Tales of a Street Corner
Avendo vissuto gli orrori del conflitto mondiale, Tezuka ha trattato le atrocità della guerra in moltissime delle sue opere. La sua pluripremiata animazione “Story of a certain street corner” è l’espressione più forte dei sentimenti umanisti e contrari alla guerra.
La trama segue le disavventure di un topolino che, cadendo accidentalmente, si ritrova di fronte a dei manifesti che prendono vita. Una figura maschile assume il ruolo di direttore d’orchestra e guida le altre figure in un numero musicale. Il motivo viene interrotto dall’arrivo di alcuni militari, che intimidiscono tutti gli altri personaggi. Da qui in poi è un susseguirsi di motivi musicali più dolci e pacifici, costantemente interrotti dal sistema autoritario militare, a cui i personaggi cercano stoicamente di non farsi sottomettere.
Non c’è una vera e propria trama, come si può immaginare. Si tratta più di un susseguirsi di immagini, in cui due forze contrapposte cercano di avere la meglio sull’altra. Il finale è costituito da un messaggio di speranza che Tezuka lancia anche di fronte al peggiore dei panorami (SPOILER: un paesaggio completamente distrutto dalla guerra, in cui una bambina ritrova il proprio peluche e, mentre va via, nota dei germogli appena nati che indicano la nascita di nuova vita - FINE SPOILER).
Questo film ha richiesto più di un anno per essere completato, e nel cast che ha affiancato il re dei manga, c’è da menzionare come animatore Sugii, che ha diretto “Night on the galactic railroad”.
Il messaggio che trapela è interessante e raggiunge sicuramente il proprio obiettivo. Ciononostante non ritengo questo film perfetto, causa lunghezza e scene spesso tirate troppo per le lunghe, che finiscono per annoiare troppo facilmente.
La trama segue le disavventure di un topolino che, cadendo accidentalmente, si ritrova di fronte a dei manifesti che prendono vita. Una figura maschile assume il ruolo di direttore d’orchestra e guida le altre figure in un numero musicale. Il motivo viene interrotto dall’arrivo di alcuni militari, che intimidiscono tutti gli altri personaggi. Da qui in poi è un susseguirsi di motivi musicali più dolci e pacifici, costantemente interrotti dal sistema autoritario militare, a cui i personaggi cercano stoicamente di non farsi sottomettere.
Non c’è una vera e propria trama, come si può immaginare. Si tratta più di un susseguirsi di immagini, in cui due forze contrapposte cercano di avere la meglio sull’altra. Il finale è costituito da un messaggio di speranza che Tezuka lancia anche di fronte al peggiore dei panorami (SPOILER: un paesaggio completamente distrutto dalla guerra, in cui una bambina ritrova il proprio peluche e, mentre va via, nota dei germogli appena nati che indicano la nascita di nuova vita - FINE SPOILER).
Questo film ha richiesto più di un anno per essere completato, e nel cast che ha affiancato il re dei manga, c’è da menzionare come animatore Sugii, che ha diretto “Night on the galactic railroad”.
Il messaggio che trapela è interessante e raggiunge sicuramente il proprio obiettivo. Ciononostante non ritengo questo film perfetto, causa lunghezza e scene spesso tirate troppo per le lunghe, che finiscono per annoiare troppo facilmente.
Al contrario degli altri due mediometraggi musicali, "Tales of a Street Corner" non si snoda su brani classici (v'è solo un accenno alla marcia funebre chopeniana suonata col violino) e quindi risulta anche, diciamo, meno incisivo a questo livello, sebbene l'apparato musicale non sia così pessimo.
Purtroppo, effettivamente, sebbene i personaggi siano molti e la trama abbia vari livelli, il tutto risulta abbastanza noioso e annacquato. Presenziano un topo vivace e curioso e la sua famiglia, una bambina a cui cade un piccolo orsacchiotto, una serie di cartelloni affissi ai muri - ognuno con le proprie caratteristiche, che interloquiscono fra loro e che entrano in relazione con l'ambiente agendo in base alla realtà esterna -, una piccola falena e la guerra.
Il tema bellico - oramai molto presente in Tezuka (ricordiamo "Pictures at an Exhibition") - è la parte predominante, sebbene dura circa cinque minuti nel suo apice, ma viene introdotto fin da subito, ossia quando un cartellone propagandistico con le fattezze di un generale pronto alla battaglia viene sostituito a quello di un amabile vecchietto (a cui, per l'appunto, verrà data l'estrema unzione musicale). Per il resto, le vicende si mischiano costantemente, dai giri del roditore alle magagne del lepidottero, fino a giungere, per l'appunto, alla guerra, che distrugge tutto ciò che si è costruito nella mezzora precedente.
Il finale è positivo e vede la rinascita che abbatte la disgregazione.
Purtroppo, effettivamente, sebbene i personaggi siano molti e la trama abbia vari livelli, il tutto risulta abbastanza noioso e annacquato. Presenziano un topo vivace e curioso e la sua famiglia, una bambina a cui cade un piccolo orsacchiotto, una serie di cartelloni affissi ai muri - ognuno con le proprie caratteristiche, che interloquiscono fra loro e che entrano in relazione con l'ambiente agendo in base alla realtà esterna -, una piccola falena e la guerra.
Il tema bellico - oramai molto presente in Tezuka (ricordiamo "Pictures at an Exhibition") - è la parte predominante, sebbene dura circa cinque minuti nel suo apice, ma viene introdotto fin da subito, ossia quando un cartellone propagandistico con le fattezze di un generale pronto alla battaglia viene sostituito a quello di un amabile vecchietto (a cui, per l'appunto, verrà data l'estrema unzione musicale). Per il resto, le vicende si mischiano costantemente, dai giri del roditore alle magagne del lepidottero, fino a giungere, per l'appunto, alla guerra, che distrugge tutto ciò che si è costruito nella mezzora precedente.
Il finale è positivo e vede la rinascita che abbatte la disgregazione.
Tales of a Street Corner è la seconda opera targata Osamu Tezuka che ho avuto modo di vedere dopo il cortometraggio Muramasa, da cui differisce sia per la durata che per lo stile.
Il film ha una grafica e un modo di utilizzare la colonna sonora (che tra l'altro assume il ruolo di sostituire gli inesistenti dialoghi) che ricorda un vecchio Hanna-Barbera piuttosto che un anime giapponese. Il protagonista del film è lo "street corner", appunto, e i suoi abitanti: una falena, un topino, una bambina e il suo orsacchiotto, un vecchio lampione ecc.ecc. che interagiscono tra loro in una specie di ecosistema urbano.
Purtroppo, sebbene l'idea di base sia originale, il prodotto è segnato da una grossa pecca, cioè la lunghezza. Se Tezuka avesse stringato certe scene ed eliminato altre, il tutto sarebbe stato molto più fluido e gradevole, invece ci sono scene come una delle prime che riguarda i manifesti che è lunga e pesante, idea simpatica ma troppo diluita che rende la visione pesante e soporifera, interessante invece la scena che vede sempre i manifesti occupati in situazioni paradossali e surreali.
L'anime come già detto si trasporta lentamente e noiosamente verso il finale, che vede un netto cambio di colonna sonora e di colori per l'entrata in scena di un nuovo personaggio: la guerra. La guerra che viene rappresentata con una connotazione altamente negativa, la guerra che arriva e porta via tutto, la guerra che causa morte e distruzione, rovinando la felicità delle piccole cose portata dalla quotidianità. Il finale vede dei semi sopravvissuti ai bombardamenti germogliare, palese messaggio di speranza.
In conclusione, prodotto che ho ritenuto abbastanza noioso, con un messaggio molto forte contro la guerra che risolleva l'anime nel finale, ma analizzandolo nel complesso mi sento di dire che c'è di meglio e anzi vi consiglio cento volte di più Muramasa dello stesso regista.
Il film ha una grafica e un modo di utilizzare la colonna sonora (che tra l'altro assume il ruolo di sostituire gli inesistenti dialoghi) che ricorda un vecchio Hanna-Barbera piuttosto che un anime giapponese. Il protagonista del film è lo "street corner", appunto, e i suoi abitanti: una falena, un topino, una bambina e il suo orsacchiotto, un vecchio lampione ecc.ecc. che interagiscono tra loro in una specie di ecosistema urbano.
Purtroppo, sebbene l'idea di base sia originale, il prodotto è segnato da una grossa pecca, cioè la lunghezza. Se Tezuka avesse stringato certe scene ed eliminato altre, il tutto sarebbe stato molto più fluido e gradevole, invece ci sono scene come una delle prime che riguarda i manifesti che è lunga e pesante, idea simpatica ma troppo diluita che rende la visione pesante e soporifera, interessante invece la scena che vede sempre i manifesti occupati in situazioni paradossali e surreali.
L'anime come già detto si trasporta lentamente e noiosamente verso il finale, che vede un netto cambio di colonna sonora e di colori per l'entrata in scena di un nuovo personaggio: la guerra. La guerra che viene rappresentata con una connotazione altamente negativa, la guerra che arriva e porta via tutto, la guerra che causa morte e distruzione, rovinando la felicità delle piccole cose portata dalla quotidianità. Il finale vede dei semi sopravvissuti ai bombardamenti germogliare, palese messaggio di speranza.
In conclusione, prodotto che ho ritenuto abbastanza noioso, con un messaggio molto forte contro la guerra che risolleva l'anime nel finale, ma analizzandolo nel complesso mi sento di dire che c'è di meglio e anzi vi consiglio cento volte di più Muramasa dello stesso regista.