Cosmo Warrior Zero
Serie di 13 OAV realizzata nel 2001, Cosmo Warrior Zero può essere visto sia come una sorta di prequel di Capitan Harlock (qui agli inizi della sua "carriera") sia come punto d'incontro di varie opere del Leijiverse, visto che i riferimenti ad altre opere come Queen Emeraldas, Galaxy Express 999 e Gun Frontier abbondano.
La storia è ambientata nel periodo immediatamente successivo la fine della guerra tra Umani e Meccanoidi: per mantenere in piedi la tregua, il protagonista Cosmo Warrius, che ha perso moglie e figlio nel conflitto, è incaricato di catturare il giovane pirata Harlock. A bordo della sua nave, la Karyu, militano però sia esseri umani che Meccanoidi e il tema del rapporto fra queste due razze così diverse, seppur aventi un'origine comune (i Meccanoidi sono umani che hanno rinunciato al loro corpo mortale per uno meccanico, tematica già presente in Galaxy Express 999), diventa uno dei leitmotiv della serie, creando non pochi problemi nel corso della missione. Fra i personaggi del Leijivese che compaiono nel corso dell'opera, oltre ad Harlock, vi sono Toshiro (qui ancora vivo e all'opera per costruire l'Arcadia), Emeraldas, Yattaran e, in un cameo nell'episodio 9, Maetel (più nota qui in Italia come Maisha).
Il character design è quello tipico di Matsumoto, quindi i personaggi femminili sono tutti identici e cambiano soltanto gli abiti o il colore dei capelli, mentre più vario è l'aspetto dei personaggi maschili. La colonna sonora alterna musiche suggestive e pezzi che calzano a pennello con le battaglie spaziali o i momenti di maggior azione, per non parlare della splendida ending, The Book of Life.
L'opera non è esente da difetti: alcuni passaggi sono spiegati in maniera poco chiara e alcune svolte nella trama avvengono in maniera troppo improvvisa oppure senza motivazioni solide e credibili; gli antagonisti sono poco più che macchiette; alcuni personaggi scompaiono inspiegabilmente nel nulla, come l'ufficiale Nohara o la cacciatrice di taglie Sylviana (e pensare che voleva la testa di Harlock, mi aspettavo di rivederla almeno un'altra volta dopo Gun Frontier); la battaglia finale, poi, è eccessivamente lunga e alla lunga noiosa; la stessa conclusione dell'opera appare un po' troppo frettolosa. Nonostante ciò, è un prodotto da consigliare tanto agli appassionati di Matsumoto quanto a coloro che cerchino un anime fantascientifico ambientato nello spazio, anche perché, salvo alcuni elementi, una conoscenza superficiale delle opere del Leijiverse non pregiudica la visione.
La storia è ambientata nel periodo immediatamente successivo la fine della guerra tra Umani e Meccanoidi: per mantenere in piedi la tregua, il protagonista Cosmo Warrius, che ha perso moglie e figlio nel conflitto, è incaricato di catturare il giovane pirata Harlock. A bordo della sua nave, la Karyu, militano però sia esseri umani che Meccanoidi e il tema del rapporto fra queste due razze così diverse, seppur aventi un'origine comune (i Meccanoidi sono umani che hanno rinunciato al loro corpo mortale per uno meccanico, tematica già presente in Galaxy Express 999), diventa uno dei leitmotiv della serie, creando non pochi problemi nel corso della missione. Fra i personaggi del Leijivese che compaiono nel corso dell'opera, oltre ad Harlock, vi sono Toshiro (qui ancora vivo e all'opera per costruire l'Arcadia), Emeraldas, Yattaran e, in un cameo nell'episodio 9, Maetel (più nota qui in Italia come Maisha).
Il character design è quello tipico di Matsumoto, quindi i personaggi femminili sono tutti identici e cambiano soltanto gli abiti o il colore dei capelli, mentre più vario è l'aspetto dei personaggi maschili. La colonna sonora alterna musiche suggestive e pezzi che calzano a pennello con le battaglie spaziali o i momenti di maggior azione, per non parlare della splendida ending, The Book of Life.
L'opera non è esente da difetti: alcuni passaggi sono spiegati in maniera poco chiara e alcune svolte nella trama avvengono in maniera troppo improvvisa oppure senza motivazioni solide e credibili; gli antagonisti sono poco più che macchiette; alcuni personaggi scompaiono inspiegabilmente nel nulla, come l'ufficiale Nohara o la cacciatrice di taglie Sylviana (e pensare che voleva la testa di Harlock, mi aspettavo di rivederla almeno un'altra volta dopo Gun Frontier); la battaglia finale, poi, è eccessivamente lunga e alla lunga noiosa; la stessa conclusione dell'opera appare un po' troppo frettolosa. Nonostante ciò, è un prodotto da consigliare tanto agli appassionati di Matsumoto quanto a coloro che cerchino un anime fantascientifico ambientato nello spazio, anche perché, salvo alcuni elementi, una conoscenza superficiale delle opere del Leijiverse non pregiudica la visione.
Cosmowarrior Zero è una delle tante serie anime dell'universo di Matsumoto, che incrocia altre serie e personaggi storici appartenenti alle serie classiche. L'anime è stato prodotto nel 2001 in soli 13 episodi, che risultano assolutamente insufficienti per raccontare la buona trama di quest'anime.
La trama si sviluppa attorno alle avventure di Zero, un giovane capitano di una nave spaziale, a cui è stato affidata come missione primaria quella di affrontare e sconfiggere Harlock, che in quel periodo era ancora un giovane pirata dedito a creare scompiglio con le sue temute scorribande a bordo della Death Shadow.
L'anime parte molto bene, grazie ad spunti narrativi interessanti, quali la discriminazione razziale tra uomini e meccanoidi (in questo caso vede gli esseri umani come persecutori spietati, anche a bordo della nave di Zero) e una dolce storia d'amore impossibile, accompagnata (in alcuni episodi) da scenografie molto belle, tipiche del maestro. Al capitano Zero, viene affiancata in qualità di primo ufficiale, la bella Marina, che dimostra subito un carattere deciso e preciso, in linea con le sue credenziali annotate.
Cosmowarrior Zero approfondisce e caratterizza meglio i meccanoidi, che nelle altre serie erano visti solo come esseri senz'anima e sentimenti.
La serie parte molto bene, con tutte le solite caratteristiche tipiche dello stile di Matsumoto e sembra migliorare ad ogni episodio. Purtroppo verso la fine dell'anime, sia la trama che la sceneggiatura peggiorano nettamente, rovinando in maniera triste tutto quello che la serie aveva di buono.
I nemici sono tra i meno carismatici mai visti in una serie di Matsumoto e contribuiscono in maniera determinante a rendere Cosmowarrior Zero solo un buon anime.
La caratterizzazione dei personaggi è buona solo per quanto riguarda Zero e Marina, dal momento Harlock sembra messo in mezzo solo per deliziare i fan e l'equipaggio dell'astronave di Zero non ha il carisma visto in altre serie.
Dal punto di vista tecnico, Cosmowarrior Zero risulta soltanto buono. Il character design è l'unico aspetto grafico riuscito, con personaggi principali ben definiti e la solita cura riservata alle donne, sia per i capelli, che per le famose sopracciglia lunghe. Le astronavi, specialmente la Death Shadow, sono decisamente dettagliate, mentre le esplosioni risultano piuttosto scarse e mal realizzate. Le animazioni fanno il loro dovere e non ho riscontrato particolari difetti. I fondali sono decisamente insufficienti come dettaglio, anche in confronto a quelli delle 3 serie classiche quali: Galaxy Express 999, Capitan Harlock e soprattutto, La regina dei 1000 anni. Un altro aspetto che manca e anche tanto, sono le splendide musiche dell'epoca d'oro di Matsumoto, che in passato avvolgevano letteralmente i suoi anime classici con malinconiche melodie, restituendo una maggiore drammaticità, che qui è poco presente.
In definitiva, considero Cosmowarrior Zero solo una serie discreta, adatta solo agli appassionati più affezionati (io compreso) di Matsumoto, capaci di coglierne ed apprezzarne tutte le sue sfumature qualitative.
La trama si sviluppa attorno alle avventure di Zero, un giovane capitano di una nave spaziale, a cui è stato affidata come missione primaria quella di affrontare e sconfiggere Harlock, che in quel periodo era ancora un giovane pirata dedito a creare scompiglio con le sue temute scorribande a bordo della Death Shadow.
L'anime parte molto bene, grazie ad spunti narrativi interessanti, quali la discriminazione razziale tra uomini e meccanoidi (in questo caso vede gli esseri umani come persecutori spietati, anche a bordo della nave di Zero) e una dolce storia d'amore impossibile, accompagnata (in alcuni episodi) da scenografie molto belle, tipiche del maestro. Al capitano Zero, viene affiancata in qualità di primo ufficiale, la bella Marina, che dimostra subito un carattere deciso e preciso, in linea con le sue credenziali annotate.
Cosmowarrior Zero approfondisce e caratterizza meglio i meccanoidi, che nelle altre serie erano visti solo come esseri senz'anima e sentimenti.
La serie parte molto bene, con tutte le solite caratteristiche tipiche dello stile di Matsumoto e sembra migliorare ad ogni episodio. Purtroppo verso la fine dell'anime, sia la trama che la sceneggiatura peggiorano nettamente, rovinando in maniera triste tutto quello che la serie aveva di buono.
I nemici sono tra i meno carismatici mai visti in una serie di Matsumoto e contribuiscono in maniera determinante a rendere Cosmowarrior Zero solo un buon anime.
La caratterizzazione dei personaggi è buona solo per quanto riguarda Zero e Marina, dal momento Harlock sembra messo in mezzo solo per deliziare i fan e l'equipaggio dell'astronave di Zero non ha il carisma visto in altre serie.
Dal punto di vista tecnico, Cosmowarrior Zero risulta soltanto buono. Il character design è l'unico aspetto grafico riuscito, con personaggi principali ben definiti e la solita cura riservata alle donne, sia per i capelli, che per le famose sopracciglia lunghe. Le astronavi, specialmente la Death Shadow, sono decisamente dettagliate, mentre le esplosioni risultano piuttosto scarse e mal realizzate. Le animazioni fanno il loro dovere e non ho riscontrato particolari difetti. I fondali sono decisamente insufficienti come dettaglio, anche in confronto a quelli delle 3 serie classiche quali: Galaxy Express 999, Capitan Harlock e soprattutto, La regina dei 1000 anni. Un altro aspetto che manca e anche tanto, sono le splendide musiche dell'epoca d'oro di Matsumoto, che in passato avvolgevano letteralmente i suoi anime classici con malinconiche melodie, restituendo una maggiore drammaticità, che qui è poco presente.
In definitiva, considero Cosmowarrior Zero solo una serie discreta, adatta solo agli appassionati più affezionati (io compreso) di Matsumoto, capaci di coglierne ed apprezzarne tutte le sue sfumature qualitative.
Nel 2001 nasce una nuova serie di 13 OAV, che questa volta non vedono Harlock al centro delle vicende che in essa sono narrate. La serie prende il nome di Cosmo Warrior Zero e già nel titolo compare il nome di colui che sarà il protagonista delle vicende, il nuovo eroe di Leiji Matsumoto, il capitano dell’astronave Karyu.
La Terra, appena uscita dalle terribili battaglie che hanno visto contrapporsi gli esseri umani ai meccanoidi, è governata da questi ultimi, dopo un armistizio che ha portato gli esseri umani a formare un governo di collaborazione terrestre, da cui proprio Zero, che durante l’ultima guerra ha perso la propria famiglia ed è rimasto completamente solo, viene incaricato di monitorare lo spazio alla ricerca di pirati spaziali che ne possano turbare l’ordine e la disciplina.
Il grande antagonista di Zero sarà proprio il giovane Harlock, in un periodo della vita di quest’ultimo antecedente alla costruzione dell’Arcadia.
La Death Shadow, l’astronave su cui si muove il giovane pirata, con ancora entrambi gli occhi, diventerà l’obiettivo principale di Zero e dell’equipaggio della sua Karyu, che Matsumoto reinventa totalmente, creando delle tipologie di personaggio ben diverse da quelle a cui finora eravamo stati abituati nelle peripezie dell’Arcadia.
Formato da umani e meccanoidi, l’equipaggio della Karyu presenta al suo interno delle forti divisioni, dovute alla convivenza di due stirpi che si erano contrapposte e uccise a vicenda in un’assurda guerra fino a poco tempo fa. E’ questa la sfida del nuovo capitano, il far sì che le antipatie e gli odi presenti tra membri fin troppo diversi si trasformino in fraterni legami che possano costituire la forza della Karyu negli scontri contro i ribelli, uomini che ormai ai suoi occhi hanno perso ogni valore.
Il cuore degli umani e la resistenza dei meccanoidi per Zero non sono per sempre destinati a combattersi, ma a venirsi incontro in vista degli obiettivi comuni: la sopravvivenza in una nuova epoca di pace e prosperità.
Singolare la figura di Zero: uomo ineccepibile, ma allo stesso tempo diverso dal nostro Harlock. Dotato di forte sensibilità, è ossessionato dalla distruzione della propria famiglia, il cui ricordo spesso obnubila le decisioni da prendere nei momenti critici. Zero è un personaggio fondamentalmente più umano e imperfetto di Harlock, più facile all’ira, all’amore, all’indecisione. L’astuzia di certo non è il suo forte, più incline piuttosto all’ingenuità, quando è il primo ad essere stato raggirato dal governo terrestre sul vero obiettivo della sua missione. Lo vediamo più volte dubitare nei momenti in cui serve l’energica determinazione di Harlock, ma alla fine la sua stessa umanità finirà col conquistare l’equipaggio della Karyu, che nella diversità di membri troverà una ricchezza nella comune lealtà verso il proprio capitano, uno degli ultimi uomini di valore rimasti sulla Terra.
Per converso troviamo la figura del giovane Harlock, un pirata che si aggira nello spazio per uccidere esseri innocenti e per predare insieme al suo ingegnoso amico Tochiro e con l’aiuto della bella Emeralda.
Harlock ci viene presentato non come l’uomo a cui siamo abituati, ma con gli occhi di Zero, che prova per lui una profonda curiosità mista a odio per un fuorilegge. Ribelle e sleale all’inizio, compirà una significativa evoluzione nel corso della serie, quando Zero lo rivaluterà, accorgendosi che invece si tratta del suo alter ego, uno dei pochi uomini di valore rimasti, che combattono per la protezione dell’universo contro un misterioso essere che intende distruggere per sempre il pianeta ideale in cui esseri umani e meccanoidi hanno finalmente realizzato la loro pacifica utopia: Technologhia.
Altrettanto singolare la figura della vice-comandante Marina Oki, misteriosa la sua storia, ancora più misterioso il suo essere, collegato con uno degli elementi primordiali della vita: l’acqua, la fonte prima di sopravvivenza per ogni essere vivente, persino di alcuni tipi di meccanoidi, che pur essendo perfetti ne hanno un bisogno profondo.
La serie è ambientata in un’epoca di significativi cambiamenti, in cui gli esseri umani cominciano a provare una profonda paura per le malattie, per la sofferenza e per la morte soprattutto. Diventare delle macchine è l’unico modo per cancellare la fatica e la sofferenza. Ma ciò implica anche una profonda perdita di ciò che un cuore umano può provare, implica la capacità di emozionarsi e di piangere, come anche di essere felici. L’umanità si trova al bivio: è meglio vivere per sempre, ma privi di ogni coscienza, privi dell'anima? O al contrario condurre un’esistenza breve ma intensa?
Un’epoca in cui esseri umani si fanno trasformare in macchine; le macchine perfette che un giorno uccideranno i propri simili; un pianeta desolato e dominato da profonda tristezza: un’immensa landa ghiacciata, un cimitero in cui riposano i corpi di coloro che si sono trasformati in meccanoidi, e sullo sfondo una figura solitaria e malinconica quanto quello stesso pianeta, che piange senza lacrime: <i>Gli esseri umani… perché vivono gli esseri umani? E perché muoiono? E perché si affannano tanto alla ricerca della vita eterna? Se vivessero così a lungo cosa li aspetterebbe alla fine di tutto? Alcuni dicono che alla fine del tempo ci saranno solo tristezza e disperazione…</i> Parole toccanti e profonde che rappresentano densamente il pensiero e il filo conduttore delle opere "matsumotiane" più grandi.
Harlock e altri pirati si sono coalizzati per far sì che l’umanità ritrovi una ragione di vivere… ma nessuno potrà mai capire il vero motivo delle azioni del pirata, in un’epoca di profonda diffidenza e sfiducia: è l’inizio del suo eterno vagabondare nell’universo e senza una meta.
Intensi combattimenti vedranno al centro dell’universo non più l’Arcadia, ma la Karyu, una potente corazzata su cui sventola il vessillo del governo di collaborazione terrestre, un drago fiammeggiante che ne simboleggia la forza e la resistenza. Questa astronave ha un design così diverso da quello a cui sono abituati i fan dell’Arcadia che risulterà difficile riuscire familiarizzare con essa al primo impatto.
La serie mostra i progressi tecnici dell’animazione, per la sua giovane età. Il charachter design, opera di Keisuke Masunaga, si è molto evoluto, pur restando fedele ai prodotti precedenti. Il tratto si è semplificato, anche se ha conservato l’eleganza tipica delle serie supervisionate da Matsumoto, soprattutto nei corpi femminili. Alla regia troviamo il nome di Kazuyoshi Yokota, che conduce molto bene lo svolgersi delle vicende, pur con un evidente susseguirsi di fermo-immagine visti e rivisti che di sicuro abbassano il lato tecnico dell’opera.
Musiche davvero piacevoli, anche se non presentano una grande varietà di repertorio, alternano i ritmi convulsi e frenetici dei combattimenti spaziali a quelli ilari, drammatici e tristi che accompagnano le vicende di ogni personaggio.
La serie di sicuro non toccherà le vette dei prodotti precedenti, ma è molto piacevole e presenta nuovi spunti che allargano ancora l’universo di Matsumoto: quello che predomina su tutto è lo scorrere del tempo che produce angoscia nei mortali, la felice giovinezza di Harlock e Tochiro, e infine la nuova figura del capitano Zero, tanto diverso eppure vicinissimo ad Harlock.
Tema principale, e tipico nelle opere che precedentemente avevano trattato l’universo di Harlock, è la tristezza profonda che domina l’umanità, la paura di perdere la propria anima e con essa i propri sentimenti per l’assurdo susseguirsi di battaglie che ogni giorno tolgono qualcosa ai pianeti e agli esseri che vi vivono. Il tutto raggiunge un discreto livello, consigliabile per chi ama una serie che riproponga combattimenti galattici misti alla complessa tecnologia delle astronavi che si aggirano in uno spazio senza confini, ma soprattutto per chi sappia cogliere la profondità di alcuni significati che vi vengono appena sfiorati.
La Terra, appena uscita dalle terribili battaglie che hanno visto contrapporsi gli esseri umani ai meccanoidi, è governata da questi ultimi, dopo un armistizio che ha portato gli esseri umani a formare un governo di collaborazione terrestre, da cui proprio Zero, che durante l’ultima guerra ha perso la propria famiglia ed è rimasto completamente solo, viene incaricato di monitorare lo spazio alla ricerca di pirati spaziali che ne possano turbare l’ordine e la disciplina.
Il grande antagonista di Zero sarà proprio il giovane Harlock, in un periodo della vita di quest’ultimo antecedente alla costruzione dell’Arcadia.
La Death Shadow, l’astronave su cui si muove il giovane pirata, con ancora entrambi gli occhi, diventerà l’obiettivo principale di Zero e dell’equipaggio della sua Karyu, che Matsumoto reinventa totalmente, creando delle tipologie di personaggio ben diverse da quelle a cui finora eravamo stati abituati nelle peripezie dell’Arcadia.
Formato da umani e meccanoidi, l’equipaggio della Karyu presenta al suo interno delle forti divisioni, dovute alla convivenza di due stirpi che si erano contrapposte e uccise a vicenda in un’assurda guerra fino a poco tempo fa. E’ questa la sfida del nuovo capitano, il far sì che le antipatie e gli odi presenti tra membri fin troppo diversi si trasformino in fraterni legami che possano costituire la forza della Karyu negli scontri contro i ribelli, uomini che ormai ai suoi occhi hanno perso ogni valore.
Il cuore degli umani e la resistenza dei meccanoidi per Zero non sono per sempre destinati a combattersi, ma a venirsi incontro in vista degli obiettivi comuni: la sopravvivenza in una nuova epoca di pace e prosperità.
Singolare la figura di Zero: uomo ineccepibile, ma allo stesso tempo diverso dal nostro Harlock. Dotato di forte sensibilità, è ossessionato dalla distruzione della propria famiglia, il cui ricordo spesso obnubila le decisioni da prendere nei momenti critici. Zero è un personaggio fondamentalmente più umano e imperfetto di Harlock, più facile all’ira, all’amore, all’indecisione. L’astuzia di certo non è il suo forte, più incline piuttosto all’ingenuità, quando è il primo ad essere stato raggirato dal governo terrestre sul vero obiettivo della sua missione. Lo vediamo più volte dubitare nei momenti in cui serve l’energica determinazione di Harlock, ma alla fine la sua stessa umanità finirà col conquistare l’equipaggio della Karyu, che nella diversità di membri troverà una ricchezza nella comune lealtà verso il proprio capitano, uno degli ultimi uomini di valore rimasti sulla Terra.
Per converso troviamo la figura del giovane Harlock, un pirata che si aggira nello spazio per uccidere esseri innocenti e per predare insieme al suo ingegnoso amico Tochiro e con l’aiuto della bella Emeralda.
Harlock ci viene presentato non come l’uomo a cui siamo abituati, ma con gli occhi di Zero, che prova per lui una profonda curiosità mista a odio per un fuorilegge. Ribelle e sleale all’inizio, compirà una significativa evoluzione nel corso della serie, quando Zero lo rivaluterà, accorgendosi che invece si tratta del suo alter ego, uno dei pochi uomini di valore rimasti, che combattono per la protezione dell’universo contro un misterioso essere che intende distruggere per sempre il pianeta ideale in cui esseri umani e meccanoidi hanno finalmente realizzato la loro pacifica utopia: Technologhia.
Altrettanto singolare la figura della vice-comandante Marina Oki, misteriosa la sua storia, ancora più misterioso il suo essere, collegato con uno degli elementi primordiali della vita: l’acqua, la fonte prima di sopravvivenza per ogni essere vivente, persino di alcuni tipi di meccanoidi, che pur essendo perfetti ne hanno un bisogno profondo.
La serie è ambientata in un’epoca di significativi cambiamenti, in cui gli esseri umani cominciano a provare una profonda paura per le malattie, per la sofferenza e per la morte soprattutto. Diventare delle macchine è l’unico modo per cancellare la fatica e la sofferenza. Ma ciò implica anche una profonda perdita di ciò che un cuore umano può provare, implica la capacità di emozionarsi e di piangere, come anche di essere felici. L’umanità si trova al bivio: è meglio vivere per sempre, ma privi di ogni coscienza, privi dell'anima? O al contrario condurre un’esistenza breve ma intensa?
Un’epoca in cui esseri umani si fanno trasformare in macchine; le macchine perfette che un giorno uccideranno i propri simili; un pianeta desolato e dominato da profonda tristezza: un’immensa landa ghiacciata, un cimitero in cui riposano i corpi di coloro che si sono trasformati in meccanoidi, e sullo sfondo una figura solitaria e malinconica quanto quello stesso pianeta, che piange senza lacrime: <i>Gli esseri umani… perché vivono gli esseri umani? E perché muoiono? E perché si affannano tanto alla ricerca della vita eterna? Se vivessero così a lungo cosa li aspetterebbe alla fine di tutto? Alcuni dicono che alla fine del tempo ci saranno solo tristezza e disperazione…</i> Parole toccanti e profonde che rappresentano densamente il pensiero e il filo conduttore delle opere "matsumotiane" più grandi.
Harlock e altri pirati si sono coalizzati per far sì che l’umanità ritrovi una ragione di vivere… ma nessuno potrà mai capire il vero motivo delle azioni del pirata, in un’epoca di profonda diffidenza e sfiducia: è l’inizio del suo eterno vagabondare nell’universo e senza una meta.
Intensi combattimenti vedranno al centro dell’universo non più l’Arcadia, ma la Karyu, una potente corazzata su cui sventola il vessillo del governo di collaborazione terrestre, un drago fiammeggiante che ne simboleggia la forza e la resistenza. Questa astronave ha un design così diverso da quello a cui sono abituati i fan dell’Arcadia che risulterà difficile riuscire familiarizzare con essa al primo impatto.
La serie mostra i progressi tecnici dell’animazione, per la sua giovane età. Il charachter design, opera di Keisuke Masunaga, si è molto evoluto, pur restando fedele ai prodotti precedenti. Il tratto si è semplificato, anche se ha conservato l’eleganza tipica delle serie supervisionate da Matsumoto, soprattutto nei corpi femminili. Alla regia troviamo il nome di Kazuyoshi Yokota, che conduce molto bene lo svolgersi delle vicende, pur con un evidente susseguirsi di fermo-immagine visti e rivisti che di sicuro abbassano il lato tecnico dell’opera.
Musiche davvero piacevoli, anche se non presentano una grande varietà di repertorio, alternano i ritmi convulsi e frenetici dei combattimenti spaziali a quelli ilari, drammatici e tristi che accompagnano le vicende di ogni personaggio.
La serie di sicuro non toccherà le vette dei prodotti precedenti, ma è molto piacevole e presenta nuovi spunti che allargano ancora l’universo di Matsumoto: quello che predomina su tutto è lo scorrere del tempo che produce angoscia nei mortali, la felice giovinezza di Harlock e Tochiro, e infine la nuova figura del capitano Zero, tanto diverso eppure vicinissimo ad Harlock.
Tema principale, e tipico nelle opere che precedentemente avevano trattato l’universo di Harlock, è la tristezza profonda che domina l’umanità, la paura di perdere la propria anima e con essa i propri sentimenti per l’assurdo susseguirsi di battaglie che ogni giorno tolgono qualcosa ai pianeti e agli esseri che vi vivono. Il tutto raggiunge un discreto livello, consigliabile per chi ama una serie che riproponga combattimenti galattici misti alla complessa tecnologia delle astronavi che si aggirano in uno spazio senza confini, ma soprattutto per chi sappia cogliere la profondità di alcuni significati che vi vengono appena sfiorati.
Il voto va dal 7.5 all'8....
Questa serie è un po, permettetimi il termine, scollacciata... In che senso scollacciata?? E' fatta un pò a comparti, ci stanno i primi tre episodi che sono di introduzione alla storia, poi un paio di episodi pecorecci (la mega mucca gigante su Heavy Medler per intenderci), seguiti da episodi piu intimisti e intensi (che io preferisco su tutti) dove ci sta il vero significato cardine di quest'anime... il confronto di Harlock e Cosmo nel bar, la scelta di non perdersi nel passato e nei ricordi da parte di Marina... seguito da una conclusione della storia forse un pò meno in linea con quello che era stato costruito prima. Ecco qui forse sta il punto critico dell'anime... avere un finale che parte tutto ad una volta e non in linea a quello che sembrava dovesse dire la serie (non dico nulla per non creare spoiler)... credo che la grossa colpa di questa cosa sia attribuibile al fatto che gli episodi previsti erano pochini per cogliere tutto lo sfondo che si era creato in precedenza... ma come in ogni opera matsumotiana la storia è solo di complemento... il vero significato dell'anime è altro... lo scontro di due persone con idee differenti sul futuro pur se alla fine convergenti, il diverso modo di agire, come da esperienze comuni si possano creare strade diverse (non a caso molte scene dei primi due episodi sono in tutto e per tutto simili a scene di Waga No seishun Arcadia).
In un certo senso Cosmo è un personaggio che mancava nell'universo narrativo matsumotiano. Assieme ad Harlock infatti sono le rappresentanze maschili di quello che è per le donne il binomio Maetel e Emeralda (la prima che agisce "dall'interno" del sistema la seconda che si ribella....)
Questa serie è un po, permettetimi il termine, scollacciata... In che senso scollacciata?? E' fatta un pò a comparti, ci stanno i primi tre episodi che sono di introduzione alla storia, poi un paio di episodi pecorecci (la mega mucca gigante su Heavy Medler per intenderci), seguiti da episodi piu intimisti e intensi (che io preferisco su tutti) dove ci sta il vero significato cardine di quest'anime... il confronto di Harlock e Cosmo nel bar, la scelta di non perdersi nel passato e nei ricordi da parte di Marina... seguito da una conclusione della storia forse un pò meno in linea con quello che era stato costruito prima. Ecco qui forse sta il punto critico dell'anime... avere un finale che parte tutto ad una volta e non in linea a quello che sembrava dovesse dire la serie (non dico nulla per non creare spoiler)... credo che la grossa colpa di questa cosa sia attribuibile al fatto che gli episodi previsti erano pochini per cogliere tutto lo sfondo che si era creato in precedenza... ma come in ogni opera matsumotiana la storia è solo di complemento... il vero significato dell'anime è altro... lo scontro di due persone con idee differenti sul futuro pur se alla fine convergenti, il diverso modo di agire, come da esperienze comuni si possano creare strade diverse (non a caso molte scene dei primi due episodi sono in tutto e per tutto simili a scene di Waga No seishun Arcadia).
In un certo senso Cosmo è un personaggio che mancava nell'universo narrativo matsumotiano. Assieme ad Harlock infatti sono le rappresentanze maschili di quello che è per le donne il binomio Maetel e Emeralda (la prima che agisce "dall'interno" del sistema la seconda che si ribella....)
Decisamente una delle più splendide opere di Matsumoto, tematiche profonde come razzismo, difficoltà di coesistenza tra esseri diversi, passione, amore e sacrificio, nonché coraggio ed eroismo, trattate nel modo in cui solo il grande maestro Matsumoto riesce a fare. Bellissima la caratterizzazione dei personaggi, della rivalità/amicizia tra Harlock e Zero e molto profonda la forma in cui ci viene mostrata la parte "umana" degli uomini meccanici. Semplicemente capolavoro
Comè possibile dare voti così alti ha una storia del genere? Sono daccordo, in parte, con Ziomatrics: bisogna guardarlo solo se si è F-A-N-A-T-I-C-I forse è proprio per il fatto che sono solo una fan e non una fanatica che la odio. Io penso che non approfondisca la storia di Harlock la rende più stupida! Intanto il protagonista sebbene nemico di Harlock è la sua copia sputata! Questa seria è la più brutta mai prodotta di Harlock! (Neanche L'oro del reno la batte!!!) Non ho davvero visto un idea peggiore fabbricata da Matsumoto devo dire che è una brutta caduta di stile....
E' difficile essere obiettivi quando si è fan scatenati del maestro Matsumoto, ma devo ammettere che questa produzione, sebbene graficamente porti il suo segno, è carente di quell'atmosfera particolarissima e patriottica (= umanità della terra) che caratterizza serie come Uchuu Senkan Yamato e Capitan Harlock. Anche nel recente Harlock Saga si avverte questa assenza. Sarà nostalgia, sarà la vecchiaia... ma, seppur non manchino gli alti ideali a muovere la volontà dei personaggi ( ben caratterizzati e rapprentati), manca la MALINCONIA. ECCO CHE COSA MANCA! Quella tristezza strana che accompagnava gli eroi in partenza e che si trasformava in consapevolezza di non-ritorno... quell'innamorarsi di donne destinate a trasmutare in spiriti spaziali e a rimanere intatte e perfette. In ogni caso Cosmo Warriors va visto, anche perchè è molto interessante rivedere lo stile di Matsumoto reinterpretato esteticamente in chiave moderna, con una parvenza di pennelate di china - da fumettaro d'altri tempi - a fare un po' d'ombra sui visi.
[Contiene Spoiler]
Come fan di Matsumoto ho atteso con ansia l'uscita italiana di questa serie. Come dice ziomatrix, l'animazione è la pecca, in quanto non si capisce come mai ogni 5 minuti cambi il disegnatore. Per quanto riguarda la trama, invece, concordo con keito, CWZero è da seguire per conoscere le vicende passate di Harlock, Tochiro ed Emeraldas.
Alcuni appunti sparsi.
<b>La nuova cronologia del Leijiverso dovrebbe (nel 2006) essere la seguente</b>:
1999 - La regina dei 1000 anni (tutto inizia con lei)
21xx - DNA Sight 999
297x - Gun Frontier (preludio alla Grande Amicizia tra Harlock e Tochiro)
297x - Maetel Legend
297x - Space Sinphony Maetel (inizia la guerra contro i meccanoidi)
297x - Capitan Harlock SSX - Rotta verso l'infinito (la Terra ha perso la guerra contro gli Illumidas, che verrano poi modificati in Meccanoidi)
297x - Cosmo Warrior Zero (la guerra contro i meccanoidi è finita)
297x - Galaxy Express 999 (l'inizio è parallelo a CWZ)
297x - Galaxy Railways (spin off del GE999)
297x - Harlock saga (spin off parallelo, Tochiro è ancora vivo)
2977 - Capitan Harlock (la prima serie)
2977 - Capitan Harlock - Odissea Infinita
2980 - Queen Emeraldas
La Death Shadow, ormai è assodato che la prima nave di Harlock, è diventata la prima Arcadia, che ha cambiato colore e forma. Questo perché l'Arcadia verde (ora lo sono tutte e due) quella con il teschio, è molto più possente e imponente della prima. La prima Death Shadow (vista nel manga e ne L'Arcadia della mia giovinezza) ormai ha la forma della classica Arcadia.
Tochiro muore dopo aver vissuto con Harlock e Emeraldas le migliori avventure, Emeraldas lo crede morto e lo cerca nell'universo lasciando la figlia in affido ad Harlock, ma in Endless Odissey...
L'episodio 14 è l'episodio autoconclusivo sul pianeta Fungotanga. Episodio che verrà poi, in parte, ricordato in Space Sinphony Maetel dove Tochiro baratta le mutande del pianeta per l'oro del pianetoide dove atterrano per riparare la Death Shadow.
Come fan di Matsumoto ho atteso con ansia l'uscita italiana di questa serie. Come dice ziomatrix, l'animazione è la pecca, in quanto non si capisce come mai ogni 5 minuti cambi il disegnatore. Per quanto riguarda la trama, invece, concordo con keito, CWZero è da seguire per conoscere le vicende passate di Harlock, Tochiro ed Emeraldas.
Alcuni appunti sparsi.
<b>La nuova cronologia del Leijiverso dovrebbe (nel 2006) essere la seguente</b>:
1999 - La regina dei 1000 anni (tutto inizia con lei)
21xx - DNA Sight 999
297x - Gun Frontier (preludio alla Grande Amicizia tra Harlock e Tochiro)
297x - Maetel Legend
297x - Space Sinphony Maetel (inizia la guerra contro i meccanoidi)
297x - Capitan Harlock SSX - Rotta verso l'infinito (la Terra ha perso la guerra contro gli Illumidas, che verrano poi modificati in Meccanoidi)
297x - Cosmo Warrior Zero (la guerra contro i meccanoidi è finita)
297x - Galaxy Express 999 (l'inizio è parallelo a CWZ)
297x - Galaxy Railways (spin off del GE999)
297x - Harlock saga (spin off parallelo, Tochiro è ancora vivo)
2977 - Capitan Harlock (la prima serie)
2977 - Capitan Harlock - Odissea Infinita
2980 - Queen Emeraldas
La Death Shadow, ormai è assodato che la prima nave di Harlock, è diventata la prima Arcadia, che ha cambiato colore e forma. Questo perché l'Arcadia verde (ora lo sono tutte e due) quella con il teschio, è molto più possente e imponente della prima. La prima Death Shadow (vista nel manga e ne L'Arcadia della mia giovinezza) ormai ha la forma della classica Arcadia.
Tochiro muore dopo aver vissuto con Harlock e Emeraldas le migliori avventure, Emeraldas lo crede morto e lo cerca nell'universo lasciando la figlia in affido ad Harlock, ma in Endless Odissey...
L'episodio 14 è l'episodio autoconclusivo sul pianeta Fungotanga. Episodio che verrà poi, in parte, ricordato in Space Sinphony Maetel dove Tochiro baratta le mutande del pianeta per l'oro del pianetoide dove atterrano per riparare la Death Shadow.
Ho visto solo due episodi di questo anime, proposto in anteprima su satellite, ma sono rimasto colpito dall'ottima realizzazione tecnica dello stesso, nonché dalla particolarità della trama. I Cosmo Warrior sono un organo istituito dalla federazione terrestre con l'obiettivo di contrastare i pirati spaziali, tra le cui fila spicca Harlock, il quale sembra aver tradito la terra; almeno questa è l'opinione che si è fatto Zero, il comandante di una nave di Cosmo Warrior.
L'occasione per un chiarimento avviene nel faccia a faccia dell'episodio 6,sul pianeta Gun Frontier, nel quale i due si chiariscono.
Harlock combatte le federazione terrestre, perché alla mercé dei meccanoidi, ai quali lui giura eterna lotta, Zero sostiene che con i meccanoidi si può coesistere (ne ha uno a bordo) e si rimandano a futuri e leali scontri. Da notare però come le parti d'azione presenti negli episodi visionati non convincano molto, a volte sembrano cose superflue, (negli episodi 5 e 6, la presenza della cacciatrice di taglie Silvyana e il bue-mostro ne sono un esempio), in altre sono un po' insufficienti (mettere Toshiro come esca nell'episodio 6, non lo spoilero visto che prelude ad una fase importante del cartone), sintomo di un tentativo di indirizzare l'anime verso altri temi: la ricerca di informazioni sui pirati spaziali e Harlock, le varie peripezie che capitano all'equipaggio dei Cosmo Warrior nei vari luoghi ove approdano o con il comando centrale,l a nobiltà d'animo dei protagonisti evidenziata in ogni occasione.
Chi si aspetta un'atmosfera da Matsumoto però, si troverà soddifsatto nel ritrovare il solito character design e l'atmosfera che è un ibrido tra l'azione di Harlock, la tensione di Millennia e la grandezza di spirito di Emeraldas, con una spruzzata di humor velatissimo qua e là che non pare proprio rovinare quanto ho detto sopra
spero di trovare conferme in quanti hanno la pazienza di restare alzati sino all'una e mezza di notte per vederlo.
L'occasione per un chiarimento avviene nel faccia a faccia dell'episodio 6,sul pianeta Gun Frontier, nel quale i due si chiariscono.
Harlock combatte le federazione terrestre, perché alla mercé dei meccanoidi, ai quali lui giura eterna lotta, Zero sostiene che con i meccanoidi si può coesistere (ne ha uno a bordo) e si rimandano a futuri e leali scontri. Da notare però come le parti d'azione presenti negli episodi visionati non convincano molto, a volte sembrano cose superflue, (negli episodi 5 e 6, la presenza della cacciatrice di taglie Silvyana e il bue-mostro ne sono un esempio), in altre sono un po' insufficienti (mettere Toshiro come esca nell'episodio 6, non lo spoilero visto che prelude ad una fase importante del cartone), sintomo di un tentativo di indirizzare l'anime verso altri temi: la ricerca di informazioni sui pirati spaziali e Harlock, le varie peripezie che capitano all'equipaggio dei Cosmo Warrior nei vari luoghi ove approdano o con il comando centrale,l a nobiltà d'animo dei protagonisti evidenziata in ogni occasione.
Chi si aspetta un'atmosfera da Matsumoto però, si troverà soddifsatto nel ritrovare il solito character design e l'atmosfera che è un ibrido tra l'azione di Harlock, la tensione di Millennia e la grandezza di spirito di Emeraldas, con una spruzzata di humor velatissimo qua e là che non pare proprio rovinare quanto ho detto sopra
spero di trovare conferme in quanti hanno la pazienza di restare alzati sino all'una e mezza di notte per vederlo.
Meriterebbe 10 solo perchè c'è di mezzo e approfondisce la storia di Capitan Harlock e meriterebbe 2 per la realizzazione tecnica ma siccome sono buono faccio la media e basta ^_^ Dopo aver visto tutta la serie posso affermare che raramente ho visto cartoni con animazioni così scadenti! Le scene spaziali fanno tutte un pò pena e in alcune puntate il character design scende a livelli orridi. Come al solito dopo aver visto il primo episodio mi aspettavo grandi cose dal resto della serie ma arrivato alla fine ho detto "per fortuna è finito"! Ripeto, se non fosse stato per la presenza di personaggi carismatici come Harlock, Tochiro ed Emeraldas penso proprio che mi sarei fermato molto prima.
Giudizio: guardatelo solo se siete dei fanatici di Matsumoto.
Ciauz
Giudizio: guardatelo solo se siete dei fanatici di Matsumoto.
Ciauz