Usuzumizakura -Garo-
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione
Una storia lenta, ma vibrante, intensa che irretisce i sensi e fa riscoprire un mondo quasi dimenticato e rinnova l'interesse il medesimo e per le leggende, i miti e le storie personali delle persone che lo popolano. Storia che sa trasmettere un romanticismo e un senso di misticismo che poche storie sono ancora in grado di trasmettere. Signore e signori, benvenuti nel mondo di "Usuzumizakura Garo". Un'avventura dalla potenza narrativa impressionante, alla pari di altre avventure ambientate nel grandioso passato del Giappone e che sanno affascinare, appassionare e conquistare e non lasciare andare mai più chi le guarda.
Sinossi
La storia riguarda un gruppo di guerrieri esperti sia nei combattimenti, corpo a corpo, con le armi bianche e le arti magiche tipiche della tradizione giapponese che vengono convocati da uno shogun locale, il quale chiede loro di trovare il responsabile di un probabile complotto ordito a danno della propria persona. Il gruppo di guerrieri-maghi indaga, ma nel corso delle indagini conosce una certa onmyoji che sta facendo una sorta di doppio gioco per indurre il gruppo a cooperare insieme a lei nel tentativo di uccidere lo shogun Michinaga, il quale è responsabile dell'arresto e della morte di suo padre, reo di aver tentato di assassinare l'Imperatore e quindi condannato a morte. La moglie del nobile, insieme ai due figli, giura vendetta e incarica i due figli di portare a termine la vendetta secondo le sue volontà e quelle del padre. La figlia decide di impiegare un'antico rituale tramandato nella famiglia di generazione in generazione legato ad un poema tradizionale su una leggenda secondo cui se un'albero di ciliegio preciso rifiorirà risorgerà l'Usuzumizakura, il mostro del ciliegio, il quale scatenerà la sua furia sul responsabile dell'offesa. Ciò che però si viene a sapere è che il rituale richiede appunto un sacrificio umano affinché possa compiersi: si scopre che la donna sacrifica il fratello. Il mostro risorge, ma il sacrificio ha una durata limitata, ragion per cui la donna sacrifica sé stessa. A questo punto spetta al gruppo di guerrieri combattere il mostro e fermarlo. L'impresa disperata riesce ed alla fine lo shogun Michinaga viene arrestato per aver organizzato il complotto ed anche causato la morte del nobile.
Grafica e personaggi
La grafica è curata molto bene, con primi piani ben impostati ed anche inquadrature molto lente per permettere allo spettatore di meglio contemplare le scene che ivi si palesano ed anche concentrarsi meglio sui dialoghi dei personaggi e quindi percepire gli stati emotivi e sentimentali espressi dai personaggi stessi attraverso i dialoghi. I contrasti di chiaro e scuro sono ben equilibrati e riflettono le situazioni ora tranquille e leggere, ora tese e dure nelle quali i personaggi si ritrovano. I movimenti dei personaggi sono abbastanza fluidi e dinamici, tranne per qualche inquadratura dove questi diventano leggermente più meccanici. La computer grafica in 3D per la rappresentazione dei mostri è stata impiegata decisamente bene e conferisce soprattutto al mostro finale il suo giusto spessore e quindi il suo carattere e personalità che ben si riflettono anche nei versi. I personaggi sono ben rappresentati e ben impostati, immersi nella quiete e pace tipiche dell'epoca e dell'ambientazione in cui vivono ed agiscono.
Colonna sonora
La colonna sonora è molto delicata, a tratti decisamente sublime e riflette l'epoca in cui la vicenda è ambientata, conferendole una fedeltà ricercata in ossequio alla tradizione che qui ovviamente non può mancare. Originale la scelta di aggiungere degli elementi di musica latino-americana verso la fine della vicenda, come ad esprimere la passione che i protagonisti mostrano nel combattimento finale e che rimarca anche l'atmosfera incandescente dell'incendio della città, il quale funge da cornice per il combattimento medesimo.
Messaggi e insegnamenti
La pellicola ci mette nella posizione di doverci immedesimare, per meglio comprendere la vicenda, nella sua quintessenza e quindi estrapolare i messaggi solo dopo averne fatto esperienza appieno. Impone quindi di mettere a fuoco le nostre "eggregore" mentre i personaggi parlano, però senza farci capire cosa accadrà e quindi di non dare mai per scontato che possa accadere. Il messaggio principale che sorge è che di indagare fino in fondo e quindi di non essere mai precipitosi nel trarre conclusioni. Ma soprattutto il secondo messaggio che sorge è che la vendetta non paga mai e che trasformare un torto subito in un pretesto per una vendetta non è mai la soluzione giusta.
Giudizio finale
Un'opera che si fa vedere, contemplare, esplorare e che ci fa emergere nelle atmosfere più remote e antiche anche della nostra anima, spirito e mente per farci ritrovare quella pace dei medesimi aggregati psicofisici e riconnetterci con noi stessi nel tentativo di ripristinare il nostro equilibrio interiore.
Voto: 9
Introduzione
Una storia lenta, ma vibrante, intensa che irretisce i sensi e fa riscoprire un mondo quasi dimenticato e rinnova l'interesse il medesimo e per le leggende, i miti e le storie personali delle persone che lo popolano. Storia che sa trasmettere un romanticismo e un senso di misticismo che poche storie sono ancora in grado di trasmettere. Signore e signori, benvenuti nel mondo di "Usuzumizakura Garo". Un'avventura dalla potenza narrativa impressionante, alla pari di altre avventure ambientate nel grandioso passato del Giappone e che sanno affascinare, appassionare e conquistare e non lasciare andare mai più chi le guarda.
Sinossi
La storia riguarda un gruppo di guerrieri esperti sia nei combattimenti, corpo a corpo, con le armi bianche e le arti magiche tipiche della tradizione giapponese che vengono convocati da uno shogun locale, il quale chiede loro di trovare il responsabile di un probabile complotto ordito a danno della propria persona. Il gruppo di guerrieri-maghi indaga, ma nel corso delle indagini conosce una certa onmyoji che sta facendo una sorta di doppio gioco per indurre il gruppo a cooperare insieme a lei nel tentativo di uccidere lo shogun Michinaga, il quale è responsabile dell'arresto e della morte di suo padre, reo di aver tentato di assassinare l'Imperatore e quindi condannato a morte. La moglie del nobile, insieme ai due figli, giura vendetta e incarica i due figli di portare a termine la vendetta secondo le sue volontà e quelle del padre. La figlia decide di impiegare un'antico rituale tramandato nella famiglia di generazione in generazione legato ad un poema tradizionale su una leggenda secondo cui se un'albero di ciliegio preciso rifiorirà risorgerà l'Usuzumizakura, il mostro del ciliegio, il quale scatenerà la sua furia sul responsabile dell'offesa. Ciò che però si viene a sapere è che il rituale richiede appunto un sacrificio umano affinché possa compiersi: si scopre che la donna sacrifica il fratello. Il mostro risorge, ma il sacrificio ha una durata limitata, ragion per cui la donna sacrifica sé stessa. A questo punto spetta al gruppo di guerrieri combattere il mostro e fermarlo. L'impresa disperata riesce ed alla fine lo shogun Michinaga viene arrestato per aver organizzato il complotto ed anche causato la morte del nobile.
Grafica e personaggi
La grafica è curata molto bene, con primi piani ben impostati ed anche inquadrature molto lente per permettere allo spettatore di meglio contemplare le scene che ivi si palesano ed anche concentrarsi meglio sui dialoghi dei personaggi e quindi percepire gli stati emotivi e sentimentali espressi dai personaggi stessi attraverso i dialoghi. I contrasti di chiaro e scuro sono ben equilibrati e riflettono le situazioni ora tranquille e leggere, ora tese e dure nelle quali i personaggi si ritrovano. I movimenti dei personaggi sono abbastanza fluidi e dinamici, tranne per qualche inquadratura dove questi diventano leggermente più meccanici. La computer grafica in 3D per la rappresentazione dei mostri è stata impiegata decisamente bene e conferisce soprattutto al mostro finale il suo giusto spessore e quindi il suo carattere e personalità che ben si riflettono anche nei versi. I personaggi sono ben rappresentati e ben impostati, immersi nella quiete e pace tipiche dell'epoca e dell'ambientazione in cui vivono ed agiscono.
Colonna sonora
La colonna sonora è molto delicata, a tratti decisamente sublime e riflette l'epoca in cui la vicenda è ambientata, conferendole una fedeltà ricercata in ossequio alla tradizione che qui ovviamente non può mancare. Originale la scelta di aggiungere degli elementi di musica latino-americana verso la fine della vicenda, come ad esprimere la passione che i protagonisti mostrano nel combattimento finale e che rimarca anche l'atmosfera incandescente dell'incendio della città, il quale funge da cornice per il combattimento medesimo.
Messaggi e insegnamenti
La pellicola ci mette nella posizione di doverci immedesimare, per meglio comprendere la vicenda, nella sua quintessenza e quindi estrapolare i messaggi solo dopo averne fatto esperienza appieno. Impone quindi di mettere a fuoco le nostre "eggregore" mentre i personaggi parlano, però senza farci capire cosa accadrà e quindi di non dare mai per scontato che possa accadere. Il messaggio principale che sorge è che di indagare fino in fondo e quindi di non essere mai precipitosi nel trarre conclusioni. Ma soprattutto il secondo messaggio che sorge è che la vendetta non paga mai e che trasformare un torto subito in un pretesto per una vendetta non è mai la soluzione giusta.
Giudizio finale
Un'opera che si fa vedere, contemplare, esplorare e che ci fa emergere nelle atmosfere più remote e antiche anche della nostra anima, spirito e mente per farci ritrovare quella pace dei medesimi aggregati psicofisici e riconnetterci con noi stessi nel tentativo di ripristinare il nostro equilibrio interiore.
Voto: 9