Bubblegum Crisis
Bubblegum Crisis è un anime in stile cyberpunk ambientato in una Tokyo futuristica, chiamata "Megatokyo". La serie è composta da 8 OAV. Originariamente era stata concepita per essere lunga 13 episodi, ma a causa di problemi legali tra la Artmic e la Youmex, i due studi che dividevano i diritti della serie, la produzione degli episodi è stata interrotta. In Italia la serie è stata distribuita in VHS dalla Yamato Video. Oltre a questi OAV, sono state realizzate altre serie ambientate nell'universo di Bubblegum Crisis: Gall Force (1986), Bubblegum Crash (1991), Bubblegum Crisis Tokyo 2040 (1998-1999), A.D. Police (1999) e Parasite Dolls (2003).
Bubblegum Crisis è un classico dell'animazione cyberpunk e ha come protagonista un gruppo di mercenari tutto al femminile che, con le loro armature cibernetiche, combattono gli androidi che minacciano la sicurezza della città e la multinazionale che sta dietro le loro azioni. La serie è composta da episodi singoli, ognuno con una storia autoconclusiva. Alcuni episodi hanno una trama complessa a (volte legata ad episodi precedenti), ma la maggior parte è caratterizzata da una trama piuttosto lineare e da molte scene d'azione che vedono le Knight Sabers combattere contro i Boomers.
L'anime ricorda per certi versi Blade Runner. A partire dal concetto di "umano" preso in esame dalla somiglianza dei Boomers agli esseri umani (come per gli androidi di Blade Runner) fino alla stessa città. La futuristica Megatokyo viene mostrata da diverse riprese aeree che danno una visione globale della città nel suo complesso; evidenziando diversi edifici ultra-moderni, tra cui spicca la Genom's Tower (che ricorda la sede della Terrel Corporation di Blade Runner).
Il character design è ottimo (specialmente sulle quattro protagoniste) e ha fortemente influenzato l'animazione Giapponese degli anni '90. Il mecha design è unico nel suo genere e, assieme a quello di Shirow e Kawajiri, è uno dei capostipiti dell'animazione cyberpunk. Sia i disegni che le animazioni sono davvero ben fatte (considerate che la realizzazione risale alla fine degli anni '80) ma danno il meglio nelle spettacolari scene d'azione, caratterizzate da veloci scambi di colpi da parte delle protagoniste contro i Boomers (o comunque nemici tecnologicamente avanzati).
Bubblegum Crisis è uno dei primi anime che racchiude dei video musicali nelle sequenze d'azione. Le canzoni giocano un ruolo importante nella serie, facendo da sottofondo alle numerose scene d'azione ed ai momenti drammatici. La musica che fa da colonna sonora agli OAV è riconducibile al rock elettronico anni '80; per certi versi ricorda molto Ma cross e alcuni anime di quel periodo. Le opening, così come le canzoni che si sentono durante tutta la serie, sono raccolte in 8 CD (uno per ogni OAV).
Sigle di apertura:
"Konya wa Hurricane" cantata da Kinuko Oomori (ep 1)
"Mad Machine" cantata da Kinuko Oomori (ep 2)
"CRISIS ~ Ikari wo Komete Hashire" cantata da Yuiko Tsubokura (ep 4)
"Mysterious Night" cantata da the Knight Sabers (ep 5)
"Say Yes!" cantata da Maiko Hashimoto (ep 7)
"Bye Bye My Crisis" cantata da the Knight Sabers (ep 8)
Sigle di chiusura:
"Mr. Dandy" cantata da Bluew (ep 1)
"Kizudarake no Wild" cantata da Kinuko Oomori (ep 2)
"Wasurenaide" cantata da Oomori Kinuko (ep 03)
"Twilight" cantata da Tsubokura Yuiko (ep 4)
"Omoide ni Dakarete" cantata da Tsubokura Yuiko (ep 5)
"Rock Me" cantata da Yuiko Tsubokura (ep 6)
"Never the End" cantata da Maiko Hashimoto (ep 7)
"Chase the Dream" cantata da Kinuko Oomori (ep 8)
Bubblegum Crisis è un classico dell'animazione cyberpunk e ha come protagonista un gruppo di mercenari tutto al femminile che, con le loro armature cibernetiche, combattono gli androidi che minacciano la sicurezza della città e la multinazionale che sta dietro le loro azioni. La serie è composta da episodi singoli, ognuno con una storia autoconclusiva. Alcuni episodi hanno una trama complessa a (volte legata ad episodi precedenti), ma la maggior parte è caratterizzata da una trama piuttosto lineare e da molte scene d'azione che vedono le Knight Sabers combattere contro i Boomers.
L'anime ricorda per certi versi Blade Runner. A partire dal concetto di "umano" preso in esame dalla somiglianza dei Boomers agli esseri umani (come per gli androidi di Blade Runner) fino alla stessa città. La futuristica Megatokyo viene mostrata da diverse riprese aeree che danno una visione globale della città nel suo complesso; evidenziando diversi edifici ultra-moderni, tra cui spicca la Genom's Tower (che ricorda la sede della Terrel Corporation di Blade Runner).
Il character design è ottimo (specialmente sulle quattro protagoniste) e ha fortemente influenzato l'animazione Giapponese degli anni '90. Il mecha design è unico nel suo genere e, assieme a quello di Shirow e Kawajiri, è uno dei capostipiti dell'animazione cyberpunk. Sia i disegni che le animazioni sono davvero ben fatte (considerate che la realizzazione risale alla fine degli anni '80) ma danno il meglio nelle spettacolari scene d'azione, caratterizzate da veloci scambi di colpi da parte delle protagoniste contro i Boomers (o comunque nemici tecnologicamente avanzati).
Bubblegum Crisis è uno dei primi anime che racchiude dei video musicali nelle sequenze d'azione. Le canzoni giocano un ruolo importante nella serie, facendo da sottofondo alle numerose scene d'azione ed ai momenti drammatici. La musica che fa da colonna sonora agli OAV è riconducibile al rock elettronico anni '80; per certi versi ricorda molto Ma cross e alcuni anime di quel periodo. Le opening, così come le canzoni che si sentono durante tutta la serie, sono raccolte in 8 CD (uno per ogni OAV).
Sigle di apertura:
"Konya wa Hurricane" cantata da Kinuko Oomori (ep 1)
"Mad Machine" cantata da Kinuko Oomori (ep 2)
"CRISIS ~ Ikari wo Komete Hashire" cantata da Yuiko Tsubokura (ep 4)
"Mysterious Night" cantata da the Knight Sabers (ep 5)
"Say Yes!" cantata da Maiko Hashimoto (ep 7)
"Bye Bye My Crisis" cantata da the Knight Sabers (ep 8)
Sigle di chiusura:
"Mr. Dandy" cantata da Bluew (ep 1)
"Kizudarake no Wild" cantata da Kinuko Oomori (ep 2)
"Wasurenaide" cantata da Oomori Kinuko (ep 03)
"Twilight" cantata da Tsubokura Yuiko (ep 4)
"Omoide ni Dakarete" cantata da Tsubokura Yuiko (ep 5)
"Rock Me" cantata da Yuiko Tsubokura (ep 6)
"Never the End" cantata da Maiko Hashimoto (ep 7)
"Chase the Dream" cantata da Kinuko Oomori (ep 8)
1985. Con l'avvento di "Megazone 23", storico OAV che aggiornava "Macross" per l'home video inserendo qualche scena di nudo, mettendo la trama in disparte e le pop idol, la colonna sonora e la grafica in primo piano, nella seconda parte degli anni '80 nacquero moltissimi OAV dalle possenti musiche, dalle trovate grafiche ricercate e dalla trama pressoché nulla. "Bubblegum Crisis" non è un'eccezione: è un capolavoro di character e mecha design, ha una OST da paura, composta da brani di puro e spinto rock anni '80 (prodotta direttamente dalla EMI) e ha una trama non pervenuta: quattro bellissime ragazze, le Knight Sabers, indossando delle tute high tech combattono contro i cyborg prodotti dalla Genom Corpotration. Fine. Inutile dire che il finale è inesistente e che il sequel, "Bubblegum Crash", fornisce dell'intrattenimento extra senza aggiungere nulla di nuovo alla serie originale. Tuttavia, nel suo genere, "Bubblegum Crisis" rimane comunque un'opera di elevata caratura artistica, con un grande seguito di fans sparsi per tutto il mondo, che si è protratto da quel lontano 1987 fino ai giorni nostri.
In sostanza, "Bubblegum Crisis" è il punto d'incontro tra "Megazone 23" e il "cyberpunk". Scordatevi pure la complessità di "Ghost in the Shell" e l'epicità apocalittica di "Akira": "Bubblegum Crisis" segue perfettamente i cliché dell'home video "post-Macross", quindi è una sorta di film americano con pop idols superfighe, moto che si trasformano in robottoni, uomini loschi vestiti di nero con gli occhiali da sole in piena notte e così via. Numerose sono le citazioni a "Blade Runner": la Genom ricorda molto la Tyrell e non mancano all'appello le incursioni nel noir, nel poliziesco e la caccia ai mutanti sfuggiti al controllo della losca azienda di turno.
Personalmente classificherei "Bubblegum Crisis" più come mecha/poliziesco/azione che come cyberpunk stretto. Questo perché i temi fondamentali del cyberpunk moderno, come l'analisi critica della linea di demarcazione uomo/macchina e della perdita di identità in una società distopica sono elementi non pervenuti nella serie (manca pure il cyberspazio). L'unico tema ricorrente di "Bubblegum Crisis" è la vendetta, infatti, nella maggiorparte degli episodi, Criss, la protagonista indiscussa della serie (che ovviamente è una pop idol), dovrà vendicarsi di qualche sua amica ammazzata dai boomers (i mutanti della Genom).
La struttura degli episodi è sempre la stessa: si inizia con un po' di slice of life, Criss fa qualcosa (le altre tre protagoniste purtroppo vengono lasciate eccessivamente in disparte, avrei preferito conoscere il loro passato e vederle caratterizzate meglio) e dopodiché, dopo qualche risvolto interessante, e qualche rallentamento nella sceneggiatura, le Knight Sabers riempiono di mazzate il boss di fine livello. Ovviamente i combattimenti sono spettacolari, animati benissimo e dalle coleografie mozzafiato, in particolare quelli dei primi tre episodi, che personalmente reputo i migliori.
Torno di nuovo a lodare la splendida colonna sonora, brani come "Wasuneraide", "Mad Machine", "Chase the Dream", "Mr Dandy", "There's a Hurricane Tonight" e "Touchdown to tomorrow" sono da top of the pops: questo è puro rock anni '80 pieno di bassi incalzanti, assoli di chitarra elettrica folgoranti e suoni sintetici d'avanguardia. Brani di questo genere accompagnano benissimo le vendette di Criss, e forniscono loro uno spessore e un'epicità che altrimenti non avrebbero.
Insomma, se siete dei rockettari, se vi piacciono i robottoni e se cercate una visione poco impegnativa, carismatica e con una buona dose d'azione e di belle ragazze, questo titolo fa per voi.
In sostanza, "Bubblegum Crisis" è il punto d'incontro tra "Megazone 23" e il "cyberpunk". Scordatevi pure la complessità di "Ghost in the Shell" e l'epicità apocalittica di "Akira": "Bubblegum Crisis" segue perfettamente i cliché dell'home video "post-Macross", quindi è una sorta di film americano con pop idols superfighe, moto che si trasformano in robottoni, uomini loschi vestiti di nero con gli occhiali da sole in piena notte e così via. Numerose sono le citazioni a "Blade Runner": la Genom ricorda molto la Tyrell e non mancano all'appello le incursioni nel noir, nel poliziesco e la caccia ai mutanti sfuggiti al controllo della losca azienda di turno.
Personalmente classificherei "Bubblegum Crisis" più come mecha/poliziesco/azione che come cyberpunk stretto. Questo perché i temi fondamentali del cyberpunk moderno, come l'analisi critica della linea di demarcazione uomo/macchina e della perdita di identità in una società distopica sono elementi non pervenuti nella serie (manca pure il cyberspazio). L'unico tema ricorrente di "Bubblegum Crisis" è la vendetta, infatti, nella maggiorparte degli episodi, Criss, la protagonista indiscussa della serie (che ovviamente è una pop idol), dovrà vendicarsi di qualche sua amica ammazzata dai boomers (i mutanti della Genom).
La struttura degli episodi è sempre la stessa: si inizia con un po' di slice of life, Criss fa qualcosa (le altre tre protagoniste purtroppo vengono lasciate eccessivamente in disparte, avrei preferito conoscere il loro passato e vederle caratterizzate meglio) e dopodiché, dopo qualche risvolto interessante, e qualche rallentamento nella sceneggiatura, le Knight Sabers riempiono di mazzate il boss di fine livello. Ovviamente i combattimenti sono spettacolari, animati benissimo e dalle coleografie mozzafiato, in particolare quelli dei primi tre episodi, che personalmente reputo i migliori.
Torno di nuovo a lodare la splendida colonna sonora, brani come "Wasuneraide", "Mad Machine", "Chase the Dream", "Mr Dandy", "There's a Hurricane Tonight" e "Touchdown to tomorrow" sono da top of the pops: questo è puro rock anni '80 pieno di bassi incalzanti, assoli di chitarra elettrica folgoranti e suoni sintetici d'avanguardia. Brani di questo genere accompagnano benissimo le vendette di Criss, e forniscono loro uno spessore e un'epicità che altrimenti non avrebbero.
Insomma, se siete dei rockettari, se vi piacciono i robottoni e se cercate una visione poco impegnativa, carismatica e con una buona dose d'azione e di belle ragazze, questo titolo fa per voi.
Bubblegum Crisis, è il tipico esempio d'animazione giapponese fatta a regola d'arte. Questa volta vorrei iniziare la recensione proprio parlando dell'aspetto tecnico di quest'opera del 1987, perché Bubblegum Crisis ha un'infinità di doti tecniche da analizzare, davvero eccelse.
Lo stile adulto: la sua principale caratteristica è sicuramente la fascia d'utenza a cui è rivolta, perché visto il linguaggio, l'uso del fancervice, la violenza, lo splatter e la sceneggiatura, lo fanno più assomigliare ad una serie di film con attori, che ad un anime.
La grafica: pur essendo composto da ben 8 Oav e datato 1987, graficamente siamo avanti di almeno 20 anni. Il character design è estremamente accattivante, presentando personaggi dall'aspetto estremamente curato e dai tratti morbidi e ricchi di ogni genere di dettaglio. Stessa cosa per il mecha design, qui più vario e curato che mai, tanto che vien voglia di salirci su quei mecha o moto futuristiche. Le animazioni sono eccelse, assolutamente attuali ed ogni combattimento con relativa distruzione di mecha o cyborg, mostra un'infinità di sfaccettature animate, avanti di svariati anni rispetto al 1987.
Le musiche: Bubblegum Crisis ha una soundtrack eccezionale e numerosa, composta da svariati ed accattivanti brani Electro Rock, Synth pop e J-Pop, che contribuiscono a donare a quest'anime, uno stile più da film che da anime, regalando a tutte le vicende, un aspetto decisamente maturo.
La storia: in una Tokyo del 2032 molto Cyberpunk la corporazione Genom si fa sempre più strada nel mondo della cibernetica, grazie alla produzione dei Boomer, cyborg umani all'esterno e macchine sotto la pelle, che presentano ancora pericolosi e letali malfunzionamenti. A contrastare l'ondata dei pericolosi Boomer, si contrappone un gruppo di ragazze sexy ed organizzate che formano le Knight Sabers, una vera e propria squadra anticrimine dalle armature mecha davvero ben riuscite. Difficile non appassionarsi ai combattimenti e al carattere di Priscilla Asagiri, (bellissima quando si toglie o indossa l'armatura) Sylia Stingray, (capo delle Knight Sabers) Linna Yamazaky e la dolcissima Nene Romanova. In definitiva consiglio vivamente la visione di questa mini serie di altissima qualità, non solo agli appassionati del genere, ma anche alle ragazze, che non faranno fatica ad appassionarsi, una volta tanto, alle gesta di un gruppo di dolci fanciulle ben caratterizzate e dall'aspetto maturo.
Lo stile adulto: la sua principale caratteristica è sicuramente la fascia d'utenza a cui è rivolta, perché visto il linguaggio, l'uso del fancervice, la violenza, lo splatter e la sceneggiatura, lo fanno più assomigliare ad una serie di film con attori, che ad un anime.
La grafica: pur essendo composto da ben 8 Oav e datato 1987, graficamente siamo avanti di almeno 20 anni. Il character design è estremamente accattivante, presentando personaggi dall'aspetto estremamente curato e dai tratti morbidi e ricchi di ogni genere di dettaglio. Stessa cosa per il mecha design, qui più vario e curato che mai, tanto che vien voglia di salirci su quei mecha o moto futuristiche. Le animazioni sono eccelse, assolutamente attuali ed ogni combattimento con relativa distruzione di mecha o cyborg, mostra un'infinità di sfaccettature animate, avanti di svariati anni rispetto al 1987.
Le musiche: Bubblegum Crisis ha una soundtrack eccezionale e numerosa, composta da svariati ed accattivanti brani Electro Rock, Synth pop e J-Pop, che contribuiscono a donare a quest'anime, uno stile più da film che da anime, regalando a tutte le vicende, un aspetto decisamente maturo.
La storia: in una Tokyo del 2032 molto Cyberpunk la corporazione Genom si fa sempre più strada nel mondo della cibernetica, grazie alla produzione dei Boomer, cyborg umani all'esterno e macchine sotto la pelle, che presentano ancora pericolosi e letali malfunzionamenti. A contrastare l'ondata dei pericolosi Boomer, si contrappone un gruppo di ragazze sexy ed organizzate che formano le Knight Sabers, una vera e propria squadra anticrimine dalle armature mecha davvero ben riuscite. Difficile non appassionarsi ai combattimenti e al carattere di Priscilla Asagiri, (bellissima quando si toglie o indossa l'armatura) Sylia Stingray, (capo delle Knight Sabers) Linna Yamazaky e la dolcissima Nene Romanova. In definitiva consiglio vivamente la visione di questa mini serie di altissima qualità, non solo agli appassionati del genere, ma anche alle ragazze, che non faranno fatica ad appassionarsi, una volta tanto, alle gesta di un gruppo di dolci fanciulle ben caratterizzate e dall'aspetto maturo.
Plot: 6,5.
Gli 8 episodi di "Bubblegum Crisis", di diversa durata tra loro (dai 38 ai 50 minuti), hanno un filo conduttore che lega le vicende delle Knight Sabers alla Genom Corporations, ma possono essere visti tranquillamente a se stanti. Fanno eccezioni il 5 e il 6, che hanno un legame narrativo più forte tra loro.
Non ci sono né una grande filosofia né una grande dimensione investigativa, o trovate divertenti che si facciano notare. Ogni tanto c'è un tentativo di patos, ma niente di eccezionale.
L'azione la fa da padrone. Il ritmo è piuttosto veloce, non ci sono filler e la visione scorre senza annoiare quasi mai.
Characters: 7.
Sono simpatici, alcuni più approfonditi di altri, che sono lì un po' a caso o solo abbozzati (Mackie, il collega di Leon e alcuni dirigenti Genom). Il character design è poco realistico ma molto gradevole e dà colore ad alcuni dei protagonisti.
Animazioni: 9,5.
Il lavoro è eccezionale. Sebbene l'anime sia disegnato a mano, le scene d'azione sono fluidissime e ogni inquadratura ricca di dettagli, comprese quelle in movimento. I fondali sono sempre belli e alcuni hanno una certa creatività. Belli anche i colori, con toni cupi nelle scene notturne (dominanti) e vivaci di giorno e negli interni. Difficile trovare altro realizzato talmente bene in quegli anni e oltre (paragoni a livello tecnico potrebbero essere "Akira" e "Venus Wars").
Atmosfera: 9.
Essa immerge totalmente in una società di un futuro prossimo, piena di grandi contraddizioni, ma anche di sogni e speranze. C'è molto cyberpunk, ma nonostante la violenza suona meno opprimenti di quello di un "Cyber City OEDO 808". La Mega-Tokyo di "Bubblegum Crisis" è quasi satura di tecnologia, inquinamento, sovrapopolazione e onnipresenti multinazionali hi-tech. Ma a ciò si contrappone anche una dimensione intima, quella delle strade secondarie, con locali come quello dove suona Priss (Hot Legs) o dove Sylvia si incontra con il suo informatore. Grandi contraddizioni e grandi estremi, come nella tradizione 80s, che purtroppo non è quasi mai stata recuperata a dovere.
Sono belle alcune architetture, come la Genom Tower, che ricorda la Tyrell Corp. di "Blade Runner" e domina tutta Mega-Tokyo, o il centro di ricerca Genom.
Musiche: 9.
Una magnifica colonna sonora accompagna tutta la serie:
un rock giapponese fine anni '80, ricco di sintetizzatori. Questo è stato uno dei primi anime a costruire intere sequenze d'azione sulle canzoni, come videoclip all'interno degli episodi, e ne viene fuori quasi sempre un buon risultato.
Bellissima è l'apertura del 1° episodio con "Kon'ya wa Hurricane" e "Burning highway" nel 4°. "Wasurenaide", "Say yes" e "Chase the Dream" sono tra le altre che si fanno particolarmente notare.
Overall: 8.
"Bubblegum Crisis" è una gran bella serie che non stanca mai, adatta a chi apprezza scene d'azione ben costruite, un buon ritmo e buona ambientazione.
Un appuntamento che non può mancare per gli amanti del cyberpunk. La serie meritava più episodi e un maggiore approfondimento di trama e personaggi.
Episodio Preferito: 5 - "Moonlight Rambler".
Sequel: AD Police (1990), si svolge prima di BBG, non è all'altezza ma si lascia vedere.
Gli 8 episodi di "Bubblegum Crisis", di diversa durata tra loro (dai 38 ai 50 minuti), hanno un filo conduttore che lega le vicende delle Knight Sabers alla Genom Corporations, ma possono essere visti tranquillamente a se stanti. Fanno eccezioni il 5 e il 6, che hanno un legame narrativo più forte tra loro.
Non ci sono né una grande filosofia né una grande dimensione investigativa, o trovate divertenti che si facciano notare. Ogni tanto c'è un tentativo di patos, ma niente di eccezionale.
L'azione la fa da padrone. Il ritmo è piuttosto veloce, non ci sono filler e la visione scorre senza annoiare quasi mai.
Characters: 7.
Sono simpatici, alcuni più approfonditi di altri, che sono lì un po' a caso o solo abbozzati (Mackie, il collega di Leon e alcuni dirigenti Genom). Il character design è poco realistico ma molto gradevole e dà colore ad alcuni dei protagonisti.
Animazioni: 9,5.
Il lavoro è eccezionale. Sebbene l'anime sia disegnato a mano, le scene d'azione sono fluidissime e ogni inquadratura ricca di dettagli, comprese quelle in movimento. I fondali sono sempre belli e alcuni hanno una certa creatività. Belli anche i colori, con toni cupi nelle scene notturne (dominanti) e vivaci di giorno e negli interni. Difficile trovare altro realizzato talmente bene in quegli anni e oltre (paragoni a livello tecnico potrebbero essere "Akira" e "Venus Wars").
Atmosfera: 9.
Essa immerge totalmente in una società di un futuro prossimo, piena di grandi contraddizioni, ma anche di sogni e speranze. C'è molto cyberpunk, ma nonostante la violenza suona meno opprimenti di quello di un "Cyber City OEDO 808". La Mega-Tokyo di "Bubblegum Crisis" è quasi satura di tecnologia, inquinamento, sovrapopolazione e onnipresenti multinazionali hi-tech. Ma a ciò si contrappone anche una dimensione intima, quella delle strade secondarie, con locali come quello dove suona Priss (Hot Legs) o dove Sylvia si incontra con il suo informatore. Grandi contraddizioni e grandi estremi, come nella tradizione 80s, che purtroppo non è quasi mai stata recuperata a dovere.
Sono belle alcune architetture, come la Genom Tower, che ricorda la Tyrell Corp. di "Blade Runner" e domina tutta Mega-Tokyo, o il centro di ricerca Genom.
Musiche: 9.
Una magnifica colonna sonora accompagna tutta la serie:
un rock giapponese fine anni '80, ricco di sintetizzatori. Questo è stato uno dei primi anime a costruire intere sequenze d'azione sulle canzoni, come videoclip all'interno degli episodi, e ne viene fuori quasi sempre un buon risultato.
Bellissima è l'apertura del 1° episodio con "Kon'ya wa Hurricane" e "Burning highway" nel 4°. "Wasurenaide", "Say yes" e "Chase the Dream" sono tra le altre che si fanno particolarmente notare.
Overall: 8.
"Bubblegum Crisis" è una gran bella serie che non stanca mai, adatta a chi apprezza scene d'azione ben costruite, un buon ritmo e buona ambientazione.
Un appuntamento che non può mancare per gli amanti del cyberpunk. La serie meritava più episodi e un maggiore approfondimento di trama e personaggi.
Episodio Preferito: 5 - "Moonlight Rambler".
Sequel: AD Police (1990), si svolge prima di BBG, non è all'altezza ma si lascia vedere.
Premessa: "Bubblegum Crisis" è l'apice dell'inutile. Non ha significati reconditi, non vuole insegnare un bel niente a nessuno, non è la metafora di alcunché. Non è altro che la storia di quattro ragazze (una negoziante di biancheria intima, una cantante rock, una ballerina e una poliziotta sfigata), le quali armate di un'armatura robotizzata formano un gruppo di combattenti, le Knight Sabers. Insieme lottano nella Mega Tokyo del 2032 contro i crimini commessi dai Boomers, gli androidi creati dalla multinazionale Genom solo a scopo militare o lavorativo che spesso finiscono nelle mani sbagliate causando non pochi problemi alla collettività. Le Knight Sabers ovviamente sono le uniche che possono veramente fare qualcosa contro i Boomers, sia per le peculiarità delle loro armature, sia perché possono agire anche al di fuori della legge a differenza della sezione della polizia incaricata di indagare su questo tipo di crimini, l'AD Police, molto spesso ostacolata nel suo lavoro dalle tentacolari relazioni politiche e non della Genom.
Questa serie di OAV del 1987 è inequivocabilmente cyberpunk, difatti i rimandi a "Blade Runner" non mancano affatto: si pensi al fatto che una delle protagoniste si chiama Priss o che la Genom abbia le stesse funzioni della Tyrell Corporation. Tuttavia, come già accennato, "Bubblegum Crisis" non ha nulla della poetica alienante o di denuncia di tante altre storie appartenenti al suo stesso genere. Niente androidi in crisi d'identità come in "Ghost in the Shell", niente città opprimenti e marce di pioggia come in "Blade Runner", niente retroscena politici come in "Akira". "Bubblegum Crisis" non fa un solo passo in più rispetto alla trama appena descritta, insomma è letteralmente tutto qui quest'anime.
Eppure è stato un successone, soprattutto in America, ha avuto un sequel ("Bubblegum Crash"), un prequel ("AD Police"), una nuova serie tv anni Novanta ("Bubblegum Crisis: Tokyo 2040"), uno spin off a fumetti prettamente pensato per il mercato americano ("Bubblegum Crisis: Grand Mal") e innumerevoli voci di corridoio per la realizzazione di un film con attori in carne e ossa.
A coronare il tutto poi c'è il mio lusinghiero voto. Giustamente la domanda sorge spontanea: da cosa nasce tutto questo gradimento nei confronti di un anime che tutto appare fuorché essere eccellente? Semplice: dal fatto che "Bubblegum Crisis" è un insieme di tante piccole cose che funzionano molto bene e che messe insieme permettono alla storia di fare egregiamente il suo lavoro principale, ovvero invogliare di volta in volta lo spettatore a vedere il successivo episodio.
Le trame degli otto episodi, per esempio, sono tutte slegate dall'altra, ma ognuna presa a sé è piacevole e ben costruita, grazie a un ottimo mix di azione, dramma, commedia, giallo e fantascienza. Certo è intrattenimento puro e fine a se stesso, eppure messo su con enorme mestiere, risultando quindi mai scialbo o banale. In questi episodi si muove un parterre di personaggi ognuno a modo suo carismatico: non certo caratteri dalle psicologie sfaccettate e complesse, ma ben innestati nelle trame degli episodi e ognuno con una sua precisa funzionalità nella meccanica della storia. C'è per esempio Priss, la cantante rock con un passato da criminale alle spalle, che è tanto forte quanto avventata e cacciandosi puntualmente nei guai movimenta sempre tutto; c'è Sylia, la leader nonché il cervello del gruppo, in quanto elabora i piani e districa di volta in volta le indagini; c'è Linna, l'agile ballerina che funge quasi da diversivo comico nel gruppo tanto è frivola, e infine Nene, la giovane e imbranata poliziotta che passa tutte le informazioni dell'AD Police a Sylia. A queste di volta in volta si contrappongono degli antagonisti "fissi", come la coppia di poliziotti del reparto AD, formata dallo scafato Leon e dall'omosessuale Mackie, e quelli specifici di ogni episodio, tra i quali alcuni spiccano e brillano di luce propria per caratterizzazione e fascino, come per esempio la cantante Vision.
Dal punto di vista tecnico, ci sono due cose che risaltano maggiormente ai sensi dello spettatore: il character design e la colonna sonora. Usciti dalla matita di Kenichi Sonoda, autore anche dei disegni di "Otaku no Video", i personaggi sono un autentico balsamo per gli occhi, non si staccherebbero un minuto gli occhi da Priss e compagnia cantando. Metà del carisma di questi personaggi a mio modesto parere è dato infatti dalla cura e dal gusto con cui sono stati realizzati, se ci si immedesima in loro è anche perché ci si invaghisce del loro tratto. Lo stesso dicasi delle ambientazioni e del design di mezzi e macchine: è vero, questo è un anime cyberpunk, quindi tutto è tecnologico, metallizzato, oscuro e freddo. Eppure l'atmosfera che promana da questa serie di OAV non è mai opprimente e intrisa di decadenza come tradizione comanda. Il compito di quest'anime è divertire prima di tutto, quindi i canoni estetici del cyberpunk ci sono tutti, ma si alternano a scene intime di vita quotidiana e intima dove si capisce benissimo che c'è comunque una dimensione di serenità nella vita di tutti. Questo mix diventa così interessante grazie all'ottima cura dei dettagli e delle forme, la quale stuzzica la visione rendendola ancora più divertente, solo solo perché ci si immedesima a cuor più leggero nella trama rispetto ad altre storie di questo genere.
La colonna sonora poi è una pietra miliare secondo me. Un decennio prima che Yoko Kanno ci mostrasse in "Cowboy Bebop" cosa la musica in un anime può arrivare a fare, "Bubblegum Crisis" ci dà un piccolo quanto gustoso anticipo. La colonna sonora di "Bubblegum Crisis" infatti è un vero e proprio compendio di musica pop anni Ottanta: se cercate sintetizzatori, percussioni roboanti, motivetti spudoratamente semplici quanto irresistibili nelle musiche di quest'anime non troverete altro. Basterà ascoltare la travolgente opening del primo episodio, "Kon'ya wa Hurricane", per volere tutta la colonna sonora e spararvela senza ritegno in macchina.
Dal punto di vista delle animazioni, anche quelle fanno il loro sporco lavoro: sono passati ormai venticinque anni dalla realizzazione di quest'OAV, eppure il tutto si lascia guardare ancora oggi senza nessun imbarazzo. Le scene sono veloci, fluide e ricche di dettagli: in un anime che fa dell'azione la sua ragion d'essere è il non plus ultra.
Personalmente "Bubblegum Crisis" è un piccolo miracolo. Insomma, quest'anime non fa nulla per essere un capolavoro: non c'è un vero approfondimento dei personaggi, non c'è una trama di fondo che leghi veramente tutti gli episodi, non c'è chissà quale colpo di scena o intreccio fra i personaggi. Eppure funziona tutto così bene nella sua così svergognata semplicità che non si può non apprezzare questa serie di OAV. Ed è proprio quest'alchimia di fattori che mi ha spinta a mettere questo voto.
Consigliato a chi vuole una visione bella ma senza troppe pretese.
Questa serie di OAV del 1987 è inequivocabilmente cyberpunk, difatti i rimandi a "Blade Runner" non mancano affatto: si pensi al fatto che una delle protagoniste si chiama Priss o che la Genom abbia le stesse funzioni della Tyrell Corporation. Tuttavia, come già accennato, "Bubblegum Crisis" non ha nulla della poetica alienante o di denuncia di tante altre storie appartenenti al suo stesso genere. Niente androidi in crisi d'identità come in "Ghost in the Shell", niente città opprimenti e marce di pioggia come in "Blade Runner", niente retroscena politici come in "Akira". "Bubblegum Crisis" non fa un solo passo in più rispetto alla trama appena descritta, insomma è letteralmente tutto qui quest'anime.
Eppure è stato un successone, soprattutto in America, ha avuto un sequel ("Bubblegum Crash"), un prequel ("AD Police"), una nuova serie tv anni Novanta ("Bubblegum Crisis: Tokyo 2040"), uno spin off a fumetti prettamente pensato per il mercato americano ("Bubblegum Crisis: Grand Mal") e innumerevoli voci di corridoio per la realizzazione di un film con attori in carne e ossa.
A coronare il tutto poi c'è il mio lusinghiero voto. Giustamente la domanda sorge spontanea: da cosa nasce tutto questo gradimento nei confronti di un anime che tutto appare fuorché essere eccellente? Semplice: dal fatto che "Bubblegum Crisis" è un insieme di tante piccole cose che funzionano molto bene e che messe insieme permettono alla storia di fare egregiamente il suo lavoro principale, ovvero invogliare di volta in volta lo spettatore a vedere il successivo episodio.
Le trame degli otto episodi, per esempio, sono tutte slegate dall'altra, ma ognuna presa a sé è piacevole e ben costruita, grazie a un ottimo mix di azione, dramma, commedia, giallo e fantascienza. Certo è intrattenimento puro e fine a se stesso, eppure messo su con enorme mestiere, risultando quindi mai scialbo o banale. In questi episodi si muove un parterre di personaggi ognuno a modo suo carismatico: non certo caratteri dalle psicologie sfaccettate e complesse, ma ben innestati nelle trame degli episodi e ognuno con una sua precisa funzionalità nella meccanica della storia. C'è per esempio Priss, la cantante rock con un passato da criminale alle spalle, che è tanto forte quanto avventata e cacciandosi puntualmente nei guai movimenta sempre tutto; c'è Sylia, la leader nonché il cervello del gruppo, in quanto elabora i piani e districa di volta in volta le indagini; c'è Linna, l'agile ballerina che funge quasi da diversivo comico nel gruppo tanto è frivola, e infine Nene, la giovane e imbranata poliziotta che passa tutte le informazioni dell'AD Police a Sylia. A queste di volta in volta si contrappongono degli antagonisti "fissi", come la coppia di poliziotti del reparto AD, formata dallo scafato Leon e dall'omosessuale Mackie, e quelli specifici di ogni episodio, tra i quali alcuni spiccano e brillano di luce propria per caratterizzazione e fascino, come per esempio la cantante Vision.
Dal punto di vista tecnico, ci sono due cose che risaltano maggiormente ai sensi dello spettatore: il character design e la colonna sonora. Usciti dalla matita di Kenichi Sonoda, autore anche dei disegni di "Otaku no Video", i personaggi sono un autentico balsamo per gli occhi, non si staccherebbero un minuto gli occhi da Priss e compagnia cantando. Metà del carisma di questi personaggi a mio modesto parere è dato infatti dalla cura e dal gusto con cui sono stati realizzati, se ci si immedesima in loro è anche perché ci si invaghisce del loro tratto. Lo stesso dicasi delle ambientazioni e del design di mezzi e macchine: è vero, questo è un anime cyberpunk, quindi tutto è tecnologico, metallizzato, oscuro e freddo. Eppure l'atmosfera che promana da questa serie di OAV non è mai opprimente e intrisa di decadenza come tradizione comanda. Il compito di quest'anime è divertire prima di tutto, quindi i canoni estetici del cyberpunk ci sono tutti, ma si alternano a scene intime di vita quotidiana e intima dove si capisce benissimo che c'è comunque una dimensione di serenità nella vita di tutti. Questo mix diventa così interessante grazie all'ottima cura dei dettagli e delle forme, la quale stuzzica la visione rendendola ancora più divertente, solo solo perché ci si immedesima a cuor più leggero nella trama rispetto ad altre storie di questo genere.
La colonna sonora poi è una pietra miliare secondo me. Un decennio prima che Yoko Kanno ci mostrasse in "Cowboy Bebop" cosa la musica in un anime può arrivare a fare, "Bubblegum Crisis" ci dà un piccolo quanto gustoso anticipo. La colonna sonora di "Bubblegum Crisis" infatti è un vero e proprio compendio di musica pop anni Ottanta: se cercate sintetizzatori, percussioni roboanti, motivetti spudoratamente semplici quanto irresistibili nelle musiche di quest'anime non troverete altro. Basterà ascoltare la travolgente opening del primo episodio, "Kon'ya wa Hurricane", per volere tutta la colonna sonora e spararvela senza ritegno in macchina.
Dal punto di vista delle animazioni, anche quelle fanno il loro sporco lavoro: sono passati ormai venticinque anni dalla realizzazione di quest'OAV, eppure il tutto si lascia guardare ancora oggi senza nessun imbarazzo. Le scene sono veloci, fluide e ricche di dettagli: in un anime che fa dell'azione la sua ragion d'essere è il non plus ultra.
Personalmente "Bubblegum Crisis" è un piccolo miracolo. Insomma, quest'anime non fa nulla per essere un capolavoro: non c'è un vero approfondimento dei personaggi, non c'è una trama di fondo che leghi veramente tutti gli episodi, non c'è chissà quale colpo di scena o intreccio fra i personaggi. Eppure funziona tutto così bene nella sua così svergognata semplicità che non si può non apprezzare questa serie di OAV. Ed è proprio quest'alchimia di fattori che mi ha spinta a mettere questo voto.
Consigliato a chi vuole una visione bella ma senza troppe pretese.