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Utente970

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Utente970

Episodi visti: 13/26 --- Voto 7
Tratto da un fumetto creato da Luke Pearson nel 2010, e attualmente al suo sesto volume, «Hilda» narra le peripezie di un'avventurosa pre-adolescente dai capelli blu cobalto, in un contesto a metà tra il reale e il fantastico. In un'imprecisata ed eternamente autunnale cornice scandinava, priva del semestre di buio continuo, Hilda passerà le sue giornate a risolvere i guai e i misteri in cui sono coinvolte figure folcloristiche di quei territori, come: troll, animali senzienti, spiriti degli elementi, elfi burocrati, marra (una versione casta delle succubi), giganti di varia misura, uomini pianta, fantasmi, nisse (creature pelose che abitano spazi vuoti nelle case) e altre ancora.

Cresciuta lontano dalle città, in una baita insieme alla madre, la ragazzina, nonostante i principi di civilizzazione basilari, ha sviluppato un legame molto stretto con la natura. Il suo passatempo preferito sono le scampagnate nei boschi ed il ritrarre nella sua agendina tutto ciò che la colpisce positivamente, fossero anche creature pericolose in letargo. Certi avvenimenti però, per quieto vivere, indurranno lei e la madre a cambiare residenza e trasferirsi a Trollberg, il più vicino insediamento umano, circondato da mura per proteggerne i residenti. Dapprima fortemente dubbiosa, Hilda non ci metterà molto ad ambientarsi, riuscirà a conciliare i propri interessi entrando in un gruppo misto di giovani esploratori e presto, in qualche modo, costituirà un ponte tra due realtà.

Edito anche da noi tramite BAO Publishing, quest'opera, nelle sue due diverse incarnazioni sembra presentare delle sostanziali differenze. Da ciò che mi è parso di capire, nell'opera originale di Pearson, Hilda è una ragazzina leggermente più umana e vicina alla sua età, cosa che nelle pagine iniziali gratuitamente consultabili, avevo avvertito. Cosa intendo? Beh nel fumetto Hilda pare meno sicura di sé e si presenta raccontando una bugia alla madre Johanna, poco contenta del girovagare della figlia. Nel cartone Netflix invece, l'unica falsità che io ricordi riguardava un indumento e insieme all'unica promessa non mantenuta, era fatta unicamente per gentilezza. Altra cosa rilevante, Johanna dovrebbe essere in generale il prototipo della madre sola, indipendente, premurosa e responsabilizzante, ma nella serie animata si dimostra spesso fin troppo fiduciosa e incurante delle azioni della figlia, non ricordandomi molto quella intravista nel primo capitolo e in altre vignette sparse per la rete.

La differenza più certa e rilevante però sono le presenze di David e Frida, i due più stretti amici e compagni di scuola di Hilda, che dovrebbero essere quasi totalmente sullo sfondo nella versione cartacea, mentre per esigenze narrative, sono stati promossi a comprimari in questa produzione. Comprimari tristemente bidimensionali, dato che, nonostante molti avvenimenti siano inventati di sana pianta, i riflettori rimarranno puntati sempre e solo su Hilda, con qualche bella occasione sprecata. Cominciamo però col delineare questi due personaggi:

David: Un ragazzino caucasico, gracilino, di indole paurosa e poco sveglio, potremmo dire il più infantile dei tre e con una trovata comica (l'attirare insetti) che probabilmente si rifarà a qualche gioco di parole, che onestamente non si intuisce. Persino quando il personaggio sembrerà voler tirare fuori finalmente il coraggio, come nell'episodio a tema meteorologico, si limiterà invece ad affidare in modo ridicolo e deludente l'onere alla sua premurosa amica.

Frida: Una ragazzina nera fanatica dell'organizzazione (contrariamente alla spontaneità di Hilda). Possiede un carattere autoritario, ma non troppo, e modi a volte bruschi. Avrebbe l'indole del caposquadra, ma finisce anche lei per farsi trascinare nelle avventure da Hilda, in un rapporto quantomeno più alla pari rispetto a quello che David ha con loro. É intelligente, ma a volte pecca di grande ingenuità. Da sottolineare che, benchè sia quella che sulla carta sappia più menare le mani, finirà per mostrarsi forzosamente meno competente della più diplomatica compagna di classe.

Ci vedete della malizia nella caratterizzazione dei personaggi? Beh, saranno pure elementi più secondari, come la coatta elfa valchiria, ma io sì, non ve lo nascondo... però devo dire che la prima stagione in questo senso sa mantenersi sempre piacevole, grazie anche all'impostazione base della sua protagonista, che nelle intenzioni dell'autore doveva essere un'altruista che cercava sempre di risolvere le cose nella maniera più pacifica possibile. In effetti, la temeraria Hilda è "quasi" un esempio positivo per il giovane spettatore, e non si può dire che nella versione Netflix sia stata resa una perfettina Mary-Sue, dato che al suo garbo e carisma contrappone una scarsa disciplina. Purtroppo però non si può dire nemmeno che la sua gestione sia stata ottimale, visto che, pur tenendo conto della giovane età, non si possono ignorare certe esagerazioni comportamentali, come il buttarsi tranquillamente da altezze elevate, o altri grotteschi esempi di mancanza di autoconservazione, a cui si vedrà contrapposto tra l'altro un solo, unico, risibilissimo timore, palesemente tirato fuori all'ultimo minuto per esigenze narrative, e nemmeno in chiave comica.

Per quanto riguarda l'iconografia dei personaggi, la serie utilizza uno stile più morbido e proporzionato rispetto al fumetto, e manca di quei piccoli sguardi espressivi e di quei sorrisoni un po'... "alla Adachi", cosa che gli fa perdere personalità pur mantenendo un'indubbia gradevolezza. Bisogna poi dire che Pearson sembra aver mutato molto negli anni il suo stile, andando pian piano parzialmente incontro alla linea artistica scelta poi da Neflix, che dal canto suo, per calcare il legame con l'autore, ha scelto uno stile di contorni che fosse imperfetto, per dare quella sensazione di fatto a mano.

Come in «Bojack Horseman», a livello di scrittura e regia la serie cerca di mantenere un piccolo collegamento nei suoi avvenimenti, quindi gli elementi secondari di un episodio, possono venire approfonditi in seguito. Purtroppo però, ho notato un calo qualitativo nella seconda metà delle storie e rimangono al momento aperte delle questioni importanti, come l'identità della misteriosa bibliotecaria e della restante famiglia di Hilda. Stando alle parole dello stesso Pearson, il padre della bimba dovrebbe essere vivo da qualche parte, ma non si sa nulla di lui, nemmeno nel sesto volume uscito l'anno scorso, e quantomeno nella serie, sia Johanna che Hilda non sembrano pensarci minimamente. Per il resto, è stata confermata una seconda stagione che potrà colmare i dubbi e sicuramente crearne altri.

In definitiva, pur lontano dal considerare questo cartone oltre il discreto, pur ritenendo l'abbinamento capelli-gonna di Hilda discutibile e pur avendogli preferito, sempre rimanendo in tema Netflix, il «Prosciutto e Uova Verdi» basato sull'opera del Dr. Seuss, mi sento di consigliavi la sua visione. La protagonista è molto simpatica e mi ha fatto nascere il desiderio di dare una lettura alla "graphic-novel", non fosse che 15 euro a volume per 40/80 pagine, pur colorate, rilegate e con una non richiesta copertina rigida, siano per me ben poco attraenti, specie se legate ad un marchio famoso o promosse da grossi mass-media. Stesso dilemma dei Dungeons & Dragons della Panini, ma ogni portafoglio fa testo a sé e magari il fatto che Pearson abbia collaborato ad un paio di stagioni di «Adventure Time», potrebbe costituire per voi un ulteriore incentivo.