Tears to Tiara
Ho sempre avuto grandissime difficoltà a memorizzare i nomi dei personaggi dei vari anime; eppure, nonostante la grande varietà del cast, almeno di uno di essi è impossibile dimenticarlo, dato che viene ripetuto con una fastidiosa ostinazione da tutti i protagonisti di questo "Tears to Tiara": Arown-sama. Viene ripetuto, spesso a sproposito, così tante volte da ridurre il cervello in stato confusionale, tanto che salutando mio fratello al telefono gli ho detto: "Buongiorno Arown-sama".
Questo titolo attinge a piene mani da tradizioni celtiche, gallesi e romane, ma certamente la saga di Re Artù è stata il principio ispiratore di tutta l'opera. Un ragazzo destinato a diventare re che, guarda caso, si chiama Arthur; la presenza di un precettore, Arown sama, che se non ricordo male fra i suoi tanti nomi ha anche quello di Merlin; la storia viene ambientata ad Avalon nella terra di Albion (che per chi non lo sapesse indica generalmente l'Inghilterra). Tali e tanti sono i riferimenti che si potrebbero citare che staremmo qui mezza giornata, per cui credetemi sula parola o guardatevi l'anime e dimostratemi che non è così.
La trama ha inizio col rapimento di Rhiannon, una sacerdotessa della tribù di Gael da parte di una specie di monaco, Drwc, che intende usarla per risvegliare Arown, il demone della distruzione, e farlo suo alleato. La tribù però reagisce e corre a salvare la principessa; gli sforzi però sono inutili, in quanto non riescono a impedire il risveglio del demone della distruzione. Le cose, però, sono meno gravi di quanto appaiono: Arown sembra tutt'altro che un demone assetato di sangue, tanto da contribuire all'uccisione di Drwc per poi unirsi, come capo prescelto, alla tribù di Gael. La trama diverrà via via più complessa (e piena di buchi, secondo me), ma preferisco sia lo spettatore a scoprirla un po' alla volta.
"Tears to Tiara" è uno degli anime più lenti che abbia mai visto: episodi su episodi in cui non accade assolutamente nulla di rilevante e che, personalmente, hanno messo a dura prova il mio sistema nervoso. Un'altra critica che mi sento di rivolgergli è la presenza di un cast troppo numeroso: alcuni personaggi, diciamolo francamente, non servono assolutamente a niente se non a irritare il sottoscritto con le loro patetiche moine.
Ma il massimo sta nel suo personaggio principale, il famigerato Arown-sama. Seppur venerato dalle donne e fonte di apprensione per tutti quando si teme per la sua vita, per l'intera durata dell'anime non compie nessuna, ma davvero nessuna, azione degna di vera nota. Partecipa ai combattimenti ma non è mai decisivo; tutto il lavoro sporco viene lasciato ad Arthur, che invece compirà da perfetto paladino il suo dovere.
In definitiva, mandare giù ventisei episodi di una roba del genere per me è stata impresa davvero ardua; e dire che sono un amante del genere fantasy. La mia valutazione va sotto la sufficienza, senza esagerare in quanto la sceneggiatura (nonostante a volte compia delle scelte incomprensibili) presenta comunque una struttura complessa e non banale. Ma oltre questo non salvo assolutamente nulla di un anime che mi ha costretto ad ore ed ore di sbadigli.
Questo titolo attinge a piene mani da tradizioni celtiche, gallesi e romane, ma certamente la saga di Re Artù è stata il principio ispiratore di tutta l'opera. Un ragazzo destinato a diventare re che, guarda caso, si chiama Arthur; la presenza di un precettore, Arown sama, che se non ricordo male fra i suoi tanti nomi ha anche quello di Merlin; la storia viene ambientata ad Avalon nella terra di Albion (che per chi non lo sapesse indica generalmente l'Inghilterra). Tali e tanti sono i riferimenti che si potrebbero citare che staremmo qui mezza giornata, per cui credetemi sula parola o guardatevi l'anime e dimostratemi che non è così.
La trama ha inizio col rapimento di Rhiannon, una sacerdotessa della tribù di Gael da parte di una specie di monaco, Drwc, che intende usarla per risvegliare Arown, il demone della distruzione, e farlo suo alleato. La tribù però reagisce e corre a salvare la principessa; gli sforzi però sono inutili, in quanto non riescono a impedire il risveglio del demone della distruzione. Le cose, però, sono meno gravi di quanto appaiono: Arown sembra tutt'altro che un demone assetato di sangue, tanto da contribuire all'uccisione di Drwc per poi unirsi, come capo prescelto, alla tribù di Gael. La trama diverrà via via più complessa (e piena di buchi, secondo me), ma preferisco sia lo spettatore a scoprirla un po' alla volta.
"Tears to Tiara" è uno degli anime più lenti che abbia mai visto: episodi su episodi in cui non accade assolutamente nulla di rilevante e che, personalmente, hanno messo a dura prova il mio sistema nervoso. Un'altra critica che mi sento di rivolgergli è la presenza di un cast troppo numeroso: alcuni personaggi, diciamolo francamente, non servono assolutamente a niente se non a irritare il sottoscritto con le loro patetiche moine.
Ma il massimo sta nel suo personaggio principale, il famigerato Arown-sama. Seppur venerato dalle donne e fonte di apprensione per tutti quando si teme per la sua vita, per l'intera durata dell'anime non compie nessuna, ma davvero nessuna, azione degna di vera nota. Partecipa ai combattimenti ma non è mai decisivo; tutto il lavoro sporco viene lasciato ad Arthur, che invece compirà da perfetto paladino il suo dovere.
In definitiva, mandare giù ventisei episodi di una roba del genere per me è stata impresa davvero ardua; e dire che sono un amante del genere fantasy. La mia valutazione va sotto la sufficienza, senza esagerare in quanto la sceneggiatura (nonostante a volte compia delle scelte incomprensibili) presenta comunque una struttura complessa e non banale. Ma oltre questo non salvo assolutamente nulla di un anime che mi ha costretto ad ore ed ore di sbadigli.
"Tears to Tiara" è un anime del 2009 che racconta le vicende, con un alto grado di interpretazione, di Artù e Merlino. Come appena affermato si nota la forte influenza giapponese sulle mitiche gesta dell'eroe britannico, ma, nonostante queste enormi sbavature, possiamo comunque considerare quest'opera in maniera positiva.
Arthur è un giovane energico, ma allo stesso tempo impulsivo, che, alla morte dei genitori, prende il controllo della sua piccola tribù di contadini e guerrieri, cercando di governarla con giustizia e saggezza. Nonostante i suoi nobili intenti, Arthur non riuscirà a mantenere la sua gente estranea ai piani dell'Impero, una forza politica che, di fatto, esercita il suo controllo su un territorio vastissimo, soggiogando i vari popoli e domandoli con una buona dose di violenza. Improvvisamente un emissario dell'impero, nell'intento di rievocare dal mondo dei morti il re dei demoni, rapisce Riannon, la sorella di Arthur, al fine di offrirla come sacrificio. Il rituale, nonostante l'intervento del giovane capo, va a buon fine, ma, inaspettatamente, il re dei demoni, Arawn, si dimostra molto diverso dal previsto e, con agile mossa, uccide il sacerdote dell'impero, salvando così la vita ai due fratelli. In un mondo di demoni, elfi, maghi, draghi e via dicendo, Arthur, Riannon e Arawn raccoglieranno intorno a loro un numero ingente di eroi ed eroine che, con le loro capacità, cercheranno di opporsi al potere dell'Impero, sancendo così l'indipendenza di Avalon, la mitica città degli elfi.
La trama parte in maniera molto semplice, ma, con il prosieguo delle puntate, si aggiungeranno elementi sempre nuovi che, purtroppo, non faranno altro che aggiungere carne al fuoco... troppa forse. L'idea iniziale era carina, ma la comparsa di angeli e la trasformazione di Arawn in un essere soprannaturale (con una potenza superiore a quella che già aveva) rende tutto una sorta di caricatura.
Soffermandoci ora sui personaggi, aggiungerei che non vengono per nulla descritti e appaiono appena abbozzati sia nei sentimenti che nel carattere. Giustizia, lealtà, valore... sentimenti classici del mito di Artù, ma talmente esasperati da avere, come unico risultato, una risata di compatimento. Disegni, ecco cosa sembrano... per nulla reali ("Ovvio, è un anime!" direte). I comportamenti, le decisioni e i vari sentimenti sono lontani anni luce dagli atteggiamenti che si possono riscontrare nella realtà.
Infine aggiungo la completa mancanza di amore; con questo non voglio affatto affermare la necessità di romantiche scenette strappalacrime, tutt'altro, ma, almeno, un minimo di sentimentalismo in più. Arawn e Riannon, che all'inizio sembrano una possibile coppia, in realtà si considereranno in pochissime occasioni, tanto da sembrare più che altro fratello e sorella. Lo stesso vale per Arthur e Octavia, un ex soldatessa dell'impero, che all'inizio diffidano l'un l'altro, poi, dopo un estenuante combattimento, si comprendono. Ah, è sbocciato l'amore tra un barbaro e un abitante dell'impero, che romantico! E invece no, oltre a quell'episodio i due si parleranno a malapena e non perché non si sopportano, ma proprio per l'assenza di contatto fisico/visivo. Insomma, va bene che non ci siano scenette scalda cuore, ma forse così è un po' troppo.
La grafica non è niente di che; godibile, così come anche la regia è nel complesso sufficiente, ma, di certo, non mostra elementi d'eccellenza. Detto questo non mi rimane altro da dire, per un'opera che sembra la mediocrità in persona. Manca quell'elemento esplosivo, quella rivelazione imprevedibile, quei sentimenti travolgenti che fanno realmente brillare un anime. Invece "Tears to Tiara" appare monotona e, seppur comunque divertente e apprezzabile, piatta.
Voto finale: 6 meno
Arthur è un giovane energico, ma allo stesso tempo impulsivo, che, alla morte dei genitori, prende il controllo della sua piccola tribù di contadini e guerrieri, cercando di governarla con giustizia e saggezza. Nonostante i suoi nobili intenti, Arthur non riuscirà a mantenere la sua gente estranea ai piani dell'Impero, una forza politica che, di fatto, esercita il suo controllo su un territorio vastissimo, soggiogando i vari popoli e domandoli con una buona dose di violenza. Improvvisamente un emissario dell'impero, nell'intento di rievocare dal mondo dei morti il re dei demoni, rapisce Riannon, la sorella di Arthur, al fine di offrirla come sacrificio. Il rituale, nonostante l'intervento del giovane capo, va a buon fine, ma, inaspettatamente, il re dei demoni, Arawn, si dimostra molto diverso dal previsto e, con agile mossa, uccide il sacerdote dell'impero, salvando così la vita ai due fratelli. In un mondo di demoni, elfi, maghi, draghi e via dicendo, Arthur, Riannon e Arawn raccoglieranno intorno a loro un numero ingente di eroi ed eroine che, con le loro capacità, cercheranno di opporsi al potere dell'Impero, sancendo così l'indipendenza di Avalon, la mitica città degli elfi.
La trama parte in maniera molto semplice, ma, con il prosieguo delle puntate, si aggiungeranno elementi sempre nuovi che, purtroppo, non faranno altro che aggiungere carne al fuoco... troppa forse. L'idea iniziale era carina, ma la comparsa di angeli e la trasformazione di Arawn in un essere soprannaturale (con una potenza superiore a quella che già aveva) rende tutto una sorta di caricatura.
Soffermandoci ora sui personaggi, aggiungerei che non vengono per nulla descritti e appaiono appena abbozzati sia nei sentimenti che nel carattere. Giustizia, lealtà, valore... sentimenti classici del mito di Artù, ma talmente esasperati da avere, come unico risultato, una risata di compatimento. Disegni, ecco cosa sembrano... per nulla reali ("Ovvio, è un anime!" direte). I comportamenti, le decisioni e i vari sentimenti sono lontani anni luce dagli atteggiamenti che si possono riscontrare nella realtà.
Infine aggiungo la completa mancanza di amore; con questo non voglio affatto affermare la necessità di romantiche scenette strappalacrime, tutt'altro, ma, almeno, un minimo di sentimentalismo in più. Arawn e Riannon, che all'inizio sembrano una possibile coppia, in realtà si considereranno in pochissime occasioni, tanto da sembrare più che altro fratello e sorella. Lo stesso vale per Arthur e Octavia, un ex soldatessa dell'impero, che all'inizio diffidano l'un l'altro, poi, dopo un estenuante combattimento, si comprendono. Ah, è sbocciato l'amore tra un barbaro e un abitante dell'impero, che romantico! E invece no, oltre a quell'episodio i due si parleranno a malapena e non perché non si sopportano, ma proprio per l'assenza di contatto fisico/visivo. Insomma, va bene che non ci siano scenette scalda cuore, ma forse così è un po' troppo.
La grafica non è niente di che; godibile, così come anche la regia è nel complesso sufficiente, ma, di certo, non mostra elementi d'eccellenza. Detto questo non mi rimane altro da dire, per un'opera che sembra la mediocrità in persona. Manca quell'elemento esplosivo, quella rivelazione imprevedibile, quei sentimenti travolgenti che fanno realmente brillare un anime. Invece "Tears to Tiara" appare monotona e, seppur comunque divertente e apprezzabile, piatta.
Voto finale: 6 meno
Tears to Tiara inizia quando Drwc (non ho dimenticato le vocali, si chiama proprio così), un sacerdote dell'Impero, attacca il villaggio della tribù di Gael e rapisce Riannon, sorella del Primo Guerriero Arthur, con lo scopo di offrirla in sacrificio al Re dei Demoni Arawn dopo averlo resuscitato, per ottenerne i favori. Solo che le cose non vanno come previsto.
Devo dire che recensire "Tears to Tiara" mi è molto difficile. Se da un lato si ha una buona storia, una realizzazione tecnica che fa il suo lavoro, dei personaggi resi bene e il mondo fantasy ben costruito, dall'altra abbiamo forse un solo elemento, ma tremendamente importante: il coinvolgimento. Ma andiamo con ordine.
Storia
L'ho detta prima, fermandomi agli avvenimenti dei primi due episodi per non fare spoiler. Gli sviluppi sono buoni, non mancano i colpi di scena, e nemmeno i siparietti comici, ma riesce raramente a coinvolgere veramente. Il finale, per quanto bello, mi ha lasciato quasi indifferente.
Personaggi
Non particolarmente approfonditi, ma non per questo superficiali o piatti. Devo dire, però, che potevano risparmiarsi la storia delle "tre mogli": mi spiego subito. All'inizio fa ridere il modo in cui lui (non dico chi) si ritrova sposato tre volte così in fretta, ma più avanti viene da pensare che alla fine non è successo niente, e questo, passabile per il secondo "matrimonio", non è proprio il massimo per i rimanenti due, dato che il terzo è stato "dettato dalla tradizione" e la cosa fa apparire la tradizione elfica come una roba scritta e dimenticata, e per il primo viene "ricordato" solo qualche volta.
Per concludere questa voce dico che il personaggio di Octavia mi è sembrato poco sfruttato, visto che era probabilmente quello con più potenziale di tutta la serie, insieme a Taliesin.
Doppiaggio, audio e musiche
Buono il doppiaggio, così come gli effetti sonori. Le musiche non sono certo eccelse, ma fanno il loro lavoro, senza dubbio.
Disegni e animazioni
I disegni, presi a sé stanti, sarebbero ottimi, ma le animazioni mi sono parse scadenti durante alcuni dei combattimenti.
Longevità
Adatta, la storia scorre veloce ma non in maniera forzata.
Apprezzamento personale
Da tutto quello che ho detto fino ad adesso potrebbe sembrare che mi sia piaciuto parecchio, e, per carità, non posso dire che non mi sia piaciuto, ma durante quasi tutta la visione ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa all'atmosfera e che non ci si potesse immergere nel mondo in cui si svolge tutto.
Voto complessivo: 6,50. L'atmosfera, è quello il problema principale. "Tears to Tiara" rimane un buon anime, consigliato sicuramente agli amanti del fantasy. Per gli altri, se avete in lista qualcosa di urgente o in cui sperate molto guardate quello, altrimenti guardate questo. Alla fine ho avuto un leggero senso di delusione.
Devo dire che recensire "Tears to Tiara" mi è molto difficile. Se da un lato si ha una buona storia, una realizzazione tecnica che fa il suo lavoro, dei personaggi resi bene e il mondo fantasy ben costruito, dall'altra abbiamo forse un solo elemento, ma tremendamente importante: il coinvolgimento. Ma andiamo con ordine.
Storia
L'ho detta prima, fermandomi agli avvenimenti dei primi due episodi per non fare spoiler. Gli sviluppi sono buoni, non mancano i colpi di scena, e nemmeno i siparietti comici, ma riesce raramente a coinvolgere veramente. Il finale, per quanto bello, mi ha lasciato quasi indifferente.
Personaggi
Non particolarmente approfonditi, ma non per questo superficiali o piatti. Devo dire, però, che potevano risparmiarsi la storia delle "tre mogli": mi spiego subito. All'inizio fa ridere il modo in cui lui (non dico chi) si ritrova sposato tre volte così in fretta, ma più avanti viene da pensare che alla fine non è successo niente, e questo, passabile per il secondo "matrimonio", non è proprio il massimo per i rimanenti due, dato che il terzo è stato "dettato dalla tradizione" e la cosa fa apparire la tradizione elfica come una roba scritta e dimenticata, e per il primo viene "ricordato" solo qualche volta.
Per concludere questa voce dico che il personaggio di Octavia mi è sembrato poco sfruttato, visto che era probabilmente quello con più potenziale di tutta la serie, insieme a Taliesin.
Doppiaggio, audio e musiche
Buono il doppiaggio, così come gli effetti sonori. Le musiche non sono certo eccelse, ma fanno il loro lavoro, senza dubbio.
Disegni e animazioni
I disegni, presi a sé stanti, sarebbero ottimi, ma le animazioni mi sono parse scadenti durante alcuni dei combattimenti.
Longevità
Adatta, la storia scorre veloce ma non in maniera forzata.
Apprezzamento personale
Da tutto quello che ho detto fino ad adesso potrebbe sembrare che mi sia piaciuto parecchio, e, per carità, non posso dire che non mi sia piaciuto, ma durante quasi tutta la visione ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa all'atmosfera e che non ci si potesse immergere nel mondo in cui si svolge tutto.
Voto complessivo: 6,50. L'atmosfera, è quello il problema principale. "Tears to Tiara" rimane un buon anime, consigliato sicuramente agli amanti del fantasy. Per gli altri, se avete in lista qualcosa di urgente o in cui sperate molto guardate quello, altrimenti guardate questo. Alla fine ho avuto un leggero senso di delusione.
Trasposizione animata del famoso omonimo gioco eroge per PC. La storia di Tears to Tiara è ambientata in un mondo fantastico dominato da un potente regno, il Sacro Impero. Le vicende narrate sono incentrate sulle avventure del popolo di Gael, il quale, a seguito dell’oltraggio che ha subito dall’impero (Rhiannon, sacerdotessa e figlia del capo-villaggio viene rapita da un prete ad esso affiliato) e del risveglio del cosiddetto “re dei demoni”, Arawn (che si schiera con il gruppo dei protagonisti), decide di ribellarsi e di fuggire.
La storia è da suddividersi in due archi narrativi: il primo basato sulla battaglia contro l’Impero per liberarsi dal suo giogo, il secondo imperniato sulla salvezza del mondo e sulla lotta contro i veri antagonisti della serie. Queste due sezioni possono anche essere suddivise a partire dalla crescita dei personaggi: inizialmente essi combattono per loro stessi e vengono “travolti” dagli avvenimenti, mentre più avanti incominciano a comprendere la verità che si cela dietro al protagonista Arawn e alla loro vera sfida.
L’anime presenta alcuni spunti interessanti. Innanzitutto mi ero sempre chiesto perché, nella marea di prodotti d’animazione che vengono fuori ogni anno, non ve ne fosse neanche uno che trattasse dell’impero romano: Tears to Tiara risponde a questa mia esigenza. Il sacro impero ha una struttura sociale, militare (soldati inquadrati in legioni e altamente disciplinati, per non parlare della presenza del generale Gaius) e amministrativa (potere in mano ad un imperatore e ad un senato) molto simile a quella romana. Successivamente vi è un’infinità di riferimenti ad opere che hanno fatto la storia del genere fantasy di cui ne cito solo due: Il Signore degli Anelli e Le Leggende Arturiane.
I personaggi principali sono ben caratterizzati, anche se non li ho trovati particolarmente determinanti nello sviluppo della storia, mentre quelli secondari vengono presentati troppo in fretta per essere poi tralasciati a causa della loro scarsa forza emotiva. In particolare voglio criticare lo sviluppo del coprotagonista Arthur (guarda caso la fantasia per il nome), che mi è risultato antipatico e insignificante per tutta la serie a causa del suo fantomatico senso del dovere e alla sua testardaggine.
Ritornando allo sviluppo della trama aggiungo che, come probabilmente vedrete anche voi nella serie, vi sono troppi legami con la saga di Tolkien: città, personaggi, avversari hanno tutti, chi più chi meno, caratteristiche in comune con la famosissima trilogia. Da alcuni potrà essere considerato una cosa positiva, ma per me è sintomo di scarsa inventiva.
Animazioni, curate dallo studio White fox, di buon livello anche se mai eccelse a causa della frequente staticità dei personaggi. Orecchiabili l’opening e i due ending themes, mentre la colonna sonora ha melodie pertinenti alla narrazione, ma mai abbastanza avvolgenti da permettere un salto di qualità dell’opera.
La storia è da suddividersi in due archi narrativi: il primo basato sulla battaglia contro l’Impero per liberarsi dal suo giogo, il secondo imperniato sulla salvezza del mondo e sulla lotta contro i veri antagonisti della serie. Queste due sezioni possono anche essere suddivise a partire dalla crescita dei personaggi: inizialmente essi combattono per loro stessi e vengono “travolti” dagli avvenimenti, mentre più avanti incominciano a comprendere la verità che si cela dietro al protagonista Arawn e alla loro vera sfida.
L’anime presenta alcuni spunti interessanti. Innanzitutto mi ero sempre chiesto perché, nella marea di prodotti d’animazione che vengono fuori ogni anno, non ve ne fosse neanche uno che trattasse dell’impero romano: Tears to Tiara risponde a questa mia esigenza. Il sacro impero ha una struttura sociale, militare (soldati inquadrati in legioni e altamente disciplinati, per non parlare della presenza del generale Gaius) e amministrativa (potere in mano ad un imperatore e ad un senato) molto simile a quella romana. Successivamente vi è un’infinità di riferimenti ad opere che hanno fatto la storia del genere fantasy di cui ne cito solo due: Il Signore degli Anelli e Le Leggende Arturiane.
I personaggi principali sono ben caratterizzati, anche se non li ho trovati particolarmente determinanti nello sviluppo della storia, mentre quelli secondari vengono presentati troppo in fretta per essere poi tralasciati a causa della loro scarsa forza emotiva. In particolare voglio criticare lo sviluppo del coprotagonista Arthur (guarda caso la fantasia per il nome), che mi è risultato antipatico e insignificante per tutta la serie a causa del suo fantomatico senso del dovere e alla sua testardaggine.
Ritornando allo sviluppo della trama aggiungo che, come probabilmente vedrete anche voi nella serie, vi sono troppi legami con la saga di Tolkien: città, personaggi, avversari hanno tutti, chi più chi meno, caratteristiche in comune con la famosissima trilogia. Da alcuni potrà essere considerato una cosa positiva, ma per me è sintomo di scarsa inventiva.
Animazioni, curate dallo studio White fox, di buon livello anche se mai eccelse a causa della frequente staticità dei personaggi. Orecchiabili l’opening e i due ending themes, mentre la colonna sonora ha melodie pertinenti alla narrazione, ma mai abbastanza avvolgenti da permettere un salto di qualità dell’opera.
Un anime Fantasy/Avventura degno di questo nome: ecco di cosa si tratta Tears to Tiara. Una trama intensa e avvincente che racchiude in sé battaglie contro demoni, uomini e angeli. Il character design è ben fatto, anche se non dei migliori; i personaggi sono molto umanizzati, mentre i disegni di fondo non si limitano a riempire lo schermo. La colonna sonora è armonizzata con l'animazione, e devo dire che mi è davvero piaciuta.
L'anime racconta le vicende di un ragazzo, Arthur, e di sua sorella Riannon, i quali vengono a contatto con il signore dei demoni Arawn a causa di un gruppo di religiosi dell'impero che l'avevano resuscitato. Il signore dei demoni, dopo essersi unito con la gente del villaggio di Arthur, parte alla volta di una terra in cui non vengano disturbati ulteriormente dall'impero. Qui infurierà una feroce battaglia contro l'impero, a cui si uniranno altri compagni, per poi trovarsi ad affrontare un nemico comune e a dover accettare una tremenda verità.
Lo consiglio caldamente agli appassionati del genere fantasy e non.
L'anime racconta le vicende di un ragazzo, Arthur, e di sua sorella Riannon, i quali vengono a contatto con il signore dei demoni Arawn a causa di un gruppo di religiosi dell'impero che l'avevano resuscitato. Il signore dei demoni, dopo essersi unito con la gente del villaggio di Arthur, parte alla volta di una terra in cui non vengano disturbati ulteriormente dall'impero. Qui infurierà una feroce battaglia contro l'impero, a cui si uniranno altri compagni, per poi trovarsi ad affrontare un nemico comune e a dover accettare una tremenda verità.
Lo consiglio caldamente agli appassionati del genere fantasy e non.
Trama coinvolgente e grafica raffinata, fedele al videogioco omonimo.
Il protagonista, risvegliato anticipatamente dal suo "sonno", si vedrà ben presto impelagato in una battaglia ncominciata tempo addietro e che non ha ancora avuto termine. Nuovi personaggi si uniranno al suo "party" con le loro storie personali e motivazioni, le caratterizzazioni personali sono molto accurate e molti paesaggi sono meravigliosi.
E' molto facile riconoscere nel "nemico" di turno una versione modificata dell'Impero Romano, sopratutto per strategie militari, sociali (chi non è dell'impero è un barbaro) ed architettonici. Questa ambientazione risulta veramente originale per un anime dato che sono pochissime le storie ricondubili per elementi alla Roma Antica dai tempi di "Pollon" (con pantheon greco).
Diversi scontri si svolgono di notte ma la regia riesce a cavarsela egregiamente, ma in quei momenti è meglio controllare l'illuminazione della vostra stanza o perderete diversi particolari.
Se amate il fantasy dovete guardarlo, altrimenti potete dargli un'occhiata.
Il protagonista, risvegliato anticipatamente dal suo "sonno", si vedrà ben presto impelagato in una battaglia ncominciata tempo addietro e che non ha ancora avuto termine. Nuovi personaggi si uniranno al suo "party" con le loro storie personali e motivazioni, le caratterizzazioni personali sono molto accurate e molti paesaggi sono meravigliosi.
E' molto facile riconoscere nel "nemico" di turno una versione modificata dell'Impero Romano, sopratutto per strategie militari, sociali (chi non è dell'impero è un barbaro) ed architettonici. Questa ambientazione risulta veramente originale per un anime dato che sono pochissime le storie ricondubili per elementi alla Roma Antica dai tempi di "Pollon" (con pantheon greco).
Diversi scontri si svolgono di notte ma la regia riesce a cavarsela egregiamente, ma in quei momenti è meglio controllare l'illuminazione della vostra stanza o perderete diversi particolari.
Se amate il fantasy dovete guardarlo, altrimenti potete dargli un'occhiata.
La trama è basata sul videogioco fantasy Tear to Tiara appunto, e come molti anime tratti da RPG ne segue abbastanza fedelmente gli eventi...
Breve trama:
"Secondo il libro di Emerald:
Ci fu l'Età dell'Oro.
Ci fu l'Età dell'Argento.
Ci fu l'Età del Bronzo.
Poi vi furono l'Età dei Draghi, l'Età dei Giganti e l'Età degli Elfi. E ora, siamo nell'Età del Ferro. Conosciuta anche come... L'Età degli Umani."
La storia inizia quando il villaggio della sacerdotessa Riannon -mentre tutti gli uomini, compreso suo fratello Arthur, sono a cacciare e le donne e i bambini a raccogliere funghi (?)- viene attaccato da un fanatico religioso, che per ottenere il dominio sul mondo governato dagli umani decide di resuscitare il Re dei Demoni, che aveva terrorizzato gli umani ed era venerato dalle creature fatate, sperando, così, di ottenere il suo favore. Per farlo deve sacrificare la sacerdotessa al Demone, che è costretta ad accettare per difendere gli abitanti del suo villaggio. Così il Re dei Demoni prende forma umana e si avvicina a Riannon...
L'animazione è molto bella, come i molti altri anime di quel genere, il doppiaggio anche e le sigle sono passabili. Il mio voto dipende dal fatto che prediligo questo genere rispetto a molti altri, e nonostante la monotonia dell'ambientazione fantasy, questo promette molto bene <3.
Breve trama:
"Secondo il libro di Emerald:
Ci fu l'Età dell'Oro.
Ci fu l'Età dell'Argento.
Ci fu l'Età del Bronzo.
Poi vi furono l'Età dei Draghi, l'Età dei Giganti e l'Età degli Elfi. E ora, siamo nell'Età del Ferro. Conosciuta anche come... L'Età degli Umani."
La storia inizia quando il villaggio della sacerdotessa Riannon -mentre tutti gli uomini, compreso suo fratello Arthur, sono a cacciare e le donne e i bambini a raccogliere funghi (?)- viene attaccato da un fanatico religioso, che per ottenere il dominio sul mondo governato dagli umani decide di resuscitare il Re dei Demoni, che aveva terrorizzato gli umani ed era venerato dalle creature fatate, sperando, così, di ottenere il suo favore. Per farlo deve sacrificare la sacerdotessa al Demone, che è costretta ad accettare per difendere gli abitanti del suo villaggio. Così il Re dei Demoni prende forma umana e si avvicina a Riannon...
L'animazione è molto bella, come i molti altri anime di quel genere, il doppiaggio anche e le sigle sono passabili. Il mio voto dipende dal fatto che prediligo questo genere rispetto a molti altri, e nonostante la monotonia dell'ambientazione fantasy, questo promette molto bene <3.