Love is Like a Cocktail
Troppo breve per potermi lasciare qualcosa, praticamente buona parte dello show è occupato dalla sigla. Comunque il marito mi ricorda una versione stereotipata della classica casalinga "ara-ara", solo che questa trasposizione maschile non mi convince molto... sarà un limite mio, forse. Verso la fine c'è una spolverata di trama, nulla di che, ma dà almeno un senso alla storia. Disegni caldi, in tema con l'argomento alcool e drink, che sicuro scaldano l'animo della protagonista, visto che è un'amante dei sopracitati.
In sostanza, qualche buona qualità, ma troppo poco per diventare memorabile.
In sostanza, qualche buona qualità, ma troppo poco per diventare memorabile.
"Love is Like a Cocktail", o romanizzato in "Osake wa Fūfu ni Natte Kara", è un anime composto da tredici più uno episodi ognuno della durata di tre minuti.
Questo è uno di quegli anime in cui l'evolversi della trama dovrebbe svolgersi in un modo, per quanto possibile, tanto dettagliato quanto veloce, dato il poco tempo a disposizione, che alle volte potrebbe portare ad avere confusioni a livello di trama o personaggi... ebbene, tranquilli! Questo non è il caso. Che sia voluto o meno, l'uso limitato degli scenari principali, ridotto allo stretto necessario - la casa, l'ufficio e il bar (occhio, questo bar è importante!) -, aiuta a delineare con estrema facilità le abitudini e il susseguirsi delle azioni negli episodi, così da rendere la trama facile e piacevole da seguire.
La storia, come già detto, procede liscia, facilmente seguibile, e riesce a strapparti quel sorriso che tutte le opere dovrebbero lasciarti; in breve, la trama ci racconta il susseguirsi delle giornate di una coppia sposata (dal giapponese Fūfu, come da titolo), lei impiegata, Chisato Mizusawa, e lui proprietario di un elegante bar, Sora Mizusawa (esatto, hai letto bene, quel bar di cui parlavamo prima), e di come le loro giornate trascorrano tra l'impegnativo lavoro e il ritorno a casa di lei e l'accoglienza puntuale come un orologio sempre con uno dei suoi cocktail, ogni giorno diverso, di lui. Perchè?! Perchè Chisato è un appassionata bevitrice di qualsiasi cosa contenga alcool (scopriremo poi che questo non è del tutto vero), bell'hobby, no! Segreto che, però, deve assolutamente rimanere tra le mura domestiche, vista la facilità con cui l'alcool "scrolla" da Chi-chan (nome con cui viene affettuosamente chiamata dal marito) tutto lo stress della giornata lavorativa, rivelando la sua natura nel tramutarsi da forte donna impegnata e in carriera, mostrata durante il giorno, ad amorevole e instancabile amante dei cocktail preparati da Sora a fine giornata di ritorno a casa. Tanto che, in occasionali uscite tra colleghi, vedremo la nostra Chi-chan mettere in atto un autocontrollo ferreo nel rifiutare anche la minima goccia di alcool che gli si presenti davanti, e accettare l'invito solo dopo aver saputo della presenza di cocktail analcolici.
Strutturalmente parlando, ogni episodio è basato su un cocktail, con relativa ricetta e consigli nel prepararlo, il tutto spiegato nel minimo dettaglio da un limone - esatto, hai letto bene, un limone che prende di diritto il ruolo di indiscussa mascotte dell'opera. Che il cocktail sia alcolico o analcolico poco importa (esatto, analcolico, come sottolineato prima), vedremo la nostra Chi-chan non disdegnare neanche un cocktail analcolico, propostole dal marito.
Qui devo fare un piccolo appunto stilistico sullo svolgimento della storia, che ho davvero apprezzato, e interrompo la recensione. Sarò breve, gomen ne! Il fatto che l'alcool faccia uscire questa diversa sfumatura del carattere di Chisato (la donna risulterà nient'altro che "brilla") porta l'opera ad arricchirsi ancora di più, diventando di colpo da semplice slice of life/commedia a comica a livelli esilaranti (nel senso più positivo del termine), quindi, l'idea avuta di evolvere la storia in questa direzione, secondo me, ha dato quella marcia in più, riuscendo a trasformare in un istante la scena che si sta guardando con una facilità gradevole e inaspettata. È durato poco, no? Continuiamo.
La trama dell'anime è conclusa, ma non posso non ribadire come, nonostante la durata ridotta di neanche un'ora, l'anime riesca a raccontarci la vita dei nostri protagonisti e a presentarci anche il mondo che li circonda, con colleghi e amici, e soprattutto come, in aggiunta, quest'ultimi interagiscano con tutti, con lo scopo ben preciso di aiutare lo spettatore a delineare caratteristiche e peculiarità dei due protagonisti; come se non bastasse, abbiamo anche avuto la possibilità di avere un paio di episodi su come i due si sono conosciuti... e, indovinate un po'! Esatto, anche qui i cocktail di Sora ci hanno messo lo zampino (ricordate il bar di prima?), ma non voglio dire troppo, altrimenti sarebbe un riassunto insensatamente lungo e noioso, questa "recensione" è anche per chi vorrebbe vederlo ed è ancora indeciso.
Adesso parlo da spettatore, puro e semplice (come in tutta la recensione, dopotutto), non avendo particolari conoscenze di animazione/design... Ritengo che disegni e sfondi sono godibili senza pecche, almeno notabili, accompagnati da una ending (tecnicamente dovrebbe essere una ending, credo) bella, ritmata e facilmente ricordabile, quindi ottimo! Non è presente una opening, ma credo che già l'ending faccia egregiamente il proprio lavoro. Il limone che ci ha accompagnato per tutti gli episodi, leggendo e spiegando tutte le ricette proposte, protagonista dell'ending finale... beh, che dire? Un tocco di classe, no? Riuscire persino a dare una mascotte all'opera, nonostante la breve durata, penso sia solo un punto in più.
Adesso stiamo arrivando alla fine e, in teoria, dovrei smontare tutto il "lavorone", indicando quali sono le pecche... umh, ebbene, guardando questo anime, non ce ne sono! O meglio, guardo anime anch'io e credo fermamente che ogni opera sia diversa l'una dall'altra e, per recensire, o, più correttamente, esprimere il proprio parere su un anime, bisogna pensare all'opera e soltanto all'opera, e non fare inutili comparazioni senza senso, o, più specificatamente, farle, ma dopo aver analizzato alla perfezione un'opera e tutto ciò che la compone, nel minimo dettaglio, quindi io non mi sarei aspettato nient'altro da un anime di tre minuti per quattordici episodi, al massimo potrei "ribattere" su una durata più lunga, gli standard ventiquattro minuti per approfondire di più la storia, e allora, perché no?! Con qualche altro scenario, forse una gita fuori porta tra i due, gli input sarebbero infiniti, essendo uno slice of life, quindi mi fermo qui, ma questa deduco sia una consapevole scelta dell'autore stesso, per "confezionare" un'opera semplice.
N.B. Semplice non vuol dire brutta o non degna di nota, ma, semplicemente, appunto, semplice! Facile da seguire con una trama lineare e ben strutturata, strappandoti, perché no, più di un sorriso, che agli slice of life, magari, di solito manca (non a tutti, ripeto, ogni opera è a sé, e va vista e analizzata in blocco prima di dare giudizi, trovare il tema centrale e, soprattutto, chiedersi cosa ci vuole comunicare).
Concludendo (stavolta per davvero), è un anime tranquillo, da vedere senza pretese... no, questa frase mi è capitato di leggerla molte volte, ma, alla fine, credo proprio non voglia dire nulla... cosa vuol dire "senza pretese"? Ogni opera ha un significato, e quindi una "pretesa", se non altro quella di arrivare allo spettatore, che sia commedia, comica o qualsiasi altro genere, altrimenti l'autore non l'avrebbe né ideata né tantomeno animata. Comunque, piccola parentesi... per concludere (prometto, adesso è vero sul serio), l'anime è un buon anime e, visto a 360°, ha un bel character design, un ottimo comparto audio e, anche se ha una trama breve, è diversa e del tutto esaustiva... alla fine c'è una Chi-chan in ognuno di noi che, quando vede quello che più le piace, esprime il suo "Shifuku!" di rito e via!
Grazie per la lettura, spero sia stata divertente, scriverlo lo è stato!
Questo è uno di quegli anime in cui l'evolversi della trama dovrebbe svolgersi in un modo, per quanto possibile, tanto dettagliato quanto veloce, dato il poco tempo a disposizione, che alle volte potrebbe portare ad avere confusioni a livello di trama o personaggi... ebbene, tranquilli! Questo non è il caso. Che sia voluto o meno, l'uso limitato degli scenari principali, ridotto allo stretto necessario - la casa, l'ufficio e il bar (occhio, questo bar è importante!) -, aiuta a delineare con estrema facilità le abitudini e il susseguirsi delle azioni negli episodi, così da rendere la trama facile e piacevole da seguire.
La storia, come già detto, procede liscia, facilmente seguibile, e riesce a strapparti quel sorriso che tutte le opere dovrebbero lasciarti; in breve, la trama ci racconta il susseguirsi delle giornate di una coppia sposata (dal giapponese Fūfu, come da titolo), lei impiegata, Chisato Mizusawa, e lui proprietario di un elegante bar, Sora Mizusawa (esatto, hai letto bene, quel bar di cui parlavamo prima), e di come le loro giornate trascorrano tra l'impegnativo lavoro e il ritorno a casa di lei e l'accoglienza puntuale come un orologio sempre con uno dei suoi cocktail, ogni giorno diverso, di lui. Perchè?! Perchè Chisato è un appassionata bevitrice di qualsiasi cosa contenga alcool (scopriremo poi che questo non è del tutto vero), bell'hobby, no! Segreto che, però, deve assolutamente rimanere tra le mura domestiche, vista la facilità con cui l'alcool "scrolla" da Chi-chan (nome con cui viene affettuosamente chiamata dal marito) tutto lo stress della giornata lavorativa, rivelando la sua natura nel tramutarsi da forte donna impegnata e in carriera, mostrata durante il giorno, ad amorevole e instancabile amante dei cocktail preparati da Sora a fine giornata di ritorno a casa. Tanto che, in occasionali uscite tra colleghi, vedremo la nostra Chi-chan mettere in atto un autocontrollo ferreo nel rifiutare anche la minima goccia di alcool che gli si presenti davanti, e accettare l'invito solo dopo aver saputo della presenza di cocktail analcolici.
Strutturalmente parlando, ogni episodio è basato su un cocktail, con relativa ricetta e consigli nel prepararlo, il tutto spiegato nel minimo dettaglio da un limone - esatto, hai letto bene, un limone che prende di diritto il ruolo di indiscussa mascotte dell'opera. Che il cocktail sia alcolico o analcolico poco importa (esatto, analcolico, come sottolineato prima), vedremo la nostra Chi-chan non disdegnare neanche un cocktail analcolico, propostole dal marito.
Qui devo fare un piccolo appunto stilistico sullo svolgimento della storia, che ho davvero apprezzato, e interrompo la recensione. Sarò breve, gomen ne! Il fatto che l'alcool faccia uscire questa diversa sfumatura del carattere di Chisato (la donna risulterà nient'altro che "brilla") porta l'opera ad arricchirsi ancora di più, diventando di colpo da semplice slice of life/commedia a comica a livelli esilaranti (nel senso più positivo del termine), quindi, l'idea avuta di evolvere la storia in questa direzione, secondo me, ha dato quella marcia in più, riuscendo a trasformare in un istante la scena che si sta guardando con una facilità gradevole e inaspettata. È durato poco, no? Continuiamo.
La trama dell'anime è conclusa, ma non posso non ribadire come, nonostante la durata ridotta di neanche un'ora, l'anime riesca a raccontarci la vita dei nostri protagonisti e a presentarci anche il mondo che li circonda, con colleghi e amici, e soprattutto come, in aggiunta, quest'ultimi interagiscano con tutti, con lo scopo ben preciso di aiutare lo spettatore a delineare caratteristiche e peculiarità dei due protagonisti; come se non bastasse, abbiamo anche avuto la possibilità di avere un paio di episodi su come i due si sono conosciuti... e, indovinate un po'! Esatto, anche qui i cocktail di Sora ci hanno messo lo zampino (ricordate il bar di prima?), ma non voglio dire troppo, altrimenti sarebbe un riassunto insensatamente lungo e noioso, questa "recensione" è anche per chi vorrebbe vederlo ed è ancora indeciso.
Adesso parlo da spettatore, puro e semplice (come in tutta la recensione, dopotutto), non avendo particolari conoscenze di animazione/design... Ritengo che disegni e sfondi sono godibili senza pecche, almeno notabili, accompagnati da una ending (tecnicamente dovrebbe essere una ending, credo) bella, ritmata e facilmente ricordabile, quindi ottimo! Non è presente una opening, ma credo che già l'ending faccia egregiamente il proprio lavoro. Il limone che ci ha accompagnato per tutti gli episodi, leggendo e spiegando tutte le ricette proposte, protagonista dell'ending finale... beh, che dire? Un tocco di classe, no? Riuscire persino a dare una mascotte all'opera, nonostante la breve durata, penso sia solo un punto in più.
Adesso stiamo arrivando alla fine e, in teoria, dovrei smontare tutto il "lavorone", indicando quali sono le pecche... umh, ebbene, guardando questo anime, non ce ne sono! O meglio, guardo anime anch'io e credo fermamente che ogni opera sia diversa l'una dall'altra e, per recensire, o, più correttamente, esprimere il proprio parere su un anime, bisogna pensare all'opera e soltanto all'opera, e non fare inutili comparazioni senza senso, o, più specificatamente, farle, ma dopo aver analizzato alla perfezione un'opera e tutto ciò che la compone, nel minimo dettaglio, quindi io non mi sarei aspettato nient'altro da un anime di tre minuti per quattordici episodi, al massimo potrei "ribattere" su una durata più lunga, gli standard ventiquattro minuti per approfondire di più la storia, e allora, perché no?! Con qualche altro scenario, forse una gita fuori porta tra i due, gli input sarebbero infiniti, essendo uno slice of life, quindi mi fermo qui, ma questa deduco sia una consapevole scelta dell'autore stesso, per "confezionare" un'opera semplice.
N.B. Semplice non vuol dire brutta o non degna di nota, ma, semplicemente, appunto, semplice! Facile da seguire con una trama lineare e ben strutturata, strappandoti, perché no, più di un sorriso, che agli slice of life, magari, di solito manca (non a tutti, ripeto, ogni opera è a sé, e va vista e analizzata in blocco prima di dare giudizi, trovare il tema centrale e, soprattutto, chiedersi cosa ci vuole comunicare).
Concludendo (stavolta per davvero), è un anime tranquillo, da vedere senza pretese... no, questa frase mi è capitato di leggerla molte volte, ma, alla fine, credo proprio non voglia dire nulla... cosa vuol dire "senza pretese"? Ogni opera ha un significato, e quindi una "pretesa", se non altro quella di arrivare allo spettatore, che sia commedia, comica o qualsiasi altro genere, altrimenti l'autore non l'avrebbe né ideata né tantomeno animata. Comunque, piccola parentesi... per concludere (prometto, adesso è vero sul serio), l'anime è un buon anime e, visto a 360°, ha un bel character design, un ottimo comparto audio e, anche se ha una trama breve, è diversa e del tutto esaustiva... alla fine c'è una Chi-chan in ognuno di noi che, quando vede quello che più le piace, esprime il suo "Shifuku!" di rito e via!
Grazie per la lettura, spero sia stata divertente, scriverlo lo è stato!
Parto col dire che questo anime mi ha piacevolmente sorpreso, tuttavia non me la sento di dare come voto 8.
La trama la trovate nella pagina "dettagli" di AnimeClick.it, anche perché non mi ritengo capace di scriverla.
Il lato grafico è molto buono, il character design è apprezzabile, e in linea generale la produzione e le inquadrature sono piuttosto classiche.
La qualità di questo anime non risiede nemmeno nel comparto audio, anche se riesce ad essere particolarmente piacevole.
La forza dell'opera in questione si nasconde nel suo riuscire a mettere in soli tre minuti di episodio scene sentimentali molto carine, una piccola nozione sul mondo degli alcolici, e anche un piccolo scorcio di vita quotidiana (non sempre solo dei due sposini protagonisti).
La recensione come si noterà è assolutamente breve, questo perché non c'è molto da dire su questo anime. Nonostante la sua brevità riesce a far passare allo spettatore tre minuti ricchi (per quel che è possibile) di contenuti, non è assolutamente una visione impegnata, ma solo una visione di quelle da "pausa studio", senza nessuna pretesa, ma anche per via della sua semplicità risulteranno molto carine e intrattenenti le vicende raccontate dall'opera in questione.
Come detto prima, non me la sento di dare 8, per cui ripiegherò su un neutrale 7,5.
La trama la trovate nella pagina "dettagli" di AnimeClick.it, anche perché non mi ritengo capace di scriverla.
Il lato grafico è molto buono, il character design è apprezzabile, e in linea generale la produzione e le inquadrature sono piuttosto classiche.
La qualità di questo anime non risiede nemmeno nel comparto audio, anche se riesce ad essere particolarmente piacevole.
La forza dell'opera in questione si nasconde nel suo riuscire a mettere in soli tre minuti di episodio scene sentimentali molto carine, una piccola nozione sul mondo degli alcolici, e anche un piccolo scorcio di vita quotidiana (non sempre solo dei due sposini protagonisti).
La recensione come si noterà è assolutamente breve, questo perché non c'è molto da dire su questo anime. Nonostante la sua brevità riesce a far passare allo spettatore tre minuti ricchi (per quel che è possibile) di contenuti, non è assolutamente una visione impegnata, ma solo una visione di quelle da "pausa studio", senza nessuna pretesa, ma anche per via della sua semplicità risulteranno molto carine e intrattenenti le vicende raccontate dall'opera in questione.
Come detto prima, non me la sento di dare 8, per cui ripiegherò su un neutrale 7,5.
"Osake wa Fūfu ni Natte kara" è una serie di corti che narra la vita di tutti i giorni di una coppia sposata composta da Chisato Mizusawa, chiamata affettuosamente "Chi-chan", professionale e seria donna in carriera da capo ufficio, e di suo marito Sora, creativo quanto adorabile barman.
Questa breve serie è qualcosa di parecchio carino: Chisato e Sora sono fatti l'una per l'altro e sono il sogno di ogni persona romantica o che ama "fangirleggiare" dietro coppie sposate o fidanzati felici. Le gag vanno avanti a suon di Chi-chan, grande bevitrice, che, una volta tornata a casa dal lavoro nel fine settimana, assaggia le particolari bevande create da Sora, le quali la fanno andare sempre su di giri.
Davvero non c'è tantissimo da dire, vista la sua brevissima durata, poco più di mezz'ora, dati i tre minuti per episodio, eccetto che è una serie gradevolissima da vedere, che non si prende sul serio e fatta unicamente per far passare, è il caso di dirlo, un'ottima mezz'ora.
I disegni sono fatti molto molto bene, le gag sono divertenti e i momenti dolci sono davvero carinissimi, che inteneriranno forse anche il più frigido degli individui.
L'unica critica che si può fare è che, qualche volta, il tutto sembra quasi una pubblicità per una bevanda in particolare, ma secondo me non pesa più di tanto, specialmente dopo i primissimi episodi.
Consigliata la visione a chi ha voglia di passare un po' di tempo con un'opera leggerissima e scorrevole, facendosi due risate nel mentre.
Questa breve serie è qualcosa di parecchio carino: Chisato e Sora sono fatti l'una per l'altro e sono il sogno di ogni persona romantica o che ama "fangirleggiare" dietro coppie sposate o fidanzati felici. Le gag vanno avanti a suon di Chi-chan, grande bevitrice, che, una volta tornata a casa dal lavoro nel fine settimana, assaggia le particolari bevande create da Sora, le quali la fanno andare sempre su di giri.
Davvero non c'è tantissimo da dire, vista la sua brevissima durata, poco più di mezz'ora, dati i tre minuti per episodio, eccetto che è una serie gradevolissima da vedere, che non si prende sul serio e fatta unicamente per far passare, è il caso di dirlo, un'ottima mezz'ora.
I disegni sono fatti molto molto bene, le gag sono divertenti e i momenti dolci sono davvero carinissimi, che inteneriranno forse anche il più frigido degli individui.
L'unica critica che si può fare è che, qualche volta, il tutto sembra quasi una pubblicità per una bevanda in particolare, ma secondo me non pesa più di tanto, specialmente dopo i primissimi episodi.
Consigliata la visione a chi ha voglia di passare un po' di tempo con un'opera leggerissima e scorrevole, facendosi due risate nel mentre.
Per essere un anime di durata inferiore ai cinque minuti, riesce comunque a comunicarti qualcosa, anche attraverso dei piccoli momenti, come quando alla sera, rientrati dal lavoro, ci si sorseggia un bel cocktail preparato appositamente per te. E' un anime abbastanza simpatico, anche se nella maggior parte delle scene ci sono delle ripetizioni, però in ogni caso è abbastanza godibile in ogni sua mini-puntata.
Le animazioni, niente da dire, sono fatte bene. Penso che la storia vera e propria si concentri negli ultimi episodi, infatti lo si nota da come si intitola ogni singolo episodio nel finale. Una cosa che non mi sarei aspettato è il doppiaggio in italiano, e questo è un punto a favore. Per passare un buon pomeriggio, penso che sia l'ideale vedersi un anime così.
Le animazioni, niente da dire, sono fatte bene. Penso che la storia vera e propria si concentri negli ultimi episodi, infatti lo si nota da come si intitola ogni singolo episodio nel finale. Una cosa che non mi sarei aspettato è il doppiaggio in italiano, e questo è un punto a favore. Per passare un buon pomeriggio, penso che sia l'ideale vedersi un anime così.
Fa uno strano effetto, mentre mi accingo a scrivere questa recensione, pensare che probabilmente impiegherò più tempo a scriverla di quanto ne abbia usato per vedere l’anime che recensisce, ma tant’è, nei suoi tre minuti a episodio, che fanno trentanove ripartiti nei tredici episodi totali, anche questa mini-serie ha saputo ritagliarsi un suo spazio e una sua importanza, che non la renderanno paragonabile alle serie “maggiori” come numero e durata degli episodi, ma comunque meritevole di uno sguardo, non fosse altro per il buonumore e la serenità che regala coi suoi simpatici protagonisti.
E parliamone, allora: “Osake wa Fufu ni Natte Kara”, il cui più intuitivo titolo inglese è “Love is Like a Cocktail”, è un adattamento anime dell’omonimo manga di Crystal na Yousuke, una commedia/slice of life sentimentale che ha praticamente due soli protagonisti, i quasi trentenni Chisato (affettuosamente detta Chi-chan) e Sora Mizusawa, una coppia sposata della quale vediamo brevissimi momenti della vita matrimoniale, incentrati quasi sempre su piccoli problemi o risibili incomprensioni risolti dall’abilità di lui nel soddisfare e appagare la segreta passione di lei... sì, posso immaginare cosa stiate pensando con due adulti sposati come protagonisti, ma siete decisamente lontani, questa è una serie leggera e innocente, e l’abilità in questione altro non è che la miscelazione dei cocktail, perché Sora è un bravissimo barman e Chi-chan una bevitrice indefessa, che, pur non reggendo benissimo l’alcool, non lesina mai nel bere le creazioni che gli propone, a seconda del momento che sta vivendo, suo marito, spinta sia dall’amore sincero che prova per lui, ampiamente ricambiato, sia anche da una malcelata passione per le bevande alcoliche che finisce sempre per consumare più che volentieri.
Praticamente la “trama” è tutta qua; la vera forza di questa serie alla fine sono le caratterizzazioni volutamente esagerate dei suoi protagonisti, che sono praticamente perfetti in ogni loro aspetto, per andare incontro ai palati di tutti gli spettatori della serie. Sora infatti è il marito talmente ideale, che neanche decine di riviste femminili insieme riuscirebbero a creare nei sogni delle loro lettrici: bello ma non impossibile, alto, fisicamente ben piazzato, è sempre sereno, piacente, simpatico, gentile e disponibile in ogni momento della giornata per qualsiasi cosa, dalle pulizie di casa alla cucina, passando, ovviamente, per la preparazione del cocktail giusto per la sua Chi-chan, che d’altro canto è un essere talmente bello e amabile che qualsiasi uomo sarebbe portato a giustificare il comportamento di Sora. Chi-chan difatti è una splendida donna in carriera, bionda, occhi azzurri, fisicamente minuta ma estremamente formosa, tanto decisa e sicura sul posto di lavoro quanto timida e impacciata tra le mura domestiche, quando, per esempio, si nasconde dietro il marito mentre guarda un film horror o gli chiede di cucinarle qualcosa in piena notte perché non aveva ancora mangiato, atteggiamento remissivo che abbandona immediatamente quando assume una bevanda alcolica presentata da Sora, che la trasforma, se possibile, in una donna ancora più carina, dato che le fa perdere qualsiasi inibizione e persino i pochissimi difetti che ha, tipo l’assoluta incapacità di destreggiarsi ai fornelli, e non fa altro che renderla ancora più adorabile agli occhi di chi guarda.
Queste caratterizzazioni dalla facile presa sul pubblico sono necessarie alla fine per fidelizzare suddetto pubblico a una serie che altrimenti avrebbe ben poco da presentare nei suoi contenuti, vista la brevissima durata dei singoli episodi; a questo si può aggiungere però anche l’iniziativa, adottata direttamente dal manga, di proporre in ogni episodio gli ingredienti per preparare il cocktail che Sora presenta alla sua Chi-chan, un’idea che, personalmente, mi interessa poco, visto che non sono un gran consumatore di bevande alcoliche, ma che non mancherà di interessare invece chi ama sperimentare e provare nuovi cocktail per soddisfare la sua passione.
Dal punto di vista tecnico l’anime è, tutto sommato, molto ben fatto, considerando la sua breve durata. Opera dello studio ‘Creators in pack’, “Osake wa Fufu ni Natte Kara” è uno short-anime ben disegnato con un character design moderno che si accosta benissimo anche alle maggiori produzioni del momento, una serie dai colori molto forti e vivaci con animazioni molto semplici ma più che adeguate al contesto che raccontano. Della colonna sonora vale la pena giusto citare l’unica sigla della serie, utilizzata come ending in questo caso, che è “Don’t Let Me Down” dei Cellchrome, un brano pop banalotto ma orecchiabile, e anche un po’ sprecato, se vogliamo, per una serie che lo propone, per forza di cose, al massimo per una trentina di secondi, mentre è giusto sottolineare l’ottimo lavoro svolto in fase di doppiaggio dai quasi veterani Eri Kitamura (Chi-chan) e Mitsuhiro Ichiki (Sora), certamente non chiamati a svolgere il ruolo più difficile o importante della loro carriera, ma comunque più che validi nel rappresentare le personalità abbastanza uniformi dei due protagonisti, e contribuire così a formare quella caratterizzazione “perfetta” che li contraddistingue.
In tredici brevi, e per questo mai noiosi, episodi, quindi, “Osake wa Fufu ni Natte Kara” sviluppa la sua semplice storia, creando un’atmosfera spensierata e gradevole che la rende una commedia simpatica che consiglierei tranquillamente a tutti, una serie di piccoli assaggi di radiosa vita matrimoniale che procureranno l’invidia di chi la sogna, e finiranno per convincere anche il/la più incallito/a dei single a desiderare, fosse anche solo momentaneamente, la felicità che Sora e Chi-chan riescono a trasmettere nel loro rapporto.
E parliamone, allora: “Osake wa Fufu ni Natte Kara”, il cui più intuitivo titolo inglese è “Love is Like a Cocktail”, è un adattamento anime dell’omonimo manga di Crystal na Yousuke, una commedia/slice of life sentimentale che ha praticamente due soli protagonisti, i quasi trentenni Chisato (affettuosamente detta Chi-chan) e Sora Mizusawa, una coppia sposata della quale vediamo brevissimi momenti della vita matrimoniale, incentrati quasi sempre su piccoli problemi o risibili incomprensioni risolti dall’abilità di lui nel soddisfare e appagare la segreta passione di lei... sì, posso immaginare cosa stiate pensando con due adulti sposati come protagonisti, ma siete decisamente lontani, questa è una serie leggera e innocente, e l’abilità in questione altro non è che la miscelazione dei cocktail, perché Sora è un bravissimo barman e Chi-chan una bevitrice indefessa, che, pur non reggendo benissimo l’alcool, non lesina mai nel bere le creazioni che gli propone, a seconda del momento che sta vivendo, suo marito, spinta sia dall’amore sincero che prova per lui, ampiamente ricambiato, sia anche da una malcelata passione per le bevande alcoliche che finisce sempre per consumare più che volentieri.
Praticamente la “trama” è tutta qua; la vera forza di questa serie alla fine sono le caratterizzazioni volutamente esagerate dei suoi protagonisti, che sono praticamente perfetti in ogni loro aspetto, per andare incontro ai palati di tutti gli spettatori della serie. Sora infatti è il marito talmente ideale, che neanche decine di riviste femminili insieme riuscirebbero a creare nei sogni delle loro lettrici: bello ma non impossibile, alto, fisicamente ben piazzato, è sempre sereno, piacente, simpatico, gentile e disponibile in ogni momento della giornata per qualsiasi cosa, dalle pulizie di casa alla cucina, passando, ovviamente, per la preparazione del cocktail giusto per la sua Chi-chan, che d’altro canto è un essere talmente bello e amabile che qualsiasi uomo sarebbe portato a giustificare il comportamento di Sora. Chi-chan difatti è una splendida donna in carriera, bionda, occhi azzurri, fisicamente minuta ma estremamente formosa, tanto decisa e sicura sul posto di lavoro quanto timida e impacciata tra le mura domestiche, quando, per esempio, si nasconde dietro il marito mentre guarda un film horror o gli chiede di cucinarle qualcosa in piena notte perché non aveva ancora mangiato, atteggiamento remissivo che abbandona immediatamente quando assume una bevanda alcolica presentata da Sora, che la trasforma, se possibile, in una donna ancora più carina, dato che le fa perdere qualsiasi inibizione e persino i pochissimi difetti che ha, tipo l’assoluta incapacità di destreggiarsi ai fornelli, e non fa altro che renderla ancora più adorabile agli occhi di chi guarda.
Queste caratterizzazioni dalla facile presa sul pubblico sono necessarie alla fine per fidelizzare suddetto pubblico a una serie che altrimenti avrebbe ben poco da presentare nei suoi contenuti, vista la brevissima durata dei singoli episodi; a questo si può aggiungere però anche l’iniziativa, adottata direttamente dal manga, di proporre in ogni episodio gli ingredienti per preparare il cocktail che Sora presenta alla sua Chi-chan, un’idea che, personalmente, mi interessa poco, visto che non sono un gran consumatore di bevande alcoliche, ma che non mancherà di interessare invece chi ama sperimentare e provare nuovi cocktail per soddisfare la sua passione.
Dal punto di vista tecnico l’anime è, tutto sommato, molto ben fatto, considerando la sua breve durata. Opera dello studio ‘Creators in pack’, “Osake wa Fufu ni Natte Kara” è uno short-anime ben disegnato con un character design moderno che si accosta benissimo anche alle maggiori produzioni del momento, una serie dai colori molto forti e vivaci con animazioni molto semplici ma più che adeguate al contesto che raccontano. Della colonna sonora vale la pena giusto citare l’unica sigla della serie, utilizzata come ending in questo caso, che è “Don’t Let Me Down” dei Cellchrome, un brano pop banalotto ma orecchiabile, e anche un po’ sprecato, se vogliamo, per una serie che lo propone, per forza di cose, al massimo per una trentina di secondi, mentre è giusto sottolineare l’ottimo lavoro svolto in fase di doppiaggio dai quasi veterani Eri Kitamura (Chi-chan) e Mitsuhiro Ichiki (Sora), certamente non chiamati a svolgere il ruolo più difficile o importante della loro carriera, ma comunque più che validi nel rappresentare le personalità abbastanza uniformi dei due protagonisti, e contribuire così a formare quella caratterizzazione “perfetta” che li contraddistingue.
In tredici brevi, e per questo mai noiosi, episodi, quindi, “Osake wa Fufu ni Natte Kara” sviluppa la sua semplice storia, creando un’atmosfera spensierata e gradevole che la rende una commedia simpatica che consiglierei tranquillamente a tutti, una serie di piccoli assaggi di radiosa vita matrimoniale che procureranno l’invidia di chi la sogna, e finiranno per convincere anche il/la più incallito/a dei single a desiderare, fosse anche solo momentaneamente, la felicità che Sora e Chi-chan riescono a trasmettere nel loro rapporto.