Darkside Blues
Primo impatto: character design mediocre nonostante il responsabile sia un nome molto conosciuto, trattandosi di Hiroshi Hamasaki (qui responsabile anche delle animazioni) divenuto in seguito un acclamato regista… eppure il suo tocco non è stato, come design, sempre insufficiente avendo lavorato in modo discreto (mai brillando) in molti altri anime anni '80 e prima metà anni ‘90.
Secondo impatto: la trama lenta, lineare, ma con la pecca di sembrare un prologo a qualcosa che non arriverà mai, con frasi ad effetto dei personaggi tipo (la migliore) “questo mondo è troppo luminoso anche di notte”…
Ma parliamo della trama: nel quartiere di Shinjuko che fa parte del 10% del mondo non ancora di proprietà della multinazionale Persona Century sbuca, su una carrozza trainata da cavalli neri, il protagonista. Costui arriva da uno specchio che si trova nello spazio e in cui era stato imprigionato 18 anni prima all’età di tre anni… la notizia è utile? No, perché non viene approfondita come tante altre cose non vengono approfondite. In un mondo in cui esistono magia (Darkside) e tecnologia all’avanguardia (tipo cyborg) seguiamo le vicende di personaggi che si preoccupano solo di vivere liberi nel loro quartiere, e di personaggi che si muovono al soldo, o contro, la Persona Century. Troviamo alcuni spunti buttati lì per cercare di dare profondità a tutto: lo scontro fra tirannide e pace… con i personaggi che sono tutti d’accordo col fatto che la multinazionale PC di fatto ha comprato la libertà di tutto il mondo che controlla tramite le sue succursali ma almeno non ci sono più guerre… e però per sete di guadagno ha fatto le cose più disdicevoli tipo produrre un secondo virus dell’Aids.
Ma sono solo poche battute prima di immergerci nell’azione… con il potente Darkside che fa poco e lascia tutto in mano ad altri. Il finale non sorprende ma ci sta… certo con una durata di un ora e mezza non si poteva spostare le montagne e perdersi alla ricerca di spiegazioni o sperare in altri colpi di scena. Il film si chiama Darkside blues ma la storia di Darkside non la scopriremo mai e ci chiederemo sempre: purificare le persone da che? E, soprattutto, quando avvolgerà il mondo nelle tenebre?
Secondo impatto: la trama lenta, lineare, ma con la pecca di sembrare un prologo a qualcosa che non arriverà mai, con frasi ad effetto dei personaggi tipo (la migliore) “questo mondo è troppo luminoso anche di notte”…
Ma parliamo della trama: nel quartiere di Shinjuko che fa parte del 10% del mondo non ancora di proprietà della multinazionale Persona Century sbuca, su una carrozza trainata da cavalli neri, il protagonista. Costui arriva da uno specchio che si trova nello spazio e in cui era stato imprigionato 18 anni prima all’età di tre anni… la notizia è utile? No, perché non viene approfondita come tante altre cose non vengono approfondite. In un mondo in cui esistono magia (Darkside) e tecnologia all’avanguardia (tipo cyborg) seguiamo le vicende di personaggi che si preoccupano solo di vivere liberi nel loro quartiere, e di personaggi che si muovono al soldo, o contro, la Persona Century. Troviamo alcuni spunti buttati lì per cercare di dare profondità a tutto: lo scontro fra tirannide e pace… con i personaggi che sono tutti d’accordo col fatto che la multinazionale PC di fatto ha comprato la libertà di tutto il mondo che controlla tramite le sue succursali ma almeno non ci sono più guerre… e però per sete di guadagno ha fatto le cose più disdicevoli tipo produrre un secondo virus dell’Aids.
Ma sono solo poche battute prima di immergerci nell’azione… con il potente Darkside che fa poco e lascia tutto in mano ad altri. Il finale non sorprende ma ci sta… certo con una durata di un ora e mezza non si poteva spostare le montagne e perdersi alla ricerca di spiegazioni o sperare in altri colpi di scena. Il film si chiama Darkside blues ma la storia di Darkside non la scopriremo mai e ci chiederemo sempre: purificare le persone da che? E, soprattutto, quando avvolgerà il mondo nelle tenebre?
Ho deciso di vedere questo anime soprattutto per i disegni e in effetti trovo che siano la cosa migliore dell'opera.
La storia è interessante, presenta degli spunti di riflessione importanti e penso sia lodevole anche l'uso non melenso della componente romantica. Tuttavia la trama mi sembra svolta frettolosamente (va bene, è un unico lungometraggio e per questo ha dei limiti, ma trovo più fastidioso che astuto "mettere la pulce nell'orecchio" e lì fermarsi) e, soprattutto, visto il "finale", dà l'impressione di essere un prologo, più che un'opera completa. Un esempio lampante è il fatto che uno dei personaggi venga introdotto nella storia ad un punto di massima tensione e poi scompaia, dopo aver suscitato molte aspettative. Ci sono rimasta male, sul serio. Ed è anche un vero peccato, perché nonostante tutti i personaggi siano presentati solo superficialmente, sembrano davvero interessanti e per niente stereotipati.
In sostanza, l'idea è buona, ma è stata sfruttata maluccio. È comunque un film interessante da vedere.
La storia è interessante, presenta degli spunti di riflessione importanti e penso sia lodevole anche l'uso non melenso della componente romantica. Tuttavia la trama mi sembra svolta frettolosamente (va bene, è un unico lungometraggio e per questo ha dei limiti, ma trovo più fastidioso che astuto "mettere la pulce nell'orecchio" e lì fermarsi) e, soprattutto, visto il "finale", dà l'impressione di essere un prologo, più che un'opera completa. Un esempio lampante è il fatto che uno dei personaggi venga introdotto nella storia ad un punto di massima tensione e poi scompaia, dopo aver suscitato molte aspettative. Ci sono rimasta male, sul serio. Ed è anche un vero peccato, perché nonostante tutti i personaggi siano presentati solo superficialmente, sembrano davvero interessanti e per niente stereotipati.
In sostanza, l'idea è buona, ma è stata sfruttata maluccio. È comunque un film interessante da vedere.
Il celebre scrittore (almeno in patria) Hideyuki Kikuchi, conosciuto meglio in Italia come il papà di "Vampire Hunter D", affida a Nobuyasu Furukawa, nel 1994, la regia di un lungometraggio basato su una delle sue tante storie: si tratta di "Darkside Blues", opera che ripropone atmosfere di mistero, scenari post apocalittici, arti magiche e ambientazioni prevalentemente dark da sempre riscontrate nei romanzi dell'illustre autore.
Nel cupo futuro di Darkside Blues il mondo è posseduto per il 90% da una sola azienda, la Persona Century, guidata dalla spietata famiglia Ozuki. Tra le zone che ancora sfuggono al suo controllo vi è il quartiere di Shinjuku, a Tokyo, che si è però trasformato in un pericoloso ritrovo per delinquenti di ogni tipo. Da quelle parti vive anche la giovane May, a capo di una banda di teppisti. Una notte, inspiegabilmente, da una voragine apertasi nell'asfalto fuoriesce una ragazzo a bordo di una carrozza. Quando gli viene chiesto quale sia il suo nome, il giovane risponde "Darkside".
In un crescendo di mistero e di scontri tra terroristi e sicari della Persona Century, la vicenda procede narrando la lotta di un manipolo di uomini fermamente intenzionati a riappropriarsi della propria libertà, e lo fa manifestando una certa maturità dei contenuti, che per certi versi ricorda il mitico "Akira", complici anche un panorama molto somigliante e la presenza di poteri ESP. La storia vanta una sceneggiatura più che buona con personaggi interessanti e non si sbilancia mai nè in favore dell'azione nè dei dialoghi (sempre ottimi), rivestendo tutto sommato una collocazione nella media. Il finale è discutibile come anche il ruolo del protagonista, al primo impatto intrigante, ma a lungo andare inconsistente.
Il livello realizzativo è probabilmente il fattore più riuscito, grazie ad ottimi effetti di luce che rendono il clima idoneo, un character design di prima categoria e una valida colonna sonora.
Niente male il doppiaggio italiano, nonostante la bassa popolarità del prodotto.
Soddisfacente.
Nel cupo futuro di Darkside Blues il mondo è posseduto per il 90% da una sola azienda, la Persona Century, guidata dalla spietata famiglia Ozuki. Tra le zone che ancora sfuggono al suo controllo vi è il quartiere di Shinjuku, a Tokyo, che si è però trasformato in un pericoloso ritrovo per delinquenti di ogni tipo. Da quelle parti vive anche la giovane May, a capo di una banda di teppisti. Una notte, inspiegabilmente, da una voragine apertasi nell'asfalto fuoriesce una ragazzo a bordo di una carrozza. Quando gli viene chiesto quale sia il suo nome, il giovane risponde "Darkside".
In un crescendo di mistero e di scontri tra terroristi e sicari della Persona Century, la vicenda procede narrando la lotta di un manipolo di uomini fermamente intenzionati a riappropriarsi della propria libertà, e lo fa manifestando una certa maturità dei contenuti, che per certi versi ricorda il mitico "Akira", complici anche un panorama molto somigliante e la presenza di poteri ESP. La storia vanta una sceneggiatura più che buona con personaggi interessanti e non si sbilancia mai nè in favore dell'azione nè dei dialoghi (sempre ottimi), rivestendo tutto sommato una collocazione nella media. Il finale è discutibile come anche il ruolo del protagonista, al primo impatto intrigante, ma a lungo andare inconsistente.
Il livello realizzativo è probabilmente il fattore più riuscito, grazie ad ottimi effetti di luce che rendono il clima idoneo, un character design di prima categoria e una valida colonna sonora.
Niente male il doppiaggio italiano, nonostante la bassa popolarità del prodotto.
Soddisfacente.
Peccato che questo Film non abbia avuto un seguito! La storia è molto interessante, e più che mai realistica e attuale rispetto alla nostra società odierna.
In breve abbiamo una dinastia di oligarchi che tiene soggiogato il Mondo intero grazie alle tecnologie e ai poteri psichici di cui dispone, nonché al suo patrimonio finanziario a dir poco spaventoso.
PC: Persona Century, il secolo della Persona. Cosa di più appropriato?! Ricordo che "persona" era, nel teatro greco antico, la maschera che indossavano gli attori, e ne traggo le seguenti conclusioni:
1) siamo, in questo Film, in uno scenario di manipolazione mondiale delle coscienze da parte di pochi "burattinai";
2) ciò che domina la società è l'apparenza, e gran parte degli individui non sono che gusci vuoti, del tutto privi di capacità critiche e di pensiero autonomo.
Tutto torna alla perfezione. Benvenuti nel Mondo REALE, per chi ancora credeva di essere totalmente libero!
In breve abbiamo una dinastia di oligarchi che tiene soggiogato il Mondo intero grazie alle tecnologie e ai poteri psichici di cui dispone, nonché al suo patrimonio finanziario a dir poco spaventoso.
PC: Persona Century, il secolo della Persona. Cosa di più appropriato?! Ricordo che "persona" era, nel teatro greco antico, la maschera che indossavano gli attori, e ne traggo le seguenti conclusioni:
1) siamo, in questo Film, in uno scenario di manipolazione mondiale delle coscienze da parte di pochi "burattinai";
2) ciò che domina la società è l'apparenza, e gran parte degli individui non sono che gusci vuoti, del tutto privi di capacità critiche e di pensiero autonomo.
Tutto torna alla perfezione. Benvenuti nel Mondo REALE, per chi ancora credeva di essere totalmente libero!
Darkside Blues è un anime molto particolare. L'ho comprato affascinato dalla copertina e gli darei un giudizio discreto. Come tutte le opere di questo autore (scrittore, per la precisione) ci catapulta in un universo dark, in qualche metropoli in cui si incrociano personaggi inquietanti. I personaggi di quest'anime poi sono molto affascinanti, ognuno con qualche capacità e che avrebbero potuto benissimo essere approfonditi in una serie più lunga, magari di qualche OAV.
La storia (così come ci ha abituati l'autore) è enigmatica e anche nel finale non viene del tutto chiarita. Però Darkside Blues riesce a farci passare un po' di tempo col fiato sospeso, appassionandoci con quelle atmosfere inquietanti e un protagonista veramente cool, che sembra uno psicologo e ama scrutare l'animo di amici e nemici.
Insomma, è un anime discreto, non un capolavoro, e nemmeno da buttare. Consiglio di dargli un'occhiata.
La storia (così come ci ha abituati l'autore) è enigmatica e anche nel finale non viene del tutto chiarita. Però Darkside Blues riesce a farci passare un po' di tempo col fiato sospeso, appassionandoci con quelle atmosfere inquietanti e un protagonista veramente cool, che sembra uno psicologo e ama scrutare l'animo di amici e nemici.
Insomma, è un anime discreto, non un capolavoro, e nemmeno da buttare. Consiglio di dargli un'occhiata.