Black Butler: Book of the Atlantic
Chiusa la parentesi “gialla” di “Book of Murder” (una detective story ambientata nella residenza dei Phantomhive), si torna alle atmosfere di “Book of Circus”, con una storia piena di orrore e mistero, azione e combattimenti, ma con una particolarità: il tutto si svolge in un luogo chiuso, un transatlantico (da cui il nome “Book of the Atlantic”) in perfetto stile Titanic. Ed è proprio dalla storia del Titanic che vengono ripresi non solo l’ambientazione, ma anche il canovaccio di quel tragico viaggio: non mancheranno quindi la collisione con l’iceberg e il conseguente affondamento, che trasformeranno la nave in una trappola mortale. A minacciare l’esistenza dei passeggeri non saranno però soltanto gli elementi naturali, ma anche quelli “sovrannaturali”.
In questo vortice di terrore e violenza si intrecceranno i destini di quasi tutti i personaggi della serie: gli shinigami, le guardie del corpo della regina, la piccola Elizabet, accompagnata dalla sua bizzarra famiglia, e Undertakle, che stavolta non si limiterà come al solito a una breve anche se suggestiva apparizione. C’è persino l’ingenuo domatore di serpenti Snake, anche se mancano i quattro domestici della famiglia Phantomhive, che rimarranno sulla terraferma.
Dal punto di vista tecnico il prodotto è impeccabile: la qualità delle animazioni e dei disegni è elevatissima, soprattutto durante le scene di lotta, che riescono ad essere sempre eleganti e spettacolari nonostante lo spazio ridotto delle location. Gli amanti dei combattimenti non rimarranno quindi delusi, anche perché queste sequenze, oltre ad essere ottimamente realizzate, sono anche insolitamente numerose. L’ultimo combattimento in particolare dura complessivamente venti minuti (!), ma racchiude al suo interno un lungo flashback in cui vengono rivelate le origini del rapporto fra Ciel e Sebastian. Un esempio di come questa pellicola riesca a combinare magistralmente azione e introspezione, combattimento e approfondimento, senza mai perdere il giusto equilibrio fra i due. Merito innanzitutto di Yana Toboso, che ha disegnato i volumi del manga da cui è tratto questo film, ma anche del regista Noriyuki Abe (un veterano dell’animazione) e degli altri membri dello staff, che l’hanno saputo adattare nel modo migliore.
In questo vortice di terrore e violenza si intrecceranno i destini di quasi tutti i personaggi della serie: gli shinigami, le guardie del corpo della regina, la piccola Elizabet, accompagnata dalla sua bizzarra famiglia, e Undertakle, che stavolta non si limiterà come al solito a una breve anche se suggestiva apparizione. C’è persino l’ingenuo domatore di serpenti Snake, anche se mancano i quattro domestici della famiglia Phantomhive, che rimarranno sulla terraferma.
Dal punto di vista tecnico il prodotto è impeccabile: la qualità delle animazioni e dei disegni è elevatissima, soprattutto durante le scene di lotta, che riescono ad essere sempre eleganti e spettacolari nonostante lo spazio ridotto delle location. Gli amanti dei combattimenti non rimarranno quindi delusi, anche perché queste sequenze, oltre ad essere ottimamente realizzate, sono anche insolitamente numerose. L’ultimo combattimento in particolare dura complessivamente venti minuti (!), ma racchiude al suo interno un lungo flashback in cui vengono rivelate le origini del rapporto fra Ciel e Sebastian. Un esempio di come questa pellicola riesca a combinare magistralmente azione e introspezione, combattimento e approfondimento, senza mai perdere il giusto equilibrio fra i due. Merito innanzitutto di Yana Toboso, che ha disegnato i volumi del manga da cui è tratto questo film, ma anche del regista Noriyuki Abe (un veterano dell’animazione) e degli altri membri dello staff, che l’hanno saputo adattare nel modo migliore.