Space Adventure Cobra
Tratta dal famoso fumetto di Buichi Terasawa, la serie comincia con il protagonista, all'apparenza uomo comune, che vede riaffiorare i suoi ricordi e scoprire così di essere il famoso e temuto pirata Cobra, che aveva deciso di cambiare aspetto e cancellarsi la memoria per sfuggire alla terribile gilda dei pirati. Da qui si dipaneranno varie avventure, in cui faranno capolino i generi più disparati. Alcune sono autoconclusive, mentre altre sono strutturate in più puntate.
Il protagonista è il tipico spaccone bonario facilmente attratto dal gentil sesso che, quando passa all'azione, soprattutto nei casi in cui sfodera la sua micidiale arma, si scopre perché è tanto famoso.
La sua compagna di viaggio è l'androide Lady Armaroid, suo contraltare serioso e tuttofare, pronta a caccialo fuori da situazioni difficili.
Parlando del genere, siamo dalle parti dell'action science fiction, anche se, come detto, questa si fonde e incontra anche altri topoi narrativi come lo sportivo, il ladresco, la caccia al tesoro e il fiabesco stile "Mille e una notte". Il tutto mescolando abilmente ironia e seriosità.
Il comparto grafico per l'epoca è piuttosto curato, ma si sa che la TMS all'epoca sfornava serie sopra la media da questo punto di vista.
Curiosità: annunciata ai tempi, questa serie TV da noi non venne però trasmessa e si è vista solo di recente importata dalla Yamato in versione originale sottotitolata.
Il protagonista è il tipico spaccone bonario facilmente attratto dal gentil sesso che, quando passa all'azione, soprattutto nei casi in cui sfodera la sua micidiale arma, si scopre perché è tanto famoso.
La sua compagna di viaggio è l'androide Lady Armaroid, suo contraltare serioso e tuttofare, pronta a caccialo fuori da situazioni difficili.
Parlando del genere, siamo dalle parti dell'action science fiction, anche se, come detto, questa si fonde e incontra anche altri topoi narrativi come lo sportivo, il ladresco, la caccia al tesoro e il fiabesco stile "Mille e una notte". Il tutto mescolando abilmente ironia e seriosità.
Il comparto grafico per l'epoca è piuttosto curato, ma si sa che la TMS all'epoca sfornava serie sopra la media da questo punto di vista.
Curiosità: annunciata ai tempi, questa serie TV da noi non venne però trasmessa e si è vista solo di recente importata dalla Yamato in versione originale sottotitolata.
Il pirata di Terasawa va in TV
Sono passati solo pochi mesi dalla proiezione nelle sale cinematografiche giapponesi del lungometraggio "Space Adventure Cobra" (23 luglio 1982), ispirato all'omonimo manga di Buichi Terasawa, che Dezaki e Terasawa riprendono in mano il personaggio creato da quest'ultimo e riescono ad ottenere da Fuji TV l'ingaggio per la realizzazione di una serie televisiva con una sceneggiatura che segue più fedelmente la trama dell'originale cartaceo. L'inizio ricorda molto "Atto di Forza", con un normale impiegato che, durante una vacanza virtuale, scopre che i suoi ricordi sono fasulli e che in realtà è il pirata spaziale Cobra. Il disorientamento iniziale viene subito messo da parte quando i nemici da cui si stava nascondendo scoprono che è vivo e riprendono a dargli la caccia. Da questo momento in poi partono una serie di avventure che coprono i primi otto volumi del manga (su un totale di diciotto) e si possono differenziare in linea di massima in tre capitoli.
Nel primo capitolo Cobra fa la conoscenza di Jane Royal e delle sue sorelle Catherine e Dominique. Le tre ragazze sono figlie del famoso Capitano Nelson e i tatuaggi sulle loro schiene sono tre parti di una mappa che porta a un immenso tesoro nascosto dal capitano prima della sua morte. Per proteggere l'ubicazione del tesoro le tre ragazze sono state separate alla nascita e spedite su pianeti molto distanti fra loro, ma Jane è disposta a tutto pur di ritrovare le sue sorelle, perfino a rinunciare al tesoro di suo padre. Ed è così che chiede a Cobra di aiutarla. I due però non sono i soli che intraprendono questa ricerca, ma dovranno vedersela con gli scagnozzi della Gilda dei Pirati che hanno già catturato Catherine e che faranno di tutto pur di mettere le mani su tutte le parti della mappa, ma soprattutto con il temibile sicario Crystal Boy che è disposto a tutto pur di uccidere Cobra.
Nella seconda parte lasciamo l'ambientazione spaziale per spostare l'attenzione su un'arena sportiva piuttosto particolare. Cobra viene ingaggiato da Dominique Royal, agente della polizia galattica, per indagare sul traffico di droga della Gilda. L'organizzazione criminale sfrutta come copertura la società che gestisce il campionato di rugball (una via di mezzo tra baseball e football americano), lo sport più pericoloso dell'universo. Cobra si dirige così sul pianeta Ralou e, sfruttando un'identità di copertura, si unisce a una delle squadre più forti del campionato con l'intento di indagare sul traffico di droga della Gilda. Nella terza e ultima parte Cobra dovrà vedersela con vari agenti della Gilda e cercherà in tutti i modi di ostacolare i loro traffici, in una sequela di brevi avventure che lo porteranno a scontrarsi con il capo supremo della Gilda dei Pirati, l'enigmatico e pericoloso Salamandar. Ma per sconfiggere questo temibile avversario Cobra avrà bisogno di aiuto, e per questo motivo va alla ricerca dei suoi vecchi compagni d'avventura.
"Space Adventure Cobra" è in sostanza una rocambolesca space opera, ricca di avventura, incongruenze scientifiche e una serie di personaggi a dir poco retrò, il protagonista in testa a tutti. Cobra è il classico macho sciovinista con l'aria da sciupafemmine, un sorriso sornione stampato in faccia, il sigaro perennemente in bocca e che riesce a indossare una calzamaglia rossa senza sembrare del tutto ridicolo. E' il classico personaggio dall'aria allegra, tutto scherzi e battute ironiche, ma che diventa mortalmente serio nei momenti di pericolo. E' un autentico mattatore, carismatico e divertente, che si rivela un avversario temibile per i suoi nemici ma soprattutto un dongiovanni disposto a fare qualsiasi cosa per una bella donna. Cobra è affiancato da Armaroid Lady, personaggio che rispecchia il classico cliché della fantascienza anni settanta e che ricorda molto i disegni di Hajime Sorayama; in pratica è un androide dalle fattezze femminili che si comporta più come donna che come robot.
Ma i personaggi strani non sono di certo finiti. Terasawa riempie questa serie con una sequela di alieni talmente strambi da fare concorrenza a "Guerre Stellari". Ma l'elemento che contraddistingue maggiormente questa serie non sono di certo gli alieni... Come ho già accennato nella recensione del film, l'autore ha un vero debole per le bellezze femminili alla Jane Fonda e non ne fa un mistero, riempiendo la serie con un buon numero di belle donne che fanno girare la testa al protagonista (chissà come mai, ma, dovunque vada, Cobra trova una bella ragazza che ha bisogno di aiuto). Però, mentre nel lungometraggio Terasawa si era trattenuto, in questa sede lascia completamente a briglia scolta il suo estro creativo, mettendo in scena un universo dove non c'è una donna che vada in giro con dei vestiti che si possano definire tali. Quindi non sorprendetevi di vedere personaggi femminili indossare con nonchalance dei bikini ridottissimi, body sgambati e tutine adamitiche che lasciano ben poco all'immaginazione dello spettatore.
Il design dei personaggi ricorda quello utilizzato nelle space opera degli anni '60, con tutine aderenti, zaini a razzo ed enormi cinturoni a cui sono attaccate pistole laser che sembrano più dei revolver piuttosto che i sofisticati faser di "Star Trek". Le navi spaziali e i mezzi di trasposto che vengono messi in campo non sono certo da meno e vanno da enormi astronavi spaziali, passando per automobili a levitazione, fino alle classiche moto con sistema di propulsione antigravità. Poi, come ogni space opera che si rispetti, non possono di certo mancare le ambientazioni suggestive. Così il nostro protagonista viaggia nello spazio visitando i tanto decantati strani mondi che si sentono sempre nell'introduzione di "Star Trek". E così seguiamo Cobra che passa da immense città illuminate dalle luci al neon, pianeti con delle condizioni ambientali estreme, mondi alieni ricchi di pericoli, fino all'interno di immense astronavi o enormi strutture sotterranee.
Per quello che riguarda il lato tecnico bisogna sottolineare il fatto che si tratta di animazioni piuttosto particolari, con un tratto che in un primo momento potrebbe sembrare piuttosto grezzo, ma che in realtà si rivela piuttosto ben fatto e decisamente dettagliato. Un lavoro notevole se si considera che il fatto che sono animazioni che hanno trent'anni sulle spalle, quindi composte da disegni rigorosamente fatti a mano (niente computer grafica). Ottima la colonna sonora ad opera di Kentarou Haneda che, con diversi pezzi decisamente azzeccati, riesce ad esaltare al meglio la narrazione. L'unica nota negativa è che questa trasposizione copre a malapena metà dell'opera originale e che quindi sul finale si ha la sensazione che le cose vengano lasciate in sospeso. In ogni caso, questo "Space Adventure Cobra" rientra pienamente nella categoria dei capolavori che gli autori giapponesi erano capaci di sfornare negli anni '80, avventuroso, coinvolgente e con un protagonista senza alcun dubbio sopra le righe. Per gli appassionati del genere è assolutamente da vedere.
Sono passati solo pochi mesi dalla proiezione nelle sale cinematografiche giapponesi del lungometraggio "Space Adventure Cobra" (23 luglio 1982), ispirato all'omonimo manga di Buichi Terasawa, che Dezaki e Terasawa riprendono in mano il personaggio creato da quest'ultimo e riescono ad ottenere da Fuji TV l'ingaggio per la realizzazione di una serie televisiva con una sceneggiatura che segue più fedelmente la trama dell'originale cartaceo. L'inizio ricorda molto "Atto di Forza", con un normale impiegato che, durante una vacanza virtuale, scopre che i suoi ricordi sono fasulli e che in realtà è il pirata spaziale Cobra. Il disorientamento iniziale viene subito messo da parte quando i nemici da cui si stava nascondendo scoprono che è vivo e riprendono a dargli la caccia. Da questo momento in poi partono una serie di avventure che coprono i primi otto volumi del manga (su un totale di diciotto) e si possono differenziare in linea di massima in tre capitoli.
Nel primo capitolo Cobra fa la conoscenza di Jane Royal e delle sue sorelle Catherine e Dominique. Le tre ragazze sono figlie del famoso Capitano Nelson e i tatuaggi sulle loro schiene sono tre parti di una mappa che porta a un immenso tesoro nascosto dal capitano prima della sua morte. Per proteggere l'ubicazione del tesoro le tre ragazze sono state separate alla nascita e spedite su pianeti molto distanti fra loro, ma Jane è disposta a tutto pur di ritrovare le sue sorelle, perfino a rinunciare al tesoro di suo padre. Ed è così che chiede a Cobra di aiutarla. I due però non sono i soli che intraprendono questa ricerca, ma dovranno vedersela con gli scagnozzi della Gilda dei Pirati che hanno già catturato Catherine e che faranno di tutto pur di mettere le mani su tutte le parti della mappa, ma soprattutto con il temibile sicario Crystal Boy che è disposto a tutto pur di uccidere Cobra.
Nella seconda parte lasciamo l'ambientazione spaziale per spostare l'attenzione su un'arena sportiva piuttosto particolare. Cobra viene ingaggiato da Dominique Royal, agente della polizia galattica, per indagare sul traffico di droga della Gilda. L'organizzazione criminale sfrutta come copertura la società che gestisce il campionato di rugball (una via di mezzo tra baseball e football americano), lo sport più pericoloso dell'universo. Cobra si dirige così sul pianeta Ralou e, sfruttando un'identità di copertura, si unisce a una delle squadre più forti del campionato con l'intento di indagare sul traffico di droga della Gilda. Nella terza e ultima parte Cobra dovrà vedersela con vari agenti della Gilda e cercherà in tutti i modi di ostacolare i loro traffici, in una sequela di brevi avventure che lo porteranno a scontrarsi con il capo supremo della Gilda dei Pirati, l'enigmatico e pericoloso Salamandar. Ma per sconfiggere questo temibile avversario Cobra avrà bisogno di aiuto, e per questo motivo va alla ricerca dei suoi vecchi compagni d'avventura.
"Space Adventure Cobra" è in sostanza una rocambolesca space opera, ricca di avventura, incongruenze scientifiche e una serie di personaggi a dir poco retrò, il protagonista in testa a tutti. Cobra è il classico macho sciovinista con l'aria da sciupafemmine, un sorriso sornione stampato in faccia, il sigaro perennemente in bocca e che riesce a indossare una calzamaglia rossa senza sembrare del tutto ridicolo. E' il classico personaggio dall'aria allegra, tutto scherzi e battute ironiche, ma che diventa mortalmente serio nei momenti di pericolo. E' un autentico mattatore, carismatico e divertente, che si rivela un avversario temibile per i suoi nemici ma soprattutto un dongiovanni disposto a fare qualsiasi cosa per una bella donna. Cobra è affiancato da Armaroid Lady, personaggio che rispecchia il classico cliché della fantascienza anni settanta e che ricorda molto i disegni di Hajime Sorayama; in pratica è un androide dalle fattezze femminili che si comporta più come donna che come robot.
Ma i personaggi strani non sono di certo finiti. Terasawa riempie questa serie con una sequela di alieni talmente strambi da fare concorrenza a "Guerre Stellari". Ma l'elemento che contraddistingue maggiormente questa serie non sono di certo gli alieni... Come ho già accennato nella recensione del film, l'autore ha un vero debole per le bellezze femminili alla Jane Fonda e non ne fa un mistero, riempiendo la serie con un buon numero di belle donne che fanno girare la testa al protagonista (chissà come mai, ma, dovunque vada, Cobra trova una bella ragazza che ha bisogno di aiuto). Però, mentre nel lungometraggio Terasawa si era trattenuto, in questa sede lascia completamente a briglia scolta il suo estro creativo, mettendo in scena un universo dove non c'è una donna che vada in giro con dei vestiti che si possano definire tali. Quindi non sorprendetevi di vedere personaggi femminili indossare con nonchalance dei bikini ridottissimi, body sgambati e tutine adamitiche che lasciano ben poco all'immaginazione dello spettatore.
Il design dei personaggi ricorda quello utilizzato nelle space opera degli anni '60, con tutine aderenti, zaini a razzo ed enormi cinturoni a cui sono attaccate pistole laser che sembrano più dei revolver piuttosto che i sofisticati faser di "Star Trek". Le navi spaziali e i mezzi di trasposto che vengono messi in campo non sono certo da meno e vanno da enormi astronavi spaziali, passando per automobili a levitazione, fino alle classiche moto con sistema di propulsione antigravità. Poi, come ogni space opera che si rispetti, non possono di certo mancare le ambientazioni suggestive. Così il nostro protagonista viaggia nello spazio visitando i tanto decantati strani mondi che si sentono sempre nell'introduzione di "Star Trek". E così seguiamo Cobra che passa da immense città illuminate dalle luci al neon, pianeti con delle condizioni ambientali estreme, mondi alieni ricchi di pericoli, fino all'interno di immense astronavi o enormi strutture sotterranee.
Per quello che riguarda il lato tecnico bisogna sottolineare il fatto che si tratta di animazioni piuttosto particolari, con un tratto che in un primo momento potrebbe sembrare piuttosto grezzo, ma che in realtà si rivela piuttosto ben fatto e decisamente dettagliato. Un lavoro notevole se si considera che il fatto che sono animazioni che hanno trent'anni sulle spalle, quindi composte da disegni rigorosamente fatti a mano (niente computer grafica). Ottima la colonna sonora ad opera di Kentarou Haneda che, con diversi pezzi decisamente azzeccati, riesce ad esaltare al meglio la narrazione. L'unica nota negativa è che questa trasposizione copre a malapena metà dell'opera originale e che quindi sul finale si ha la sensazione che le cose vengano lasciate in sospeso. In ogni caso, questo "Space Adventure Cobra" rientra pienamente nella categoria dei capolavori che gli autori giapponesi erano capaci di sfornare negli anni '80, avventuroso, coinvolgente e con un protagonista senza alcun dubbio sopra le righe. Per gli appassionati del genere è assolutamente da vedere.
Cobra è un'avventuriero senza alcuno scrupolo morale di sorta, che vaga nello spazio a bordo della sua astronave accompagnato dall'assistente androide Lady Armaroid. Egli deve perennemente fuggire dalla grande organizzazione detta "Gilda dei Pirati", la quale intende ucciderlo per punire le sue intromissioni nei propri affari criminali. Per sfuggire all'organizzazione, Cobra decide di cambiare i propri connotati attraverso un intervento chirurgico, di cancellare i suoi ricordi e di rincominciare una vita normale nei panni del modesto impiegato Johnson. Una serie di circostanze casuali, tuttavia, spingeranno Johnson a ricordare il suo passato, e lo metteranno di nuovo davanti all'inevitabile scontro contro la temibile gilda comandata da Lord Salamender. Cobra potrà contare sulla Psychogun, un'arma contenuta nel suo braccio in grado di trasformare la sua energia psichica in raggi distruttori, e sulla sua costituzione sovrumana, la quale gli permetterà di sopravvivere in circostanze molto pericolose...
"Space Adventure Cobra" è l'adattamento animato operato dal celebre Osamu Dezaki - uno dei più grandi registi della storia dell'animazione, se non il più grande - dell'omonimo manga di Buichi Terasawa. Siamo nel lontano 1982, in pieno anime boom: l'uscita nel 1977 di "Star Wars" aveva profondamente influenzato l'animazione giapponese dell'epoca; la fantascienza in tutte le sue forme e manifestazioni era la moda seguita dalla maggiorparte degli autori, e sovente sfociava nella pura, maestosa e fantasiosa space opera tout court. In questo clima molto fertile e creativo, nel quale pietre miliari come "Capitan Harlock", "Uchuu Senkan Yamato 2", "Gundam" e "Ideon" erano all'ordine del giorno, aveva luogo l'unica incursione di Osamu Dezaki - regista conosciuto prevalentemente per i suoi adattamenti autorali di Meisaku e Spokon - nella space opera di stampo avventuroso. "Space Adventure Cobra" è direttamente influenzato da "Star Wars", con il quale condivide le ambientazioni, piene di strani alieni, robot, cacciatori di taglie et similia; lo stesso Cobra, nonostante sia dichiaratamente ispirato all'attore francese Jean-Paul Benmondo, è una sorta di incrocio tra Lupin III e Han Solo (a scanso di equivoci non mancherà un episodio nel quale anch'egli verrà ibernato in un blocco di grafite, esattamente come il suo antesignano); Lord Salamander, invece, nell'aspetto ricorda molto Dart Fener.
A livello registico, Osamu Dezaki, grazie alla grande libertà espressiva che deriva dalla direzione di una serie fantascientifica d'azione, si diletta con moltissimi sperimentalismi registici molto personali e all'avanguardia per l'epoca: si pensi alle suggestive inquadrature del primo episodio, che cercano in tutti i modi possibili di sovrapporre il sogno di Johnson con la realtà, anche attraverso l'utilizzo di split screen multipli disposti diagonalmente lungo lo schermo. Lo stile di Dezaki in "Space Adventure Cobra" raggiunge uno dei suoi apici: non mancano i suoi classici sfondi blu scuro, la generale tendenza all'espressionismo, le inquadrature oblique, l'effetto cartolina, i primi piani intensi e drammatici; le scene d'azione sono sempre perfette, spettacolari, con esplosioni continue e sparatorie assurde; sotto tutti gli aspetti si nota la continua ricerca della magia nella fantascienza tipica di quegli anni. "Space Adventure Cobra", infatti, ha un qualcosa di magico, uno stile di gran classe, unico, in cui il raffinato character design di Akio Sugino fa da contrappunto al geniale stile registico di Dezaki e alla ricercata colonna sonora, pregna di gradevolissime suggestioni lounge.
E' da notare che nel secondo arco della serie Osamu Dezaki si costruisce il suo personalissimo Spokon virile e sanguinolento; in esso Cobra sarà impegnato come giocatore di una specie di baseball dei bassifondi in cui sono ammesse scorrettezze di tutti i tipi. Il primo arco della serie, invece, è quello più drammatico, e vedrà Cobra destreggiarsi in un'ambientazione tendente al noir, in una vicenda d'amore e di vendetta molto coinvolgente. Il terzo arco sarà quello decisivo, ed in esso il nostro simpaticissimo antieroe affronterà direttamente l'organizzazione che gli dà la caccia riunendo tutti i suoi ex compagni d'avventura. Putroppo in questo frangente Dezaki decide di ammorbidire il finale facendo "resuscitare" un personaggio chiave in modo abbastanza forzato, contrariamente al manga, che godeva di un finale ben più drammatico. Continuando il paragone con il manga, l'adattamento animato copre soltanto le prime tre saghe, ed è un vero peccato che la versione cartacea di "Space Adventure Cobra" non sia mai pervenuta integralmente in Italia.
"Space Adventure Cobra" è una serie d'azione tout court, nella quale la spettacolarità ed il fascino del protagonista reggono tutto; non viene fatto alcun approfondimento dei personaggi, e nell'opera i riferimenti al cinema e ai comics americani si sprecano. Infatti, nonostante "Space Adventure Cobra" sia all'unaminità considerato come la diretta fonte d'ispirazione del celebre "Cowboy Bebop", in quest'ultimo era posta più enfasi nella caratterizzazione dei personaggi, a discapito dell'azione e della spettacolarità. "Space Adventure Cobra", inoltre, è una serie d'avventura molto fantasiosa, nella quale compaiono addirittura tappeti volanti, dinosauri, armi finali in grado di distruggere pianeti, tesori nascosti alla "Indiana Jones" e tante altre trovate molto bizzarre. Insomma, l'opera non è ancora influenzata dai dettami del postmodernismo che andranno molto di moda negli anni novanta, ma rappresenta una "transizione" tra modernità e postmodernità in cui il citazionismo è ancora legato ad una struttura narrativa lineare e non frammentaria.
Il protagonista della serie, Cobra, non è un eroe modello: alcune volte fallisce, non riuscendo a salvare determinate persone; talvolta utilizza metodi criminali, arrivando ad uccidere per raggiungere determinati obbiettivi. Egli ha comunque l'atteggiamento tipico degli eroi americani, della serie "take it easy", e si discosta molto dai supereroi giapponesi tipici degli anni settanta. Non per nulla "Space Adventure Cobra" nasce in un contesto storico nel quale i giapponesi, incoraggiati dal boom economico, potevano permettersi di mettere da parte il proprio complesso di inferiorità nei confronti degli americani cercando di batterli sul loro stesso campo.
Il budget della serie è molto elevato, e di conseguenza le animazioni e gli aspetti tecnici sono veramente all'avanguardia per l'epoca.
In conclusione, questa è una serie molto coinvolgente, una memorabile avventura in cui non manca un certo retrogusto drammatico. La grande simpatia del protagonista, la scoppiettante azione ed il raffinato apparato artistico creato dai grandissimi Osamu Dezaki e Akio Sugino piazzano "Space Adventure Cobra" tra quegli anime indimenticabili che vanno visti almeno una volta nella vita da tutti gli appassionati del cinema d'azione i quali non disdegnano il magico sci-fi giapponese tipico degli anni ottanta.
"Space Adventure Cobra" è l'adattamento animato operato dal celebre Osamu Dezaki - uno dei più grandi registi della storia dell'animazione, se non il più grande - dell'omonimo manga di Buichi Terasawa. Siamo nel lontano 1982, in pieno anime boom: l'uscita nel 1977 di "Star Wars" aveva profondamente influenzato l'animazione giapponese dell'epoca; la fantascienza in tutte le sue forme e manifestazioni era la moda seguita dalla maggiorparte degli autori, e sovente sfociava nella pura, maestosa e fantasiosa space opera tout court. In questo clima molto fertile e creativo, nel quale pietre miliari come "Capitan Harlock", "Uchuu Senkan Yamato 2", "Gundam" e "Ideon" erano all'ordine del giorno, aveva luogo l'unica incursione di Osamu Dezaki - regista conosciuto prevalentemente per i suoi adattamenti autorali di Meisaku e Spokon - nella space opera di stampo avventuroso. "Space Adventure Cobra" è direttamente influenzato da "Star Wars", con il quale condivide le ambientazioni, piene di strani alieni, robot, cacciatori di taglie et similia; lo stesso Cobra, nonostante sia dichiaratamente ispirato all'attore francese Jean-Paul Benmondo, è una sorta di incrocio tra Lupin III e Han Solo (a scanso di equivoci non mancherà un episodio nel quale anch'egli verrà ibernato in un blocco di grafite, esattamente come il suo antesignano); Lord Salamander, invece, nell'aspetto ricorda molto Dart Fener.
A livello registico, Osamu Dezaki, grazie alla grande libertà espressiva che deriva dalla direzione di una serie fantascientifica d'azione, si diletta con moltissimi sperimentalismi registici molto personali e all'avanguardia per l'epoca: si pensi alle suggestive inquadrature del primo episodio, che cercano in tutti i modi possibili di sovrapporre il sogno di Johnson con la realtà, anche attraverso l'utilizzo di split screen multipli disposti diagonalmente lungo lo schermo. Lo stile di Dezaki in "Space Adventure Cobra" raggiunge uno dei suoi apici: non mancano i suoi classici sfondi blu scuro, la generale tendenza all'espressionismo, le inquadrature oblique, l'effetto cartolina, i primi piani intensi e drammatici; le scene d'azione sono sempre perfette, spettacolari, con esplosioni continue e sparatorie assurde; sotto tutti gli aspetti si nota la continua ricerca della magia nella fantascienza tipica di quegli anni. "Space Adventure Cobra", infatti, ha un qualcosa di magico, uno stile di gran classe, unico, in cui il raffinato character design di Akio Sugino fa da contrappunto al geniale stile registico di Dezaki e alla ricercata colonna sonora, pregna di gradevolissime suggestioni lounge.
E' da notare che nel secondo arco della serie Osamu Dezaki si costruisce il suo personalissimo Spokon virile e sanguinolento; in esso Cobra sarà impegnato come giocatore di una specie di baseball dei bassifondi in cui sono ammesse scorrettezze di tutti i tipi. Il primo arco della serie, invece, è quello più drammatico, e vedrà Cobra destreggiarsi in un'ambientazione tendente al noir, in una vicenda d'amore e di vendetta molto coinvolgente. Il terzo arco sarà quello decisivo, ed in esso il nostro simpaticissimo antieroe affronterà direttamente l'organizzazione che gli dà la caccia riunendo tutti i suoi ex compagni d'avventura. Putroppo in questo frangente Dezaki decide di ammorbidire il finale facendo "resuscitare" un personaggio chiave in modo abbastanza forzato, contrariamente al manga, che godeva di un finale ben più drammatico. Continuando il paragone con il manga, l'adattamento animato copre soltanto le prime tre saghe, ed è un vero peccato che la versione cartacea di "Space Adventure Cobra" non sia mai pervenuta integralmente in Italia.
"Space Adventure Cobra" è una serie d'azione tout court, nella quale la spettacolarità ed il fascino del protagonista reggono tutto; non viene fatto alcun approfondimento dei personaggi, e nell'opera i riferimenti al cinema e ai comics americani si sprecano. Infatti, nonostante "Space Adventure Cobra" sia all'unaminità considerato come la diretta fonte d'ispirazione del celebre "Cowboy Bebop", in quest'ultimo era posta più enfasi nella caratterizzazione dei personaggi, a discapito dell'azione e della spettacolarità. "Space Adventure Cobra", inoltre, è una serie d'avventura molto fantasiosa, nella quale compaiono addirittura tappeti volanti, dinosauri, armi finali in grado di distruggere pianeti, tesori nascosti alla "Indiana Jones" e tante altre trovate molto bizzarre. Insomma, l'opera non è ancora influenzata dai dettami del postmodernismo che andranno molto di moda negli anni novanta, ma rappresenta una "transizione" tra modernità e postmodernità in cui il citazionismo è ancora legato ad una struttura narrativa lineare e non frammentaria.
Il protagonista della serie, Cobra, non è un eroe modello: alcune volte fallisce, non riuscendo a salvare determinate persone; talvolta utilizza metodi criminali, arrivando ad uccidere per raggiungere determinati obbiettivi. Egli ha comunque l'atteggiamento tipico degli eroi americani, della serie "take it easy", e si discosta molto dai supereroi giapponesi tipici degli anni settanta. Non per nulla "Space Adventure Cobra" nasce in un contesto storico nel quale i giapponesi, incoraggiati dal boom economico, potevano permettersi di mettere da parte il proprio complesso di inferiorità nei confronti degli americani cercando di batterli sul loro stesso campo.
Il budget della serie è molto elevato, e di conseguenza le animazioni e gli aspetti tecnici sono veramente all'avanguardia per l'epoca.
In conclusione, questa è una serie molto coinvolgente, una memorabile avventura in cui non manca un certo retrogusto drammatico. La grande simpatia del protagonista, la scoppiettante azione ed il raffinato apparato artistico creato dai grandissimi Osamu Dezaki e Akio Sugino piazzano "Space Adventure Cobra" tra quegli anime indimenticabili che vanno visti almeno una volta nella vita da tutti gli appassionati del cinema d'azione i quali non disdegnano il magico sci-fi giapponese tipico degli anni ottanta.
Calzamaglia rossa, fisico prestante, sigaro sempre in bocca, un debole per il gentil sesso e per ultimo una potentissima arma psichica montata al posto del suo braccio sinistro. Questi sono i segni distintivi di Cobra, avventuriero e pirata spaziale, uno spirito libero che vaga per il cosmo a bordo dell'astronave Turtle accompagnato dalla fedele robot Armaroid Lady e inseguito da un'organizzazione criminale nota come Gilda dei Pirati.
Nel corso dei trentuno episodi dell'opera vedremo Cobra protagonista di innumerevoli avventure che possono concludersi nell'arco di una puntata oppure protrarsi per diversi episodi, mantenendo sempre un ritmo sostenuto e senza tempi morti: i fan dell'azione troveranno pane per i loro denti anche se va segnalato il finale che risulta piuttosto sbrigativo.
Il punto di forza di questa serie sta sicuramente nel protagonista, autentico mattatore, carismatico ma all'occorrenza simpaticissimo e guascone, un vero e proprio amabile cialtrone che per quanto debba molto a personaggi come Lupin e Han Solo riesce a vivere di luce propria, capace di far esaltare per le sue imprese da macho quanto di far ridere a crepapelle.
Sul fronte tecnico Space Adventure Cobra si difende abbastanza bene ed esclusi saltuari errori di animazione è decisamente notevole per gli standard dei primi anni '80; ottima e coinvolgente la colonna sonora impreziosita dalle splendide sigle di apertura e chiusura. I doppiatori fanno tutti un'ottima figura e una menzione d'onore va a Kiyoshi Kobayashi, già voce storica di Bem e Jigen, che qui presta la sua voce al crudele cyborg Crystal Boy, uno dei cattivi più prominenti della serie.
È un vero peccato che Cobra non sia mai sbarcato in Italia, magari con il protagonista doppiato dal compianto Roberto Del Giudice. I francesi invece sono stati più fortunati, al punto che oltralpe Cobra è un personaggio molto amato e vanta fan come Luc Besson. Inoltre (anche se qui si entra nel campo delle congetture!) non è difficile pensare che il nostro sia stato una delle fonti di ispirazione di Cowboy Bebop. In definitiva, vi piacciono le serie di azione e di fantascienza? E allora perché state ancora leggendo questa recensione? Filate subito a guardavi Cobra, non ve ne pentirete.
Nel corso dei trentuno episodi dell'opera vedremo Cobra protagonista di innumerevoli avventure che possono concludersi nell'arco di una puntata oppure protrarsi per diversi episodi, mantenendo sempre un ritmo sostenuto e senza tempi morti: i fan dell'azione troveranno pane per i loro denti anche se va segnalato il finale che risulta piuttosto sbrigativo.
Il punto di forza di questa serie sta sicuramente nel protagonista, autentico mattatore, carismatico ma all'occorrenza simpaticissimo e guascone, un vero e proprio amabile cialtrone che per quanto debba molto a personaggi come Lupin e Han Solo riesce a vivere di luce propria, capace di far esaltare per le sue imprese da macho quanto di far ridere a crepapelle.
Sul fronte tecnico Space Adventure Cobra si difende abbastanza bene ed esclusi saltuari errori di animazione è decisamente notevole per gli standard dei primi anni '80; ottima e coinvolgente la colonna sonora impreziosita dalle splendide sigle di apertura e chiusura. I doppiatori fanno tutti un'ottima figura e una menzione d'onore va a Kiyoshi Kobayashi, già voce storica di Bem e Jigen, che qui presta la sua voce al crudele cyborg Crystal Boy, uno dei cattivi più prominenti della serie.
È un vero peccato che Cobra non sia mai sbarcato in Italia, magari con il protagonista doppiato dal compianto Roberto Del Giudice. I francesi invece sono stati più fortunati, al punto che oltralpe Cobra è un personaggio molto amato e vanta fan come Luc Besson. Inoltre (anche se qui si entra nel campo delle congetture!) non è difficile pensare che il nostro sia stato una delle fonti di ispirazione di Cowboy Bebop. In definitiva, vi piacciono le serie di azione e di fantascienza? E allora perché state ancora leggendo questa recensione? Filate subito a guardavi Cobra, non ve ne pentirete.
Siamo di fronte ad un ottimo lavoro in stile anni '80.
Il personaggio e' molto carismatico. In alcune fasi si ha l'impressione che sia un misto tra Lupin/Conan senza pero' eguagliarli.
Le avventure non sono mai banali anzi personalmente le ho trovate molto coinvolgenti. Anime che comunque tiene sempre alto il ritmo di coinvolgimento nei confronti dello spettatore.
Merita sicuramente un'occhiata.
Secondo il mio modesto parere puo' essere considerato tranquillamente il papa' di Cowboy bebop!!!!!
Il personaggio e' molto carismatico. In alcune fasi si ha l'impressione che sia un misto tra Lupin/Conan senza pero' eguagliarli.
Le avventure non sono mai banali anzi personalmente le ho trovate molto coinvolgenti. Anime che comunque tiene sempre alto il ritmo di coinvolgimento nei confronti dello spettatore.
Merita sicuramente un'occhiata.
Secondo il mio modesto parere puo' essere considerato tranquillamente il papa' di Cowboy bebop!!!!!
Semplicemente unico, un concentrato di puro divertimento anni '80, quando i protagonisti erano superuomini dalle mille risorse, la fantascienza era mescolata alla magia e c'era una gran sete di avventura. Ai grandicelli guardarlo farà venire molta nostalgia, ai più giovani potrebbe però non dire molto.