Omoi, Omoware, Furi, Furare
"L'amore giovanile è una fiamma; molto graziosa, spesso molto calda e intensa, ma pur sempre leggera e tremolante. L'amore del cuore più maturo e disciplinato è come carbone, ardente e inestinguibile" (H. W. Beecher)
"Omoi, Omoware, Furi, Furare" ("Amarsi, lasciarsi" - a.k.a. "FuriFura") è un lungometraggio del 2020 di Production I.G. diretto da T Kuroyanagi (già incrociato per la non esaltante serie "Say, "I love you" del 2012) e sceneggiato da E. Yoshida (tra i tanti "Bocchi the Rock!"), tratto dall'omonimo manga shoujo di Io Sakisaka (autrice tra gli altri di "Ao Haru Ride" - "Ad un passo da te").
Si tratta di un film che condensa in un'ora e tre quarti un manga di 12 volumi e 48 capitoli pubblicato tra il 2015 e il 2019. La prima impressione che ne ho tratto è quella che, pur essendo un film di una durata medio lunga, sia un'opera che in alcuni passaggi dia la sensazione di essere forzato o affrettatto, a discapito della naturale consequenzialità della narrazione e dello sviluppo dei protagonisti, anche perché, sebbene non abbia letto il manga, il film giunge ad un finale non aperto e dando l'impressione di aver raggiunto una conclusione che ha anche il pregio di poter essere qualificata come un happy ending.
Di sicuro "FuriFura" non introduce nulla di nuovo ai soliti clichè delle storie shoujo: abbiamo la solita ragazzina carina, dolce, sensibile all'inverosimile e introversa al limite del parossismo (Yuna Ichihara), quella più sveglia, matura ma anche più contraddittoria, fragile e complessa (Akari Yamamoto), il ragazzo con la questione irrisolta dei sentimenti verso la sorellastra acquisita (Rio Yamamoto) e il classico ragazzo gentile, educato e intelligente, capace di restare sempre un passo indietro per il bene delle persone cui tiene ed in particolare con l'amica di infanzia Yuna ma che nasconde anch'egli una fragilità di mettersi in gioco sentimentalmente (Kazuomi Inui). L'ambientazione è quella delle scuole superiori, gli eventi cardine (spesso anche solo accennati) sono quelli in cui i cuori della gioventù nipponica vanno in "fibrillazione" (festival estivo, quello scolastico (scuole superiori), il Natale, i compleanni, ecc.) e gli stratagemmi per far palpitare quello degli spettatori sono rodati e sicuri (l'equivoco, il malinteso e il destino avverso - per fortuna non ci sono situazioni di antagonismo e bullismo)
E allora perché vedere il film? Beh, se si è amanti del genere, "FuriFura" rappresenta una certezza: quella di trovare tutti gli ingredienti tipici, costruiti in modo tale da creare quelle situazioni di incertezza, contrasto, aspettativa per poi introdurre i colpi di scena per garantire quel minimo di sorpresa e imprevedibilità che movimentano una trama che altrimenti sarebbe troppo lineare e scontata. Avendo anche un epilogo appagante (almeno credo), "FuriFura" avrebbe tutte le carte in regola per essere considerato un'ottima opera del genere shoujo, anche perché corroborata da un ottimo comparto tecnico (chara design, sfondi, colori, cura dei dettagli, animazioni e colonna sonora - d'altro canto Production I.G. nella sua trentennale carriera è una garanzia).
Ho scritto "avrebbe" perché, nella necessità di addivenire in tempi accettabili in un film ad un finale, la trama affronta alcuni passaggi "delicati" e "significativi" in modo a dir poco "affrettato", limitandosi a spiegarli e illustrarli con dei flashback, o "forzato" con dei cambiamenti di idea sui sentimenti di alcuni dei protagonisti che sono a dir poco spiazzanti e poco credibili. In tal senso i personaggi più "contorti" e quasi "capricciosi" (proprio per l'anomalo e potenziale legame tra loro) sembrano i due fratelli acquisiti Akari e Rio. Non vado oltre nell'aggiungere dettagli per non spoilerare, ma si capisce che per attribuire alla trama un quid novi sia stata inserita una relazione potenzialmente "complicata" (eufemismo) per sviluppare degli intrecci amorosi che potessero rendere meno lineare e più articolata lo svolgimento della storia. L'idea di per sè valida è purtroppo resa in modo troppo frettoloso e dispiace perché così illustrata fa apparire i personaggi fin troppo infantili e superficiali o perlomeno inverosimili, senza tridimensionalità e con i tipici slanci ed eccessi adolescenziali resi in modo troppo enfatico fino al grottesco. As usual manca come sempre in storie di questo tipo un po' di sano realismo (recte: fisicità delle relazioni tra ragazzi), sacrificata sull'altare del romanticismo più esasperato (vedi le immagini sognanti di Yuna e del suo sognato e idealizzato "principe azzurro") e/o del buonismo positivo (i rifiuti alle dichiarazioni sono accettati e superati senza grossi problemi e tragedie...).
"FuriFura" resta pertanto una storia poco coinvolgente ma non per questo negativa: chi volesse trascorrere quasi due ore immersi nelle dinamiche amorose intrercciate tra ragazzi, tra problemi di interazione con i genitori, sogni e aspirazioni sul futuro, in quel momento complicato di trasformazione e crescita che è rappresentato dal passaggio dell'adolescenza all'età adulta non credo che ne resterà deluso. Tutto sommato è un film tranquillo, quasi spensierato, come la definizione dell'amore con cui ho aperto questa recensione...
"Omoi, Omoware, Furi, Furare" ("Amarsi, lasciarsi" - a.k.a. "FuriFura") è un lungometraggio del 2020 di Production I.G. diretto da T Kuroyanagi (già incrociato per la non esaltante serie "Say, "I love you" del 2012) e sceneggiato da E. Yoshida (tra i tanti "Bocchi the Rock!"), tratto dall'omonimo manga shoujo di Io Sakisaka (autrice tra gli altri di "Ao Haru Ride" - "Ad un passo da te").
Si tratta di un film che condensa in un'ora e tre quarti un manga di 12 volumi e 48 capitoli pubblicato tra il 2015 e il 2019. La prima impressione che ne ho tratto è quella che, pur essendo un film di una durata medio lunga, sia un'opera che in alcuni passaggi dia la sensazione di essere forzato o affrettatto, a discapito della naturale consequenzialità della narrazione e dello sviluppo dei protagonisti, anche perché, sebbene non abbia letto il manga, il film giunge ad un finale non aperto e dando l'impressione di aver raggiunto una conclusione che ha anche il pregio di poter essere qualificata come un happy ending.
Di sicuro "FuriFura" non introduce nulla di nuovo ai soliti clichè delle storie shoujo: abbiamo la solita ragazzina carina, dolce, sensibile all'inverosimile e introversa al limite del parossismo (Yuna Ichihara), quella più sveglia, matura ma anche più contraddittoria, fragile e complessa (Akari Yamamoto), il ragazzo con la questione irrisolta dei sentimenti verso la sorellastra acquisita (Rio Yamamoto) e il classico ragazzo gentile, educato e intelligente, capace di restare sempre un passo indietro per il bene delle persone cui tiene ed in particolare con l'amica di infanzia Yuna ma che nasconde anch'egli una fragilità di mettersi in gioco sentimentalmente (Kazuomi Inui). L'ambientazione è quella delle scuole superiori, gli eventi cardine (spesso anche solo accennati) sono quelli in cui i cuori della gioventù nipponica vanno in "fibrillazione" (festival estivo, quello scolastico (scuole superiori), il Natale, i compleanni, ecc.) e gli stratagemmi per far palpitare quello degli spettatori sono rodati e sicuri (l'equivoco, il malinteso e il destino avverso - per fortuna non ci sono situazioni di antagonismo e bullismo)
E allora perché vedere il film? Beh, se si è amanti del genere, "FuriFura" rappresenta una certezza: quella di trovare tutti gli ingredienti tipici, costruiti in modo tale da creare quelle situazioni di incertezza, contrasto, aspettativa per poi introdurre i colpi di scena per garantire quel minimo di sorpresa e imprevedibilità che movimentano una trama che altrimenti sarebbe troppo lineare e scontata. Avendo anche un epilogo appagante (almeno credo), "FuriFura" avrebbe tutte le carte in regola per essere considerato un'ottima opera del genere shoujo, anche perché corroborata da un ottimo comparto tecnico (chara design, sfondi, colori, cura dei dettagli, animazioni e colonna sonora - d'altro canto Production I.G. nella sua trentennale carriera è una garanzia).
Ho scritto "avrebbe" perché, nella necessità di addivenire in tempi accettabili in un film ad un finale, la trama affronta alcuni passaggi "delicati" e "significativi" in modo a dir poco "affrettato", limitandosi a spiegarli e illustrarli con dei flashback, o "forzato" con dei cambiamenti di idea sui sentimenti di alcuni dei protagonisti che sono a dir poco spiazzanti e poco credibili. In tal senso i personaggi più "contorti" e quasi "capricciosi" (proprio per l'anomalo e potenziale legame tra loro) sembrano i due fratelli acquisiti Akari e Rio. Non vado oltre nell'aggiungere dettagli per non spoilerare, ma si capisce che per attribuire alla trama un quid novi sia stata inserita una relazione potenzialmente "complicata" (eufemismo) per sviluppare degli intrecci amorosi che potessero rendere meno lineare e più articolata lo svolgimento della storia. L'idea di per sè valida è purtroppo resa in modo troppo frettoloso e dispiace perché così illustrata fa apparire i personaggi fin troppo infantili e superficiali o perlomeno inverosimili, senza tridimensionalità e con i tipici slanci ed eccessi adolescenziali resi in modo troppo enfatico fino al grottesco. As usual manca come sempre in storie di questo tipo un po' di sano realismo (recte: fisicità delle relazioni tra ragazzi), sacrificata sull'altare del romanticismo più esasperato (vedi le immagini sognanti di Yuna e del suo sognato e idealizzato "principe azzurro") e/o del buonismo positivo (i rifiuti alle dichiarazioni sono accettati e superati senza grossi problemi e tragedie...).
"FuriFura" resta pertanto una storia poco coinvolgente ma non per questo negativa: chi volesse trascorrere quasi due ore immersi nelle dinamiche amorose intrercciate tra ragazzi, tra problemi di interazione con i genitori, sogni e aspirazioni sul futuro, in quel momento complicato di trasformazione e crescita che è rappresentato dal passaggio dell'adolescenza all'età adulta non credo che ne resterà deluso. Tutto sommato è un film tranquillo, quasi spensierato, come la definizione dell'amore con cui ho aperto questa recensione...
Ho di recente finito il manga di "Amarsi, lasciarsi", che ho molto apprezzato, e quindi ho deciso di recuperarmi l'adattamento animato che ne hanno fatto.
L'incontro tra Akari e Yuna è completamente diverso. Hanno tagliato un po' di cose, ne hanno inventate delle altre, altre ancora le hanno spostate o le hanno modificate unendole con altre, ma me lo aspettavo, visto che racchiudere dodici volumi in un'ora e quaranta di film non è facilissimo. Il problema però è che così molte scene hanno perso di significato, purtroppo. Ovviamente, per chi conosce la storia, pare abbastanza accelerato, la crescita di Yuna non si nota come dovrebbe, come anche lo svilupparsi della profonda amicizia tra lei e Akari. Il carattere da playboy di Rio viene completamente rimosso. I problemi familiari di Inui sono completamente rimossi. La storia tra lui e Akari è completamente stravolta come anche è completa la rimozione di Ryosuke.
È un film che non consiglierei sicuramente, perché sarebbe un vero peccato recuperarlo sotto questa forma, perdendo tutta la profondità della storia, dei personaggi, degli incontri e degli addii, per avere una storia accelerata e cambiata, che ho trovato ambigua, strana; nell'ultima parte di film non mi sembrava neanche più di star vedendo la stessa storia.
Per carità, bellissima la scena con la canzone dei Bump of Chicken, la più bella del film sfortunatamente, di Yuna e Rio che si inseguono per dichiararsi il loro amore, ma nel film Rio si è innamorato totalmente a caso di Yuna e in troppo poco tempo, cosa che rende la scena senza alcun senso, e ovviamente è completamente diversa dal manga, ma questo era scontato.
Però c'è da dire che poter vedere i personaggi che ho tanto amato colorati, doppiati e con delle piacevoli animazioni mi ha fatto piacere. Yuna, soprattutto, è sempre adorabile. Comunque, mi è dispiaciuto veramente molto che abbiano deciso di adattarlo così, rendendola una storia mediocre, cosa che non è, e spero che chiunque l'abbia visto abbia deciso ugualmente di recuperarsi il manga, per poi scoprirne una storia fantastica. Il film l'ho finito a forza, purtroppo, visto quanto era diventato noioso, giusto per il gusto di vederlo tutto e, se dovessi definirlo con tre semplici parole, allora direi questo: "È una schifezza".
L'incontro tra Akari e Yuna è completamente diverso. Hanno tagliato un po' di cose, ne hanno inventate delle altre, altre ancora le hanno spostate o le hanno modificate unendole con altre, ma me lo aspettavo, visto che racchiudere dodici volumi in un'ora e quaranta di film non è facilissimo. Il problema però è che così molte scene hanno perso di significato, purtroppo. Ovviamente, per chi conosce la storia, pare abbastanza accelerato, la crescita di Yuna non si nota come dovrebbe, come anche lo svilupparsi della profonda amicizia tra lei e Akari. Il carattere da playboy di Rio viene completamente rimosso. I problemi familiari di Inui sono completamente rimossi. La storia tra lui e Akari è completamente stravolta come anche è completa la rimozione di Ryosuke.
È un film che non consiglierei sicuramente, perché sarebbe un vero peccato recuperarlo sotto questa forma, perdendo tutta la profondità della storia, dei personaggi, degli incontri e degli addii, per avere una storia accelerata e cambiata, che ho trovato ambigua, strana; nell'ultima parte di film non mi sembrava neanche più di star vedendo la stessa storia.
Per carità, bellissima la scena con la canzone dei Bump of Chicken, la più bella del film sfortunatamente, di Yuna e Rio che si inseguono per dichiararsi il loro amore, ma nel film Rio si è innamorato totalmente a caso di Yuna e in troppo poco tempo, cosa che rende la scena senza alcun senso, e ovviamente è completamente diversa dal manga, ma questo era scontato.
Però c'è da dire che poter vedere i personaggi che ho tanto amato colorati, doppiati e con delle piacevoli animazioni mi ha fatto piacere. Yuna, soprattutto, è sempre adorabile. Comunque, mi è dispiaciuto veramente molto che abbiano deciso di adattarlo così, rendendola una storia mediocre, cosa che non è, e spero che chiunque l'abbia visto abbia deciso ugualmente di recuperarsi il manga, per poi scoprirne una storia fantastica. Il film l'ho finito a forza, purtroppo, visto quanto era diventato noioso, giusto per il gusto di vederlo tutto e, se dovessi definirlo con tre semplici parole, allora direi questo: "È una schifezza".
'Omoi, Omoware, Furi, Furare' (titolo inglese, 'Love Me, Love me not') è la bella trasposizione animata uscita nel 2020 del manga 'Amarsi, lasciarsi' di Yo Sakisaka.
Proprio recentemente ho voluto ritentare la visione, e valutare a distanza di tempo, con maggior obbiettività, l'effetto che avrebbe potuto farmi.
Premetto che ho amato particolarmente l'opera cartacea (forse l'opera migliore della mangaka), non mi è dispiaciuta questa versione, seppure lievemente inferiore per l'approccio allo sviluppo sentimentale di alcune situazioni, in particolare la vicenda che intercorre tra Rio e la dolce e romantica Yuna.
I personaggi sono colti bene nelle loro caratteristiche, così è bene espressa l'amicizia che nasce tra due adolescenti tanto diverse come Akari e Yuna, due ragazze quasi agli antipodi per il modo che hanno di affrontare i rispettivi turbamenti amorosi; mentre una è più cinica e quasi disincantata - ma in realtà fa solo di tutto per non mettersi in condizione di essere ferita -, l'altra è la classica sognatrice, romantica e dolce, che attende il consueto principe azzurro, e lo trova incarnato nel bel Rio, fratellastro della sua amica.
L'altro ragazzo coinvolto in questo quartetto, amico di vecchia data di Yuna, è Kazuomi, personaggio che sembra sfuggente, insicuro non solo in relazione ad Akari, ma di più per quanto riguarda la sua vita personale; in ambito amoroso, probabilmente questo suo modo di essere è dettato proprio dall'atteggiamento poco chiaro della ragazza, che lancia il sasso e poi ritira la mano.
Akari e Kazuomi sono la coppia più difficoltosa e complessa, probabilmente quelli meno sinceri verso sé stessi, dunque più tormentati quando devono esprimere i propri sentimenti, nascosti dietro rinunce e fraintendimenti veri o presunti, ma la loro storia è forse quella che nel film è meglio descritta, attraverso le immagini che trasmettono l'evoluzione e la crescita del loro sentimento.
Le scene che li riguardano hanno colori più spenti, in generale sono meno luminose, più realistiche, contrapposte a quelle un po' più oniriche che vedono protagonista l'altra coppia.
Yuna e Rio sono quelli che si lasciano trasportare dai loro sentimenti, seguono gli impulsi dettati dal cuore, senza pensare troppo alle conseguenze; così è l'atteggiamento coraggioso e ostinato di Yuna, che non rinuncia a dichiararsi, anche quando sa che sarà respinta, mentre Rio all'inizio insegue la ragazza che non può avere, per tutta una serie di ragioni che riguardano il delicato ambito famigliare, portando sullo sfondo tracce di amori non corrisposti.
Quando finalmente si farà chiarezza nel cuore di ciascuno, la scoperta dell'amore è descritto in maniera un po' repentina, e mi è sembrato mancasse il lento svelamento che avevo avvertito leggendo il manga, soprattutto da parte di Rio, che prende coscienza dei sentimenti nascenti per Yuna.
Questa cosa nel film mi è mancata un po', ma il risultato finale non posso dire che mi sia dispiaciuto; quello di Rio e Yuna è l'amore portato alla luce del sole, l'amore romantico visto come un'esplosione di petali, gioia e colori, ed è così che il film lo rappresenta.
Le animazioni sono molto belle e fluide, i colori sono limpidi e caldi, curati i dettagli e gli sfondi, il tratto del character designer pulito; manca quella sensualità che avevo avvertito nel tratto della mangaka, e questa carenza pesa un po', ma parliamo di una storia di adolescenti, e va bene così.
Il complesso generale del film resta comunque ottimo, sicuramente bello da vedere.
Proprio recentemente ho voluto ritentare la visione, e valutare a distanza di tempo, con maggior obbiettività, l'effetto che avrebbe potuto farmi.
Premetto che ho amato particolarmente l'opera cartacea (forse l'opera migliore della mangaka), non mi è dispiaciuta questa versione, seppure lievemente inferiore per l'approccio allo sviluppo sentimentale di alcune situazioni, in particolare la vicenda che intercorre tra Rio e la dolce e romantica Yuna.
I personaggi sono colti bene nelle loro caratteristiche, così è bene espressa l'amicizia che nasce tra due adolescenti tanto diverse come Akari e Yuna, due ragazze quasi agli antipodi per il modo che hanno di affrontare i rispettivi turbamenti amorosi; mentre una è più cinica e quasi disincantata - ma in realtà fa solo di tutto per non mettersi in condizione di essere ferita -, l'altra è la classica sognatrice, romantica e dolce, che attende il consueto principe azzurro, e lo trova incarnato nel bel Rio, fratellastro della sua amica.
L'altro ragazzo coinvolto in questo quartetto, amico di vecchia data di Yuna, è Kazuomi, personaggio che sembra sfuggente, insicuro non solo in relazione ad Akari, ma di più per quanto riguarda la sua vita personale; in ambito amoroso, probabilmente questo suo modo di essere è dettato proprio dall'atteggiamento poco chiaro della ragazza, che lancia il sasso e poi ritira la mano.
Akari e Kazuomi sono la coppia più difficoltosa e complessa, probabilmente quelli meno sinceri verso sé stessi, dunque più tormentati quando devono esprimere i propri sentimenti, nascosti dietro rinunce e fraintendimenti veri o presunti, ma la loro storia è forse quella che nel film è meglio descritta, attraverso le immagini che trasmettono l'evoluzione e la crescita del loro sentimento.
Le scene che li riguardano hanno colori più spenti, in generale sono meno luminose, più realistiche, contrapposte a quelle un po' più oniriche che vedono protagonista l'altra coppia.
Yuna e Rio sono quelli che si lasciano trasportare dai loro sentimenti, seguono gli impulsi dettati dal cuore, senza pensare troppo alle conseguenze; così è l'atteggiamento coraggioso e ostinato di Yuna, che non rinuncia a dichiararsi, anche quando sa che sarà respinta, mentre Rio all'inizio insegue la ragazza che non può avere, per tutta una serie di ragioni che riguardano il delicato ambito famigliare, portando sullo sfondo tracce di amori non corrisposti.
Quando finalmente si farà chiarezza nel cuore di ciascuno, la scoperta dell'amore è descritto in maniera un po' repentina, e mi è sembrato mancasse il lento svelamento che avevo avvertito leggendo il manga, soprattutto da parte di Rio, che prende coscienza dei sentimenti nascenti per Yuna.
Questa cosa nel film mi è mancata un po', ma il risultato finale non posso dire che mi sia dispiaciuto; quello di Rio e Yuna è l'amore portato alla luce del sole, l'amore romantico visto come un'esplosione di petali, gioia e colori, ed è così che il film lo rappresenta.
Le animazioni sono molto belle e fluide, i colori sono limpidi e caldi, curati i dettagli e gli sfondi, il tratto del character designer pulito; manca quella sensualità che avevo avvertito nel tratto della mangaka, e questa carenza pesa un po', ma parliamo di una storia di adolescenti, e va bene così.
Il complesso generale del film resta comunque ottimo, sicuramente bello da vedere.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Inizialmente mi aveva lasciata un po’ perplessa. Innanzitutto per il carattere di Yuna, la vedevo tremendamente fragile, troppo timida ed estremamente introversa. Non sapevo proprio cosa aspettarmi da un anime film che avesse come protagonista un personaggio di questo genere. Successivamente sono rimasta un attimo perplessa, quando Rio ha dichiarato di essere innamorato di sua sorella, Akari, quando solamente più tardi si è scoperto essere la sorellastra e quindi non consanguinea.
Nonostante ciò e alla fine di tutto, devo dire che mi ha emozionata. Yuna nel corso della storia ha fatto una grande evoluzione, da persona chiusa in sé stessa si è aperta, riscoprendosi, e lottando per quello che realmente voleva, ossia Rio. Allo stesso tempo la questione tra Rio e Akari si è risolta, è stato spiegato come portassero lo stesso cognome senza avere legami di sangue e come quello che Rio provava per Akari fosse semplicemente un’illusione, resa comprensibile dalla scoperta della vera Yuna e della sua persona, di cui poi Rio si è follemente innamorato. La relazione tra Kazuomi e Akari è stata presentata in modo più complesso. Quando Akari si è dichiarata, ci aspettavamo tutti che Kazuomi ricambiasse all’istante, ma così non è stato. È stato spiegato dopo che Kazuomi ha rifiutato Akari perché convinto che ne fosse innamorato Rio (dopo che aveva visto il loro bacio). Ha quindi agito in un’ottica di altruismo, mettendosi da parte, in quanto essendo Akari già di interesse di un suo compagno. È stato poi un susseguirsi di tempi mancati tra loro, ma alla fine sono riusciti a mettersi insieme.
Nel complesso è un film semplice, ma al contempo d’effetto. Col passare dei minuti ti tiene sempre più attaccato, sorprendendoti con grandi colpi di scena, dei quali viene poi appositamente data spiegazione più tardi.
Do un 8,5 perché se lo merita tutto, una bella trama e una bella dinamica. Tuttavia, potevano rendere le cose più movimentate fin da subito, che viceversa si sono presentate monotone, incolore e ambivalenti.
Inizialmente mi aveva lasciata un po’ perplessa. Innanzitutto per il carattere di Yuna, la vedevo tremendamente fragile, troppo timida ed estremamente introversa. Non sapevo proprio cosa aspettarmi da un anime film che avesse come protagonista un personaggio di questo genere. Successivamente sono rimasta un attimo perplessa, quando Rio ha dichiarato di essere innamorato di sua sorella, Akari, quando solamente più tardi si è scoperto essere la sorellastra e quindi non consanguinea.
Nonostante ciò e alla fine di tutto, devo dire che mi ha emozionata. Yuna nel corso della storia ha fatto una grande evoluzione, da persona chiusa in sé stessa si è aperta, riscoprendosi, e lottando per quello che realmente voleva, ossia Rio. Allo stesso tempo la questione tra Rio e Akari si è risolta, è stato spiegato come portassero lo stesso cognome senza avere legami di sangue e come quello che Rio provava per Akari fosse semplicemente un’illusione, resa comprensibile dalla scoperta della vera Yuna e della sua persona, di cui poi Rio si è follemente innamorato. La relazione tra Kazuomi e Akari è stata presentata in modo più complesso. Quando Akari si è dichiarata, ci aspettavamo tutti che Kazuomi ricambiasse all’istante, ma così non è stato. È stato spiegato dopo che Kazuomi ha rifiutato Akari perché convinto che ne fosse innamorato Rio (dopo che aveva visto il loro bacio). Ha quindi agito in un’ottica di altruismo, mettendosi da parte, in quanto essendo Akari già di interesse di un suo compagno. È stato poi un susseguirsi di tempi mancati tra loro, ma alla fine sono riusciti a mettersi insieme.
Nel complesso è un film semplice, ma al contempo d’effetto. Col passare dei minuti ti tiene sempre più attaccato, sorprendendoti con grandi colpi di scena, dei quali viene poi appositamente data spiegazione più tardi.
Do un 8,5 perché se lo merita tutto, una bella trama e una bella dinamica. Tuttavia, potevano rendere le cose più movimentate fin da subito, che viceversa si sono presentate monotone, incolore e ambivalenti.