Psycho-Pass: Sinners of the System
"Psycho-Pass: Sinners of the System" è una serie di tre film che fa in qualche modo da cerniera fra la seconda e la terza serie di "Psycho-Pass". È quindi consigliato per completezza visionare "Sinners of the System" prima di approcciarsi alla terza serie, in particolare va visto il terzo caso. I film sono comunque composti da tre casi autoconclusivi, quindi sono sì consigliati, ma non fondamentali per seguire gli avvenimenti principali di "Psycho-Pass". È invece necessario aver visto la prima e seconda serie e il film del 2014 per poter comprendere bene la trilogia in esame in questa recensione.
I film hanno come protagonisti gli agenti che abbiamo imparato a conoscere nelle due serie precedenti e alcuni personaggi nuovi che potrebbero anche avere un ruolo all'interno di "Psycho-Pass 3". Dalle serie precedenti conosciamo solo l'ente di pubblica sicurezza e il Sybil System, qui invece si approfondisce la struttura del futuro Giappone, occupandosi anche di altri enti statali come l'Esercito e il Ministero degli Esteri. Essendo la parte inerente al sistema penale già stata ben sviscerata nella prima serie, ritengo finalmente azzeccata la scelta di occuparsi più del lato fantapolitico, in modo di non cadere nel già detto, o addirittura nel contraddittorio ("Psycho-Pass 2")
A livello di sceneggiatura, l'anello debole è il caso 1. Sceneggiato da Ryō Yoshigami, questo, nonostante una storia potenzialmente buona, presenta dei villain scialbi e Mika come protagonista, personaggio che ritengo inadatto a tale ruolo. Inoltre questo caso non aggiunge quasi nulla all'universo narrativo.
Il caso 2 e 3, invece sceneggiati da Makoto Fukami, sono decisamente migliori, focalizzati sull'aspetto militare e fantapolitico del futuro Giappone, fanno buon uso di protagonisti e villain e si ricollegano decisamente meglio alla seconda serie. Seguendo l'esempio del film singolo rilasciato nel 2014, impiegano l'alto budget per mostrare un buon assortimento di droni e delle ottime scene di combattimento. Particolarmente riuscito è il caso 3, in cui l'ex esecutore Kogami, maturato dopo avere girato l'Asia di rivoluzione in rivoluzione, come un novello Garibaldi si prepara a chiudere i conti con il suo passato. L'evoluzione del personaggio iniziata nel film del 2014 si conclude mostrando come Shinya Kogami, uccidendo Makishima, non ha semplicemente consumato la sua vendetta, ha di fatto preso il suo posto come antagonista del sistema, ma con meno intellettualismo e più umanità.
La mancanza di Urobuchi alla sceneggiatura o alla supervisione si sente, con la mancanza del sadismo e del gore gratuito che avevano caratterizzato le serie precedenti. Nonostante questo, "Sinners of the System" rimane un prodotto abbastanza crudo in certe sequenze.
Il comparto tecnico della Production I.G. è promosso: pur non essendo cambiato molto negli ultimi cinque anni, sono buone le scene d'azione, ma purtroppo le parti "full CG" ancora si amalgamano poco al resto dell'animazione. In definitiva, consiglio la visione a tutti coloro che vogliano continuare il proprio percorso nel franchise di "Psycho-Pass".
I film hanno come protagonisti gli agenti che abbiamo imparato a conoscere nelle due serie precedenti e alcuni personaggi nuovi che potrebbero anche avere un ruolo all'interno di "Psycho-Pass 3". Dalle serie precedenti conosciamo solo l'ente di pubblica sicurezza e il Sybil System, qui invece si approfondisce la struttura del futuro Giappone, occupandosi anche di altri enti statali come l'Esercito e il Ministero degli Esteri. Essendo la parte inerente al sistema penale già stata ben sviscerata nella prima serie, ritengo finalmente azzeccata la scelta di occuparsi più del lato fantapolitico, in modo di non cadere nel già detto, o addirittura nel contraddittorio ("Psycho-Pass 2")
A livello di sceneggiatura, l'anello debole è il caso 1. Sceneggiato da Ryō Yoshigami, questo, nonostante una storia potenzialmente buona, presenta dei villain scialbi e Mika come protagonista, personaggio che ritengo inadatto a tale ruolo. Inoltre questo caso non aggiunge quasi nulla all'universo narrativo.
Il caso 2 e 3, invece sceneggiati da Makoto Fukami, sono decisamente migliori, focalizzati sull'aspetto militare e fantapolitico del futuro Giappone, fanno buon uso di protagonisti e villain e si ricollegano decisamente meglio alla seconda serie. Seguendo l'esempio del film singolo rilasciato nel 2014, impiegano l'alto budget per mostrare un buon assortimento di droni e delle ottime scene di combattimento. Particolarmente riuscito è il caso 3, in cui l'ex esecutore Kogami, maturato dopo avere girato l'Asia di rivoluzione in rivoluzione, come un novello Garibaldi si prepara a chiudere i conti con il suo passato. L'evoluzione del personaggio iniziata nel film del 2014 si conclude mostrando come Shinya Kogami, uccidendo Makishima, non ha semplicemente consumato la sua vendetta, ha di fatto preso il suo posto come antagonista del sistema, ma con meno intellettualismo e più umanità.
La mancanza di Urobuchi alla sceneggiatura o alla supervisione si sente, con la mancanza del sadismo e del gore gratuito che avevano caratterizzato le serie precedenti. Nonostante questo, "Sinners of the System" rimane un prodotto abbastanza crudo in certe sequenze.
Il comparto tecnico della Production I.G. è promosso: pur non essendo cambiato molto negli ultimi cinque anni, sono buone le scene d'azione, ma purtroppo le parti "full CG" ancora si amalgamano poco al resto dell'animazione. In definitiva, consiglio la visione a tutti coloro che vogliano continuare il proprio percorso nel franchise di "Psycho-Pass".