Arrivare a te - Stagione 2
Premetto che questa recensione comprende la prima e la seconda stagione, viste di seguito e in un lasso di tempo ristretto.
Seconda premessa: oltre al fatto che ci saranno piccoli spoiler, dico da subito che il personaggio più ‘figo’, ben scritto e perfetto non è uno dei due protagonisti, bensì Ayane.
Brevissimamente, la trama: Sawako (o come viene chiamata da tutti, Sadako) è una bellissima ma quasi spettrale ragazza, dolce e incredibilmente timida, che viene da sempre emarginata per queste sue caratteristiche. Ma tutto questo cambia, o meglio, inizia a cambiare, nel momento in cui incontra tre personaggi fondamentali: Shota, il ragazzo più popolare della scuola, gentile e sempre allegro, il primo che vede in lei qualcosa di “magico”; Chizuru, spilungona atletica e maschiaccio, dal cuore d’oro e dalla lacrima facile, e infine la sopracitata Ayane, personaggio fantastico, una specie di gyaru, matura, emancipata e riflessiva, sempre bella e alla moda. Con l’aiuto di questi tre elementi e del fantastico (e sempre nel suo mondo) Ryu, Sawako inizierà a diventare sempre meno emarginata, a credere in sé (molto lentamente) e a trovare l’amore in Shota.
La trama, come si comprende facilmente, non ha nulla di originale. Ma il contesto in cui è raccontata fa la differenza. Le situazioni che vengono mostrate a schermo, i dialoghi, il cambio che pian piano avviene in diversi personaggi rendono quest’opera un piccolo gioiello.
Anche gli antagonisti, fondamentalmente due (la bellissima Ume e il playboy Kento), hanno una crescita davvero ben fatta, soprattutto la prima, che permette allo spettatore di ricredersi più volte su iniziali giudizi.
Unico neo, a mio avviso, è il carattere di Sawako nella seconda stagione, dove c’è un allontanamento tra i due protagonisti per motivi assurdi e incomprensioni. Più volte mi son trovato ad esclamare: “Ma allora sei stupida!”. Il motivo è che Sawako è talmente timida, ha talmente paura di “disturbare”, che crea dei muri con Shota legati quasi esclusivamente al non riuscire a parlare per l’emozione. Questa parte dell’anime mi ha leggermente disturbato, proprio per l’eccessivo “non svegliarsi” della protagonista. Fantastica in questo caso la reazione delle due meravigliose amiche, che la spronano in modo davvero realistico.
Ultima nota sui personaggi di contorno: ecco, son proprio dei “contorni”, tutti abbastanza anonimi e a volte fastidiosi (Jonochi in primis).
Tecnicamente parlando, lo trovo bellissimo. Si distacca molto dal classico stile anime, non c’è presenza di occhi dai mille colori, di capelli verdi, blu e rosa, e i visi, anche di profilo, son decisamente più realistici. Il tratto è semplice e per nulla elaborato, ma movenze e animazioni son fatte bene.
Concludo consigliando vivamente il prodotto ai fan del genere, soprattutto a chi ama le opere prive di fanservice e più realistiche.
Seconda premessa: oltre al fatto che ci saranno piccoli spoiler, dico da subito che il personaggio più ‘figo’, ben scritto e perfetto non è uno dei due protagonisti, bensì Ayane.
Brevissimamente, la trama: Sawako (o come viene chiamata da tutti, Sadako) è una bellissima ma quasi spettrale ragazza, dolce e incredibilmente timida, che viene da sempre emarginata per queste sue caratteristiche. Ma tutto questo cambia, o meglio, inizia a cambiare, nel momento in cui incontra tre personaggi fondamentali: Shota, il ragazzo più popolare della scuola, gentile e sempre allegro, il primo che vede in lei qualcosa di “magico”; Chizuru, spilungona atletica e maschiaccio, dal cuore d’oro e dalla lacrima facile, e infine la sopracitata Ayane, personaggio fantastico, una specie di gyaru, matura, emancipata e riflessiva, sempre bella e alla moda. Con l’aiuto di questi tre elementi e del fantastico (e sempre nel suo mondo) Ryu, Sawako inizierà a diventare sempre meno emarginata, a credere in sé (molto lentamente) e a trovare l’amore in Shota.
La trama, come si comprende facilmente, non ha nulla di originale. Ma il contesto in cui è raccontata fa la differenza. Le situazioni che vengono mostrate a schermo, i dialoghi, il cambio che pian piano avviene in diversi personaggi rendono quest’opera un piccolo gioiello.
Anche gli antagonisti, fondamentalmente due (la bellissima Ume e il playboy Kento), hanno una crescita davvero ben fatta, soprattutto la prima, che permette allo spettatore di ricredersi più volte su iniziali giudizi.
Unico neo, a mio avviso, è il carattere di Sawako nella seconda stagione, dove c’è un allontanamento tra i due protagonisti per motivi assurdi e incomprensioni. Più volte mi son trovato ad esclamare: “Ma allora sei stupida!”. Il motivo è che Sawako è talmente timida, ha talmente paura di “disturbare”, che crea dei muri con Shota legati quasi esclusivamente al non riuscire a parlare per l’emozione. Questa parte dell’anime mi ha leggermente disturbato, proprio per l’eccessivo “non svegliarsi” della protagonista. Fantastica in questo caso la reazione delle due meravigliose amiche, che la spronano in modo davvero realistico.
Ultima nota sui personaggi di contorno: ecco, son proprio dei “contorni”, tutti abbastanza anonimi e a volte fastidiosi (Jonochi in primis).
Tecnicamente parlando, lo trovo bellissimo. Si distacca molto dal classico stile anime, non c’è presenza di occhi dai mille colori, di capelli verdi, blu e rosa, e i visi, anche di profilo, son decisamente più realistici. Il tratto è semplice e per nulla elaborato, ma movenze e animazioni son fatte bene.
Concludo consigliando vivamente il prodotto ai fan del genere, soprattutto a chi ama le opere prive di fanservice e più realistiche.
Se dovessi dare la definizione di sequel di cui non si sentiva la necessità e di cui non se ne capisce neanche l'utilità, lo farei prendendo come esempio questo di "Kimi ni Todoke", almeno secondo il mio parere.
La storia riprende da dove ci aveva lasciati, con la differenza che i personaggi sono cresciuti e hanno tutti un anno in più; inizialmente si spera che i due protagonisti, Sawako e Shota, siano maturati un pochino, ma addentrandosi via via con gli episodi lo spettatore si rende conto che è solo una vana speranza, anzi tutto il contrario, sono regrediti cerebralmente. Sawako diventa ancora più insopportabile, praticamente un'ameba che piange tutto il tempo e ha comportamenti da bambina di quattro anni: se inizialmente poteva far sorridere a qualcuno il suo essere impacciata e un po' tonta, qua innervosisce solo, non capendo mai niente di quello che succede, vittimizzandosi ad ogni occasione e cercando sempre di rendere pesante la storia, già di per sé pesante con le tremila incomprensioni, fraintendimenti, timidezza e staticità dei due protagonisti. Invece Shota fa solo cavolate tutto il tempo, "spaventando" quell'idiota di Sawako, secondo il parere della signorina, ma, nota positiva, lui tira fuori un po' di carattere e ci si allontana dall'immagine che si aveva guardandolo dagli occhi della protagonista come l'uomo perfetto, che non si incavola mai, che sa tutto lui e non sbaglia un colpo: per Sawako, Kazehaya era un automa senza sentimenti incapace di provare emozioni. Purtroppo risulta un cambiamento solo superficiale e poco convincente ai fini della vicenda, tornando poi dopo pochi attimi ad essere il solito ragazzo timido, troppo buonista e senza una personalità ben delineata.
Come se non bastassero le continue incomprensioni, la staticità e gli atteggiamenti odiosi di Sawako in questo sequel, hanno avuto la brillante idea di aggiungere da subito anche un terzo componente maschile, per creare una sorta di triangolo amoroso mal riuscito in tutto e per tutto già dai primi episodi della seconda stagione. Ecco a voi, signori e signore: Kento Miura! Un personaggio scialbo, senza carattere, messo apposta per questa finalità, infatti, dopo aver complicato ancora di più la storia, come se non ci fosse già Sawako utilizzata per questo scopo con le sue paranoie e pianti, il signorino sparisce e ce lo si ritrova all'ultimo episodio, fortunatamente.
Un'altra cosa che non ho apprezzato è il ruolo che hanno le amiche di Sawako nella seconda stagione: se nella prima stagione aiutano e supportano la protagonista, ma comunque mostrano del carattere e hanno un ruolo attivo all'interno della vicenda, qua sono forzatamente usate solo per creare la coppia, come se non avessero altri motivi per vivere; dovevano far accasare Sawako con Kazehaya prima della fine del liceo!
La storia ha il solito ritmo della prima stagione, risultando lenta e anche un po' noiosa già dopo qualche episodio, con il solito modus operandi del complicare sempre le cose con continui fraintendimenti, per poi arrivare in due puntate a una dichiarazione che risulta essere anche un po' troppo frettolosa, e l'impressione è che sia stata messa giusto per dare un lieto fine e concludere la faccenda.
L'unica nota stonata e positiva rimane Kurumi, un personaggio che evolve, matura di pari passo con la storia, capisce i suoi errori, cerca di redimersi come può e che da quando si era dichiarata nella stagione precedente comincia a mettersi in gioco onestamente, mantenendo comunque qualche lato del suo carattere, che viene smorzato parecchio. Rendendola dinamica e non statica come gli altri, quindi, per me è il personaggio venuto meglio dell'opera.
La grafica nel complesso è carina, la stessa a cui ci avevano abituati con la stagione precedente, che tutto sommato a me piace, come mi sono piaciute anche l'opening e l'ending di questa stagione.
Per il sequel di "Kimi ni Todoke" il mio voto è 2,5, trovo che sia un'aggravante che appunto in soli dodici episodi potevano già concludere tutto, senza far snervare lo spettatore per ben trentasette episodi e, nonostante tutti questi episodi, non si arriva praticamente ancora a nulla di concreto a parte qualche abbraccio, ma la pesantezza ed eccessiva timidezza dei due protagonisti e le incomprensioni sempre presenti per portare avanti il carrozzone rendono questo anime un macigno da visionare.
La storia riprende da dove ci aveva lasciati, con la differenza che i personaggi sono cresciuti e hanno tutti un anno in più; inizialmente si spera che i due protagonisti, Sawako e Shota, siano maturati un pochino, ma addentrandosi via via con gli episodi lo spettatore si rende conto che è solo una vana speranza, anzi tutto il contrario, sono regrediti cerebralmente. Sawako diventa ancora più insopportabile, praticamente un'ameba che piange tutto il tempo e ha comportamenti da bambina di quattro anni: se inizialmente poteva far sorridere a qualcuno il suo essere impacciata e un po' tonta, qua innervosisce solo, non capendo mai niente di quello che succede, vittimizzandosi ad ogni occasione e cercando sempre di rendere pesante la storia, già di per sé pesante con le tremila incomprensioni, fraintendimenti, timidezza e staticità dei due protagonisti. Invece Shota fa solo cavolate tutto il tempo, "spaventando" quell'idiota di Sawako, secondo il parere della signorina, ma, nota positiva, lui tira fuori un po' di carattere e ci si allontana dall'immagine che si aveva guardandolo dagli occhi della protagonista come l'uomo perfetto, che non si incavola mai, che sa tutto lui e non sbaglia un colpo: per Sawako, Kazehaya era un automa senza sentimenti incapace di provare emozioni. Purtroppo risulta un cambiamento solo superficiale e poco convincente ai fini della vicenda, tornando poi dopo pochi attimi ad essere il solito ragazzo timido, troppo buonista e senza una personalità ben delineata.
Come se non bastassero le continue incomprensioni, la staticità e gli atteggiamenti odiosi di Sawako in questo sequel, hanno avuto la brillante idea di aggiungere da subito anche un terzo componente maschile, per creare una sorta di triangolo amoroso mal riuscito in tutto e per tutto già dai primi episodi della seconda stagione. Ecco a voi, signori e signore: Kento Miura! Un personaggio scialbo, senza carattere, messo apposta per questa finalità, infatti, dopo aver complicato ancora di più la storia, come se non ci fosse già Sawako utilizzata per questo scopo con le sue paranoie e pianti, il signorino sparisce e ce lo si ritrova all'ultimo episodio, fortunatamente.
Un'altra cosa che non ho apprezzato è il ruolo che hanno le amiche di Sawako nella seconda stagione: se nella prima stagione aiutano e supportano la protagonista, ma comunque mostrano del carattere e hanno un ruolo attivo all'interno della vicenda, qua sono forzatamente usate solo per creare la coppia, come se non avessero altri motivi per vivere; dovevano far accasare Sawako con Kazehaya prima della fine del liceo!
La storia ha il solito ritmo della prima stagione, risultando lenta e anche un po' noiosa già dopo qualche episodio, con il solito modus operandi del complicare sempre le cose con continui fraintendimenti, per poi arrivare in due puntate a una dichiarazione che risulta essere anche un po' troppo frettolosa, e l'impressione è che sia stata messa giusto per dare un lieto fine e concludere la faccenda.
L'unica nota stonata e positiva rimane Kurumi, un personaggio che evolve, matura di pari passo con la storia, capisce i suoi errori, cerca di redimersi come può e che da quando si era dichiarata nella stagione precedente comincia a mettersi in gioco onestamente, mantenendo comunque qualche lato del suo carattere, che viene smorzato parecchio. Rendendola dinamica e non statica come gli altri, quindi, per me è il personaggio venuto meglio dell'opera.
La grafica nel complesso è carina, la stessa a cui ci avevano abituati con la stagione precedente, che tutto sommato a me piace, come mi sono piaciute anche l'opening e l'ending di questa stagione.
Per il sequel di "Kimi ni Todoke" il mio voto è 2,5, trovo che sia un'aggravante che appunto in soli dodici episodi potevano già concludere tutto, senza far snervare lo spettatore per ben trentasette episodi e, nonostante tutti questi episodi, non si arriva praticamente ancora a nulla di concreto a parte qualche abbraccio, ma la pesantezza ed eccessiva timidezza dei due protagonisti e le incomprensioni sempre presenti per portare avanti il carrozzone rendono questo anime un macigno da visionare.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
La seconda stagione di "Kimi ni Todoke" porta a compimento, dopo un percorso di trentasette episodi complessivi, l'Odissea amorosa di Shota e Sawako. E per lo stile e l'impostazione narrativa non è né superiore né inferiore alla precedente: è coerente e resta con gli stessi limiti e pregi della prima serie.
Constando della metà degli episodi della prima stagione, la seconda si concentra esclusivamente sui protagonisti, immergendoci assieme a loro nel loro surreale cammino di avvicinamento reciproco (il titolo "Arrivare a te" è quanto mai esplicativo del leit motiv della storia), fino al coronamento dei loro sentimenti: le scene finali sono pregne di significato e cariche di emozioni e sentimenti. La felicità che provano Sawako e Shota è qualcosa che colpisce per come viene comunicata dai dialoghi, dalle espressioni e dalla dolcezza degli sguardi.
Ma quello che mi ha colpito di più è lo "stupore" che provano entrambi per il rapporto speciale che inizia a legarli l'una con l'altro: un po' lo stupore di un bambino di fronte a un regalo inaspettato e molto gradito, un dono atteso da tanto tempo e che è costato sofferenze, e che una volta raggiunto/ottenuto trasfigura i protagonisti, tanto da renderli quasi "metafisici". Non sto esagerando: gli ultimi episodi dalla dichiarazione in poi diventano una sorta di elegia o celebrazione del loro amore, tanto da esserne così permeati e meravigliati, da non curarsi di quanto pensano gli altri, e con una forza e coraggio non comuni per due ragazzi di sedici anni si dichiarano e confermano il loro amore davanti a tutti, smentendo tutte le malelingue e le convenzioni/stereotipi che li volevano agli antipodi.
"Arrivare a te" sembra una sorta di metafora della fiaba del "brutto anatroccolo", Sawako, sbeffeggiata e emarginata solo perché incapace di farsi valere, tanto da essersi convinta che deve solo ringraziare se qualcuno le dedica un minimo di attenzione e scusarsi immediatamente se crea un minimo fastidio con la sua semplice presenza...
E così, "Arrivare a te" diventa più o meno consapevolmente un invito coraggioso a non tradire mai ciò che si è, anche quando non solo non si ricevono conferme dagli altri ma anche e solo cattiverie...
Sawako potrebbe, in qualche modo, rassegnarsi alla sua situazione, vivere passivamente le cattiverie che riceve e incassarle, ma continua ad essere sé stessa e a guardare agli altri sempre in modo positivo nonostante tutto. E in questa situazione Shota, a sua volta un "brutto anatroccolo" mascherato da cigno, coglie la natura vera di Sawako e ne rimane affascinato, tanto da non riuscire a farne a meno.
In tutto questo, si capisce la vera essenza della chimica della loro storia; la cattiva Ume alla fine riassume il senso della sconfitta, ammettendo e accettando che il problema del suo amore non corrisposto non era rappresentato da Sawako ma da una precisa scelta di Shota: quella di non aver occhi se non proprio per Sawako. Era sicuramente più facile prendersela con la debole e la emarginata del gruppo, per demolirla agli occhi di Shota, oggetto del desiderio di uno stuolo di ragazzine, senza voler accettare che proprio Shota non era interessato a tutte coloro che a turno si dichiaravano a lui o mettevano in atto i soliti giochetti e sotterfugi per mettere i bastoni tra le ruote delle pretendenti.
"Kimi ni Todoke", al di là della classica storia d'amore asessuata, tutta timidezza, sospiri, tremori, tachicardie, balbuzie, arrossamenti, equivoci, travisamenti, ecc. tipici degli shoujo classici, nasconde anche un messaggio di forza istintiva da parte di Sawako e Shota a non arrendersi e a non "omologarsi" a ciò che vorrebbe il "mainstream".
E così può essere visto come un percorso di ricerca e crescita della propria individualità attraverso l'affermazione e la determinazione a raggiungere ciò che si vuole senza condizionamenti, e a godere della felicità che se ne può trarre.
Che è poi l'incipit del passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza, per poi confluire verso la fase adulta. E così il brutto anatroccolo è divenuto cigno: Sawako e Shota sono sé stessi e nello stesso tempo sono altro. Chi li vede al termine dell'anime non può fare altro che constatare cosa sono diventati, prima "meravigliandosi" e poi, alla fine, "ammirandoli" con (o senza) invidia.
La seconda stagione di "Kimi ni Todoke" porta a compimento, dopo un percorso di trentasette episodi complessivi, l'Odissea amorosa di Shota e Sawako. E per lo stile e l'impostazione narrativa non è né superiore né inferiore alla precedente: è coerente e resta con gli stessi limiti e pregi della prima serie.
Constando della metà degli episodi della prima stagione, la seconda si concentra esclusivamente sui protagonisti, immergendoci assieme a loro nel loro surreale cammino di avvicinamento reciproco (il titolo "Arrivare a te" è quanto mai esplicativo del leit motiv della storia), fino al coronamento dei loro sentimenti: le scene finali sono pregne di significato e cariche di emozioni e sentimenti. La felicità che provano Sawako e Shota è qualcosa che colpisce per come viene comunicata dai dialoghi, dalle espressioni e dalla dolcezza degli sguardi.
Ma quello che mi ha colpito di più è lo "stupore" che provano entrambi per il rapporto speciale che inizia a legarli l'una con l'altro: un po' lo stupore di un bambino di fronte a un regalo inaspettato e molto gradito, un dono atteso da tanto tempo e che è costato sofferenze, e che una volta raggiunto/ottenuto trasfigura i protagonisti, tanto da renderli quasi "metafisici". Non sto esagerando: gli ultimi episodi dalla dichiarazione in poi diventano una sorta di elegia o celebrazione del loro amore, tanto da esserne così permeati e meravigliati, da non curarsi di quanto pensano gli altri, e con una forza e coraggio non comuni per due ragazzi di sedici anni si dichiarano e confermano il loro amore davanti a tutti, smentendo tutte le malelingue e le convenzioni/stereotipi che li volevano agli antipodi.
"Arrivare a te" sembra una sorta di metafora della fiaba del "brutto anatroccolo", Sawako, sbeffeggiata e emarginata solo perché incapace di farsi valere, tanto da essersi convinta che deve solo ringraziare se qualcuno le dedica un minimo di attenzione e scusarsi immediatamente se crea un minimo fastidio con la sua semplice presenza...
E così, "Arrivare a te" diventa più o meno consapevolmente un invito coraggioso a non tradire mai ciò che si è, anche quando non solo non si ricevono conferme dagli altri ma anche e solo cattiverie...
Sawako potrebbe, in qualche modo, rassegnarsi alla sua situazione, vivere passivamente le cattiverie che riceve e incassarle, ma continua ad essere sé stessa e a guardare agli altri sempre in modo positivo nonostante tutto. E in questa situazione Shota, a sua volta un "brutto anatroccolo" mascherato da cigno, coglie la natura vera di Sawako e ne rimane affascinato, tanto da non riuscire a farne a meno.
In tutto questo, si capisce la vera essenza della chimica della loro storia; la cattiva Ume alla fine riassume il senso della sconfitta, ammettendo e accettando che il problema del suo amore non corrisposto non era rappresentato da Sawako ma da una precisa scelta di Shota: quella di non aver occhi se non proprio per Sawako. Era sicuramente più facile prendersela con la debole e la emarginata del gruppo, per demolirla agli occhi di Shota, oggetto del desiderio di uno stuolo di ragazzine, senza voler accettare che proprio Shota non era interessato a tutte coloro che a turno si dichiaravano a lui o mettevano in atto i soliti giochetti e sotterfugi per mettere i bastoni tra le ruote delle pretendenti.
"Kimi ni Todoke", al di là della classica storia d'amore asessuata, tutta timidezza, sospiri, tremori, tachicardie, balbuzie, arrossamenti, equivoci, travisamenti, ecc. tipici degli shoujo classici, nasconde anche un messaggio di forza istintiva da parte di Sawako e Shota a non arrendersi e a non "omologarsi" a ciò che vorrebbe il "mainstream".
E così può essere visto come un percorso di ricerca e crescita della propria individualità attraverso l'affermazione e la determinazione a raggiungere ciò che si vuole senza condizionamenti, e a godere della felicità che se ne può trarre.
Che è poi l'incipit del passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza, per poi confluire verso la fase adulta. E così il brutto anatroccolo è divenuto cigno: Sawako e Shota sono sé stessi e nello stesso tempo sono altro. Chi li vede al termine dell'anime non può fare altro che constatare cosa sono diventati, prima "meravigliandosi" e poi, alla fine, "ammirandoli" con (o senza) invidia.
La storia riparte esattamente da dove si era interrotta nella prima e precedente serie, continuando e portando a termine la storia d'amore tra Sawako Kuronuma, detta Sadako, e Shota Kazehaya.
Tra incomprensioni e rivali in amore, la vicenda entrerà nel vivo, alzando il livello di interesse rispetto a quanto visto precedentemente.
Inutile dire che il livello tecnico di questi dodici e conclusivi episodi sia il medesimo che si era fatto apprezzare nella prima serie.
Insomma, credo superfluo asserire che la visione sia obbligatoria per tutti coloro che hanno visto e apprezzato la prima parte, tanto più per il motivo che si tratta di un'altra ottima serie.
Tra incomprensioni e rivali in amore, la vicenda entrerà nel vivo, alzando il livello di interesse rispetto a quanto visto precedentemente.
Inutile dire che il livello tecnico di questi dodici e conclusivi episodi sia il medesimo che si era fatto apprezzare nella prima serie.
Insomma, credo superfluo asserire che la visione sia obbligatoria per tutti coloro che hanno visto e apprezzato la prima parte, tanto più per il motivo che si tratta di un'altra ottima serie.
E' stato un trauma, guardare questa serie è stato davvero un trauma. Dalla puntata 6, ho cominciato a 'skippare' veloce le puntate e sono arrivato alla dodicesima in un'ora scarsa.
Malintesi ovunque, interruzioni ovunque, che a un certo punto ti vien voglia di bestemmiare con grande forza. Il malinteso della sesta puntata mi ha davvero fatto passare la voglia di veder la serie. Per carità, non è strutturato male, anzi, ma quando arrivi al settimo malinteso in sei puntate, quando arrivi alla decima interruzione da parte di terzi nel mentre di una dichiarazione, capisci che hanno allungato inutilmente la serie, quando avrebbero potuto terminarla alla prima stagione.
Punti positivi della stagione: sicuramente le OST, che sono fantastiche, l'ending e l'opening; il disegno è rimasto tale e quale alla prima, e la cosa non mi è dispiaciuta; gli unici personaggi adorabili della serie, Ayane e Pin, non si sono smentiti. Ho apprezzato anche che non ci sia stato un bacio al termine della stagione: secondo me si sarebbe così rovinato il personaggio di Sawako, però un OAV ci sarebbe stato a pennello.
Punti negativi della stagione: lenta, lentissima, troppi equivoci, il personaggio aggiuntivo è inutile, la relazione Kizuru e Ryu, che personalmente valeva più di quella dei protagonisti, non si è conclusa, sbrilluccichii ovunque come nella prima, il legame di amicizia tra la protagonista e le due amiche, cosa che ho apprezzato tantissimo nella prima, viene messo troppo in secondo piano, per dar spazio all'infinità di equivoci tra i due protagonisti.
Insomma, questa stagione poteva terminare con una sola puntata, le avrei dato la sufficienza se fossi riuscito a guardare tutte le puntate per intero, ma erano una più inutile dell'altra.
Malintesi ovunque, interruzioni ovunque, che a un certo punto ti vien voglia di bestemmiare con grande forza. Il malinteso della sesta puntata mi ha davvero fatto passare la voglia di veder la serie. Per carità, non è strutturato male, anzi, ma quando arrivi al settimo malinteso in sei puntate, quando arrivi alla decima interruzione da parte di terzi nel mentre di una dichiarazione, capisci che hanno allungato inutilmente la serie, quando avrebbero potuto terminarla alla prima stagione.
Punti positivi della stagione: sicuramente le OST, che sono fantastiche, l'ending e l'opening; il disegno è rimasto tale e quale alla prima, e la cosa non mi è dispiaciuta; gli unici personaggi adorabili della serie, Ayane e Pin, non si sono smentiti. Ho apprezzato anche che non ci sia stato un bacio al termine della stagione: secondo me si sarebbe così rovinato il personaggio di Sawako, però un OAV ci sarebbe stato a pennello.
Punti negativi della stagione: lenta, lentissima, troppi equivoci, il personaggio aggiuntivo è inutile, la relazione Kizuru e Ryu, che personalmente valeva più di quella dei protagonisti, non si è conclusa, sbrilluccichii ovunque come nella prima, il legame di amicizia tra la protagonista e le due amiche, cosa che ho apprezzato tantissimo nella prima, viene messo troppo in secondo piano, per dar spazio all'infinità di equivoci tra i due protagonisti.
Insomma, questa stagione poteva terminare con una sola puntata, le avrei dato la sufficienza se fossi riuscito a guardare tutte le puntate per intero, ma erano una più inutile dell'altra.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
La seconda serie di "Kimi ni todoke" consta di dodici episodi prodotti anche in questo caso dalla I.G. Production; considero questa serie totalmente priva di ogni qualsivoglia senso.
La serie prosegue sulla scia della precedente, dedicandosi solo ed esclusivamente alla storyline dei protagonisti, che finalmente si mettono insieme. Ma solo dopo nove puntate. Nove! Quindi alla fine è proprio inutile vedere i primi episodi, in cui dire che c’è il vuoto cosmico è riduttivo, anzi, se volete sapere come va a finire la serie, guardatela dall’episodio 9 in poi (saltandovi la tortura dell’episodio 7) e concludete allegramente questa disastrosa seconda stagione.
Se da un lato è una cosa positiva la dichiarazione dell’episodio 9, perché non si attende la fine della seconda serie, dall’altro è uno strazio! Perché? Perché non si può dedicare una serie intera solo a questa storyline trascurando le altre! Infatti i personaggi secondari saranno buttati lì a caso in questi dodici episodi.
Come se non bastasse, l’escamotage utilizzato per “allungare il brodo” fino al suddetto episodio è davvero pessimo: Kazehaya confida i suoi sentimenti a Sawako che... fraintende. Ma davvero? Se un ragazzo mi dicesse che gli piaccio, dopo che dei ragazzi lo hanno sfottuto per essersi innamorato di me, io non sarei mai e poi mai in grado di fraintendere!
Quindi la trama è estremamente lenta, i dodici episodi sono lenti e ridondanti.
A parte i vecchi personaggi, a questo giro si aggiunge un nuovo personaggio, quello di Kento, un tipo davvero insignificante che si mette in mezzo a guastar le feste alla coppia principale per non si sa quale motivo. Alla fine sembrava fosse innamorato di Sawako, ma il tutto è stato reso parecchio male, visto che in un episodio sembra innamorato e nell’altro manco lontanamente. Avrebbero dovuto sfruttarlo meglio, se volevano creare un triangolo amoroso... ripeto, il tutto reso parecchio male.
L’episodio finale, l’emblema del quasi nulla, garantisce un buon finale per la coppia principale, ma crea una bufera per la seconda coppia, quella formata da Chizu e Ryuu. Quest’ultimo infatti si dichiara a Chizu in un millisecondo, dicendole “mi piaci”, ma, poiché era l’ultimo episodio, lei gli risponde “lo sapevo”, e non si sviluppa un bel niente.
Continuo a chiedermi se fosse davvero necessario dedicare interamente i dodici episodi a Kazehaya e Sawako, trascurando Chizu, Ryuu e quei due bei personaggi di Ayane e Pin-sensei. La tristezza nel cuore!
Per il comparto tecnico, non ho notato enormi differenze con la serie precedente, né miglioramenti né peggioramenti.
La opening, un po’ più colorita, è abbastanza orecchiabile, mentre la ending, che presenta diverse similitudini con la famosa canzone di Celine Dion “My Heart Will Go On”, è molto romantica e in linea con la serie.
Questa seconda parte crolla decisamente, aggiudicandosi un 6.
La seconda serie di "Kimi ni todoke" consta di dodici episodi prodotti anche in questo caso dalla I.G. Production; considero questa serie totalmente priva di ogni qualsivoglia senso.
La serie prosegue sulla scia della precedente, dedicandosi solo ed esclusivamente alla storyline dei protagonisti, che finalmente si mettono insieme. Ma solo dopo nove puntate. Nove! Quindi alla fine è proprio inutile vedere i primi episodi, in cui dire che c’è il vuoto cosmico è riduttivo, anzi, se volete sapere come va a finire la serie, guardatela dall’episodio 9 in poi (saltandovi la tortura dell’episodio 7) e concludete allegramente questa disastrosa seconda stagione.
Se da un lato è una cosa positiva la dichiarazione dell’episodio 9, perché non si attende la fine della seconda serie, dall’altro è uno strazio! Perché? Perché non si può dedicare una serie intera solo a questa storyline trascurando le altre! Infatti i personaggi secondari saranno buttati lì a caso in questi dodici episodi.
Come se non bastasse, l’escamotage utilizzato per “allungare il brodo” fino al suddetto episodio è davvero pessimo: Kazehaya confida i suoi sentimenti a Sawako che... fraintende. Ma davvero? Se un ragazzo mi dicesse che gli piaccio, dopo che dei ragazzi lo hanno sfottuto per essersi innamorato di me, io non sarei mai e poi mai in grado di fraintendere!
Quindi la trama è estremamente lenta, i dodici episodi sono lenti e ridondanti.
A parte i vecchi personaggi, a questo giro si aggiunge un nuovo personaggio, quello di Kento, un tipo davvero insignificante che si mette in mezzo a guastar le feste alla coppia principale per non si sa quale motivo. Alla fine sembrava fosse innamorato di Sawako, ma il tutto è stato reso parecchio male, visto che in un episodio sembra innamorato e nell’altro manco lontanamente. Avrebbero dovuto sfruttarlo meglio, se volevano creare un triangolo amoroso... ripeto, il tutto reso parecchio male.
L’episodio finale, l’emblema del quasi nulla, garantisce un buon finale per la coppia principale, ma crea una bufera per la seconda coppia, quella formata da Chizu e Ryuu. Quest’ultimo infatti si dichiara a Chizu in un millisecondo, dicendole “mi piaci”, ma, poiché era l’ultimo episodio, lei gli risponde “lo sapevo”, e non si sviluppa un bel niente.
Continuo a chiedermi se fosse davvero necessario dedicare interamente i dodici episodi a Kazehaya e Sawako, trascurando Chizu, Ryuu e quei due bei personaggi di Ayane e Pin-sensei. La tristezza nel cuore!
Per il comparto tecnico, non ho notato enormi differenze con la serie precedente, né miglioramenti né peggioramenti.
La opening, un po’ più colorita, è abbastanza orecchiabile, mentre la ending, che presenta diverse similitudini con la famosa canzone di Celine Dion “My Heart Will Go On”, è molto romantica e in linea con la serie.
Questa seconda parte crolla decisamente, aggiudicandosi un 6.
Nel 2011 lo studio Production I.G realizza la seconda stagione dedicata a “Kimi ni Todoke”, opera tratta dal manga scritto e disegnato da Karuho Shiina. La nuova serie consta di dodici episodi, a cui si aggiungono uno special riassuntivo chiamato “Amore non corrisposto” (detto anche “Episodio 0”, da guardare prima della puntata iniziale) e tre extra da cinque minuti ciascuno.
L’anime in questione non parte proprio con il piede giusto. Dopo un’ottima prima stagione, infatti, il sequel di “Arrivare a te” si rivela molto più pesante e difficile da seguire. I primi sette episodi vertono interamente su malintesi creatisi, non si sa come, tra i due protagonisti: per gran parte della serie, dunque, fra Sawako e Kazehaya si avvertirà una profonda tensione, tale che i due arriveranno a non scambiarsi più la parola e a distogliere lo sguardo ogni volta che si incroceranno. A questo si aggiungono le varie discussioni con alcuni dei loro compagni, le quali non faranno altro che ingarbugliare le idee dei due ragazzi e creare fraintendimenti ancora più grandi. Queste incomprensioni, nella stagione precedente, erano certamente presenti, ma qui finiscono per invadere quasi tutte le puntate e provocare non pochi disturbi allo spettatore. La lentezza degli episodi, inoltre, sarà accentuata dalla presenza di dialoghi pressoché inutili per la risoluzione dei problemi, ai quali si ovvierà solamente in dirittura d’arrivo. Dopo un percorso lungo e travagliato, infatti, la nostra protagonista si darà una bella svegliata e si giungerà al tanto desiderato momento, atteso da circa una trentina di episodi. Inutile dire che le ultime puntate sono di una dolcezza e di una allegria tali da commuovere lo spettatore, il quale gioirà quando la serie avrà recuperato i fasti di una volta.
In maniera analoga alla storia, anche i personaggi hanno compiuto qualche passo indietro. Con questo mi riferisco principalmente ai due protagonisti: da un lato abbiamo Sawako, la quale, dopo una splendida crescita, sembra regredire allo stato iniziale in cui non era capace di socializzare e, tantomeno, di comunicare col suo innamorato; dall’altro abbiamo Kazehaya, che da ragazzo dolce e solare, magari un po’ geloso ed egoista, si trasforma in una persona scostante e arrendevole, che non lotta abbastanza per i suoi sentimenti e per cercare di capire a fondo la sua amata. Per fortuna, però, dopo la svolta sopraccitata i due giovani riacquisiranno gli innumerevoli pregi che li avevano caratterizzati un tempo. Per quanto riguarda gli altri comprimari, Chizuru, Ayane, Ryuu e Kurumi non avranno ruoli essenziali come nella prima stagione, ma nelle scene in cui compariranno dimostreranno di essere sicuramente migliori dei loro due compagni. In questa seconda serie, infine, farà la sua comparsa un nuovo personaggio, Kento Miura. Devo dire che la sua caratterizzazione mi ha parecchio soddisfatta, peccato che non sia stata sfruttata con le dovute attenzioni (il ragazzo, infatti, sarà essenzialmente la fonte delle diverse incomprensioni).
Passando al lato tecnico, bisogna constatare che è vi è stato un leggero miglioramento. Il character design è diventato più preciso e ha subito meno cali, mentre le animazioni e i fondali hanno acquisito una qualità superiore. Le OST, come sempre, sono orecchiabili e adatte alla situazione. Stupende l’opening “Sawakaze” e l’ending “Kimi ni Todoke...”.
Tirando le somme, la seconda stagione di “Arrivare a Te” non riesce ad essere all’altezza della prima. Fraintendimenti e opprimenti tensioni tra Sawako e Kazehaya si trascinano per quasi tutta la sua durata, rendendo la visione lenta e pesante. Di tale situazione risentono i personaggi, tra comprimari poco valorizzati e protagonisti rovinati. Per fortuna, le sorti dell’anime si risollevano con le splendide ed emozionanti ultime puntate. Voto di poco al di sopra della sufficienza: 6,5.
L’anime in questione non parte proprio con il piede giusto. Dopo un’ottima prima stagione, infatti, il sequel di “Arrivare a te” si rivela molto più pesante e difficile da seguire. I primi sette episodi vertono interamente su malintesi creatisi, non si sa come, tra i due protagonisti: per gran parte della serie, dunque, fra Sawako e Kazehaya si avvertirà una profonda tensione, tale che i due arriveranno a non scambiarsi più la parola e a distogliere lo sguardo ogni volta che si incroceranno. A questo si aggiungono le varie discussioni con alcuni dei loro compagni, le quali non faranno altro che ingarbugliare le idee dei due ragazzi e creare fraintendimenti ancora più grandi. Queste incomprensioni, nella stagione precedente, erano certamente presenti, ma qui finiscono per invadere quasi tutte le puntate e provocare non pochi disturbi allo spettatore. La lentezza degli episodi, inoltre, sarà accentuata dalla presenza di dialoghi pressoché inutili per la risoluzione dei problemi, ai quali si ovvierà solamente in dirittura d’arrivo. Dopo un percorso lungo e travagliato, infatti, la nostra protagonista si darà una bella svegliata e si giungerà al tanto desiderato momento, atteso da circa una trentina di episodi. Inutile dire che le ultime puntate sono di una dolcezza e di una allegria tali da commuovere lo spettatore, il quale gioirà quando la serie avrà recuperato i fasti di una volta.
In maniera analoga alla storia, anche i personaggi hanno compiuto qualche passo indietro. Con questo mi riferisco principalmente ai due protagonisti: da un lato abbiamo Sawako, la quale, dopo una splendida crescita, sembra regredire allo stato iniziale in cui non era capace di socializzare e, tantomeno, di comunicare col suo innamorato; dall’altro abbiamo Kazehaya, che da ragazzo dolce e solare, magari un po’ geloso ed egoista, si trasforma in una persona scostante e arrendevole, che non lotta abbastanza per i suoi sentimenti e per cercare di capire a fondo la sua amata. Per fortuna, però, dopo la svolta sopraccitata i due giovani riacquisiranno gli innumerevoli pregi che li avevano caratterizzati un tempo. Per quanto riguarda gli altri comprimari, Chizuru, Ayane, Ryuu e Kurumi non avranno ruoli essenziali come nella prima stagione, ma nelle scene in cui compariranno dimostreranno di essere sicuramente migliori dei loro due compagni. In questa seconda serie, infine, farà la sua comparsa un nuovo personaggio, Kento Miura. Devo dire che la sua caratterizzazione mi ha parecchio soddisfatta, peccato che non sia stata sfruttata con le dovute attenzioni (il ragazzo, infatti, sarà essenzialmente la fonte delle diverse incomprensioni).
Passando al lato tecnico, bisogna constatare che è vi è stato un leggero miglioramento. Il character design è diventato più preciso e ha subito meno cali, mentre le animazioni e i fondali hanno acquisito una qualità superiore. Le OST, come sempre, sono orecchiabili e adatte alla situazione. Stupende l’opening “Sawakaze” e l’ending “Kimi ni Todoke...”.
Tirando le somme, la seconda stagione di “Arrivare a Te” non riesce ad essere all’altezza della prima. Fraintendimenti e opprimenti tensioni tra Sawako e Kazehaya si trascinano per quasi tutta la sua durata, rendendo la visione lenta e pesante. Di tale situazione risentono i personaggi, tra comprimari poco valorizzati e protagonisti rovinati. Per fortuna, le sorti dell’anime si risollevano con le splendide ed emozionanti ultime puntate. Voto di poco al di sopra della sufficienza: 6,5.
E' la seconda e ultima stagione di una serie che ha regalato tante emozioni.
In questa parte della serie vengono tratteggiati meglio alcuni personaggi come Pin e ne entrano in scena nuovi come Kemto, piuttosto importanti, capaci di complicare la storia scatenando incomprensioni tra i protagonisti; quindi gli intrecci si fanno più interessanti.
Mi sembra superfluo riconfermare la bellezza audiovisiva di questa serie, nonché la qualità tecnica, ovviamente stiamo parlando di un'opera del nuovo millennio, quindi l'utilizzo di CG è abbastanza evidente sia nella colorazione che nelle animazioni.
In questa seconda stagione gli eventi si fanno più seri fino all'epilogo, ovviamente tutto è bene ciò che finisce bene; gli ultimi episodi contengono alcune tra le sequenze, nonché dialoghi, più memorabili, la mimica dei volti, le musiche, tutto è perfetto, la sceneggiatura mostra delle perle di saggezza, forse più che nella prima: sembra incredibile che una serie d'animazione possa insegnare certi valori che oggi più che mai sembrano svanire, amicizia, lealtà, rispetto, dignità, sincerità, coraggio, fiducia.
Quindi, considerando i cliché tipici del genere sentimentale scolastico, "Kimi ni todoke" presenta delle particolarità che la rendono una tra le opere più belle, almeno dal 2000 in poi, non è eccessivamente lunga e dispersiva e neanche troppo breve. Merita la visione!
In questa parte della serie vengono tratteggiati meglio alcuni personaggi come Pin e ne entrano in scena nuovi come Kemto, piuttosto importanti, capaci di complicare la storia scatenando incomprensioni tra i protagonisti; quindi gli intrecci si fanno più interessanti.
Mi sembra superfluo riconfermare la bellezza audiovisiva di questa serie, nonché la qualità tecnica, ovviamente stiamo parlando di un'opera del nuovo millennio, quindi l'utilizzo di CG è abbastanza evidente sia nella colorazione che nelle animazioni.
In questa seconda stagione gli eventi si fanno più seri fino all'epilogo, ovviamente tutto è bene ciò che finisce bene; gli ultimi episodi contengono alcune tra le sequenze, nonché dialoghi, più memorabili, la mimica dei volti, le musiche, tutto è perfetto, la sceneggiatura mostra delle perle di saggezza, forse più che nella prima: sembra incredibile che una serie d'animazione possa insegnare certi valori che oggi più che mai sembrano svanire, amicizia, lealtà, rispetto, dignità, sincerità, coraggio, fiducia.
Quindi, considerando i cliché tipici del genere sentimentale scolastico, "Kimi ni todoke" presenta delle particolarità che la rendono una tra le opere più belle, almeno dal 2000 in poi, non è eccessivamente lunga e dispersiva e neanche troppo breve. Merita la visione!
Fedelissima al manga che adoro, la seconda stagione di "Kimi ni Todoke" tiene incollati allo schermo e non appena finisce un episodio vuoi subito vedere il successivo. Mi ha fatto davvero arrabbiare in alcune scene, ma è proprio questo che mi è piaciuto di più: mi ha coinvolto totalmente. Anche se molti non apprezzano la lentezza della trama, a mio parere è proprio questo elemento che rende "Kimi ni Todoke" così particolare rispetto agli altri anime. La suspense che viene a crearsi a causa di alcuni malintesi è perfetta, perché rende i chiarimenti ancora più coinvolgenti ed emozionanti. In questa serie mi è piaciuta molto anche Kurumi: l'evolversi del suo personaggio è evidente e mi ha davvero stupito, ma non dico altro su di lei per non rovinarvi la sorpresa.
I momenti comici mi hanno fatto sbellicare dalle risate, in particolare quelli tra Ayane/Chizu e Pin/Kazehaya. Adoro Pin! Mi ha fatto divertire tantissimo e i suoi consigli sono stati determinanti in alcune scene. Per quanto riguarda il personaggio di Kento Miura, l'ho trovato fondamentale per l'evolversi della storia. Ha scatenato la gelosia di Kazehaya, dando in questo modo una svolta decisiva alla trama.
Le musiche sono a dir poco stupende e i colori sono gli stessi della prima stagione. Il finale mi ha commosso e mentre lo guardavo sorridevo tutto il tempo, davvero dolcissimo e tenero. Il manga è molto più avanti, è stupendo... spero vivamente che venga creata una terza stagione.
I momenti comici mi hanno fatto sbellicare dalle risate, in particolare quelli tra Ayane/Chizu e Pin/Kazehaya. Adoro Pin! Mi ha fatto divertire tantissimo e i suoi consigli sono stati determinanti in alcune scene. Per quanto riguarda il personaggio di Kento Miura, l'ho trovato fondamentale per l'evolversi della storia. Ha scatenato la gelosia di Kazehaya, dando in questo modo una svolta decisiva alla trama.
Le musiche sono a dir poco stupende e i colori sono gli stessi della prima stagione. Il finale mi ha commosso e mentre lo guardavo sorridevo tutto il tempo, davvero dolcissimo e tenero. Il manga è molto più avanti, è stupendo... spero vivamente che venga creata una terza stagione.
Quanto può contare per noi l'incontro con una persona?
Quanto possiamo cambiare grazie a quella persona?
Quanto può cambiare la nostra vita grazie all'amicizia e all'amore?
Sono queste, fondamentalmente, le domande che ogni spettatore si pone guardando quest'anime, dalla prima alla seconda stagione.
La storia di Sawako, detta Sadawo per via della sua incredibile somiglianza con la protagonista del film Horror "The Ring", è una storia molto semplice, di crescita interiore e di graduali, ma decisivi e significativi, cambiamenti nel rapportarsi con gli altri e con il mondo. Tutto ciò potrà avvenire grazie alla presenza di Kazehaya, il ragazzo più popolare della scuola, gentile e disponibile con tutti, l'unico che sin dall'inizio non ha paura di relazionarsi con Sawako, anzi l'aiuterà a impegnarsi e a conquistarsi una nuova vita, fatta di amiche, di uscite, di risate, di emozioni e pian piano anche di amore.
Come nella prima stagione, anche nella seconda stagione l'elemento caratterizzante è la lentezza. Tutte, o quasi tutte, le scene sono "molto chiacchiere e pochi fatti concreti". Sinceramente, mi aspettavo davvero qualcosa in più. E invece, 12 episodi abbastanza buoni, ma nulla di particolarmente emozionante e coinvolgente. Trovo davvero buona la caratterizzazione dei personaggi, sia primari che secondari:
Il personaggio di Sawako è molto particolare; lei è tremendamente impacciata, a volte fin troppo ingenua, ma molto sensibile e soprattutto volenterosa di cambiare la sua condizione e i rapporti con i suoi compagni di scuola. Devo ammettere che è di una bontà rara, sempre pronta ad aiutare i suoi compagni di classe e tremendamente giudiziosa e studiosa, ma quando si tratta di dover esternare i propri sentimenti è davvero una frana. Possibile che dopo più di 30 puntate non riesca a decidersi di confessare a Kasehaya il suo amore? A 15 anni non si è più così bambini, in molti altri anime che ho visto i personaggi sono molto più coraggiosi, intraprendenti e sicuri dei loro sentimenti, con tantissima voglia di viverli non solo platonicamente ma anche fisicamente (almeno con baci, abbracci e mano nella mano!). Invece qui sia lei che Kazehaya sembrano dei ragazzini di 12 anni che non sanno nemmeno come si scrive la parola "ti amo", è davvero un'esagerazione che a lungo termine porta il telespettatore a stancarsi, come è successo a me e ad altri come me.
Per fortuna, quasi alla fine di questa seconda stagione assistiamo, finalmente, alla dichiarazione di entrambi, sempre se così si possa definire, dato che non si dicono "ti voglio bene" ma un semplicissimo "mi piaci", che a parer mio non permette di ottenere lo stesso risultato, indi le stesse emozioni.
Comunque, trovo che sia una storia abbastanza bella nella sua semplicità, con numerose pecche, questo sì, ma almeno divertente, soprattutto perché ho adorato anche i personaggi secondari, in particolar mondo Chizu-chan.
Credo che la mancanza di almeno un bacio tra i due protagonisti abbia reso la serie un po' pesante ad un certo punto. E che cavolo! L'autrice poteva inserire almeno una scena romantica in cui i due si scambiassero un tenero bacio, in fondo stiamo parlando di liceali e non di bambini delle elementari!
Sono convinta che una maggiore passione avrebbe reso quest'anime molto più piacevole e godibile, avrebbe di sicuro suscitato maggiori apprezzamenti.
Mah, spero sinceramente che nel manga la scena del bacio ci sia, dato che non l'ho ancora letto nutro profonde speranze di poter trovare dei momenti molto più emozionanti e coinvolgenti.
Tutto sommato, considero quest'opera un buon lavoro che però poteva essere un'ottimo lavoro, che merita comunque una chance ma che, sicuramente, non piacerà proprio a tutti.
Quanto possiamo cambiare grazie a quella persona?
Quanto può cambiare la nostra vita grazie all'amicizia e all'amore?
Sono queste, fondamentalmente, le domande che ogni spettatore si pone guardando quest'anime, dalla prima alla seconda stagione.
La storia di Sawako, detta Sadawo per via della sua incredibile somiglianza con la protagonista del film Horror "The Ring", è una storia molto semplice, di crescita interiore e di graduali, ma decisivi e significativi, cambiamenti nel rapportarsi con gli altri e con il mondo. Tutto ciò potrà avvenire grazie alla presenza di Kazehaya, il ragazzo più popolare della scuola, gentile e disponibile con tutti, l'unico che sin dall'inizio non ha paura di relazionarsi con Sawako, anzi l'aiuterà a impegnarsi e a conquistarsi una nuova vita, fatta di amiche, di uscite, di risate, di emozioni e pian piano anche di amore.
Come nella prima stagione, anche nella seconda stagione l'elemento caratterizzante è la lentezza. Tutte, o quasi tutte, le scene sono "molto chiacchiere e pochi fatti concreti". Sinceramente, mi aspettavo davvero qualcosa in più. E invece, 12 episodi abbastanza buoni, ma nulla di particolarmente emozionante e coinvolgente. Trovo davvero buona la caratterizzazione dei personaggi, sia primari che secondari:
Il personaggio di Sawako è molto particolare; lei è tremendamente impacciata, a volte fin troppo ingenua, ma molto sensibile e soprattutto volenterosa di cambiare la sua condizione e i rapporti con i suoi compagni di scuola. Devo ammettere che è di una bontà rara, sempre pronta ad aiutare i suoi compagni di classe e tremendamente giudiziosa e studiosa, ma quando si tratta di dover esternare i propri sentimenti è davvero una frana. Possibile che dopo più di 30 puntate non riesca a decidersi di confessare a Kasehaya il suo amore? A 15 anni non si è più così bambini, in molti altri anime che ho visto i personaggi sono molto più coraggiosi, intraprendenti e sicuri dei loro sentimenti, con tantissima voglia di viverli non solo platonicamente ma anche fisicamente (almeno con baci, abbracci e mano nella mano!). Invece qui sia lei che Kazehaya sembrano dei ragazzini di 12 anni che non sanno nemmeno come si scrive la parola "ti amo", è davvero un'esagerazione che a lungo termine porta il telespettatore a stancarsi, come è successo a me e ad altri come me.
Per fortuna, quasi alla fine di questa seconda stagione assistiamo, finalmente, alla dichiarazione di entrambi, sempre se così si possa definire, dato che non si dicono "ti voglio bene" ma un semplicissimo "mi piaci", che a parer mio non permette di ottenere lo stesso risultato, indi le stesse emozioni.
Comunque, trovo che sia una storia abbastanza bella nella sua semplicità, con numerose pecche, questo sì, ma almeno divertente, soprattutto perché ho adorato anche i personaggi secondari, in particolar mondo Chizu-chan.
Credo che la mancanza di almeno un bacio tra i due protagonisti abbia reso la serie un po' pesante ad un certo punto. E che cavolo! L'autrice poteva inserire almeno una scena romantica in cui i due si scambiassero un tenero bacio, in fondo stiamo parlando di liceali e non di bambini delle elementari!
Sono convinta che una maggiore passione avrebbe reso quest'anime molto più piacevole e godibile, avrebbe di sicuro suscitato maggiori apprezzamenti.
Mah, spero sinceramente che nel manga la scena del bacio ci sia, dato che non l'ho ancora letto nutro profonde speranze di poter trovare dei momenti molto più emozionanti e coinvolgenti.
Tutto sommato, considero quest'opera un buon lavoro che però poteva essere un'ottimo lavoro, che merita comunque una chance ma che, sicuramente, non piacerà proprio a tutti.
Stesso parere espresso per il prequel di questa seconda stagione: lento ed irritante. Punto in più rispetto al 4 della prima stagione perché quantomeno in 12 puntate sono riusciti a concludere quello che nelle 25 prima non erano riusciti.
Uno shojo per un pubblico dalla giovane età dovrebbe avere dei protagonisti che diano il buon esempio e che siano "d'ispirazione" per chi li guarda, e io non penso che la "poca acutezza" e la completa passività di una protagonista del genere possa avere un'influenza positiva sulle menti delle ragazzine. (Potrebbe averla per rigetto, piuttosto.)
Osservazione personale: se quello di aver chiamato uno dei personaggi Kento Miura vuole essere un lontano tentativo di fare un tributo a Kentaro Miura, beh, penso proprio che sia un insulto più che altro!
Uno shojo per un pubblico dalla giovane età dovrebbe avere dei protagonisti che diano il buon esempio e che siano "d'ispirazione" per chi li guarda, e io non penso che la "poca acutezza" e la completa passività di una protagonista del genere possa avere un'influenza positiva sulle menti delle ragazzine. (Potrebbe averla per rigetto, piuttosto.)
Osservazione personale: se quello di aver chiamato uno dei personaggi Kento Miura vuole essere un lontano tentativo di fare un tributo a Kentaro Miura, beh, penso proprio che sia un insulto più che altro!
La seconda serie di "Kimi ni todoke" è insufficiente, non tanto per i contenuti in sé o per via della grafica o di tutte le altre caratteristiche già presenti nella prima serie; l'insufficienza nasce dal fatto che la trama non va avanti, in nessun suo punto. Si aggiunge un nuovo personaggio che non si capisce che abbia in testa, le situazioni sono ripetitive, non ci sono svolte, e potrei andare avanti all'infinito. Se la prima serie poneva delle ottime basi per uno sviluppo decisamente coinvolgente, già dalle prime puntate ci si rende conto che non sarà così.
Sono andato avanti nella speranza che il nuovo ragazzo potesse davvero combinare qualcosa, non qualcosa in particolare, ma una cosa qualsiasi che mi facesse svegliare dal sonno, ma alla fine sono rimasto a bocca aperta. Ci sono 12 puntate per dire esattamente niente.
Se avete visto la prima serie e riuscite a non farvi del male con questo seguito fate sicuramente bene, se invece sperate di trovare qualcosa di decente come me, e decidete di guardarlo, beh, in bocca al lupo.
Sono andato avanti nella speranza che il nuovo ragazzo potesse davvero combinare qualcosa, non qualcosa in particolare, ma una cosa qualsiasi che mi facesse svegliare dal sonno, ma alla fine sono rimasto a bocca aperta. Ci sono 12 puntate per dire esattamente niente.
Se avete visto la prima serie e riuscite a non farvi del male con questo seguito fate sicuramente bene, se invece sperate di trovare qualcosa di decente come me, e decidete di guardarlo, beh, in bocca al lupo.
Questo è senz'altro un sequel inutile, che sinceramente non mi sento neanche di definire tale, dato che non va a modificare nulla o quasi degli avvenimenti della prima serie.
La storia è sempre ambientata a scuola solo nella classe di un anno avanti, dove ritroviamo i soliti personaggi più un nuovo 'elemento', che ha un'utilità ignota per tutta la durata dell'anime. Dopo le circostanze della prima parte, si pensava a un'evoluzione della protagonista, che da piccolo bocciolo che teme di sbocciare, finalmente mostra allo spettatore l'eleganza dei suoi petali dischiusi; ebbene no... è come se nulla fosse accaduto: come se Sawako non avesse mai affrontato le vicissitudini che l'hanno fatta diventare un po' più socievole, come se non avesse trovato dei solidi amici e confermato l'amore per il suo 'amico'. E' come se non avesse nemmeno mai imparato a parlare, perché spesso dice cose senza senso finendo in scandalosi dialoghi che non capiscono né i protagonisti ma nemmeno gli spettatori, che rimangono a fissare lo schermo sperando sia uno scherzo, perché certe disamine avvengono solo nei sogni.
Ho sempre pensato che Kazehaya non fosse un buon personaggio maschile ma un nulla, capace solo di essere gentile e geloso, ma in questa serie dà anche un altro frammento del suo essere, ovvero la demenza. Strano che un personaggio così abituato alla vita sociale non riesca a dire chiaro e tondo 'mi piaci, voglio stare con te' a una sua compagna, ma finisca per dire cose scollegate, senza senso o semplicemente con più significati che forse, anche non tanto stranamente, vengono collegati male. Se Sawako pare trovarsi in questo sequel a retrocedere mentalmente, il suo grande amico e forse futuro amore è ancora peggio: vediamo due bruchi che non vogliono proprio formare il bozzolo e trasformarsi in farfalle, restando lenti e monotoni tutta la vita, proprio come la narrazione, che va così lenta da farti venir voglia di guardare solo l'ultimo episodio, e vi assicuro che anche facendo così non vi perdereste nulla.
Sbiadito il modo di narrare, le vicende perdono smalto assumendo sempre un tono di riciclato. Non c'è più quell'aria frizzante e quelle gag che spesso strappano un sorriso, non c'è l'evoluzione psicologica della protagonista che non pare più umana, nemmeno le sue amiche, che tanto colpiscono nella prima parte, qui vengono malamente usate come comparse cercando inutilmente di tirar fuori qualcosa dalle loro vicende, ma in maniera misera e senza risultati. Come già detto, la comparsa di un nuovo personaggio servirà solo a far arrivare un ragazzo biondo che ancora non si era visto, per il resto? Beh, un demente in più, come se non bastassero già.
Il reparto tecnico, che non mi è piaciuto nella prima parte, qua peggiora ulteriormente; ci si ritrova infatti dinnanzi a un vero e proprio deformed. I momenti in cui i volti assumono la loro reale forma sono la minoranza, assurdo soprattutto nelle ultime puntate dove ci si confessa tra volti distorti, sfondi colorati e brillanti con la musica d'apertura che c'entra poco o nulla e dà fastidio, con il parlato, nel mentre che si tenta di approfondire i dialoghi che già di per sé sono faticosi da comprendere.
E dopo che ti assorbi questa dozzina di episodi per vedere finalmente questi due scemo+scemo insieme cosa ti ritrovi? Non aspettatevi baci, dichiarazioni d'amore o altro, sennò rimarrete delusi.
La storia è sempre ambientata a scuola solo nella classe di un anno avanti, dove ritroviamo i soliti personaggi più un nuovo 'elemento', che ha un'utilità ignota per tutta la durata dell'anime. Dopo le circostanze della prima parte, si pensava a un'evoluzione della protagonista, che da piccolo bocciolo che teme di sbocciare, finalmente mostra allo spettatore l'eleganza dei suoi petali dischiusi; ebbene no... è come se nulla fosse accaduto: come se Sawako non avesse mai affrontato le vicissitudini che l'hanno fatta diventare un po' più socievole, come se non avesse trovato dei solidi amici e confermato l'amore per il suo 'amico'. E' come se non avesse nemmeno mai imparato a parlare, perché spesso dice cose senza senso finendo in scandalosi dialoghi che non capiscono né i protagonisti ma nemmeno gli spettatori, che rimangono a fissare lo schermo sperando sia uno scherzo, perché certe disamine avvengono solo nei sogni.
Ho sempre pensato che Kazehaya non fosse un buon personaggio maschile ma un nulla, capace solo di essere gentile e geloso, ma in questa serie dà anche un altro frammento del suo essere, ovvero la demenza. Strano che un personaggio così abituato alla vita sociale non riesca a dire chiaro e tondo 'mi piaci, voglio stare con te' a una sua compagna, ma finisca per dire cose scollegate, senza senso o semplicemente con più significati che forse, anche non tanto stranamente, vengono collegati male. Se Sawako pare trovarsi in questo sequel a retrocedere mentalmente, il suo grande amico e forse futuro amore è ancora peggio: vediamo due bruchi che non vogliono proprio formare il bozzolo e trasformarsi in farfalle, restando lenti e monotoni tutta la vita, proprio come la narrazione, che va così lenta da farti venir voglia di guardare solo l'ultimo episodio, e vi assicuro che anche facendo così non vi perdereste nulla.
Sbiadito il modo di narrare, le vicende perdono smalto assumendo sempre un tono di riciclato. Non c'è più quell'aria frizzante e quelle gag che spesso strappano un sorriso, non c'è l'evoluzione psicologica della protagonista che non pare più umana, nemmeno le sue amiche, che tanto colpiscono nella prima parte, qui vengono malamente usate come comparse cercando inutilmente di tirar fuori qualcosa dalle loro vicende, ma in maniera misera e senza risultati. Come già detto, la comparsa di un nuovo personaggio servirà solo a far arrivare un ragazzo biondo che ancora non si era visto, per il resto? Beh, un demente in più, come se non bastassero già.
Il reparto tecnico, che non mi è piaciuto nella prima parte, qua peggiora ulteriormente; ci si ritrova infatti dinnanzi a un vero e proprio deformed. I momenti in cui i volti assumono la loro reale forma sono la minoranza, assurdo soprattutto nelle ultime puntate dove ci si confessa tra volti distorti, sfondi colorati e brillanti con la musica d'apertura che c'entra poco o nulla e dà fastidio, con il parlato, nel mentre che si tenta di approfondire i dialoghi che già di per sé sono faticosi da comprendere.
E dopo che ti assorbi questa dozzina di episodi per vedere finalmente questi due scemo+scemo insieme cosa ti ritrovi? Non aspettatevi baci, dichiarazioni d'amore o altro, sennò rimarrete delusi.
Ho deciso di andare direttamente al sodo, senza personaggi né lato tecnico, perché penso sia inutile ribadire le stesse cose dette della prima stagione, mentre credo sia giusto soffermarsi su storia e commento.
Ammetto di essere rimasta un po' delusa da questa stagione. Molti si sono lamentati per la lentezza delle puntate, ma ciò che lascia un po' l'amaro in bocca è in realtà il finale. E' vero, forse la storia procede un po' a rilento (per circa le prime 8 o 9 puntate), ma è anche vero che sono episodi che servono comunque a creare l'effetto "ansia" o "suspense" che contribuisce a dare effetto al finale. Il problema è che il finale non è stato valorizzato come avrebbe dovuto. E' un po' buttato lì a caso, come se si fosse avuta fretta di concludere l'anime. Dopo quel travaglio interminabile, uno si aspetta come minimo un rullo di campane e strombazzare di trombe. E invece è un finale piatto, per niente eclatante o particolare.
Comunque, al di là di questo, trovo che la seconda stagione di "Kimi ni todoke" sia stato comunque un ottimo anime, a partire dalle sigle, che in questa stagione ho trovato assolutamente fantastiche. Riguardo la grafica e le gag siamo sullo stesso livello della prima stagione. I personaggi non subiscono cambiamenti particolari, eccetto la comparsa di un nuovo studente che potrebbe essere un avversario per Shouta (?). Potrebbe, se non fosse stato buttato lì così pure lui, tanto per mettercelo.
Speravo in qualcosa di più, ma non posso dare meno di 8, per il semplice fatto che, se non le ultime due o tre puntate, il resto della serie è stata una continua suspense, ed è stata capace di tenermi incollata allo schermo fino alla fine perché avevo paura che le cose non si concludessero in modo giusto. Tutti i nodi sono venuti al pettine, comprese le relazioni dei personaggi secondari, e posso sinceramente dire che tutti mi sono piaciuti molto, anche Kurumi, anzi, forse è stata uno dei miei preferiti.
Comunque avrei perdonato anche la mancanza nel finale, se solo mi avessero dato una piccola soddisfazione... Non potevano chiamarsi per nome almeno una volta?!
Ammetto di essere rimasta un po' delusa da questa stagione. Molti si sono lamentati per la lentezza delle puntate, ma ciò che lascia un po' l'amaro in bocca è in realtà il finale. E' vero, forse la storia procede un po' a rilento (per circa le prime 8 o 9 puntate), ma è anche vero che sono episodi che servono comunque a creare l'effetto "ansia" o "suspense" che contribuisce a dare effetto al finale. Il problema è che il finale non è stato valorizzato come avrebbe dovuto. E' un po' buttato lì a caso, come se si fosse avuta fretta di concludere l'anime. Dopo quel travaglio interminabile, uno si aspetta come minimo un rullo di campane e strombazzare di trombe. E invece è un finale piatto, per niente eclatante o particolare.
Comunque, al di là di questo, trovo che la seconda stagione di "Kimi ni todoke" sia stato comunque un ottimo anime, a partire dalle sigle, che in questa stagione ho trovato assolutamente fantastiche. Riguardo la grafica e le gag siamo sullo stesso livello della prima stagione. I personaggi non subiscono cambiamenti particolari, eccetto la comparsa di un nuovo studente che potrebbe essere un avversario per Shouta (?). Potrebbe, se non fosse stato buttato lì così pure lui, tanto per mettercelo.
Speravo in qualcosa di più, ma non posso dare meno di 8, per il semplice fatto che, se non le ultime due o tre puntate, il resto della serie è stata una continua suspense, ed è stata capace di tenermi incollata allo schermo fino alla fine perché avevo paura che le cose non si concludessero in modo giusto. Tutti i nodi sono venuti al pettine, comprese le relazioni dei personaggi secondari, e posso sinceramente dire che tutti mi sono piaciuti molto, anche Kurumi, anzi, forse è stata uno dei miei preferiti.
Comunque avrei perdonato anche la mancanza nel finale, se solo mi avessero dato una piccola soddisfazione... Non potevano chiamarsi per nome almeno una volta?!
<b>Attenzione agli SPOILER!</b>
Riusciranno Sawako e Kazehaya a coronare il loro sogno d'amore? E' il filo conduttore della seconda stagione di "Kimi ni todoke". Premetto subito che la prima stagione, seppur lunga il doppio della seconda, è migliore e vi spiego subito il perché. Nella prima serie Sawako lottava per integrarsi e farsi accettare dai compagni; questa lotta contro i pregiudizi mi aveva colpito e coinvolto al punto che, a mio avviso, la storia d'amore con Kazehaya passava quasi in secondo piano. Qui ritroviamo la "nostra" ormai quasi perfettamente integrata, amata da tutti e addirittura eroina del festival scolastico! Quindi quest'aspetto è venuto meno.
Tutto, quindi, ruota attorno alla storia d'amore e non si può, dopo più di 30 episodi tra prima e seconda serie, vederla ancora tentennare per dare al suo amato i cioccolatini di S. Valentino. E' frustrante! La storia poi ha uno sviluppo veloce e atteso, finalmente, negli ultimi episodi, quando il lieto fine si palesa e gli innamorati si fidanzano davanti a tutta la scuola con un bel colpo di scena, ma nemmeno le ultime puntate con i neo-fidanzatini mi hanno troppo convinto: quasi quasi rimpiangevo quando i due non riuscivano a raggiungersi e si rincorrevano tra malintesi e pregiudizi.
Ribadisco che i disegni sono bellissimi, anche se forse un po' più approssimativi della prima stagione e si fa maggiore uso del fotogramma fisso su cui scorrono musiche e dialoghi interiori. Il doppiaggio resta eccezionale, ma la storia merita un punto in meno della prima stagione anche se resta, comunque, sufficiente.
Riusciranno Sawako e Kazehaya a coronare il loro sogno d'amore? E' il filo conduttore della seconda stagione di "Kimi ni todoke". Premetto subito che la prima stagione, seppur lunga il doppio della seconda, è migliore e vi spiego subito il perché. Nella prima serie Sawako lottava per integrarsi e farsi accettare dai compagni; questa lotta contro i pregiudizi mi aveva colpito e coinvolto al punto che, a mio avviso, la storia d'amore con Kazehaya passava quasi in secondo piano. Qui ritroviamo la "nostra" ormai quasi perfettamente integrata, amata da tutti e addirittura eroina del festival scolastico! Quindi quest'aspetto è venuto meno.
Tutto, quindi, ruota attorno alla storia d'amore e non si può, dopo più di 30 episodi tra prima e seconda serie, vederla ancora tentennare per dare al suo amato i cioccolatini di S. Valentino. E' frustrante! La storia poi ha uno sviluppo veloce e atteso, finalmente, negli ultimi episodi, quando il lieto fine si palesa e gli innamorati si fidanzano davanti a tutta la scuola con un bel colpo di scena, ma nemmeno le ultime puntate con i neo-fidanzatini mi hanno troppo convinto: quasi quasi rimpiangevo quando i due non riuscivano a raggiungersi e si rincorrevano tra malintesi e pregiudizi.
Ribadisco che i disegni sono bellissimi, anche se forse un po' più approssimativi della prima stagione e si fa maggiore uso del fotogramma fisso su cui scorrono musiche e dialoghi interiori. Il doppiaggio resta eccezionale, ma la storia merita un punto in meno della prima stagione anche se resta, comunque, sufficiente.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
La storia riparte esattamente da dove si era interrotta, considerato che la prima serie finisce come una puntata qualunque. Il mio voto rispecchia una valutazione complessiva dell'anime. Detto ciò, questa seconda serie inizia con una lentezza pressoché struggente e a tratti assurda: ogni volta che qualcuno cerca di spiegare ai due innamorati che c'è stata un'incompresione, prontamente vengono interrotti a metà frase e, come se fosse una cosa da nulla, il discorso cade nel vuoto. Va bene cercare di creare suspense, ma qui si scade nell'irritante.
Ciononostante, l'anime mantiene le caratteristiche essenziali che mi hanno fatto appassionare durante i primi 25 episodi: disegni, colori, musiche e personaggi secondari ben caratterizzati.
Vorrei spendere due parole sul finale: ho letto in vari forum che molti sono rimasti delusi per il bacio mancato. Io credo invece che sia una scelta completamente coerente con il resto dell'anime. L'estrema timidezza dei protagonisti non lasciava spazio alla possibilità di un bacio naturale (diventavano rossi appena si guardavano). Ripensando anche alla puntata 25, credo che in molti si aspettassero una corsa all'indietro di lui con tanto di musichetta. Ma anche questo non era nello stile dell'anime, che cerca di catturare anche con quest'arma: il realismo a scapito del "colpo di scena". Ed è proprio questa vicinanza con la realtà delle parole e degli atteggiamenti che favorisce l'immedesimazione nei personaggi e, di conseguenza, la passione per l'anime.
Diverso il discorso su Ryuu e Chizu: vista la ristrettezza del numero di puntate della seconda serie avrebbero davvero potuto inventarsi qualcosa di meglio di un semplice "Mi piaci" - "Lo sapevo".
Ma in fondo tutte queste cose non tolgono il fatto che io mi sia emozionato nel guardare quest'anime, che mi ha fatto sognare a volte, sentire un po' più leggero.
La storia riparte esattamente da dove si era interrotta, considerato che la prima serie finisce come una puntata qualunque. Il mio voto rispecchia una valutazione complessiva dell'anime. Detto ciò, questa seconda serie inizia con una lentezza pressoché struggente e a tratti assurda: ogni volta che qualcuno cerca di spiegare ai due innamorati che c'è stata un'incompresione, prontamente vengono interrotti a metà frase e, come se fosse una cosa da nulla, il discorso cade nel vuoto. Va bene cercare di creare suspense, ma qui si scade nell'irritante.
Ciononostante, l'anime mantiene le caratteristiche essenziali che mi hanno fatto appassionare durante i primi 25 episodi: disegni, colori, musiche e personaggi secondari ben caratterizzati.
Vorrei spendere due parole sul finale: ho letto in vari forum che molti sono rimasti delusi per il bacio mancato. Io credo invece che sia una scelta completamente coerente con il resto dell'anime. L'estrema timidezza dei protagonisti non lasciava spazio alla possibilità di un bacio naturale (diventavano rossi appena si guardavano). Ripensando anche alla puntata 25, credo che in molti si aspettassero una corsa all'indietro di lui con tanto di musichetta. Ma anche questo non era nello stile dell'anime, che cerca di catturare anche con quest'arma: il realismo a scapito del "colpo di scena". Ed è proprio questa vicinanza con la realtà delle parole e degli atteggiamenti che favorisce l'immedesimazione nei personaggi e, di conseguenza, la passione per l'anime.
Diverso il discorso su Ryuu e Chizu: vista la ristrettezza del numero di puntate della seconda serie avrebbero davvero potuto inventarsi qualcosa di meglio di un semplice "Mi piaci" - "Lo sapevo".
Ma in fondo tutte queste cose non tolgono il fatto che io mi sia emozionato nel guardare quest'anime, che mi ha fatto sognare a volte, sentire un po' più leggero.
<b>ATTENZIONE: SPOILER SULLA TRAMA (?)</b>
Prima di partire con una recensione che, lo so, tirerà fuori il peggio di me, vi prego di capire una cosa: io non ce l'ho con le storie romantiche, ok? Sì, amo per lo più gli shounen dove c'è movimento, sangue, morti qua e là e tante battaglie e, se proprio devo buttarmi sul romantico, preferisco le cose allegre e non da endovena - per carità, basta la vita a far schifo di suo! - però, no, non odio le serie "rommmmmmantiche", piene di cuoricini. Ci sto lontana, se posso, ma non le odio a prescindere, altrimenti non avrei visto questa, no?
La prima serie di "Kimi ni todoke", che vidi perché tutti ne parlavano bene, perché il manga è pluri-apprezzato e premiato, perché, in sostanza, mi aveva incuriosita, mi era, in fondo in fondo, piaciuta. Beh, oddio, non nego che la protagonista a volte facesse cascare le braccia con la sua lentezza, ma in fondo mi sono affezionata a quella impedita di Sawako che in 25 puntate non riesce a concludere assolutamente nulla, tanto che, alla fine, quando ho scoperto che ci sarebbe stata la prevedibilissima seconda serie, ho deciso di vedere come sarebbe andata a finire tra lei e Kazehaya.
Se anche voi siete qui perché siete stati affetti da questa morbosa curiosità che non vi fa dormire la notte, accettate un mio consiglio: per sapere come si concludono le mirabolanti (?) avventure di Sawako, guardate giusto gli ultimi cinque episodi della serie.
Ma come, sento alcuni di voi giustamente chiedersi, da quando in qua basta vedere quattro episodi alla fine per capire una storia? Da quando nei primi suddetti episodi non succede assolutamente niente. Sì, avete capito bene: avete presente che vuol dire niente? Vuoto assoluto? Ecco, quello. In realtà, qualcosa potrebbe pure accadere, come l'arrivo di un famigerato rivale per Kazehaya. Che praticamente non serve a nulla per tre quarti della serie (e alla fine fa solo un grosso casino che si ridurrebbe al nulla, se solo in questa serie i personaggi facessero una cosa semplice semplice come il parlarsi), tranne a farci capire che Kazehaya è geloso di lui. Toh, che scoperta!
Per il resto, c'è la solita Sawako che si fa le solite paranoie che si faceva più o meno durante i primi episodi della prima serie. In pratica, in 37 episodi, lei non ha imparato assolutamente niente né su Kazehaya né sui rapporti interpersonali. Confortante, eh!
Memorabile è senza dubbio lo scambio di battute più indecente dell'animazione giapponese, che la dice lunga su cosa andrete, in caso, a guardare:
«Ti voglio bene», dice Kazehaya in una certa puntata (facendoci sperare che finalmente accada quel qualcosa che aspettiamo da eoni), consapevole dei propri sentimenti verso Sawako, sicuro che la ragazza non provi le stesse cose per lui - chi gliel'ha detto è un mistero! «Ma non è lo stesso che intendi tu, vero?».
«Sì» annuisce lei, consapevole anch'essa dei propri sentimenti per lui, ma sicura che lui la veda solo come un'amica.
Ora, ditemi voi se tutto ciò non è da gente da far visitare, e pure di corsa.
Comunque, nonostante queste felici premesse, come vi dicevo, un finale - udite udite! - esiste! Sì, ok, essendo il manga ancora in corso non è proprio il finale-finale; però, c'è da dire che per i masochisti fan della serie gli autori hanno almeno avuto la bontà di creare una specie di lieto fine - più per premiare la loro costanza che per altro, secondo me. Ovviamente, non iniziate a sperare chissà cosa, eh: come dice una mia amica «Quei due si baceranno quando io sarò nonna e i miei nipoti, forse, li vedranno andare oltre. Forse.».
Per quanto riguarda i disegni, siamo sullo stesso livello della prima serie - e quindi del manga: tinte pastello, molto dolci, in linea con la serie stessa; anche la sigla finale è in linea con la dolcezza delle immagini - forse anche troppo, ma qui si tratta di gusti personali. Completamente diversa, invece, è la sigla iniziale, molto più allegra e movimentata: un sadico specchietto per le allodole per spingere i più restii a sperare in qualcosa di più attivo, suppongo...
Per concludere: se vi è piaciuta la prima serie o se siete amanti del genere "romantico-lento-da-parto", questa serie ve la consiglio caldamente, perché fa decisamente per voi; se invece vi siete avvicinati solo per la famosa curiosità di cui sopra, seguite il mio consiglio, anzi, lasciate proprio perdere, ché fate decisamente meglio!
Prima di partire con una recensione che, lo so, tirerà fuori il peggio di me, vi prego di capire una cosa: io non ce l'ho con le storie romantiche, ok? Sì, amo per lo più gli shounen dove c'è movimento, sangue, morti qua e là e tante battaglie e, se proprio devo buttarmi sul romantico, preferisco le cose allegre e non da endovena - per carità, basta la vita a far schifo di suo! - però, no, non odio le serie "rommmmmmantiche", piene di cuoricini. Ci sto lontana, se posso, ma non le odio a prescindere, altrimenti non avrei visto questa, no?
La prima serie di "Kimi ni todoke", che vidi perché tutti ne parlavano bene, perché il manga è pluri-apprezzato e premiato, perché, in sostanza, mi aveva incuriosita, mi era, in fondo in fondo, piaciuta. Beh, oddio, non nego che la protagonista a volte facesse cascare le braccia con la sua lentezza, ma in fondo mi sono affezionata a quella impedita di Sawako che in 25 puntate non riesce a concludere assolutamente nulla, tanto che, alla fine, quando ho scoperto che ci sarebbe stata la prevedibilissima seconda serie, ho deciso di vedere come sarebbe andata a finire tra lei e Kazehaya.
Se anche voi siete qui perché siete stati affetti da questa morbosa curiosità che non vi fa dormire la notte, accettate un mio consiglio: per sapere come si concludono le mirabolanti (?) avventure di Sawako, guardate giusto gli ultimi cinque episodi della serie.
Ma come, sento alcuni di voi giustamente chiedersi, da quando in qua basta vedere quattro episodi alla fine per capire una storia? Da quando nei primi suddetti episodi non succede assolutamente niente. Sì, avete capito bene: avete presente che vuol dire niente? Vuoto assoluto? Ecco, quello. In realtà, qualcosa potrebbe pure accadere, come l'arrivo di un famigerato rivale per Kazehaya. Che praticamente non serve a nulla per tre quarti della serie (e alla fine fa solo un grosso casino che si ridurrebbe al nulla, se solo in questa serie i personaggi facessero una cosa semplice semplice come il parlarsi), tranne a farci capire che Kazehaya è geloso di lui. Toh, che scoperta!
Per il resto, c'è la solita Sawako che si fa le solite paranoie che si faceva più o meno durante i primi episodi della prima serie. In pratica, in 37 episodi, lei non ha imparato assolutamente niente né su Kazehaya né sui rapporti interpersonali. Confortante, eh!
Memorabile è senza dubbio lo scambio di battute più indecente dell'animazione giapponese, che la dice lunga su cosa andrete, in caso, a guardare:
«Ti voglio bene», dice Kazehaya in una certa puntata (facendoci sperare che finalmente accada quel qualcosa che aspettiamo da eoni), consapevole dei propri sentimenti verso Sawako, sicuro che la ragazza non provi le stesse cose per lui - chi gliel'ha detto è un mistero! «Ma non è lo stesso che intendi tu, vero?».
«Sì» annuisce lei, consapevole anch'essa dei propri sentimenti per lui, ma sicura che lui la veda solo come un'amica.
Ora, ditemi voi se tutto ciò non è da gente da far visitare, e pure di corsa.
Comunque, nonostante queste felici premesse, come vi dicevo, un finale - udite udite! - esiste! Sì, ok, essendo il manga ancora in corso non è proprio il finale-finale; però, c'è da dire che per i masochisti fan della serie gli autori hanno almeno avuto la bontà di creare una specie di lieto fine - più per premiare la loro costanza che per altro, secondo me. Ovviamente, non iniziate a sperare chissà cosa, eh: come dice una mia amica «Quei due si baceranno quando io sarò nonna e i miei nipoti, forse, li vedranno andare oltre. Forse.».
Per quanto riguarda i disegni, siamo sullo stesso livello della prima serie - e quindi del manga: tinte pastello, molto dolci, in linea con la serie stessa; anche la sigla finale è in linea con la dolcezza delle immagini - forse anche troppo, ma qui si tratta di gusti personali. Completamente diversa, invece, è la sigla iniziale, molto più allegra e movimentata: un sadico specchietto per le allodole per spingere i più restii a sperare in qualcosa di più attivo, suppongo...
Per concludere: se vi è piaciuta la prima serie o se siete amanti del genere "romantico-lento-da-parto", questa serie ve la consiglio caldamente, perché fa decisamente per voi; se invece vi siete avvicinati solo per la famosa curiosità di cui sopra, seguite il mio consiglio, anzi, lasciate proprio perdere, ché fate decisamente meglio!
Ho appena finito di vedere la seconda stagione di Kimi ni Todoke e sono rimasta davvero delusa.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Dopo una prima stagione di ben 26 episodi dove la povera Sawako e il suo amato non riescono proprio a mettersi insieme, mi aspettavo i fuochi d'artificio. Invece no. Il realismo è totalmente assente in quest'anime. Dunque, per un intero anno abbiamo Sawako e Hazekaya che si piacciono, ma che, per mille assurdi motivi, non riescono a parlarsi/capirsi. Quando, in questa seconda stagione, finalmente, Hazekaya riesce a dichiararsi, cosa succede? Non si capiscono e pensano di essere stati rifiutati l'uno dall'altra. Vi sembra una cosa realistica? A me ha fatto venire davvero il nervoso. Volevo ucciderli.
Si può tranquillamente dire che il filo conduttore di quest'anime sia il fraintendimento. Tuttavia, lo hanno caratterizzato malissimo, inserendo malintesi assurdi che non capiteranno mai a una persona normale. La povera Sawako piange il 90% del tempo, rendendosi molto prevedibile e annoiando lo spettatore.
Il finale è davvero deludente. Insomma, abbiamo aspettato tanto che Sawako e Hazekaya si mettessero assieme, fateci vedere almeno un bacino!
Se avete guardato la prima stagione, sappiate che dalla seconda non avrete quello che speravate.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Dopo una prima stagione di ben 26 episodi dove la povera Sawako e il suo amato non riescono proprio a mettersi insieme, mi aspettavo i fuochi d'artificio. Invece no. Il realismo è totalmente assente in quest'anime. Dunque, per un intero anno abbiamo Sawako e Hazekaya che si piacciono, ma che, per mille assurdi motivi, non riescono a parlarsi/capirsi. Quando, in questa seconda stagione, finalmente, Hazekaya riesce a dichiararsi, cosa succede? Non si capiscono e pensano di essere stati rifiutati l'uno dall'altra. Vi sembra una cosa realistica? A me ha fatto venire davvero il nervoso. Volevo ucciderli.
Si può tranquillamente dire che il filo conduttore di quest'anime sia il fraintendimento. Tuttavia, lo hanno caratterizzato malissimo, inserendo malintesi assurdi che non capiteranno mai a una persona normale. La povera Sawako piange il 90% del tempo, rendendosi molto prevedibile e annoiando lo spettatore.
Il finale è davvero deludente. Insomma, abbiamo aspettato tanto che Sawako e Hazekaya si mettessero assieme, fateci vedere almeno un bacino!
Se avete guardato la prima stagione, sappiate che dalla seconda non avrete quello che speravate.
Quando si pensa a Kimi Ni Todoke vengono in mente una serie di aggettivi collegati tra loro: lentezza, delicatezza, ingenuità. Se queste caratteristiche sono state il pregio della prima serie, nella seconda vengono portate all’esasperazione e paradossalmente ne diventano il più grande demerito.
Il lento diventa noioso, i tempi della narrazione sono troppo diluiti, il titolo conquista successo, allora, già a partire dal manga, ci si adagia e si vuole mandare per le lunghe ciò che naturalmente dovrebbe svolgersi un po’ più rapidamente.
Il delicato dei colori pastello sfuma nell’indefinito, e qui mi riferisco in particolare ai disegni che perdono di qualità in una maniera impressionante. Production IG sa già che il pubblico di fan fedeli seguirà nonostante tutto il prodotto e allora non si sforza più di tanto, abusa di fermo immagine su termosifoni e mobilia varia, fa sparire gli sfondi in nuvole sfumate e bollicine, calca la mano sull'effetto deformed, fateci caso: i personaggi sono in deformed in più scene che in quelle in cui sono disegnati in versione “normale”.
L’ingenuità diventa goffaggine allo stato puro, in più occasioni viene voglia di urlare ai protagonisti: “Ma datevi una svegliata!”.
Perché seguire quest'anime allora? Perché chi ama gli shoujo e ha amato la prima serie, con un po’ di vena masochista, non riuscirà a non continuare, finché non otterrà soddisfazione, ossia continuerà a seguire il prodotto fino alla fine di questo processo di lei che arriva a lui e di lui che arriva a lei, e magari anche oltre…
In questo sequel ritroviamo tutti i personaggi della prima serie e gli equilibri tra loro non mutano più di tanto, invece la posizione sociale di Sawako migliora, sempre più persone intorno a lei si rendono conto del suo reale carattere e della sua vera natura e non la credono più lugubre fattucchiera, degna erede della oscura Sadako di The Ring. Inoltre abbiamo una new entry: Kento Miura, nuovo acquisto per via della ricollocazione delle classi nel secondo anno. Il ragazzo sin dalla sua prima apparizione, sembra volere assumere il ruolo di rivale/disturbatore, portando non pochi grattacapi al timido Kazehaja e alla ingenua Sawako, e, per fortuna, anche un po’ di movimento statica alla trama.
Il lento diventa noioso, i tempi della narrazione sono troppo diluiti, il titolo conquista successo, allora, già a partire dal manga, ci si adagia e si vuole mandare per le lunghe ciò che naturalmente dovrebbe svolgersi un po’ più rapidamente.
Il delicato dei colori pastello sfuma nell’indefinito, e qui mi riferisco in particolare ai disegni che perdono di qualità in una maniera impressionante. Production IG sa già che il pubblico di fan fedeli seguirà nonostante tutto il prodotto e allora non si sforza più di tanto, abusa di fermo immagine su termosifoni e mobilia varia, fa sparire gli sfondi in nuvole sfumate e bollicine, calca la mano sull'effetto deformed, fateci caso: i personaggi sono in deformed in più scene che in quelle in cui sono disegnati in versione “normale”.
L’ingenuità diventa goffaggine allo stato puro, in più occasioni viene voglia di urlare ai protagonisti: “Ma datevi una svegliata!”.
Perché seguire quest'anime allora? Perché chi ama gli shoujo e ha amato la prima serie, con un po’ di vena masochista, non riuscirà a non continuare, finché non otterrà soddisfazione, ossia continuerà a seguire il prodotto fino alla fine di questo processo di lei che arriva a lui e di lui che arriva a lei, e magari anche oltre…
In questo sequel ritroviamo tutti i personaggi della prima serie e gli equilibri tra loro non mutano più di tanto, invece la posizione sociale di Sawako migliora, sempre più persone intorno a lei si rendono conto del suo reale carattere e della sua vera natura e non la credono più lugubre fattucchiera, degna erede della oscura Sadako di The Ring. Inoltre abbiamo una new entry: Kento Miura, nuovo acquisto per via della ricollocazione delle classi nel secondo anno. Il ragazzo sin dalla sua prima apparizione, sembra volere assumere il ruolo di rivale/disturbatore, portando non pochi grattacapi al timido Kazehaja e alla ingenua Sawako, e, per fortuna, anche un po’ di movimento statica alla trama.
In genere gli anime "scolastici" sfruttano solo gli ultimi due-tre episodi per proporre il finale prescelto - sempre che ne abbiano uno. In questo contesto le storie secondarie spariscono e il tema dominante diventa uno solo, che sia una dichiarazione, una scelta o un addio.
Kimi ni Todoke decide, invece, di dedicare al finale addirittura un'intera serie di dodici episodi in cui i due protagonisti, con la lentezza che già avevano dimostrato nella prima serie, pur facendo di tutto per complicarsi la vita, riescono finalmente a comprendersi l'un l'altro. Anche se abbiamo l'ingresso in scena di Kent, i personaggi secondari o spariscono quasi del tutto - vedi Kurumi, cosa abbastanza incomprensibile, dato che era lei a dominare la puntata "zero" - oppure svolgono un ruolo che è in funzione esclusiva della vicenda principale. Per capirci, tutto il mondo di Kimi ni Todoke finisce per ruotare esclusivamente attorno a Sawako e Shota. Questa è una proprietà che si adatta perfettamente a un finale, anche se particolarmente lungo.
Se da un lato quanto detto sembra un limite, bisogna però osservare che un ruolo decisivo nel commento di un anime sta proprio nella bontà del finale, per cui gli episodi che lo contengono (se proprio non si combina un disastro) tendono ad avere un'intensità e una caratterizzazione superiore rispetto agli altri, e quindi sono anche i più gradevoli per lo spettatore. E, sebbene duri dodici episodi, quello rappresentato in quest'anime non è da meno.
La trama della seconda serie di Kimi ni Todoke è coinvolgente, ma questa non è certo una novità dato che la storia della dolce e un po' "macabra" Sawako e di "Mr. Amicone" Shota era riuscita a conquistare lo spettatore già durante la prima serie. Certe presunte ingenuità nel rapporto fra i due lasciano un po' di stucco, ma vanno giudicate tuttavia passabili, in quanto Sawako è un personaggio pensato e studiato come del tutto ineducato alla vita in società, abituato più a essere respinto che a essere accettato dagli altri.
Nel complesso i dodici episodi si guardano in un paio di giorni, se proprio si ha molto da fare nel frattempo, perché non stancano, anzi tengono incollato lo spettatore al video.
L'unica pecca sta nella mancanza di almeno un minutino da dedicare alle vicende in sospeso dei personaggi secondari, che andava concesso. A meno che non s'intenda fare una terza serie non sapremo mai quale sarà il loro futuro.
In definitiva quest'anime, nella sua seconda edizione, raccoglie il mio (quasi) pieno consenso e si merita un punto in più rispetto alla prima. Lo sconsiglio a chi non ama le storie che si protraggono troppo a lungo. E' consigliatissimo agli altri, che troveranno, guardando Kimi ni Todoke, il tempo per emozionarsi tra una buona risata e l'altra.
Kimi ni Todoke decide, invece, di dedicare al finale addirittura un'intera serie di dodici episodi in cui i due protagonisti, con la lentezza che già avevano dimostrato nella prima serie, pur facendo di tutto per complicarsi la vita, riescono finalmente a comprendersi l'un l'altro. Anche se abbiamo l'ingresso in scena di Kent, i personaggi secondari o spariscono quasi del tutto - vedi Kurumi, cosa abbastanza incomprensibile, dato che era lei a dominare la puntata "zero" - oppure svolgono un ruolo che è in funzione esclusiva della vicenda principale. Per capirci, tutto il mondo di Kimi ni Todoke finisce per ruotare esclusivamente attorno a Sawako e Shota. Questa è una proprietà che si adatta perfettamente a un finale, anche se particolarmente lungo.
Se da un lato quanto detto sembra un limite, bisogna però osservare che un ruolo decisivo nel commento di un anime sta proprio nella bontà del finale, per cui gli episodi che lo contengono (se proprio non si combina un disastro) tendono ad avere un'intensità e una caratterizzazione superiore rispetto agli altri, e quindi sono anche i più gradevoli per lo spettatore. E, sebbene duri dodici episodi, quello rappresentato in quest'anime non è da meno.
La trama della seconda serie di Kimi ni Todoke è coinvolgente, ma questa non è certo una novità dato che la storia della dolce e un po' "macabra" Sawako e di "Mr. Amicone" Shota era riuscita a conquistare lo spettatore già durante la prima serie. Certe presunte ingenuità nel rapporto fra i due lasciano un po' di stucco, ma vanno giudicate tuttavia passabili, in quanto Sawako è un personaggio pensato e studiato come del tutto ineducato alla vita in società, abituato più a essere respinto che a essere accettato dagli altri.
Nel complesso i dodici episodi si guardano in un paio di giorni, se proprio si ha molto da fare nel frattempo, perché non stancano, anzi tengono incollato lo spettatore al video.
L'unica pecca sta nella mancanza di almeno un minutino da dedicare alle vicende in sospeso dei personaggi secondari, che andava concesso. A meno che non s'intenda fare una terza serie non sapremo mai quale sarà il loro futuro.
In definitiva quest'anime, nella sua seconda edizione, raccoglie il mio (quasi) pieno consenso e si merita un punto in più rispetto alla prima. Lo sconsiglio a chi non ama le storie che si protraggono troppo a lungo. E' consigliatissimo agli altri, che troveranno, guardando Kimi ni Todoke, il tempo per emozionarsi tra una buona risata e l'altra.
Sono molto delusa da questa seconda serie di Kimi ni todoke che, seppure non originalissimo, trovavo comunque molto piacevole e delicato. Bene, questa seconda serie è fatta per frustrare lo spettatore e per dare fastidio. E lo si capisce già dalla prima puntata dove, nonostante il modo in cui si era conclusa la prima serie, siamo di nuovo quasi al punto iniziale, dove i protagonisti, pur piacendosi, per mille malintesi non si comprendono. E quindi in ogni puntata la protagonista, che in questa serie ho quasi detestato, deve capire che cosa prova per lui e che cosa provi lui per lei. E continua, e continua... Insomma, è banale, infantile e fastidioso, tira troppo per le lunghe un qualcosa che aveva già trovato un'evoluzione nella prima serie. Do 6 perché comunque è vedibile e non è noioso, però si è rovinato un buon lavoro secondo me.
<b>Attenzione! Contiene possibili spoiler!</b>
Ero felicissima quando è stata annunciata una seconda stagione di KNT, sopratutto perché la prima aveva un finale davvero deludente. Beh, che dire, anche in questi nuovi episodi ritroviamo l'atmosfera calma e dolce della prima stagione. E' semplicemente adorabile ed è una delle cose che apprezzo di più nell'anime, perché, insieme all'opening e all'ending, riflette il carattere di Sawako.
Siamo abituati al carattere "lento" di KNT, che sinceramente non può che essere un pregio, dato che trovo prive di senso quelle storie dove dopo due episodi i protagonisti stanno già insieme. Tuttavia nei primi episodi sia Kazehaya sia Sawako mi hanno fatto venire istinti omicidi, con fraintendimenti pressoché assurdi. Sono felice che alla fine ce l'abbiamo fatta, mi dispiace solo che non si sia potuto vedere "di più".
Per quanto carino, il finale mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.
Ero felicissima quando è stata annunciata una seconda stagione di KNT, sopratutto perché la prima aveva un finale davvero deludente. Beh, che dire, anche in questi nuovi episodi ritroviamo l'atmosfera calma e dolce della prima stagione. E' semplicemente adorabile ed è una delle cose che apprezzo di più nell'anime, perché, insieme all'opening e all'ending, riflette il carattere di Sawako.
Siamo abituati al carattere "lento" di KNT, che sinceramente non può che essere un pregio, dato che trovo prive di senso quelle storie dove dopo due episodi i protagonisti stanno già insieme. Tuttavia nei primi episodi sia Kazehaya sia Sawako mi hanno fatto venire istinti omicidi, con fraintendimenti pressoché assurdi. Sono felice che alla fine ce l'abbiamo fatta, mi dispiace solo che non si sia potuto vedere "di più".
Per quanto carino, il finale mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.
Ed ecco che con l'arrivo della seconda serie di Kimi Ni Todoke, tornano anche le avventure della nostra Sawako.
Dove eravamo rimasti?
Avevamo lasciato Sawako e Shouta con una specie di appuntamento nel giorno di Capodanno, che non a caso era proprio il giorno del sedicesimo compleanno di Sawako.
La seconda serie si apre con l'inizio del secondo anno e i nostri protagonisti si ritrovano fortunatamente tutti nella stessa classe, grazie ovviamente all'aiuto di un certo insegnante pazzo - lascio a voi intendere chi sia. Sawako ormai è consapevole di essere innamorata di Shouta, ma non vuole confessare i suoi sentimenti perché le sembra troppo egoistico avere Kazehaya tutto per lei, mentre lui, poverino, ormai non riesce più ad aspettare.
Dopo vari malintesi, cominciamo a non rivolgersi più la parola. A complicare le vicende, già travagliate di loro, interviene un nuovo compagno di classe dei nostri protagonisti, Kento Miura (doppiato da Mamoru Miyano, che ha prestato la voce a Light Yamami di Death Note, a Zero di Vampire Knight ecc.). Miura comincia a interessarsi a Sawako e decide di aiutarla nel farle fare più amicizie possibile nella sua classe, inconscio del fatto che lui creerà un sacco di malintesi fra Sawako e Shouta.
Diciamo che in questa seconda serie, nella maggior parte degli episodi si succedono malintesi su malintesi. <b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b> Potrà sembrare un po' snervante, ma ne vale veramente la pena, perché dopo i malintesi, finalmente una buona volta Sawako deciderà di confessarsi a Shouta e da lì finalmente rivedremo le dolci atmosfere che c'erano nella prima serie di Kimi Ni Todoke. <b>[FINE SPOILER]</b>
I disegni per me sono molto belli, molto simili a quelli della Karuho. Trovo opening ed ending carinissime, soprattutto l'opening che è veramente molto dolce.
Questa è una seconda serie travagliata, con mille problemi, ma con un finale altrettanto dolce che ti lascerà con un sorriso tra le labbra. Chi ha visto la prima serie corra a vedere anche la seconda, per potere finalmente vedere un finale, in quanto il manga sta continuando, ma il finale dell'anime mi sembra molto adatto.
Essendo una fan sfegatata di Kimi Ni Todoke, consiglio a tutti di vederlo, è uno shoujo veramente molto dolce: a tutte le amanti di questo genere, guardatelo, non ve ne pentirete assolutamente.
Dove eravamo rimasti?
Avevamo lasciato Sawako e Shouta con una specie di appuntamento nel giorno di Capodanno, che non a caso era proprio il giorno del sedicesimo compleanno di Sawako.
La seconda serie si apre con l'inizio del secondo anno e i nostri protagonisti si ritrovano fortunatamente tutti nella stessa classe, grazie ovviamente all'aiuto di un certo insegnante pazzo - lascio a voi intendere chi sia. Sawako ormai è consapevole di essere innamorata di Shouta, ma non vuole confessare i suoi sentimenti perché le sembra troppo egoistico avere Kazehaya tutto per lei, mentre lui, poverino, ormai non riesce più ad aspettare.
Dopo vari malintesi, cominciamo a non rivolgersi più la parola. A complicare le vicende, già travagliate di loro, interviene un nuovo compagno di classe dei nostri protagonisti, Kento Miura (doppiato da Mamoru Miyano, che ha prestato la voce a Light Yamami di Death Note, a Zero di Vampire Knight ecc.). Miura comincia a interessarsi a Sawako e decide di aiutarla nel farle fare più amicizie possibile nella sua classe, inconscio del fatto che lui creerà un sacco di malintesi fra Sawako e Shouta.
Diciamo che in questa seconda serie, nella maggior parte degli episodi si succedono malintesi su malintesi. <b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b> Potrà sembrare un po' snervante, ma ne vale veramente la pena, perché dopo i malintesi, finalmente una buona volta Sawako deciderà di confessarsi a Shouta e da lì finalmente rivedremo le dolci atmosfere che c'erano nella prima serie di Kimi Ni Todoke. <b>[FINE SPOILER]</b>
I disegni per me sono molto belli, molto simili a quelli della Karuho. Trovo opening ed ending carinissime, soprattutto l'opening che è veramente molto dolce.
Questa è una seconda serie travagliata, con mille problemi, ma con un finale altrettanto dolce che ti lascerà con un sorriso tra le labbra. Chi ha visto la prima serie corra a vedere anche la seconda, per potere finalmente vedere un finale, in quanto il manga sta continuando, ma il finale dell'anime mi sembra molto adatto.
Essendo una fan sfegatata di Kimi Ni Todoke, consiglio a tutti di vederlo, è uno shoujo veramente molto dolce: a tutte le amanti di questo genere, guardatelo, non ve ne pentirete assolutamente.
Dopo avere visto la prima serie in cui i protagonisti dopo 25 episodi sono arrivati a un "qualcosa", inizio la seconda con qualche speranza e invece zero assoluto.
Ma andiamo per ordine, Kimi è una bella storia, la serie si guarda con piacere sia per i disegni, molto carini, sia per l'atmosfera calma e dolce.
Per chi segue questo tipo di anime è normale guardare serie intere in cui non accade nulla tra i due personaggi protagonisti e arrivare alla fine con un bacio risolutore e un vissero tutti e felici e contenti. Beh in Kimi questo non accade. Sono arrivata a vedere fino alla 10a puntata della seconda serie e il massimo che i due protagonisti hanno fatto è stato un abbraccio, dopo episodi su episodi in cui a malapena si parlano.
Personalmente all'inizio trovavo carini Sawako e il suo modo impacciato di fare, ma ora basta. Dopo un po' si dovrebbe avere un cambiamento, un miglioramento del carattere dei personaggi, ma loro sono sempre gli stessi, senza eccezione.
Insomma l'anime è statico e ripetitivo, niente di più, non lo giudico neanche come una seconda serie. Spero che almeno per gli ultimi due episodi cambi qualcosa. Non avendo portato nulla di nuovo o diverso, questa serie merita un 4 scarso.
Ma andiamo per ordine, Kimi è una bella storia, la serie si guarda con piacere sia per i disegni, molto carini, sia per l'atmosfera calma e dolce.
Per chi segue questo tipo di anime è normale guardare serie intere in cui non accade nulla tra i due personaggi protagonisti e arrivare alla fine con un bacio risolutore e un vissero tutti e felici e contenti. Beh in Kimi questo non accade. Sono arrivata a vedere fino alla 10a puntata della seconda serie e il massimo che i due protagonisti hanno fatto è stato un abbraccio, dopo episodi su episodi in cui a malapena si parlano.
Personalmente all'inizio trovavo carini Sawako e il suo modo impacciato di fare, ma ora basta. Dopo un po' si dovrebbe avere un cambiamento, un miglioramento del carattere dei personaggi, ma loro sono sempre gli stessi, senza eccezione.
Insomma l'anime è statico e ripetitivo, niente di più, non lo giudico neanche come una seconda serie. Spero che almeno per gli ultimi due episodi cambi qualcosa. Non avendo portato nulla di nuovo o diverso, questa serie merita un 4 scarso.
Quando ho saputo della seconda serie di KNT ero felicissima, l'8 della prima serie era più che sentito, peccato che la delusione di questo seguito è riassumibile in una sola parola: tragedia.
Sto regalando il 5 in nome della prima serie, ma è un regalo, queste dodici puntate toccano picchi da 3,5 o 4 stentato.
I danni di questo seguito li vediamo subito nella trama, nell'avanzamento della storia che, senza tenere conto delle vittorie, chiamiamole così, di Sawako della prima serie, prosegue imperterrita nello stile: ragazza smarrita, che non capisce i sottintesi in modo assoluto. Insomma la ridicolaggine trascinata con le tenaglie, con la chiara volontà di bloccare il personaggi a un livello che rasenta la stupidità, lede persino il lavoro della prima serie di farla crescere faticosamente in un intero anno trascorso a fare il passo da iper-isolata aliena a soggetto semi-umano.
Ci ritroviamo davanti a una Sawako che equivoca ancora tutto quanto nel modo sempre peggiore e più lesivo possibile. I suoi passi avanti sono stati tutti bruciati, soprattutto i momentoni di crescita con il mondo bastardo delle ragazze, con il quale, tramite Kurumi, aveva fatto un corso accelerato, capendo che la buona fede non è mai presunta, va dimostrata.
Shouta se possibile ha amplificato i suoi drammi di interrelazione con Sawako dalla prima alla seconda serie. E lui, che dovrebbe essere nei panni del ragazzo normale tipo, nonché amatissimo, quindi non proprio a digiuno di spasimanti, palesa angosce se possibile anche peggiori di quelle della ragazzina in panne. Tragedia assoluta, il fatto che la storia fosse delicata è stato fatto scadere nella ridicolaggine.
Gli stessi comprimari fanno discorsi penosi, soprattutto della fazione "adolescenti tipo", dove si toccano picchi davvero pessimi. Sono sofferti questi 12 episodi, che a livello di storia ricalcano l'avvicinamento di Sawako e Shouta fino al loro dichiararsi ufficialmente, la lentezza non è più motivo di attesa, ma semplicemente sfiancante e fastidiosa, inoltre i dialoghi sono inconsistenti e assolutamente inutili, un vero down su tutti i fronti narrativi.
Ciliegina sulla torta, non paghi di avere fatto calare a livelli immondi nella storia, non tenendo conto che in una versione animata non ci si può prendere il tempo dilatato come nella versione cartacea, gli autori hanno deciso anche di fare crollare la serie dal punto di vista tecnico.
Il deformed è più usato del tratto normale, la definizione dei volti e dei personaggi a figura intera è peggiorato, ci sono stelline e luccichii ovunque, addio ai bei fondali della prima serie e avanti lucette folli e colate di cemento (fondale scuola) o fondali monocolore (versione fantasia) o peggio ancora l'aula e le porte, amatissime in questa serie come intorno. Le inquadrature sono pessime, sembra che la cosa più amata siano le sliding doors della scuola.
Le musiche sono inutili, inconsistenti e alla fin fine ciò che riecheggia è sempre il dannatissimo motivetto della canzone d'inizio che alla fine della fiera dà anche sui nervi a causa dell'irritazione generale per tutto il resto. Lo dico e lo ripeto: tragedia.
Concludendo dico anche che siamo ancora nel nulla di fatto, la storia ancora una volta è all'inizio, un seguito sembra inevitabile, soprattutto se gli autori manterranno la forte fedeltà con il manga. Io dubito, mi guarderò la terza serie nel caso e sconsiglio vivamente questa seconda.
A tutti quelli che hanno apprezzato la prima serie, restate con quella e non rovinatevi guardando questo seguito.
Sto regalando il 5 in nome della prima serie, ma è un regalo, queste dodici puntate toccano picchi da 3,5 o 4 stentato.
I danni di questo seguito li vediamo subito nella trama, nell'avanzamento della storia che, senza tenere conto delle vittorie, chiamiamole così, di Sawako della prima serie, prosegue imperterrita nello stile: ragazza smarrita, che non capisce i sottintesi in modo assoluto. Insomma la ridicolaggine trascinata con le tenaglie, con la chiara volontà di bloccare il personaggi a un livello che rasenta la stupidità, lede persino il lavoro della prima serie di farla crescere faticosamente in un intero anno trascorso a fare il passo da iper-isolata aliena a soggetto semi-umano.
Ci ritroviamo davanti a una Sawako che equivoca ancora tutto quanto nel modo sempre peggiore e più lesivo possibile. I suoi passi avanti sono stati tutti bruciati, soprattutto i momentoni di crescita con il mondo bastardo delle ragazze, con il quale, tramite Kurumi, aveva fatto un corso accelerato, capendo che la buona fede non è mai presunta, va dimostrata.
Shouta se possibile ha amplificato i suoi drammi di interrelazione con Sawako dalla prima alla seconda serie. E lui, che dovrebbe essere nei panni del ragazzo normale tipo, nonché amatissimo, quindi non proprio a digiuno di spasimanti, palesa angosce se possibile anche peggiori di quelle della ragazzina in panne. Tragedia assoluta, il fatto che la storia fosse delicata è stato fatto scadere nella ridicolaggine.
Gli stessi comprimari fanno discorsi penosi, soprattutto della fazione "adolescenti tipo", dove si toccano picchi davvero pessimi. Sono sofferti questi 12 episodi, che a livello di storia ricalcano l'avvicinamento di Sawako e Shouta fino al loro dichiararsi ufficialmente, la lentezza non è più motivo di attesa, ma semplicemente sfiancante e fastidiosa, inoltre i dialoghi sono inconsistenti e assolutamente inutili, un vero down su tutti i fronti narrativi.
Ciliegina sulla torta, non paghi di avere fatto calare a livelli immondi nella storia, non tenendo conto che in una versione animata non ci si può prendere il tempo dilatato come nella versione cartacea, gli autori hanno deciso anche di fare crollare la serie dal punto di vista tecnico.
Il deformed è più usato del tratto normale, la definizione dei volti e dei personaggi a figura intera è peggiorato, ci sono stelline e luccichii ovunque, addio ai bei fondali della prima serie e avanti lucette folli e colate di cemento (fondale scuola) o fondali monocolore (versione fantasia) o peggio ancora l'aula e le porte, amatissime in questa serie come intorno. Le inquadrature sono pessime, sembra che la cosa più amata siano le sliding doors della scuola.
Le musiche sono inutili, inconsistenti e alla fin fine ciò che riecheggia è sempre il dannatissimo motivetto della canzone d'inizio che alla fine della fiera dà anche sui nervi a causa dell'irritazione generale per tutto il resto. Lo dico e lo ripeto: tragedia.
Concludendo dico anche che siamo ancora nel nulla di fatto, la storia ancora una volta è all'inizio, un seguito sembra inevitabile, soprattutto se gli autori manterranno la forte fedeltà con il manga. Io dubito, mi guarderò la terza serie nel caso e sconsiglio vivamente questa seconda.
A tutti quelli che hanno apprezzato la prima serie, restate con quella e non rovinatevi guardando questo seguito.
Bellissimo. Sebbene siano ancora i primi episodi, devo dire che sono molto promettenti. Devo smentire molte critiche riguardanti l'aspetto grafico: io non trovo nessun peggioramento, mi sembra invece che lo studio abbia mantenuto gli stessi toni senza fare sentire lo "stacco" tra prima e seconda serie. Trovo le musiche dell'opening e dell'ending fantastiche, soprattutto quelle dell'opening, che apprezzo moltissimo per il video. La trama è fedele per il momento e spero che questo giudizio positivo possa essere confermato con il tempo.
E' la mia prima recensione, spero di non essere stata troppo di parte, ma vi consiglio quest'anime di tutto cuore.
E' la mia prima recensione, spero di non essere stata troppo di parte, ma vi consiglio quest'anime di tutto cuore.
Beh, che dire, a me la prima serie è piaciuta tantissimo. Trovavo stupendi i disegni e anche l'animazione, per non parlare della trama, che però ha fatto cilecca nello svolgersi della relazione fra i due protagonisti.
Per quanto riguarda la seconda seria do un 6 ma non pieno, i disegni e l'animazione sono diversi e Sawako è disegnata come una bambola woodoo.
La trama invece mi piace. Amo le storie che iniziano con il piede sbagliato perché poi vanno a finire sempre bene in anime come questo. La trama fa alzare un po' il voto, ma come ho detto prima è sempre 6 perché, per quanto mi riguarda, per ora la prima serie rimane più bella.
Per quanto riguarda la seconda seria do un 6 ma non pieno, i disegni e l'animazione sono diversi e Sawako è disegnata come una bambola woodoo.
La trama invece mi piace. Amo le storie che iniziano con il piede sbagliato perché poi vanno a finire sempre bene in anime come questo. La trama fa alzare un po' il voto, ma come ho detto prima è sempre 6 perché, per quanto mi riguarda, per ora la prima serie rimane più bella.
Ma che diavolo è? Lo so che è troppo presto per valutare, ma tanto la prima serie mi è piaciuta, quanto la seconda mi sembra partire con il piede sbagliato. Non tanto per l'inconsistenza dell'intreccio, si può dare tempo a una serie che non ha mai brillato per i ritmi mozzafiato, ma per la realizzazione tecnica, che è a dir poco approssimativa. Sembra che lo staff abbia lavorato in un sottoscala in cambio di tramezzini: la qualità del disegno è calata, metà degli episodi consiste di dialoghi sopra un fermo immagine, e l'altra metà di scambi ridicoli in cui i personaggi sono ridotti a bambolotti, senza sfondi se non economiche bolle e stelline, senza soluzioni registiche.
Capisco che la "deformazione" è un tropo fondamentale per l'animazione giapponese e che a volte, come nella prima serie, può servire a caratterizzare le situazioni, ma che diavolo: uno dei motivi per cui Kimi ni todoke mi era piaciuto era lo splendido character design di Sawako, una vera delizia. Non è più la stessa cosa se per 4/5 del tempo viene ridotta a una specie di scarabocchio, e nel restante quinto vengono riciclati i fotogrammi. Ma che diavolo! Sembra davvero che lo studio abbia lavorato con due soldi, o fatto il possibile per battere la fiacca. Non ci siamo davvero, speriamo che decolli.
Capisco che la "deformazione" è un tropo fondamentale per l'animazione giapponese e che a volte, come nella prima serie, può servire a caratterizzare le situazioni, ma che diavolo: uno dei motivi per cui Kimi ni todoke mi era piaciuto era lo splendido character design di Sawako, una vera delizia. Non è più la stessa cosa se per 4/5 del tempo viene ridotta a una specie di scarabocchio, e nel restante quinto vengono riciclati i fotogrammi. Ma che diavolo! Sembra davvero che lo studio abbia lavorato con due soldi, o fatto il possibile per battere la fiacca. Non ci siamo davvero, speriamo che decolli.