Kemono michi: Rise Up
"Kemono Michi: Rise Up" è una serie di dodici episodi arrivata in Italia grazie alla collaborazione tra Amazon e Dynit. Non ho idea di quale fossero le intenzioni di Amazon, ma in questo modo è riuscito a venire incontro a chi, come me, sperava di vedere una serie in HD con dei sottotitoli decenti, dato che attualmente il più grande problema di questa piattaforma sono i sottotitoli scadenti e i ritardi di almeno una settimana nell'uscita degli episodi. In questo caso, "Kemono Michi: Rise Up" non solo ha ricevuto un adattamento dignitoso, ma ha potuto godere addirittura di un doppiaggio caricato costantemente una settimana dopo l’uscita dell’episodio sottotitolato.
L'autore originale di questa serie è Natsume Akatsuki, la stessa persona che un paio di anni prima aveva dato alla luce una serie satirica sugli isekai conosciuta con il titolo di "Konosuba". Con "Kemono Michi" ha riproposto lo stesso genere, inserendo molti personaggi e situazioni stravaganti, ma questa volta il risultato non è stato altrettanto buono. La serie ha come protagonista un wrestler di nome Genzo, che proprio nel bel mezzo del suo scontro finale viene evocato in un mondo fantasy allo scopo di sconfiggere il re dei demoni e le bestie demoniache al suo servizio. Il nostro eroe, però, rifiuterà categoricamente il ruolo per un motivo molto semplice: è un amante degli animali e in quanto tale non sopporta l'idea di far loro del male. Il piano di Genzo, infatti, consisteva nel ritirarsi dal mondo del wrestling subito dopo il suo scontro finale, per aprire un negozio di animali, e, nonostante sia stato trasportato in un altro mondo, non ha rinunciato al suo sogno. Il suo nuovo obiettivo, infatti, è quello di aprire un negozio in cui vendere le bestie demoniache catturate per conto della gilda. Nonostante le sue buone intenzioni, però, le voci sulla sua forza sovrumana inizieranno a diffondersi in fretta e a mutare, dando luogo a una serie di fraintendimenti.
I primi episodi sono indubbiamente fuori dagli schemi, e i successivi non sono da meno, se presi singolarmente. Il problema, però, è che la serie si concentra troppo sulle stesse battute, facendole diventare con il tempo sempre meno incisive e divertenti. Trattandosi solo di dodici episodi, l'anime non ha fatto in tempo a diventare noioso, tuttavia il calo di interesse è evidente, al punto che non credo seguirei una seconda stagione, se mai dovessero annunciarla. In particolare, a non convincere non sono solo le battute in sé, ma anche l'intera storia, dato che la seconda parte sembra quasi una copia della prima.
Detto questo, i personaggi sono molto simpatici e particolari, specialmente Genzo, che spesso fa sbellicare dalle risate a causa dei suoi ragionamenti fuori di melone. Una buona parte del merito, però, va alla performance del doppiatore giapponese, che ritengo fosse perfetto per il personaggio, specialmente nelle scene in cui il protagonista andava su tutte le furie. Riproporre una simile performance purtroppo non penso sia facile e, infatti, il doppiatore italiano non ha avuto lo stesso impatto proprio per la diversità della voce dei due doppiatori, ma è stato ugualmente molto bravo. Non avendo visto gli episodi con costanza, ho avuto modo di visionare alcuni episodi doppiati e altri sottotitolati, quindi ritengo di poter fare un paragone tra i due. I doppiatori italiani si sono dimostrati molto capaci, esattamente come mi aspettavo da un doppiaggio fornito da Dynit, e per questo, quando ne avevo la possibilità, ho preferito usufruire del doppiaggio italiano piuttosto che di quello giapponese. Ci sono state giusto un paio di frasi strane di alcune comparse, ma confrontandole con la versione originale ci si rende conto che la recitazione era la medesima, quindi, evidentemente, nella versione giapponese non ci si avrebbe fatto caso per il semplice fatto che ciò che dicono non è comprensibile a chi non parla il giapponese.
Dal punto di vista visivo, mi è piaciuto il chara, che tra l’altro è praticamente identico a quello del manga. Le animazioni, invece, sono state un po’ altalenanti. Per la maggior parte del tempo il livello è stato nella media, tuttavia in alcuni episodi si sono alternati combattimenti ben animati con scene in cui le animazioni erano letteralmente ridotte all’osso. Nell’ultimo episodio, questa differenza è ancora più evidente, dato che subito dopo un combattimento con qualche scena dinamica e fluida ce ne sono state altre costituite quasi esclusivamente da fermimmagine, al punto che sembrava quasi di star guardando dei normalissimi disegni, dato che di animazione non c’era nemmeno l’ombra.
In sostanza, si tratta di una serie sicuramente divertente, ma poco incisiva per via della sua ripetitività. Detto in parole povere, è una serie carina, ma non indispensabile, in quanto esistono molte altre serie su questo livello. In questo caso, il ridotto numero di episodi rappresenta una vera e propria fortuna per la serie, dato che con il lungo andare sarebbe diventata ancora più ripetitiva e noiosa.
L'autore originale di questa serie è Natsume Akatsuki, la stessa persona che un paio di anni prima aveva dato alla luce una serie satirica sugli isekai conosciuta con il titolo di "Konosuba". Con "Kemono Michi" ha riproposto lo stesso genere, inserendo molti personaggi e situazioni stravaganti, ma questa volta il risultato non è stato altrettanto buono. La serie ha come protagonista un wrestler di nome Genzo, che proprio nel bel mezzo del suo scontro finale viene evocato in un mondo fantasy allo scopo di sconfiggere il re dei demoni e le bestie demoniache al suo servizio. Il nostro eroe, però, rifiuterà categoricamente il ruolo per un motivo molto semplice: è un amante degli animali e in quanto tale non sopporta l'idea di far loro del male. Il piano di Genzo, infatti, consisteva nel ritirarsi dal mondo del wrestling subito dopo il suo scontro finale, per aprire un negozio di animali, e, nonostante sia stato trasportato in un altro mondo, non ha rinunciato al suo sogno. Il suo nuovo obiettivo, infatti, è quello di aprire un negozio in cui vendere le bestie demoniache catturate per conto della gilda. Nonostante le sue buone intenzioni, però, le voci sulla sua forza sovrumana inizieranno a diffondersi in fretta e a mutare, dando luogo a una serie di fraintendimenti.
I primi episodi sono indubbiamente fuori dagli schemi, e i successivi non sono da meno, se presi singolarmente. Il problema, però, è che la serie si concentra troppo sulle stesse battute, facendole diventare con il tempo sempre meno incisive e divertenti. Trattandosi solo di dodici episodi, l'anime non ha fatto in tempo a diventare noioso, tuttavia il calo di interesse è evidente, al punto che non credo seguirei una seconda stagione, se mai dovessero annunciarla. In particolare, a non convincere non sono solo le battute in sé, ma anche l'intera storia, dato che la seconda parte sembra quasi una copia della prima.
Detto questo, i personaggi sono molto simpatici e particolari, specialmente Genzo, che spesso fa sbellicare dalle risate a causa dei suoi ragionamenti fuori di melone. Una buona parte del merito, però, va alla performance del doppiatore giapponese, che ritengo fosse perfetto per il personaggio, specialmente nelle scene in cui il protagonista andava su tutte le furie. Riproporre una simile performance purtroppo non penso sia facile e, infatti, il doppiatore italiano non ha avuto lo stesso impatto proprio per la diversità della voce dei due doppiatori, ma è stato ugualmente molto bravo. Non avendo visto gli episodi con costanza, ho avuto modo di visionare alcuni episodi doppiati e altri sottotitolati, quindi ritengo di poter fare un paragone tra i due. I doppiatori italiani si sono dimostrati molto capaci, esattamente come mi aspettavo da un doppiaggio fornito da Dynit, e per questo, quando ne avevo la possibilità, ho preferito usufruire del doppiaggio italiano piuttosto che di quello giapponese. Ci sono state giusto un paio di frasi strane di alcune comparse, ma confrontandole con la versione originale ci si rende conto che la recitazione era la medesima, quindi, evidentemente, nella versione giapponese non ci si avrebbe fatto caso per il semplice fatto che ciò che dicono non è comprensibile a chi non parla il giapponese.
Dal punto di vista visivo, mi è piaciuto il chara, che tra l’altro è praticamente identico a quello del manga. Le animazioni, invece, sono state un po’ altalenanti. Per la maggior parte del tempo il livello è stato nella media, tuttavia in alcuni episodi si sono alternati combattimenti ben animati con scene in cui le animazioni erano letteralmente ridotte all’osso. Nell’ultimo episodio, questa differenza è ancora più evidente, dato che subito dopo un combattimento con qualche scena dinamica e fluida ce ne sono state altre costituite quasi esclusivamente da fermimmagine, al punto che sembrava quasi di star guardando dei normalissimi disegni, dato che di animazione non c’era nemmeno l’ombra.
In sostanza, si tratta di una serie sicuramente divertente, ma poco incisiva per via della sua ripetitività. Detto in parole povere, è una serie carina, ma non indispensabile, in quanto esistono molte altre serie su questo livello. In questo caso, il ridotto numero di episodi rappresenta una vera e propria fortuna per la serie, dato che con il lungo andare sarebbe diventata ancora più ripetitiva e noiosa.
È un anime non brutto, semplicemente insignificante.
Degli isekai ormai non se ne può più, "Kemono Michi" tenta di differenziarsi un minimo portando nel solito mondo fantasy un lottatore di wrestling amante del furry, che picchia chiunque parli male dei suoi amici pelosi. La premessa demenziale non viene mantenuta fino in fondo, e l'anime rimane sempre a metà strada tra il nonsense e la solita storia del salvatore: non dico che non ci siano momenti simpatici, ma in genere non fa ridere, perché non osa abbastanza dal punto di vista del demenziale, ma allo stesso tempo non appassiona, perché le vicende sono troppo virate alla commedia per coinvolgere.
Aggiungiamoci un comparto tecnico nella media e un character design che non ci consegna alcun personaggio indimenticabile, ed ecco che alla fine dei dodici episodi la sensazione è quella di aver decisamente sprecato il tempo dedicato alla sua visione...
Degli isekai ormai non se ne può più, "Kemono Michi" tenta di differenziarsi un minimo portando nel solito mondo fantasy un lottatore di wrestling amante del furry, che picchia chiunque parli male dei suoi amici pelosi. La premessa demenziale non viene mantenuta fino in fondo, e l'anime rimane sempre a metà strada tra il nonsense e la solita storia del salvatore: non dico che non ci siano momenti simpatici, ma in genere non fa ridere, perché non osa abbastanza dal punto di vista del demenziale, ma allo stesso tempo non appassiona, perché le vicende sono troppo virate alla commedia per coinvolgere.
Aggiungiamoci un comparto tecnico nella media e un character design che non ci consegna alcun personaggio indimenticabile, ed ecco che alla fine dei dodici episodi la sensazione è quella di aver decisamente sprecato il tempo dedicato alla sua visione...