promessa fatta ad una persona. La musica è semplice, a tratti un po' infantile, ma questo non è un problema perché la vicenda è come una favola/fiaba, quindi è in linea con la medesima. Quindi a mio avviso è un racconto semplice, breve, ma significativo.
Voto: 8