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kirk

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Continuando a recuperare vecchi anime, mi sono imbattuto in questo film della Toei Doga del 1962. Chi d’altronde avrebbe potuto sfornarlo in Giappone in quegli anni?
Il film vede il passaggio da un’ambientazione da Estremo Oriente a un mondo arabo, il mondo de “Le mille e una notte”.

Premetto di aver letto tutti i racconti della principessa Sherazade, compreso quelle delle avventure dell’eroico marinaio Simbad, e quindi posso dire che qui il racconto sulla carta e quello sulla pellicola non trovano nessun altro legame che il nome del protagonista: d’altronde ormai siamo abituati a ciò, con tanti altri personaggi tratti da vecchi romanzi che compaiono in storie che non hanno niente da dividere con ciò che ha scritto il loro autore: Sherlock Holmes, Dracula, Frankestein ecc.
Per quanto riguarda questo film, non possiamo dire che sia uno dei peggiori usciti dagli studi Toei, anzi, nonostante gli anni (ne sono passati quasi sessanta) si mantiene bene grazie a una sceneggiatura a cui ha collaborato il dio dei manga in persona, Osamu Tezuka.

Per quanto riguarda le animazioni, sono molto fluide, i paesaggi e gli sfondi ben fatti, e tutto procede nel migliore dei modi; un difetto che ho incontrato sono i siparietti comici che non mi convincono.
Il charater design è vecchio, ma ci tengo a nominarne l’autore, Yasuo Otsuka, perché è morto il mese scorso (marzo 2021) e ha collaborato con grandi artisti in opere come la prima serie di “Lupin III” o “Conan, il ragazzo del futuro”.
Ci sono citazioni al cinema americano come i due marinai che dovrebbero essere gli Stanlio e Olio della situazione o il sultano che mi ricorda il personaggio di un vecchio film, e si vede l’influenza della Disney: nel film vengono messe varie canzoni, purtroppo senza tradurle o sottotitolarle.

Per me è un sette: è un’opera che probabilmente è nata per famiglie e bambini, ma non so se consigliarla a quest’ultimi, i quali sono ormai abituati ad altri generi di storie.


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Franzisko

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Liberamente tratto da una leggendaria storia di origine persiana, raccontata da Sharazade in "Le Mille e una Notte", "Le meravigliose avventure di Simbad" parla di simpatici e buontemponi marinai che si imbarcano verso un'isola piena di gemme preziose. In un mondo fatto di luoghi magici, mostri e fenomeni soprannaturali, si aggiungono anche cattivi nemici che vogliono impedire a Simbad sia di trovare le ricchezze sia di amare la principessa che si è unita alla ciurma desiderosa di avventura.
Il film ha ormai quasi sessant'anni ed è un cimelio da museo dell'animazione giapponese; nonostante questo stupisce soprattutto per la fluidità dell'animazione, dato che non credo abbiano avuto a disposizione gli strumenti e il budget dell'americana Disney.
La narrazione è un po' scarna e lenta nel suo incedere, i personaggi sono disegnati con tratti essenziali ma poco caratterizzati, i dialoghi sono minimalisti. Buona la morale finale.
È un modo per vedere l'evoluzione degli anime nel tempo, niente di più.

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Al quinto lungometraggio la Toei decise di passare dalle storie e i personaggi nonchè le ambientazioni dell' estremo oriente a lei più vicine, alla tradizione arabeggiante delle avventure di Sinbad, contenute ne "Le mille e una notte".
Il film vede Sinbad e Alì, due ragazzi desiderosi di diventare marinai, soccorrere un anziano marinaio che ha fatto naufragio. Questi racconta loro di un' isola piena di gioelli e dona loro la mappa che porta ad essa. I due quindi si mettono alla sua ricerca vivendo diverse avventure.
Nonostante siano ormai passati circa 50 anni, questa pellicola risulta ancora godibile, frizzante e divertente. Destinato soprattutto ad un pubblico di bambini e ragazzini, penso che non deluderà anche i più grandicelli, quantomeno quelli che amano il fantasy. Certo, le caratterizazioni non sono più di tanto approfondite, ma quello che conta soprattutto in questo genere di opere sono la narrazione e l' azione a mio parere. E quì penso che non ci possiamo lamentare (tra l' altro è anche presente un messaggio di fondo non affatto da sottovalutare).
Oltre ai due protagonisti troviamo una serie di personaggi nel contesto ben riusciti come il saggio capo della nave, la bella e coraggiosa principessa, il simpatico sultano, il perfido ministro e i due marinai magari goffi, ma simpaticissimi marinai, decisamente ispirati nella fisionomia a Stanlio e Olio. Parlando del sultano, questi sembra il fratello del regnante de "Il ladro di Bagdad" del 1940, vista il suo carattere e la sua stanza dei giochi, con un paio di citazioni specifiche come nel cavallo e nella statua.
Passando al comparto grafico, benchè datato, risulta lo stesso ad essere accattivante grazie alla sorprendente fluidità dellle animazioni e ai bei disegni, sia dei personaggi che dei paesaggi. Le scene d' azione e d' atmosfera poi sono fatte molto bene.
Non mancano godibili intermezzi canori in stile Disney.
Sembra che da noi il film arrivò, con il titolo "Le meravigliose avventure di Sinbad" se non erro, già negli 60 anni al cinema, per poi essere pubblicato più volte in VHS, e pare di ci siano ben due doppiaggi: uno d' epoca e uno più recente. Viste le voci credo di aver ascoltato il secondo, magari un pò al risparmio, però con delle voci azzeccate.
Riguardo le videocassette, ce ne sono almeno tre: quella CVR, quella ITB con il titolo "Sinbad il marinaio" e quella AVO film.
Concludo dicendo che questa bella e coinvolgente pellicola è tutta di riscoprire.


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Ironic74

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Nel secondo dopoguerra un Giappone, devastato dalla sconfitta e dall'abominio della bomba atomica, provava a rialzarsi con tanta fatica e con l'indomito spirito dei suoi abitanti che però necessitava di svaghi, di qualcosa che facesse evadere per un po' dalla tragica realtà. C'erano già i manga ma in breve gli artisti nipponici scoprirono che il cinema prima e la televisione poi erano un'alternativa altrettanto valida e così nel 1956 nacque la prima casa di produzione totalmente dedicata agli anime: la Toei Doga. Simbad il marinaio (Arabian nights - Sindbad no boken), del 1962, non è il primo lungometraggio a colori della storia del cinema nipponico, ma fu sicuramente tra i primi ad essere stati importati in occidente, apripista di quello che sarebbe poi diventata l'ondata non tanto cinematografica, ma televisiva degli anni settanta e soprattutto ottanta.
Ci sono dei motivi per vedere questo cartone di poco meno di cento minuti ancora oggi, nei tempi della CG, del moe, degli effetti speciali? Sicuramente si, perché seppur molto debole di trama il racconto Toei delle avventure del mitico marinaio di Baghdad narrate nelle Mille e una notte (e trasposto al cinema non si sa quante volte), è un documento davvero unico dell'animazione nipponica ai suoi albori che possiamo oggi reperire solo in rete grazie all'opera di fansubber appassionati, dato che l'unica pubblicazione italiana degli anni novanta ad opera dell'Avo Film è a tutt'oggi introvabile.
Dicevo la trama non è sicuramente l'aspetto memorabile di questa pellicola, nonostante sulla sceneggiatura sembra esserci un parziale lavoro del grande Tezuka; trattasi di un tipico prodotto per bambini di quegli anni,con una storia piuttosto lineare fatta di buoni e cattivi senza nessun approfondimento psicologico e ricca di animaletti. Tanto il tessuto narrativo lascia indifferenti, quanto l'aspetto tecnico genera un positivo stupore; erano i tempi in cui non c'erano ancora differenze marcate nel modo di presentare animazioni tra i giapponesi e la già potente Disney, a cui i primi (Tezuka in particolare) non hanno mai nascosto di ispirarsi. Perché dico questo? Perché a rivedere oggi questo vecchio film animato del 1962, che io personalmente non vedevo più dagli anni ottanta quando veniva trasmesso dalle televisioni regionali, sono rimasto a bocca aperta per le incredibili somiglianze di personaggi e addirittura di ambientazioni con il film "Aladdin" sfornato nel 1992 dagli studi Disney. Coincidenza? Io penso proprio di no, ma dopo le dispute già avvenute riguardo al "Re Leone", trovo totalmente inutile una diatriba impostata sul saccheggio culturale tra americani e giapponesi, c'è invece da sottolineare un'origine comune e una maggiore valorizzazione di opere a tutt'oggi semi dimenticate. Rivedere Simbad lascia senza parole lo spettatore per la fluidità delle animazioni e la perizia degli sfondi e delle ambientazioni, una produzione che a livello tecnico non sfigura affatto con molti dei prodotti sfornati in serie oggi. Nella speranza che presto questo, come altri piccoli tesori Toei ,escano dalla nicchia di pochi appassionati, consiglio questo film a tutti coloro che amano l'animazione giapponese, l'amano talmente tanto da voler conoscere le sue origini senza paraocchi o prevenzioni.