Wild Arms - Twilight Venom
Da molto tempo avevo voglia di guardare questa serie e, dopo esserci riuscito, posso dire che sono rimasto mediamente soddisfatto.
Del videogioco a cui si ispira questo titolo non so nulla, quindi non posso fare confronti tra le trame o individuare le citazioni, però ho individuato due grossi difetti e un pregio che riesce in parte a compensarli: il primo difetto riguarda il carattere troppo dispersivo della storia, che per i primi dieci episodi (e in parte anche dopo) sembra procedere a casaccio, mostrandoci tante piccole avventure autoconclusive. Certo, dei fili rossi ci sarebbero: da un lato Sheyenne, Kiel e Isaac che cercano il corpo del primo, dall'altro Loretta, Mirabelle e Jerusha che cercano tesori, e in aggiunta ci sono dei cenni riguardanti un mistero. Ma tutto questo è talmente esile che, unito alle troppe puntate riempitive, spinge lo spettatore a chiedersi che fine abbia fatto la trama principale.
C'è poi il secondo difetto, ossia una narrazione troppo semplice che non sa mai andare oltre il senza infamia e senza lode, per quanto riguarda il coinvolgimento emotivo, e gli effetti negativi di questo si vedono specialmente nella parte finale, perché, quando infine viene spiegato il mistero centrale che in teoria mescola dramma e azione, da parte dello spettatore non si avverte una tensione e una partecipazione particolari, e risulta essere un’avventura come le precedenti. Questo non significa che si tratta di un segmento narrativo orribile, tutt'altro, però non si può definire un pregio, quando quello che dovrebbe essere il momento culmine della storia non riesce ad emozionare più di tanto.
A questo aggiungo che la narrazione non riesce neppure a fare un grande lavoro coi personaggi, perché quelli buoni risultano piuttosto semplici, ciascuno costruito intorno a una singola caratteristica; sanno pure suscitare simpatia, ma non vanno oltre. Invece i cattivi non dicono nulla, fanno cose da cattivi per far andare avanti la trama e basta. Inoltre, ho notato un po’ dappertutto alcune incongruenze e forzature della trama.
Passando al pregio di cui scrivevo prima, si tratta del ritmo: “Wild Arms” è una serie che non annoia mai dall'inizio alla fine, le molte puntate autoconclusive sono raccontate col giusto brio (mostrando anche una certa inventiva come soggetto) e ho apprezzato il fatto che sappiano intrattenere ricorrendo non tanto all'azione, perché le sequenze di quel tipo sono poche e brevi, ma al senso di avventura e all'umorismo (gli episodi 7 e 8 sono per me i più divertenti).
Passando al lato tecnico, le animazioni migliori sono nei primi e negli ultimi episodi, mentre nella parte mediana della serie ci si mantiene su un livello in parte più basso, anche se mai inguardabile. Le musiche invece non mi hanno colpito molto.
Per concludere, “Wild Arms” è una serie innocua, una di quelle che si lasciano vedere, sanno pure divertire e dopo si possono dimenticare senza problemi.
Del videogioco a cui si ispira questo titolo non so nulla, quindi non posso fare confronti tra le trame o individuare le citazioni, però ho individuato due grossi difetti e un pregio che riesce in parte a compensarli: il primo difetto riguarda il carattere troppo dispersivo della storia, che per i primi dieci episodi (e in parte anche dopo) sembra procedere a casaccio, mostrandoci tante piccole avventure autoconclusive. Certo, dei fili rossi ci sarebbero: da un lato Sheyenne, Kiel e Isaac che cercano il corpo del primo, dall'altro Loretta, Mirabelle e Jerusha che cercano tesori, e in aggiunta ci sono dei cenni riguardanti un mistero. Ma tutto questo è talmente esile che, unito alle troppe puntate riempitive, spinge lo spettatore a chiedersi che fine abbia fatto la trama principale.
C'è poi il secondo difetto, ossia una narrazione troppo semplice che non sa mai andare oltre il senza infamia e senza lode, per quanto riguarda il coinvolgimento emotivo, e gli effetti negativi di questo si vedono specialmente nella parte finale, perché, quando infine viene spiegato il mistero centrale che in teoria mescola dramma e azione, da parte dello spettatore non si avverte una tensione e una partecipazione particolari, e risulta essere un’avventura come le precedenti. Questo non significa che si tratta di un segmento narrativo orribile, tutt'altro, però non si può definire un pregio, quando quello che dovrebbe essere il momento culmine della storia non riesce ad emozionare più di tanto.
A questo aggiungo che la narrazione non riesce neppure a fare un grande lavoro coi personaggi, perché quelli buoni risultano piuttosto semplici, ciascuno costruito intorno a una singola caratteristica; sanno pure suscitare simpatia, ma non vanno oltre. Invece i cattivi non dicono nulla, fanno cose da cattivi per far andare avanti la trama e basta. Inoltre, ho notato un po’ dappertutto alcune incongruenze e forzature della trama.
Passando al pregio di cui scrivevo prima, si tratta del ritmo: “Wild Arms” è una serie che non annoia mai dall'inizio alla fine, le molte puntate autoconclusive sono raccontate col giusto brio (mostrando anche una certa inventiva come soggetto) e ho apprezzato il fatto che sappiano intrattenere ricorrendo non tanto all'azione, perché le sequenze di quel tipo sono poche e brevi, ma al senso di avventura e all'umorismo (gli episodi 7 e 8 sono per me i più divertenti).
Passando al lato tecnico, le animazioni migliori sono nei primi e negli ultimi episodi, mentre nella parte mediana della serie ci si mantiene su un livello in parte più basso, anche se mai inguardabile. Le musiche invece non mi hanno colpito molto.
Per concludere, “Wild Arms” è una serie innocua, una di quelle che si lasciano vedere, sanno pure divertire e dopo si possono dimenticare senza problemi.