Transformers
I "Transformers" sono una serie nata dall'incontro dei produttori di giocattoli Hasbro e Takara, e animata dalla Toei e dalla AKOM. La AKOM è stata responsabile della maggior parte della stagione 3, quella con Captain/Hot Rod, della 4 e di pochi episodi della stagione 2. Lo stile AKOM ha disegni più semplici, ma con un numero maggiore di fotogrammi al secondo.
Per essere più precisi, la Hasbro ha preso i modelli Diaclone e Micronauti della Takara e li ha fusi in una unica serie con colorazioni diverse e i famosi simboli.
La creazione del background, della storia di partenza e dei personaggi è stata demandata alla Marvel, la cui divisione editoriale ha prodotto il fumetto. Mentre un'altra divisione Marvel, che si occupava dei prodotti video, ha preso quel materiale e l'ha rielaborato, per tirare fuori dal cilindro la magnifica serie che noi tutti conosciamo. Però, prima di arrivare al cartone animato, c'è un altro passaggio ancora. La Sunbow, la responsabile per la serie TV, ha preso le sceneggiature e le ha ritoccate. Se e dove serviva.
Se il fumetto si basa su una storia in evoluzione, il cartone animato ha avuto un approccio molto diverso, di natura episodica, autoconclusiva. Entrambe le scelte hanno i loro vantaggi e svantaggi. Non tutti gli episodi sono così, però. Alcuni sono collegati e sono storie doppie. Questi episodi sono in genere particolarmente belli.
Cosa ha comportato l'intervento americano? Si è creata una sorta di "G.I. Joe" robotico, due fazioni con armamento avanzatissimo in lotta fra loro e una rotazione dei personaggi ogni tot/gruppo di episodi.
Ma esistono anche delle differenze significative. Qui nei "Transformers", i due leader sono decisamente più carismatici, e gli apporti delle varie sotto-squadre sono più marcati, essendo tutti i transformers dotati di peculiarità e aspetti che sono unici o quasi. Nei "Transformers" i due capi costituiscono le colonne portanti della serie. Salvo pochi episodi. L'apporto americano è ben visibile nel profilo dei personaggi. Molto vario, molti caratteri diversi, e pure molte corporature diverse, da quelle standard a quelle cicciottelle. Insomma, non sono tutti "fichi". Ma non per questo anche questi non si impegnano meno degli altri. Ci sono i personaggi eroici, ma più spesso la vittoria viene ottenuta dagli Autorobot per qualche espediente piuttosto che per forza superiore. Ma ci sono pure questi ultimi. Ancora sui personaggi: mentre in Giappone è fortissima la concentrazione dell'attenzione sul singolo, qui è un mix più vario fra azioni del singolo e azioni collettive. Un altro vantaggio delle storie autoconclusive è che i vari registi si sono potuti sbizzarrire liberamente con tutte le idee che venivano loro in mente.
E per questo ci troviamo molti episodi in cui i Distructors danno la caccia all'energia e altri in cui tentano in tutti i modi di sconfiggere gli odiati Autorobot. Altre storie ci mostrano esperienze in posti lontani nello spazio, e c'è pure qualche episodio pazzo in cui i Distructors sono mossi dalla febbre del comando e fanno una gran baruffa fra di loro e, più nel dettaglio, qualche altro episodio in cui il vice di Megatron, Astrum, cerca di usurpare il suo posto al comando dei Distructors.
Anche dal lato personaggi, la libertà concessa dalle storie autoconclusive usata in questo modo si fa sentire.
Talvolta con un personaggio che fino a quel momento si era visto poco. Taluni dicono 'spottone', ma a me è sembrato solo di vedere storie molto interessanti che spaziano e danno spazio e tridimensionalità a tutti i personaggi che vediamo. Per me è solo un assoluto bonus che vengano valorizzati tutti i personaggi. Così da una parte si evita di focalizzarsi sempre sui soliti due o tre, dall'altra un personaggio approfondito diventa anche più liberamente spendibile negli episodi successivi.
I personaggi zavorra non fanno bene ad alcuno spettacolo.
Io sono abituato allo storico vecchio doppiaggio. Ce n'è uno nuovo, ma a me sembra nettamente inferiore e poco accattivante. Il vecchio si avvaleva di una meravigliosa effettistica per le voci e i doppiatori stessi caratterizzavano benissimo taluni personaggi grazie a degli ottimi timbri vocali. La voce di Megatron ad esempio risultava ampia, imponente, metallica e riverberante. Proprio come era poi il personaggio. Di contro il numero ridotto dei doppiatori comportava dei noti problemi, anche se io non me ne sono mai accorto. Perciò per me hanno gestito pure bene l'eventuale doppiezza dei ruoli. Un'altra caratteristica del doppiaggio storico è che molti transformers acquistano dei nomi italiani. Perlopiù di animali, nella stragrande maggioranza dei casi. In passato mi adirai parecchio per questi nomi, non sapendo che erano diversi dagli originali. Ma poi ho anche capito perché è stato fatto questo cambio. Che, se è vero che da una parte ci perde, dall'altra però ci guadagna. La prima nota riguarda l'assurdità dei nomi animali. Perché un transformers dovrebbe chiamarsi Tigre, quando i transformers nemmeno sanno cos'è una tigre, visto che è un animale terrestre che non esiste su Cybertron? In effetti, i nomi inglesi sono in genere (non sempre) o astratti, ma con richiami tecnologici più o meno evidenti, o si agganciano a una terminologia "meccanica". Il tutto è molto bello, ma quello che è bello, immediato, orecchiabile e riconoscibile per un americano non lo è affatto per un bambino italiano, che i riferimenti non li vede, e perciò fatica a ricordare e identificare un dato personaggio. Specie se la rotazione di questi episodi è rapida. Il problema è stato segnalato anche da un recensore prima di me. Perciò, se Cliffjumper è più consono alla natura meccanica di un transformers, e dovrebbe significare "saltatore da un dirupo", da noi è diventato Grillo (che in questo caso ha un richiamo simile all'originale sul tasto "salto"). Il problema non è nato solo col nuovo doppiaggio, infatti anche nel doppiaggio storico, da un certo punto in poi, per alcuni personaggi, tipicamente gli Areialbots, gli Stunticons, i Combacticons e i Protectorobots, che sono tutte squadre da cinque, si è optato per mantenere i nomi originali. Mentre la Gig nei giocattoli ha continuato con i nomi inventati. E puntualmente questi personaggi ho sempre fatto fatica a ricordarli e identificarli. Quindi, per i nomi localizzati, non si può parlare di un cambio irragionevole. Non il massimo sotto certi aspetti, ma molto efficace sotto altri.
L'apporto giapponese viene dai transformers stessi, dal loro design e dalle loro capacità di trasformarsi da oggetti "veri" a robot. Sembra un apporto da poco in confronto, ma non lo è, avendo costretto la Hasbro a produrre una serie con un sapore tecnologico che incontrasse quello che traspariva dai giocattoli.
Fosse roba tutta Usa pura, i "Transformers" sarebbero stati tutti una serie di Hulkbuster, sentinelle X-Men, ecc.
L'incontro Usa-Giappone viene anche dalle armi. I G.I. Joe usano armi da fuoco, i Giapponesi sono fissati con le spade e altre armi bianche o "poteri del corpo". Ma per gli originali Diaclone già questi giocattoli erano orientati in senso Usa, coi loro fucili piuttosto che le spade. L'acquisto della doppia "cittadinanza" perciò era un possibile sbocco "naturale".
Quanto ho scritto fin qui vale soprattutto pensando agli episodi delle prime due stagioni, quelle con Commander e Megatron.
Ho infatti messo un episodio in più per conteggiare anche il film animato, che non dovrebbe essere incluso. Questo film è doloroso, perché segna uno spartiacque con la seconda stagione. Qui muoiono un sacco di personaggi storici, compresi i leader (sto semplificando) e un nuovo cast emerge. La morte nel cartone animato non era affatto di casa. I "Transformers" erano un cartone animato sci-fi action avventuroso e fantastico. Non drammatico. Se non lo si vede, si resta spiazzati dalla stagione 3, che su quelli (il nuovo cast) si basa e parte. Qui cambia il cast, le storie tendono ad essere un po' più collegate, non c'entra più la Marvel Video, ma si sono dati da fare direttamente quelli della Sunbow. Qui la qualità delle storie varia moltissimo. Come pure la bellezza artistica. Molti episodi sono così così, ma alcuni sono disegnati splendidamente.
Alcune storie sono troppo, ma troppo ridicole, tipo il pianeta degli uomini gatto che attacca quello degli uomini cane. Altre sono ottime, come quella in cui si scopre che i Quintessenziani (esseri che sembrano uova rovesciate con tentacoli, gambo di energia e cinque facce) vendevano le armi ad entrambe le fazioni in lotta, fra un altro paio di pianeti belligeranti fra loro. In questo caso il cartone animato è pure istruttivo sui cattivi esempi, se uno li vuole cogliere. Questa serie ha anche la chicca di contenere personaggi appartenenti a squadre differenti camminare assieme. Rompendo il rigido schema che quelli di una squadra si muovono solo con quella. Se non c'è da combinarsi, si può anche stare per i fatti propri o con un compagno di fazione qualsiasi. Altra chiccha, qui Capten ogni tanto compie dei "viaggi" sciamanici, mentali, all'interno della matrice.
Infine, c'è la quarta stagione, compressa in soli tre episodi dei cinque previsti inizialmente. Questa avrebbe dovuto essere quella conclusiva. Una volta inedita, mi sembra sia stata doppiata in occasione del ri-doppiaggio. Ma, proprio onestamente, nonostante dietro ci fosse un bravo sceneggiatore, è venuta una schifezza. Stavolta non ha fatto bene, forse si è rifatto al comic, e poi ci sono troppi personaggi, e animati malissimo.
In sostanza, abbiamo le prime eccezionali due stagioni, cui segue un tragico film, e poi abbiamo una terza stagione, di qualità isterica, con puntate tonfo, puntate sopraffine e due leader non all'altezza dei precedenti. Galvatron sarebbe Megatron, in realtà. "Rinnovato", in teoria. Ma, a seguito di un incidente del personaggio, è diventato irriconoscibile. Adesso è solo un toro che attacca sempre a testa bassa.
Infine c'è la quarta, la cosiddetta "Rebirth", che chiude malissimo la saga. Che poi sono sempre finali chiusi-aperti. Diciamo che il bene vince, ma il male è solo accantonato, al momento.
Cioè, il solito finale, ma più monumentale.
Non ho visto tutte le serie successive, se uno volesse saggiarle, ma sono comunque diverse, e dei suggerimenti posso darli. Di quarte stagioni ne esistono due. Quella, come detto, "Rebirth", che è la conclusiva americana, e la serie "Headmasters", che invece è giapponese. E infatti è ricca dello spirito giapponese e del loro modo di operare. Però, quello peggiore. Seguono "Masterforce" e poi "Victory" e l'OAV "Transformers: Zone".
Non ho visto "Zone", ma, visto che segue "Victory", che è una schifezza bambinesca ridicola, non dubito della non qualità. In "Victory" ritorna come arma d'elezione la spada, e pure le trasformazioni sembrano proprio quelle dei vari super-robot. Ma perché?
Insomma, i Giapponesi i "Transformers" non li sanno fare! Si salva solo "Masterforce", che è una serie mediocre, ma ancora guardabile e divertente e con un paio di episodi ottimi. Per sfortuna, proprio prima di quelli si interruppe il doppiaggio italiano.
E così si conclude il materiale storico.
Discreto anche il reboot giapponese "Car Robot 2000/Robots in Disguise".
La trilogia di "Unicron" non la conosco (transformers energon e fratelli). Ne vidi solo uno scampolo e non mi piacque per nulla, ma è troppo poco. Posso dire che i personaggi e la storia non mi attirano.
"Beast Wars", questo è acclamatissimo. E proprio non mi spiego il perché. Ho fatto una fatica estrema per arrivare in fondo al primo episodio. Poi ho provato anche il secondo e il terzo. Basta. È diversamente schifoso rispetto a "Victory", ma ancora più indigesto. Questi non sono nemmeno transformers. Semplificando, i transformers sono "macchine da strada che si trasformano in robot". Qui invece abbiamo che si trasformano in animali. Ma non di apparenza meccanica, proprio biologica. Sembrano gli animali nostrani. Con pelliccia e tutto. E la cosa peggiore è che passano un sacco di tempo a parlare in forma animale. Praticamente, è una cosa con gli animaletti parlanti Disney che ogni tanto si trasformano. Orribile. E, per essere onesti, sono pure orridi i design, le animazioni inesistenti, la stupidità degli scontri, condotti come quelli di un bambino che giuoca coi pupazzetti. Una roba immonda.
"Robots in Disguise 2014" nasce come sequel di "Transformers Prime". Dicono, è molto diversa. I primi episodi non mi hanno detto granché e l'avevo accantonata. Conto di riprendere prima o poi.
La trilogia Netflix è discreta. Tanti difetti, ma sicuramente è un prodotto sufficientemente riuscito.
"Transformers Animated" e "Transformers Prime", senza girarci intorno, sono fantastiche. "Animated" è proprio integralmente stupenda. "Transformers Prime"è mediamente di ottima qualità, ma si perde un po' man mano che procede. Ma anche così non è mai meno che discreta.
Per essere più precisi, la Hasbro ha preso i modelli Diaclone e Micronauti della Takara e li ha fusi in una unica serie con colorazioni diverse e i famosi simboli.
La creazione del background, della storia di partenza e dei personaggi è stata demandata alla Marvel, la cui divisione editoriale ha prodotto il fumetto. Mentre un'altra divisione Marvel, che si occupava dei prodotti video, ha preso quel materiale e l'ha rielaborato, per tirare fuori dal cilindro la magnifica serie che noi tutti conosciamo. Però, prima di arrivare al cartone animato, c'è un altro passaggio ancora. La Sunbow, la responsabile per la serie TV, ha preso le sceneggiature e le ha ritoccate. Se e dove serviva.
Se il fumetto si basa su una storia in evoluzione, il cartone animato ha avuto un approccio molto diverso, di natura episodica, autoconclusiva. Entrambe le scelte hanno i loro vantaggi e svantaggi. Non tutti gli episodi sono così, però. Alcuni sono collegati e sono storie doppie. Questi episodi sono in genere particolarmente belli.
Cosa ha comportato l'intervento americano? Si è creata una sorta di "G.I. Joe" robotico, due fazioni con armamento avanzatissimo in lotta fra loro e una rotazione dei personaggi ogni tot/gruppo di episodi.
Ma esistono anche delle differenze significative. Qui nei "Transformers", i due leader sono decisamente più carismatici, e gli apporti delle varie sotto-squadre sono più marcati, essendo tutti i transformers dotati di peculiarità e aspetti che sono unici o quasi. Nei "Transformers" i due capi costituiscono le colonne portanti della serie. Salvo pochi episodi. L'apporto americano è ben visibile nel profilo dei personaggi. Molto vario, molti caratteri diversi, e pure molte corporature diverse, da quelle standard a quelle cicciottelle. Insomma, non sono tutti "fichi". Ma non per questo anche questi non si impegnano meno degli altri. Ci sono i personaggi eroici, ma più spesso la vittoria viene ottenuta dagli Autorobot per qualche espediente piuttosto che per forza superiore. Ma ci sono pure questi ultimi. Ancora sui personaggi: mentre in Giappone è fortissima la concentrazione dell'attenzione sul singolo, qui è un mix più vario fra azioni del singolo e azioni collettive. Un altro vantaggio delle storie autoconclusive è che i vari registi si sono potuti sbizzarrire liberamente con tutte le idee che venivano loro in mente.
E per questo ci troviamo molti episodi in cui i Distructors danno la caccia all'energia e altri in cui tentano in tutti i modi di sconfiggere gli odiati Autorobot. Altre storie ci mostrano esperienze in posti lontani nello spazio, e c'è pure qualche episodio pazzo in cui i Distructors sono mossi dalla febbre del comando e fanno una gran baruffa fra di loro e, più nel dettaglio, qualche altro episodio in cui il vice di Megatron, Astrum, cerca di usurpare il suo posto al comando dei Distructors.
Anche dal lato personaggi, la libertà concessa dalle storie autoconclusive usata in questo modo si fa sentire.
Talvolta con un personaggio che fino a quel momento si era visto poco. Taluni dicono 'spottone', ma a me è sembrato solo di vedere storie molto interessanti che spaziano e danno spazio e tridimensionalità a tutti i personaggi che vediamo. Per me è solo un assoluto bonus che vengano valorizzati tutti i personaggi. Così da una parte si evita di focalizzarsi sempre sui soliti due o tre, dall'altra un personaggio approfondito diventa anche più liberamente spendibile negli episodi successivi.
I personaggi zavorra non fanno bene ad alcuno spettacolo.
Io sono abituato allo storico vecchio doppiaggio. Ce n'è uno nuovo, ma a me sembra nettamente inferiore e poco accattivante. Il vecchio si avvaleva di una meravigliosa effettistica per le voci e i doppiatori stessi caratterizzavano benissimo taluni personaggi grazie a degli ottimi timbri vocali. La voce di Megatron ad esempio risultava ampia, imponente, metallica e riverberante. Proprio come era poi il personaggio. Di contro il numero ridotto dei doppiatori comportava dei noti problemi, anche se io non me ne sono mai accorto. Perciò per me hanno gestito pure bene l'eventuale doppiezza dei ruoli. Un'altra caratteristica del doppiaggio storico è che molti transformers acquistano dei nomi italiani. Perlopiù di animali, nella stragrande maggioranza dei casi. In passato mi adirai parecchio per questi nomi, non sapendo che erano diversi dagli originali. Ma poi ho anche capito perché è stato fatto questo cambio. Che, se è vero che da una parte ci perde, dall'altra però ci guadagna. La prima nota riguarda l'assurdità dei nomi animali. Perché un transformers dovrebbe chiamarsi Tigre, quando i transformers nemmeno sanno cos'è una tigre, visto che è un animale terrestre che non esiste su Cybertron? In effetti, i nomi inglesi sono in genere (non sempre) o astratti, ma con richiami tecnologici più o meno evidenti, o si agganciano a una terminologia "meccanica". Il tutto è molto bello, ma quello che è bello, immediato, orecchiabile e riconoscibile per un americano non lo è affatto per un bambino italiano, che i riferimenti non li vede, e perciò fatica a ricordare e identificare un dato personaggio. Specie se la rotazione di questi episodi è rapida. Il problema è stato segnalato anche da un recensore prima di me. Perciò, se Cliffjumper è più consono alla natura meccanica di un transformers, e dovrebbe significare "saltatore da un dirupo", da noi è diventato Grillo (che in questo caso ha un richiamo simile all'originale sul tasto "salto"). Il problema non è nato solo col nuovo doppiaggio, infatti anche nel doppiaggio storico, da un certo punto in poi, per alcuni personaggi, tipicamente gli Areialbots, gli Stunticons, i Combacticons e i Protectorobots, che sono tutte squadre da cinque, si è optato per mantenere i nomi originali. Mentre la Gig nei giocattoli ha continuato con i nomi inventati. E puntualmente questi personaggi ho sempre fatto fatica a ricordarli e identificarli. Quindi, per i nomi localizzati, non si può parlare di un cambio irragionevole. Non il massimo sotto certi aspetti, ma molto efficace sotto altri.
L'apporto giapponese viene dai transformers stessi, dal loro design e dalle loro capacità di trasformarsi da oggetti "veri" a robot. Sembra un apporto da poco in confronto, ma non lo è, avendo costretto la Hasbro a produrre una serie con un sapore tecnologico che incontrasse quello che traspariva dai giocattoli.
Fosse roba tutta Usa pura, i "Transformers" sarebbero stati tutti una serie di Hulkbuster, sentinelle X-Men, ecc.
L'incontro Usa-Giappone viene anche dalle armi. I G.I. Joe usano armi da fuoco, i Giapponesi sono fissati con le spade e altre armi bianche o "poteri del corpo". Ma per gli originali Diaclone già questi giocattoli erano orientati in senso Usa, coi loro fucili piuttosto che le spade. L'acquisto della doppia "cittadinanza" perciò era un possibile sbocco "naturale".
Quanto ho scritto fin qui vale soprattutto pensando agli episodi delle prime due stagioni, quelle con Commander e Megatron.
Ho infatti messo un episodio in più per conteggiare anche il film animato, che non dovrebbe essere incluso. Questo film è doloroso, perché segna uno spartiacque con la seconda stagione. Qui muoiono un sacco di personaggi storici, compresi i leader (sto semplificando) e un nuovo cast emerge. La morte nel cartone animato non era affatto di casa. I "Transformers" erano un cartone animato sci-fi action avventuroso e fantastico. Non drammatico. Se non lo si vede, si resta spiazzati dalla stagione 3, che su quelli (il nuovo cast) si basa e parte. Qui cambia il cast, le storie tendono ad essere un po' più collegate, non c'entra più la Marvel Video, ma si sono dati da fare direttamente quelli della Sunbow. Qui la qualità delle storie varia moltissimo. Come pure la bellezza artistica. Molti episodi sono così così, ma alcuni sono disegnati splendidamente.
Alcune storie sono troppo, ma troppo ridicole, tipo il pianeta degli uomini gatto che attacca quello degli uomini cane. Altre sono ottime, come quella in cui si scopre che i Quintessenziani (esseri che sembrano uova rovesciate con tentacoli, gambo di energia e cinque facce) vendevano le armi ad entrambe le fazioni in lotta, fra un altro paio di pianeti belligeranti fra loro. In questo caso il cartone animato è pure istruttivo sui cattivi esempi, se uno li vuole cogliere. Questa serie ha anche la chicca di contenere personaggi appartenenti a squadre differenti camminare assieme. Rompendo il rigido schema che quelli di una squadra si muovono solo con quella. Se non c'è da combinarsi, si può anche stare per i fatti propri o con un compagno di fazione qualsiasi. Altra chiccha, qui Capten ogni tanto compie dei "viaggi" sciamanici, mentali, all'interno della matrice.
Infine, c'è la quarta stagione, compressa in soli tre episodi dei cinque previsti inizialmente. Questa avrebbe dovuto essere quella conclusiva. Una volta inedita, mi sembra sia stata doppiata in occasione del ri-doppiaggio. Ma, proprio onestamente, nonostante dietro ci fosse un bravo sceneggiatore, è venuta una schifezza. Stavolta non ha fatto bene, forse si è rifatto al comic, e poi ci sono troppi personaggi, e animati malissimo.
In sostanza, abbiamo le prime eccezionali due stagioni, cui segue un tragico film, e poi abbiamo una terza stagione, di qualità isterica, con puntate tonfo, puntate sopraffine e due leader non all'altezza dei precedenti. Galvatron sarebbe Megatron, in realtà. "Rinnovato", in teoria. Ma, a seguito di un incidente del personaggio, è diventato irriconoscibile. Adesso è solo un toro che attacca sempre a testa bassa.
Infine c'è la quarta, la cosiddetta "Rebirth", che chiude malissimo la saga. Che poi sono sempre finali chiusi-aperti. Diciamo che il bene vince, ma il male è solo accantonato, al momento.
Cioè, il solito finale, ma più monumentale.
Non ho visto tutte le serie successive, se uno volesse saggiarle, ma sono comunque diverse, e dei suggerimenti posso darli. Di quarte stagioni ne esistono due. Quella, come detto, "Rebirth", che è la conclusiva americana, e la serie "Headmasters", che invece è giapponese. E infatti è ricca dello spirito giapponese e del loro modo di operare. Però, quello peggiore. Seguono "Masterforce" e poi "Victory" e l'OAV "Transformers: Zone".
Non ho visto "Zone", ma, visto che segue "Victory", che è una schifezza bambinesca ridicola, non dubito della non qualità. In "Victory" ritorna come arma d'elezione la spada, e pure le trasformazioni sembrano proprio quelle dei vari super-robot. Ma perché?
Insomma, i Giapponesi i "Transformers" non li sanno fare! Si salva solo "Masterforce", che è una serie mediocre, ma ancora guardabile e divertente e con un paio di episodi ottimi. Per sfortuna, proprio prima di quelli si interruppe il doppiaggio italiano.
E così si conclude il materiale storico.
Discreto anche il reboot giapponese "Car Robot 2000/Robots in Disguise".
La trilogia di "Unicron" non la conosco (transformers energon e fratelli). Ne vidi solo uno scampolo e non mi piacque per nulla, ma è troppo poco. Posso dire che i personaggi e la storia non mi attirano.
"Beast Wars", questo è acclamatissimo. E proprio non mi spiego il perché. Ho fatto una fatica estrema per arrivare in fondo al primo episodio. Poi ho provato anche il secondo e il terzo. Basta. È diversamente schifoso rispetto a "Victory", ma ancora più indigesto. Questi non sono nemmeno transformers. Semplificando, i transformers sono "macchine da strada che si trasformano in robot". Qui invece abbiamo che si trasformano in animali. Ma non di apparenza meccanica, proprio biologica. Sembrano gli animali nostrani. Con pelliccia e tutto. E la cosa peggiore è che passano un sacco di tempo a parlare in forma animale. Praticamente, è una cosa con gli animaletti parlanti Disney che ogni tanto si trasformano. Orribile. E, per essere onesti, sono pure orridi i design, le animazioni inesistenti, la stupidità degli scontri, condotti come quelli di un bambino che giuoca coi pupazzetti. Una roba immonda.
"Robots in Disguise 2014" nasce come sequel di "Transformers Prime". Dicono, è molto diversa. I primi episodi non mi hanno detto granché e l'avevo accantonata. Conto di riprendere prima o poi.
La trilogia Netflix è discreta. Tanti difetti, ma sicuramente è un prodotto sufficientemente riuscito.
"Transformers Animated" e "Transformers Prime", senza girarci intorno, sono fantastiche. "Animated" è proprio integralmente stupenda. "Transformers Prime"è mediamente di ottima qualità, ma si perde un po' man mano che procede. Ma anche così non è mai meno che discreta.
La Generation 1 rimarrà sempre la Generation 1. Che poi gli americani hanno sentito il bisogno successivamente di "importarsela" è un altro discorso, ma se parliamo degli originali Transformers bisogna dire che l'ideazione è totalmente nipponica, pensate che tra lo staff figura persino Kozo Morishita, che 2 anni dopo sarebbe diventato il mitico regista dell'anime sui Cavalieri dello Zodiaco!
La serie può contare su un'evoluzione mecha che va al di là dei lavori di Nagaiana memoria, difatti qui abbiamo robot antropomorfi, ma completamente indipendenti e senza l'ausilio degli esseri umani, che comunque ci sono, ma sono dei semplici aiuti esterni, nulla di più.
Questa evoluzione ci consente di vedere cosa può rappresentare il futuro con un'innovazione totale delle macchine-robot, in un fenomeno che si perde tra i racconti del grande Asimov, in cui nella sua visione futuristica vedeva anche i robot all'apice della loro piena indipendenza, ma che comunque difficilmente possono sostituire l'intelligenza umana, visto che è frutto di tale albero.
Il tema trattato difatti è l'indipendenza, l'indipendenza che comunque viene vista dagli uomini, visto che dei robot ne disegnano dei connotati umani e con emozioni umane, pur essendone privi di norma.
L'indipendenza è madre e teatro di diversi fattori positivi e negativi, quelli positivi danno speranze di un mondo migliore, dove la coesistenza, la libertà e il rispetto sociale sono punti di vista assai condivisibili per una pacifica convivenza, i fattori negativi sono sempre rappresentati da ingordigia di potere e sottomissione delle genti alla tirannide di chissà quale entità malvagia, desiderosa solo del riconoscimento del suo potere assoluto, anche sacrificando tantissimi innocenti che nulla hanno a che fare con tutto questo. Quindi l'indipendenza significa anche guerra, come innumerevoli testi storici testimoniano, laddove il tetro odore della morte e l'eco terribile della distruzione di massa sono fattori su cui poi pesa il destino dell'umanità. Trasportate questi concetti su Cybertron, teatro delle avventure di quest'opera e vi accorgerete di trovare tutti gli elementi che vi ho sopracitato.
La morale dell'autore dell'opera è quella di essere sempre attenti a non farsi distruggere dalla civiltà e dalle false ideologie di cui ancor oggi siamo circondati, bisogna sempre decidere per il meglio del proprio futuro e del proprio destino senza mai tirarsi indietro o fare strani schieramenti di comodo, in pratica ognuno di noi deve avere sempre il coraggio delle proprie scelte, tali scelte causeranno conseguenze, ma il motto dell'opera è quella di farsi trovare sempre pronti e mai impreparati, per evitare catastrofi e destini ben peggiori.
La serie può contare su un'evoluzione mecha che va al di là dei lavori di Nagaiana memoria, difatti qui abbiamo robot antropomorfi, ma completamente indipendenti e senza l'ausilio degli esseri umani, che comunque ci sono, ma sono dei semplici aiuti esterni, nulla di più.
Questa evoluzione ci consente di vedere cosa può rappresentare il futuro con un'innovazione totale delle macchine-robot, in un fenomeno che si perde tra i racconti del grande Asimov, in cui nella sua visione futuristica vedeva anche i robot all'apice della loro piena indipendenza, ma che comunque difficilmente possono sostituire l'intelligenza umana, visto che è frutto di tale albero.
Il tema trattato difatti è l'indipendenza, l'indipendenza che comunque viene vista dagli uomini, visto che dei robot ne disegnano dei connotati umani e con emozioni umane, pur essendone privi di norma.
L'indipendenza è madre e teatro di diversi fattori positivi e negativi, quelli positivi danno speranze di un mondo migliore, dove la coesistenza, la libertà e il rispetto sociale sono punti di vista assai condivisibili per una pacifica convivenza, i fattori negativi sono sempre rappresentati da ingordigia di potere e sottomissione delle genti alla tirannide di chissà quale entità malvagia, desiderosa solo del riconoscimento del suo potere assoluto, anche sacrificando tantissimi innocenti che nulla hanno a che fare con tutto questo. Quindi l'indipendenza significa anche guerra, come innumerevoli testi storici testimoniano, laddove il tetro odore della morte e l'eco terribile della distruzione di massa sono fattori su cui poi pesa il destino dell'umanità. Trasportate questi concetti su Cybertron, teatro delle avventure di quest'opera e vi accorgerete di trovare tutti gli elementi che vi ho sopracitato.
La morale dell'autore dell'opera è quella di essere sempre attenti a non farsi distruggere dalla civiltà e dalle false ideologie di cui ancor oggi siamo circondati, bisogna sempre decidere per il meglio del proprio futuro e del proprio destino senza mai tirarsi indietro o fare strani schieramenti di comodo, in pratica ognuno di noi deve avere sempre il coraggio delle proprie scelte, tali scelte causeranno conseguenze, ma il motto dell'opera è quella di farsi trovare sempre pronti e mai impreparati, per evitare catastrofi e destini ben peggiori.
Anzitutto, un piccolo appunto: definire questa serie "anime" è improprio visto che se l'animazione è curata dalla Toei il resto è invece opera dell'americana Sunbow. Questa era una prassi all'epoca non rara per varie serie americane.
Comunque è difficile cercare di giudicare un'opera del genere: non si può non tenere conto del valore storico della prima generazione dei robot senzienti di Cybertron: il fascino che emanano è enorme e dura ancora oggi. Purtroppo per quanto riguarda il cartone, se c'è un enorme spada di Damocle che grava sulla sua testa, come in quella di molte serie a stelle strisce dell'epoca è quella che definirei "sindrome dello spottone di venti minuti". Le trame infatti si riducono a meri pretesti per promuovere l'ultimo modellino. L'esempio più tragico di questo problema è l'atteggiamento di Megatron nei confronti di Starscream. Quest'ultimo, sempre pronto a tentare di fare le scarpe al proprio boss, viene costantemente punito ma, incredibilmente, "perdonato" ad ogni nuovo episodio.
La struttura episodica chiusa, nonostante qualche elemento di continuity nelle prime puntate e la presenza di un film animato a fare da ponte tra le due stagioni, non aiuta particolarmente, così come l'adattamento italiano risulta appena sufficiente, soprattutto se paragonato all'ottimo doppiaggio originale. L'animazione poi, pur non essendo ai livelli terribili della Filmation, è comunque al di sotto della sufficienza e arrivati alla terza serie peggiora ulteriormente.
Eppure, se la sceneggiatura è oggettivamente poca cosa, il soggetto resta comunque una bomba dal potenziale inespresso e ansioso di essere maneggiato dalle persone giuste per esplodere. Proprio perciò questa è solo la prima di innumerevoli serie dedicate ai robot trasformabili, delle quali vanno segnalate anche l'eccellente "Beast Wars" e la più che discreta "Transformers Animated".
Senza la prima generazione, con tutti i suoi difetti e le sue mancanze, nessuna delle due serie menzionate avrebbe visto la luce e questo è un punto a favore. Ho comunque difficoltà a consigliare la visione di questa serie a chi non è in vena di amarcord nostalgici.
Comunque è difficile cercare di giudicare un'opera del genere: non si può non tenere conto del valore storico della prima generazione dei robot senzienti di Cybertron: il fascino che emanano è enorme e dura ancora oggi. Purtroppo per quanto riguarda il cartone, se c'è un enorme spada di Damocle che grava sulla sua testa, come in quella di molte serie a stelle strisce dell'epoca è quella che definirei "sindrome dello spottone di venti minuti". Le trame infatti si riducono a meri pretesti per promuovere l'ultimo modellino. L'esempio più tragico di questo problema è l'atteggiamento di Megatron nei confronti di Starscream. Quest'ultimo, sempre pronto a tentare di fare le scarpe al proprio boss, viene costantemente punito ma, incredibilmente, "perdonato" ad ogni nuovo episodio.
La struttura episodica chiusa, nonostante qualche elemento di continuity nelle prime puntate e la presenza di un film animato a fare da ponte tra le due stagioni, non aiuta particolarmente, così come l'adattamento italiano risulta appena sufficiente, soprattutto se paragonato all'ottimo doppiaggio originale. L'animazione poi, pur non essendo ai livelli terribili della Filmation, è comunque al di sotto della sufficienza e arrivati alla terza serie peggiora ulteriormente.
Eppure, se la sceneggiatura è oggettivamente poca cosa, il soggetto resta comunque una bomba dal potenziale inespresso e ansioso di essere maneggiato dalle persone giuste per esplodere. Proprio perciò questa è solo la prima di innumerevoli serie dedicate ai robot trasformabili, delle quali vanno segnalate anche l'eccellente "Beast Wars" e la più che discreta "Transformers Animated".
Senza la prima generazione, con tutti i suoi difetti e le sue mancanze, nessuna delle due serie menzionate avrebbe visto la luce e questo è un punto a favore. Ho comunque difficoltà a consigliare la visione di questa serie a chi non è in vena di amarcord nostalgici.
Paragono senza alcuna remora questo titolo immortale ai più grandi capolavori dell’animazione anni ottanta come Ken il Guerriero, i Cavalieri dello Zodiaco o ai nuovi fenomeni come Evangelion.
Perché? Beh, è semplice: Transformers non subisce l’effetto del passare del tempo, e quando cavalcava l’onda del successo fu un prodotto di tale importanza da influenzare un’intera generazione di ragazzini (me compreso), e di conseguenza il mercato di giocattoli, da cui tante altre case produttrici copiarono lo stile del robot.
Stile, tipologia, “idea” assolutamente leggendaria e indimenticabile: la macchina intelligente trasformabile. Grazie alla Takara che diffuse i giocattoli in tutto il mondo, e che tutt’ora possiamo trovare addirittura sotto forma di oggetti da collezione a prezzi talvolta esorbitanti, Trasformers ebbe l’età d’oro fino all’inizio degli anni novanta / fine anni ottanta, con varie saghe e anche un bellissimo film animato che fa da ponte fra la seconda e la terza serie.
Questa prima serie dà il via a tutto, iniziando a narrare la mitica storia di misteriose creature robotiche giunte dalle profondità dello spazio e precipitate per caso sul pianeta Terra, dopo un vero e proprio “naufragio” spaziale, in seguito alla fuga dal loro pianeta natale, Cybertron.
Parlare della trama di Trasformers è abbastanza inutile, segue un plot piuttosto semplice e una linea di trama sempre identica (o quasi) in ogni episodio, ma osservandolo oggi con occhio critico e imparziale, si riescono a scovare particolari e idee davvero geniali per l’epoca.
Innanzi tutto, la particolarizzazione dei caratteri e dei modi di fare di ogni trasformer, sia autobot che decepticon, che col passare degli episodi diventa familiare allo spettatore; il carisma di Optimus Prime (commander al tempo), a mio parere uno dei capitani leggendari di tutti gli anime a sfondo “combattivo-militaristico organizzato” mai creati, ovviamente guidato da giusti ideali e palesemente più potente dei suoi compagni, carismatico e saggio.
Sottolineerei anche il doppiaggio in italiano che non fu affatto male, con qualche tocco di classe come la voce metallica e priva di emozioni del cattivo e spietato Soundwave (il mangia cassettone che ha come nastri trasformabili animali robot tipo la pantera e l’aquila), non che l’enorme varietà di trasformers e delle loro forme, dalle auto, agli escavators per finire ai dinobots.
Insomma, un prodotto davvero eccellente per l’epoca, dal design originalissimo e dalle animazioni sufficientemente curate per l’epoca e per il numero immenso di episodi che compone tutta la serie.
Per chi è stato bambino negli anni ottanta questo è più di un semplice cartone animato, si tratta di un mito a tutti gli effetti che ha divertito un’intera generazione e fatto spendere chissà quante lire in giocattoli ai rispettivi genitori.
Una fonte di fantasia senza pari, un’idea immortale. Indimenticabile.
Perché? Beh, è semplice: Transformers non subisce l’effetto del passare del tempo, e quando cavalcava l’onda del successo fu un prodotto di tale importanza da influenzare un’intera generazione di ragazzini (me compreso), e di conseguenza il mercato di giocattoli, da cui tante altre case produttrici copiarono lo stile del robot.
Stile, tipologia, “idea” assolutamente leggendaria e indimenticabile: la macchina intelligente trasformabile. Grazie alla Takara che diffuse i giocattoli in tutto il mondo, e che tutt’ora possiamo trovare addirittura sotto forma di oggetti da collezione a prezzi talvolta esorbitanti, Trasformers ebbe l’età d’oro fino all’inizio degli anni novanta / fine anni ottanta, con varie saghe e anche un bellissimo film animato che fa da ponte fra la seconda e la terza serie.
Questa prima serie dà il via a tutto, iniziando a narrare la mitica storia di misteriose creature robotiche giunte dalle profondità dello spazio e precipitate per caso sul pianeta Terra, dopo un vero e proprio “naufragio” spaziale, in seguito alla fuga dal loro pianeta natale, Cybertron.
Parlare della trama di Trasformers è abbastanza inutile, segue un plot piuttosto semplice e una linea di trama sempre identica (o quasi) in ogni episodio, ma osservandolo oggi con occhio critico e imparziale, si riescono a scovare particolari e idee davvero geniali per l’epoca.
Innanzi tutto, la particolarizzazione dei caratteri e dei modi di fare di ogni trasformer, sia autobot che decepticon, che col passare degli episodi diventa familiare allo spettatore; il carisma di Optimus Prime (commander al tempo), a mio parere uno dei capitani leggendari di tutti gli anime a sfondo “combattivo-militaristico organizzato” mai creati, ovviamente guidato da giusti ideali e palesemente più potente dei suoi compagni, carismatico e saggio.
Sottolineerei anche il doppiaggio in italiano che non fu affatto male, con qualche tocco di classe come la voce metallica e priva di emozioni del cattivo e spietato Soundwave (il mangia cassettone che ha come nastri trasformabili animali robot tipo la pantera e l’aquila), non che l’enorme varietà di trasformers e delle loro forme, dalle auto, agli escavators per finire ai dinobots.
Insomma, un prodotto davvero eccellente per l’epoca, dal design originalissimo e dalle animazioni sufficientemente curate per l’epoca e per il numero immenso di episodi che compone tutta la serie.
Per chi è stato bambino negli anni ottanta questo è più di un semplice cartone animato, si tratta di un mito a tutti gli effetti che ha divertito un’intera generazione e fatto spendere chissà quante lire in giocattoli ai rispettivi genitori.
Una fonte di fantasia senza pari, un’idea immortale. Indimenticabile.
Assieme a He-Man, MASK e molti altri, è il cartone animato americano che ha fatto storia negli anni '80 (come dite? Dovrebbe essere un anime? Ma qua si sono messi in mezzo pure gli americani: asd: ) .
La storia vede gli Autobots (o Autorobot, come volete voi) scontrarsi contro i Decepticon (o Distructor) sulla Terra, impedendo loro a tutti i costi di rubare le varie fonti di energia e convertirle in Energon.
Gli episodi, nella prima serie tutti legati tra loro e nella seconda quasi tutti autoconclusivi, per quanto presentino molte ingenuità, riescono ad intrattenere grazie anche a qualche spunto interessante, come la caratterizzazione di alcuni personaggi di entrambe le fazioni (un plauso va a Starscream, che tenta quasi sempre di ribellarsi agli ordini di Megatron, tiranno accecato dalla malvagità... Sempre tra i cattivi, anche Soundwave è quello più particolare, con la sua voce monotona e ''robotica'' che lo rende un -Con incapace provare vere emozioni e di obbedire a nessun altro se non allo stesso Megatron) .
Tecnicamente gli anni si fanno veramente sentire, i primi episodi almeno riescono ad essere disegnati almeno decentemente, ma dalla seconda serie in poi (ad eccezione del Movie), si va su animazioni scadenti, schemi cromatici dei robot sbagliati (quante volte vi sarà capitato di vedere... Due Starscream??), doppiaggi errati su alcuni di loro (mitico il doppiaggio inglese dell'epoca, pessimo quello italiano) .
Voto 9 perchè questa serie ha comunque segnato l'infanzia di molti di noi; __; ... Per chi ha visto i due Live action e volesse approfondire, consiglio la visione di tutta la G1 e del suo degno erede Beast Wars...
La storia vede gli Autobots (o Autorobot, come volete voi) scontrarsi contro i Decepticon (o Distructor) sulla Terra, impedendo loro a tutti i costi di rubare le varie fonti di energia e convertirle in Energon.
Gli episodi, nella prima serie tutti legati tra loro e nella seconda quasi tutti autoconclusivi, per quanto presentino molte ingenuità, riescono ad intrattenere grazie anche a qualche spunto interessante, come la caratterizzazione di alcuni personaggi di entrambe le fazioni (un plauso va a Starscream, che tenta quasi sempre di ribellarsi agli ordini di Megatron, tiranno accecato dalla malvagità... Sempre tra i cattivi, anche Soundwave è quello più particolare, con la sua voce monotona e ''robotica'' che lo rende un -Con incapace provare vere emozioni e di obbedire a nessun altro se non allo stesso Megatron) .
Tecnicamente gli anni si fanno veramente sentire, i primi episodi almeno riescono ad essere disegnati almeno decentemente, ma dalla seconda serie in poi (ad eccezione del Movie), si va su animazioni scadenti, schemi cromatici dei robot sbagliati (quante volte vi sarà capitato di vedere... Due Starscream??), doppiaggi errati su alcuni di loro (mitico il doppiaggio inglese dell'epoca, pessimo quello italiano) .
Voto 9 perchè questa serie ha comunque segnato l'infanzia di molti di noi; __; ... Per chi ha visto i due Live action e volesse approfondire, consiglio la visione di tutta la G1 e del suo degno erede Beast Wars...
Questa serie animata è entrata non solo nel cuore delle generazioni di allora, ma anche in quelle più recenti. A distanza di 20 anni il fascino di questi personaggi è rimasto immutato! La serie secondo me a differenza di molte altre serie robotiche presenta un grande pregio: è molto ricca di humor con scene davvero coinvolgenti e divertenti e nella sua semplicità, inoltre, la storia scorre via, leggermente, senza alcun inghippo, nonostante si percepisce molto la natura "americana" del film.
Un MITO!!!
Un MITO!!!
La serie è a dir poco strabiliante. io ho visionato per adesso solo 58 episodi perchè faccio la raccolta dei dvd, in quanto quando fu trasmessa questa serie io non ero nemmeno in programma di nascere. Comunque in base agli episodi visti la serie, ripeto, è bella. Oddio anch'essa ha i suoi difettucci. Anzitutto spesso diviene difficile ricordarsi dell'aspetto e dei nomi di tutti i personaggi dato che ce ne sono tantissimi e sono usciti tutti insieme. Però quelli che partecipano più spesso alle missioni non risulta difficile, mentre alcuni appena impari a riconoscerli spariscono. I disegni e i dialoghi sono ben fatti anche se a volte non li riconosci perchè o appaiono di colore diverso oppure parlano con la voce di altri. Comunque la cosa brutta è che la maggior parte di loro nella season 3 spariscono e mi dispiace perchè in un certo modo ti affezzioni. Io non li ho visti ancora ma ho visto il film in inglese su youtube, ed è stato orribile veder morire tutti quei bei personaggi, che erano proprio quelli più belli. Perlomeno sono contenta che abbiano risparmiato jazz... e potevano risparmiare di far morire i personaggi più importanti come willjack, ratchet, ironside, prowl e optimus. I primi 2 inoltre avevano un importanza colossale. Vai a capire cosa gli frullava per la testa ai produttori in quel periodo. Comunque nel contesto la serie merita 9
Il grido di guerra nella versione italiana era "Autorobot! Trasformatevi!". Purtroppo devo dire che, a differenza di altri anime di quel periodo questo è invecchiato in un modo sconcertante. La serie, come accade anche ora peraltro, nasceva dalla necessità di dare un corpo ed una storia alle serie di modellini che stavano invadendo il mercato dei giocattoli in quel periodo. Purtroppo questo lato "commerciale" era evidente in un modo talmente sfacciato che rendeva la storie quasi superflue. Quasi in ogni episodio ci si inventava una scusa per fare apparire un nuovo robot. Nel 1984 la cosa poteva andarmi bene, ora non più. Se siete davvero dei fanatici nostalgici allora potrete trovare un po' di divertimento in questo anime, altrimenti lasciate perdere.
Senza dubbio la serie manifesto dei cartoon americani degli anni '80, tant'è che, ancora prima dell'uscita del film live action che ha consacrato i Transformers a vere e proprie icone dell'immaginario collettivo, il brand è stato portato avanti per anni con diverse serie prodotte prevalentemente da studi giapponesi.
Ma la serie originale, la cosidetta G1, per quanto ricca di ingenuità narrative tipiche dell'epoca, un sacco di blooper e alcuni episodi realizzati davvero al risparmio (sapevate che gran parte delle BGM erano le stesse del cartoon dell'Uomo Ragno degli anni '80 e dei G.I. Joe?) risulta godibile ancora oggi.
Il carisma dei personaggi della G1, la struttura in gran parte autoconclusiva ma che non annoia mai, con episodi focalizzati sui singoli personaggi (e sono davvero tanti!) e la continua introduzione di nuovi Transformers (come i mitici componibili della seconda stagione), sono elementi che rendono la serie interessante anche per chi non è più un ragazzino.
Ovvio che il fattore nostalgia ha il suo peso, ma anche le generazioni di oggi potrebbero trovare questo cartoon coinvolgente.
Personalmente, l'unica parte che reputo davvero debole di tutti i 98 episodi è la terza stagione, quella ambientata nel futuro, con Megatron diventato Galvatron e Captain/Rodimus Prime che ha preso il posto di Commander/Optimus Prime. Sinceramente non ho mai capito il motivo che all'epoca, nell'apice di successo della serie, spinse gli autori a eliminare i personaggi principali del cast sostituendoli da una nuova generazione di protagonisti del tutto carenti dell'appeal degli originali. Una nota positiva è d'obbligo per il doppiaggio italiano dell'edizione moderna, che oltre a restituire i nomi originali ai personaggi (sebbene per i trentenni come me abituati ai vari "Mulo, Canguro, Cammello, etc" possa inizialmente portare un po' di disagio), propone voci e dialoghi più adeguati (tranne per l'effetto della voce di Soundwave/Memor, qui reso in modo poco convincente), dove invece il doppiaggio storico rasentava spesso la demenzialità.
Ma la serie originale, la cosidetta G1, per quanto ricca di ingenuità narrative tipiche dell'epoca, un sacco di blooper e alcuni episodi realizzati davvero al risparmio (sapevate che gran parte delle BGM erano le stesse del cartoon dell'Uomo Ragno degli anni '80 e dei G.I. Joe?) risulta godibile ancora oggi.
Il carisma dei personaggi della G1, la struttura in gran parte autoconclusiva ma che non annoia mai, con episodi focalizzati sui singoli personaggi (e sono davvero tanti!) e la continua introduzione di nuovi Transformers (come i mitici componibili della seconda stagione), sono elementi che rendono la serie interessante anche per chi non è più un ragazzino.
Ovvio che il fattore nostalgia ha il suo peso, ma anche le generazioni di oggi potrebbero trovare questo cartoon coinvolgente.
Personalmente, l'unica parte che reputo davvero debole di tutti i 98 episodi è la terza stagione, quella ambientata nel futuro, con Megatron diventato Galvatron e Captain/Rodimus Prime che ha preso il posto di Commander/Optimus Prime. Sinceramente non ho mai capito il motivo che all'epoca, nell'apice di successo della serie, spinse gli autori a eliminare i personaggi principali del cast sostituendoli da una nuova generazione di protagonisti del tutto carenti dell'appeal degli originali. Una nota positiva è d'obbligo per il doppiaggio italiano dell'edizione moderna, che oltre a restituire i nomi originali ai personaggi (sebbene per i trentenni come me abituati ai vari "Mulo, Canguro, Cammello, etc" possa inizialmente portare un po' di disagio), propone voci e dialoghi più adeguati (tranne per l'effetto della voce di Soundwave/Memor, qui reso in modo poco convincente), dove invece il doppiaggio storico rasentava spesso la demenzialità.
Una serie storica! Forse non storica come altri nomi tipo Devilman o Ken Il Guerriero, ma comunque faceva parte di quelle splendide perle che, in un mitico tempo ormai passato quali erano gli anni '80, facevano capolino nelle piccole reti private di tutta Italia(Odeon TV e Italia 7 in questo caso). Riguardarla oggi fa storcere un po' il naso per i tanti "piccoli" difettucci che possedeva, ma è indubbio che, tutto sommato, era stupendo lo stesso. I difetti andavano da errori di doppiaggio a errori d'animazione e anche colori(certi Transformers apparivano di un colore diverso a come erano in realtà), uno però poteva sorvolare tranquillamente(sopratutto da piccoli... chi ci badava?). Nonostante ciò che ho detto la consiglio sopratutto per scoprire da dove il film di Michael Bay ha avuto origine e ricordate: "Autobots, trasformatevi!"
Questa serie, assieme a Robotech, Gigoe, Centurions, Defenders of the heart, He-man, Thundercats, Silverhawks e tanti altri ancora, hanno lasciato un'impronta indelebile negli anni '80; soprattutto nella mia infanzia! Se dovessi dare un voto solo per i ricordi che ho di quegli anni (e della serie ovviamente), gli darei 9; ma trattandosi di un' opera dell'84, non credo che coloro appartenenti alle nuove generazioni possano pensarla nella stessa maniera; anzi: non credo la troverebbero esaltante ne come disegni, ne come animazioni.
Se avessi comunque un figlio piccolo, questa serie è tra i primi cartoni che gli farei vedere.
Agli animaniaci collaudati invece, consiglierei di guardarsela e poi decidete voi. Ai tempi questa serie fu un grande successo: lo dimostra il fatto che hanno prodotto per il cinema un film dal vivo, più un seguito, questo in dirittura di arrivo.
Alla prossima.
Se avessi comunque un figlio piccolo, questa serie è tra i primi cartoni che gli farei vedere.
Agli animaniaci collaudati invece, consiglierei di guardarsela e poi decidete voi. Ai tempi questa serie fu un grande successo: lo dimostra il fatto che hanno prodotto per il cinema un film dal vivo, più un seguito, questo in dirittura di arrivo.
Alla prossima.