Double Decker! Doug & Kirill
Anime poco conosciuto, ma che -a mio parere- è stato assolutamente godibile, nonostante non abbia chissà quale "storiona" da raccontare; riesce sempre a mantenersi bene o male su un livello accettabile.
La trama è davvero semplice, probabilmente un pochino troppo e infatti la maggior parte dei casi si risolve in maniera piuttosto scontata, e solo verso la fine verrà fuori qualcosina di più, tuttavia la storia riesce sempre a mantenersi su dei buoni ritmi, e grazie anche a un pizzico di ironia ed azione, risulterà difficile trovare momenti "morti". Un'altra grande mano alla buona riuscita dell'opera è data sicuramente dai personaggi, e in particolare dai due protagonisti, che risultano veramente ben caratterizzati, mentre per il resto del cast credo che si potesse fare decisamente qualcosa in più, ma comunque rimangono in linea con il resto della serie, e anche loro riescono a dare il proprio contributo per tenere alto l'interesse dello spettatore.
In generale, un'anime sufficiente, che nonostante la sua semplicità si lascia guardare davvero piacevolmente senza deludere. Consigliato.
Voto finale: 6.
La trama è davvero semplice, probabilmente un pochino troppo e infatti la maggior parte dei casi si risolve in maniera piuttosto scontata, e solo verso la fine verrà fuori qualcosina di più, tuttavia la storia riesce sempre a mantenersi su dei buoni ritmi, e grazie anche a un pizzico di ironia ed azione, risulterà difficile trovare momenti "morti". Un'altra grande mano alla buona riuscita dell'opera è data sicuramente dai personaggi, e in particolare dai due protagonisti, che risultano veramente ben caratterizzati, mentre per il resto del cast credo che si potesse fare decisamente qualcosa in più, ma comunque rimangono in linea con il resto della serie, e anche loro riescono a dare il proprio contributo per tenere alto l'interesse dello spettatore.
In generale, un'anime sufficiente, che nonostante la sua semplicità si lascia guardare davvero piacevolmente senza deludere. Consigliato.
Voto finale: 6.
«Double Decker! Doug & Kirill» è una serie prodotta da Sunrise e distribuita fra l’autunno 2018 e la primavera 2019, si basa su una storia originale e si dipana in tredici episodi canonici più tre “speciali”. All'annuncio è stata presentata come una sorta di spin-off di «Tiger & Bunny», ma non ci sono riferimenti diretti a questa serie, ed è un prodotto tranquillamente fruibile da chi, come me, non abbia visto la serie del 2011.
Le vicende narrate sono quelle di un’unità investigativa denominata "Seven-O" deputata al contrasto dell’"Anthem", nuova e pericolosa droga. I componenti della squadra lavorano sempre in coppia in quello che viene definito "Double Decker System". Il racconto prende il via con il (rocambolesco) formarsi di una nuova coppia di ispettori; quella formata dal veterano Doug Billingham, posato, cinico e di poche parole e il novellino Kirill Vrubel, vivace, impulsivo e con il sogno di diventare un “eroe”.
A livello di trama nulla di eccelso: qualche buon caso e nulla più, ma la miscellanea fra azione, poliziesco, commedia, in un’ambientazione fantascientifica, rendono il prodotto decisamente godibile. Il character design originale è stato affidato a Masakazu Katsura, come per «Tiger & Bunny», e il risultato è una rosa di personaggi, tutti adulti, coloratissimi, anzi decisamente “sgargianti”, ben definiti anche come personalità e molto accattivanti.
Atmosfere e riferimenti sono, più che nipponici, decisamente “americanizzanti”: esplicite citazioni a Andy Warhol, il comparire qui e là del puntinato Benday alla Roy Lichtenstein, la chiara parodia di “Cops”, l'ambientazione di un episodio in un college (con tanto di ballo di fine anno), le auto in dotazione ai detective che assomigliano molto alle DeLorean.
Le scene d’azione sono ben realizzate, la CG (quasi) sempre discreta, i dialoghi sono ironici e brillanti, il tono della serie è decisamente spensierato, gli sfondi luminosi (il mondo in cui le vicende sono ambientate ha due soli), e suggestivi.
Interessante anche la “droga” di cui la "Seven-O" si occupa: perché l’Anthem non modifica solo il comportamento, ma anche il fisico dei consumatori ed ha un effetto diverso su ogni persona, scatenando modificazioni che portano alla luce le frustrazioni dei singoli. E per fermare le persone in “overdrive” (effetto collaterale dovuto all'uso ripetuto di tale sostanza) gli agenti hanno a disposizione armi particolari in grado di sintetizzare al momento un antidoto su misura per ognuno (e, ovviamente, il tutto è coloratissimo).
Ho anche apprezzato l’opening, “Stereo to Monologue” (KiRiSaMe Undertaker), allegra e permeata da una luce bellissima e l’ending, “Buntline Special” (Vickeblanka), con una “discesa verticale” dei protagonisti che mi ha ricordato (molto da vicino) le ending di “Durarara!!”
Si sfiorano temi impegnati, ma senza pesantezza: il fine è quello di divertire (e questo aspetto diventa preponderante nei tre episodi speciali). Non ha grandi pretese ma è costruito con molta cura: sicuramente avrebbe meritato più attenzione di quanta ne abbia raccolta.
Le vicende narrate sono quelle di un’unità investigativa denominata "Seven-O" deputata al contrasto dell’"Anthem", nuova e pericolosa droga. I componenti della squadra lavorano sempre in coppia in quello che viene definito "Double Decker System". Il racconto prende il via con il (rocambolesco) formarsi di una nuova coppia di ispettori; quella formata dal veterano Doug Billingham, posato, cinico e di poche parole e il novellino Kirill Vrubel, vivace, impulsivo e con il sogno di diventare un “eroe”.
A livello di trama nulla di eccelso: qualche buon caso e nulla più, ma la miscellanea fra azione, poliziesco, commedia, in un’ambientazione fantascientifica, rendono il prodotto decisamente godibile. Il character design originale è stato affidato a Masakazu Katsura, come per «Tiger & Bunny», e il risultato è una rosa di personaggi, tutti adulti, coloratissimi, anzi decisamente “sgargianti”, ben definiti anche come personalità e molto accattivanti.
Atmosfere e riferimenti sono, più che nipponici, decisamente “americanizzanti”: esplicite citazioni a Andy Warhol, il comparire qui e là del puntinato Benday alla Roy Lichtenstein, la chiara parodia di “Cops”, l'ambientazione di un episodio in un college (con tanto di ballo di fine anno), le auto in dotazione ai detective che assomigliano molto alle DeLorean.
Le scene d’azione sono ben realizzate, la CG (quasi) sempre discreta, i dialoghi sono ironici e brillanti, il tono della serie è decisamente spensierato, gli sfondi luminosi (il mondo in cui le vicende sono ambientate ha due soli), e suggestivi.
Interessante anche la “droga” di cui la "Seven-O" si occupa: perché l’Anthem non modifica solo il comportamento, ma anche il fisico dei consumatori ed ha un effetto diverso su ogni persona, scatenando modificazioni che portano alla luce le frustrazioni dei singoli. E per fermare le persone in “overdrive” (effetto collaterale dovuto all'uso ripetuto di tale sostanza) gli agenti hanno a disposizione armi particolari in grado di sintetizzare al momento un antidoto su misura per ognuno (e, ovviamente, il tutto è coloratissimo).
Ho anche apprezzato l’opening, “Stereo to Monologue” (KiRiSaMe Undertaker), allegra e permeata da una luce bellissima e l’ending, “Buntline Special” (Vickeblanka), con una “discesa verticale” dei protagonisti che mi ha ricordato (molto da vicino) le ending di “Durarara!!”
Si sfiorano temi impegnati, ma senza pesantezza: il fine è quello di divertire (e questo aspetto diventa preponderante nei tre episodi speciali). Non ha grandi pretese ma è costruito con molta cura: sicuramente avrebbe meritato più attenzione di quanta ne abbia raccolta.