Supercar Gattiger
Se devo pensare a un anime che abbia tutte le caratteristiche di una serie robotica, pur senza presentare alcun robot, il mio pensiero corre immediatamente a "Supercar Gattiger". Questa, infatti, sotto l'aspetto "fanta-sportivo" (in fondo, la storia verte attorno a una sequenza di gare automobilistiche), nasconde una serie di cliché presi pari pari dalle serie di robottoni, in particolare quelli componibili. Il Gattiger è infatti una super-auto composta da cinque (numero tutt'altro che casuale) vetture più piccole che possono correre anche autonomamente, e che sfrutta una forma rivoluzionaria di energia solare scoperta da un geniale scienziato. Tra i piloti ci sono il figlio dello scienziato, il tipo più belloccio, quello più grasso, il bamboccio e la ragazza. Gli antagonisti sono i Demoni Neri, che non sono esseri soprannaturali, ma, più prosaicamente, gli esponenti di un'organizzazione criminale che vestono costumi molto appariscenti e che desiderano impadronirsi della fonte energetica del Gattiger, per ottenere il dominio sul mondo; partecipano anch'essi alle stesse competizioni automobilistiche del Gattiger con le loro macchine, e non si distinguono certo per lealtà sportiva.
Sotto l'aspetto tecnico, la grafica e le animazioni sono nella media per l'epoca. In Italia questa serie viene ricordata sia per la sigla sia per il merchandising (i modellini del Gattiger ebbero un grande successo, tanto da essere riprodotti in diverse versioni, di cui una inclusa in sacchetti di patatine), cosa che doveva essere stata pensata fin dai creatori dell'anime, dato che in una puntata i piloti del Gattiger, andando a visitare in ospedale un loro giovane tifoso, gli portano in regalo nientemeno che il modellino della loro super-auto!
Sotto l'aspetto tecnico, la grafica e le animazioni sono nella media per l'epoca. In Italia questa serie viene ricordata sia per la sigla sia per il merchandising (i modellini del Gattiger ebbero un grande successo, tanto da essere riprodotti in diverse versioni, di cui una inclusa in sacchetti di patatine), cosa che doveva essere stata pensata fin dai creatori dell'anime, dato che in una puntata i piloti del Gattiger, andando a visitare in ospedale un loro giovane tifoso, gli portano in regalo nientemeno che il modellino della loro super-auto!
Uno dei grandi capisaldi dell'animazione degli anni '70 (periodo in cui imperavano mostri sacri come Go Nagai, Leji Matsumoto e Osamu Tezuka) risulta una serie automobilistica che ha saputo farsi apprezzare da molti appassionati italiani. Tale opera è conosciuta come "Supercar Gattiger", il cui design aggressivo e vincente, unito a gare estreme e combattimenti spietati ha saputo far breccia nel cuore degli spettatori.
Supercar Gattiger è una serie del 1977 composta da ventisei episodi di durata canonica. In Italia sono stati trasmessi venticinque episodi, poiché il quattordicesimo episodio risulta inedito.
Trama: il professor Kabuki è l'ideatore di un motore di nuova generazione che sfrutta l'energia solare come propulsione. Tale motore è istallato all'interno dei cinque veicoli della squadra Gattiger, veicoli capaci di unirsi in un superbolide in grado di sfruttare la sua immensa energia. Durante una conferenza di presentazione del veicolo e dei piloti a tutto il mondo, il professore denuncia la presenza di un'organizzazione criminale (I Demoni Neri), il cui scopo è rubare quel motore per soggiogare l'intero pianeta dal punto di vista energetico. Il professore trova la morte in un attentato orchestrato dai Demoni, e suo figlio Joe giura vendetta contro questa mefitica organizzazione. Nel corso della storia Joe e la squadra Gattiger dovranno affrontare una serie di gare automobilistiche estreme per testare l'efficacia del motore a energia solare, oltre che per sabotare i piani di conquista dei Demoni. Nel mentre che si sviluppa la storia, si scopre che la madre di Joe è ancora viva e potrebbe essere un membro della temuta organizzazione criminale. Quale sarà la verità che si cela?
Grafica: assolutamente gradevole, pur tenendo conto di tutti i limiti tecnologici dell'epoca. Le ambientazioni sono piuttosto curate e dettagliate, e la grande varietà di scenari le valorizza. Le animazioni possono essere un po' ripetitive (si citi l'unione delle cinque auto), ma non mancano di fluidità. Il character design è ottimo e piuttosto realistico. Il mecha design è perfetto.
Sonoro: il comparto sonoro è ottimo. Per la seguente recensione è stato preso in considerazione l'adattamento italiano, che si è distinto per il suo ottimo lavoro. Le due opening sono perfette, esaltanti e coinvolgenti. L'ending non è pervenuta. Le OST sono in perfetto stile anni '70, gli effetti sonori sono appropriati. Ottimo il doppiaggio (da elogiare Massimo Lopez, Fabrizio Tamperini, Anna Marchesini e Cristina Boraschi).
Personaggi: più che buoni. La caratterizzazione dei personaggi è ottima (la squadra Gattiger rispecchia il classico schema degli anni '70 di tutti i vari team robotici), l'introspezione è presente e chiaramente percepibile. L'evoluzione dei personaggi è presente, seppure in misura ridotta rispetto ad altre serie.
Sceneggiatura: non è malvagia, ma risiedono qui i principali difetti dell'opera. La gestione temporale è coerente con sé stessa, dotata di una certa fluidità e alterna una cospicua serie di flashback. Il ritmo è complessivamente veloce e tutto sommato gradevole, anche se sono presenti un po' troppe scene ripetute dal primo episodio (l'animazione dell'unione delle cinque auto è sempre la stessa). La struttura degli episodi ricalca un po' il leit motiv degli anni '70 (in certi casi perpetuatosi sino ai giorni nostri), ossia estremamente "blindata" e prevedibile, il che può dare la sensazione di un'estrema ripetitività. Le scene di combattimenti e violenza abbondano, il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi anche nell'adattamento italiano.
Finale: la battaglia finale è piuttosto ben fatta e chiude una volta per tutte il conflitto con i Demoni. L'ultima parte dell'episodio è piuttosto aperta, lasciando una panoramica sulle cinque unità Gattiger. Non male per l'epoca.
In sintesi, "Supercar Gattiger" è una gran bella opera, ovviamente non scevra di alcuni difetti: in primis per un'eccessiva ripetizione di certe scene animate e, in secundis, per una struttura degli episodi ripetitiva in molti casi. Ciononostante è una serie che, al di là della bellezza dei bolidi e delle battaglie, non è affatto povera di contenuti, e sotto certi aspetti, con una trentina abbondante d'anni d'anticipo, è riuscita ad essere profetica sia sul piano tecnico che sul piano energetico: basti citare l'esaurimento dei combustibili fossili e l'utilizzo dell'energia solare come energia del futuro, pulita, rinnovabile ed efficiente. Data la sua natura, l'opera è consigliabile a tutti.
Supercar Gattiger è una serie del 1977 composta da ventisei episodi di durata canonica. In Italia sono stati trasmessi venticinque episodi, poiché il quattordicesimo episodio risulta inedito.
Trama: il professor Kabuki è l'ideatore di un motore di nuova generazione che sfrutta l'energia solare come propulsione. Tale motore è istallato all'interno dei cinque veicoli della squadra Gattiger, veicoli capaci di unirsi in un superbolide in grado di sfruttare la sua immensa energia. Durante una conferenza di presentazione del veicolo e dei piloti a tutto il mondo, il professore denuncia la presenza di un'organizzazione criminale (I Demoni Neri), il cui scopo è rubare quel motore per soggiogare l'intero pianeta dal punto di vista energetico. Il professore trova la morte in un attentato orchestrato dai Demoni, e suo figlio Joe giura vendetta contro questa mefitica organizzazione. Nel corso della storia Joe e la squadra Gattiger dovranno affrontare una serie di gare automobilistiche estreme per testare l'efficacia del motore a energia solare, oltre che per sabotare i piani di conquista dei Demoni. Nel mentre che si sviluppa la storia, si scopre che la madre di Joe è ancora viva e potrebbe essere un membro della temuta organizzazione criminale. Quale sarà la verità che si cela?
Grafica: assolutamente gradevole, pur tenendo conto di tutti i limiti tecnologici dell'epoca. Le ambientazioni sono piuttosto curate e dettagliate, e la grande varietà di scenari le valorizza. Le animazioni possono essere un po' ripetitive (si citi l'unione delle cinque auto), ma non mancano di fluidità. Il character design è ottimo e piuttosto realistico. Il mecha design è perfetto.
Sonoro: il comparto sonoro è ottimo. Per la seguente recensione è stato preso in considerazione l'adattamento italiano, che si è distinto per il suo ottimo lavoro. Le due opening sono perfette, esaltanti e coinvolgenti. L'ending non è pervenuta. Le OST sono in perfetto stile anni '70, gli effetti sonori sono appropriati. Ottimo il doppiaggio (da elogiare Massimo Lopez, Fabrizio Tamperini, Anna Marchesini e Cristina Boraschi).
Personaggi: più che buoni. La caratterizzazione dei personaggi è ottima (la squadra Gattiger rispecchia il classico schema degli anni '70 di tutti i vari team robotici), l'introspezione è presente e chiaramente percepibile. L'evoluzione dei personaggi è presente, seppure in misura ridotta rispetto ad altre serie.
Sceneggiatura: non è malvagia, ma risiedono qui i principali difetti dell'opera. La gestione temporale è coerente con sé stessa, dotata di una certa fluidità e alterna una cospicua serie di flashback. Il ritmo è complessivamente veloce e tutto sommato gradevole, anche se sono presenti un po' troppe scene ripetute dal primo episodio (l'animazione dell'unione delle cinque auto è sempre la stessa). La struttura degli episodi ricalca un po' il leit motiv degli anni '70 (in certi casi perpetuatosi sino ai giorni nostri), ossia estremamente "blindata" e prevedibile, il che può dare la sensazione di un'estrema ripetitività. Le scene di combattimenti e violenza abbondano, il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi anche nell'adattamento italiano.
Finale: la battaglia finale è piuttosto ben fatta e chiude una volta per tutte il conflitto con i Demoni. L'ultima parte dell'episodio è piuttosto aperta, lasciando una panoramica sulle cinque unità Gattiger. Non male per l'epoca.
In sintesi, "Supercar Gattiger" è una gran bella opera, ovviamente non scevra di alcuni difetti: in primis per un'eccessiva ripetizione di certe scene animate e, in secundis, per una struttura degli episodi ripetitiva in molti casi. Ciononostante è una serie che, al di là della bellezza dei bolidi e delle battaglie, non è affatto povera di contenuti, e sotto certi aspetti, con una trentina abbondante d'anni d'anticipo, è riuscita ad essere profetica sia sul piano tecnico che sul piano energetico: basti citare l'esaurimento dei combustibili fossili e l'utilizzo dell'energia solare come energia del futuro, pulita, rinnovabile ed efficiente. Data la sua natura, l'opera è consigliabile a tutti.
Arriivato con il primo gruppo di anime giapponesi, cioè alla fine degli anni '70, "Supercar Gattiger" ci emozionava soprattutto quando c'era la scena dell'unione delle cinque macchine, che si trasformavano nel Gattiger. La storia dei due team rivali, uno buono e uno cattivo, ricalcava un po' quella di "Falco il superbolide", solo che qui le auto da corsa non solo si fronteggiavano, anche slealmente, in massacranti rally, ma si trasformavano, unendosi in formazioni da cinque o sei bolidi: in poche parole, un "Transformers" con tante super-automobili, ma senza robottoni di mezzo.
In quest'anime, ci sono misteri da svelare e personaggi che bucano lo schermo, è vero, ma ciò che andava bene negli anni '70, oggi appare un po' ridicolo, specie quando certe sequenze d'azione vengono ripetute, fino alla nausea. Alla fine quel che si ricorda di "Supercar Gattiger" è proprio la macchina dei cinque eroi, con i modellini-giocattolo che facevano bella mostra nelle vetrine dei negozi nostrani e che si univano assieme, come nell'anime. Fra le curiosità, c'è il doppiaggio italiano, che vedeva, fra gli attori impegnati, oltre a Mauro Bosco e Cristina Boraschi, anche Massimo Lopez e Anna Marchesini, del famoso trio comico anni '80 Lopez-Solenghi-Marchesini. Orecchiabile la sigla italiana. Sei.
In quest'anime, ci sono misteri da svelare e personaggi che bucano lo schermo, è vero, ma ciò che andava bene negli anni '70, oggi appare un po' ridicolo, specie quando certe sequenze d'azione vengono ripetute, fino alla nausea. Alla fine quel che si ricorda di "Supercar Gattiger" è proprio la macchina dei cinque eroi, con i modellini-giocattolo che facevano bella mostra nelle vetrine dei negozi nostrani e che si univano assieme, come nell'anime. Fra le curiosità, c'è il doppiaggio italiano, che vedeva, fra gli attori impegnati, oltre a Mauro Bosco e Cristina Boraschi, anche Massimo Lopez e Anna Marchesini, del famoso trio comico anni '80 Lopez-Solenghi-Marchesini. Orecchiabile la sigla italiana. Sei.