Ta ga Tame no Alchemist
Premetto, ho letto la scheda di questo “For Whom the Alchemist Exist” e mi sono accorto subito di due errori (ad oggi): il primo dice che è inedito, mentre in realtà appare gratuitamente sottotitolato su Crunchyroll; il secondo errore è la trama, nessuna di quelle cose che sono spiegate nella trama messa su AnimeClick.it accade nel film... probabilmente sono informazioni che servono da prologo e che sono necessarie, ma che non vengono spiegate (o meglio, vengono spiegate malissimo) nel film.
Il film comincia con la comparsa di maghi oscuri che distruggono tutto. Sappiamo che sono maghi perché lo dicono, altrimenti sembrerebbero robot: i quali non parlano (non uno che dica una parola per tutto il film) e non fanno magie, sparano esclusivamente raggi laser. Iniziano così a comparire i buoni, i guerrieri che lottano grazie all’alchimia; purtroppo viene rubata da un drago malvagio a cinque teste che conquista la Torre di Babel, che era il fulcro dell’alchimia di quel mondo. In qualche modo una parte della popolazione sopravvive e continua a lottare, chiamando dal nostro mondo un eroe dai poteri incredibili, ma... si tratta di una semplice ragazza terrestre un po’ imbranata...
Non proseguo con la trama e vi dico cosa ne penso della due ore (quasi) di durata di questo film: il prodotto non è malaccio, ma è lontano da essere davvero un buon prodotto; all’inizio volevo paragonarlo a “Le avventure di Leda”, un film da me visto per la prima volta agli inizi degli anni novanta, ma in effetti è tutt’altra cosa. Migliore? Peggiore? No, diversa, anche se le animazioni sono abbastanza simili nonostante la differenza di colori predominanti e di character design.
Cosa manca a questo film del 2019? Niente, e un po’ troppo: vuole mettere frasi ad effetto che non fanno effetto, abusa dell’amicizia e dei buoni sentimenti senza però conquistare il pubblico, vuole dare spessore ai personaggi, ma in una manciata di secondi che dedica ad essi non può che creare degli stereotipi, e i combattimenti sono buoni ma mancano di spettacolarità... insomma, non è brutto, ma non lo metterei in cima della mia lista di preferenze.
Le carenze sono nell’amalgamare un prodotto pieno di idee.
Premio lo sforzo con un sette, ma si poteva far meglio, esagerando meno.
Il film comincia con la comparsa di maghi oscuri che distruggono tutto. Sappiamo che sono maghi perché lo dicono, altrimenti sembrerebbero robot: i quali non parlano (non uno che dica una parola per tutto il film) e non fanno magie, sparano esclusivamente raggi laser. Iniziano così a comparire i buoni, i guerrieri che lottano grazie all’alchimia; purtroppo viene rubata da un drago malvagio a cinque teste che conquista la Torre di Babel, che era il fulcro dell’alchimia di quel mondo. In qualche modo una parte della popolazione sopravvive e continua a lottare, chiamando dal nostro mondo un eroe dai poteri incredibili, ma... si tratta di una semplice ragazza terrestre un po’ imbranata...
Non proseguo con la trama e vi dico cosa ne penso della due ore (quasi) di durata di questo film: il prodotto non è malaccio, ma è lontano da essere davvero un buon prodotto; all’inizio volevo paragonarlo a “Le avventure di Leda”, un film da me visto per la prima volta agli inizi degli anni novanta, ma in effetti è tutt’altra cosa. Migliore? Peggiore? No, diversa, anche se le animazioni sono abbastanza simili nonostante la differenza di colori predominanti e di character design.
Cosa manca a questo film del 2019? Niente, e un po’ troppo: vuole mettere frasi ad effetto che non fanno effetto, abusa dell’amicizia e dei buoni sentimenti senza però conquistare il pubblico, vuole dare spessore ai personaggi, ma in una manciata di secondi che dedica ad essi non può che creare degli stereotipi, e i combattimenti sono buoni ma mancano di spettacolarità... insomma, non è brutto, ma non lo metterei in cima della mia lista di preferenze.
Le carenze sono nell’amalgamare un prodotto pieno di idee.
Premio lo sforzo con un sette, ma si poteva far meglio, esagerando meno.
La prima cosa che ho notato, dopo pochi minuti dall'inizio di "Ta ga Tame no Alchemist", è che la storia che stavo guardando era molto diversa dalla trama che avevo letto. Probabilmente quella si riferiva al videogioco a cui è ispirato, ma questo film prende un'altra piega, intrecciando il mondo fantasy di Babel con il nostro. La parte epica della battaglia tra colpi di spada, magie e veicoli corazzati è affiancata ad una riflessione intima sulle proprie capacità: la protagonista, attanagliata dalle angosce della propria inettitudine, dovrà prendere coscienza di sé e della propria forza.
Tutto inizia in un mondo dove l'alchimia è una magia che tutti usano per i più svariati motivi, per la guerra, per la medicina, fino alle faccende domestiche; tutto all'ombra di una grande "Torre di Babel" nella quale è custodita la fonte dell'alchimia. Il funzionamento di questo mondo è spiegato chiaramente fin dall'inizio, così come la vicenda che scatena gli eventi narrati: un serpente-drago attacca la Torre e gli umani con un esercito di "maghi oscuri", privando il mondo della magia. Iniziamo così ad intravedere alcuni dei coprotagonisti che abitano questa terra fantasy e i principali "phantom", evocazioni di eroi appartenuti al passato che aiutano gli umani nelle battaglie. All'improvviso ci si ritrova nel nostro mondo, o meglio in quello di una liceale giapponese un po' imbranata sia negli sport che nello studio. A causa di una evocazione viene trascinata a Babel, provocando la sua sparizione nel nostro mondo e ponendola di fronte ad una realtà di guerra e sofferenza. Chiamata come salvatrice dell'umanità in crisi, si troverà invece ad essere una debole, una giovane goffa e indifesa da essere protetta, deludendo tutte le altre persone. Da qui partirà la sua battaglia sia fisica, per sconfiggere in combattimento i nemici e scoprire i suoi poteri innati, che mentale, per acquistare la consapevolezza di non essere solo un peso per gli altri.
La debolezza della ragazza è palese anche nel nostro mondo, nella sua realtà. A scuola viene rimproverata perché distratta, nello sport perché impacciata, a casa dalla madre perché "se non sei brava a fare niente, evita di fare qualcosa". Nel mondo di Babel si trova fin da subito a disagio, persino i bambini la deridono come incapace, per non parlare dei guerrieri forgiati da mille battaglie che riponevano nella sua evocazione tutte le loro speranze. Dovrà piano piano capire che anche lei è importante, come ciascuno che la circonda. Nessuno è uno strumento, un oggetto che può essere più o meno utile, ma ognuno è un essere con una sua dignità, persino il peggiore dei nemici.
Dal punto di vista tecnico l'uso della CGI è veramente imponente in tutte le macchine, i maghi oscuri, i mostri, le magie, però si amalgama bene ad un'animazione tradizionale che in alcune sequenze presenta anche dei virtuosismi. La durata di quasi due ore non è per nulla pesante e scorre bene, alternando scene d'azione, di vita quotidiana e d'introspezione. Il tutto condito da un discreto reparto sonoro, che regala due canzoni molto belle. Il design dei personaggi è molto particolareggiato, tranne per la protagonista, che è la classica studentessa in marinaretta, così come quello di macchinari e magie ricorda proprio lo stile dei videogiochi; per quanto riguarda i paesaggi e l'ambiente, è moto scarno e resta poco di questo mondo che sembra fatto soli di sassi e muri rotti.
Resta il problema di numerosi personaggi secondari che vengono introdotti verso la fine, ma dei quali non sappiamo niente, quasi a voler buttarli nella mischia solo per far contenti i fan della serie videoludica.
In conclusione, è una storia fantasy ricca d'azione, ma che sorprende parlando del riscatto di una persona, di come dobbiamo capire che noi siamo importanti e di come lo sia anche chi ci circonda.
Tutto inizia in un mondo dove l'alchimia è una magia che tutti usano per i più svariati motivi, per la guerra, per la medicina, fino alle faccende domestiche; tutto all'ombra di una grande "Torre di Babel" nella quale è custodita la fonte dell'alchimia. Il funzionamento di questo mondo è spiegato chiaramente fin dall'inizio, così come la vicenda che scatena gli eventi narrati: un serpente-drago attacca la Torre e gli umani con un esercito di "maghi oscuri", privando il mondo della magia. Iniziamo così ad intravedere alcuni dei coprotagonisti che abitano questa terra fantasy e i principali "phantom", evocazioni di eroi appartenuti al passato che aiutano gli umani nelle battaglie. All'improvviso ci si ritrova nel nostro mondo, o meglio in quello di una liceale giapponese un po' imbranata sia negli sport che nello studio. A causa di una evocazione viene trascinata a Babel, provocando la sua sparizione nel nostro mondo e ponendola di fronte ad una realtà di guerra e sofferenza. Chiamata come salvatrice dell'umanità in crisi, si troverà invece ad essere una debole, una giovane goffa e indifesa da essere protetta, deludendo tutte le altre persone. Da qui partirà la sua battaglia sia fisica, per sconfiggere in combattimento i nemici e scoprire i suoi poteri innati, che mentale, per acquistare la consapevolezza di non essere solo un peso per gli altri.
La debolezza della ragazza è palese anche nel nostro mondo, nella sua realtà. A scuola viene rimproverata perché distratta, nello sport perché impacciata, a casa dalla madre perché "se non sei brava a fare niente, evita di fare qualcosa". Nel mondo di Babel si trova fin da subito a disagio, persino i bambini la deridono come incapace, per non parlare dei guerrieri forgiati da mille battaglie che riponevano nella sua evocazione tutte le loro speranze. Dovrà piano piano capire che anche lei è importante, come ciascuno che la circonda. Nessuno è uno strumento, un oggetto che può essere più o meno utile, ma ognuno è un essere con una sua dignità, persino il peggiore dei nemici.
Dal punto di vista tecnico l'uso della CGI è veramente imponente in tutte le macchine, i maghi oscuri, i mostri, le magie, però si amalgama bene ad un'animazione tradizionale che in alcune sequenze presenta anche dei virtuosismi. La durata di quasi due ore non è per nulla pesante e scorre bene, alternando scene d'azione, di vita quotidiana e d'introspezione. Il tutto condito da un discreto reparto sonoro, che regala due canzoni molto belle. Il design dei personaggi è molto particolareggiato, tranne per la protagonista, che è la classica studentessa in marinaretta, così come quello di macchinari e magie ricorda proprio lo stile dei videogiochi; per quanto riguarda i paesaggi e l'ambiente, è moto scarno e resta poco di questo mondo che sembra fatto soli di sassi e muri rotti.
Resta il problema di numerosi personaggi secondari che vengono introdotti verso la fine, ma dei quali non sappiamo niente, quasi a voler buttarli nella mischia solo per far contenti i fan della serie videoludica.
In conclusione, è una storia fantasy ricca d'azione, ma che sorprende parlando del riscatto di una persona, di come dobbiamo capire che noi siamo importanti e di come lo sia anche chi ci circonda.