Akudama Drive
Serie trovata per caso su una nota piattaforma streaming e visionata in un paio di giorni.
Ho ritenuto “curiosa” la definizione della serie come “tamarra”. Se deve essere interpretata nel senso di eccessiva, potrei concordare perché quasi tutti i personaggi sono “estremizzati”, al pari dei combattimenti molto “splatter”.
La trama, se così la si può definire, è molto semplice: in un futuro distopico con atmosfere alla “Blade Runner”, il Kansai (una regione del Giappone) ha perso la guerra con il Kanto (altra regione nipponica, anche se vengono rappresentate in modo inverso sulla cartina). Una ragazza (in seguito denominata la Truffatrice) si ritrova suo malgrado coinvolta in un’operazione eversiva per sabotare e appropriarsi di una consegna periodica (o tributo) che il Kansai deve al Kanto. La Truffatrice si trova costretta ad unirsi a questa operazione con altri 6 “akudama” di livello super S (criminali ritenuti pericolosissimi dalla società), ma saranno avversati in tutti i modi dagli esecutori (una polizia speciale che può immediatamente eseguire la pena - anche capitale - comminata dalla polizia – e qui il paragone con "Psyco-Pass" è d’obbligo) che daranno loro una caccia spietata con numerosi combattimenti all’ultimo sangue e con un epilogo alla “Léon” (alludo al grande film di Luc Besson). Purtroppo la mia poco ampia cultura manga/anime non mi permette di cogliere tutte le citazioni ad altre opere contenute nell’anime, ma si sicuro la trama è il primo vero “tallone di Achille” dell’opera: non ci sono molte spiegazioni sul perché di certe situazioni e sul senso del finale, ovvero l’obiettivo degli akudama nel consentire al “tributo” per il Kanto di non essere consegnato. Anzi ci sono molti buchi e alcune situazioni si possono intuire dopo qualche episodio.
Il secondo tallone di Achille sono i personaggi: a parte la Truffatrice e, in parte il Corriere, gli altri akudama restano delle “macchiette”. Penso all’omicida e alla dottoressa che sembrano per lo più degli Hannibal Lecter de "Il Silenzio degli Innocenti" o al Picchiatore che assomiglia ad una sorta di "Terminator" comico. Del Delinquente si potrebbe solo scrivere che sembra il classico bulletto da bar... mentre l’Hacker una specie di “gambler” del bit, affascinato come un videogioco dal livello di difficoltà sempre crescente... La Truffatrice e il Corriere assumono un po’ di spessore nella trama evolvendosi, come il sicario protagonista di Léon e danno un minimo di profondità alla storia che altrimenti sembra più un videogame con livelli di difficoltà crescente...
Lato esecutori... beh meglio lasciar perdere: altro che dubbi alla Akane Tsunemori di "Psyco-Pass". Si tratta di una polizia che pensa solo ad eseguire senza scrupoli le sentenze di condanna senza alcuna valutazione o obiezione di coscienza, tanto da far sorgere nello spettatore il dubbio che il confine tra il bene e il male non sia così netto... anzi come si vedrà nel corso dell’anime sembra spostarsi verso quelli che dovrebbero essere deputati a mantenere l’ordine pubblico...
Passando agli aspetti positivi o punti di forza, il comparto grafico e quello musicale sono di livello: l’anime offre delle splendide animazioni e coreografie con colori ed effetti luminosi di primordine. Idem per l’opening e l’ending.
Tali pregi stridono ancor di più con le carenze di trama e di character development e rendono l’anime uno splendido “contrasto” di puro intrattenimento senza che poi lasci nello spettatore qualche spunto di riflessione: un anime “bello senz’anima”.
Ho ritenuto “curiosa” la definizione della serie come “tamarra”. Se deve essere interpretata nel senso di eccessiva, potrei concordare perché quasi tutti i personaggi sono “estremizzati”, al pari dei combattimenti molto “splatter”.
La trama, se così la si può definire, è molto semplice: in un futuro distopico con atmosfere alla “Blade Runner”, il Kansai (una regione del Giappone) ha perso la guerra con il Kanto (altra regione nipponica, anche se vengono rappresentate in modo inverso sulla cartina). Una ragazza (in seguito denominata la Truffatrice) si ritrova suo malgrado coinvolta in un’operazione eversiva per sabotare e appropriarsi di una consegna periodica (o tributo) che il Kansai deve al Kanto. La Truffatrice si trova costretta ad unirsi a questa operazione con altri 6 “akudama” di livello super S (criminali ritenuti pericolosissimi dalla società), ma saranno avversati in tutti i modi dagli esecutori (una polizia speciale che può immediatamente eseguire la pena - anche capitale - comminata dalla polizia – e qui il paragone con "Psyco-Pass" è d’obbligo) che daranno loro una caccia spietata con numerosi combattimenti all’ultimo sangue e con un epilogo alla “Léon” (alludo al grande film di Luc Besson). Purtroppo la mia poco ampia cultura manga/anime non mi permette di cogliere tutte le citazioni ad altre opere contenute nell’anime, ma si sicuro la trama è il primo vero “tallone di Achille” dell’opera: non ci sono molte spiegazioni sul perché di certe situazioni e sul senso del finale, ovvero l’obiettivo degli akudama nel consentire al “tributo” per il Kanto di non essere consegnato. Anzi ci sono molti buchi e alcune situazioni si possono intuire dopo qualche episodio.
Il secondo tallone di Achille sono i personaggi: a parte la Truffatrice e, in parte il Corriere, gli altri akudama restano delle “macchiette”. Penso all’omicida e alla dottoressa che sembrano per lo più degli Hannibal Lecter de "Il Silenzio degli Innocenti" o al Picchiatore che assomiglia ad una sorta di "Terminator" comico. Del Delinquente si potrebbe solo scrivere che sembra il classico bulletto da bar... mentre l’Hacker una specie di “gambler” del bit, affascinato come un videogioco dal livello di difficoltà sempre crescente... La Truffatrice e il Corriere assumono un po’ di spessore nella trama evolvendosi, come il sicario protagonista di Léon e danno un minimo di profondità alla storia che altrimenti sembra più un videogame con livelli di difficoltà crescente...
Lato esecutori... beh meglio lasciar perdere: altro che dubbi alla Akane Tsunemori di "Psyco-Pass". Si tratta di una polizia che pensa solo ad eseguire senza scrupoli le sentenze di condanna senza alcuna valutazione o obiezione di coscienza, tanto da far sorgere nello spettatore il dubbio che il confine tra il bene e il male non sia così netto... anzi come si vedrà nel corso dell’anime sembra spostarsi verso quelli che dovrebbero essere deputati a mantenere l’ordine pubblico...
Passando agli aspetti positivi o punti di forza, il comparto grafico e quello musicale sono di livello: l’anime offre delle splendide animazioni e coreografie con colori ed effetti luminosi di primordine. Idem per l’opening e l’ending.
Tali pregi stridono ancor di più con le carenze di trama e di character development e rendono l’anime uno splendido “contrasto” di puro intrattenimento senza che poi lasci nello spettatore qualche spunto di riflessione: un anime “bello senz’anima”.
Attenzione: la recensione contiene grossi spoiler!!
Cos’è un Akudama? Un criminale. Può essere un piccolo criminale condannato a pochi anni (come il Delinquente), o un classe super S il quale avrà sul groppone centinaia di anni (come il Picchiatore), può aver aver scelto lui questo stile di vita (come il Corriere) o esserci capitato per caso (come la Truffatrice), ma tutti saranno braccati dalla polizia e -se si spingeranno troppo oltre- verranno eliminati dalle Unità di eliminazione.
Comunque questa è la storia di sette di loro: quattro li ho già nominati e i rimanenti tre sono: l’Omicida, la Dottoressa (i più sanguinari di tutti) e l’Hacker, il cui divertimento è invadere i sistemi di sicurezza dotati dei software di protezione più elaborati ed efficienti.
Riuniti nel primo episodio da un datore di lavoro improbabile (un gatto), dovranno rubare il dono del rinato Kansai al Kanto… tutti troveranno la morte nel modo più appropriato ai loro sogni e al loro modello di vita: il Picchiatore combattendo, l’Hacker entrando in una unità di elaborazioni dati incredibile che è l’anima del Kanto, l’Omicida circondato di rosso il colore del sangue che lo fa diventare matto, il Delinquente dimostrando di avere un orgoglio, la Dottoressa in cerca della formula per dare vita illimitato o morte immediata, la Truffatrice imbrogliando tutti con una morte recitata e il Corriere portando a destinazione il suo pacco…
Allora la morale di "Akudama Drive" è che i sogni uccidono? No, non esiste morale, ma non sono sicuro che sia il caso a determinare queste morti… l’abilità dello studio Pierrot e dargli una morte in linea con le caratteristiche del personaggio ma quest’anime è decisamente splatter e dunque gli autori si divertono a ucciderne i personaggi anche quelli principali…
Tra l’altro questi personaggi come i cittadini non hanno un nome, sono solo un numero e un timbro, usciti dalle regole diventano nomi conosciuti, ma sempre semplici soprannomi, il soprannome e la loro identità.
La truffatrice si dà lei stessa il nome, che poi come una maschera indosserà fino alla tomba, usata per sopravvivere la porterà comunque alla tomba.
Che dire allora? Bello! Disegni ben fatti e OST adeguata… so anche che è pieno di citazioni a film e fumetti, ma purtroppo io ne ho riconosciute ben poche… segno che sono ancora un ignorante.
Otto e consigliato a quelli che amano sangue e violenza.
Cos’è un Akudama? Un criminale. Può essere un piccolo criminale condannato a pochi anni (come il Delinquente), o un classe super S il quale avrà sul groppone centinaia di anni (come il Picchiatore), può aver aver scelto lui questo stile di vita (come il Corriere) o esserci capitato per caso (come la Truffatrice), ma tutti saranno braccati dalla polizia e -se si spingeranno troppo oltre- verranno eliminati dalle Unità di eliminazione.
Comunque questa è la storia di sette di loro: quattro li ho già nominati e i rimanenti tre sono: l’Omicida, la Dottoressa (i più sanguinari di tutti) e l’Hacker, il cui divertimento è invadere i sistemi di sicurezza dotati dei software di protezione più elaborati ed efficienti.
Riuniti nel primo episodio da un datore di lavoro improbabile (un gatto), dovranno rubare il dono del rinato Kansai al Kanto… tutti troveranno la morte nel modo più appropriato ai loro sogni e al loro modello di vita: il Picchiatore combattendo, l’Hacker entrando in una unità di elaborazioni dati incredibile che è l’anima del Kanto, l’Omicida circondato di rosso il colore del sangue che lo fa diventare matto, il Delinquente dimostrando di avere un orgoglio, la Dottoressa in cerca della formula per dare vita illimitato o morte immediata, la Truffatrice imbrogliando tutti con una morte recitata e il Corriere portando a destinazione il suo pacco…
Allora la morale di "Akudama Drive" è che i sogni uccidono? No, non esiste morale, ma non sono sicuro che sia il caso a determinare queste morti… l’abilità dello studio Pierrot e dargli una morte in linea con le caratteristiche del personaggio ma quest’anime è decisamente splatter e dunque gli autori si divertono a ucciderne i personaggi anche quelli principali…
Tra l’altro questi personaggi come i cittadini non hanno un nome, sono solo un numero e un timbro, usciti dalle regole diventano nomi conosciuti, ma sempre semplici soprannomi, il soprannome e la loro identità.
La truffatrice si dà lei stessa il nome, che poi come una maschera indosserà fino alla tomba, usata per sopravvivere la porterà comunque alla tomba.
Che dire allora? Bello! Disegni ben fatti e OST adeguata… so anche che è pieno di citazioni a film e fumetti, ma purtroppo io ne ho riconosciute ben poche… segno che sono ancora un ignorante.
Otto e consigliato a quelli che amano sangue e violenza.
Attenzione: questa serie non è quello che sembra.
Inutile analizzare il plot, i personaggi e l'aspetto superficiale di questa serie. Mi pare strano che, se si è avvezzi al genere anime, non ci si accorga dell'essenza principale di questo piccolo gioiellino.I titoli degli episodi sono citazioni. Gli sfondi stessi sono citazioni. I personaggi sono citazioni. I dialoghi riprendono altre serie. Ogni cosa, ogni singolo frame, ogni aspetto della serie è una citazione, o meglio ancora una diretta trasposizione di altre fonti.
Se fosse ripreso un solo elemento urlerei al plagio, ma se anche la stessa sigla si intitola "STEAL!" ci sarà pure una ragione. Non un solo elemento è originale, ogni dettaglio è stato accuratamente "rubato".
Si tratta di un'opera collage senza alcun foglio di base, un esperimento di "super-meme" ipercinetico. Ci trovate "Death Note", "Akira", "Jojo", "Danganronpa", "Jujutsu Kaisen", perfino opere anni '70, OVA anni '80 e trope cinematografici (da Stephen King a Kubrick a Lang citati *esplicitamente*).
La forma del razzo non è casuale, ad esempio. Ma lo stesso "puntare un razzo verso la luna" è citazione di un'altra serie OAV... scoprite quale. E la luna distrutta? L'avete veduta tutti in un'altra serie, no? Anche se quei frammenti così disposti sono presenti in una nota saga di fantascienza che avete veduto anch'essa... Geniale, o almeno folle.
Riuscire a far quadrare il cerchio era un'impresa titanica, questa massa citazionistica vuole spiccare, emergere, certe volte non la si contiene e la trama non riesce ad irregimentare sempre il tutto. D'altronde dover far convivere la moto di Tetsuo con "Black Jack" (sì, ragazzi, chi credevate che fosse la Dottoressa?) di Osamu Tezuka non era facile.
La qualità dell'animazione è sfolgorante, con scene sovra-dinamiche perfettamente coreografate. CGI finalmente razionale per un anime (solo elementi inorganici!). Sonoro altrettanto ambizioso, J-pop moderno, talvolta temi orchestrali che, guarda caso, sono citazioni anch'essi.
La trama offre dei buchi nella razionalità e continuità, ma si percepiscono soltanto a mente fredda, durante la narrazione effettiva non si ha tempo dato l'astuto congegno progressivo con cui si articolano gli eventi. Nulla quadra, nulla ha senso e non deve averlo: non vi stanno raccontando una storia, vi stanno mostrando 40 anni di animazione e cinema ad un ritmo ipertrofico.
Consiglio la visione (o una seconda visione) con questa chiara consapevolezza: che si tratta di una celebrazione dell'assoluto intrattenimento, un party orgiastico di tutto quello che un quarantenne come me ha assaporato nel multimediale quando voleva svagarsi e non pensare troppo.
Inutile analizzare il plot, i personaggi e l'aspetto superficiale di questa serie. Mi pare strano che, se si è avvezzi al genere anime, non ci si accorga dell'essenza principale di questo piccolo gioiellino.I titoli degli episodi sono citazioni. Gli sfondi stessi sono citazioni. I personaggi sono citazioni. I dialoghi riprendono altre serie. Ogni cosa, ogni singolo frame, ogni aspetto della serie è una citazione, o meglio ancora una diretta trasposizione di altre fonti.
Se fosse ripreso un solo elemento urlerei al plagio, ma se anche la stessa sigla si intitola "STEAL!" ci sarà pure una ragione. Non un solo elemento è originale, ogni dettaglio è stato accuratamente "rubato".
Si tratta di un'opera collage senza alcun foglio di base, un esperimento di "super-meme" ipercinetico. Ci trovate "Death Note", "Akira", "Jojo", "Danganronpa", "Jujutsu Kaisen", perfino opere anni '70, OVA anni '80 e trope cinematografici (da Stephen King a Kubrick a Lang citati *esplicitamente*).
La forma del razzo non è casuale, ad esempio. Ma lo stesso "puntare un razzo verso la luna" è citazione di un'altra serie OAV... scoprite quale. E la luna distrutta? L'avete veduta tutti in un'altra serie, no? Anche se quei frammenti così disposti sono presenti in una nota saga di fantascienza che avete veduto anch'essa... Geniale, o almeno folle.
Riuscire a far quadrare il cerchio era un'impresa titanica, questa massa citazionistica vuole spiccare, emergere, certe volte non la si contiene e la trama non riesce ad irregimentare sempre il tutto. D'altronde dover far convivere la moto di Tetsuo con "Black Jack" (sì, ragazzi, chi credevate che fosse la Dottoressa?) di Osamu Tezuka non era facile.
La qualità dell'animazione è sfolgorante, con scene sovra-dinamiche perfettamente coreografate. CGI finalmente razionale per un anime (solo elementi inorganici!). Sonoro altrettanto ambizioso, J-pop moderno, talvolta temi orchestrali che, guarda caso, sono citazioni anch'essi.
La trama offre dei buchi nella razionalità e continuità, ma si percepiscono soltanto a mente fredda, durante la narrazione effettiva non si ha tempo dato l'astuto congegno progressivo con cui si articolano gli eventi. Nulla quadra, nulla ha senso e non deve averlo: non vi stanno raccontando una storia, vi stanno mostrando 40 anni di animazione e cinema ad un ritmo ipertrofico.
Consiglio la visione (o una seconda visione) con questa chiara consapevolezza: che si tratta di una celebrazione dell'assoluto intrattenimento, un party orgiastico di tutto quello che un quarantenne come me ha assaporato nel multimediale quando voleva svagarsi e non pensare troppo.
«Akudama Drive» è un anime, a cura dello studio di animazione Studio Pierrot, frenetico, volutamente esagerato e con diversi colpi di scena interessanti.
Un criminale sta per essere giustiziato, viene dato un premio in denaro per chi riesce a liberarlo, accorrono i più temuti criminali, ognuno con determinate caratteristiche, fra loro una ragazza comune, senza alcuna apparente qualità, capitata per caso in quel luogo. Contando il criminale che vogliono liberare si tratta di 7 persone, 7 Akudama. Il motivo che si nasconde dietro al tutto inizialmente rimane avvolto nel mistero.
Trama semplice e lineare, no. Il tutto si complicherà, misteri dietro misteri che solo successivamente verranno chiariti, senza dimenticare nulla. Tutto segue un piano ben preciso, ben organizzato, seguendo una motivazione valida. Diventerà sempre più difficile per i protagonisti, soprattutto per la forza della polizia che darà loro la caccia. l'Unità Esecuzioni, un gruppo speciale della polizia nato proprio per contrastare questi criminali, saranno una costante spina nel fianco per i protagonisti, soprattutto uno dei più abili di loro, la figura dell'istruttore.
Tutto sempre troppo esagerato, ma non sempre. I protagonisti hanno abilità e capacità volutamente esagerate tanto da farli sembrare invincibili, con le loro presentazioni alla Danganronpa. Con il trascorrere degli episodi sembra proprio che sia più una presentazione, un voler evidenziare quanto siano forti tutti loro, che una follia esagerata. Una ferita quasi banale può essere mortale, anche un normale poliziotto senza nome che viene inquadrato pochi minuti può far davvero male, se sei ricercato hai la vita davvero difficile non importa quanti soldi tu abbia. Di fronte ad incredibili esagerazioni vediamo tanta realtà che stupisce lo spettatore.
Nomi bizzarri, nel senso che tutti i personaggi dell'anime non hanno nome. Sentiremo "Lottatore", "Omicida", "Truffatrice", caratteristica che non comprende solo i criminali ma anche la forza della polizia. La caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita, anche se per alcuni, comprimari ai fini della storia, non sarà approfondita. Risulteranno tutti credibili nelle loro stranezze, spicca da un lato l'istruttore dall'altro quella povera ragazza che si ritrova coinvolta suo malgrado. Nota di merito va al personaggio chiamato fratello. Deludente invece è la crescita dell'apprendista, l'amica dell'istruttore, personaggio poco sfruttato ma che poteva aggiungere quel giusto pathos, che invece non mancherà grazie all'imprevedibilità e alla follia dei vari protagonisti. Certe scene sono molto piacevoli da guardare, in pochi istanti si passa da una scena tranquilla ad un'altra ricca di suspense, quasi a spiazzare lo spettatore, facendolo con il giusto garbo.
L'opening "STEAL!!" dei "SPARK!!SOUND!!SHOW!! " è assordante, confusionaria e psichedelica nel montaggio, mentre in netto contrasto Ready" di Urashimasakatasen melodiosa, lenta ma non troppo. Sul montaggio dell'opening vi consiglio di riguardarla dopo aver terminato l'intera serie, noterete qualcosa che sicuramente vi era sfuggita alla prima visione. Le animazioni e i disegni sono di ottima qualità, le numerose scene di azione non risultano mai artificiose o confuse, si lasciano guardare, si lasciano ammirare.
Consigliato a chi cerca una storia d'azione, coinvolgente e bizzarra.
Un criminale sta per essere giustiziato, viene dato un premio in denaro per chi riesce a liberarlo, accorrono i più temuti criminali, ognuno con determinate caratteristiche, fra loro una ragazza comune, senza alcuna apparente qualità, capitata per caso in quel luogo. Contando il criminale che vogliono liberare si tratta di 7 persone, 7 Akudama. Il motivo che si nasconde dietro al tutto inizialmente rimane avvolto nel mistero.
Trama semplice e lineare, no. Il tutto si complicherà, misteri dietro misteri che solo successivamente verranno chiariti, senza dimenticare nulla. Tutto segue un piano ben preciso, ben organizzato, seguendo una motivazione valida. Diventerà sempre più difficile per i protagonisti, soprattutto per la forza della polizia che darà loro la caccia. l'Unità Esecuzioni, un gruppo speciale della polizia nato proprio per contrastare questi criminali, saranno una costante spina nel fianco per i protagonisti, soprattutto uno dei più abili di loro, la figura dell'istruttore.
Tutto sempre troppo esagerato, ma non sempre. I protagonisti hanno abilità e capacità volutamente esagerate tanto da farli sembrare invincibili, con le loro presentazioni alla Danganronpa. Con il trascorrere degli episodi sembra proprio che sia più una presentazione, un voler evidenziare quanto siano forti tutti loro, che una follia esagerata. Una ferita quasi banale può essere mortale, anche un normale poliziotto senza nome che viene inquadrato pochi minuti può far davvero male, se sei ricercato hai la vita davvero difficile non importa quanti soldi tu abbia. Di fronte ad incredibili esagerazioni vediamo tanta realtà che stupisce lo spettatore.
Nomi bizzarri, nel senso che tutti i personaggi dell'anime non hanno nome. Sentiremo "Lottatore", "Omicida", "Truffatrice", caratteristica che non comprende solo i criminali ma anche la forza della polizia. La caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita, anche se per alcuni, comprimari ai fini della storia, non sarà approfondita. Risulteranno tutti credibili nelle loro stranezze, spicca da un lato l'istruttore dall'altro quella povera ragazza che si ritrova coinvolta suo malgrado. Nota di merito va al personaggio chiamato fratello. Deludente invece è la crescita dell'apprendista, l'amica dell'istruttore, personaggio poco sfruttato ma che poteva aggiungere quel giusto pathos, che invece non mancherà grazie all'imprevedibilità e alla follia dei vari protagonisti. Certe scene sono molto piacevoli da guardare, in pochi istanti si passa da una scena tranquilla ad un'altra ricca di suspense, quasi a spiazzare lo spettatore, facendolo con il giusto garbo.
L'opening "STEAL!!" dei "SPARK!!SOUND!!SHOW!! " è assordante, confusionaria e psichedelica nel montaggio, mentre in netto contrasto Ready" di Urashimasakatasen melodiosa, lenta ma non troppo. Sul montaggio dell'opening vi consiglio di riguardarla dopo aver terminato l'intera serie, noterete qualcosa che sicuramente vi era sfuggita alla prima visione. Le animazioni e i disegni sono di ottima qualità, le numerose scene di azione non risultano mai artificiose o confuse, si lasciano guardare, si lasciano ammirare.
Consigliato a chi cerca una storia d'azione, coinvolgente e bizzarra.
Uscito nell'autunno del 2020 e passato abbastanza in sordina, "Akudama Drive" si è rivelato una bellissima sorpresa per i fan del cyberpunk e dell'azione, come me.
La storia si concentra sul personaggio della Truffatrice/Persona Comune e di come, per sua sfortuna, si unisce a un gruppo di criminali chiamati Akudama. Le ambientazioni sono veramente magnifiche: l'uso della luce, i colori... si può fermare lo schermo in un qualsiasi momento e si rimane incantati. Un'altra cosa che ho apprezzato di quest'anime è la 'carica emotiva': le scene di azione eccitano moltissimo e quando la protagonista si trova in una situazione pericolosa si riesce a sentire la sua paura e provarla con lei. Davanti allo schermo si rimane ipnotizzati e completamente immersi nella scena tanto da sentire quasi l'odore dell'ambiente.
Nota dolente sono però le caratterizzazioni dei personaggi e la trama in sé. Se vi appassionate all'anime per sapere dei più sul passato degli Akudama e di come sono diventati tali rimarrete molto delusi perché non viene detto. Così facendo non si riesce veramente a empatizzare con loro e sembra sempre come se il centro del loro carattere sia l'egoismo e la cattiveria fine a sé stessa. La protagonista è l'unico personaggio che subisce una crescita, ma anche questa rimane abbastanza superficiale. La superficialità colpisce purtroppo anche la trama con diversi problemi logici e incongruenze. Con questo non voglio dire che la trama non sia godibile, anzi, alla fine di ogni episodio vien voglia di vedere come si evolverà, ma riflettendoci certe decisioni dei personaggi sono totalmente insensate e certi buchi si potevano coprire con piccoli accorgimenti.
In conclusione: consiglio caldamente quest'anime a tutti gli amanti delle emozioni forti (soprattutto ai fan dell'azione e dello splatter) che non si preoccupano troppo di trama e personaggi.
La storia si concentra sul personaggio della Truffatrice/Persona Comune e di come, per sua sfortuna, si unisce a un gruppo di criminali chiamati Akudama. Le ambientazioni sono veramente magnifiche: l'uso della luce, i colori... si può fermare lo schermo in un qualsiasi momento e si rimane incantati. Un'altra cosa che ho apprezzato di quest'anime è la 'carica emotiva': le scene di azione eccitano moltissimo e quando la protagonista si trova in una situazione pericolosa si riesce a sentire la sua paura e provarla con lei. Davanti allo schermo si rimane ipnotizzati e completamente immersi nella scena tanto da sentire quasi l'odore dell'ambiente.
Nota dolente sono però le caratterizzazioni dei personaggi e la trama in sé. Se vi appassionate all'anime per sapere dei più sul passato degli Akudama e di come sono diventati tali rimarrete molto delusi perché non viene detto. Così facendo non si riesce veramente a empatizzare con loro e sembra sempre come se il centro del loro carattere sia l'egoismo e la cattiveria fine a sé stessa. La protagonista è l'unico personaggio che subisce una crescita, ma anche questa rimane abbastanza superficiale. La superficialità colpisce purtroppo anche la trama con diversi problemi logici e incongruenze. Con questo non voglio dire che la trama non sia godibile, anzi, alla fine di ogni episodio vien voglia di vedere come si evolverà, ma riflettendoci certe decisioni dei personaggi sono totalmente insensate e certi buchi si potevano coprire con piccoli accorgimenti.
In conclusione: consiglio caldamente quest'anime a tutti gli amanti delle emozioni forti (soprattutto ai fan dell'azione e dello splatter) che non si preoccupano troppo di trama e personaggi.