Devilman - La serie televisiva
"Devilman" è una delle serie più iconiche di Nagai; si tratta di un diavolo molto potente che è inviato sulla terra dalla tribù dei demoni risvegliatasi da suo sonno per dominare il mondo: egli assume le sembianze di un giovane, Akira Fudo, e viene adottato dai Makimura, amici dei genitori di Akira, ma s'innamora della loro figlia, Miki. Perciò Devilman non vuole più attendere al compito che gli era stato assegnato dalla tribù dei demoni e diventa un traditore.
Di qui una serie di scontri con i vari demoni che cercano di eliminarlo: si tratta di un canovaccio quindi abbastanza semplice; comunque Devilman cattura l’attenzione per i demoni contro cui combatte in un contesto che oscilla tra il grottesco e il truculento e la storia ha una sua originalità che l’ha resa famosa.
Forse, al di là di consuete leggerezze narrative e di animazione di anime dell’epoca, la storia, basata su una idea di fondo interessante, poteva essere almeno un pochino meglio valorizzata. La cosa che sorprende è infatti che Miki e i familiari e i conoscenti di Akira pur vendendo spesso coinvolti da interventi di demoni, sembrino non fare caso alla continuità di queste vicende e li rimuovano da una puntata all’altra, senza porsi alcun problema o minimo dubbio se stia succedendo qualcosa. Detto questo, Devilman conserva un suo fascino, non mancano anche le scenette che rubano un sorriso, le musiche di fondo incalzanti come altri anime di anni '70 rimangono impresse, e piacerà sicuramente ai fan di Nagai.
Come voto finale darei un 8, più però per le idee di fondo della storia e il personaggio in sé, che per il suo svolgimento effettivo.
Di qui una serie di scontri con i vari demoni che cercano di eliminarlo: si tratta di un canovaccio quindi abbastanza semplice; comunque Devilman cattura l’attenzione per i demoni contro cui combatte in un contesto che oscilla tra il grottesco e il truculento e la storia ha una sua originalità che l’ha resa famosa.
Forse, al di là di consuete leggerezze narrative e di animazione di anime dell’epoca, la storia, basata su una idea di fondo interessante, poteva essere almeno un pochino meglio valorizzata. La cosa che sorprende è infatti che Miki e i familiari e i conoscenti di Akira pur vendendo spesso coinvolti da interventi di demoni, sembrino non fare caso alla continuità di queste vicende e li rimuovano da una puntata all’altra, senza porsi alcun problema o minimo dubbio se stia succedendo qualcosa. Detto questo, Devilman conserva un suo fascino, non mancano anche le scenette che rubano un sorriso, le musiche di fondo incalzanti come altri anime di anni '70 rimangono impresse, e piacerà sicuramente ai fan di Nagai.
Come voto finale darei un 8, più però per le idee di fondo della storia e il personaggio in sé, che per il suo svolgimento effettivo.
Serie televisiva anni '70 dedicata a "Devilman", serie che non conoscevo e che ho recuperato tramite un amico che mi ha prestato i dvd.
La storia
Il demone Devilman si impossessa del corpo di un ragazzo di nome Akira, questo demone si innamora di una ragazza di nome Miki e perciò invece di usare i suoi poteri per portare caos nel mondo deciderà di usarli per combattere altri demoni, uccidendone almeno uno per episodio (si tratta di demoni tutti diversi fra loro e dotati di poteri diversi).
Giudizio
L'anime è molto vecchiotto, grafica e effetti visivi sono imbarazzanti se confrontati con quelli di oggi, lo stesso vale per le animazioni che sono ridicole, ma la fantasia nel creare i vari demoni e i vari duelli che ne susseguono intrattengono abbastanza, e gli scontri sono abbastanza interessanti. La storia poi non è affatto male, anche se c'è una certa ripetitività negli episodi, almeno dopo un certo numero di episodi.
Un anime vecchiotto, buono per trama e come intrattenimento, di poco valore come animazioni e grafica che ovviamente essendo degli anni '70 non sono minimamente paragonabili con gli anime attuali.
La storia
Il demone Devilman si impossessa del corpo di un ragazzo di nome Akira, questo demone si innamora di una ragazza di nome Miki e perciò invece di usare i suoi poteri per portare caos nel mondo deciderà di usarli per combattere altri demoni, uccidendone almeno uno per episodio (si tratta di demoni tutti diversi fra loro e dotati di poteri diversi).
Giudizio
L'anime è molto vecchiotto, grafica e effetti visivi sono imbarazzanti se confrontati con quelli di oggi, lo stesso vale per le animazioni che sono ridicole, ma la fantasia nel creare i vari demoni e i vari duelli che ne susseguono intrattengono abbastanza, e gli scontri sono abbastanza interessanti. La storia poi non è affatto male, anche se c'è una certa ripetitività negli episodi, almeno dopo un certo numero di episodi.
Un anime vecchiotto, buono per trama e come intrattenimento, di poco valore come animazioni e grafica che ovviamente essendo degli anni '70 non sono minimamente paragonabili con gli anime attuali.
Ragazzi, finalmente ecco un'esauriente recensione della vetusta serie televisiva dedicata a "Devilman", nella quale tenterò di risolvere l'eterno dilemma: memorabile o mezza fetecchia? Premessa obbligatoria: non è lo spietato essere del geniale manga di Go Nagai, bensì la sua controfigura "tokusatsu" sfornata dalla catena di montaggio a marchio Toei. Una via di mezzo tra l'immarcescibile "Ultraman" (con tanto di raggio a braccia incrociate!) e il capostipite di tutti i supereroi - vivi, morti, clonati e resuscitati -, vale a dire "Superman" (sfreccia nel cielo esattamente come un aereo a reazione!). Dulcis in fundo, per non farci mancare proprio nulla, possiamo trovare in bella vista l'imbarazzante corrispettivo della arcinota bat-cintura. Gli mancava solo una 'devil-caverna' e una 'devil-mobile', e, secondo me, qualche individuo infervorato aveva pure avuto il coraggio di pensarci sopra dopo una 'riunione creativa' a base di saké in qualche semi-nascosto izakaya di Shinjuku!
Il disegno volutamente rozzo e i tratti marcati a mo' di furioso ricalco a carboncino, che non fanno che aumentare l'asprezza dell'opera, derivano dall'intervento massiccio dello staff di Kazuo Komatsubara, e quindi ancora ancorato allo stile grezzo di "Tiger Mask", terminato solo un anno prima. Di tecnologie digitali non ve n'era nemmeno l'ombra, e i pochi accrocchi meccanici come multi-plane camera (per dare profondità e parallasse) e rotoscopio (per rendere le animazioni più verosimili) vennero accantonati in un angolo. Talvolta sembrava veramente di vedere il gigante verde menta destreggiarsi in concitate lotte in pieno stile catch con gli orripilanti nemici di turno (i quali arrivavano diligentemente uno alla volta!), declamando a squarciagola i nomi delle improbabili armi speciali. Tante inquadrature dal basso, rumori di passi amplificati all'ennesima potenza e interi quartieri rasi al suolo per mostrare a tutto tondo la mastodontica mole dell'uomo-diavolo che ha perso la testa per una inacidita Miki (e inizialmente se ne frega del resto dell'umanità). E in questo, anzi solo in questo, segue abbastanza fedelmente l'incipit originale, compreso il prologo tra i ghiacci e le spiegazioni sull'avvento della stirpe dei demoni. Peccato che uno dei personaggi principali, Ryo, fulcro di tutti gli eventi focali, sia praticamente scomparso nel nulla (cestinato senza pietà dagli sceneggiatori della nota casa nipponica).
Se nei primissimi episodi la quantità di splatter è decisamente ridotta, dal quarto si nota una rapida recrudescenza in quanto a violenza e horror, passando con nonchalance da teste mozzate, corpi disciolti e una nutrita sequela di altre nefandezze assortite, con nulla da invidiare alla serie culto "Bem - Il mostro umano" del 1969 (il genere era rimasto in gran voga tra il finire dei sessanta e l'inizio dei settanta). In tutti i casi a smorzare la tensione ci pensano le numerose gag di stampo tezukiano dello strampalato preside e dello sfigatissimo insegnante (che non sono bastate, però, a mitigare i vari comitati di genitori, lanciati in vere e proprie crociate contro fumetti e cartoni animati).
Il character design è alquanto traballante, gli occhi soffrono di strabismo cronico, i colori cambiano man mano che si avvicendano i vari staff, all'epoca composti altresì da casalinghe part-time e addetti giovanissimi alle prime armi, un po' come per "Mazinga Z", l'altro best-seller nagaiano. Akira Fudo non è certo un adone in questo adattamento TV e la sensuale Silen, relegata al ruolo di comparsa, sembra una vecchia racchia. In compenso, gli avversari sono decisamente ripugnanti, come vuole la tradizione, e riescono a incutere quel sano terrore e a trasmettere un genuino senso dell'orrido ai piccoli telespettatori: da questo lato l'immaginazione della sezione 'sviluppo mostri infernali & affini inc.' della Dynamic Kikaku galoppava a ritmo serrato. Da notare, in alcuni personaggi di sesso femminile, l'inconfondibile mano di Shingo Araki, ormai destinato a diventare uno dei maggiori professionisti del settore (non sarà questa la prima volta che subentra a serie in corso per affiancare i vari veterani e portare una ventata di freschezza).
Nota di demerito per il doppiaggio italiano, non riesco a distinguere più di tre/quattro voci in tutto l'anime. Menzione di merito invece per la splendida sigla dei "Cavalieri del Re", invecchiata con classe e forse una delle più riascoltate e tramandate fino ai giorni nostri.
Insomma, "Devilman", tokusatsu o kaiju, supereroe o wrestler, blu o marrone, rimane sempre "Devilman" e le atmosfere lugubri, i vicoli fatiscenti, i tramonti abbaglianti, i suoni sporchi e lo psichedelismo degli anni '70 sono stati comunque rispettati.
Il disegno volutamente rozzo e i tratti marcati a mo' di furioso ricalco a carboncino, che non fanno che aumentare l'asprezza dell'opera, derivano dall'intervento massiccio dello staff di Kazuo Komatsubara, e quindi ancora ancorato allo stile grezzo di "Tiger Mask", terminato solo un anno prima. Di tecnologie digitali non ve n'era nemmeno l'ombra, e i pochi accrocchi meccanici come multi-plane camera (per dare profondità e parallasse) e rotoscopio (per rendere le animazioni più verosimili) vennero accantonati in un angolo. Talvolta sembrava veramente di vedere il gigante verde menta destreggiarsi in concitate lotte in pieno stile catch con gli orripilanti nemici di turno (i quali arrivavano diligentemente uno alla volta!), declamando a squarciagola i nomi delle improbabili armi speciali. Tante inquadrature dal basso, rumori di passi amplificati all'ennesima potenza e interi quartieri rasi al suolo per mostrare a tutto tondo la mastodontica mole dell'uomo-diavolo che ha perso la testa per una inacidita Miki (e inizialmente se ne frega del resto dell'umanità). E in questo, anzi solo in questo, segue abbastanza fedelmente l'incipit originale, compreso il prologo tra i ghiacci e le spiegazioni sull'avvento della stirpe dei demoni. Peccato che uno dei personaggi principali, Ryo, fulcro di tutti gli eventi focali, sia praticamente scomparso nel nulla (cestinato senza pietà dagli sceneggiatori della nota casa nipponica).
Se nei primissimi episodi la quantità di splatter è decisamente ridotta, dal quarto si nota una rapida recrudescenza in quanto a violenza e horror, passando con nonchalance da teste mozzate, corpi disciolti e una nutrita sequela di altre nefandezze assortite, con nulla da invidiare alla serie culto "Bem - Il mostro umano" del 1969 (il genere era rimasto in gran voga tra il finire dei sessanta e l'inizio dei settanta). In tutti i casi a smorzare la tensione ci pensano le numerose gag di stampo tezukiano dello strampalato preside e dello sfigatissimo insegnante (che non sono bastate, però, a mitigare i vari comitati di genitori, lanciati in vere e proprie crociate contro fumetti e cartoni animati).
Il character design è alquanto traballante, gli occhi soffrono di strabismo cronico, i colori cambiano man mano che si avvicendano i vari staff, all'epoca composti altresì da casalinghe part-time e addetti giovanissimi alle prime armi, un po' come per "Mazinga Z", l'altro best-seller nagaiano. Akira Fudo non è certo un adone in questo adattamento TV e la sensuale Silen, relegata al ruolo di comparsa, sembra una vecchia racchia. In compenso, gli avversari sono decisamente ripugnanti, come vuole la tradizione, e riescono a incutere quel sano terrore e a trasmettere un genuino senso dell'orrido ai piccoli telespettatori: da questo lato l'immaginazione della sezione 'sviluppo mostri infernali & affini inc.' della Dynamic Kikaku galoppava a ritmo serrato. Da notare, in alcuni personaggi di sesso femminile, l'inconfondibile mano di Shingo Araki, ormai destinato a diventare uno dei maggiori professionisti del settore (non sarà questa la prima volta che subentra a serie in corso per affiancare i vari veterani e portare una ventata di freschezza).
Nota di demerito per il doppiaggio italiano, non riesco a distinguere più di tre/quattro voci in tutto l'anime. Menzione di merito invece per la splendida sigla dei "Cavalieri del Re", invecchiata con classe e forse una delle più riascoltate e tramandate fino ai giorni nostri.
Insomma, "Devilman", tokusatsu o kaiju, supereroe o wrestler, blu o marrone, rimane sempre "Devilman" e le atmosfere lugubri, i vicoli fatiscenti, i tramonti abbaglianti, i suoni sporchi e lo psichedelismo degli anni '70 sono stati comunque rispettati.
Nel 1972 Go Nagai era un affermato autore di commedie scolastiche spinte e i suoi lavori erano conosciuti in tutto in Giappone. Volendosi scrollare di dosso l'etichetta di autore umoristico, Nagai aveva deciso di dedicarsi ad un genere più drammatico, ovvero l'horror satanico, con "Mao Dante" (1971). Quest'opera rimase incompiuta, ma ebbe l'effetto di metterlo in luce con i dirigenti della Toei, che gli chiesero di realizzare per loro una serie anime su un personaggio demoniaco. Iniziò così la saga di "Devilman" manga e anime. Il manga di Nagai risultò però troppo violento e difficile per potere essere proposto ai bambini, il target naturale della serie TV, e per questo motivo le due versioni differiscono completamente. I punti di contatto stanno nel chara del protagonista, anche se nell'anime Devilman è vestito e più simile a un super eroe americano che a un satiro nudo, e in qualche personaggio; l'idea dei demoni nascosti sotto l'Himalaya deriva direttamente da "Mao Dante" ed è stata abbandonata in "Devilman" manga.
La serie TV è stata realizzata da un team di registi ed è un lavoro più dello staff della Toei che di Nagai, che all'epoca era concentrato sui manga, difatti "Devilman", "Mazinga Z" e "Cutie Honey" nascono tutti in rapida successione in quegli anni d'oro. Tra lo staff va ricordato il grande Kazuo Komatsubara: questa è la sua prima prova importante, ma si tratta di un artista di prima classe che ha lavorato al chara design di decine di serie robotiche. Basti dire che è lui che ideò il chara originale di "Goldrake" (Shingo Araki venne dopo, a partire dal quarantanovesimo episodio; Araki che è stato anche un animatore di "Devilman"), di "Getter Robot", "Gakeen", "Balatack", "Harlock", "Galaxy Express", "Bryger" e molti altri anime, inclusi gli OAV di "Devilman" degli anni ottanta.
Il "Devilman" televisivo fu un grande successo di pubblico in Giappone; grazie a questo successo Nagai poté proporre alla Toei un'idea balzana che gli era saltata in mente, quella di un anime in cui compariva un robot gigante pilotato come fosse una moto... ma questa è un altra storia. A guardare bene, il successo di "Devilman" non nasce da chissà quale geniale innovazione, ma da puro fiuto commerciale. La Toei sapeva benissimo che il genere tokusatsu spopolava tra i bambini, visto che già produceva vari telefilm del genere: ha semplicemente pensato di portare il canovaccio tokusatsu in animazione. Se invece di "Devilman" ci fosse stato un altro eroe in grado di diventare un gigante e che combatteva contro dei mostri, il successo sarebbe stato assicurato comunque. Non si capisce come questa semplice idea non sia venuta in mente ad altri. Leggendo la biografia manga di Tezuka si scopre che uno dei motivi del fallimento della Mushi Productions è stato l'arrivo dei tokusatsu, che rubavano spettatori a "Kimba" e alle altre produzioni dell'epoca. I bambini amavano i mostri giganti, le scene spettacolari di distruzione della città, le storie semplici e ripetitive: questi sono gli anni d'oro per i film di "Godzilla", che da film drammatici per adulti si trasformano in film spettacolari per bambini. Tuttavia la Mushi non recepì mai il messaggio e tentò di contrastare gli spettacolari tokusatsu puntando su buone storie ("Ashita no Joe", "Sasurai No Taiyou") che però non erano apprezzate dal pubblico più giovane. La Toei invece seppe dare ai bambini ciò che volevano: "Devilman" fu un grande successo e da questo successo nacquero "Mazinger" e tutti i robot giganti degli anni settanta, tutti basati sul canovaccio tokusatsu, perlomeno fino all'arrivo di "Gundam".
Per lo spettatore moderno "Devilman TV" sorprende per la pochezza tecnica: era una serie realizzata al risparmio e si vede, molto più povera di serie anche di poco posteriori, come "Cutie Honey" o i "Gatchaman", che sono del 1973. Inoltre sorprende per l'estrema violenza, essendo una serie destinata a bambini dei primi anni delle elementari. In quasi tutte le puntate il protagonista, Akira, se ne va in giro in moto a prendere a cinghiate tutti quelli che incontra. In questo senso è l'anime più diseducativo che si possa immaginare, ma erano altri tempi, e dal punto di vista della storia il carattere di Akira è giustificato dal fatto di essere stato posseduto da un demone (Amon) e avere quindi i suoi istinti. A questa violenza si associano delle gag elementari e personaggi caricaturali come il fratellino di Miki, che rivelano il target dell'anime.
La struttura delle puntate è fissa e il finale non è particolarmente pregnante: è una puntata come tutte le altre in cui compare un cattivo chiamato Godman. Sarebbe stato possibile realizzare altre mille puntate. Nonostante la povertà del format certe scene rimangono impresse: specialmente si ricorda la puntata in cui a Devilman vengono strappate le ali. Le musiche di Go Misawa sono buone e adatte alla bisogna.
Il mio voto è probabilmente troppo risicato, ma purtroppo è difficile apprezzare la genialità della serie adesso, quando siamo stati viziati da decine di serie successive realizzate molto meglio. È comunque una pietra miliare nella storia degli anime, primo tokusatsu animato e precursore del genere robotico.
La serie TV è stata realizzata da un team di registi ed è un lavoro più dello staff della Toei che di Nagai, che all'epoca era concentrato sui manga, difatti "Devilman", "Mazinga Z" e "Cutie Honey" nascono tutti in rapida successione in quegli anni d'oro. Tra lo staff va ricordato il grande Kazuo Komatsubara: questa è la sua prima prova importante, ma si tratta di un artista di prima classe che ha lavorato al chara design di decine di serie robotiche. Basti dire che è lui che ideò il chara originale di "Goldrake" (Shingo Araki venne dopo, a partire dal quarantanovesimo episodio; Araki che è stato anche un animatore di "Devilman"), di "Getter Robot", "Gakeen", "Balatack", "Harlock", "Galaxy Express", "Bryger" e molti altri anime, inclusi gli OAV di "Devilman" degli anni ottanta.
Il "Devilman" televisivo fu un grande successo di pubblico in Giappone; grazie a questo successo Nagai poté proporre alla Toei un'idea balzana che gli era saltata in mente, quella di un anime in cui compariva un robot gigante pilotato come fosse una moto... ma questa è un altra storia. A guardare bene, il successo di "Devilman" non nasce da chissà quale geniale innovazione, ma da puro fiuto commerciale. La Toei sapeva benissimo che il genere tokusatsu spopolava tra i bambini, visto che già produceva vari telefilm del genere: ha semplicemente pensato di portare il canovaccio tokusatsu in animazione. Se invece di "Devilman" ci fosse stato un altro eroe in grado di diventare un gigante e che combatteva contro dei mostri, il successo sarebbe stato assicurato comunque. Non si capisce come questa semplice idea non sia venuta in mente ad altri. Leggendo la biografia manga di Tezuka si scopre che uno dei motivi del fallimento della Mushi Productions è stato l'arrivo dei tokusatsu, che rubavano spettatori a "Kimba" e alle altre produzioni dell'epoca. I bambini amavano i mostri giganti, le scene spettacolari di distruzione della città, le storie semplici e ripetitive: questi sono gli anni d'oro per i film di "Godzilla", che da film drammatici per adulti si trasformano in film spettacolari per bambini. Tuttavia la Mushi non recepì mai il messaggio e tentò di contrastare gli spettacolari tokusatsu puntando su buone storie ("Ashita no Joe", "Sasurai No Taiyou") che però non erano apprezzate dal pubblico più giovane. La Toei invece seppe dare ai bambini ciò che volevano: "Devilman" fu un grande successo e da questo successo nacquero "Mazinger" e tutti i robot giganti degli anni settanta, tutti basati sul canovaccio tokusatsu, perlomeno fino all'arrivo di "Gundam".
Per lo spettatore moderno "Devilman TV" sorprende per la pochezza tecnica: era una serie realizzata al risparmio e si vede, molto più povera di serie anche di poco posteriori, come "Cutie Honey" o i "Gatchaman", che sono del 1973. Inoltre sorprende per l'estrema violenza, essendo una serie destinata a bambini dei primi anni delle elementari. In quasi tutte le puntate il protagonista, Akira, se ne va in giro in moto a prendere a cinghiate tutti quelli che incontra. In questo senso è l'anime più diseducativo che si possa immaginare, ma erano altri tempi, e dal punto di vista della storia il carattere di Akira è giustificato dal fatto di essere stato posseduto da un demone (Amon) e avere quindi i suoi istinti. A questa violenza si associano delle gag elementari e personaggi caricaturali come il fratellino di Miki, che rivelano il target dell'anime.
La struttura delle puntate è fissa e il finale non è particolarmente pregnante: è una puntata come tutte le altre in cui compare un cattivo chiamato Godman. Sarebbe stato possibile realizzare altre mille puntate. Nonostante la povertà del format certe scene rimangono impresse: specialmente si ricorda la puntata in cui a Devilman vengono strappate le ali. Le musiche di Go Misawa sono buone e adatte alla bisogna.
Il mio voto è probabilmente troppo risicato, ma purtroppo è difficile apprezzare la genialità della serie adesso, quando siamo stati viziati da decine di serie successive realizzate molto meglio. È comunque una pietra miliare nella storia degli anime, primo tokusatsu animato e precursore del genere robotico.
Purtroppo non riesco a dare la sufficienza a quest'anime, anche se è un classico. Infatti risente degli anni e non è assolutamente paragonabile agli horror contemporanei quali Hellsing, Vampire Hunter D, ecc.
Più che un anime horror, poi, è un anime di "robottoni", sul genere di Goldrake, Mazinga, ecc. per intenderci. Infatti la struttura è la stessa, noiosissima: in ogni puntata appare un mostro nuovo che viene distrutto. Non si capisce poi perché il Grande Zenon non mandi i nemici direttamente tutti in una volta, ma solo uno per volta. Mah!
Anche il modo di combattere e le armi di Devilman sono praticamente quelle di un robot e non di un demone.
Comunque, a parte una partenza interessante con spunti horror, il resto è monotonia con forti sferzate di trash e rare parentesi divertenti. Infatti, alla 35° puntata ho ceduto e ho cambiato anime. Ne sconsiglio quindi la visione.
Più che un anime horror, poi, è un anime di "robottoni", sul genere di Goldrake, Mazinga, ecc. per intenderci. Infatti la struttura è la stessa, noiosissima: in ogni puntata appare un mostro nuovo che viene distrutto. Non si capisce poi perché il Grande Zenon non mandi i nemici direttamente tutti in una volta, ma solo uno per volta. Mah!
Anche il modo di combattere e le armi di Devilman sono praticamente quelle di un robot e non di un demone.
Comunque, a parte una partenza interessante con spunti horror, il resto è monotonia con forti sferzate di trash e rare parentesi divertenti. Infatti, alla 35° puntata ho ceduto e ho cambiato anime. Ne sconsiglio quindi la visione.
Nonostante sia una serie che ha fatto storia, a me personalmente non è mai piaciuta perché mette in luce troppa violenza ed egoismo con scene e caratterizzazioni molto crude. Inoltre si respira un'atmosfera molto cupa e misteriosa. Non è la tipica storia dove si risponde al male con il bene, ma al contrario, dove ciascuno cerca di sopraffare l'altro con tutta la forza e la violenza possibile. Do voto 6 solo per la bellissima sigla dei Cavalieri del Re.
Capolavoro assoluto firmato Nagai. A mio avviso la sua opera più riuscita. Questo Devilman si differenzia parecchio dalla vera edizione cartacea (che ho letto già 10 volte), poiche all'epoca della trasposizione in Tv venne chiesto allo stesso Nagai di rivedere la storia cartacea, considerata troppo cruda e violenta, al fine di creare una serie tv; Nagai all'epoca si rifiutò di stravolgere la sua opera originale e venne creato allora questo DEVILMAN, che presenta notevoli differenze. A mio avviso comunque la serie merita davvero. Io personalmente l'ho conosciuto proprio tramite l'edizione televisiva anni 80, e poi decisi di leggere l'edizione cartacea per conoscere la vera storia Naganiana.
La serie televisiva, costituita da 39 episodi, resta comunque cruda e violenta e per bambini di 7 - 8 anni non era certo il massimo e non lo sarebbe nemmeno oggi.
Ad ogni modo una serie molto bella un cult che merita di essere vista. Inoltre tutti i nostalgici di anime anni 80 non potranno che essere d'accordo nel dire che Devilman rappresenta un autentico capolavoro firmato Nagai.
La serie televisiva, costituita da 39 episodi, resta comunque cruda e violenta e per bambini di 7 - 8 anni non era certo il massimo e non lo sarebbe nemmeno oggi.
Ad ogni modo una serie molto bella un cult che merita di essere vista. Inoltre tutti i nostalgici di anime anni 80 non potranno che essere d'accordo nel dire che Devilman rappresenta un autentico capolavoro firmato Nagai.
Famoso personaggio creato da Go Nagai all'inizio degli anni settanta in forma cartacea poi trasposto in versione animata.
E' la stessa Toei Animation, rimasta colpita dal fumetto di Mao Dante, che propone a Go Nagai a produrre la seria animata pur con delle modifiche sostanziali. Nagai non accetta e si concentra sul manga.
Ci sono due registi che si alternano:
Masayuki Akihi, famoso anche per aver diretto Ryu, il ragazzo delle caverne e Tomoharu Katsumata che ha anche diretto Capitan Futuro.
Le musiche sono composte da Goh Misawa.
La serie vede come protagonista Amon che nel primo episodio, dopo avere sconfitto altri due demoni, prende il corpo di Akira Fudo ormai deceduto. Inizialmente il suo compito è di riportare il regno dei demoni sulla terra eliminando la specie umana.
L'anime, a differenza del manga, è leggero ed edulcorato nei contenuti in modo da adattarsi al giovane pubblico giapponese dei primi anni settanta.
Non era possibile utilizzare integralmente e fedelmente il manga in quanto la violenza e le forti tematiche erano troppo in anticipo rispetto allo standard del periodo, specialmente il costume.
Le puntante sono quasi sempre autoconclusive, di solito un nuovo demone viene inviato per uccidere il traditore Devilman che si è schierato dalla parte del genere umano in quanto si è innamorato della bella Miki.
Devilman prevale grazie a tutta una serie di armi speciali come le ali di Devilman, il raggio di Devilman, lampo di Devilman, le lame taglienti e le scosse elettriche.
Le trame di questi episodi sono abbastanza prevedibili e dopo un po' iniziano a diventare noiose.
La sigla iniziale italiana è famosissima ed è cantata dai mitici Cavalieri Del Re, mentre quella giapponese è ben fatta, ancora adesso mi ritrovo a canticchiare il suo ritornello.
Il finale è chiaramente buonista e differente rispetto al manga ed anche qui non si può criticare la scelta della produzione, altrimenti non avrebbero potuto trasmetterlo.
In definitiva è un anime mediocre, fatto per sfruttare il personaggio Devilman, secondo me potete evitare di vedere la serie; se proprio volete guardatevi solo i primi episodi, poi continuerà sempre su quella linea.
Consiglio di vedere invece i tre oav fatti negli anni Ottanta che riprendono le vicende del fumetto.
Attualmente non esiste una versione in dvd di questo anime, e per ora non ne è stata annunciata la pubblicazione.
Un anime molto particolare ed intenso.
I caratteri che emergono da quest'opera è sempre il discorso legato al confine tra il bene e il male, laddove qui ne viene data una visione molto cupa e horror della trama.
I continui spargimenti di sangue, possedimenti da parte delle creature infernali, stragi e nessun rispetto per la vita umana rendono perfettamente l'idea di un cartone molto violento e spinto in più punti.
Ciò che davvero terrorizza però è ben altro, ovvero secondo la visione dell'autore che l'uomo arriva ad accettare di diventare uno strumento di una creatura infernale non solo per assecondare una vita di animaleschi istinti sopiti, ma anche per far in modo che in quello stato nessun altro essere doveva subire il suo stesso destino, perchè sarebbe stata una fonte di dolore ben maggiore per il protagonista.
E quando ci si troverà davanti ad affrontare il diavolo in persona che questo particolare emergerà del tutto, la differenza tra due creature comunque create da dio, dio che non può far nulla per impedire questo scontro, ma può certo alleviarne le sofferenze una volta che tutto è compiuto, dio è stato fantasioso nel creare due destini così simili e in contrasto tra loro, dove il bene vince sul male nonostante le loro assurde sembianze, dove la fine di tutto può essere l'inizio stesso di tutto, affinché l'umanità soffra di meno, un loro simile si è preso sulle sue spalle un giogo così oneroso per dare speranza alle genti.
Si nota chiaramente una visione tarda medievale dell'oltretomba, della divinità e perfino delle sacre scritture, laddove il pensiero dell'autore che emerge meglio è proprio questo, donarsi al proprio destino per renderne migliore un altro in pericolo, è il motore sul quale gira tutta la storia, dall'inizio alla fine, Go Nagai ha saputo occultare molto bene e con sapienza questo elemento, sta a voi ora vederlo in TV attentamente per riuscire a carpire questo "elemento", perciò un cartone dalle forti tematiche profonde, ma da non imitarne assolutamente l'esempio.
Per i più piccoli consiglio la visione accanto ad un adulto, visto che ci sono scene un pò forti in quasi tutti gli episodi, e che hanno bisogno di un commento approfondito.
Molto bella la sigla cantata dal grande Riccardo Zara, il frontman dei famosissimi Cavalieri del re.
I caratteri che emergono da quest'opera è sempre il discorso legato al confine tra il bene e il male, laddove qui ne viene data una visione molto cupa e horror della trama.
I continui spargimenti di sangue, possedimenti da parte delle creature infernali, stragi e nessun rispetto per la vita umana rendono perfettamente l'idea di un cartone molto violento e spinto in più punti.
Ciò che davvero terrorizza però è ben altro, ovvero secondo la visione dell'autore che l'uomo arriva ad accettare di diventare uno strumento di una creatura infernale non solo per assecondare una vita di animaleschi istinti sopiti, ma anche per far in modo che in quello stato nessun altro essere doveva subire il suo stesso destino, perchè sarebbe stata una fonte di dolore ben maggiore per il protagonista.
E quando ci si troverà davanti ad affrontare il diavolo in persona che questo particolare emergerà del tutto, la differenza tra due creature comunque create da dio, dio che non può far nulla per impedire questo scontro, ma può certo alleviarne le sofferenze una volta che tutto è compiuto, dio è stato fantasioso nel creare due destini così simili e in contrasto tra loro, dove il bene vince sul male nonostante le loro assurde sembianze, dove la fine di tutto può essere l'inizio stesso di tutto, affinché l'umanità soffra di meno, un loro simile si è preso sulle sue spalle un giogo così oneroso per dare speranza alle genti.
Si nota chiaramente una visione tarda medievale dell'oltretomba, della divinità e perfino delle sacre scritture, laddove il pensiero dell'autore che emerge meglio è proprio questo, donarsi al proprio destino per renderne migliore un altro in pericolo, è il motore sul quale gira tutta la storia, dall'inizio alla fine, Go Nagai ha saputo occultare molto bene e con sapienza questo elemento, sta a voi ora vederlo in TV attentamente per riuscire a carpire questo "elemento", perciò un cartone dalle forti tematiche profonde, ma da non imitarne assolutamente l'esempio.
Per i più piccoli consiglio la visione accanto ad un adulto, visto che ci sono scene un pò forti in quasi tutti gli episodi, e che hanno bisogno di un commento approfondito.
Molto bella la sigla cantata dal grande Riccardo Zara, il frontman dei famosissimi Cavalieri del re.
La serie tv di Devilman differisce dal manga sotto diversi aspetti: la trama e soprattutto, l'atmosfera generale.
L'evidente senso di ribellione e anticonformismo che caratterizzano il fumetto lasciano qui spazio a una più innocua insoddisfazione, espressa negli atteggiamenti ribelli del protagonista, che non si discosta dai personaggi nagaiani visti in altre serie tv.
L'anime per altro punta maggiormente sui momenti d'azione e quindi sui combattimenti, scelta che rende la serie piuttosto ripetitiva.
Anche la caratterizzazione grafica si discosta da quella del fumetto, per avvicinarsi maggiormente allo stile dell'animazione dell'epoca, sminuendo però la resa dei personaggi.
Devilman risulta insomma una serie godibile per i nostalgici, ma non è una delle migliori tratte dai fumetti di Nagai.
L'evidente senso di ribellione e anticonformismo che caratterizzano il fumetto lasciano qui spazio a una più innocua insoddisfazione, espressa negli atteggiamenti ribelli del protagonista, che non si discosta dai personaggi nagaiani visti in altre serie tv.
L'anime per altro punta maggiormente sui momenti d'azione e quindi sui combattimenti, scelta che rende la serie piuttosto ripetitiva.
Anche la caratterizzazione grafica si discosta da quella del fumetto, per avvicinarsi maggiormente allo stile dell'animazione dell'epoca, sminuendo però la resa dei personaggi.
Devilman risulta insomma una serie godibile per i nostalgici, ma non è una delle migliori tratte dai fumetti di Nagai.
<b>Attenzione contiene spoiler!</b>
Il progetto iniziale di Go Nagai, ossia l'evoluzione naturale di Mao Dante, trova piena realizzazione nel manga e solo in 3 OAV: il primo del 1987 col titolo "La genesi", il secondo del 1990 col titolo "L'arpia Silen" e l'ultimo del 2000 col titolo "Amon: Apocalisse di Devilman". Mentre la fedele versione cinematografica è uscita nel 2004 in Giappone. Ma a causa delle caratteristiche eccessivamente violente dei disegni e delle tematiche inadatte ad un pubblico non adulto Devilman fu parecchio modificato nella trama e nell'estetica dalla Toei animation che nel 1972 presentò un personaggio simile ai robot marcati Go Nagai. A detta di molti il Devilman TV è una copia sbiadita del Devilman degli OAV e del manga, ma a mio avviso la Toei ha inevitabilmente innalzato l'aspetto contenutistico del personaggio, lasciandone anche aperta la possibilità di un seguito. Il contenuto satanista del personaggio di Go Nagai appare evidente nel finale della storia dove trionfa il male che riesce a pervadere l'animo di tutti gli esseri umani che si uccidono a vicenda fino all'estinzione, ed il bene ha una drammatica fine poiché il mezzo di sfida di Satana nei confronti di Dio è proprio il destino morale dell'umanità. Nel Devilman della Toei il contenuto spirituale raggiunge l'apice, rispetto anche a qualsiasi altro fumetto mai realizzato. Infatti assisteremo ad una sconfitta gravissima inflitta al male, che simbolicamente risiede nel cuore di Devilman, un demone che attraverso l'amore inizierà la sua ascensione al bene dapprima innamorandosi di Miki e poi al grado di Angelo difendendo la vita stessa di tutto il genere umano. Il Devilman TV così si trasforma in una potente contrapposizione religiosa alla tematica satanista del Devilman originale di Go Nagai.
Il progetto iniziale di Go Nagai, ossia l'evoluzione naturale di Mao Dante, trova piena realizzazione nel manga e solo in 3 OAV: il primo del 1987 col titolo "La genesi", il secondo del 1990 col titolo "L'arpia Silen" e l'ultimo del 2000 col titolo "Amon: Apocalisse di Devilman". Mentre la fedele versione cinematografica è uscita nel 2004 in Giappone. Ma a causa delle caratteristiche eccessivamente violente dei disegni e delle tematiche inadatte ad un pubblico non adulto Devilman fu parecchio modificato nella trama e nell'estetica dalla Toei animation che nel 1972 presentò un personaggio simile ai robot marcati Go Nagai. A detta di molti il Devilman TV è una copia sbiadita del Devilman degli OAV e del manga, ma a mio avviso la Toei ha inevitabilmente innalzato l'aspetto contenutistico del personaggio, lasciandone anche aperta la possibilità di un seguito. Il contenuto satanista del personaggio di Go Nagai appare evidente nel finale della storia dove trionfa il male che riesce a pervadere l'animo di tutti gli esseri umani che si uccidono a vicenda fino all'estinzione, ed il bene ha una drammatica fine poiché il mezzo di sfida di Satana nei confronti di Dio è proprio il destino morale dell'umanità. Nel Devilman della Toei il contenuto spirituale raggiunge l'apice, rispetto anche a qualsiasi altro fumetto mai realizzato. Infatti assisteremo ad una sconfitta gravissima inflitta al male, che simbolicamente risiede nel cuore di Devilman, un demone che attraverso l'amore inizierà la sua ascensione al bene dapprima innamorandosi di Miki e poi al grado di Angelo difendendo la vita stessa di tutto il genere umano. Il Devilman TV così si trasforma in una potente contrapposizione religiosa alla tematica satanista del Devilman originale di Go Nagai.
Ritengo Devilman il piu' grande anime ideato da quel genio di Go Nagai. Crudo, violento al punto giusto da rendere realistica la storia. La stessa cattiveria del protagonista lo rende piu' vero, piu' umano dei tanti paladini "senza macchia e paura". Akira combatte il male con il male, risponde alla forza con altrettanta forza. Davvero la storia dell'animazione giapponese. A chi legge consiglio vivamente il manga originale, piu' bello della serie animata, e i 3 OAV: eccezionali!
Ho da poco terminto di rivedere Delilman, non lo vedevo dai tempi della mia infanzia, e devo ammettere che me lo ricordavo molto meglio. Non ho mai letto il fumeto di Nagai, ma mi sembra di aver capito che questa serie si discosti molto dall'originale cartaceo. Quest' anime è decisamente infantile, la trama è banalizzata, la comicità demenziale è eccesssiva e anche dal pumto di visata tecnico (disegni ed animazioni) non è un granche. Nonostante tutto gli do' un 5 e non meno perchè è comunque un mito della mia infanzia.
Ragazzi non posso che essere negativo ma questo anime è adatto a bambini. Niente a che vedere con il capolavoro creato da Go-Nagai che definirei (non azzardatamente) una pietra miliare del manga, o con gli oav cruenti con un ostile grafico bestiale e una storia che, seppure con le sue lacune (dovute allo stacco tra i primi 2 oav e il 3) presenta un rifacimento veritiero della storia di Devilman racchiusa in 5 volumetti riediti dalla D-VISUAL che ha dato lo spunto alla creazione dopo quasi 20 anni di un'altra serie di tutto rispetto AMON che si inserisce perfettamente negli spazi temporali lasciati da Go Nagai. Sarò stato troppo drastico ma io vi consiglierei gli oav e i manga perchè la serie tv risulta discostarsi, di parecchio e su punti salienti, dalla storia originale.
Dato che non ce una pagina per gli OAV di devilman inserisco qua la mia recensione (per gli OAV appunto). Devilman La Genesi incommincia come una favola, ed in effetti lo e`, e solo che e una favola molto cupa e tenebrosa. La storia poi e di altissimo livello e risulta molto originale. Ma l`elemento che piu`mi ha fatto stupire e il mistero. L`apparire di Ryo Asuka, che per me era il personaggio piu`carismatico di tutti, insieme ad Akira ovviamente, la narrazione, la regia, le musiche, il design. Tutto e perfetto. Per poi non parlare delle scene d`azione che erano bellissime. Il primo capitolo mi e piaciuto piu` del secondo, cioe` L`arpia Silen. Ma devo dire che comunque siamo diffronte ad un capolavoro e naturalmente un classico dell`animazione giapponese.
Genio e sregolatezza di Go Nagai espressi in un cartone: questo è Devilman!!!!
Un anime che trasgressivo è dire poco - per gli anni '70 ormai tocca dire, comunque... - la storia di un demone che si fonde e poi convive con un umano(Amon e Akira Fudo), per poi combattere i mostri che lo reputano un traditore ormai ha fatto storia, cosi' come le scene di combattimenti feroci e violenze esplicite. Ottimo il chara design, mentre a parte i due-tre protagonisti, l'anime è pieno di macchiette più comiche che altro. Comunque un capisaldo dell'animazione.
Un anime che trasgressivo è dire poco - per gli anni '70 ormai tocca dire, comunque... - la storia di un demone che si fonde e poi convive con un umano(Amon e Akira Fudo), per poi combattere i mostri che lo reputano un traditore ormai ha fatto storia, cosi' come le scene di combattimenti feroci e violenze esplicite. Ottimo il chara design, mentre a parte i due-tre protagonisti, l'anime è pieno di macchiette più comiche che altro. Comunque un capisaldo dell'animazione.
Francamente quest'anime oggi perde moltissimo perché si basa sulla stessa struttara antiquata di Mazinga Z, ed è privo delle incredibili cose presenti nel manga e negli OAV (parlo della trama ovviamente).
Chi ha letto il manga o, meglio, a visto i 3 OAV rimarrà deluso dalla serie TV che sembra la versione per bambini di Devilman (e probabilmente lo è).
Consiglio a tutti di vedere i 3 OAV di Devilman, dove ben si capisce chi è realmente devilmen, nonostante si sia azzardatamente tentato di racchiudere tutta la saga di devilman in soli 3 OAV (il gap tra il secondo ed il terzo OAV è immenso).
Chi ha letto il manga o, meglio, a visto i 3 OAV rimarrà deluso dalla serie TV che sembra la versione per bambini di Devilman (e probabilmente lo è).
Consiglio a tutti di vedere i 3 OAV di Devilman, dove ben si capisce chi è realmente devilmen, nonostante si sia azzardatamente tentato di racchiudere tutta la saga di devilman in soli 3 OAV (il gap tra il secondo ed il terzo OAV è immenso).
Sinceramente non ricordo se ho mai visto l'ultima puntata o meno. E' per caso quella dove lui dopo aver affrontato il tipo biondo (che avrebbe dovuto essere la scialba e miserrima fotocopia di Ryo) che si trasforma in una specie di manta-pipistrello si reca sull'Hymalaya ad affrontare Zenon e aver detto a Miki chi è?
Magari ricordo male.
Ad ogni modo, la serie è del 72, quindi ha i suoi bei 33 anni, le trame degli episodi sono molto simili, come è già stato detto, ovvero, introduzione, arriva il nuovo demone che fa qualche danno, lui si trasforma, viene ferito, torna alla vita quotidiana, ricombatte il demone e lo sconfigge definitivamente e c'è il classico happy end.
Diversamente dal manga qui ci sono nuovi personaggi, a partire dal preside e dal professore della scuola (che mi pare siano usati anche in altre serie nagaiane, tipo Cutey Honey), i compagni di scuola di Akira, dove tra i tanti c'è il secchione che prende severe frustate di cinghia dal nostro, non ci sono scene particolarmente edulcurate se non quelle fatte in patria, i demoni sono vestiti (vedi LaLa o Silen), Akira usa la cintura per fare a botte e il sangue si vede come ne L'Uomo Tigre. Tra le differenze con il manga, abbiamo anche l'introduzione di Lala, demone innamorato di Akira/Devilman, che ha il ruolo di commediante per stemperare le scene violente. Tragica e futile la sua morte. Poi c'è il demone spia che fa da avversario ad Akira in forma umana, che fisicamente doveva ricordare Ryo, ma non ha nemmeno l'1x1milione dello charme di Ryo.
Infine, questo Devilman è legato all'universo robotico nagaiano in quanto compare nell'OAV Mazinger Z vs Devilman, dove viene creato il Jet Scrander, e nel manga di Gosaku Ota, che lo ripropone "ufficialmente" per dare le ali a Mazinga.
Una curiosità, legata all'anime, ma soprattutto all'OAV. In Italia è stato inserito nel film di montaggio Goldrake contro gli Ufo Robot, e di questo film esistono ben 2 doppiaggi con 2 finali differenti!!!!! In uno di dice che Devilman muoia, senza MAI far vedere la sua morte, nell'altro, invece, si vede la sua crocifissione da parte di Ashura e dei demoni, con il finale dove Mazinga Z grazie allo scrander vola sulle nuvole e lo salva.
Belle le musiche, sia originali, che quelle dei Cavalieri del Re, che ne fanno un cult per tutti i fan.
Magari ricordo male.
Ad ogni modo, la serie è del 72, quindi ha i suoi bei 33 anni, le trame degli episodi sono molto simili, come è già stato detto, ovvero, introduzione, arriva il nuovo demone che fa qualche danno, lui si trasforma, viene ferito, torna alla vita quotidiana, ricombatte il demone e lo sconfigge definitivamente e c'è il classico happy end.
Diversamente dal manga qui ci sono nuovi personaggi, a partire dal preside e dal professore della scuola (che mi pare siano usati anche in altre serie nagaiane, tipo Cutey Honey), i compagni di scuola di Akira, dove tra i tanti c'è il secchione che prende severe frustate di cinghia dal nostro, non ci sono scene particolarmente edulcurate se non quelle fatte in patria, i demoni sono vestiti (vedi LaLa o Silen), Akira usa la cintura per fare a botte e il sangue si vede come ne L'Uomo Tigre. Tra le differenze con il manga, abbiamo anche l'introduzione di Lala, demone innamorato di Akira/Devilman, che ha il ruolo di commediante per stemperare le scene violente. Tragica e futile la sua morte. Poi c'è il demone spia che fa da avversario ad Akira in forma umana, che fisicamente doveva ricordare Ryo, ma non ha nemmeno l'1x1milione dello charme di Ryo.
Infine, questo Devilman è legato all'universo robotico nagaiano in quanto compare nell'OAV Mazinger Z vs Devilman, dove viene creato il Jet Scrander, e nel manga di Gosaku Ota, che lo ripropone "ufficialmente" per dare le ali a Mazinga.
Una curiosità, legata all'anime, ma soprattutto all'OAV. In Italia è stato inserito nel film di montaggio Goldrake contro gli Ufo Robot, e di questo film esistono ben 2 doppiaggi con 2 finali differenti!!!!! In uno di dice che Devilman muoia, senza MAI far vedere la sua morte, nell'altro, invece, si vede la sua crocifissione da parte di Ashura e dei demoni, con il finale dove Mazinga Z grazie allo scrander vola sulle nuvole e lo salva.
Belle le musiche, sia originali, che quelle dei Cavalieri del Re, che ne fanno un cult per tutti i fan.
Sebbene il manga originale del maestro Nagai fosse indirizzato ad un pubblico adulto, questo devilman televisivo sebbene ne allievi le componenti piu' violente rimane un gioiello sia per i puristi del manga che per i telespettatori piu' o meno giovani che da trent'anni a questa parte ancora si esaltano per le avventure di Akira che sfida la sua natura demoniaca per difendere la sua amata e quindi l'umanita'. Un anime geniale, coraggioso per i suoi tempi ci racconta di un ragazzo che, morto in un incidente, veniva posseduto da un demone e combatteva i suoi nemici demoni tra colpi micidiali, sangue viola, riti propiziatori (incredibile l'episodio in cui un demone, nei panni di una bambina, istiga il compagno di giochi buttarsi sotto le rotaie) . Insomma alla faccia dei cartoni dell'ultima generazione, all'insegna dei buoni sentimenti, dove la violenza non e' neanche sottintesa, ottimi per formare una generazione di pokemon-dipendenti!
Diciamo che è abbastanza fuori luogo cercare confronti tra questo anime con il manga o gli OAV di Devilman. Nagai, tra l'altro, ha avuto ben poco a che vedere con la realizzazione di questa serie. Io per la verità un bel po' di violenza e parecchi tratti horror me li ricordo. Ricordo abbastanza chiaramente le scene dei demoni squartati o di Akira che si provoca da solo profonde ferite con delle pietre aguzze per cercare di distogliere il pensiero dall'ipnosi provocatagli da un nemico. Ad ogni modo, la struttura dell'anime è quella del robottone nagaiano ma senza il robottone. Ovvero inizio, scontro con il demone della settimana, happy end (o quasi) e così via per 39 eps...
Il voto è dovuto al personaggio, uno dei più bei personaggi mai creati dal genio di Nagai. Per il resto la serie risulta una classica serie anni 70-80, assolutamente priva di violenza esplicita e quindi assolutamente visionabile dai più piccoli (io l'ho vista quando avevo 7-8 anni enon sono diventato un killer...). Tuttavia, gli amanti del vero Amon apprezzato nei fumetti e negli OAV rimarranno delusi dall'Akira-Amon di questa serie, che risulta più un super-eroe marvelliano che un uomo-diavolo, soprattutto dopo le prime puntate.