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kirk

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler

Oggi ho rivisto un film che avevo avuto già modo di vedere in televisione e di cui mi ricordavo ben poco. Mi ricordavo semplicemente che un pianeta veniva invaso da una divinità meccanica che trasformava in robot i suoi fedeli per dare loro la felicità e che si parlava di incesto.

Erano ricordi di bambino; la cosa è in realtà un trattata meglio in questo lungometraggio del 1982, che la Toei ha creato ispirandosi ad “Andromeda Stories” un manga della Takemiya, che sua volta prende spunto da un romanzo.
Credo che l’argomento clou è uno di quelli che più mi preoccupano ma che all’epoca era ancora lontano dal sorgere perché esistevano i computer, ma non erano evoluti come sono oggi.

Sì perché il problema al centro della storia è se i robot obbediranno in futuro alle tre leggi di Asimov o se, come in questo film, per un errore di programmazione del loro creatore si ribelleranno all’uomo e saranno strumento di morte per tutti gli esseri viventi. Qui quello che ho chiamato “divinità meccanica” va di pianeta in pianeta portando morte e distruzione… ma nella galassia di Andromeda una coppia di gemelli gli si opporrà…
Non voglio dire di più della trama, salvo accennare al fatto che ci sono piccoli passaggi che a me sembrano forzati e che però danno un significato alla storia.

Il lungometraggio è venuto bene e nonostante non abbia avuto un budget elevato come altri film dell’epoca è scorrevole ed interessante: non so quando Ryu Mitsuse abbia immaginato la storia e quindi non so dire se essa è debitrice della saga di Star Wars che debutta al cinema nel 1977.

Di certo anche qui si vedono elementi fantasy che mi rimandano alla saga di George Lukas; i poteri dei gemelli fanno il paio con la forza dei cavalieri jedi.

In attesa che qualche casa editrice porti in Italia il manga vi consiglio di vedervi questo film.

ValDeMar

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ValDeMar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Il film è costituito da un'opera che racchiude più elementi narrativi (tecnologia evoluta, un contesto sociale folkloristico mediorientale, animali preistorici) i quali ne caratterizzano l'indubbio fascino. Quest'ultimo è anche legato sia allo stile grafico e cromatico di ottimo livello, che a una storia da fiaba al tempo stesso fantascientifica e romantica. Lo svolgersi del film è, poi, accompagnato dalla gradevole colonna sonora composta da Yuji Ohno, noto per altre ottime composizioni come quella per la serie di Capitan Futuro.


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AkiraSakura

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Nella galassia di Andromeda è presente un pianeta in cui una razza umana alternativa è nata da un processo evolutivo simile al nostro. Il principe Itaka di Cosmoralia e la principessa Lilia di Ayodoya stanno per sposarsi, in modo da inaugurare un periodo di convivenza reciproca all'insegna del pacifismo e della prosperità. Tuttavia, l'invasione di una misteriosa razza di alieni meccanici, i quali vogliono distruggere completamente la civiltà umana, non tarderà a pregiudicare la pace e l'equilibrio dei pianeti. Una notte propizia, la regina Lilia dà alla luce due gemelli, e siccome tale evento viene considerato di cattivo presagio, essi vengono divisi, e uno dei due affidato alla donna guerriero Iru, una sorta di ninja la quale gli farà da tutore. Entrambi i fratelli hanno dei poteri paranormali che si riveleranno fondamentali per permettere la sopravvivenza dell'umanità all'attacco della macchine...

"Andromeda Stories", alias "Andromeda Galassia Perduta" per noi italiani, è un perfetto esempio dei picchi di creatività che gli autori giapponesi raggiungevano nel periodo dell'anime boom, che storicamente colloco dal 1977 incluso al 1983 incluso. Esso fu inaugurato dal film di montaggio di "Corazzata Spaziale Yamato" del '77, evento concomitante allo sci-fi boom americano dell'epoca, del quale la trilogia originale di "Star Wars" fu il detonatore e indubbiamente il più celebre rappresentante. Si tratta di un periodo in cui gli autori erano molto liberi di esprimersi e in cui vedevano luce tot pietre miliari dell'animazione all'anno: "Mirai Shonen Conan", "Capitan Harlock", "Gundam", "Daitarn 3", "Macross", "Votoms", "Ideon", "Uchuu Senkan Yamato 2" e compagnia erano titoli molto creativi, innovativi, ricordati ancora oggi per la loro sempiterna carica di carisma ed elevato valore artistico.

Nel periodo dell'anime boom, lo sci-fi, in tutte le sue forme e manifestazioni, dominava incontrastato. Spesso era contaminato dall'influenza della cultura giapponese e soggetto a commistioni di vario tipo, come sta a testimoniare il qui presente "Andromeda Stories", lungometraggio tratto dal manga illustrato da Keiko Takemiya, il quale è tratto a sua volta dall'omonimo romanzo di fantascienza di Ryu Mitsuse. In esso, i vari tòpoi del genere - supercomputers senzienti, potere reminescente della "forza" di "Star Wars", oscuri pianeti lontani dai mille segreti, macchine che si ribellano all'uomo e così via - vengono coadiuvati da un'ambientazione fantasy dai connotati mitologici. E' unica l''atmosfera che si respira in questo film, il quale riesce a fondere con disinvoltura sci-fi classico e paesaggi orientaleggianti i quali rimandano alle suggestioni dell'affascinante Arabia Antica.

Il character design di "Andromeda Stories" è veramente lodevole, aggraziato e carismatico. Altro punto forte, a parte la già citata atmosfera e le felici commistioni - quanto mai dense di spunti interessanti - è lo splendido finale, perfettamente in linea con il romanticismo apocalittico dello sci-fi dell'epoca. Anche la sequenza iniziale sulla nascita dell'universo è molto suggestiva. Il grande difetto dell'opera, soprassedendo sul pessimo doppiaggio italiano, è che la sceneggiatura fatica a stare tutta compressa in due ore. Essendo l'adattamento di un romanzo, a sua volta adattato in manga, "Andromeda Stories" sarebbe stato migliore come serie televisiva, oppure come film più lungo, volendo come triologia di lungometraggi di durata standard. Ciò detto, nonostante alcuni passaggi frenetici di scena in scena, e un non proprio esaltante dosaggio dei tempi, il film si lascia guardare alla grande, sopratutto per il suo stile unico ed il suo particolare gusto artistico.

E' comunque interessante notare come gli anime del passato abbiano una forte carica di "giapponesità", anche nel caso in cui siano influenzati da alcune tendenze tipicamente occidentali. In "Andromeda Stories" non manca del melodramma dal sapore prettamente nipponico, come ad esempio una scena di suicidio kamikaze molto incisiva, la quale sicuramente rimane impressa nella memoria, allo stesso modo della particolarissima atmosfera che permea l'anime dall'inizio alla fine. Dal punto di vista tecnico le animazioni non sono un granché, neanche per l'epoca; tuttavia i primi piani drammatici misti ad una buona gestione delle inquadrature mascherano abbastanza bene il difetto. E' da sottolineare come le musiche suonate con strumenti veri, spesso a fiato, contribuiscano a creare un certo mood particolare che i moderni strumenti midi si sognano. A mio avviso essi sono troppo freddi, di minor impatto rispetto ad un flauto che scandisce poetiche note reminescenti del glorioso rock progressivo anni '70.


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micheles

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Verso la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta la riduzione in manga di romanzi di fantascienza e fantasy non era inusuale. In particolare "Ten Billion Days and a Hundred Billion Nights", il più famoso romanzo di Ryu Mitsuse, era già stato trasposto in manga nel 1977 nientemeno che da Moto Hagio; nel 1980 un altro soggetto di Mitsuse viene trasposto da Keiko Takemiya, altra famosissima autrice del gruppo del 24.

"Andromeda galassia perduta" è la trasposizione in film TV del manga. Il fatto che dietro ci sia uno scrittore di fantascienza affermato si vede chiaramente, la trama è solida: se c'è una pecca imputabile al film è quella di essere troppo breve; è evidente che c'è molto da dire, più di quello che è possibile mostrare in un'ora e 25 minuti. Al giorno d'oggi ne sarebbe stata tratta una serie in 13 episodi, vista la quantità di avvenimenti, inseguimenti, colpi di scena e cambi di ambientazione. Così com'è, il passo del film è estremamente veloce e vari punti rimangono non spiegati, in particolare l'origine della cyborg-ninja Iru: tuttavia questa è l'unica pecca che posso trovare.
Per il resto si tratta di un esempio da manuale di fantascienza avventurosa classica, in stile "Guerre Stellari", che allora spopolava al cinema: la storia è ambientata "a long time ago in a galaxy far, far away", specificatamente nella galassia di Andromeda e prima della nascita del genere umano.

Il film non rinuncia a nessuno dei topoi del genere: vedremo quindi principesse aliene, antiche profezie, prìncipi dotati di poteri paranormali, gemelli separati alla nascita, bellissime regine, mostruosi dinosauri, robot buoni e cattivi, anziani scienziati con un passato non troppo pulito, divinità meccaniche, superstizioni, armi futuristiche coesistenti con carri trainati da cavalli, raggi laser e tradizionalissime spade. Il film è assolutamente notevole per quanto riguarda il chara design, molto curato e del tutto tipico dei suoi anni, tanto che ho individuato l'anno di produzione da pochi fotogrammi. Va detto che il chara originale di Keiko Takemiya è stato adattato e reso più in linea con lo standard degli anime dell'epoca. In particolare i personaggi sono stati resi più adulti, le donne più belle e gli uomini più virili: tutte cose che giudico positivamente visto che non sono particolarmente fan del chara dell'autrice, in cui i personaggi sono sempre dei ragazzetti.

Un punto di merito va anche al doppiaggio: a un anime che trasuda di anni ottanta a ogni fotogramma si addicono le voci di quegli anni. Ovviamente i più giovani si lamenteranno, visto che come si faceva allora gli stessi attori si trovano a rendere molti personaggi contemporaneamente, spesso con voci caricaturali (su tutte è inconfondibile la voce di Bruno Cattaneo); per me tutto questo aggiunge punti nostalgia. I protagonisti sono doppiati da Massimo Corizza e Susanna Fassetta, ottime voci che si sono sentite in decine di anime dell'epoca.
In conclusione si tratta di un buon film che consiglio ai fan degli anni ottanta; il finale è sorprendente e molto giapponese (capirete cosa intendo quando lo vedrete). Peccato solo che al giorno d'oggi sia improponibile, ma personalmente pagherei per vedere una versione lunga di "Andromeda Stories". Voto: 8+.


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criscg

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"Andromeda galassia perduta" è un OAV non recente, però molto interessante per l'anno in cui fu distribuito. La storia sembra ambientata nel futuro, invece poi è sviluppata prima che nascesse la Terra. Abbiamo due gemelli separati alla nascita, riuniti per salvare il loro pianete a compiere il loro destino.
Trovo molto intrigante il personaggio della ninja donna amica dei due fratelli. L'OAV mostra un'antitesi di quello che in molte altre serie robotiche degli anni successivi possono fare le macchine una volta che predono il comando. Bei disegni e molto interessante anche la storia. Era il grande periodo anni '80 fra robottoni e OAV degni di nota, senza dubbio da riscoprire.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Siamo nel lontano 1982... Il film in questione è abbastanza sconosciuto e forse troppo retrò per essere apprezzato da molti, ma effettivamente si dimostra invece essere un ottimo prodotto dalle tematiche non affatto scontate, anzi controcorrente per il filone fantascientifico del periodo. Prima caratteristica da elogiare è la particolare unione di genere fantasy-robotico ad un genere completamente opposto, cioè quello mitologico. Il risultato non è affatto male e, vista la datazione dell'opera, assolutamente innovativo e convincente.
La trama, anche se messa in pratica entro quelli che sono i limiti della sceneggiatura e della realizzazione tecnica di quel periodo, risulta assolutamente gradevole e bella sia da ascoltare che da raccontare:
Nella lontana galassia di Andromeda, sul pianeta Astrius, nella città di Arankan nel regno di Cosmoraria, è giunto il momento dell'incoronazione dei nuovi regnanti. Ma una terribile minaccia si appresta a colpire il regno: invasori venuti dallo spazio lanciano il loro attacco. Automi con sembianze di animali individuano le prede umane e penetrano come parassiti nelle loro menti per poi trasformarli in nuovi robot al servizio degli invasori. Nel frattempo, la regina mette al mondo una coppia di gemelli, ma poiché questo è considerato un cattivo presago, uno dei pargoli viene celato.
Afru, questo il nome della bimba nascosta, diventerà di fondamentale importanza per la lotta agli invasori...
La storia scorre senza intoppi, anche se rischia di annoiare chi non è abituato all'animazione "vecchio stampo", ma in ogni caso si tratta di un bel film di fantascienza che fa propri spunti fantasy e atmosfere orientaleggianti.
L'unico difetto davvero enorme che ho riscontrato in questo prodotto (che non riguarda però la sua realizzazione originale) è la qualità scarsa del doppiaggio italiano, in molti casi abbastanza ridicolo.
Consigliato agli estimatori dell'animazione classica o a chi ama la mitologia in ogni salsa.

Trip

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Trip

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Uno dei primi anime in assoluto che ho visto, e di certo uno di quelli che rimangono più impressi.

La trama parla di due gemelli (fratello e sorella) separati alla nascita e dotati di poteri paranormali, predestinati a sconfiggere un misterioso alieno che è alla conquista di tutti i pianeti della galassia grazie ai suoi poteri di controllo mentale.
Una donna guerriera di nome Hiro protegge i due gemelli finché non sono in grado di affrontare lo scontro finale, dopo il quale la loro astronave va alla deriva nello spazio verso un pianeta sconosciuto.

La trama in realtà non è proprio ben costruita, però ha degli elementi, per l'epoca, molto interessanti e decisamente all'avanguardia: ad esempio la lotta uomini/robot e il controllo mentale esercitato dall'alieno-macchina, cose su cui i produttori di Matrix costruiranno ben TRE film.
Disegni e animazioni non sono certo paragonabili agli odierni (né a quelli di produzioni ad alto budget di quegli anni, come Il Castello di Cagliostro o Nausicaa), ma la storia ha dei personaggi che tutto sommato funzionano e, soprattutto, alcuni momenti di lotta veramente drammatici.
Il finale è in linea con un certo filone di storie di fantascienza, ma non manca di lasciare piacevolmente sorpresi.

Tutto sommato, credo che la qualità l'importanza di questo piccolo classico della fantascienza siano decisamente superiori alla sua fama.