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Gabe the third

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Siamo agli inizi degli anni 2000 e la DreamWorks sfornò quel capolavoro dell'animazione di nome "Shrek", un film che non solo rivoluzionò un nuovo metodo per raccontare delle storie che sfruttano il classico tema fiabesco in chiave parodistica, ma che riuscì anche a rendere il mondo dell'animazione 3D talmente popolare, da essere al centro dell'interesse di tutti e aver surclassato la classica animazione 2D. Tuttavia, la classica animazione 2D aveva ancora molto da dare e nel 2003 lo stesso studio decise di metterla ancora in prova in quello che oggi è l'ultimo film della DreamWorks ad usare l'animazione 2D: "Sinbad: La leggenda dei sette mari".

Se pensate che la storia narri le gesta del personaggio de "Le mille e una notte", purtroppo vi sbagliate. Questa storia non ha nulla a che vedere con ciò. Qui Sinbad è uno scaltro pirata dalla battuta pronta sempre in cerca di fortune e tesori, e proprio quando è in cerca del misterioso libro della pace, si dovrà scontrare con un suo amico di vecchia data, il principe Proteo, che non ha intenzione di cedere il sacro tesoro al pirata. Ma in quell'istante i due vengono attaccati da un mostro marino e, nel mentre collaborano per sconfiggerlo, Sinbad finisce per morire annegato, finché non verrà salvato da Eris, dea del Caos. La dea propone un patto al pirata: rubare il libro della pace per Eris, e lei avrebbe fatto in modo che Sinbad e la sua ciurma avrebbero vissuto una vita di lusso e spensierata per sempre. Sinbad accetta senza esitazioni, tuttavia, arrivati a Siracusa, città natale di Proteo e dove verrà custodito il libro, farà la conoscenza di Marina, promessa sposa di Proteo, e all'ultimo momento rifiuterà di rubare il libro. Eris allora ruberà lei stessa il libro sotto le mentite spoglie di Sinbad, incastrando così il pirata e condannandolo a morte. Sinbad proclama la sua innocenza e il suo amico Proteo, credendolo sulla parola seppur riluttante, convince la giuria a lasciare andare l'amico e mandarlo a recuperare il libro scomparso, per mostrare la sua innocenza; se non avesse fatto ritorno con il libro entro l'alba del giorno seguente, Proteo si offrirà di prendere il posto di Sinbad per essere giustiziato. E Sinbad cosa farà? Sarà disposto ad aiutare il suo amico o scapperà lasciandolo al suo destino? Il viaggio è appena iniziato.

Questo "viaggio" tuttavia è lungi dall'essere magico. Abbiamo a che fare con un cast di personaggi piuttosto simpatici, e sono capaci di essere memorabili: Sinbad è un protagonista che sa essere carismatico, passando dall'essere uno sbruffone che pensa a sé stesso e al suo tornaconto a diventare più serio e coraggioso, dove la sua lealtà e sincerità verranno messe a dura prova; ottima anche Marina, che con la sua tenacia, grinta e il desiderio di voler più libertà, per non essere ancorata alle rigide "regole da principessa", la rendono una quasi degna erede del personaggio di Jasmine del film "Aladdin"; come spalle comiche abbiamo Lercio e il bulldog Scheggia, che ogni tanto strappano qualche sorriso; infine Eris, che con il suo fascino accattivante, le sue doti alquanto seducenti e manipolatrici verso il protagonista sa essere una villan di tutto rispetto, se non addirittura anche il personaggio più riuscito del film.
Nonostante questi personaggi validi, purtroppo non si può dire lo stesso della narrativa, che appare piena di forzature e con delle aggiunte non necessarie e fin troppo superflue per la trama stessa. Si dimostra alquanto assurdo che all'inizio del film Sinbad e Proteo erano sul punto di uccidersi a vicenda, e poi compare un mostro marino e quindi tutti amici, come se non fosse successo nulla. Il libro della pace possiede una strana energia che non viene mai spiegata, così come non viene spiegato come sia possibile che rubare un libro faccia cadere una città nelle tenebre. Ancora più assurdo e insensato è il rapporto tra Sinbad e Marina: per quasi l'intero film i due non faranno altro che battibeccare tra di loro, anche se alcune loro scenette sono alquanto divertenti, per poi sbocciare improvvisamente l'amore tra loro due in un lampo, andando persino ad approfondire le origini del protagonista e il motivo per cui è diventato pirata, tutto in un modo troppo forzato; sinceramente, avrei preferito che i due rimanessero amici, piuttosto che mettere forzatamente una storia d'amore dove non ce n'è così bisogno.

Sul lato animazione ci sono alti e bassi, i personaggi sono realizzati bene, così come certi scenari, come la città di Siracusa, le montagne innevate e anche il Tartaro, però per il resto hanno fatto troppo uso della CGI, che mal si sposa con la classica animazione, e lo fanno notare persino le varie creature del film, come il mostro marino all'inizio del film e il volatile Roc nelle parti innevate, davvero inguardabili; forse solo la parte con le sirene è quella più azzeccata per quel tipo di tecnica.

"Sinbad: La leggenda dei sette mari" avrà saputo regalarci dei personaggi vivaci e divertenti, ma purtroppo non è stato un prodotto in grado di competere con l'animazione 3D e di rendere giustizia all'animazione tradizionale in 2D; inoltre, essendo uscito in un periodo di grande concorrenza, subì un grosso flop ai botteghini, che convinse Jeffrey Katzenberg ad annunciare tristemente che l'animazione in 2D era ufficialmente morta.


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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Un classico unico, grandioso. Un viaggio e un'avventura come poche al mondo: "Sindbad: La leggenda dei sette mari" vi trasporta in un mondo dove niente è come sembra e dove gli imprevisti e i tradimenti sono all'ordine del secondo.

La trama è semplicemente grandiosa, in linea ovviamente con la leggenda del famoso marinaio persiano raccontata da Shahrazad ne "Le mille e una notte", anche se qui Sindbad è un ladro (ovviamente in cerca di ricchezze), il quale incontra un vecchio amico, il Principe Proteo, al quale cerca di rubare il potente Libro della Pace, oggetto mistico posto a difesa delle Dodici Città, di cui Siracusa è il centro principale del "mondo conosciuto". Purtroppo il loro incontro/scontro viene bruscamente interrotto da un mostro inviato dall'oscura, manipolatrice e subdola Eris, La dea del Caos, la quale fa rapire Sindbad e gli chiede come favore, per avergli "salvato"/"risparmiato" la vita, di rubare il Libro della Pace, promettendogli infinite ricchezze se lo porterà nel suo reame di Tartaro, il Regno del Caos. Accettata la proposta, Sindbad e il suo equipaggio seguono la nave del Principe. Giunti a Siracusa, i due si rincontrano e si abbracciano, ma la loro riconciliazione dura poco, perché Eris, sotto le spoglie di Sindbad, si introduce nel Palazzo Reale di Siracusa e ruba il Libro della Pace, scatenando il Caos sulla città di Siracusa e sul resto del mondo. Sindbad, che gode di una pessima fama come ladro, viene arrestato e imprigionato, ma Proteo intercede per lui presso il Consiglio delle Dodici Città e chiede di essere preso in custodia al suo posto, per permettergli di riscattarsi e recuperare e riportare il Libro della Pace a Siracusa. A questo punto Sindbad è messo alle strette (pure da Marina, la promessa sposa di Proteo, la quale non è intenzionata a vederlo condannato a morte) ed è costretto a imbarcarsi in questa impresa, pur contro la propria volontà e soprattutto perché in essa intravede solo rischi e nessun profitto per sé stesso. Vi sono delle prove che sia lui che il suo equipaggio devono affrontare. La prima è la prova delle sirene, le quali seducono e incantano sia lui che il suo equipaggio, tranne Marina e Spike, che li salvano da morte certa. La seconda prova è quella del pesce-balena (già presente nel racconto del primo viaggio del Sindbad originale). La terza è la prova del ghiaccio, dove i roc (uccelli della mitologia persiana) li attaccano, ma dove nonostante ciò i nostri eroi riescono a sopravvivere. La quarta prova consiste nell'accedere al Regno del Caos di Tartaro, dimora di Eris. Con uno stratagemma che sfrutta le correnti di vento ai confini del mondo allora conosciuto, l'equipaggio riesce ad accedere. Tuttavia, solo Sindbad e Marina accedono al Tartaro su ordine di Sindbad stesso. Qui Eris mette nuovamente Sindbad alla prova e gli chiede di rispondere a una domanda all'apparenza semplice, ma che in realtà è una prova di fiducia e di lealtà verso l'amicizia. Purtroppo e apparentemente, Sindbad fallisce la prova e viene cacciato via dal Regno del Caos. A questo punto decide di tornare a Siracusa per confessare di avere fallito e decide di sacrificarsi per espiare la propria colpa. Ed è proprio qui che Sindbad riesce (inconsapevolmente e involontariamente) a superare l'ultima prova e a farsi restituire il Libro della Pace, in quanto aveva stretto anche un accordo con Eris, la quale, seppur contrariata, deve restituirlo a Sindbad, il quale a sua volta lo restituisce a Siracusa e con esso anche il suo splendore perduto. Alla fine tutto si risolve per il meglio e Sindbad acquista anche un nuovo membro dell'equipaggio, ovvero Marina, la quale all'inizio era stata molto offesa e insultata per l'atteggiamento di Sindbad, definendolo bruto, maleducato, sessista, ingrato, primitivo e immaturo, egoista, ma su cui poi cambia opinione, ottenendo anche l'approvazione di Proteo, il quale non ha mai voluto costringerla a sposarlo per via delle convenzioni sociali e delle ragioni politiche.

La trama è un mosaico ricchissimo di riferimenti chiari e inequivocabili all' "Odissea" di Omero, quindi alla letteratura e mitologia greca, alla "Bibbia", oltre che ai grandi classici della letteratura persiana, come "Le mille e una notte", di cui si fa allusione nella battuta di Sindbad sul proprio pugnale, ovvero i mille e uno usi di un pugnale. In particolare, una scena che mi ha colpito è quella del combattimento contro il mostro Citus, mandato da Eris, nella quale Sindbad combatte in maniera acrobatica e dinamica proprio come un altro eroe persiano (ovvero il nostro caro amico, nonché nostro immaginario connazionale Dastan della Pentalogia non casualmente chiamata "Prince of Persia", i cui produttori a mio avviso hanno tratto spunto da questa scena per descrivere lo stile di combattimento con la spada del protagonista; infatti torna in mente lo stile atletico del protagonista della saga, in particolare il combattimento iniziale dello "Spirito Guerriero", visto che la scena si svolge in mare).

La grafica dei film Dreamworks è sempre stupefacente, e qui non è da meno. In particolare, i mostri incontrati e affrontati sono costruiti sapientemente attraverso un uso giustamente proporzionato della computer grafica. La musica è sempre delicata, ora lenta, ora andante, una perfetta armonia e melodia in perfetta fusione con le scene ora tranquille, ora piene di azione e colpi di scena.
I personaggi sono a dir poco grandiosi, imprevedibili, comici, irreverenti, sarcastici, spassosi, melodrammatici, tragici, permalosi, suscettibili, arroganti, prepotenti, meschini, subdoli, manipolatori, bugiardi e via scorrendo. Ma proprio questa è la ricchezza che ci si aspetta da un film come questo. Il vero messaggio, che è anche il messaggio delle storie dei viaggi originali, è scoprire il prezioso che è dentro di noi, e non un oggetto materiale per colmare un qualche vuoto che ci portiamo dietro, accettando di saperlo gestire senza lasciarsi sopraffare da esso, scatenando il Caos dentro e attorno a noi, di cui Eris è l'incarnazione assoluta. Per come la vedo, questo lungometraggio targato Dreamworks ha sdoganato molti temi molto imprevedibili e di difficile comprensione, interpretazione e contestualizzazione, e lo ha fatto in modo molto originale, trascendendo i confini della vicenda e allargandoli, per far fare anche non solo al protagonista, ma soprattutto allo spettatore, un viaggio interiore importantissimo alla riscoperta di sé stesso e dei suoi stessi valori.