Super Doll Rika-chan
"Super Doll Rika-chan" è un anime di cinquantadue episodi, trasmesso in Italia dalla Rai nel 2002 (e messo in replica qualche anno dopo), ispirato all'omonimo manga Mahō shōjo della famosa Mia Ikumi ("Mew Mew Amiche Vincenti", "Wish"...), composto da due tankbon. Premetto che questa mia recensione si basa su una serie che vidi in primissima visione circa dieci anni fa, ma che mi è rimasta nel cuore e di cui ho recuperato qualche tempo fa il manga stesso a dimostrazione del profondo affetto che provo per questa storia.
La trama, almeno all'inizio della serie, è identica a quella del manga: Rika è una bambina delle elementari che durante una gita organizzata dalla sua scuola viene a conoscenza del misterioso e affascinante Regno Delle Bambole. Avviene durante la gita il suo tentato rapimento da dei loschi individui, che però viene sventato grazie proprio ad uno dei tre cavalieri di questo sconosciuto Regno, Doll Rika. Essa è una bambola capace di muoversi ed essere richiamata grazie al Calling Ring, dato alla bimba dalla nonna la mattina stessa, dopo una premonizione circa il pericolo che avrebbe vissuto la piccola. Successivamente alla prima dei Doll Knights, entreranno man mano in gioco gli altri due cavalieri del regno delle bambole, anche loro legati a un oggetto magico che li 'sveglia' e votati alla protezione dell'intera famiglia reale: essi sono Doll Izumi e Doll Isamu. Purtroppo, il regno delle Bambole ha però una storia difficile alle spalle, che lo ha portato verso un destino tutt'altro che radioso: la nonna di Rika era la regina del Regno, che sarebbe dovuto passare sotto la custodia di Orie, la madre di Rika, che però, innamoratasi di un essere umano durante un suo viaggio sulla Terra, decide di restare sulla Terra e abdicare al trono per amore di Pierre, che sarà poi il padre di Rika. Nanae, allora, segue sua figlia e fugge dalla sua gemella Yae (che, nel mentre, viene posseduta da Evil, spirito formato da tutte le bambole abbandonate e dimenticate, mentre era a pregare nel bosco per la sfortunata coppia). Yae si impossessa del trono e del regno, ma esso si ghiaccia progressivamente perché manca sul trono una degna erede. Oltre alla famiglia di Rika troviamo nell'anime un cast molto ricco di personaggi: Sumire, migliore amica di Rika, una bambina dall'animo dolce e gentile, un po' insicura e paurosa, che cerca di reagire alle sue paure quando deve aiutare Rika, e che ha una cotta per Dai, ma sa di non essere ricambiata; Tomonori, un altro compagno di classe di Rika, il classico secchione un po' sbadato ma comunque gentile e premuroso, intelligente e che vorrebbe diventare uno scienziato. Fra i migliori amici di Rika spicca infine Dai, un bambino coraggioso e orgoglioso, che ha una cotta per Rika, anche se fino quasi alla fine del manga vive con la consapevolezza che lei non ha occhi che per Rui, uno studente universitario che studia il regno delle bambole e vuole indagare sul collegamento che c'è fra questa civiltà e la famiglia di Rika.
Ora, parlando del cartone di per sé, è una produzione attempata (in Giappone andò in onda per la prima volta nell'ottobre '98) e caratterizzata da alcune particolarità che ai più giovani sfuggono: ad esempio, la figura di Doll Rika è ispirata a Licca-Chan, la famosissima fashion doll giapponese che fra le bambine nipponiche ebbe lo stesso successo di Barbie fra le americane; o che nell'Epoca Meji le bambole erano veramente considerate oggetti in cui gli spiriti si reincarnavano se si rifiutavano di lasciare la Terra. Pur essendo un'opera non proprio graditissima agli occhi, data la grafica delle opere di oggi, e pur non essendo una produzione per tutti, bensì solo per una fascia di età che va dai 5 - 6 anni fino ad un massimo di 11 - 12 anni, io trovo che questo anime sia comunque un'opera molto bella, originale e un vero e proprio baluardo che ha ispirato altre storie e serie come "Doremì", le "Pretty Cure", "Luna Principessa Argentata" e moltissimi altri Mahō shōjo più che famosi. Essendo oltretutto passato sotto la censura italiana, ne è uscito comunque abbastanza 'illeso': forse perché nato proprio come anime unicamente per bambine, forse perché dopotutto già nel 2000 le cose andavano cambiando, possiamo infine godercelo senza troppi taglia e cuci (paragonato per esempio a "Temi d'amore tra i banchi di scuola" e agli sfregi che subì la storia, pur essendo anch'esso un anime sui bambini, per bambini!).
In sintesi do un bell'8, più forse per il mio attaccamento a questo cartone che mi ha cresciuta per un intera estate che per altro. Però, vista la scorrevolezza della storia, l'originalità e la migliore produzione rispetto al manga (che, come ho detto nella sua recensione, risulta davvero un'opera rivedibile sotto ogni punto di vista), è consigliabile. Certo, principalmente per un pubblico di bambini, ma anche per chi vuole affezionarsi a personaggi simpatici, ad una storia dolce e nemmeno troppo lontana da altri miti più conosciuti (in "Card Captor Sakura" erano sempre dei bambini i protagonisti, no?) e soprattutto per chi vuole rivivere l'esperienza di rivedere un bell'anime decisamente non in HD, ma comunque ben fatto e pieno di emozioni!
La trama, almeno all'inizio della serie, è identica a quella del manga: Rika è una bambina delle elementari che durante una gita organizzata dalla sua scuola viene a conoscenza del misterioso e affascinante Regno Delle Bambole. Avviene durante la gita il suo tentato rapimento da dei loschi individui, che però viene sventato grazie proprio ad uno dei tre cavalieri di questo sconosciuto Regno, Doll Rika. Essa è una bambola capace di muoversi ed essere richiamata grazie al Calling Ring, dato alla bimba dalla nonna la mattina stessa, dopo una premonizione circa il pericolo che avrebbe vissuto la piccola. Successivamente alla prima dei Doll Knights, entreranno man mano in gioco gli altri due cavalieri del regno delle bambole, anche loro legati a un oggetto magico che li 'sveglia' e votati alla protezione dell'intera famiglia reale: essi sono Doll Izumi e Doll Isamu. Purtroppo, il regno delle Bambole ha però una storia difficile alle spalle, che lo ha portato verso un destino tutt'altro che radioso: la nonna di Rika era la regina del Regno, che sarebbe dovuto passare sotto la custodia di Orie, la madre di Rika, che però, innamoratasi di un essere umano durante un suo viaggio sulla Terra, decide di restare sulla Terra e abdicare al trono per amore di Pierre, che sarà poi il padre di Rika. Nanae, allora, segue sua figlia e fugge dalla sua gemella Yae (che, nel mentre, viene posseduta da Evil, spirito formato da tutte le bambole abbandonate e dimenticate, mentre era a pregare nel bosco per la sfortunata coppia). Yae si impossessa del trono e del regno, ma esso si ghiaccia progressivamente perché manca sul trono una degna erede. Oltre alla famiglia di Rika troviamo nell'anime un cast molto ricco di personaggi: Sumire, migliore amica di Rika, una bambina dall'animo dolce e gentile, un po' insicura e paurosa, che cerca di reagire alle sue paure quando deve aiutare Rika, e che ha una cotta per Dai, ma sa di non essere ricambiata; Tomonori, un altro compagno di classe di Rika, il classico secchione un po' sbadato ma comunque gentile e premuroso, intelligente e che vorrebbe diventare uno scienziato. Fra i migliori amici di Rika spicca infine Dai, un bambino coraggioso e orgoglioso, che ha una cotta per Rika, anche se fino quasi alla fine del manga vive con la consapevolezza che lei non ha occhi che per Rui, uno studente universitario che studia il regno delle bambole e vuole indagare sul collegamento che c'è fra questa civiltà e la famiglia di Rika.
Ora, parlando del cartone di per sé, è una produzione attempata (in Giappone andò in onda per la prima volta nell'ottobre '98) e caratterizzata da alcune particolarità che ai più giovani sfuggono: ad esempio, la figura di Doll Rika è ispirata a Licca-Chan, la famosissima fashion doll giapponese che fra le bambine nipponiche ebbe lo stesso successo di Barbie fra le americane; o che nell'Epoca Meji le bambole erano veramente considerate oggetti in cui gli spiriti si reincarnavano se si rifiutavano di lasciare la Terra. Pur essendo un'opera non proprio graditissima agli occhi, data la grafica delle opere di oggi, e pur non essendo una produzione per tutti, bensì solo per una fascia di età che va dai 5 - 6 anni fino ad un massimo di 11 - 12 anni, io trovo che questo anime sia comunque un'opera molto bella, originale e un vero e proprio baluardo che ha ispirato altre storie e serie come "Doremì", le "Pretty Cure", "Luna Principessa Argentata" e moltissimi altri Mahō shōjo più che famosi. Essendo oltretutto passato sotto la censura italiana, ne è uscito comunque abbastanza 'illeso': forse perché nato proprio come anime unicamente per bambine, forse perché dopotutto già nel 2000 le cose andavano cambiando, possiamo infine godercelo senza troppi taglia e cuci (paragonato per esempio a "Temi d'amore tra i banchi di scuola" e agli sfregi che subì la storia, pur essendo anch'esso un anime sui bambini, per bambini!).
In sintesi do un bell'8, più forse per il mio attaccamento a questo cartone che mi ha cresciuta per un intera estate che per altro. Però, vista la scorrevolezza della storia, l'originalità e la migliore produzione rispetto al manga (che, come ho detto nella sua recensione, risulta davvero un'opera rivedibile sotto ogni punto di vista), è consigliabile. Certo, principalmente per un pubblico di bambini, ma anche per chi vuole affezionarsi a personaggi simpatici, ad una storia dolce e nemmeno troppo lontana da altri miti più conosciuti (in "Card Captor Sakura" erano sempre dei bambini i protagonisti, no?) e soprattutto per chi vuole rivivere l'esperienza di rivedere un bell'anime decisamente non in HD, ma comunque ben fatto e pieno di emozioni!