Lupin III - La Lampada di Aladino
Certi film possono essere definiti come un viaggio sulle montagne russe, poiché non hanno un significato: semplicemente non si può fare altro che sedersi e guardare il film. Altri, al contrario, rappresentano un giro per il motivo opposto, perché non si capisce proprio quale sia il senso della storia, e si viene spiazzati di continuo, poiché le nostre interpretazioni si rivelano, costantemente, inesatte.
Tale è il caso di “Lupin e la lampada d’Aladino”. Come inizio non ci sono dubbi, con il nostro che galoppa sul cammello alla ricerca della misteriosa lampada da regalare a... non ve lo dico. Ma, trovato il genio, scopriremo come sia di muliebre aspetto e che voglia qualcosa in cambio per realizzare il desiderio! Lupin dovrà rinunciare a metà della propria vita. Peccato che tale metà non sia quello che un fan di “Death Note” penserebbe. Inizia così una serie di scene che sembrano ricordare “Cinderella Boy”. Per poi ritrovarci alla caccia di un feroce scienziato senza scrupoli, deciso a portare la pace nel mondo con le sue ricerche sulla memoria e il condizionamento mentale. Tale è la trama, per sommi capi, e, senza ‘spoilerare’ troppo, di questo film.
La grafica, la regia e il character design sono buoni e le musiche valide. Personalmente, sono rimasto piacevolmente impressionato, dato che i continui cambi di rotta sono stati davvero spiazzanti ma anche molto digeribili, e hanno permesso, a mio avviso, di evitare la monotonia sempre possibile in un film di Lupin. Fujiko, viceversa, sarà doppiogiochista e odiosa come non mai. Personalmente, ho sempre detestato il suo comportamento, ma in questo film è davvero insopportabile. Inoltre non posso non considerare come le tematiche ricordino molto il secondo volume della trilogia eterna di Joe Haldeman, intitolato, appunto, “Pace eterna”. Passare dal classicissimo Aladino alla fantascienza estrema non è certo cosa da poco.
In definitiva, siamo in presenza di un buon film, con discreti spunti filosofici, per cui un sette si può dare tranquillamente.
Tale è il caso di “Lupin e la lampada d’Aladino”. Come inizio non ci sono dubbi, con il nostro che galoppa sul cammello alla ricerca della misteriosa lampada da regalare a... non ve lo dico. Ma, trovato il genio, scopriremo come sia di muliebre aspetto e che voglia qualcosa in cambio per realizzare il desiderio! Lupin dovrà rinunciare a metà della propria vita. Peccato che tale metà non sia quello che un fan di “Death Note” penserebbe. Inizia così una serie di scene che sembrano ricordare “Cinderella Boy”. Per poi ritrovarci alla caccia di un feroce scienziato senza scrupoli, deciso a portare la pace nel mondo con le sue ricerche sulla memoria e il condizionamento mentale. Tale è la trama, per sommi capi, e, senza ‘spoilerare’ troppo, di questo film.
La grafica, la regia e il character design sono buoni e le musiche valide. Personalmente, sono rimasto piacevolmente impressionato, dato che i continui cambi di rotta sono stati davvero spiazzanti ma anche molto digeribili, e hanno permesso, a mio avviso, di evitare la monotonia sempre possibile in un film di Lupin. Fujiko, viceversa, sarà doppiogiochista e odiosa come non mai. Personalmente, ho sempre detestato il suo comportamento, ma in questo film è davvero insopportabile. Inoltre non posso non considerare come le tematiche ricordino molto il secondo volume della trilogia eterna di Joe Haldeman, intitolato, appunto, “Pace eterna”. Passare dal classicissimo Aladino alla fantascienza estrema non è certo cosa da poco.
In definitiva, siamo in presenza di un buon film, con discreti spunti filosofici, per cui un sette si può dare tranquillamente.
“Lupin III - La lampada di Aladino” è il ventesimo special TV di Lupin, andato in onda originariamente nel 2008 e diretto da Tetsurō Amino. Personalmente l’ho trovato uno special nella media, privo di idee particolarmente originali, ma abbastanza abile nello sfruttare le caratteristiche principali di questi film televisivi, proponendo una storia discreta e una gestione dei personaggi accettabile.
Tecnicamente mi è sembrato abbastanza valido e le ambientazioni aiutano a dare al film un’estetica generale gradevole e suggestiva, grazie a degli scenari esotici e ben ricreati. Sotto il profilo della trama, come già detto, lo special non offre spunti di particolare interesse e nel complesso la storia raccontata risulta a tratti dimenticabile. Però comunque piacevole, e in generale rientra tra quei prodotti a tema Lupin che, pur non sorprendendo, riescono a intrattenere e a divertire con facilità. In quanto a personaggi il film se la cava decentemente. I classici protagonisti non deludono e le nuove comparse sono funzionali alla storia, anche se pure in questo caso nessuno spicca in modo particolare. A conti fatti, l’unico difetto di questo special è quello di non aver neanche provato a inventarsi qualcosa di nuovo. Capisco che sia diffuso lo stereotipo che tutti i film televisivi di “Lupin” si somiglino, e benché i tratti comuni in queste produzioni non siano pochi, gli special che almeno sotto qualche profilo brillano più di altri non mancano. Mentre qui ci si è accontentati di fare un compitino buono, ma totalmente privo di ambizioni.
In sostanza, questo è uno special gradevole ed equilibrato, benché molto ordinario negli sviluppi della storia e ricco di quei cliché che in alcuni momenti possono anche stancare. Tuttavia, ritengo questo film quantomeno discreto, visto che nella sua semplicità riesce a centrare il punto, a maggior ragione pensando agli special degli anni successivi, in alcuni casi a mio avviso più banali e tecnicamente più brutti.
Tecnicamente mi è sembrato abbastanza valido e le ambientazioni aiutano a dare al film un’estetica generale gradevole e suggestiva, grazie a degli scenari esotici e ben ricreati. Sotto il profilo della trama, come già detto, lo special non offre spunti di particolare interesse e nel complesso la storia raccontata risulta a tratti dimenticabile. Però comunque piacevole, e in generale rientra tra quei prodotti a tema Lupin che, pur non sorprendendo, riescono a intrattenere e a divertire con facilità. In quanto a personaggi il film se la cava decentemente. I classici protagonisti non deludono e le nuove comparse sono funzionali alla storia, anche se pure in questo caso nessuno spicca in modo particolare. A conti fatti, l’unico difetto di questo special è quello di non aver neanche provato a inventarsi qualcosa di nuovo. Capisco che sia diffuso lo stereotipo che tutti i film televisivi di “Lupin” si somiglino, e benché i tratti comuni in queste produzioni non siano pochi, gli special che almeno sotto qualche profilo brillano più di altri non mancano. Mentre qui ci si è accontentati di fare un compitino buono, ma totalmente privo di ambizioni.
In sostanza, questo è uno special gradevole ed equilibrato, benché molto ordinario negli sviluppi della storia e ricco di quei cliché che in alcuni momenti possono anche stancare. Tuttavia, ritengo questo film quantomeno discreto, visto che nella sua semplicità riesce a centrare il punto, a maggior ragione pensando agli special degli anni successivi, in alcuni casi a mio avviso più banali e tecnicamente più brutti.
Aspetta un “Memento”.
“Lupin III - La lampada di Aladino” è il ventesimo special TV dedicato al ladro gentiluomo. La pellicola vide la luce nel 2008 in Giappone, arrivando poi nelle TV italiane nel 2009. I redattori Mediaset pensarono bene di storpiare il titolo da “Sweet Lost Night” a “La lampada di Aladino”, per instillare negli spettatori quel richiamo disneyano tanto caro soprattutto ai giovanissimi.
Lupin si avventura alla ricerca della lampada di Aladino sotto le sollecitazioni della conturbante Fujiko, ma, quando si impossessa del tesoro, scopre che il genio al suo interno è una bellissima ragazza. Il prosperoso genio può esaudire un desiderio, a patto che a colui che lo esprime vengano sottratti i ricordi di metà vita, dalle 7.00 di sera alle 7.00 di mattina. Lupin constata che il genio è in realtà una ragazza comune di nome Drew, la quale, come lui, ha ricordi frammentari a causa del dr. Eichman, misteriosa figura che sembra voglia eliminare ogni individuo disonesto dalla faccia della Terra. Riuscirà il nostro Lupin a recuperare la sua memoria?
La storia, strutturalmente semplice, cattura da subito con la sua immediatezza. Avvincente la rocambolesca ed estenuante fuga iniziale di Lupin dalle grinfie di un ardimentoso Zenigata. Pregevole anche la piega che la trama prende nella seconda metà della pellicola, vi è una buona dose di denuncia sociale che a tratti sfiora il fantapolitico, catalizzandosi principalmente sulla manipolazione mentale.
I personaggi, dagli storici a quelli originali, sono ben assortiti, e il film risulta meno Lupin-centrico di altri. Ho apprezzato tra i nuovi in particolar modo l’avvenente Drew, e, tra gli storici, l’evergreen Zenigata, che, seppur nel cuore della pellicola venga accantonato, quando è in scena riesce sempre a strappare un sorriso. Da citare anche i soliti Gigen e Goemon, e l’originale Generale Aglio.
Tecnicamente il film zoppica, se confrontato ad alcune pellicole precedenti - impietoso sarebbe il confronto con “Il castello di Cagliostro” -, tuttavia buone animazioni e personaggi discretamente disegnati non fanno storcere più di tanto il naso. Buona anche la selezione dei temi musicali principali da parte di Yuji Ono, meno riuscite le semplici melodie create ex-novo, complessivamente comunque il comparto sonoro risulta più che sufficiente. La regia di Tetsuro Amino nella sua classicità funziona, con dovuti rallentamenti e continue accelerazioni tipiche del brand Lupin.
Né l’opera originale di Monkey Punch né la serie anime di Lupin ha mai preteso di essere verosimile o realistica, qui tuttavia ci sono gargantuesche esagerazioni (soprattutto nelle scene d’azione) che a volte rasentano il ridicolo. Ad esempio, quando Lupin fugge dal generale Aglio, salta da un tetto di una macchina a un altro, bypassando nel mentre proiettili come neanche il miglior Neo saprebbe fare. Interessante invece l’evidente influenza del film d’esordio di Cristopher Nolan, “Memento”; oltre al tema principale dell’amnesia, la scena in cui Lupin si scrive addosso ciò che ha paura di dimenticare è una chiara citazione al Leonard Shelby di Nolan.
In conclusione, dunque, reputo questo special su Lupin interessante. Non la migliore opera sul ladro gentiluomo, ma ad ogni modo lo consiglio a tutti i fan, a chi cerca una storia ritmata e a chi semplicemente vuole piacevolmente intrattenersi per novanta minuti.
Voto: 7
“Lupin III - La lampada di Aladino” è il ventesimo special TV dedicato al ladro gentiluomo. La pellicola vide la luce nel 2008 in Giappone, arrivando poi nelle TV italiane nel 2009. I redattori Mediaset pensarono bene di storpiare il titolo da “Sweet Lost Night” a “La lampada di Aladino”, per instillare negli spettatori quel richiamo disneyano tanto caro soprattutto ai giovanissimi.
Lupin si avventura alla ricerca della lampada di Aladino sotto le sollecitazioni della conturbante Fujiko, ma, quando si impossessa del tesoro, scopre che il genio al suo interno è una bellissima ragazza. Il prosperoso genio può esaudire un desiderio, a patto che a colui che lo esprime vengano sottratti i ricordi di metà vita, dalle 7.00 di sera alle 7.00 di mattina. Lupin constata che il genio è in realtà una ragazza comune di nome Drew, la quale, come lui, ha ricordi frammentari a causa del dr. Eichman, misteriosa figura che sembra voglia eliminare ogni individuo disonesto dalla faccia della Terra. Riuscirà il nostro Lupin a recuperare la sua memoria?
La storia, strutturalmente semplice, cattura da subito con la sua immediatezza. Avvincente la rocambolesca ed estenuante fuga iniziale di Lupin dalle grinfie di un ardimentoso Zenigata. Pregevole anche la piega che la trama prende nella seconda metà della pellicola, vi è una buona dose di denuncia sociale che a tratti sfiora il fantapolitico, catalizzandosi principalmente sulla manipolazione mentale.
I personaggi, dagli storici a quelli originali, sono ben assortiti, e il film risulta meno Lupin-centrico di altri. Ho apprezzato tra i nuovi in particolar modo l’avvenente Drew, e, tra gli storici, l’evergreen Zenigata, che, seppur nel cuore della pellicola venga accantonato, quando è in scena riesce sempre a strappare un sorriso. Da citare anche i soliti Gigen e Goemon, e l’originale Generale Aglio.
Tecnicamente il film zoppica, se confrontato ad alcune pellicole precedenti - impietoso sarebbe il confronto con “Il castello di Cagliostro” -, tuttavia buone animazioni e personaggi discretamente disegnati non fanno storcere più di tanto il naso. Buona anche la selezione dei temi musicali principali da parte di Yuji Ono, meno riuscite le semplici melodie create ex-novo, complessivamente comunque il comparto sonoro risulta più che sufficiente. La regia di Tetsuro Amino nella sua classicità funziona, con dovuti rallentamenti e continue accelerazioni tipiche del brand Lupin.
Né l’opera originale di Monkey Punch né la serie anime di Lupin ha mai preteso di essere verosimile o realistica, qui tuttavia ci sono gargantuesche esagerazioni (soprattutto nelle scene d’azione) che a volte rasentano il ridicolo. Ad esempio, quando Lupin fugge dal generale Aglio, salta da un tetto di una macchina a un altro, bypassando nel mentre proiettili come neanche il miglior Neo saprebbe fare. Interessante invece l’evidente influenza del film d’esordio di Cristopher Nolan, “Memento”; oltre al tema principale dell’amnesia, la scena in cui Lupin si scrive addosso ciò che ha paura di dimenticare è una chiara citazione al Leonard Shelby di Nolan.
In conclusione, dunque, reputo questo special su Lupin interessante. Non la migliore opera sul ladro gentiluomo, ma ad ogni modo lo consiglio a tutti i fan, a chi cerca una storia ritmata e a chi semplicemente vuole piacevolmente intrattenersi per novanta minuti.
Voto: 7
No, non ci siamo proprio! Questo special TV di Lupin III è, a mio parere, uno dei peggiori mai visti sullo schermo.
Partiamo però con ordine. La sceneggiatura riprende il concetto dell'amnesia, richiamato anche dal titolo originale "Sweet Lost Night", uno di quei temi sempreverdi, ideale per creare l'attenzione dello spettatore. Ho molto apprezzato Lupin che nelle prime parti del film cerca di rimettere insieme i pezzi della sua notte d'amnesia, un po' in stile "Una notte da leoni".
I punti positivi finiscono però qui. Il film è permeato da un'aria fin troppo esagerata, a partire dalle prime scene, con un inseguimento iniziale che ricorda, come susseguirsi degli eventi, i combattimenti di Peter Griffin e il Pollo. Aggiungeteci anche elicotteri in grado di tirare vagonate e vagonate di missili, stile cartoni mecha anni '70, salvataggi impossibili e avrete confezionato questo abominio.
Le opere su Lupin III non possono certo essere prese come "realistiche" o "verosimili", ma con questo special si fa decisamente il passo più lungo della gamba.
Le animazioni non sono malvagie, in linea per un prodotto di quell'anno. I colori sono decisamente troppo saturi e intensi. Zenigata è relegato al ruolo di macchietta comica e abbandonato nel dimenticatoio, destino che secondo me toccherebbe a questo special...
Voto: 3
Partiamo però con ordine. La sceneggiatura riprende il concetto dell'amnesia, richiamato anche dal titolo originale "Sweet Lost Night", uno di quei temi sempreverdi, ideale per creare l'attenzione dello spettatore. Ho molto apprezzato Lupin che nelle prime parti del film cerca di rimettere insieme i pezzi della sua notte d'amnesia, un po' in stile "Una notte da leoni".
I punti positivi finiscono però qui. Il film è permeato da un'aria fin troppo esagerata, a partire dalle prime scene, con un inseguimento iniziale che ricorda, come susseguirsi degli eventi, i combattimenti di Peter Griffin e il Pollo. Aggiungeteci anche elicotteri in grado di tirare vagonate e vagonate di missili, stile cartoni mecha anni '70, salvataggi impossibili e avrete confezionato questo abominio.
Le opere su Lupin III non possono certo essere prese come "realistiche" o "verosimili", ma con questo special si fa decisamente il passo più lungo della gamba.
Le animazioni non sono malvagie, in linea per un prodotto di quell'anno. I colori sono decisamente troppo saturi e intensi. Zenigata è relegato al ruolo di macchietta comica e abbandonato nel dimenticatoio, destino che secondo me toccherebbe a questo special...
Voto: 3
"Sweet Lost Night" è il ventesimo special tv di Lupin III. In Italia è uscito con il banale titolo "La lampada di Aladino", che sebbene di più facile richiamo circa l'avventura di Lupin in questo film non rende come quello originale che ha un significato ben preciso, ma per capirlo bisogna guardarlo.
Lupin come al solito, su richiesta di Fujiko, tenta di rubare la famosa lampada che se sfregata permette di esaudire i propri desideri grazie al genio contenuto al suo interno. Lupin riesce nel furto, ma quando sfrega la lampada vede comparire una bella ragazza, che gli spiega che in cambio del desiderio Lupin deve rinunciare a metà della sua vita. Dopo questo Lupin si ritrova dodici ore dopo in un altro posto, senza alcun ricordo della notte, inseguito da Fujiko e da un militare di nome Garlic che come lui vuole la magica lampada. Per Lupin dunque diventa vitale capire cosa è successo la notte passata.
Si tratta di un film abbastanza classico per quel che riguarda Lupin e compagnia. Anche qui si ritrovano le solite situazioni standard con Lupin che partendo da un furto viene coinvolto in qualcosa di losco e di grandi proporzioni. Inseguimenti, sparatorie, esplosioni, belle ragazze, Goemon che taglia di tutto, Fujiko che rimane senza vestiti addosso… Tutto quello che i fan di Lupin apprezzano.
Ma questo film un po' si differenzia dagli altri. La trama apparentemente banale e semplice si rivela essere ben più complessa e interessante. Il tema trattato nel film, quello dell'amnesia, è si già stato sfruttato altre volte in molte altre opere, basti pensare ad esempio a Memento di Christopher Nolan (che tra l'altro viene citato in una scena di questo film) però il modo in cui viene affrontato da Lupin è comunque originale.
Tecnicamente il film è ben realizzato, sia per disegni che per le animazioni. In particolare è il character design dei personaggi da lodare. Sia i protagonisti principali, che Drew l'eroina del film ma anche Garlic, il cattivo, sono due personaggi ben riusciti.
La colonna sonora è ad opera di Yuji Ohno, che come sempre oltre ai temi principali molto famosi, realizza anche altri validi brani che accompagnano bene tutte le scene.
Buono anche il doppiaggio originale giapponese, dove tutto il cast fornisce una buona interpretazione.
In conclusione, "Sweet Lost Night" non è il miglior film di Lupin, ma va detto anche che è per l'appunto il ventesimo special. E' vero che alla fine si somigliano tutti, ma parlando da fan, posso dire che a me non dispiace. Sì è vero che ancora prima di iniziare a vedere il film so già che Fujiko farà il doppio gioco, che Zenigata non riuscirà ad arrestare Lupin, o che il nostro amato ladro finirà a mani vuote. Tuttavia è sempre divertente vedere in quale nuova avventura Lupin verrà coinvolto, in quale luogo del mondo si troverà a viaggiare e quali trucchi escogiterà per compiere le sue imprese e fregare Zenigata.
Detto questo, a me il film è piaciuto abbastanza e lo consiglio a chi come me è un fan dell'inafferrabile Lupin III.
Lupin come al solito, su richiesta di Fujiko, tenta di rubare la famosa lampada che se sfregata permette di esaudire i propri desideri grazie al genio contenuto al suo interno. Lupin riesce nel furto, ma quando sfrega la lampada vede comparire una bella ragazza, che gli spiega che in cambio del desiderio Lupin deve rinunciare a metà della sua vita. Dopo questo Lupin si ritrova dodici ore dopo in un altro posto, senza alcun ricordo della notte, inseguito da Fujiko e da un militare di nome Garlic che come lui vuole la magica lampada. Per Lupin dunque diventa vitale capire cosa è successo la notte passata.
Si tratta di un film abbastanza classico per quel che riguarda Lupin e compagnia. Anche qui si ritrovano le solite situazioni standard con Lupin che partendo da un furto viene coinvolto in qualcosa di losco e di grandi proporzioni. Inseguimenti, sparatorie, esplosioni, belle ragazze, Goemon che taglia di tutto, Fujiko che rimane senza vestiti addosso… Tutto quello che i fan di Lupin apprezzano.
Ma questo film un po' si differenzia dagli altri. La trama apparentemente banale e semplice si rivela essere ben più complessa e interessante. Il tema trattato nel film, quello dell'amnesia, è si già stato sfruttato altre volte in molte altre opere, basti pensare ad esempio a Memento di Christopher Nolan (che tra l'altro viene citato in una scena di questo film) però il modo in cui viene affrontato da Lupin è comunque originale.
Tecnicamente il film è ben realizzato, sia per disegni che per le animazioni. In particolare è il character design dei personaggi da lodare. Sia i protagonisti principali, che Drew l'eroina del film ma anche Garlic, il cattivo, sono due personaggi ben riusciti.
La colonna sonora è ad opera di Yuji Ohno, che come sempre oltre ai temi principali molto famosi, realizza anche altri validi brani che accompagnano bene tutte le scene.
Buono anche il doppiaggio originale giapponese, dove tutto il cast fornisce una buona interpretazione.
In conclusione, "Sweet Lost Night" non è il miglior film di Lupin, ma va detto anche che è per l'appunto il ventesimo special. E' vero che alla fine si somigliano tutti, ma parlando da fan, posso dire che a me non dispiace. Sì è vero che ancora prima di iniziare a vedere il film so già che Fujiko farà il doppio gioco, che Zenigata non riuscirà ad arrestare Lupin, o che il nostro amato ladro finirà a mani vuote. Tuttavia è sempre divertente vedere in quale nuova avventura Lupin verrà coinvolto, in quale luogo del mondo si troverà a viaggiare e quali trucchi escogiterà per compiere le sue imprese e fregare Zenigata.
Detto questo, a me il film è piaciuto abbastanza e lo consiglio a chi come me è un fan dell'inafferrabile Lupin III.
Nella sterminata produzione dedicata a Lupin III, fra serie e speciali per la TV, film per il cinema e O.A.V. esclusivi per il mercato home-video, "La lampada di Aladino", 2008, è il ventesimo special televisivo, della durata di circa 90 minuti.
In questa avventura Lupin è alle prese con la leggendaria lampada magica di Aladino per farne dono a Fujiko. Ma il genio, che appare nelle vesti di una prosperosa e affascinante ragazza, in cambio del desiderio di rito rimuove a Lupin tutti i ricordi di metà della propria vita, costringendolo a intense pratiche di body writing per non perdere il contatto con la realtà. Così il nostro ladro gentiluomo, indagando, scopre che dietro il fantomatico e avvenente genio in realtà si nasconde una ragazza che, come lui, ha i ricordi frammentati ed è manipolata dall'ambiguo Dr. Eichmann.
Lo sceneggiatore Toshimichi Okawa mescola il tema della manipolazione della memoria, già ampiamente sfruttato in altri ambiti narrativi (vedi "Memento", 2000), con gli elementi classici che caratterizzano le storie di Lupin, tra rapine, inseguimenti, travestimenti e doppio-giochismi. La regia di Tetsuro Amino ha un impostazione piuttosto canonica, rallentando il ritmo nelle scene dialogiche con brusche accelerazioni quando entra in campo l'azione scatenata. Così, fra colpi di scena più o meno prevedibili e sequenze pirotecniche in tipico stile Lupin, si riesce anche a intravedere la bozza di uno spunto morale: fino a che punto il fine può giustificare i mezzi? Il Dr. Eichmann, infatti, in qualità di scienziato sarebbe spinto da alti ideali nella sua intenzione di annientare tutti gli uomini non onesti per far trionfare la pace nel mondo, se non che il prezzo da pagare travalicherebbe i confini stessi che dividono il bene dal male, e sarà proprio il nostro beniamino in giacca rossa, nonostante il suo smisurato egocentrismo truffaldino, a fargli notare la deriva etica dei suoi propositi.
Fra le infinite incarnazioni del ladro dalla risata beffarda, questa non brilla certo per originalità; la confezione grafica è imbellettata di CG e di colori brillanti, ma sotto la superficie patinata rimane poco più che una trama debole e scontata. Dopo tanti anni è normale che lo smalto e la spontaneità vengano un po' a mancare, del resto siamo lontani anni luce dallo spirito e dallo stile della prima gloriosa serie del 1971 o dai livelli altissimi, mai più raggiunti, delle atmosfere de "Il castello di Cagliostro", 1979.
Consigliato solo ai fan accaniti e assuefatti da Lupin al punto da aver sviluppato una forte dipendenza; in tal caso essi potranno trovare ne "La lampada di Aladino" un ottimo palliativo alle loro crisi di astinenza. Tutti gli altri dovrebbero poter trovare maggiore soddisfazione semplicemente pescando a caso nelle origini del mito.
In questa avventura Lupin è alle prese con la leggendaria lampada magica di Aladino per farne dono a Fujiko. Ma il genio, che appare nelle vesti di una prosperosa e affascinante ragazza, in cambio del desiderio di rito rimuove a Lupin tutti i ricordi di metà della propria vita, costringendolo a intense pratiche di body writing per non perdere il contatto con la realtà. Così il nostro ladro gentiluomo, indagando, scopre che dietro il fantomatico e avvenente genio in realtà si nasconde una ragazza che, come lui, ha i ricordi frammentati ed è manipolata dall'ambiguo Dr. Eichmann.
Lo sceneggiatore Toshimichi Okawa mescola il tema della manipolazione della memoria, già ampiamente sfruttato in altri ambiti narrativi (vedi "Memento", 2000), con gli elementi classici che caratterizzano le storie di Lupin, tra rapine, inseguimenti, travestimenti e doppio-giochismi. La regia di Tetsuro Amino ha un impostazione piuttosto canonica, rallentando il ritmo nelle scene dialogiche con brusche accelerazioni quando entra in campo l'azione scatenata. Così, fra colpi di scena più o meno prevedibili e sequenze pirotecniche in tipico stile Lupin, si riesce anche a intravedere la bozza di uno spunto morale: fino a che punto il fine può giustificare i mezzi? Il Dr. Eichmann, infatti, in qualità di scienziato sarebbe spinto da alti ideali nella sua intenzione di annientare tutti gli uomini non onesti per far trionfare la pace nel mondo, se non che il prezzo da pagare travalicherebbe i confini stessi che dividono il bene dal male, e sarà proprio il nostro beniamino in giacca rossa, nonostante il suo smisurato egocentrismo truffaldino, a fargli notare la deriva etica dei suoi propositi.
Fra le infinite incarnazioni del ladro dalla risata beffarda, questa non brilla certo per originalità; la confezione grafica è imbellettata di CG e di colori brillanti, ma sotto la superficie patinata rimane poco più che una trama debole e scontata. Dopo tanti anni è normale che lo smalto e la spontaneità vengano un po' a mancare, del resto siamo lontani anni luce dallo spirito e dallo stile della prima gloriosa serie del 1971 o dai livelli altissimi, mai più raggiunti, delle atmosfere de "Il castello di Cagliostro", 1979.
Consigliato solo ai fan accaniti e assuefatti da Lupin al punto da aver sviluppato una forte dipendenza; in tal caso essi potranno trovare ne "La lampada di Aladino" un ottimo palliativo alle loro crisi di astinenza. Tutti gli altri dovrebbero poter trovare maggiore soddisfazione semplicemente pescando a caso nelle origini del mito.
Lupin vice una "lampada magica" e si trova in possesso di un genio. Tuttavia, il suo ultimo colpo delle 19:00 è l'ultima cosa che ricorda. Trovandosi a Singapore, Lupin deve combattere la sua battaglia contro le forze del colonnello Garlic e scoprire il segreto dietro la lampada. Ma ogni volta che l'orologio suona le 19:00, la sua memoria si cancella. Come potrà Lupin comporre quest'intricato puzzle, quando non ricorda nemmeno quello che sta facendo?
"La dolce notte perduta" sarebbe stato un titolo più appropriato per questo film (il titolo originale è "Sweet lost night"), ma ovviamente Mediaset doveva mettere un titolo più sempliciotto per i bambini, peccato che in questa storia Aladino non c'entrasse nulla.
Il film non è male, i disegni mi ricordano un po' quelli dello special "Tutti i tesori del mondo" e non mi piacciono molto, ma a parte questo trovo "La lampada di Aladino" un film molto godibile e divertente. La trama la trovo coinvolgente e misteriosa. Tutto sommato è un film che si lascia vedere.
Zenigata ha un ruolo quasi insignificante ma per le poche scene in cui si vede fa sorridere. Bello è anche il personaggio femminile protagonista del film.
"La dolce notte perduta" sarebbe stato un titolo più appropriato per questo film (il titolo originale è "Sweet lost night"), ma ovviamente Mediaset doveva mettere un titolo più sempliciotto per i bambini, peccato che in questa storia Aladino non c'entrasse nulla.
Il film non è male, i disegni mi ricordano un po' quelli dello special "Tutti i tesori del mondo" e non mi piacciono molto, ma a parte questo trovo "La lampada di Aladino" un film molto godibile e divertente. La trama la trovo coinvolgente e misteriosa. Tutto sommato è un film che si lascia vedere.
Zenigata ha un ruolo quasi insignificante ma per le poche scene in cui si vede fa sorridere. Bello è anche il personaggio femminile protagonista del film.
Secondo me questo è il film peggiore di Lupin dopo quello de "Il ritorno di Pical". La sceneggiatura l'ho trovata brutta, la trama la ritengo pessima e noiosa. I disegni non sono bruttissimi, ma sono meno belli di quelli dei film precedenti. La regia, dispiace dirlo, a mio avviso è penosa, infatti questo è l'unico film di Lupin che il regista ha diretto. Nel complesso a mio parere è pessimo: nella top list dei film più brutti. Il film, oltre che essere smisuratamente irreale, con troppi siparietti "comici" che lo rendono il noioso, presenta alcune parti che stonano con la storia principale. Nel film ci sono troppe cavolate e alcune scene impossibili. Mi dispiace che uno dei film del grande Lupin sia così brutto, ma questa è la mia opinione.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Lupin III: Sweet Lost Night (in Italia, Lupin III - La Lampada di Aladino) è il ventesimo special basato sulla saga di Monkey Punch: Lupin III. Lo special è andato in onda in Giappone nel 2008 mentre in Italia è andato in onda nel 2009 mantenendo le sigle originali.
Lupin questa volta vuole impossessarsi della lampada di Aladino sotto desiderio di Fujiko. Riesce a rubarla sotto il naso dell'ispettore Zenigata, che questa volta riesce a mettergli i bastoni tra le ruote per poi perdere la memoria. Luppin, caduto su un'isola, strofina la lampada e da essa esce una donna genio. Lui esprime un desiderio, cioè di baciarla, ma lei in cambio dice di prendergli metà della sua vita. Così Lupin si ritrova in città senza ricordarsi nulla.
Parlando con Goemon arriva alla conclusione che per metà della vita intende la perdita della memoria dalle 19 alle 7 del mattino. riesce anche a capire che il genio è una ragazza normale di nome Drew, che è manipolata dal dottore Eichmann che vorrebbe distruggere le persone non oneste. Alla fine riuscirà a recuperare la sua memoria e quella di Drew.
Per quanto riguarda la trama, è buona anche se non è delle migliori. I disegni per me sono molto belli e rispettano l'ottimo canone che contraddistingue la saga di Lupin the Third. I personaggi come sempre sono molto belli e soprattutto carismatici. Le new entry di quest'anime, cioè Drew e i cattivi, sono ben caratterizzati come i personaggi principali e sono ben disegnati. Peccato il fatto che molti personaggi come Zenigata vengano tenuti fuori per la maggior parte del film facendogli perdere punti. Le musiche tutto sommato sono buone e anche la vicenda sviluppa scene d'azione e scene divertenti.
Il mio voto è solo sette perché questo non è paragonabile ad altri film del ladro gentiluomo; tuttavia, anche se la trama non è un granché, i digegni e lo stile risultano buoni. "Lupin III - La Lampada di Aladino" è un film dedicato a chi ama la serie e non ha troppe pretese, ma anche solo a chi vuole una trama leggera con scene d'azione.
Lupin III: Sweet Lost Night (in Italia, Lupin III - La Lampada di Aladino) è il ventesimo special basato sulla saga di Monkey Punch: Lupin III. Lo special è andato in onda in Giappone nel 2008 mentre in Italia è andato in onda nel 2009 mantenendo le sigle originali.
Lupin questa volta vuole impossessarsi della lampada di Aladino sotto desiderio di Fujiko. Riesce a rubarla sotto il naso dell'ispettore Zenigata, che questa volta riesce a mettergli i bastoni tra le ruote per poi perdere la memoria. Luppin, caduto su un'isola, strofina la lampada e da essa esce una donna genio. Lui esprime un desiderio, cioè di baciarla, ma lei in cambio dice di prendergli metà della sua vita. Così Lupin si ritrova in città senza ricordarsi nulla.
Parlando con Goemon arriva alla conclusione che per metà della vita intende la perdita della memoria dalle 19 alle 7 del mattino. riesce anche a capire che il genio è una ragazza normale di nome Drew, che è manipolata dal dottore Eichmann che vorrebbe distruggere le persone non oneste. Alla fine riuscirà a recuperare la sua memoria e quella di Drew.
Per quanto riguarda la trama, è buona anche se non è delle migliori. I disegni per me sono molto belli e rispettano l'ottimo canone che contraddistingue la saga di Lupin the Third. I personaggi come sempre sono molto belli e soprattutto carismatici. Le new entry di quest'anime, cioè Drew e i cattivi, sono ben caratterizzati come i personaggi principali e sono ben disegnati. Peccato il fatto che molti personaggi come Zenigata vengano tenuti fuori per la maggior parte del film facendogli perdere punti. Le musiche tutto sommato sono buone e anche la vicenda sviluppa scene d'azione e scene divertenti.
Il mio voto è solo sette perché questo non è paragonabile ad altri film del ladro gentiluomo; tuttavia, anche se la trama non è un granché, i digegni e lo stile risultano buoni. "Lupin III - La Lampada di Aladino" è un film dedicato a chi ama la serie e non ha troppe pretese, ma anche solo a chi vuole una trama leggera con scene d'azione.
Dopo aver inseguito in lungo e in largo per il mondo tesori nascosti e bottini da rubare, Lupin è ora sulle tracce nientemeno che della leggendaria Lampada di Aladino. Avendola localizzata in Arabia, Lupin se ne impadronisce e, dopo aver seminato l'ostinato Zenigata, dà alla lampada la classica strofinata facendo appare così davanti ai suoi occhi il genio dalle fattezze di un attraente odalisca. Il prezzo da pagare per un desiderio è “metà della propria vita” ma per Lupin vale sempre la massima “il pericolo è il mio mestiere” ed egli esprime subito un desiderio. Subito dopo però si trova in mezzo al traffico di una caotica città con un arrabbiatissima Fujiko che gli sta alle costole. Cosa mai sarà successo?
Lupin deciderà quindi di indagare sul segreto della lampada ma non sarà facile con un gruppo di mercenari armati fino ai denti anche loro sulle tracce del leggendario manufatto.
Ennesimo film della lunga serie con protagonista il più famoso di tutti i ladri apparsi negli anime e non solo. Il registro non cambia nella sostanza rispetto ai precedenti lavori per cui i fan del ladro gentiluomo (ma non troppo...) sapranno sicuramente che cosa aspettarsi.
Paradossalmente questo risulta essere anche il principale limite del film. E' chiaro che un film di Lupin in generale non punta sull'originalità (anche se in precedenza c'erano stati buoni spunti qua e là) ma piuttosto sul un azione avvincente e sull'umorismo tuttavia, un po' per l'effetto di già visto, con la presenza di comprimari e avversari non molto o per niente carismatici e con in più una colonna sonora a lunghi tratti poco efficace, abbiamo come risultato finale un film che man mano che procede arranca sempre più.
Oltretutto alcuni personaggi della “vecchia guardia” sono un po' fuori dall'azione come ad esempio Goemon ma specialmente il vecchio Zenigata escluso da gran parte del film se non per la parte iniziale dove duella con Lupin e che, guarda caso, risulta anche essere la parte che funziona di più.
Tutto ciò è un po' un peccato in quanto la realizzazione tecnica sarebbe anche buona sul lato grafico e meritava di essere meglio asservita al film.
Alla fine una sufficienza, pur stiracchiata, riusciamo a tirarla fuori poiché dei buoni momenti ci sono anche se sono rari, e perché rivedere Lupin e compagnia in azione è sempre un piacere.
In ogni caso i film con Lupin protagonista da consigliare maggiormente sono di sicuro altri.
Lupin deciderà quindi di indagare sul segreto della lampada ma non sarà facile con un gruppo di mercenari armati fino ai denti anche loro sulle tracce del leggendario manufatto.
Ennesimo film della lunga serie con protagonista il più famoso di tutti i ladri apparsi negli anime e non solo. Il registro non cambia nella sostanza rispetto ai precedenti lavori per cui i fan del ladro gentiluomo (ma non troppo...) sapranno sicuramente che cosa aspettarsi.
Paradossalmente questo risulta essere anche il principale limite del film. E' chiaro che un film di Lupin in generale non punta sull'originalità (anche se in precedenza c'erano stati buoni spunti qua e là) ma piuttosto sul un azione avvincente e sull'umorismo tuttavia, un po' per l'effetto di già visto, con la presenza di comprimari e avversari non molto o per niente carismatici e con in più una colonna sonora a lunghi tratti poco efficace, abbiamo come risultato finale un film che man mano che procede arranca sempre più.
Oltretutto alcuni personaggi della “vecchia guardia” sono un po' fuori dall'azione come ad esempio Goemon ma specialmente il vecchio Zenigata escluso da gran parte del film se non per la parte iniziale dove duella con Lupin e che, guarda caso, risulta anche essere la parte che funziona di più.
Tutto ciò è un po' un peccato in quanto la realizzazione tecnica sarebbe anche buona sul lato grafico e meritava di essere meglio asservita al film.
Alla fine una sufficienza, pur stiracchiata, riusciamo a tirarla fuori poiché dei buoni momenti ci sono anche se sono rari, e perché rivedere Lupin e compagnia in azione è sempre un piacere.
In ogni caso i film con Lupin protagonista da consigliare maggiormente sono di sicuro altri.
Ancora oggi i lungometraggi a proposito di Lupin III spuntano fuori come funghi! La cosa è normale, dato che il ladro gentiluomo è uno dei personaggi più celebri della storia degli anime, ma ovviamente, vista l'incessante produzione di nuovo materiale, molti film sono abbastanza superflui. E' anche vero che quelli più recenti hanno perso molti punti in confronto a quelli degli anni '70, '80, ma ciò non vuol dire che anche questi non facciano il loro dovere. La lampada di Aladino, questo special più che discreto, è qui a dimostrarlo.
Nonostante tutti i film di Lupin si assomiglino, seguendo la stessa linea d'azione, La lampada di Aladino ha un'ottima trama, molto coinvolgente e anche ben calibrata da scene d'azione e sparatorie, e momenti un pochino più intimisti. Pure i personaggi, sebbene non originalissimi, non scadono nel banale. Ah, particolarità, il caro Zenigata ha un ruolo quasi irrilevante nel film perché perde la memoria! Però anche lui ha i suoi momenti d'oro, come l'esilarante scena iniziale. Nel complesso è un film molto più godibile e snello rispetto a "Green vs Red", interessante, ma troppo incasinato e sfilacciato.
Riguardo alla realizzazione artistica, beh, devo dire che è proprio la fiera dell'economia. Certo non è inguardabile, ma un pochino più di sforzi avrebbero dato al film maggiore vigore, facendo passare il mio voto da un 6 - 6,25 a un 7 pieno. Sarebbe bello se nei prossimi lungometraggi su Lupin venisse mantenuto nella grafica uno standard qualitativo come in "Dead or Alive" o "Cagliostro", ma qui, tanto per restare in tema, ci servirebbe il genio della lampada.
Insomma, nulla di nuovo, ma perfetto per chi vuole godersi un po' di sana azione alla Monkey Punch.
Nonostante tutti i film di Lupin si assomiglino, seguendo la stessa linea d'azione, La lampada di Aladino ha un'ottima trama, molto coinvolgente e anche ben calibrata da scene d'azione e sparatorie, e momenti un pochino più intimisti. Pure i personaggi, sebbene non originalissimi, non scadono nel banale. Ah, particolarità, il caro Zenigata ha un ruolo quasi irrilevante nel film perché perde la memoria! Però anche lui ha i suoi momenti d'oro, come l'esilarante scena iniziale. Nel complesso è un film molto più godibile e snello rispetto a "Green vs Red", interessante, ma troppo incasinato e sfilacciato.
Riguardo alla realizzazione artistica, beh, devo dire che è proprio la fiera dell'economia. Certo non è inguardabile, ma un pochino più di sforzi avrebbero dato al film maggiore vigore, facendo passare il mio voto da un 6 - 6,25 a un 7 pieno. Sarebbe bello se nei prossimi lungometraggi su Lupin venisse mantenuto nella grafica uno standard qualitativo come in "Dead or Alive" o "Cagliostro", ma qui, tanto per restare in tema, ci servirebbe il genio della lampada.
Insomma, nulla di nuovo, ma perfetto per chi vuole godersi un po' di sana azione alla Monkey Punch.