Gu Gu Ganmo
Nato da un manga in 12 volumi di Hosono Fujihiko, autore conosciuto da noi per "Dirty Pair" e "Crusher Joe", Gu Gu Ganmo è una vecchia serie piuttosto famosa in Francia, unico paese europeo, a quanto ne so, ad averlo importato. Già al primo sguardo il pulcinone color confetto fa venire subito in mente allo spettatore il ben più famoso gatto blu Doraemon, impressione che viene poi rafforzata dalla presenza del grosso bullo Toshimitsu, che ricorda una ottusa versione di Giant.
Ovviamente fare tirare fuori oggetti assurdi a Ganmo sarebbe stato plagio bello e buono, quindi la creatura ha un potere diverso, ovvero quello di cambiare aspetto. Questa caratteristica però non è efficace come per Mystica degli X-men, infatti le trasformazioni di Ganmo sono più a livello di colorazione che di forma fisica, che non si distacca mai realmente da quella originale, grossa e tondeggiante. Ad essere franchi è un potere poco utile e anche poco usato, messo più come fonte di brevi gag che come strumento utile alla storia, storia che oltretutto, causa barriera linguistica, non ho compreso bene.
Per qualche motivo Ganmo è sulla terra per un periodo limitato e, dopo essere stato ritrovato sotto forma di uovo gigante da Tsukune Tsukuda, la violenta sorella del protagonista Hanpeita, finirà per fare parte della famiglia e per diventare il migliore amico del ragazzetto sfigato, senza però un apparente obbiettivo da portare a termine.
Visto il paragone fatto con l'opera storica del duo Fujio-F. Fujiko, bisogna chiarire che il fatto che Ganmo viva la vita di tutti i giorni tranquillamente non vuol dire che, come con l ciber-gattone del futuro, le puntate vogliano dare un insegnamento al piccolo spettatore; anzi la comicità di Ganmo è totalmente diversa, più diretta, scorretta e demenziale. L'anime non si fa mancare infatti siparietti un po' volgari, tipo smutandate, frequenti scontri di lotta inguinale tra fratelli e quattro casi di meterorismo, trovata che risulta comica principalmente per i personaggi che ne sono affetti, ovvero la sorella di Hanpeita e soprattutto Ayumi Ichigaya, la più "apparentemente" raffinata delle controparti femminili, una uptown-girl dai capelli violetti che possiede a sua volta un rondinotto parlante e a cui l'amichetto di Ganmo corre dietro inutilmente.
Perché inutilmente? Non solo perché lei non ha particolare interesse verso Hanpeita, ma anche perché la gentilezza che lei ostenta è diretta a tutti i maschi senza distinzioni, con il solo fine di promuovere una falsa immagine di sé con cui farsi servire. La ragazza comunque è realmente raffinata, ma la sua parte nascosta esce inevitabilmente nei frequenti ed energici litigi con la più schietta Linda Skylark, mezza americana dai capelli verdi e con un carattere tsundere, sportivo e mascolino. Linda ha inoltre una peculiarità davvero strana, ovvero può lanciare, come la sorella maggiore, rocciose e dolorose materializzazioni del suo tipico urlo, e cioè "DASSE".
L'anime come s'intuisce è abbastanza simpatico e dotato di un buon numero di personaggi sopra le righe. Come se non bastassero gli interpreti principali, ben presto compariranno nel cast altri uccelli parlanti, una dirigente del traffico pericolosamente guerrafondaia (e dalla doppia identità), professori imbranati, una forzuta spasimante di Toshimitsu decisamente poco desiderabile, Yumiko una sorta di rivale di Ayumi e Linda e poi... la scaltra ed energica Jouji Yanami, nonna di Ayumi e a mio avvisto il miglior personaggio tra tutti.
Fatta questa breve parentesi sul cast, la serie, pur potendo permettersi il lusso di continuare all'infinito, non è molto lunga, e a modo suo cerca di dare seriamente, e improvvisamente, un finale in due puntate, che potrebbe non piacere. Ganmo quindi è un titolo che oggi, come Robottino, potrebbe vantare da noi un buon numero di nostalgici, e i rari riferimenti alla cultura pop anni '80 gli fanno anche guadagnare punti ai nostri occhi, ma non è quello che definirei un prodotto molto originale o imperdibile.
Ovviamente fare tirare fuori oggetti assurdi a Ganmo sarebbe stato plagio bello e buono, quindi la creatura ha un potere diverso, ovvero quello di cambiare aspetto. Questa caratteristica però non è efficace come per Mystica degli X-men, infatti le trasformazioni di Ganmo sono più a livello di colorazione che di forma fisica, che non si distacca mai realmente da quella originale, grossa e tondeggiante. Ad essere franchi è un potere poco utile e anche poco usato, messo più come fonte di brevi gag che come strumento utile alla storia, storia che oltretutto, causa barriera linguistica, non ho compreso bene.
Per qualche motivo Ganmo è sulla terra per un periodo limitato e, dopo essere stato ritrovato sotto forma di uovo gigante da Tsukune Tsukuda, la violenta sorella del protagonista Hanpeita, finirà per fare parte della famiglia e per diventare il migliore amico del ragazzetto sfigato, senza però un apparente obbiettivo da portare a termine.
Visto il paragone fatto con l'opera storica del duo Fujio-F. Fujiko, bisogna chiarire che il fatto che Ganmo viva la vita di tutti i giorni tranquillamente non vuol dire che, come con l ciber-gattone del futuro, le puntate vogliano dare un insegnamento al piccolo spettatore; anzi la comicità di Ganmo è totalmente diversa, più diretta, scorretta e demenziale. L'anime non si fa mancare infatti siparietti un po' volgari, tipo smutandate, frequenti scontri di lotta inguinale tra fratelli e quattro casi di meterorismo, trovata che risulta comica principalmente per i personaggi che ne sono affetti, ovvero la sorella di Hanpeita e soprattutto Ayumi Ichigaya, la più "apparentemente" raffinata delle controparti femminili, una uptown-girl dai capelli violetti che possiede a sua volta un rondinotto parlante e a cui l'amichetto di Ganmo corre dietro inutilmente.
Perché inutilmente? Non solo perché lei non ha particolare interesse verso Hanpeita, ma anche perché la gentilezza che lei ostenta è diretta a tutti i maschi senza distinzioni, con il solo fine di promuovere una falsa immagine di sé con cui farsi servire. La ragazza comunque è realmente raffinata, ma la sua parte nascosta esce inevitabilmente nei frequenti ed energici litigi con la più schietta Linda Skylark, mezza americana dai capelli verdi e con un carattere tsundere, sportivo e mascolino. Linda ha inoltre una peculiarità davvero strana, ovvero può lanciare, come la sorella maggiore, rocciose e dolorose materializzazioni del suo tipico urlo, e cioè "DASSE".
L'anime come s'intuisce è abbastanza simpatico e dotato di un buon numero di personaggi sopra le righe. Come se non bastassero gli interpreti principali, ben presto compariranno nel cast altri uccelli parlanti, una dirigente del traffico pericolosamente guerrafondaia (e dalla doppia identità), professori imbranati, una forzuta spasimante di Toshimitsu decisamente poco desiderabile, Yumiko una sorta di rivale di Ayumi e Linda e poi... la scaltra ed energica Jouji Yanami, nonna di Ayumi e a mio avvisto il miglior personaggio tra tutti.
Fatta questa breve parentesi sul cast, la serie, pur potendo permettersi il lusso di continuare all'infinito, non è molto lunga, e a modo suo cerca di dare seriamente, e improvvisamente, un finale in due puntate, che potrebbe non piacere. Ganmo quindi è un titolo che oggi, come Robottino, potrebbe vantare da noi un buon numero di nostalgici, e i rari riferimenti alla cultura pop anni '80 gli fanno anche guadagnare punti ai nostri occhi, ma non è quello che definirei un prodotto molto originale o imperdibile.