Superkid
Praticamente si può dire che questa serie abbia come protagonista il Nobita di Doraemon con la maschera, oggetto da cui nasceranno incredibili storie e grandi poteri.
Difatti viene ripreso quasi l'identico canovaccio della serie in paragone, ovvero di un ragazzo che ha poca voglia di studiare, sempre propenso al gioco e agli amici, gli stessi che si uniranno a lui nella lotta contro il crimine cittadino.
Diciamo subito che la trama è parecchio ripetitiva con pochi cambiamenti all'interno degli episodi, dove il tratto dei disegnatori dei chara dei personaggi è facilmente riconoscibile, e molte opere godranno più o meno dello stesso stile in futuro.
Diciamo che l'intenzione degli autori non è delle più originali, anche se così può sembrare, sembra un prendere in giro costantemente gli eroi dei comics americani che nel periodo di produzione dell'opera andavano già molto forte, e il fatto che la trama si svolga quasi sempre nello stesso posto ci dà da pensare ad una sorta di non proprio sincero patriottismo visti i fini comici presenti nell'anime.
La storia narrata è in bianco e nero, dove qualche decennio dopo ne verrà realizzata un'altra serie a colori, sempre con lo stesso spirito della medesima.
La morale degli autori è quella di insegnare ai ragazzini il valore della responsabilità delle proprie azioni, che contribuiscono alla crescita e a rendere più solida ogni scelta fatta in tenera età, visto che si è soliti nell'indecisione e al non sapersi schierare apertamente.
Pertanto ne viene usato il mezzo più teatrale possibile, ovvero la maschera, un oggetto capace di celare le proprie debolezze e mostrare temporaneamente la propria forza a tutti, dove l'altalena di visi è possibile perchè la si sa gestire fin dall'euforia iniziale.
Ma la maschera è solo un ornamento che dovrebbe spiegare l'effettivo valore di una persona, tutti noi ne portiamo una, ma la usiamo spesso per nasconderci e non dire la verità, qui viene usata per dire una mezza verità, per fortificare lo spirito dei protagonisti, che altrimenti si sentirebbero allo sbando.
Pertanto gli autori non ci invitano ad usarla come tramite per tutta la vita, ma come un piccolo stimolo per fare meglio tutte le cose nella realtà, e quando la realtà finalmente la si riesce a gestire con coscienza, la maschera deve per forza cadere, altrimenti si diventa prigionieri di un qualcosa che non si è veramente, e di cui perfino uno specchio riderebbe di noi.
Quindi temi fortemente sociali sono presenti in quest'opera, non sottovalutatela, qualsiasi semplice storiella come questa nasconde sempre un grande significato, pertanto ve ne consiglio la visione!
Difatti viene ripreso quasi l'identico canovaccio della serie in paragone, ovvero di un ragazzo che ha poca voglia di studiare, sempre propenso al gioco e agli amici, gli stessi che si uniranno a lui nella lotta contro il crimine cittadino.
Diciamo subito che la trama è parecchio ripetitiva con pochi cambiamenti all'interno degli episodi, dove il tratto dei disegnatori dei chara dei personaggi è facilmente riconoscibile, e molte opere godranno più o meno dello stesso stile in futuro.
Diciamo che l'intenzione degli autori non è delle più originali, anche se così può sembrare, sembra un prendere in giro costantemente gli eroi dei comics americani che nel periodo di produzione dell'opera andavano già molto forte, e il fatto che la trama si svolga quasi sempre nello stesso posto ci dà da pensare ad una sorta di non proprio sincero patriottismo visti i fini comici presenti nell'anime.
La storia narrata è in bianco e nero, dove qualche decennio dopo ne verrà realizzata un'altra serie a colori, sempre con lo stesso spirito della medesima.
La morale degli autori è quella di insegnare ai ragazzini il valore della responsabilità delle proprie azioni, che contribuiscono alla crescita e a rendere più solida ogni scelta fatta in tenera età, visto che si è soliti nell'indecisione e al non sapersi schierare apertamente.
Pertanto ne viene usato il mezzo più teatrale possibile, ovvero la maschera, un oggetto capace di celare le proprie debolezze e mostrare temporaneamente la propria forza a tutti, dove l'altalena di visi è possibile perchè la si sa gestire fin dall'euforia iniziale.
Ma la maschera è solo un ornamento che dovrebbe spiegare l'effettivo valore di una persona, tutti noi ne portiamo una, ma la usiamo spesso per nasconderci e non dire la verità, qui viene usata per dire una mezza verità, per fortificare lo spirito dei protagonisti, che altrimenti si sentirebbero allo sbando.
Pertanto gli autori non ci invitano ad usarla come tramite per tutta la vita, ma come un piccolo stimolo per fare meglio tutte le cose nella realtà, e quando la realtà finalmente la si riesce a gestire con coscienza, la maschera deve per forza cadere, altrimenti si diventa prigionieri di un qualcosa che non si è veramente, e di cui perfino uno specchio riderebbe di noi.
Quindi temi fortemente sociali sono presenti in quest'opera, non sottovalutatela, qualsiasi semplice storiella come questa nasconde sempre un grande significato, pertanto ve ne consiglio la visione!
Di questa prima versione di Superkid ho visto solo pochi episodi, una decina più o meno, forse anche di più, ma essendo in giapponese e in bianco e nero non l'ho gradita molto. Si tratta della storia di Mitsuo, un bambino come gli altri, che, affascinato dal mondo dei super eroi (molto in voga in quegli anni grazie alle creazioni americane, come Super Man & co.) si ritrova a vestire i panni di Paman (da noi Super Kid) grazie a Birdman, un super-eroe che gli dona degli accessori che lo rendono capace di "trasformarsi" nell'eroe che tanto ambiva a diventare. Nelle vesti di Paman, Mitsuo è in grado di diventare un eroe per salvare i suoi concittadini e risolvere i problemi urbani di tutti i giorni, non diventando un super-eroe vero e proprio, ma imparando ad aiutare gli altri, aiuterà sè stesso nel crescere e diventare un ragazzo più responsabile. E' una storia spensierata che, per chi non lo sapesse, è tratta dall'omonimo manga di Fujiko F. Fujio, il duo creatore del celeberimmo Doraemon. Ed essendo una serie a stampo "Doraemoniano" è possibile vedere affiancati al protagonista, i protagonisti canonici che i maestri del manga hanno creato con Doraemon. Infatti Mitsuo non è solo a combattere il crimine, ma si ritrova una scimmia (anch'essa capace di trasformarsi in un super-eroe) a far da suo supervisore; un bambino cicciottelo abbastanza prepotente e una graziosa ragazza che nella vita di tutti i giorni è una celebrità.
Personalmente ho seguito -e amato- tutto il remake a colori degli anni '80 e consiglio quest'ultimo a chi volesse guardarsi questa grande serie, ma per chi volesse rivedersi un anime fra i primi realizzati, non potrei che consigliare la storia del "Nobita" super-eroe.
Personalmente ho seguito -e amato- tutto il remake a colori degli anni '80 e consiglio quest'ultimo a chi volesse guardarsi questa grande serie, ma per chi volesse rivedersi un anime fra i primi realizzati, non potrei che consigliare la storia del "Nobita" super-eroe.