Sam il ragazzo del west
Girovagando senza una meta precisa per internet, mi imbatto quasi per caso in un "cartone" della mia prima infanzia, che spesso guardavo sulle reti regionali, a cavallo tra '80 e '90, "Sam ragazzo del West" (titolo giapponese "Koya no Shonen Isamu", in originale dunque il nome del protagonista è, appunto, Isamu). Scopro che su animeclick questo anime non ha neanche una recensione, nessuna valutazione e neppure un'immagine; caduto completamente nel dimenticatoio anche per i nostalgici anni '80, qualcuno potrebbe pensare che forse era un anime poco memorabile. Non è così.
Basterebbe guardare chi ha lavorato alla parte tecnica per capire lo spessore di quest'opera: al character design Shingo Araki (ma chi, quello de "I Cavalieri dello Zodiaco" e "Lady Oscar"?? sì, proprio lui), alla sceneggiatura Haruya Yamazaki (sì, lo stesso sceneggiatore di Capitan Harlock), alle musiche Takeo Watanabe (già, proprio QUEL Watanabe) e alle animazioni Hayao Miyazaki. Sì, avete capito bene: Hayao Miyazaki.
Un reparto tecnico di prim'ordine che ha lavorato poggiandosi su una trama solida e molto bella. Perchè Isamu è figlio di un giapponese e una pellerossa, per questo motivo viene preso in giro, deriso ed isolato. Suo padre scompare quando lui era appena nato e viene preso da una banda di banditi senza scrupoli che lo crescono educandolo come un criminale, all'uso della pistola (facendolo diventare un pistolero eccezionale) e maltrattandolo, fino a quando, diventato un ragazzo, gli ordinano di rapinare una banca: una prova, una specie di "rito di iniziazione" che lo trasformerà in uno della banda a tutti gli effetti. Isamu si rifiuterà, sconfiggerà i banditi e si metterà in cerca del padre, (che avrà già incontrato senza riconoscerlo), viaggiando per il selvaggio West, incontrando e duellando non di rado contro altri banditi e vivendo peripezie di ogni tipo, spesso molto drammatiche. Nonostante l'anime sia permeato non di rado da queste scene drammatiche e da un certo "lato duro e difficile della vita", Isamu non perde mai la sua umanità, a dargli forza è il suo desiderio puro e genuino di rivedere il padre e il suo senso di giustizia, e alla fine dell'anime, fortunatamente, per lui ci sarà il lieto fine.
Di difetti grossi non ne ho visti, l'unica vera pecca di quest'opera, forse, è che le animazioni e i disegni, per quanto buoni siano, visti oggi possono sembrare datati, e in effetti da questo punto di vista l'anime i suoi 35 e passa anni li dimostra tutti, ma questa è una regola che vale per quasi tutte le opere di quell'epoca: ricordiamo che negli anni '70 non esisteva la computer grafica e i budget erano quasi sempre irrisori.
Nel complesso, un anime caduto nel dimenticatoio ma di assoluto valore. 8 pieno.
Basterebbe guardare chi ha lavorato alla parte tecnica per capire lo spessore di quest'opera: al character design Shingo Araki (ma chi, quello de "I Cavalieri dello Zodiaco" e "Lady Oscar"?? sì, proprio lui), alla sceneggiatura Haruya Yamazaki (sì, lo stesso sceneggiatore di Capitan Harlock), alle musiche Takeo Watanabe (già, proprio QUEL Watanabe) e alle animazioni Hayao Miyazaki. Sì, avete capito bene: Hayao Miyazaki.
Un reparto tecnico di prim'ordine che ha lavorato poggiandosi su una trama solida e molto bella. Perchè Isamu è figlio di un giapponese e una pellerossa, per questo motivo viene preso in giro, deriso ed isolato. Suo padre scompare quando lui era appena nato e viene preso da una banda di banditi senza scrupoli che lo crescono educandolo come un criminale, all'uso della pistola (facendolo diventare un pistolero eccezionale) e maltrattandolo, fino a quando, diventato un ragazzo, gli ordinano di rapinare una banca: una prova, una specie di "rito di iniziazione" che lo trasformerà in uno della banda a tutti gli effetti. Isamu si rifiuterà, sconfiggerà i banditi e si metterà in cerca del padre, (che avrà già incontrato senza riconoscerlo), viaggiando per il selvaggio West, incontrando e duellando non di rado contro altri banditi e vivendo peripezie di ogni tipo, spesso molto drammatiche. Nonostante l'anime sia permeato non di rado da queste scene drammatiche e da un certo "lato duro e difficile della vita", Isamu non perde mai la sua umanità, a dargli forza è il suo desiderio puro e genuino di rivedere il padre e il suo senso di giustizia, e alla fine dell'anime, fortunatamente, per lui ci sarà il lieto fine.
Di difetti grossi non ne ho visti, l'unica vera pecca di quest'opera, forse, è che le animazioni e i disegni, per quanto buoni siano, visti oggi possono sembrare datati, e in effetti da questo punto di vista l'anime i suoi 35 e passa anni li dimostra tutti, ma questa è una regola che vale per quasi tutte le opere di quell'epoca: ricordiamo che negli anni '70 non esisteva la computer grafica e i budget erano quasi sempre irrisori.
Nel complesso, un anime caduto nel dimenticatoio ma di assoluto valore. 8 pieno.