Seven Days War
Una città di provincia, un gruppo di ragazzi più o meno amici… un incipit per molte possibili storie.
Ma non può durare, poiché una delle ragazze del gruppo dovrà trasferirsi a Tokyo, a causa della carriera politica del padre. Al che il timido ragazzo, amico d’infanzia e ovviamente innamorato di lei, prende il coraggio a due mani e.. si dichiara? No, organizza con lei una fuga, sperando che il padre capisca di doverla lasciar vivere al paese. In breve anche gli altri ragazzi si uniranno ai fuggitivi e si nasconderanno in una fabbrica abbandonata, per qualche giorno insieme. Aggiungiamo il padre di lei, deciso a riprenderla con le unghie e con i denti, una ragazzina immigrata clandestina che i nostri cercano di proteggere con le unghie e con i denti per farla ricongiungere con i suoi, anch'essi già in Giappone e si capirà perché il titolo parli addirittura di sette giorni di guerra.
Contro gli adulti che non capiscono i sentimenti dei giovani in stile “Solitudine” di Laura Pausini, contro le leggi ingiuste o contro se stessi, dato che la loro amicizia sarà messa a dura prova e avrà modo di crescere e rinforzarsi. Una contestazione contro l’età adulta che è priva dello spirito libero e indipendente dei giovani che sanno seguire il cuore, invece che mentire ad esso. Non posso negare che seguire il cuore possa portare a cocenti delusioni, come sperimenterà il protagonista alla fine del film, almeno in questo è coerente. Ciò che non è coerente è l’atteggiamento dei ragazzi che, più che in un anime sembra di ritrovarsi una storia americana per preadolescenti. I nostri, infatti, avrebbero diciassette anni, ma, nei fatti, affrontano la situazione in maniera troppo leggera e immatura.
Non esitano a mettere a repentaglio, in maniera grave, la vita di poliziotti e operai che tentano di riconquistare la fabbrica, per non parlare di altre cose che non posso spoilerare, ma alla fine nessuno si fa mai male. La grafica e la regia sono molto buone, la colonna sonora valida. Ma, in conclusione, il film risulta troppo infantile e stereotipato, con personaggi ancor più stereotipati, perdonabile se i protagonisti avessero tredici anni, ma imperdonabile per dei diciassettenni. Effetto reso ancora più intenso dalla visione della “Collina dei papaveri” che mostrava dei veri diciassettenni responsabili. Il voto finale dipenderà anche dalla morale del film, ovvero che fare delle sciocchezze in gioventù fa maturare e, perché no, dà qualcosa da raccontare da adulti.
Personalmente, però, tra il quattro e il cinque assegno quattro.
Ma non può durare, poiché una delle ragazze del gruppo dovrà trasferirsi a Tokyo, a causa della carriera politica del padre. Al che il timido ragazzo, amico d’infanzia e ovviamente innamorato di lei, prende il coraggio a due mani e.. si dichiara? No, organizza con lei una fuga, sperando che il padre capisca di doverla lasciar vivere al paese. In breve anche gli altri ragazzi si uniranno ai fuggitivi e si nasconderanno in una fabbrica abbandonata, per qualche giorno insieme. Aggiungiamo il padre di lei, deciso a riprenderla con le unghie e con i denti, una ragazzina immigrata clandestina che i nostri cercano di proteggere con le unghie e con i denti per farla ricongiungere con i suoi, anch'essi già in Giappone e si capirà perché il titolo parli addirittura di sette giorni di guerra.
Contro gli adulti che non capiscono i sentimenti dei giovani in stile “Solitudine” di Laura Pausini, contro le leggi ingiuste o contro se stessi, dato che la loro amicizia sarà messa a dura prova e avrà modo di crescere e rinforzarsi. Una contestazione contro l’età adulta che è priva dello spirito libero e indipendente dei giovani che sanno seguire il cuore, invece che mentire ad esso. Non posso negare che seguire il cuore possa portare a cocenti delusioni, come sperimenterà il protagonista alla fine del film, almeno in questo è coerente. Ciò che non è coerente è l’atteggiamento dei ragazzi che, più che in un anime sembra di ritrovarsi una storia americana per preadolescenti. I nostri, infatti, avrebbero diciassette anni, ma, nei fatti, affrontano la situazione in maniera troppo leggera e immatura.
Non esitano a mettere a repentaglio, in maniera grave, la vita di poliziotti e operai che tentano di riconquistare la fabbrica, per non parlare di altre cose che non posso spoilerare, ma alla fine nessuno si fa mai male. La grafica e la regia sono molto buone, la colonna sonora valida. Ma, in conclusione, il film risulta troppo infantile e stereotipato, con personaggi ancor più stereotipati, perdonabile se i protagonisti avessero tredici anni, ma imperdonabile per dei diciassettenni. Effetto reso ancora più intenso dalla visione della “Collina dei papaveri” che mostrava dei veri diciassettenni responsabili. Il voto finale dipenderà anche dalla morale del film, ovvero che fare delle sciocchezze in gioventù fa maturare e, perché no, dà qualcosa da raccontare da adulti.
Personalmente, però, tra il quattro e il cinque assegno quattro.
Tratto da un romanzo del 1985, di cui hanno fatto anche una versione a fumetti. questo film non supera come mio personale giudizio il sei: perché? Cercavo un prodotto che parlasse in un altro modo della ribellione giovanile e poi ci doveva essere del mistero...
Io il mistero non l’ho visto, ad essere sinceri: chi ha trovato questa tematica nel film probabilmente non lo ha visto o ha voluto vedere tale componente a tutti i costi… forse c’erano nel romanzo uscito pochi mesi fa per Dynit.
Certo se lo avessi visto a pagamento gli avrei messo in conto anche il costo e la sufficienza se la scordava… fortunatamente è uno dei sei film messi da poco gratuiti sulla piattaforma VVVVID lo dico per chi volesse vederlo.
Ma cosa ho visto in questo film? Una storia che è un po’ commedia e un po’ dramma in cui dei ragazzi portano avanti una ribellione di una settimana verso il mondo degli adulti, è anche una storia sentimentale anche se alla fine nessuno si mette insieme... d’altronde io non tifavo per Mamoru il quale si può dire fortunato di non aver conquistato la ragazza che ama… perché? Perché lei è troppo stereotipata e finta per essere reale! Io lo avrei visto meglio con… beh non lo dico perché nel film non si intravede nessuna possibilità, anzi: mi spiace che neanche le altre due possibili coppie si mettano insieme, ma ammetto che non mi aspetto un proseguo e se ci fosse lo guarderò solo in mancanza di altro.
Io il mistero non l’ho visto, ad essere sinceri: chi ha trovato questa tematica nel film probabilmente non lo ha visto o ha voluto vedere tale componente a tutti i costi… forse c’erano nel romanzo uscito pochi mesi fa per Dynit.
Certo se lo avessi visto a pagamento gli avrei messo in conto anche il costo e la sufficienza se la scordava… fortunatamente è uno dei sei film messi da poco gratuiti sulla piattaforma VVVVID lo dico per chi volesse vederlo.
Ma cosa ho visto in questo film? Una storia che è un po’ commedia e un po’ dramma in cui dei ragazzi portano avanti una ribellione di una settimana verso il mondo degli adulti, è anche una storia sentimentale anche se alla fine nessuno si mette insieme... d’altronde io non tifavo per Mamoru il quale si può dire fortunato di non aver conquistato la ragazza che ama… perché? Perché lei è troppo stereotipata e finta per essere reale! Io lo avrei visto meglio con… beh non lo dico perché nel film non si intravede nessuna possibilità, anzi: mi spiace che neanche le altre due possibili coppie si mettano insieme, ma ammetto che non mi aspetto un proseguo e se ci fosse lo guarderò solo in mancanza di altro.