Knight's & Magic
L'anime è del 2017, si compone di tredici episodi ed è fruibile gratuitamente sul canale YouTube di Yamato Animation. Come spesso accade, è tratto da una serie di web novel iniziata nel 2010 ad opera di tale Hisago Amazake-no, pubblicata in cartaceo dal 2013, e che al momento conta nove volumi usciti. Non ho avuto modo di leggere l'opera originale, ma il qui presente adattamento anime è di una banalità spaventosa, il tipico prodotto nato come sogno bagnato di una particolare tipologia di otaku e destinato al dimenticatoio istantaneo.
La trama, se così si può chiamare, pesca da un classico tòpos dell'immaginario fantasy nipponico.
Giappone, oggi: Tsubasa Kurata è un giovane e geniale programmatore ma anche un otaku sfegatato. La sua passione sono i mecha, e per questo dedica il suo tempo libero a comprare e montare modellini. Un brutto giorno Tsubasa viene investito e, quando si risveglia, si ritrova in un mondo fantastico e nel corpo di un bambino di tre anni: dove sia finita la coscienza del bimbo non si sa, ma da quel momento il protagonista diventa Ernesti "Eru" Echavalier, figlio di una nobile famiglia del regno di Fremmevilla, uno Stato periferico impegnato quotidianamente nella lotta contro creature mostruose. Per combatterle, gli abitanti del regno usano sia la magia sia giganteschi mech, i Silhouette Knights, frutto di una tecnologia perduta. Per TsubasaEru è un sogno ad occhi aperti, e da subito decide di impegnarsi per diventare un pilota di Silhouette Knight. Nei primi episodi dell'anime assistiamo alla crescita di Eru, che da bambino diventa dodicenne e poi adolescente. La sua carriera è inarrestabile: grazie alle competenze di Tsubasa (che, lo ricordo, sono programmare e montare modellini) il ragazzino si dimostra da subito un genio in grado sia di padroneggiare le magie più complesse e potenti sia di comprendere il funzionamento dei mech, di migliorarli e costruirne di nuovi. Nel frattempo le vicende si spostano dalla lotta contro i pericolosi mostri a faccende di guerra tra regni...
Il principale problema di "Knight’s & Magic" è una narrazione facilotta e priva di spunti interessanti: il mondo creato è generico e poco plausibile, e le vicende mancano di pathos e coinvolgimento, a partire dal protagonista. Eru ha fin da subito la vita facile: con la scusa di avere delle conoscenze da programmatore e modellista eccelle fin da subito in ogni aspetto della realtà di questo mondo fantasy, pur se apparentemente non c'è un nesso logico. Padroneggia la magia e la innova, quando ancora i suoi pari età stanno imparando a volare sulle scope, comprende il funzionamento dei Silhouette Knights ed è in grado di realizzarne di nuovi, nonostante da secoli a Fremmevilla si limitassero a riparare i vecchi, perché la tecnologia era andata perduta. I suoi "limiti" sarebbero la bassa statura e l'aspetto 'puccioso', che attira le ragazze (...dunque, non ha limiti veri), per il resto chiunque abbia a che fare con Eru non solo gli diventa amico, ma si pone in stato subordinato rispetto a lui. Eru è il miglior mago del regno, il miglior ingegnere e, quando combatte, il miglior cavaliere: non è mai realmente in difficoltà e non si spaventa mai. Quando si presenta l'occasione, è anche il miglior tattico, soldati, generali e persino sovrani pendono dalle sue labbra ed eseguono gli ordini senza discutere, e alla fine, naturalmente, Eru vince sempre. Oltre ad essere perfetto, Eru non ha praticamente alcuna ambizione o meta prefissata che esuli dal costruire mecha e pilotarli, quindi manca anche di un ideale "alto".
Oltre a non caratterizzare il protagonista, belloccio perfettino senza spessore, l'anime non approfondisce nemmeno gli altri personaggi, che si tratti di alleati o avversari: i buoni sono semplicemente fedeli al protagonista, mai un litigio né un accenno di romance (a Eru interessano solo i mecha, nonostante sia un uomo adulto), i cattivi in quanto tali sono piuttosto stupidi e vengono puntualmente sconfitti. Anche i drammi e le morti (mai di personaggi di primo piano) vengono sempre trattati in maniera superficiale e senza coinvolgimento.
Un vero peccato, perché questa piattezza di trama e caratterizzazioni vanificano completamente un discreto character design e le buone animazioni dello studio 8-Bit. Come ormai di regola nelle produzioni recenti, animazioni di stampo classico e computer grafica vengono utilizzate simultaneamente, ma il risultato è sicuramente apprezzabile. Piuttosto anonimo, a mio avviso, il design dei mecha, che sanno di già visto e non presentano nessun elemento originale.
Per concludere, "Knight’s & Magic" è un anime modesto e senza nessun punto di forza: allo stesso tempo, dopo le atrocità perpetrate ne "L'attacco dei giganti", "Goblin Slayer" e "Overlord", mi ha rasserenato la visione di un prodotto così nella media, piatto e senza nessuna concessione nemmeno al bieco fanservice. Niente mutande, seni al vento o situazioni imbarazzanti, solo mecha e mostri, e i buoni vincono sempre, per non parlare della speranza che, se mai anche noi finiremo un giorno in un mondo fantasy, tutte quelle "competenze" da otaku per cui ora ci considerano dei perdigiorno ci serviranno per diventare il più potente mago e il più forte cavaliere del regno. Ogni tanto ci vuole anche questo...
La trama, se così si può chiamare, pesca da un classico tòpos dell'immaginario fantasy nipponico.
Giappone, oggi: Tsubasa Kurata è un giovane e geniale programmatore ma anche un otaku sfegatato. La sua passione sono i mecha, e per questo dedica il suo tempo libero a comprare e montare modellini. Un brutto giorno Tsubasa viene investito e, quando si risveglia, si ritrova in un mondo fantastico e nel corpo di un bambino di tre anni: dove sia finita la coscienza del bimbo non si sa, ma da quel momento il protagonista diventa Ernesti "Eru" Echavalier, figlio di una nobile famiglia del regno di Fremmevilla, uno Stato periferico impegnato quotidianamente nella lotta contro creature mostruose. Per combatterle, gli abitanti del regno usano sia la magia sia giganteschi mech, i Silhouette Knights, frutto di una tecnologia perduta. Per TsubasaEru è un sogno ad occhi aperti, e da subito decide di impegnarsi per diventare un pilota di Silhouette Knight. Nei primi episodi dell'anime assistiamo alla crescita di Eru, che da bambino diventa dodicenne e poi adolescente. La sua carriera è inarrestabile: grazie alle competenze di Tsubasa (che, lo ricordo, sono programmare e montare modellini) il ragazzino si dimostra da subito un genio in grado sia di padroneggiare le magie più complesse e potenti sia di comprendere il funzionamento dei mech, di migliorarli e costruirne di nuovi. Nel frattempo le vicende si spostano dalla lotta contro i pericolosi mostri a faccende di guerra tra regni...
Il principale problema di "Knight’s & Magic" è una narrazione facilotta e priva di spunti interessanti: il mondo creato è generico e poco plausibile, e le vicende mancano di pathos e coinvolgimento, a partire dal protagonista. Eru ha fin da subito la vita facile: con la scusa di avere delle conoscenze da programmatore e modellista eccelle fin da subito in ogni aspetto della realtà di questo mondo fantasy, pur se apparentemente non c'è un nesso logico. Padroneggia la magia e la innova, quando ancora i suoi pari età stanno imparando a volare sulle scope, comprende il funzionamento dei Silhouette Knights ed è in grado di realizzarne di nuovi, nonostante da secoli a Fremmevilla si limitassero a riparare i vecchi, perché la tecnologia era andata perduta. I suoi "limiti" sarebbero la bassa statura e l'aspetto 'puccioso', che attira le ragazze (...dunque, non ha limiti veri), per il resto chiunque abbia a che fare con Eru non solo gli diventa amico, ma si pone in stato subordinato rispetto a lui. Eru è il miglior mago del regno, il miglior ingegnere e, quando combatte, il miglior cavaliere: non è mai realmente in difficoltà e non si spaventa mai. Quando si presenta l'occasione, è anche il miglior tattico, soldati, generali e persino sovrani pendono dalle sue labbra ed eseguono gli ordini senza discutere, e alla fine, naturalmente, Eru vince sempre. Oltre ad essere perfetto, Eru non ha praticamente alcuna ambizione o meta prefissata che esuli dal costruire mecha e pilotarli, quindi manca anche di un ideale "alto".
Oltre a non caratterizzare il protagonista, belloccio perfettino senza spessore, l'anime non approfondisce nemmeno gli altri personaggi, che si tratti di alleati o avversari: i buoni sono semplicemente fedeli al protagonista, mai un litigio né un accenno di romance (a Eru interessano solo i mecha, nonostante sia un uomo adulto), i cattivi in quanto tali sono piuttosto stupidi e vengono puntualmente sconfitti. Anche i drammi e le morti (mai di personaggi di primo piano) vengono sempre trattati in maniera superficiale e senza coinvolgimento.
Un vero peccato, perché questa piattezza di trama e caratterizzazioni vanificano completamente un discreto character design e le buone animazioni dello studio 8-Bit. Come ormai di regola nelle produzioni recenti, animazioni di stampo classico e computer grafica vengono utilizzate simultaneamente, ma il risultato è sicuramente apprezzabile. Piuttosto anonimo, a mio avviso, il design dei mecha, che sanno di già visto e non presentano nessun elemento originale.
Per concludere, "Knight’s & Magic" è un anime modesto e senza nessun punto di forza: allo stesso tempo, dopo le atrocità perpetrate ne "L'attacco dei giganti", "Goblin Slayer" e "Overlord", mi ha rasserenato la visione di un prodotto così nella media, piatto e senza nessuna concessione nemmeno al bieco fanservice. Niente mutande, seni al vento o situazioni imbarazzanti, solo mecha e mostri, e i buoni vincono sempre, per non parlare della speranza che, se mai anche noi finiremo un giorno in un mondo fantasy, tutte quelle "competenze" da otaku per cui ora ci considerano dei perdigiorno ci serviranno per diventare il più potente mago e il più forte cavaliere del regno. Ogni tanto ci vuole anche questo...
Preambolo
La recensione è condizionata dal fatto che ho un amore stupefacente per i mecha, e anche di più per i mecha fantasy. Roba da paura. Se fosse possibile dare più di 10, lo avrei fatto.
Partiamo.
Potrei parlare per ore di "Knight's & Magic". Ed è quello che farò, quindi mettetevi comodi.
Premessa (6)
"Knight's & Magic" è un isekai, un isekai un po' particolare. Devo ammettere che neanche in questo caso ho apprezzato la semplicità di una tale premessa, che taglia corto sulle origini di un personaggio.
Un "malato di gunpla" (coloro che hanno una forte passione per i model kit di robot e simili) e abile programmatore giunge a prematura morte. Si reincarnerà in un giovane nobile di un regno fantastico, tale Ernestii Echevalier (da ora in poi semplicemente Eru). Caso vuole che in questo mondo fantastico esistano davvero i mech, grossi cavalieri meccanici a guida umana animati da energie magiche. Non solo: l'intera cultura nazionale, gli equilibri politici e l'organizzazione nobiliare si basano su questi mecha.
Ovvio che Eru, essendo il protagonista, finirà per avere a che fare con questi "cavalieri magici". Non però come uno potrebbe immaginarsi...
Setting (3000+)
È forse questo il primo dei fattori sensazionali di questo anime. Gli elementi cardine della storia, ovvero meccanica e magia, sono spiegati fino alla dovizia di dettaglio. Viene mostrato il loro funzionamento, come si possono modificare, tutte le possibili varianti... da dove prendono energia, come la consumano, come migliorarne le prestazioni...
I mecha sono credibili, il loro design è azzeccato e funzionale, nonché esteticamente gradevole. Fermando la riproduzione, si possono spesso vedere spaccati su pergamena che, diamine, sono... meccanicamente perfetti! Il mecha design è dunque eccellente, di prima categoria.
La magia è razionalizzata, Eru la paragona al codice di un software, con funzioni e iteratori, pertanto la apprende e perfeziona in breve tempo. Questa logica rende la magia comprensibile anche allo spettatore.
Il mondo in cui si svolgono le vicende non lascia niente al caso: dettaglia le relazioni fra ceti sociali, introduce altre specie in modo ineccepibile, ha una geografia credibile.
Il materiale è così tanto buono, che semplicemente osservando la serie si potrebbe ricavarne un sourcebook per un RPG.
Plot (10)
Ovviamente ci sono alcuni che criticano l'aspetto "action" della serie. Non me ne curo, perché, essendo io un malato di mecha, ho subito capito di cosa trattava questa serie.
Eru non è un cavaliere, non un mago, non un eroe. È un ingegnere.
Il plot racconta come Eru, guidato da una forte passione, scardina le credenze vetuste di quel mondo e comincia a introdurre novità ingegneristiche. Migliora l'efficienza dei mezzi, e degli strumenti coi quali lavorare su quei mezzi. È una storia di "efficientazione". Crea metodi nuovi di usare la magia, di usare le energie magiche e i materiali, dando vita a modelli di mech più evoluti (ma sempre meccanicamente credibili nel contesto di quell'universo).
Naturalmente, i mech che egli disegna hanno un effetto sulla generale politica di quel mondo, pertanto non mancheranno conflitti con diversi ribaltamenti di fronte.
Anche qui assistiamo a una pregevolezza. Eru è un genio strategico. Nemici che sembrano soverchianti vengono colti in fallo dalle sue strategie inusuali, dalle sorprese meccaniche che ha introdotto e talvolta da un piano tattico che nessuno poteva immaginare.
Durante lo svolgersi della narrazione, poi, avvengono fatti che si raccolgono in seguito a formare un blocco di continuità: il plot è dunque anche abbastanza granulare da non essere banale. Eru ha infatti un sogno, un obbiettivo personale (che, dannazione, sarebbe pure il mio!), e varie parti della storia collimeranno alla realizzazione di questo obbiettivo.
In aggiunta (perché non se ne ha mai abbastanza!) abbiamo una continuity geopolitica da seguire, forse meno forte delle altre, ma sufficiente a dare impulso alla fruizione. Si apre una frontiera, e fra alleati e rivali ci sarà un bel movimento di truppe.
Forse è qui che si può muovere qualche minima critica, dato che la serie è evidentemente divisa in due blocchi, uno di premessa e uno di conflitto. Il secondo blocco si svolge a un ritmo molto più frenetico del primo, e termina lasciando alcuni piccoli elementi in sospeso (niente buchi della trama, solo qualche "Ritorneròòò!" in bocca a degli avversari). Sembra che la serie dovesse proporre diversi di questi blocchi, a comporre un mosaico più grande.
Personaggi (9)
Non si tratta di una narrazione del tutto chara-based, in controtendenza alle abitudini del pubblico più giovane. Quindi lo sviluppo dei personaggi non è affatto centrale - le loro relazioni sono blande, poiché non era certo quello su cui si voleva puntare.
Abbiamo comunque caratteri interessanti, nondimeno alcuni sono abbastanza controversi da spiccare. Uno dei cavalieri, ad esempio, che normalmente doveva avere un ruolo "sinistro" (il classico Kai Shinden) muta in ragione di certi eventi, mentre altri raccontano qualche storia di rivalsa.
Ho assegnato un voto alto poiché questi personaggi si inseriscono perfettamente nel contesto e non esagerano mai nel "giapponesismo" - non c'è fanservice, non ci sono loli odiose, non ci sono vecchi bavosi, manca il samurai che si immola per niente.
Il protagonista Eru è un personaggio decisamente "forte" come vuole il paradigma dell'isekai, ma di una forza che gli viene in primo luogo da un'intelligenza vera, non qualche dono sovrannaturale o una build rotta. Le sue idee ingegneristiche e le strategie geniali vengono dal proprio intelletto e non da una build scassata piovuta dal cielo, pertanto è molto più facile immedesimarsi, fare il tifo e stupirsi delle sue trovate. L'ho trovato affascinante per questo.
Grafica (1000+)
Il punto nodale sono i mecha.
Fatevi un giro su Google e guardateli. Sono perfetti. Il design è unico nel suo genere, unendo l'estetica fantasy alla credibilità meccanica. Non sono "high fantasy" come potrebbero essere quelli di "Code Geass" o "Rayearth", evitano le bassezze di qualche opera steampunk - sono in definitiva meravigliosi cavalieri.
Nella serie sono realizzati con una CGI strepitosa, animata fluidamente fino al punto di non sembrare composta di modelli 3D ma disegni morbidi a mano libera. I movimenti sono credibili grazie all'aver "saltato" frame di interpolazione, che di norma rendono l'animazione CGI innaturalmente morbida. Una tecnica che andrebbe usata più spesso.
Questo aspetto mi ha decisamente colpito in positivo dopo altre pessime esperienze.
"Knight's & Magic" evita il neo-retrò dei mecha "plastici", ovvero le cui linee si piegano assecondando la cinetica (vedi "Gurrenn Lagann", ma anche "Daitarn 3", per capirsi). Questa struttura solida offre spessore ai modelli rappresentati, se ne percepisce il "peso" rispetto all'ambiente circostante e ricorda che non sono veicoli astratti, ma colossi di metallo.
Sonoro (9)
Tutto il sonoro è orchestrato, prediligendo temi incalzanti (andanti, allegri e movimenti), e una sonorità quasi mediterranea. Non sono neppure classicamente medievali, dando al tutto un piacevole senso di esotico. Si alternano tre temi principali poi declinati in varianti: uno per i momenti di riflessione o riassunto, uno per le battaglie drammatiche e uno (davvero intrigante) quando Ernestii pronuncia il suo "Checkmate" ed entra in scena a togliere le castagne dal fuoco.
La sigla di apertura degli episodi è nella media, il che significa che si fa ascoltare, e pertinente al tono dell'opera. L'animazione che accompagna la canzone si adegua perfettamente.
In ogni caso, mi sono preso il CD, e questo significa pure qualcosa. Compro musica soltanto una volta ogni dieci anni...
Atmosfera (8)
Cosa si ricava dalla visione di "Knight's & Magic"? Non ci si esalta per le battaglie, sebbene siano piacevoli. Non ci sono drammi personali o relazionali. La tensione è sempre positiva.
Ecco, "Knight's & Magic" fa parte di quelle serie che potrei definire "uplifting". Le guardi e sei condotto a un certo buonumore. Una tazza di tè caldo in inverno. Un gatto che dorme.
Questo è ciò che si ricava... salvo il fatto che uno non sia malato come me. Allora in più godi di dettagli come lo sviluppo di una nuova muscolatura sintetica per gli arti dei mecha, il potenziamento dei reattori o la nuova carena di un robottone. Se vi piacciono questi aspetti tecnici e volete una storia in cui si parla di ingegneria tecnomagica, non c'è altro che questo al mondo.
Conclusione
Hai mai giocato a "Super Robot Wars"? Ti piacciono i GDR come "Dungeons and Dragons"? Unisci le cose.
Che diavolo ci fai ancora qui? Vai a guardarlo.
(NOTA: a proposito di "Super Robot Wars", "Knight's & Magic" ha debuttato in "Super Robot Wars 30"!
Questo è il sigillo finale sulla qualità dell'opera - entrare nel roster di "Super Robot Wars" qualifica una serie mecha come "classico")
La recensione è condizionata dal fatto che ho un amore stupefacente per i mecha, e anche di più per i mecha fantasy. Roba da paura. Se fosse possibile dare più di 10, lo avrei fatto.
Partiamo.
Potrei parlare per ore di "Knight's & Magic". Ed è quello che farò, quindi mettetevi comodi.
Premessa (6)
"Knight's & Magic" è un isekai, un isekai un po' particolare. Devo ammettere che neanche in questo caso ho apprezzato la semplicità di una tale premessa, che taglia corto sulle origini di un personaggio.
Un "malato di gunpla" (coloro che hanno una forte passione per i model kit di robot e simili) e abile programmatore giunge a prematura morte. Si reincarnerà in un giovane nobile di un regno fantastico, tale Ernestii Echevalier (da ora in poi semplicemente Eru). Caso vuole che in questo mondo fantastico esistano davvero i mech, grossi cavalieri meccanici a guida umana animati da energie magiche. Non solo: l'intera cultura nazionale, gli equilibri politici e l'organizzazione nobiliare si basano su questi mecha.
Ovvio che Eru, essendo il protagonista, finirà per avere a che fare con questi "cavalieri magici". Non però come uno potrebbe immaginarsi...
Setting (3000+)
È forse questo il primo dei fattori sensazionali di questo anime. Gli elementi cardine della storia, ovvero meccanica e magia, sono spiegati fino alla dovizia di dettaglio. Viene mostrato il loro funzionamento, come si possono modificare, tutte le possibili varianti... da dove prendono energia, come la consumano, come migliorarne le prestazioni...
I mecha sono credibili, il loro design è azzeccato e funzionale, nonché esteticamente gradevole. Fermando la riproduzione, si possono spesso vedere spaccati su pergamena che, diamine, sono... meccanicamente perfetti! Il mecha design è dunque eccellente, di prima categoria.
La magia è razionalizzata, Eru la paragona al codice di un software, con funzioni e iteratori, pertanto la apprende e perfeziona in breve tempo. Questa logica rende la magia comprensibile anche allo spettatore.
Il mondo in cui si svolgono le vicende non lascia niente al caso: dettaglia le relazioni fra ceti sociali, introduce altre specie in modo ineccepibile, ha una geografia credibile.
Il materiale è così tanto buono, che semplicemente osservando la serie si potrebbe ricavarne un sourcebook per un RPG.
Plot (10)
Ovviamente ci sono alcuni che criticano l'aspetto "action" della serie. Non me ne curo, perché, essendo io un malato di mecha, ho subito capito di cosa trattava questa serie.
Eru non è un cavaliere, non un mago, non un eroe. È un ingegnere.
Il plot racconta come Eru, guidato da una forte passione, scardina le credenze vetuste di quel mondo e comincia a introdurre novità ingegneristiche. Migliora l'efficienza dei mezzi, e degli strumenti coi quali lavorare su quei mezzi. È una storia di "efficientazione". Crea metodi nuovi di usare la magia, di usare le energie magiche e i materiali, dando vita a modelli di mech più evoluti (ma sempre meccanicamente credibili nel contesto di quell'universo).
Naturalmente, i mech che egli disegna hanno un effetto sulla generale politica di quel mondo, pertanto non mancheranno conflitti con diversi ribaltamenti di fronte.
Anche qui assistiamo a una pregevolezza. Eru è un genio strategico. Nemici che sembrano soverchianti vengono colti in fallo dalle sue strategie inusuali, dalle sorprese meccaniche che ha introdotto e talvolta da un piano tattico che nessuno poteva immaginare.
Durante lo svolgersi della narrazione, poi, avvengono fatti che si raccolgono in seguito a formare un blocco di continuità: il plot è dunque anche abbastanza granulare da non essere banale. Eru ha infatti un sogno, un obbiettivo personale (che, dannazione, sarebbe pure il mio!), e varie parti della storia collimeranno alla realizzazione di questo obbiettivo.
In aggiunta (perché non se ne ha mai abbastanza!) abbiamo una continuity geopolitica da seguire, forse meno forte delle altre, ma sufficiente a dare impulso alla fruizione. Si apre una frontiera, e fra alleati e rivali ci sarà un bel movimento di truppe.
Forse è qui che si può muovere qualche minima critica, dato che la serie è evidentemente divisa in due blocchi, uno di premessa e uno di conflitto. Il secondo blocco si svolge a un ritmo molto più frenetico del primo, e termina lasciando alcuni piccoli elementi in sospeso (niente buchi della trama, solo qualche "Ritorneròòò!" in bocca a degli avversari). Sembra che la serie dovesse proporre diversi di questi blocchi, a comporre un mosaico più grande.
Personaggi (9)
Non si tratta di una narrazione del tutto chara-based, in controtendenza alle abitudini del pubblico più giovane. Quindi lo sviluppo dei personaggi non è affatto centrale - le loro relazioni sono blande, poiché non era certo quello su cui si voleva puntare.
Abbiamo comunque caratteri interessanti, nondimeno alcuni sono abbastanza controversi da spiccare. Uno dei cavalieri, ad esempio, che normalmente doveva avere un ruolo "sinistro" (il classico Kai Shinden) muta in ragione di certi eventi, mentre altri raccontano qualche storia di rivalsa.
Ho assegnato un voto alto poiché questi personaggi si inseriscono perfettamente nel contesto e non esagerano mai nel "giapponesismo" - non c'è fanservice, non ci sono loli odiose, non ci sono vecchi bavosi, manca il samurai che si immola per niente.
Il protagonista Eru è un personaggio decisamente "forte" come vuole il paradigma dell'isekai, ma di una forza che gli viene in primo luogo da un'intelligenza vera, non qualche dono sovrannaturale o una build rotta. Le sue idee ingegneristiche e le strategie geniali vengono dal proprio intelletto e non da una build scassata piovuta dal cielo, pertanto è molto più facile immedesimarsi, fare il tifo e stupirsi delle sue trovate. L'ho trovato affascinante per questo.
Grafica (1000+)
Il punto nodale sono i mecha.
Fatevi un giro su Google e guardateli. Sono perfetti. Il design è unico nel suo genere, unendo l'estetica fantasy alla credibilità meccanica. Non sono "high fantasy" come potrebbero essere quelli di "Code Geass" o "Rayearth", evitano le bassezze di qualche opera steampunk - sono in definitiva meravigliosi cavalieri.
Nella serie sono realizzati con una CGI strepitosa, animata fluidamente fino al punto di non sembrare composta di modelli 3D ma disegni morbidi a mano libera. I movimenti sono credibili grazie all'aver "saltato" frame di interpolazione, che di norma rendono l'animazione CGI innaturalmente morbida. Una tecnica che andrebbe usata più spesso.
Questo aspetto mi ha decisamente colpito in positivo dopo altre pessime esperienze.
"Knight's & Magic" evita il neo-retrò dei mecha "plastici", ovvero le cui linee si piegano assecondando la cinetica (vedi "Gurrenn Lagann", ma anche "Daitarn 3", per capirsi). Questa struttura solida offre spessore ai modelli rappresentati, se ne percepisce il "peso" rispetto all'ambiente circostante e ricorda che non sono veicoli astratti, ma colossi di metallo.
Sonoro (9)
Tutto il sonoro è orchestrato, prediligendo temi incalzanti (andanti, allegri e movimenti), e una sonorità quasi mediterranea. Non sono neppure classicamente medievali, dando al tutto un piacevole senso di esotico. Si alternano tre temi principali poi declinati in varianti: uno per i momenti di riflessione o riassunto, uno per le battaglie drammatiche e uno (davvero intrigante) quando Ernestii pronuncia il suo "Checkmate" ed entra in scena a togliere le castagne dal fuoco.
La sigla di apertura degli episodi è nella media, il che significa che si fa ascoltare, e pertinente al tono dell'opera. L'animazione che accompagna la canzone si adegua perfettamente.
In ogni caso, mi sono preso il CD, e questo significa pure qualcosa. Compro musica soltanto una volta ogni dieci anni...
Atmosfera (8)
Cosa si ricava dalla visione di "Knight's & Magic"? Non ci si esalta per le battaglie, sebbene siano piacevoli. Non ci sono drammi personali o relazionali. La tensione è sempre positiva.
Ecco, "Knight's & Magic" fa parte di quelle serie che potrei definire "uplifting". Le guardi e sei condotto a un certo buonumore. Una tazza di tè caldo in inverno. Un gatto che dorme.
Questo è ciò che si ricava... salvo il fatto che uno non sia malato come me. Allora in più godi di dettagli come lo sviluppo di una nuova muscolatura sintetica per gli arti dei mecha, il potenziamento dei reattori o la nuova carena di un robottone. Se vi piacciono questi aspetti tecnici e volete una storia in cui si parla di ingegneria tecnomagica, non c'è altro che questo al mondo.
Conclusione
Hai mai giocato a "Super Robot Wars"? Ti piacciono i GDR come "Dungeons and Dragons"? Unisci le cose.
Che diavolo ci fai ancora qui? Vai a guardarlo.
(NOTA: a proposito di "Super Robot Wars", "Knight's & Magic" ha debuttato in "Super Robot Wars 30"!
Questo è il sigillo finale sulla qualità dell'opera - entrare nel roster di "Super Robot Wars" qualifica una serie mecha come "classico")
Questo anime in teoria avrebbe dovuto piacermi moltissimo, unendo due mondi da me molto amati: i robottoni e il fantasy.
Purtroppo, se nel complesso posso dare un sei, nella sostanza il fantasy consiste nel dire che esiste la magia e in qualche mostro visto in combattimenti da poco. La cosa migliora molto quando arriva la guerra, e i robottoni iniziano a menar le mani, ma metà dell’opera se ne era già andata in modo insulso.
In genere non mi piacciono i protagonisti che sembrano bambini, in questo caso Ernesti Echavalier (Eru), e infatti questa è la riprova: un bambino che sa fare magie che gli altri non sanno fare, tecnico insuperabile nel progettare i robot, combattente invincibile… e il tutto perché è la reincarnazione di un tecnico informatico (e che c'entra con la magia?) che aveva l’hobby di assemblare modellini di robot (come se fra un modellino e un vero robot, costruito però in un mondo arretrato, ci sia un legame…).
Lo studio 8bit non mi dice niente, mentre ho riconosciuto il regista Yusuke Yamamoto, colpevole di essere il regista di uno degli anime più brutti arrivati in Italia ultimamente ("Oshibudo").
Un’opera dimenticabile che potrebbe piacere a un pubblico di bambini.
Purtroppo, se nel complesso posso dare un sei, nella sostanza il fantasy consiste nel dire che esiste la magia e in qualche mostro visto in combattimenti da poco. La cosa migliora molto quando arriva la guerra, e i robottoni iniziano a menar le mani, ma metà dell’opera se ne era già andata in modo insulso.
In genere non mi piacciono i protagonisti che sembrano bambini, in questo caso Ernesti Echavalier (Eru), e infatti questa è la riprova: un bambino che sa fare magie che gli altri non sanno fare, tecnico insuperabile nel progettare i robot, combattente invincibile… e il tutto perché è la reincarnazione di un tecnico informatico (e che c'entra con la magia?) che aveva l’hobby di assemblare modellini di robot (come se fra un modellino e un vero robot, costruito però in un mondo arretrato, ci sia un legame…).
Lo studio 8bit non mi dice niente, mentre ho riconosciuto il regista Yusuke Yamamoto, colpevole di essere il regista di uno degli anime più brutti arrivati in Italia ultimamente ("Oshibudo").
Un’opera dimenticabile che potrebbe piacere a un pubblico di bambini.
E' una storia non con temi profondi ma dai caratteri molto semplici, però questo ne rende più che piacevole la visione. Si merita un buon punteggio, in attesa di una seconda stagione.
E' un altro anime in cui il protagonista era un programmatore e patito di mecha, e viene trasportato (dopo la morte) in un mondo alternativo in cui la sua specialità la fa da padrone. Come già accennato, i mecha sono l'attrazione portante della storia, in contemporaneità alla semplicità e all'innocenza del personaggio principale. La grafica dei personaggi, dei mecha e di quello che ruota attorno a loro si può dire che è di alta qualità e definizione, è stata curata in ogni dettaglio.
Buona visione!
E' un altro anime in cui il protagonista era un programmatore e patito di mecha, e viene trasportato (dopo la morte) in un mondo alternativo in cui la sua specialità la fa da padrone. Come già accennato, i mecha sono l'attrazione portante della storia, in contemporaneità alla semplicità e all'innocenza del personaggio principale. La grafica dei personaggi, dei mecha e di quello che ruota attorno a loro si può dire che è di alta qualità e definizione, è stata curata in ogni dettaglio.
Buona visione!
E' la storia di un genio della programmazione, otaku e innamorato dei robot. Una sera, però, muore investito da un'auto, e si reincarna in un mondo fantasy. Un mondo in cui, oltre che a mostri giganteschi e a cavalieri in armatura, esistono anche i robot giganti, unica arma per combattere i mostri... e farsi la guerra tra nazioni. Ci si aspetterebbe che il nostro amico, che nel nuovo mondo è un nanerottolo dai capelli d'argento e dall'aspetto femminino, abbia chissà quali ricordi della sua vita passata, invece nulla, salvo l'amore per le macchine e l'abilità tecnica. In breve dimostrerà a tutti di essere un genio, capace di creare i robot più portentosi e di apprendere senza fatica le cose più impossibili. Tutto sarà facile e, in poche puntate, lo spettatore non ne potrà già più, perché tutto è troppo scontato: Eru vince sempre e tutti accettano il suo genio senza limiti, senza provare invidia o altro.
I comprimari, poi, non hanno il minimo spessore. Almeno negli ultimi cinque episodi scoppierà una vera guerra contro un'altra nazione, anch'essa dotata di un genio della meccanica... chi vincerà?
Indubbiamente siamo in presenza di una serie piatta, senza particolari brividi, senza caratterizzazione dei personaggi, con soldati buonisti che cercano di non uccidere i nemici, compresi i più feroci e pericolosi. L'ecchi, altro elemento tipico degli anime tratti da light novel, è zero, a dispetto dell'affascinante guerriera e dell'amica kawaii che compongono la squadra di Eru.
La regia è discreta, come le sigle. La grafica è l'unica cosa buona della serie. In più c'è un narratore che spiega sempre tutto, che può piacere o non piacere.
Unica nota positiva il finale, davvero conclusivo, cosa rara per un anime tratto da una novel.
In definitiva, è una serie da ragazzini, adeguata ai neofiti degli anime ma in grado di stancare un pubblico esperto già a metà serie. Pubblico esperto che potrebbe essere deluso dal fatto che, a dispetto delle premesse che ricordavano molto "I cieli di Escaflowne", non si sia finito per realizzare un omaggio, ma qualcosa di totalmente diverso e peggiore. Un anime senza infamia e senza lode, cui do la sufficienza solo per la grafica.
Voto: 6
I comprimari, poi, non hanno il minimo spessore. Almeno negli ultimi cinque episodi scoppierà una vera guerra contro un'altra nazione, anch'essa dotata di un genio della meccanica... chi vincerà?
Indubbiamente siamo in presenza di una serie piatta, senza particolari brividi, senza caratterizzazione dei personaggi, con soldati buonisti che cercano di non uccidere i nemici, compresi i più feroci e pericolosi. L'ecchi, altro elemento tipico degli anime tratti da light novel, è zero, a dispetto dell'affascinante guerriera e dell'amica kawaii che compongono la squadra di Eru.
La regia è discreta, come le sigle. La grafica è l'unica cosa buona della serie. In più c'è un narratore che spiega sempre tutto, che può piacere o non piacere.
Unica nota positiva il finale, davvero conclusivo, cosa rara per un anime tratto da una novel.
In definitiva, è una serie da ragazzini, adeguata ai neofiti degli anime ma in grado di stancare un pubblico esperto già a metà serie. Pubblico esperto che potrebbe essere deluso dal fatto che, a dispetto delle premesse che ricordavano molto "I cieli di Escaflowne", non si sia finito per realizzare un omaggio, ma qualcosa di totalmente diverso e peggiore. Un anime senza infamia e senza lode, cui do la sufficienza solo per la grafica.
Voto: 6
"Knight's & Magic" è una serie estiva di tredici episodi che racchiude sia il genere fantasy che quello mecha. La storia ha inizio con la morte di un programmatore deceduto a causa di un incidente e reincarnatosi in un bambino di nome Ernesti Echevallier. Il protagonista si ritrova catapultato in un mondo abitato anche da creature mostruose che possono essere sconfitte solamente grazie all'utilizzo dei Shiluette Knight, dei sofisticati robot alimentati a “mana”, una sorta di potere magico. Ernesti, più comunemente conosciuto come Eru, non ricorda nulla della sua vita precedente, ma non ha perso la sua passione per i robot. Nonostante la sua bassa statura gli impedisca di pilotarne uno, Eru non si dà per vinto e dedica anima e corpo allo studio per poter raggiungere il suo sogno: progettare un'unità su misura per lui.
Nonostante siano stati eseguiti molti tagli, il primo episodio introduce molto bene la storia. Fin da subito, lo spettatore viene colpito dalla determinazione del protagonista che non si ferma di fronte a nulla, ma sfortunatamente è proprio questo uno degli elementi che con il passare degli episodi andranno a rovinare la serie. Ogni singolo episodio si concentra quasi esclusivamente sul protagonista, rimarcando più e più volte quanto sia geniale, determinato e imbattibile. Ogni volta che si presenta un ostacolo, il protagonista dimostra di poterlo superare senza alcuna difficoltà, rendendo la storia sempre più ripetitiva e prevedibile. Ai coprotagonisti e ai personaggi secondari invece viene lasciato decisamente troppo poco spazio per permettere approfondimento adeguato. Gran parte dei personaggi si dimostrano piatti, specialmente Ady, l'amica del protagonista. Quest'ultima non ha nessuna utilità durante la storia, l'unico ruolo che ricopre è quello della ragazza carina, dato che passa gran parte del tempo ad abbracciare Eru e a lamentarsi emettendo qualche verso kawaii. In sostanza, i personaggi secondari servono solamente a far risaltare maggiormente il protagonista, ma non hanno un'identità propria che permetta loro di contraddistinguersi, e per tale motivo è anche abbastanza difficile fornire una descrizione su di essi. L'unico personaggio che ha dimostrato di essere cresciuto nel tempo è Dietrich, che, dopo essere scappato con la coda tra le gambe di fronte al pericolo, ha trovato un po' di coraggio e orgoglio in sé stesso. Fortunatamente, verso gli ultimi episodi notiamo un piccolo miglioramento, ma la serie resta ugualmente banale, non riuscendo a coinvolgere adeguatamente lo spettatore. Il motivo della semplicità di questa serie probabilmente è dovuto al target a cui è rivolta l'opera, ed è anche ciò che la salva dal ricevere un'insufficienza. In più occasioni ho avuto l'impressione che si trattasse semplicemente di una serie rivolta a un pubblico molto giovane sia per la presenza del narratore che spiega ogni singola cosa sia per il comportamento e il tipo di personaggi presenti.
Le OST presenti in questa serie sono poche, e per tale motivo si ripetono spesso, ma la sigla di apertura è molto orecchiabile. Peccato solamente che sia stata rovinata nella seconda parte della storia, quando sono stati aggiunti una serie di effetti sonori totalmente inutili.
In questa serie è stata utilizzata molto la computer grafica, che però non ha dato particolarmente fastidio, dato che è stata adottata solamente per i movimenti dei robot e delle creature mostruose che minacciano la vita degli abitanti del regno.
Sia chiaro che non si tratta di un'opera malvagia, ma è carente sotto molti aspetti, il che non la rende un prodotto degno di nota. E' una serie che, se vista per intero nell'arco di pochi giorni, può annoiare molto, quindi non la ritengo adatta a chi si aspetta di vedere una serie quantomeno nella media.
Nonostante siano stati eseguiti molti tagli, il primo episodio introduce molto bene la storia. Fin da subito, lo spettatore viene colpito dalla determinazione del protagonista che non si ferma di fronte a nulla, ma sfortunatamente è proprio questo uno degli elementi che con il passare degli episodi andranno a rovinare la serie. Ogni singolo episodio si concentra quasi esclusivamente sul protagonista, rimarcando più e più volte quanto sia geniale, determinato e imbattibile. Ogni volta che si presenta un ostacolo, il protagonista dimostra di poterlo superare senza alcuna difficoltà, rendendo la storia sempre più ripetitiva e prevedibile. Ai coprotagonisti e ai personaggi secondari invece viene lasciato decisamente troppo poco spazio per permettere approfondimento adeguato. Gran parte dei personaggi si dimostrano piatti, specialmente Ady, l'amica del protagonista. Quest'ultima non ha nessuna utilità durante la storia, l'unico ruolo che ricopre è quello della ragazza carina, dato che passa gran parte del tempo ad abbracciare Eru e a lamentarsi emettendo qualche verso kawaii. In sostanza, i personaggi secondari servono solamente a far risaltare maggiormente il protagonista, ma non hanno un'identità propria che permetta loro di contraddistinguersi, e per tale motivo è anche abbastanza difficile fornire una descrizione su di essi. L'unico personaggio che ha dimostrato di essere cresciuto nel tempo è Dietrich, che, dopo essere scappato con la coda tra le gambe di fronte al pericolo, ha trovato un po' di coraggio e orgoglio in sé stesso. Fortunatamente, verso gli ultimi episodi notiamo un piccolo miglioramento, ma la serie resta ugualmente banale, non riuscendo a coinvolgere adeguatamente lo spettatore. Il motivo della semplicità di questa serie probabilmente è dovuto al target a cui è rivolta l'opera, ed è anche ciò che la salva dal ricevere un'insufficienza. In più occasioni ho avuto l'impressione che si trattasse semplicemente di una serie rivolta a un pubblico molto giovane sia per la presenza del narratore che spiega ogni singola cosa sia per il comportamento e il tipo di personaggi presenti.
Le OST presenti in questa serie sono poche, e per tale motivo si ripetono spesso, ma la sigla di apertura è molto orecchiabile. Peccato solamente che sia stata rovinata nella seconda parte della storia, quando sono stati aggiunti una serie di effetti sonori totalmente inutili.
In questa serie è stata utilizzata molto la computer grafica, che però non ha dato particolarmente fastidio, dato che è stata adottata solamente per i movimenti dei robot e delle creature mostruose che minacciano la vita degli abitanti del regno.
Sia chiaro che non si tratta di un'opera malvagia, ma è carente sotto molti aspetti, il che non la rende un prodotto degno di nota. E' una serie che, se vista per intero nell'arco di pochi giorni, può annoiare molto, quindi non la ritengo adatta a chi si aspetta di vedere una serie quantomeno nella media.