BeyBlade the Movie
Il film di Beyblade si colloca temporalmente tra la seconda e la terza serie anime, e sin dall'inizio, sulle note della sigla d'apertura di V-Force per la versione italiana, vediamo un piccolo e agilissimo ragazzino scorrazzare per la città, diretto verso il beyblade-stadio, dove i protagonisti Takao e Co. si stanno disputando l'ennesima vittoria con le trottole. Il suo nome è Daichi, e per chi ha letto il manga risultrà una figura famigliare: cresciuto in un paesino tra le montagne, dopo la morte del padre si è ripromesso di diventare sempre più forte girando il mondo in cerca di avversari sempre più potenti. Con le trottole, s'intende, e anche il suo blade, Gaia Dragon, è dotato di un Bit Power. Una curiosità: se i quattro Bit Power dei protagonisti rappresentano le quattro bestie sacre della mitologia cinese legate secondo un complesso sistema correlativo ai quattro punti cardinali (il drago l'est, la fenice il sud, la tigre l'ovest, la tartaruga il nord), Gaia Dragon corrisponde al centro, considerato anch'esso punto cardinale secondo la tradizione cinese.
Ma torniamo al film: per testare la sua forza, Daichi sfida dunque Takao, ed è da questo primo, agguerritissimo scontro che si sviluppa la vicenda, piena a mio parere di momenti filler - quali la vacanza dei campioni dopo il sopracitato toneo - fino al temibile incontro con i "dark bladers", ragazzi posseduti da controparti malvagie dei quattro animali sacri del drago azzurro, della tigre bianca, della tartaruga nera e della fenice rossa. L'origine di questi bit non è approfondita, di conseguenza tutta la storia lascia abbastanza indifferenti. Il tutto si conclude banalmente in uno scontro per liberare Daichi, la cui anima viene a sua volta assorbita sotto il controllo di questi bit power. Naturalmente non si potrà che avere un lieto fine, ma il problema è: cosa lascia la storia nello spettatore? Il nulla più assoluto, a mio parere.
Pertanto, nonostante la buona realizzazione grafica - abbiamo un metodo d'illustrazione tutto nuovo sia per trottole sia per Bit Power: computer grafica mischiata a disegni a mano per le prime, figure 3D per i secondi, che appaiono così dettagilatissimi e assai gradevoli da vedere - questo film come storia è piuttosto scarso, e annoierà lo spettatore che vi riponeva alte aspettative.
In conclusione, ricordo di averlo trovato noioso persino a quattordici anni, nel mio momento di massimo interesse verso Beylade, pertanto non mi sentirei di vederlo o tantomeno consigliarlo a nessuno, se non a qualche bambino o ragazzino che abbia seguito le serie principali. Ma alla fine non è nulla di imperdibile, si sarebbe potuta direttamente risparmiare tale creazione, che non riesce proprio ad assestarsi su un livello sufficiente. Se siete veramente interessati alla saga di Beyblade, guardatevi le serie regolari o leggete anche il manga, sono molto meglio.
Ma torniamo al film: per testare la sua forza, Daichi sfida dunque Takao, ed è da questo primo, agguerritissimo scontro che si sviluppa la vicenda, piena a mio parere di momenti filler - quali la vacanza dei campioni dopo il sopracitato toneo - fino al temibile incontro con i "dark bladers", ragazzi posseduti da controparti malvagie dei quattro animali sacri del drago azzurro, della tigre bianca, della tartaruga nera e della fenice rossa. L'origine di questi bit non è approfondita, di conseguenza tutta la storia lascia abbastanza indifferenti. Il tutto si conclude banalmente in uno scontro per liberare Daichi, la cui anima viene a sua volta assorbita sotto il controllo di questi bit power. Naturalmente non si potrà che avere un lieto fine, ma il problema è: cosa lascia la storia nello spettatore? Il nulla più assoluto, a mio parere.
Pertanto, nonostante la buona realizzazione grafica - abbiamo un metodo d'illustrazione tutto nuovo sia per trottole sia per Bit Power: computer grafica mischiata a disegni a mano per le prime, figure 3D per i secondi, che appaiono così dettagilatissimi e assai gradevoli da vedere - questo film come storia è piuttosto scarso, e annoierà lo spettatore che vi riponeva alte aspettative.
In conclusione, ricordo di averlo trovato noioso persino a quattordici anni, nel mio momento di massimo interesse verso Beylade, pertanto non mi sentirei di vederlo o tantomeno consigliarlo a nessuno, se non a qualche bambino o ragazzino che abbia seguito le serie principali. Ma alla fine non è nulla di imperdibile, si sarebbe potuta direttamente risparmiare tale creazione, che non riesce proprio ad assestarsi su un livello sufficiente. Se siete veramente interessati alla saga di Beyblade, guardatevi le serie regolari o leggete anche il manga, sono molto meglio.