Lu e la città delle sirene
Uno strano intermezzo nella produzione di Masaaki Yuasa, una sorta di "NieA_7", nell'effetto: un'opera che di yuasiano ha solamente la splendida regia con le sue rinomate e giustamente elogiate inquadrature, il disegno dei personaggi e soprattutto la fluidità, nel senso reale del termine, la liquidezza dei movimenti, che in un film che tratta sostanzialmente dell'acqua è ancora maggiormente risaltata.
A parte ciò di Yuasa c'è poco, in particolare a livello di sostanza. "Lu oltre il muro" è una sorta di "Ponyo", non solo per l'ambientazione, ma anche per alcuni particolari della trama (lo tsunami di Ponyo mi pare più o meno ripreso nel concetto); le vicende sono abbastanza lente inizialmente, introducendo un numero non esorbitante di personaggi, che vengono celermente adombrati dalla gigantesca (diciamo) presenza di Lu. L'intera opera inizia a ruotare su di lei e va avanti così, inserendo nuovi personaggi più o meno secondari, senza che si riesca realmente a comprendere quale sia il genere d'animazione che si sta gustando. Inizialmente pare effettivamente che si andrà a parare verso un'opera di tipo musicale. La band, il nuovo membro ricercato, un festival. Non è in realtà così, l'opera tende a farsi più drammatica, vertendo sullo scontro inter-civiltà fra i due mondi, scontro che comunque non sussiste e che si risolve in modo benigno e direi anche molto emozionale, visto il finale d'impatto. Finale, comunque, il cui pathos credo si sarebbe potuto esacerbare maggiormente, visto il fisiologico attaccamento che lo spettatore svilupperà per Lu. Se si fosse giocato meglio con le musiche e si fosse dedicato più tempo alle ultime scene, invece che a tutto il resto (spesso ridondante), sarebbe stato un tocco in più.
Il film è, per questo, cioè per la sua capacità di incunearsi in vari generi, e anche per il suo finale abbastanza emozionante, meritevole di visione - e chiaramente anche per la magistrale regia di Yuasa.
È altamente consigliato a chiunque gradisce fiabe, a chiunque gradisce musical, a chiunque - ma non a chi si aspetta una classica opera di Yuasa!
A parte ciò di Yuasa c'è poco, in particolare a livello di sostanza. "Lu oltre il muro" è una sorta di "Ponyo", non solo per l'ambientazione, ma anche per alcuni particolari della trama (lo tsunami di Ponyo mi pare più o meno ripreso nel concetto); le vicende sono abbastanza lente inizialmente, introducendo un numero non esorbitante di personaggi, che vengono celermente adombrati dalla gigantesca (diciamo) presenza di Lu. L'intera opera inizia a ruotare su di lei e va avanti così, inserendo nuovi personaggi più o meno secondari, senza che si riesca realmente a comprendere quale sia il genere d'animazione che si sta gustando. Inizialmente pare effettivamente che si andrà a parare verso un'opera di tipo musicale. La band, il nuovo membro ricercato, un festival. Non è in realtà così, l'opera tende a farsi più drammatica, vertendo sullo scontro inter-civiltà fra i due mondi, scontro che comunque non sussiste e che si risolve in modo benigno e direi anche molto emozionale, visto il finale d'impatto. Finale, comunque, il cui pathos credo si sarebbe potuto esacerbare maggiormente, visto il fisiologico attaccamento che lo spettatore svilupperà per Lu. Se si fosse giocato meglio con le musiche e si fosse dedicato più tempo alle ultime scene, invece che a tutto il resto (spesso ridondante), sarebbe stato un tocco in più.
Il film è, per questo, cioè per la sua capacità di incunearsi in vari generi, e anche per il suo finale abbastanza emozionante, meritevole di visione - e chiaramente anche per la magistrale regia di Yuasa.
È altamente consigliato a chiunque gradisce fiabe, a chiunque gradisce musical, a chiunque - ma non a chi si aspetta una classica opera di Yuasa!