Yugo

C'è solo una parola per definire questo anime...estremo! Yugo il negoziatore è un anime davvero estremo e originale in cui il protagonista non è un investigatore privato, né un poliziotto, lo definirei piuttosto un avventuriero che ha scelto un lavoro pericoloso, il negoziatore di casi difficili in scenari estremi. Nei 13 episodi avremo solo due casi, uno in Pakistan ed uno in Siberia, ma bastano ed avanzano per chi cerca un anime impegnato, senza ragazzini delle superiori come protagonisti, diverso da episodi autoconclusivi mordi e fuggi e con facili situazioni umoristiche. L'umorismo è del tutto assente e l'autore punta sulla psicologica partita a scacchi che Yugo gioca con le parti dei suoi negoziati, non sempre desiderosi di venire a patti. L'azione non mancherà, però scordatevi l'eroe che uccide i cattivi o che risolve i negoziati con le armi. Yugo verrà torturato più volte, soffrirà tanto che nel secondo negoziato mi è balenata l'idea che l'autore volesse fare di Yugo un eroe un pò masochista. Tutto sembra calcolato e la sofferenza necessaria per giungere al risultato fa parte della vita che Yugo si è scelto. Mi rimane solo un dubbio, per quanto Yugo sia così bravo a negoziare casi impossibili, se fosse una persona reale quanto il suo fisico potrebbe reggere nel tempo? L'anime presenta anche una serie di comprimari poco sviluppati che probabilmente trovano più spazio del manga.

Non conoscevo il manga a suo tempo proposto da Panini, ma dopo aver visto il primo in cui si parlava di trame hollywoodiana mi è venuta voglia di vederlo.
Le 13 puntate narrano le prime 2 negoziazioni in Pakistan e Russia. Tecnicamente la realizzazione è nella media, con non molte scene di azioni ma sufficienti. Il disegno è abbastanza simile a quel poco che ho visto del manga.
Il voto finale è una media tra la prima metà che merita appena una sufficienza risultando troppo lenta e quindi noiosa e la seconda che mi è piaciuta non poco. Maggiore suspance ed ogni episodio lascia la voglia di vedere il successivo.
Lo consiglio a chi vuole buone storie basate sul fascino di paesi differenti e sul "normalità" del protagonista.