King of Thorn
“Il re di spine” è una rivisitazione moderna, con tanto di mostri, della fiaba de “La bella addormentata nel bosco”.
Siamo in Scozia, nel 2015, e la Venus Gate Corp. sta portando persone da tutto il mondo per essere addormentate, fino a che non si scoprirà il vaccino per guarire da Medusa, il virus che, come il personaggio della mitologia greca di cui porta il nome, trasforma gli uomini in pietra... ma qualcosa va male.
Visivamente credo che lo staff della Sunrise (con l’aiuto alla fotografia dello studio Gainax e agli sfondi dello Studio Ghibli) abbia fatto un ottimo lavoro, e la trama funziona, nonostante che se ne dica; certo ci sono personaggi non sempre convincenti (tipo Timothy) e lo sviluppo della seconda parte sembra rendere il film diverso da quello che sembrava dover essere all’inizio. L’inizio poi sembra essere un po’ lento, con un prosieguo caratterizzato invece da un buon ritmo. Menzione al buon uso della computer grafica.
Mi dispiace che, delle centosessanta persone congelate, ne sopravvivono subito solo sette, e queste sette non vengano scandagliate, ma, sebbene il film duri circa un’ora e tre quarti, ammetto che non c’era tempo per creare un background di ognuno di loro, come d’altronde succede in molti film di animazione e non. Mi dispiace che compare al solito un personaggio italiano (nientemeno che un senatore della Repubblica) dipinto (per quel poco che appare) come un corrotto: dovrebbero piantarla all’estero di credere che gli Italiani siano mandolino, pizza e mazzette...
Altro punto da notare (ma non per questo da criticare) è il fatto che la Sunrise abbia chiaramente puntato al pubblico occidentale, con tanto di riferimenti a videogiochi o a vecchi B-Movie che trattano di mostri e simili (tipo “Alien” o “Resident Evil”).
Insomma, un prodotto buono ma non sorprendente, atto a farvi passare quasi due ore senza annoiarvi.
Siamo in Scozia, nel 2015, e la Venus Gate Corp. sta portando persone da tutto il mondo per essere addormentate, fino a che non si scoprirà il vaccino per guarire da Medusa, il virus che, come il personaggio della mitologia greca di cui porta il nome, trasforma gli uomini in pietra... ma qualcosa va male.
Visivamente credo che lo staff della Sunrise (con l’aiuto alla fotografia dello studio Gainax e agli sfondi dello Studio Ghibli) abbia fatto un ottimo lavoro, e la trama funziona, nonostante che se ne dica; certo ci sono personaggi non sempre convincenti (tipo Timothy) e lo sviluppo della seconda parte sembra rendere il film diverso da quello che sembrava dover essere all’inizio. L’inizio poi sembra essere un po’ lento, con un prosieguo caratterizzato invece da un buon ritmo. Menzione al buon uso della computer grafica.
Mi dispiace che, delle centosessanta persone congelate, ne sopravvivono subito solo sette, e queste sette non vengano scandagliate, ma, sebbene il film duri circa un’ora e tre quarti, ammetto che non c’era tempo per creare un background di ognuno di loro, come d’altronde succede in molti film di animazione e non. Mi dispiace che compare al solito un personaggio italiano (nientemeno che un senatore della Repubblica) dipinto (per quel poco che appare) come un corrotto: dovrebbero piantarla all’estero di credere che gli Italiani siano mandolino, pizza e mazzette...
Altro punto da notare (ma non per questo da criticare) è il fatto che la Sunrise abbia chiaramente puntato al pubblico occidentale, con tanto di riferimenti a videogiochi o a vecchi B-Movie che trattano di mostri e simili (tipo “Alien” o “Resident Evil”).
Insomma, un prodotto buono ma non sorprendente, atto a farvi passare quasi due ore senza annoiarvi.
Sogno o realtà
Incuriosito dal successo avuto in patria dall'omonimo manga, mi sono deciso a guardare questo "King of Thorn". La trama di base è qualcosa che sa un po' di già visto, ma, nonostante tutto, le premesse sono piuttosto accattivanti. La narrazione in un primo momento risulta abbastanza lenta, ma dal risveglio dei protagonisti in poi adotta un buon ritmo e le vicende diventano decisamente coinvolgenti. Il background, sia della storia che dei protagonisti, sulle prime battute resta oscuro, ma come impostazione va più che bene. Le cose procedono, ma poi qualcosa si inceppa. Arrivati all'incirca verso la metà del film, c'è la necessità di dare una risposta agli interrogativi posti finora. Qui la narrazione, anziché chiarire i punti oscuri, si ingarbuglia ulteriormente portando a un finale quanto mai frettoloso, che mi ha lasciato la sensazione di essermi perso qualche pezzo per strada. Nonostante mi sia rivisto alcune parti nel tentativo di chiarirmi le idee, le cose non sono migliorate, così ho deciso di leggermi il manga per vedere se ci capivo qualcosa di più. E grazie a questo ho compreso molti dei retroscena della storia, arrivando alla conclusione che gli sceneggiatori hanno cercato di comprimere una storia molto articolata in troppo poco tempo. Ma andiamo con ordine...
Le premesse ci sono tutte, ma potevano essere senza dubbio condensate velocizzando l'incipit. I leggeri cambi di ambientazione apportati alla pellicola non influiscono negativamente sulla storia... tanto per intenderci, alcune scene che nel manga erano ambientate all'esterno del castello, qui si svolgono nei sotterranei. Ma sono cose di poco conto e il ritmo della narrazione non ne risente affatto. Ma poi, quando tutti i misteri introdotti hanno bisogno di essere chiariti, vengono fornite delle spiegazioni affrettate. Si perde completamente la spiegazione della natura del virus "Medusa" e con essa tutta la parte sui sogni che diventano realtà, e sulla creazione di un nuovo mondo, con la conseguente perdita del vero senso della storia. Ovviamente il finale ne risulta compromesso, rendendo poco chiari alcuni eventi e stravolgendolo completamente. Vengono eliminati molti particolari che facevano da struttura portante alla storia del manga. In primo luogo viene trascurato il personaggio di Zeus, che nel manga era l'antagonista principale, colui che è la causa di tutto; mentre la figura di Alice, molto importante ai fini dello sviluppo, fa solo una breve apparizione. E assieme a questi due personaggi vengono eliminati anche tutti i retroscena e gli sviluppi a cui erano legati.
I protagonisti stessi subiscono delle grosse perdite a livello di caratterizzazione. L'eliminazione di Zeus influisce pesantemente sul personaggio di Marco, che da hacker in cerca di vendetta viene trasformato in un membro delle SAS britanniche, perdendo tutte le motivazioni che lo spingono a combattere. La bionda Katherine subisce una sorte simile e il suo passato di alcolista e di pessima madre viene spazzato via con un colpo di spugna, dimezzandone il carisma. Come se non bastasse, gli sceneggiatori continuano a farle ripetere, a mo' di narratrice, dei brani de "La bella addormentata nel bosco", con il proposito (a mio avviso superfluo) di associare le vicende del film alla favola. Il piccolo Tim, invece, da bambino spaurito diventa un maniaco dei videogiochi, che in mezzo alla strage sembra perfino divertirsi, e che alla lunga diventa stancante. Gli altri personaggi subiscono una sorte simile, fatta eccezione per Kasumi, la cui caratterizzazione rimane quasi del tutto invariata. Forse è il personaggio che perde di meno, ma in ogni caso i cambiamenti apportati alla storia influiscono comunque sul suo sviluppo. Se nel manga la storia dei personaggi era una lotta per la sopravvivenza, qui diventa un gioco al massacro e le morti, che nell'opera originale contribuivano allo sviluppo della storia, qui sembrano essere oltremodo insensate.
Per contro il comparto visivo è decisamente accattivante. I disegni sono molto puliti, le ambientazioni davvero suggestive, mentre il character design ricorda molto l'originale cartaceo. Le animazioni sono ottime, ma vengono realizzate in maniera tradizionale con delle saltuarie incursioni in computer grafica che, nonostante siano ben realizzate, non si integrano perfettamente con il resto dei disegni. Le musiche sono abbastanza suggestive, specialmente il tema principale, ma sono unicamente funzionali alle scene. Quella che risalta particolarmente è la ending "Edge of This World" cantata da Misia. Questo "King of Thorn" è una pellicola che vuole trattare in poco tempo una storia molto più complessa e articolata di quello che può sembrare in un primo momento. Nel tentativo di fare questa trasposizione gli sceneggiatori hanno riarrangiato e compresso troppe idee in troppo poco tempo, con la conseguenza che, alla maggior parte delle sfaccettature, non viene lasciato abbastanza spazio per esprimersi in maniera esauriente. Con tutta probabilità, una breve serie animata sarebbe stata molto più efficace di questo lungometraggio per trasporre degnamente le tante idee messe su carta da Iwahara nel suo manga. Un vero peccato, perché questa produzione aveva tutte le carte in regola per diventare un ottimo prodotto.
Incuriosito dal successo avuto in patria dall'omonimo manga, mi sono deciso a guardare questo "King of Thorn". La trama di base è qualcosa che sa un po' di già visto, ma, nonostante tutto, le premesse sono piuttosto accattivanti. La narrazione in un primo momento risulta abbastanza lenta, ma dal risveglio dei protagonisti in poi adotta un buon ritmo e le vicende diventano decisamente coinvolgenti. Il background, sia della storia che dei protagonisti, sulle prime battute resta oscuro, ma come impostazione va più che bene. Le cose procedono, ma poi qualcosa si inceppa. Arrivati all'incirca verso la metà del film, c'è la necessità di dare una risposta agli interrogativi posti finora. Qui la narrazione, anziché chiarire i punti oscuri, si ingarbuglia ulteriormente portando a un finale quanto mai frettoloso, che mi ha lasciato la sensazione di essermi perso qualche pezzo per strada. Nonostante mi sia rivisto alcune parti nel tentativo di chiarirmi le idee, le cose non sono migliorate, così ho deciso di leggermi il manga per vedere se ci capivo qualcosa di più. E grazie a questo ho compreso molti dei retroscena della storia, arrivando alla conclusione che gli sceneggiatori hanno cercato di comprimere una storia molto articolata in troppo poco tempo. Ma andiamo con ordine...
Le premesse ci sono tutte, ma potevano essere senza dubbio condensate velocizzando l'incipit. I leggeri cambi di ambientazione apportati alla pellicola non influiscono negativamente sulla storia... tanto per intenderci, alcune scene che nel manga erano ambientate all'esterno del castello, qui si svolgono nei sotterranei. Ma sono cose di poco conto e il ritmo della narrazione non ne risente affatto. Ma poi, quando tutti i misteri introdotti hanno bisogno di essere chiariti, vengono fornite delle spiegazioni affrettate. Si perde completamente la spiegazione della natura del virus "Medusa" e con essa tutta la parte sui sogni che diventano realtà, e sulla creazione di un nuovo mondo, con la conseguente perdita del vero senso della storia. Ovviamente il finale ne risulta compromesso, rendendo poco chiari alcuni eventi e stravolgendolo completamente. Vengono eliminati molti particolari che facevano da struttura portante alla storia del manga. In primo luogo viene trascurato il personaggio di Zeus, che nel manga era l'antagonista principale, colui che è la causa di tutto; mentre la figura di Alice, molto importante ai fini dello sviluppo, fa solo una breve apparizione. E assieme a questi due personaggi vengono eliminati anche tutti i retroscena e gli sviluppi a cui erano legati.
I protagonisti stessi subiscono delle grosse perdite a livello di caratterizzazione. L'eliminazione di Zeus influisce pesantemente sul personaggio di Marco, che da hacker in cerca di vendetta viene trasformato in un membro delle SAS britanniche, perdendo tutte le motivazioni che lo spingono a combattere. La bionda Katherine subisce una sorte simile e il suo passato di alcolista e di pessima madre viene spazzato via con un colpo di spugna, dimezzandone il carisma. Come se non bastasse, gli sceneggiatori continuano a farle ripetere, a mo' di narratrice, dei brani de "La bella addormentata nel bosco", con il proposito (a mio avviso superfluo) di associare le vicende del film alla favola. Il piccolo Tim, invece, da bambino spaurito diventa un maniaco dei videogiochi, che in mezzo alla strage sembra perfino divertirsi, e che alla lunga diventa stancante. Gli altri personaggi subiscono una sorte simile, fatta eccezione per Kasumi, la cui caratterizzazione rimane quasi del tutto invariata. Forse è il personaggio che perde di meno, ma in ogni caso i cambiamenti apportati alla storia influiscono comunque sul suo sviluppo. Se nel manga la storia dei personaggi era una lotta per la sopravvivenza, qui diventa un gioco al massacro e le morti, che nell'opera originale contribuivano allo sviluppo della storia, qui sembrano essere oltremodo insensate.
Per contro il comparto visivo è decisamente accattivante. I disegni sono molto puliti, le ambientazioni davvero suggestive, mentre il character design ricorda molto l'originale cartaceo. Le animazioni sono ottime, ma vengono realizzate in maniera tradizionale con delle saltuarie incursioni in computer grafica che, nonostante siano ben realizzate, non si integrano perfettamente con il resto dei disegni. Le musiche sono abbastanza suggestive, specialmente il tema principale, ma sono unicamente funzionali alle scene. Quella che risalta particolarmente è la ending "Edge of This World" cantata da Misia. Questo "King of Thorn" è una pellicola che vuole trattare in poco tempo una storia molto più complessa e articolata di quello che può sembrare in un primo momento. Nel tentativo di fare questa trasposizione gli sceneggiatori hanno riarrangiato e compresso troppe idee in troppo poco tempo, con la conseguenza che, alla maggior parte delle sfaccettature, non viene lasciato abbastanza spazio per esprimersi in maniera esauriente. Con tutta probabilità, una breve serie animata sarebbe stata molto più efficace di questo lungometraggio per trasporre degnamente le tante idee messe su carta da Iwahara nel suo manga. Un vero peccato, perché questa produzione aveva tutte le carte in regola per diventare un ottimo prodotto.
"King of Thorn" è un film animato del 2009, basato sul manga in sei volumi dallo stesso titolo.
Si tratta di una storia non originalissima, ma comunque interessante per certi aspetti, pur nella sua semplicità di base.
Tutto inizia quando sulla Terra inizia a diffondersi una misteriosa malattia mortale che causa la pietrificazione degli infetti, e che per questo motivo viene chiamata "Medusa", come il mostro del mito greco. Una grossa società farmaceutica decide di iniziare un programma di "cold sleep", nel quale congela all'interno di un grosso castello un gruppo di poco più di centocinquanta persone infette, nella speranza che nel futuro, al momento del loro risveglio sia stata trovata una cura. Qualcosa però non va come dovrebbe, e ad un certo punto i pazienti si risvegliano trovando il castello invaso da rovi e misteriosi e mortali mostri. Il gruppo di protagonisti inizia quindi una disperata lotta per la salvezza, senza sapere quanto tempo sia passato nel mondo esterno o contro cosa stiano lottando.
Molto bello sul lato visivo, il film ha una realizzazione tecnica purtroppo altalenante. Ci sono ottimo sfondi, che rendono benissimo la sensazione di ampiezza negli esterni, ad esempio quando si vede il castello da fuori, e, di contro, la sensazione di claustrofobia degli stretti passaggi e corridoi in cui i protagonisti sono costretti a passare. I personaggi invece sono abbastanza standard nell'aspetto e decisamente stereotipati, al punto che chi è avvezzo al genere survival/horror può capire fin dall'inizio chi tra loro arriverà alla fine del film e chi invece morirà. Sono comunque discretamente animati in quasi tutte le scene, ma in alcune è presenta una fastidiosa CG che sembra quasi cell shading, che rende i personaggi quasi dei manichini che si muovono in maniera legnosa. La stessa CG è stata anche utilizzata per animare tutte le creature presenti nel castello, ma su di loro l'effetto è migliore.
Il film, della durata di quasi due ore, ha un ottimo inizio, e una più che buona parte centrale. Viene presentata velocemente la storia del Medusa, viene spiegato il motivo per cui si sta per fare questa sorta di esperimento e viene introdotta quella che è la protagonista. Al momento del risveglio nel castello inizia la fase action/survival della storia, davvero ottima e avvincente. Purtroppo, ad un certo punto, poco oltre la metà del film, la trama prende una strana piega: si inizia a parlare di sogni, incubi, proiezioni mentali, realtà, fantasia, ecc. e si perde purtroppo il filo del discorso, mai più ritrovato fino all'incomprensibile finale. Almeno, io non ci ho capito molto.
Ero rimasto già parzialmente deluso dal finale del manga e pensavo che con il film le cose sarebbero state migliori, ma anche stavolta non è andata così. Della storia originale del manga il film conserva solo l'incipit, mentre tutto il resto è stato stravolto. Alcuni personaggi sono stati eliminati, a quelli rimasti hanno cambiato la storia o il modo in cui muoiono e anche l'ordine in cui lo fanno. Anche il finale dell'opera è completamente diverso. Non saprei dire quale sia il peggiore, ma so che nessuno dei due mi è piaciuto.
Arrivato alla fine, non posso dire nemmeno di averlo capito il film. Le cose di base sì, ovvio, ma la spiegazione a tutto il mistero, il Medusa, il perché il castello è stato invaso dai rovi, i mostri e quant'altro... no. Non l'ho capito. E nemmeno mio fratello che ha visto il film insieme a me. Credo dunque che la colpa sia effettivamente degli sceneggiatori, che per qualche motivo a metà film buttano tutto all’aria con spiegazioni poco convincenti e di difficile comprensione, rovinando quello che poteva essere un ottimo action. Non me la sento di consigliarlo a nessuno, dura fin troppo, e ci sono tantissimi altri film migliori di questo da vedere. Peccato.
Si tratta di una storia non originalissima, ma comunque interessante per certi aspetti, pur nella sua semplicità di base.
Tutto inizia quando sulla Terra inizia a diffondersi una misteriosa malattia mortale che causa la pietrificazione degli infetti, e che per questo motivo viene chiamata "Medusa", come il mostro del mito greco. Una grossa società farmaceutica decide di iniziare un programma di "cold sleep", nel quale congela all'interno di un grosso castello un gruppo di poco più di centocinquanta persone infette, nella speranza che nel futuro, al momento del loro risveglio sia stata trovata una cura. Qualcosa però non va come dovrebbe, e ad un certo punto i pazienti si risvegliano trovando il castello invaso da rovi e misteriosi e mortali mostri. Il gruppo di protagonisti inizia quindi una disperata lotta per la salvezza, senza sapere quanto tempo sia passato nel mondo esterno o contro cosa stiano lottando.
Molto bello sul lato visivo, il film ha una realizzazione tecnica purtroppo altalenante. Ci sono ottimo sfondi, che rendono benissimo la sensazione di ampiezza negli esterni, ad esempio quando si vede il castello da fuori, e, di contro, la sensazione di claustrofobia degli stretti passaggi e corridoi in cui i protagonisti sono costretti a passare. I personaggi invece sono abbastanza standard nell'aspetto e decisamente stereotipati, al punto che chi è avvezzo al genere survival/horror può capire fin dall'inizio chi tra loro arriverà alla fine del film e chi invece morirà. Sono comunque discretamente animati in quasi tutte le scene, ma in alcune è presenta una fastidiosa CG che sembra quasi cell shading, che rende i personaggi quasi dei manichini che si muovono in maniera legnosa. La stessa CG è stata anche utilizzata per animare tutte le creature presenti nel castello, ma su di loro l'effetto è migliore.
Il film, della durata di quasi due ore, ha un ottimo inizio, e una più che buona parte centrale. Viene presentata velocemente la storia del Medusa, viene spiegato il motivo per cui si sta per fare questa sorta di esperimento e viene introdotta quella che è la protagonista. Al momento del risveglio nel castello inizia la fase action/survival della storia, davvero ottima e avvincente. Purtroppo, ad un certo punto, poco oltre la metà del film, la trama prende una strana piega: si inizia a parlare di sogni, incubi, proiezioni mentali, realtà, fantasia, ecc. e si perde purtroppo il filo del discorso, mai più ritrovato fino all'incomprensibile finale. Almeno, io non ci ho capito molto.
Ero rimasto già parzialmente deluso dal finale del manga e pensavo che con il film le cose sarebbero state migliori, ma anche stavolta non è andata così. Della storia originale del manga il film conserva solo l'incipit, mentre tutto il resto è stato stravolto. Alcuni personaggi sono stati eliminati, a quelli rimasti hanno cambiato la storia o il modo in cui muoiono e anche l'ordine in cui lo fanno. Anche il finale dell'opera è completamente diverso. Non saprei dire quale sia il peggiore, ma so che nessuno dei due mi è piaciuto.
Arrivato alla fine, non posso dire nemmeno di averlo capito il film. Le cose di base sì, ovvio, ma la spiegazione a tutto il mistero, il Medusa, il perché il castello è stato invaso dai rovi, i mostri e quant'altro... no. Non l'ho capito. E nemmeno mio fratello che ha visto il film insieme a me. Credo dunque che la colpa sia effettivamente degli sceneggiatori, che per qualche motivo a metà film buttano tutto all’aria con spiegazioni poco convincenti e di difficile comprensione, rovinando quello che poteva essere un ottimo action. Non me la sento di consigliarlo a nessuno, dura fin troppo, e ci sono tantissimi altri film migliori di questo da vedere. Peccato.
"King of Thorn" ("Ibara no Ou", in lingua originale) è un lungometraggio animato del 2009, diretto da Kazuyoshi Katayama. Questo film condensa in 109 minuti i sei volumi dell'omonimo manga, creato e disegnato da Iwahara Yuji, da cui è tratto. Il risultato è un anime che si discosta notevolmente dall'originale cartaceo, ad eccezione del finale, rimasto grossomodo invariato, e dell'incipit: a differire sono buona parte dello svolgimento della trama, il design degli antagonisti, la caratterizzazione di alcuni personaggi e, in alcuni casi, anche il loro destino.
La trama è la seguente: il mondo intero è flagellato da un virus comunemente noto come Medusa, altamente infettivo e con un tasso di mortalità del 100%, così chiamato perché il decesso dei contagiati avviene in seguito a un progressivo indurimento dei tessuti corporei, che rende coloro che lo contraggono, nell'ultimo stadio della malattia, simili a statue di pietra. Sfortunatamente, non si conoscono le cause né una cura per tale morbo. Per questo motivo, un potente gruppo farmaceutico decide di sottoporre a sonno criogenico, in una struttura all'avanguardia collocata nei sotterranei di un castello inglese del XIII secolo, un gruppo di 160 persone, sorteggiate tra gli abitanti di tutte le nazioni, allo scopo di risvegliarle una volta trovato un antidoto per il Medusa. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei soggetti di questa operazione, dopo il risveglio, viene massacrata da orrendi mostri. Sette sopravvissuti cercheranno disperatamente di fuggire dal centro di ricerca, apparentemente abbandonato e infestato da enormi rovi, affrontando allo stesso tempo queste creature mutanti e i sintomi del virus.
Grazie a delle premesse che, personalmente, ho trovato estremamente interessanti, "King of Thorn" aveva, già in partenza, tutte le carte in regola per rivelarsi un ottimo anime di genere horror-mistero: un virus dall'origine sconosciuta e la presenza un gruppo di persone che si ritrovano improvvisamente in una situazione sconosciuta, letale e carica di tensione, e, tra l'altro, braccate da esseri che potrebbero essere stati solo partoriti da un incubo. Anche l'ambientazione, considerando sia il laboratorio e le sue strutture ultra-moderne, sia il castello medioevale, poteva contribuire efficacemente alla realizzazione di un'atmosfera ostile, cupa e inquietante. Si tratta di elementi già ampiamente sfruttati per prodotti simili, ma ciò non toglie che abbiano conservato il proprio mordente.
Anche il comparto tecnico è di buon livello: le animazioni sono abbastanza fluide e dinamiche, la colonna sonora è sempre evocativa e mai fuori posto, in qualsiasi situazione. Ho apprezzato particolarmente il brano finale. Gli sfondi sono molto curati, dettagliati e suggestivi, sia gli interni che le panoramiche esterne. Interessante il contrasto tra le forme essenziali e geometriche e gli impianti tecnologici dei sotterranei, adibiti a struttura di ricerca, e le sale e i corridoi del castello, rigorosamente in pietra.
La nota dolente riguarda, invece, l'onnipresente e invasiva Computer Grafica (King of CG?), utilizzata per la realizzazione delle creature mostruose e dei rovi in alcune scene. Essa, infatti, risulta fastidiosa e stona pesantemente con l'animazione tradizionale, la quale è usata per rappresentare il resto delle scenografie e i superstiti protagonisti. In particolare, l'effetto spiccatamente tridimensionale conferito ai rovi mal si sposa con pareti e pavimenti e rende ancor più evidenti le scarse interazioni che i personaggi hanno con essi, quasi fossero impalpabili.
I personaggi hanno un design gradevole e proporzionato, leggermente più complesso e particolareggiato di quello del manga a cui resta, però, sostanzialmente fedele. Dal punto di vista dell'approfondimento psicologico, nonostante a tutti i superstiti siano assegnati dei ruoli ben definiti, anche stereotipati, questi vengono interpretati in maniera credibile, specie se rapportati alle circostanze e alle caratteristiche di ciascun protagonista.
La psiche della maggior parte dei personaggi non è investigata in modo particolarmente esaustivo, tranne quella della vera protagonista principale, la giovane Kasumi, che sarà spesso al centro di flashback, e, in misura minore, quella di Marco Owen, il protagonista maschile.
La parte centrale di "King of Thorn" è interessata per lo più da sparatorie e inseguimenti, alternate ad alcune straordinarie rivelazioni sull'origine del virus Medusa e sulla causa del fallimento dell'operazione Sonno Criogenico. Nonostante questi aspetti tipici da film d'azione o, piuttosto, da survival horror, questo film è molto più complesso e intricato di quanto possa sembrare, tant'è che consiglio di non guardarlo con superficialità, ma, al contrario, con grande attenzione, per essere sicuri di non perdere alcun passaggio.
Nella parte finale, in particolare, il mondo reale e quello onirico arrivano a fondersi, rendendo davvero difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è puramente frutto dell'immaginazione, ciò che è realmente accaduto da ciò che è avvenuto solo nella mente di Kasumi, spesso preda di allucinazioni. Il continuo rimando alla fiaba de "La bella addormentata", reso possibile dalla presenza della foresta di rovi che circonda e invade il castello e dalla questione del prolungato sonno criogenico, diventa anch'esso un elemento funzionale per raccontare e trasmettere efficacemente tematiche come, ad esempio, il dolore per la perdita delle persone care, la paura dell'abbandono e della sofferenza, che spinge a isolarsi e a negare e respingere il mondo esterno, come ultima, estrema difesa contro i mali che da esso provengono, ma anche un senso di determinazione e speranza per il futuro. Questi concetti vengono comunicati grazie anche ad alcune immagini di grande potenza visiva.
Tirando le somme, il bilancio è sicuramente positivo per "King of Thorn", poiché, se da un lato come horror e action non è particolarmente riuscito, a causa della pesante CG e di atmosfere forse troppo luminose e troppo poco claustrofobiche per infondere inquietudine e paura nell'animo dello spettatore, dall'altro è un buon film drammatico e psicologico, con un'intrigante componente di mistero, che attira subito l'attenzione. Ho cercato di giudicarlo indipendentemente dal manga da cui è tratto e, di conseguenza, non me la sono sentita di criticarlo aspramente per le differenze con quest'ultimo, anche se, forse, una lettura alla versione cartacea potrebbe essere utile a una migliore comprensione di quest'opera. Promosso e consigliato.
La trama è la seguente: il mondo intero è flagellato da un virus comunemente noto come Medusa, altamente infettivo e con un tasso di mortalità del 100%, così chiamato perché il decesso dei contagiati avviene in seguito a un progressivo indurimento dei tessuti corporei, che rende coloro che lo contraggono, nell'ultimo stadio della malattia, simili a statue di pietra. Sfortunatamente, non si conoscono le cause né una cura per tale morbo. Per questo motivo, un potente gruppo farmaceutico decide di sottoporre a sonno criogenico, in una struttura all'avanguardia collocata nei sotterranei di un castello inglese del XIII secolo, un gruppo di 160 persone, sorteggiate tra gli abitanti di tutte le nazioni, allo scopo di risvegliarle una volta trovato un antidoto per il Medusa. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei soggetti di questa operazione, dopo il risveglio, viene massacrata da orrendi mostri. Sette sopravvissuti cercheranno disperatamente di fuggire dal centro di ricerca, apparentemente abbandonato e infestato da enormi rovi, affrontando allo stesso tempo queste creature mutanti e i sintomi del virus.
Grazie a delle premesse che, personalmente, ho trovato estremamente interessanti, "King of Thorn" aveva, già in partenza, tutte le carte in regola per rivelarsi un ottimo anime di genere horror-mistero: un virus dall'origine sconosciuta e la presenza un gruppo di persone che si ritrovano improvvisamente in una situazione sconosciuta, letale e carica di tensione, e, tra l'altro, braccate da esseri che potrebbero essere stati solo partoriti da un incubo. Anche l'ambientazione, considerando sia il laboratorio e le sue strutture ultra-moderne, sia il castello medioevale, poteva contribuire efficacemente alla realizzazione di un'atmosfera ostile, cupa e inquietante. Si tratta di elementi già ampiamente sfruttati per prodotti simili, ma ciò non toglie che abbiano conservato il proprio mordente.
Anche il comparto tecnico è di buon livello: le animazioni sono abbastanza fluide e dinamiche, la colonna sonora è sempre evocativa e mai fuori posto, in qualsiasi situazione. Ho apprezzato particolarmente il brano finale. Gli sfondi sono molto curati, dettagliati e suggestivi, sia gli interni che le panoramiche esterne. Interessante il contrasto tra le forme essenziali e geometriche e gli impianti tecnologici dei sotterranei, adibiti a struttura di ricerca, e le sale e i corridoi del castello, rigorosamente in pietra.
La nota dolente riguarda, invece, l'onnipresente e invasiva Computer Grafica (King of CG?), utilizzata per la realizzazione delle creature mostruose e dei rovi in alcune scene. Essa, infatti, risulta fastidiosa e stona pesantemente con l'animazione tradizionale, la quale è usata per rappresentare il resto delle scenografie e i superstiti protagonisti. In particolare, l'effetto spiccatamente tridimensionale conferito ai rovi mal si sposa con pareti e pavimenti e rende ancor più evidenti le scarse interazioni che i personaggi hanno con essi, quasi fossero impalpabili.
I personaggi hanno un design gradevole e proporzionato, leggermente più complesso e particolareggiato di quello del manga a cui resta, però, sostanzialmente fedele. Dal punto di vista dell'approfondimento psicologico, nonostante a tutti i superstiti siano assegnati dei ruoli ben definiti, anche stereotipati, questi vengono interpretati in maniera credibile, specie se rapportati alle circostanze e alle caratteristiche di ciascun protagonista.
La psiche della maggior parte dei personaggi non è investigata in modo particolarmente esaustivo, tranne quella della vera protagonista principale, la giovane Kasumi, che sarà spesso al centro di flashback, e, in misura minore, quella di Marco Owen, il protagonista maschile.
La parte centrale di "King of Thorn" è interessata per lo più da sparatorie e inseguimenti, alternate ad alcune straordinarie rivelazioni sull'origine del virus Medusa e sulla causa del fallimento dell'operazione Sonno Criogenico. Nonostante questi aspetti tipici da film d'azione o, piuttosto, da survival horror, questo film è molto più complesso e intricato di quanto possa sembrare, tant'è che consiglio di non guardarlo con superficialità, ma, al contrario, con grande attenzione, per essere sicuri di non perdere alcun passaggio.
Nella parte finale, in particolare, il mondo reale e quello onirico arrivano a fondersi, rendendo davvero difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è puramente frutto dell'immaginazione, ciò che è realmente accaduto da ciò che è avvenuto solo nella mente di Kasumi, spesso preda di allucinazioni. Il continuo rimando alla fiaba de "La bella addormentata", reso possibile dalla presenza della foresta di rovi che circonda e invade il castello e dalla questione del prolungato sonno criogenico, diventa anch'esso un elemento funzionale per raccontare e trasmettere efficacemente tematiche come, ad esempio, il dolore per la perdita delle persone care, la paura dell'abbandono e della sofferenza, che spinge a isolarsi e a negare e respingere il mondo esterno, come ultima, estrema difesa contro i mali che da esso provengono, ma anche un senso di determinazione e speranza per il futuro. Questi concetti vengono comunicati grazie anche ad alcune immagini di grande potenza visiva.
Tirando le somme, il bilancio è sicuramente positivo per "King of Thorn", poiché, se da un lato come horror e action non è particolarmente riuscito, a causa della pesante CG e di atmosfere forse troppo luminose e troppo poco claustrofobiche per infondere inquietudine e paura nell'animo dello spettatore, dall'altro è un buon film drammatico e psicologico, con un'intrigante componente di mistero, che attira subito l'attenzione. Ho cercato di giudicarlo indipendentemente dal manga da cui è tratto e, di conseguenza, non me la sono sentita di criticarlo aspramente per le differenze con quest'ultimo, anche se, forse, una lettura alla versione cartacea potrebbe essere utile a una migliore comprensione di quest'opera. Promosso e consigliato.
L'anime racconta una storia dal sapore fortemente occidentale, ma con elementi orientali, insomma propone una sorta di fusione tra lo stile americano e quello giapponese, con una storia basata anche su una fiaba europea.
Nel mondo è scoppiata un'epidemia, a causa di un virus che si sta diffondendo velocemente, questo virus uccide pietrificando lentamente tutto il corpo, e pare non esserci nessuna cura efficace in grado di fermare la minaccia, che potrebbe anche portare all'estinzione dell'umanità di questo passo. Non essendoci soluzioni, si tenta un esperimento che prevede il congelamento di 160 persone infette dal virus, con la speranza di trovare una cura durante l'ibernazione dei 160 selezionati. Con questo esperimento vengono divise due sorelle gemelle, infatti una delle due giovani adolescenti è tra i 160 selezionati, mentre l'altra no. Il congelamento dunque inizia, e nei panni della protagonista Kasumi (la gemella che tra le due viene ibernata), partecipiamo all'esperimento che da inizio ad un lungo e freddo sonno. Sempre nei panni di Kasumi, assistiamo al risveglio della stessa e degli altri 159 individui precedentemente congelati. Al loro risveglio, le 160 persone si accorgono che l'edificio (che stava su un'isola, lontano dai centri urbani) è completamente diverso da come se lo ricordavano. Cos'è successo? E quanto tempo è passato? Ben presto Kasumi si ritroverà a vivere un'avventura surreale, ricca di azione, mistero e suspance.
Fatte queste premesse, l'anime fin dall'inizio risulta essere davvero molto interessante, offrendo una storia non troppo originale, che prende spunto dalla fiaba de "La bella addormentata nel bosco" e da vari film survival-horror americani, fondendo questi due elementi insieme ad uno stile psicologico giapponese (pensando al carattere delle gemelline proposte). Un anime che mi ha sbalordito, e positivamente impressionato: per alcuni, la fusione degli elementi proposti potrebbe essere una blasfemia, io invece l'ho trovata un'idea geniale, e nonostante i singoli elementi non siano affatto originali, mettendoli insieme gli autori sono riusciti a creare una storia che ha comunque un suo lato originale davvero molto interessante, o comunque sa rinnovare e modernizzare dei concetti base presenti nella fiaba da cui prende l'idea.
L'unica pecca dell'anime potrebbe essere qualche contraddizione o mancanza all'interno della sceneggiatura, per tutto il resto ho trovato l'anime davvero ottimo e magnifico, moderno, spettacolare, pieno di sentimenti e di pathos. Un anime che regala quasi due ore di divertimento, devo ammettere che mi ha entusiasmato davvero molto.
Ho trovato eccellente anche la parte tecnica dell'anime, disegni e animazioni sono fatti molto bene, così come anche il sonoro e le musiche, tutto una meraviglia. Lo trovo decisamente sottovalutato: io non sono praticamente riuscito a trovare difetti rilevanti, e mi sento di consigliare questo anime a chiunque gradisca un anime giapponese che utilizza elementi occidentali/americani e a coloro che hanno sempre sognato di vedere un "remake" moderno e imprevedibile, delle antiche fiabe.
Nel mondo è scoppiata un'epidemia, a causa di un virus che si sta diffondendo velocemente, questo virus uccide pietrificando lentamente tutto il corpo, e pare non esserci nessuna cura efficace in grado di fermare la minaccia, che potrebbe anche portare all'estinzione dell'umanità di questo passo. Non essendoci soluzioni, si tenta un esperimento che prevede il congelamento di 160 persone infette dal virus, con la speranza di trovare una cura durante l'ibernazione dei 160 selezionati. Con questo esperimento vengono divise due sorelle gemelle, infatti una delle due giovani adolescenti è tra i 160 selezionati, mentre l'altra no. Il congelamento dunque inizia, e nei panni della protagonista Kasumi (la gemella che tra le due viene ibernata), partecipiamo all'esperimento che da inizio ad un lungo e freddo sonno. Sempre nei panni di Kasumi, assistiamo al risveglio della stessa e degli altri 159 individui precedentemente congelati. Al loro risveglio, le 160 persone si accorgono che l'edificio (che stava su un'isola, lontano dai centri urbani) è completamente diverso da come se lo ricordavano. Cos'è successo? E quanto tempo è passato? Ben presto Kasumi si ritroverà a vivere un'avventura surreale, ricca di azione, mistero e suspance.
Fatte queste premesse, l'anime fin dall'inizio risulta essere davvero molto interessante, offrendo una storia non troppo originale, che prende spunto dalla fiaba de "La bella addormentata nel bosco" e da vari film survival-horror americani, fondendo questi due elementi insieme ad uno stile psicologico giapponese (pensando al carattere delle gemelline proposte). Un anime che mi ha sbalordito, e positivamente impressionato: per alcuni, la fusione degli elementi proposti potrebbe essere una blasfemia, io invece l'ho trovata un'idea geniale, e nonostante i singoli elementi non siano affatto originali, mettendoli insieme gli autori sono riusciti a creare una storia che ha comunque un suo lato originale davvero molto interessante, o comunque sa rinnovare e modernizzare dei concetti base presenti nella fiaba da cui prende l'idea.
L'unica pecca dell'anime potrebbe essere qualche contraddizione o mancanza all'interno della sceneggiatura, per tutto il resto ho trovato l'anime davvero ottimo e magnifico, moderno, spettacolare, pieno di sentimenti e di pathos. Un anime che regala quasi due ore di divertimento, devo ammettere che mi ha entusiasmato davvero molto.
Ho trovato eccellente anche la parte tecnica dell'anime, disegni e animazioni sono fatti molto bene, così come anche il sonoro e le musiche, tutto una meraviglia. Lo trovo decisamente sottovalutato: io non sono praticamente riuscito a trovare difetti rilevanti, e mi sento di consigliare questo anime a chiunque gradisca un anime giapponese che utilizza elementi occidentali/americani e a coloro che hanno sempre sognato di vedere un "remake" moderno e imprevedibile, delle antiche fiabe.
"King of Thorn" è un adattamento cinematografico basato sull'omonimo manga di Yuji Iwahara trasmesso per la prima in Giappone nel 2009.
La storia gira intorno a uno strano virus soprannominato "Medusa", chiamato così proprio perché porta alla pietrificazione delle persone colpite da questo virus.
Un certo numero di persone viene portato in una grande fortezza, dove dovranno essere ibernate per poi essere risvegliate quando si sarà trovata una cura a questo virus; purtroppo qualcosa non va nel verso giusto, e le persone si svegliano dal loro sonno solo dopo un giorno dalla loro ibernazione. La storia si svilupperà con dei pochissimi sopravvissuti, che dovranno in qualche modo uscire da questa enorme fortezza ormai piena di pericoli e creature mostruose.
Premetto che non ho letto il manga, quindi per me "King of Thorn" è stato una sorpresa, sorpresa che sinceramente non mi sarei aspettato.
La storia principale non è stata di grande originalità, ma essendo stata sviluppata ottimamente, è riuscita ugualmente a sembrarmi gradevole e di ottima qualità.
Ciò che in origine mi ha portato a visionare quest'anime è stato per prima cosa il suo disegno, davvero impeccabile in ogni momento; le figure delle persone mi sono risultate ben fatte, con ottimi lineamenti precisi e puliti. Sicuramente ottime anche le ambientazioni, ben caratterizzate, che riescono a trasmettere quella certa malinconia che si riscontra nel proseguire della visione; questo mio riferimento va in specifico all'imponente fortezza dove si svilupperà l'intera storia, data la precisione con cui è stata curata sia la sua parte esterna sia la sua parte interna, piena di strani elementi molto particolari.
Ho trovato l'animazione di ottima qualità, che rende gli scontri che si possono riscontrare nella visione davvero belli e gradevoli da seguire.
I personaggi principali sono stati realizzati ottimamente, ognuno con un proprio ruolo nella storia; per esempio era immancabile la figura dell'uomo intrepido e coraggioso che era disposto a dare la sua vita in cambio di salvare la vita alla persona in pericolo, in questo caso alla ragazza protagonista. Un'altra figura alquanto "interessante" e particolare è stata quella di un giovane bambino, che si è ritrovato in viaggio verso l'esterno insieme ai pochi superstiti, che grazie alla sua abilità nei video-game riesce a indirizzare i suoi "compagni" verso l'uscita, riscontrando anche i punti deboli delle strane creature che li attaccava.
Sinceramente il finale è stato alquanto inaspettato, veramente mi ha lasciato qualche leggero dubbio, ma è riuscito comunque a soddisfarmi, trovandolo della stessa qualità del resto della serie.
Ho trovato ottime anche le musiche di sottofondo, che sono azzeccatissime con la serie in questione; questo è stato un altro elemento in grado di trasmettere quella certa malinconia che trasmette la storia.
Per concludere do come voto a "King of Thorn" 8; voto condizionato soprattutto dall'ottima qualità con cui sono stati realizzati disegni e ambientazioni. Inoltre consiglio la visione di questa particolare storia a tutti gli appassionati del genere in questione.
La storia gira intorno a uno strano virus soprannominato "Medusa", chiamato così proprio perché porta alla pietrificazione delle persone colpite da questo virus.
Un certo numero di persone viene portato in una grande fortezza, dove dovranno essere ibernate per poi essere risvegliate quando si sarà trovata una cura a questo virus; purtroppo qualcosa non va nel verso giusto, e le persone si svegliano dal loro sonno solo dopo un giorno dalla loro ibernazione. La storia si svilupperà con dei pochissimi sopravvissuti, che dovranno in qualche modo uscire da questa enorme fortezza ormai piena di pericoli e creature mostruose.
Premetto che non ho letto il manga, quindi per me "King of Thorn" è stato una sorpresa, sorpresa che sinceramente non mi sarei aspettato.
La storia principale non è stata di grande originalità, ma essendo stata sviluppata ottimamente, è riuscita ugualmente a sembrarmi gradevole e di ottima qualità.
Ciò che in origine mi ha portato a visionare quest'anime è stato per prima cosa il suo disegno, davvero impeccabile in ogni momento; le figure delle persone mi sono risultate ben fatte, con ottimi lineamenti precisi e puliti. Sicuramente ottime anche le ambientazioni, ben caratterizzate, che riescono a trasmettere quella certa malinconia che si riscontra nel proseguire della visione; questo mio riferimento va in specifico all'imponente fortezza dove si svilupperà l'intera storia, data la precisione con cui è stata curata sia la sua parte esterna sia la sua parte interna, piena di strani elementi molto particolari.
Ho trovato l'animazione di ottima qualità, che rende gli scontri che si possono riscontrare nella visione davvero belli e gradevoli da seguire.
I personaggi principali sono stati realizzati ottimamente, ognuno con un proprio ruolo nella storia; per esempio era immancabile la figura dell'uomo intrepido e coraggioso che era disposto a dare la sua vita in cambio di salvare la vita alla persona in pericolo, in questo caso alla ragazza protagonista. Un'altra figura alquanto "interessante" e particolare è stata quella di un giovane bambino, che si è ritrovato in viaggio verso l'esterno insieme ai pochi superstiti, che grazie alla sua abilità nei video-game riesce a indirizzare i suoi "compagni" verso l'uscita, riscontrando anche i punti deboli delle strane creature che li attaccava.
Sinceramente il finale è stato alquanto inaspettato, veramente mi ha lasciato qualche leggero dubbio, ma è riuscito comunque a soddisfarmi, trovandolo della stessa qualità del resto della serie.
Ho trovato ottime anche le musiche di sottofondo, che sono azzeccatissime con la serie in questione; questo è stato un altro elemento in grado di trasmettere quella certa malinconia che trasmette la storia.
Per concludere do come voto a "King of Thorn" 8; voto condizionato soprattutto dall'ottima qualità con cui sono stati realizzati disegni e ambientazioni. Inoltre consiglio la visione di questa particolare storia a tutti gli appassionati del genere in questione.
Che delusione pazzesca! Mi aspettavo tantissimo da quest'anime, lette alcune recensioni e visti i disegni e le ambientazioni, invece il tutto è stato in linea con le mie aspettative fino alla parte finale, nella quale si fa un gran minestrone.
Non saprei bene da dove incominciare, anche se la trama (super contorta) è il punto più debole di tutta l'opera. Le ambientazioni sono bellissime, così come i disegni, ma non bastano per eliminare la mia delusione. I vari personaggi sono presentati ed esaminati piuttosto superficialmente, non che questo sia un problema di per sé, ma avrebbe sicuramente aiutato conoscere qualche dettaglio in più.
Ora diciamo due parole sul finale. A mio avviso esso è brutto, orribile, contorto e aggiungerei anche noioso. E' difficile parlarne senza spoilerare, bisogna vederlo per potersi fare un'idea a riguardo.
Io non consiglio a nessuno questo "King of Thorn", non tanto per la qualità, ottima, ma più che altro per la delusione di una trama che dopo la metà inizia a squagliarsi.
Non saprei bene da dove incominciare, anche se la trama (super contorta) è il punto più debole di tutta l'opera. Le ambientazioni sono bellissime, così come i disegni, ma non bastano per eliminare la mia delusione. I vari personaggi sono presentati ed esaminati piuttosto superficialmente, non che questo sia un problema di per sé, ma avrebbe sicuramente aiutato conoscere qualche dettaglio in più.
Ora diciamo due parole sul finale. A mio avviso esso è brutto, orribile, contorto e aggiungerei anche noioso. E' difficile parlarne senza spoilerare, bisogna vederlo per potersi fare un'idea a riguardo.
Io non consiglio a nessuno questo "King of Thorn", non tanto per la qualità, ottima, ma più che altro per la delusione di una trama che dopo la metà inizia a squagliarsi.
Come sprecare un martedì sera: ovvero la mia serata passata a vedere "King of Thorn". Quest'anime estratto dal manga omonimo è a mio avviso un'accozzaglia di situazioni scontate, personaggi scontati e battute scontate.
Partiamo con ordine; il film inizia con la più classica delle situazioni, viene presentato il problema (ovvero il virus pietrificante Medusa) attraverso il resoconto di telegiornali con varie interviste a scienziati e politici che spiegano come il virus arrivi a causare il 100% dei morti di chi lo contrae - ma non viene detto in che percentuale venga contratto il virus dagli esseri umani. A un certo punto arriva il classico padrone della super azienda farmaceutica che propone l'ibernazione per centosessanta persone estratte a sorte. Già a questo punto si può facilmente capire che il virus e l'azienda hanno qualcosa in comune. Da qui in avanti scoppia il delirio più totale. Continui flashback rimandano alle vite private e non dei personaggi principali, all'interessamento di un'agenzia governativa americana (?), a mostri, alla bella addormentata nel bosco, agli alieni, e continui cambi di velocità nella narrazione fanno sì che quest'anime perda una qualsiasi logica.
Un vero peccato, perché per quanto riguarda il disegno e la grafica 3D, l'anime è molto ben curato e sono decisamente poche le parti dove i due metodi di disegno vengono in contrasto tra di loro.
Ah, ovviamente non poteva venir meno all'appello delle banalità l'immancabile 12/12/2012.
Per concludere, penso di poter tranquillamente sconsigliare la visione dell'anime: due ore di trama intricata a tal punto da fare perdere la comprensione di alcuni passaggi non valgono la pena di essere spese.
Voto: 4.
Partiamo con ordine; il film inizia con la più classica delle situazioni, viene presentato il problema (ovvero il virus pietrificante Medusa) attraverso il resoconto di telegiornali con varie interviste a scienziati e politici che spiegano come il virus arrivi a causare il 100% dei morti di chi lo contrae - ma non viene detto in che percentuale venga contratto il virus dagli esseri umani. A un certo punto arriva il classico padrone della super azienda farmaceutica che propone l'ibernazione per centosessanta persone estratte a sorte. Già a questo punto si può facilmente capire che il virus e l'azienda hanno qualcosa in comune. Da qui in avanti scoppia il delirio più totale. Continui flashback rimandano alle vite private e non dei personaggi principali, all'interessamento di un'agenzia governativa americana (?), a mostri, alla bella addormentata nel bosco, agli alieni, e continui cambi di velocità nella narrazione fanno sì che quest'anime perda una qualsiasi logica.
Un vero peccato, perché per quanto riguarda il disegno e la grafica 3D, l'anime è molto ben curato e sono decisamente poche le parti dove i due metodi di disegno vengono in contrasto tra di loro.
Ah, ovviamente non poteva venir meno all'appello delle banalità l'immancabile 12/12/2012.
Per concludere, penso di poter tranquillamente sconsigliare la visione dell'anime: due ore di trama intricata a tal punto da fare perdere la comprensione di alcuni passaggi non valgono la pena di essere spese.
Voto: 4.
"Schizofrenico" è l'aggettivo giusto per descrivere quest'anime. In un 2012 immancabilmente portatore di disgrazie per l'umana specie, a seguito di un misterioso virus che annienta milioni di persone, pietrificandone i corpi (Virus Medusa), una multinazionale attiva un programma di conservazione criogenica della specie. Circa 160 persone vengono estratte per essere congelate e uscire quando il mondo sarà un posto più sicuro. Al momento imprecisato dell'uscita dalle capsule in cui erano rinchiuse, sarà evidente che l'azienda che eseguiva il trattamento non era interessata soltanto alla salvaguardia della salute delle persone, bensì a misteriosi esperimenti sulla psiche umana e più specificatamente sul sogno.
Ne segue un minestrone di trame e brevi sotto-trame, condite da flashback più o meno onirici.
I personaggi sono sostanzialmente piatti, le atmosfere sin troppo sterili, con un evidente e fastidioso contrasto tra disegno e computer grafica.
La trama risulta infine troppo articolata, poco consecutiva, il che rende la visione piuttosto pesante. In conclusione sembra scaturire una sorta di morale da quest'anime, ma davvero troppo poco per gli alti standard di altri anime e manga.
Infine dunque mi sento di sconsigliare vivamente la visione di "King of Thorn", se non per curiosità.
P.S.: uno di personaggi principali ha una battuta degna dei più bassi film d'azione hollywoodiana, ripetuta costantemente lungo tutto il film.
Ne segue un minestrone di trame e brevi sotto-trame, condite da flashback più o meno onirici.
I personaggi sono sostanzialmente piatti, le atmosfere sin troppo sterili, con un evidente e fastidioso contrasto tra disegno e computer grafica.
La trama risulta infine troppo articolata, poco consecutiva, il che rende la visione piuttosto pesante. In conclusione sembra scaturire una sorta di morale da quest'anime, ma davvero troppo poco per gli alti standard di altri anime e manga.
Infine dunque mi sento di sconsigliare vivamente la visione di "King of Thorn", se non per curiosità.
P.S.: uno di personaggi principali ha una battuta degna dei più bassi film d'azione hollywoodiana, ripetuta costantemente lungo tutto il film.
"King of Thorn" è stata una delusione, non troppo cocente in realtà, dato che già la sua versione cartacea non mi aveva entusiasmato nonostante alcuni spunti interessanti, a causa di una sceneggiatura non all'altezza.
Sulla Terra si diffonde un virus sconosciuto, quindi incurabile, denominato "Medusa", che lentamente pietrifica le persone. Una grande organizzazione farmaceutica, la Venus Gate, mette a punto un piano che prevede l'ibernazione di un centinaio di infetti in un castello, dove un computer di nome Alice controllerà il sonno di queste persone allo scopo poi di risvegliarli in un futuro quando la cura al virus sarà stata scoperta.
Al loro risveglio però i pazienti si ritrovano circondati da terribili mostri, con il castello avvolto da enormi roghi. Saranno in 7 a sopravvivere al primo attacco, compresa la nostra protagonista Kasumi Ishiki. Cos'è successo in questo luogo? E quanto tempo è passato realmente?
Gli appassionati di videogames si ritroveranno bene in quest'ambientazione stile survival horror con vari rimandi al cinema d'azione americano. L'inizio del film grazie all'ambientazione claustrofobica e ai numerosi interrogativi, è avvincente. Lo stupore cala però quasi subito. Se il primo attacco di mostri stupisce, il terzo e il quarto annoiano, considerata la pessima CG utilizzata per animare queste scene, che mal si sposa con l'animazione tradizionale.
Una maggiore cura da parte della Sunrise avrebbe sicuramente giovato a questa prima parte del film, dato che il resto, dal disegno dei personaggi alla loro caratterizzazione, funziona, e con il passare delle scene vengono lentamente a galla i misteri che la trama porta con sé.
Purtroppo nella seconda parte, nettamente diversa da quella del manga (voluta dall'autore stesso), il tutto avviene troppo velocemente, con una pellicola che dall'azione alla "Resident Evil" si sposta sul thriller psicologico con tinte fantasy-fantascientifiche. Un casino.
Insomma, "King of Thorn" fallisce prima nella spettacolarizzazione cinematografica puramente americana - un chiaro tentativo della Sunrise di accaparrarsi il pubblico occidentale -, con una realizzazione tecnica di certo non all'altezza delle sue ambizioni da sala, poi con un goffo tentativo di riavvicinarsi al concept originale, snaturando però i personaggi, con un susseguirsi di colpi di scena forzati in quella seconda parte che va via come un treno in corsa per poi portarci al tanto agognato finale, del tutto diverso da quello cartaceo.
Un buon cast di personaggi salva il film dalla mia bocciatura. Se visto con il cervello spento, senza troppe pretese, potrebbe anche divertire.
Sulla Terra si diffonde un virus sconosciuto, quindi incurabile, denominato "Medusa", che lentamente pietrifica le persone. Una grande organizzazione farmaceutica, la Venus Gate, mette a punto un piano che prevede l'ibernazione di un centinaio di infetti in un castello, dove un computer di nome Alice controllerà il sonno di queste persone allo scopo poi di risvegliarli in un futuro quando la cura al virus sarà stata scoperta.
Al loro risveglio però i pazienti si ritrovano circondati da terribili mostri, con il castello avvolto da enormi roghi. Saranno in 7 a sopravvivere al primo attacco, compresa la nostra protagonista Kasumi Ishiki. Cos'è successo in questo luogo? E quanto tempo è passato realmente?
Gli appassionati di videogames si ritroveranno bene in quest'ambientazione stile survival horror con vari rimandi al cinema d'azione americano. L'inizio del film grazie all'ambientazione claustrofobica e ai numerosi interrogativi, è avvincente. Lo stupore cala però quasi subito. Se il primo attacco di mostri stupisce, il terzo e il quarto annoiano, considerata la pessima CG utilizzata per animare queste scene, che mal si sposa con l'animazione tradizionale.
Una maggiore cura da parte della Sunrise avrebbe sicuramente giovato a questa prima parte del film, dato che il resto, dal disegno dei personaggi alla loro caratterizzazione, funziona, e con il passare delle scene vengono lentamente a galla i misteri che la trama porta con sé.
Purtroppo nella seconda parte, nettamente diversa da quella del manga (voluta dall'autore stesso), il tutto avviene troppo velocemente, con una pellicola che dall'azione alla "Resident Evil" si sposta sul thriller psicologico con tinte fantasy-fantascientifiche. Un casino.
Insomma, "King of Thorn" fallisce prima nella spettacolarizzazione cinematografica puramente americana - un chiaro tentativo della Sunrise di accaparrarsi il pubblico occidentale -, con una realizzazione tecnica di certo non all'altezza delle sue ambizioni da sala, poi con un goffo tentativo di riavvicinarsi al concept originale, snaturando però i personaggi, con un susseguirsi di colpi di scena forzati in quella seconda parte che va via come un treno in corsa per poi portarci al tanto agognato finale, del tutto diverso da quello cartaceo.
Un buon cast di personaggi salva il film dalla mia bocciatura. Se visto con il cervello spento, senza troppe pretese, potrebbe anche divertire.
"Ibara no ou", aka "King of thorn" è un film del 2009 prodotto dallo studio Sunrise sotto la regia di Kazuyoshi Katayama, arrivato solo recentemente qui in italia dov'è stato proiettato al Future Film Festival di Bologna.
"King of thorn" è un film che a mio avviso avrebbe potuto anche non esistere, in quanto consiste in un pessimo adattamento in versione animata dell'omonimo manga di Yuji Iwahara. Pessimo? Mi si chiederà. Ebbene sì, non penso si potesse fare lavoro peggiore di ciò che gli autori hanno avuto il coraggio di proiettare nelle sale. Si rende però necessario dare spiegazione di cotanta asprezza nelle mie parole.
L'opera si può comodamente dividere in due parti: la prima si caratterizza prevalentemente come survival horror, mentre la seconda cambia repentinamente faccia, presentando in fretta e furia le rivelazioni scottanti, mettendo così troppa carne al fuoco senza dare valide giustificazioni al tutto, per non parlare del fatto che si stravolge non poco il già non troppo coerente fumetto.
Ma andiamo con ordine: come accennavamo poc'anzi, nella prima metà del lungometraggio si assiste a una sorta di "fuga dal labirinto" in tipico stile americano, con atmosfere e situazioni che ricordano quasi quelle di "Alien" e dei suoi consimili film ad alta tensione. L'azione fa da padrona, dunque, riducendo a un pastrocchio spettacolarizzato la narrazione. L'errore è quello di dedicare moltissimo tempo a questa parte, specialmente ai combattimenti con le "bestie" che si aggirano per il castello e alle varie difficoltà dovute al percorso attraverso la diroccata e intricata struttura infestata dai rovi. Si riserba, per fortuna, un po' di riguardo per la trama inserendo piccoli avvenimenti che fanno luce su alcuni suoi aspetti. Potremmo in ogni caso definirlo un eccessivo spreco di tempo, infatti si vedrà come, nella parte successiva, la regia sarà costretta a funambolismi sinottici per conferire un'apparente coerenza all'opera.
Nella seconda sezione, per l'appunto, si assiste a un tentativo infruttuoso di comprimere in pochissimo tempo un densissimo insieme di retroscena, colmo di rivelazioni che sovvertono quanto si era creduto fino ad allora. Il neo è che troppo viene tagliato dimodoché più che un grandioso colpo di scena il tutto sembri una gloriosa buffonata.
Tra le varie sintesi estreme che vengono proposte, tra le quali un accenno quasi inesistente alla provenienza del Medusa e al primo caso di infezione, si perde addirittura un personaggio chiave quale Zeus, motore fondamentale della controparte cartacea.
Seppur astenendosi dal confronto con il manga, non si potrebbe negare che ci si trovi innanzi a un'opera eccessivamente mutilata, il che non sarebbe un male se fossero dati gli strumenti per connettere con maggior coerenza gli avvenimenti, ma ciò non accade e tale difetto è palesemente dovuto proprio all'incapacità di gestire le tempistiche.
Da un lato, tuttavia, devo ammettere che l'analogia con la favola della bella addormentata sia un'ottima trovata e ciò costituisce un punto a favore del film. Altro aspetto positivo viene dal comparto tecnico, molto buono sia nelle animazioni sia negli sfondi, tra i quali spicca, superbo, quello del castello sul mare. L'utilizzo della CG non è dei migliori, e da questo lato ci si poteva aspettare di più. Per quanto concerne il comparto musicale, la colonna sonora è discreta, da ricordare la dolcissima canzone che accompagna la comitiva all'inizio del film.
Sintetizzando, "King of thorn" non riesce ad adempiere al tentativo di raccontare una storia come si deve: la regia punta troppo sulla spettacolarizzazione e trascura di chiarire alcuni aspetti salienti della trama. Nonostante ciò potrebbe altresì costituire, per chi non avesse letto il manga, un buon film d'intrattenimento con venature horror. Voto:4.
"King of thorn" è un film che a mio avviso avrebbe potuto anche non esistere, in quanto consiste in un pessimo adattamento in versione animata dell'omonimo manga di Yuji Iwahara. Pessimo? Mi si chiederà. Ebbene sì, non penso si potesse fare lavoro peggiore di ciò che gli autori hanno avuto il coraggio di proiettare nelle sale. Si rende però necessario dare spiegazione di cotanta asprezza nelle mie parole.
L'opera si può comodamente dividere in due parti: la prima si caratterizza prevalentemente come survival horror, mentre la seconda cambia repentinamente faccia, presentando in fretta e furia le rivelazioni scottanti, mettendo così troppa carne al fuoco senza dare valide giustificazioni al tutto, per non parlare del fatto che si stravolge non poco il già non troppo coerente fumetto.
Ma andiamo con ordine: come accennavamo poc'anzi, nella prima metà del lungometraggio si assiste a una sorta di "fuga dal labirinto" in tipico stile americano, con atmosfere e situazioni che ricordano quasi quelle di "Alien" e dei suoi consimili film ad alta tensione. L'azione fa da padrona, dunque, riducendo a un pastrocchio spettacolarizzato la narrazione. L'errore è quello di dedicare moltissimo tempo a questa parte, specialmente ai combattimenti con le "bestie" che si aggirano per il castello e alle varie difficoltà dovute al percorso attraverso la diroccata e intricata struttura infestata dai rovi. Si riserba, per fortuna, un po' di riguardo per la trama inserendo piccoli avvenimenti che fanno luce su alcuni suoi aspetti. Potremmo in ogni caso definirlo un eccessivo spreco di tempo, infatti si vedrà come, nella parte successiva, la regia sarà costretta a funambolismi sinottici per conferire un'apparente coerenza all'opera.
Nella seconda sezione, per l'appunto, si assiste a un tentativo infruttuoso di comprimere in pochissimo tempo un densissimo insieme di retroscena, colmo di rivelazioni che sovvertono quanto si era creduto fino ad allora. Il neo è che troppo viene tagliato dimodoché più che un grandioso colpo di scena il tutto sembri una gloriosa buffonata.
Tra le varie sintesi estreme che vengono proposte, tra le quali un accenno quasi inesistente alla provenienza del Medusa e al primo caso di infezione, si perde addirittura un personaggio chiave quale Zeus, motore fondamentale della controparte cartacea.
Seppur astenendosi dal confronto con il manga, non si potrebbe negare che ci si trovi innanzi a un'opera eccessivamente mutilata, il che non sarebbe un male se fossero dati gli strumenti per connettere con maggior coerenza gli avvenimenti, ma ciò non accade e tale difetto è palesemente dovuto proprio all'incapacità di gestire le tempistiche.
Da un lato, tuttavia, devo ammettere che l'analogia con la favola della bella addormentata sia un'ottima trovata e ciò costituisce un punto a favore del film. Altro aspetto positivo viene dal comparto tecnico, molto buono sia nelle animazioni sia negli sfondi, tra i quali spicca, superbo, quello del castello sul mare. L'utilizzo della CG non è dei migliori, e da questo lato ci si poteva aspettare di più. Per quanto concerne il comparto musicale, la colonna sonora è discreta, da ricordare la dolcissima canzone che accompagna la comitiva all'inizio del film.
Sintetizzando, "King of thorn" non riesce ad adempiere al tentativo di raccontare una storia come si deve: la regia punta troppo sulla spettacolarizzazione e trascura di chiarire alcuni aspetti salienti della trama. Nonostante ciò potrebbe altresì costituire, per chi non avesse letto il manga, un buon film d'intrattenimento con venature horror. Voto:4.
King of Thorn, manga di Yuji Iwahara, ha avuto una trasposizione animata portata avanti dal rinomato studio Sunrise con un film nel 2009, e ha riscontrato poco successo, questo non per la scarsa qualità dell'anime, ma semplicemente per la poca fama del manga.
La storia non è troppo originale, almeno non lo è nel campo cinematografico, ma in quello dei manga/anime sì.
Un virus chiamato Medusa sta contagiando il mondo intero, ed è in grado di pietrificare tutti gli esseri viventi infettati: questo spiega il particolare nome del virus, che fa riferimento alla famosa leggenda.
Un'azienda farmaceutica mette a disposizione delle capsule di ibernazione, in modo da fare risvegliare le persone, che si sono fatte volutamente congelare, in un determinato tempo nel quale sarebbe stata trovata la cura al suddetto virus. Però, al risveglio, Kasumi, ragazza protagonista della vicenda, si ritrova in un mondo barbarico e popolato da creature mostruose, apparentemente senza esseri umani, tranne quelli che si sono risvegliati con lei; insieme formano un gruppo di sopravvissuti.
Tutti i personaggi appartenenti a questo gruppo sono molto particolari, e alcuni hanno passati che non vogliono rivelare e oscuri segreti. Insieme cercheranno di capire che cosa sia accaduto al mondo intero, ma soprattutto all'isola in cui si ritrovano una volta risvegliati; il tutto sempre con un costante ambiente di mistero, accompagnato da una giusta dose di horror/splatter, molto adatta a questo genere di storia.
All'inizio l'argomento che primeggia è quello delle strane creature, molto simili a dinosauri, ma poi queste verranno messe in secondo piano per fare spazio a tutti i misteri nebbiosi che si celano dietro ai personaggi che accompagnano Kasumi, e, ovviamente, dietro a tutto ciò che li circonda.
Potrebbe sembrare la classica storia del "gruppo di sopravvissuti", ma in realtà non è così, perché c'è anche un fattore psicologico e di mistero, oltre all'horror e all'azione. Seguire il filo della storia, andando avanti, risulterà molto difficile, perché diverse storie si intrecciano, e spunteranno fuori nuovi nomi da ogni dove, per poi concludersi con finali allucinanti, in senso positivo, da lasciare a bocca aperta lo spettatore.
Io ho letto prima il manga, poi ho visto l'anime per curiosità, ma soprattutto per voglia di rivivere le stesse emozioni che è riuscito a darmi il manga, e devo dire che non sono rimasto assolutamente deluso dalla trasposizione animata, anzi, sono stato sorpreso dall'ottimo sviluppo; molti fattori e avvenimenti sono stati introdotti in momenti differenti, per rendere al meglio la storia e non creare fasi seccanti nel mezzo dell'azione e del mistero, in modo da rendere il tutto il più scorrevole possibile.
La regia è a mio avviso eccellente, e sa mettere in risalto l'ambiente particolare che circonda i personaggi, con ottimi giochi di luci e colori azzeccati, nitidi e chiari. Il tutto è ricostruito in un modo molto realistico, a mio avviso stupefacente, i personaggi e i creature sono resi in modo praticamente perfetto. Forse il tutto è stato favorito dall'anno di produzione, cioè è stato prodotto con un livello avanzato di tecnologia. Ovviamente non bisogna dimenticare il fattore principale e determinante dei disegni, realizzati in modo impeccabile da Iwahara. Le colonne sonore sono studiate in modo da coinvolgere lo spettatore al massimo, e da "catapultarlo" in questo mondo pericoloso, spaventoso e colmo di misteri, risultando molto adatte all'ambiente. Ottimi doppiatori, stranamente, che rendono al massimo le emozioni e le situazioni dei personaggi.
Nel complesso King of Thorn è a mio avviso davvero ben riuscito, sia l'anime sia il manga, consigliato a tutti quelli che cercano un genere più "cupo" e con qualche spezzone di violenza, a volte anche decisamente spinta, ma mai esagerata.
La storia non è troppo originale, almeno non lo è nel campo cinematografico, ma in quello dei manga/anime sì.
Un virus chiamato Medusa sta contagiando il mondo intero, ed è in grado di pietrificare tutti gli esseri viventi infettati: questo spiega il particolare nome del virus, che fa riferimento alla famosa leggenda.
Un'azienda farmaceutica mette a disposizione delle capsule di ibernazione, in modo da fare risvegliare le persone, che si sono fatte volutamente congelare, in un determinato tempo nel quale sarebbe stata trovata la cura al suddetto virus. Però, al risveglio, Kasumi, ragazza protagonista della vicenda, si ritrova in un mondo barbarico e popolato da creature mostruose, apparentemente senza esseri umani, tranne quelli che si sono risvegliati con lei; insieme formano un gruppo di sopravvissuti.
Tutti i personaggi appartenenti a questo gruppo sono molto particolari, e alcuni hanno passati che non vogliono rivelare e oscuri segreti. Insieme cercheranno di capire che cosa sia accaduto al mondo intero, ma soprattutto all'isola in cui si ritrovano una volta risvegliati; il tutto sempre con un costante ambiente di mistero, accompagnato da una giusta dose di horror/splatter, molto adatta a questo genere di storia.
All'inizio l'argomento che primeggia è quello delle strane creature, molto simili a dinosauri, ma poi queste verranno messe in secondo piano per fare spazio a tutti i misteri nebbiosi che si celano dietro ai personaggi che accompagnano Kasumi, e, ovviamente, dietro a tutto ciò che li circonda.
Potrebbe sembrare la classica storia del "gruppo di sopravvissuti", ma in realtà non è così, perché c'è anche un fattore psicologico e di mistero, oltre all'horror e all'azione. Seguire il filo della storia, andando avanti, risulterà molto difficile, perché diverse storie si intrecciano, e spunteranno fuori nuovi nomi da ogni dove, per poi concludersi con finali allucinanti, in senso positivo, da lasciare a bocca aperta lo spettatore.
Io ho letto prima il manga, poi ho visto l'anime per curiosità, ma soprattutto per voglia di rivivere le stesse emozioni che è riuscito a darmi il manga, e devo dire che non sono rimasto assolutamente deluso dalla trasposizione animata, anzi, sono stato sorpreso dall'ottimo sviluppo; molti fattori e avvenimenti sono stati introdotti in momenti differenti, per rendere al meglio la storia e non creare fasi seccanti nel mezzo dell'azione e del mistero, in modo da rendere il tutto il più scorrevole possibile.
La regia è a mio avviso eccellente, e sa mettere in risalto l'ambiente particolare che circonda i personaggi, con ottimi giochi di luci e colori azzeccati, nitidi e chiari. Il tutto è ricostruito in un modo molto realistico, a mio avviso stupefacente, i personaggi e i creature sono resi in modo praticamente perfetto. Forse il tutto è stato favorito dall'anno di produzione, cioè è stato prodotto con un livello avanzato di tecnologia. Ovviamente non bisogna dimenticare il fattore principale e determinante dei disegni, realizzati in modo impeccabile da Iwahara. Le colonne sonore sono studiate in modo da coinvolgere lo spettatore al massimo, e da "catapultarlo" in questo mondo pericoloso, spaventoso e colmo di misteri, risultando molto adatte all'ambiente. Ottimi doppiatori, stranamente, che rendono al massimo le emozioni e le situazioni dei personaggi.
Nel complesso King of Thorn è a mio avviso davvero ben riuscito, sia l'anime sia il manga, consigliato a tutti quelli che cercano un genere più "cupo" e con qualche spezzone di violenza, a volte anche decisamente spinta, ma mai esagerata.
Un virus potentissimo che sta mettendo in ginocchio l’umanità, una multinazionale dai molti misteri, un gruppo di persone eterogeneo che lotta per la propria sopravvivenza: gli ingredienti sono quelli classici del videogioco di successo, quelli che da Resident Evil in poi hanno riempito gli scaffali sopra le consolle di mezzo mondo, e invece no, eccoci di fronte ad un film di animazione giapponese tratto da un manga. King of Thorn è l’altisonante titolo di questa pellicola del 2009 prodotto dalla famosa Sunrise, la casa di produzione reduce dal successo di Code Geass; c’erano quindi le premesse per ben sperare in una realizzazione se non eccellente sicuramente buona, risultato purtroppo a mio avviso non raggiunto per vari motivi.
Il film a un impatto immediato appare diviso in due parti ben distinte. La prima utilizza la classica formuletta da film horror e videogioco blockbuster del gruppetto chiuso in un ambiente dalle atmosfere claustrofobiche che deve sopravvivere all’attacco di mostruose creature di vario genere - in questo caso un po’ pochine a dire il vero. La trama è essenzialmente banale, ha un impianto narrativo di un’ingenuità disarmante con dei personaggi che definire stereotipati è un eufemismo a cominciare dal tatuatissimo palestrato, fotocopia del Sawyer della serie “Lost”, per finire alla timida ragazzina giapponese occhialuta e in uniforme scolastica, personaggio chiave della storia.
Tutto sa di già visto, quindi, senza che si crei nessuna empatia con i personaggi, in un susseguirsi di inseguimenti, sparatorie e sangue fino a che, a metà pellicola circa, la storia vira nettamente verso qualcos’altro, tra il thriller psicologico e la tentazione di stupire attraverso continui colpi di scena, che invece di innalzare il livello narrativo riesce solo a scombussolare le idee dello spettatore trascinandolo verso il pirotecnico finale alla Akira senza che ci si renda conto effettivamente del come ci si sia arrivati.
Dal punto di vista tecnico era lecito aspettarsi qualcosa di più dato che si trattava di un lungometraggio, dato che il chara design è nella media delle produzioni televisive e le animazioni risultano essere piuttosto abborracciate. La computer grafica infine è mediocre, specie quella che anima i mostri, troppo grezza e buttata là.
Pollice in su invece per il doppiaggio italiano, in questa occasione è stato fatto un lavoro veramente curato anche se giudico poco adatta la voce della Pacotto per la protagonista del film.
In conclusione una pellicola come King of Thorn è la testimonianza dal punto di vista dell’animazione di un genere horror che in questi ultimi anni sembra comprensibilmente avere esaurito la vena delle grandi trovate e che quindi va consigliato a chi non si perde una pellicola di questo tipo o agli smanettoni orfani di Resident Evil o di Alone in the Dark.
Il film a un impatto immediato appare diviso in due parti ben distinte. La prima utilizza la classica formuletta da film horror e videogioco blockbuster del gruppetto chiuso in un ambiente dalle atmosfere claustrofobiche che deve sopravvivere all’attacco di mostruose creature di vario genere - in questo caso un po’ pochine a dire il vero. La trama è essenzialmente banale, ha un impianto narrativo di un’ingenuità disarmante con dei personaggi che definire stereotipati è un eufemismo a cominciare dal tatuatissimo palestrato, fotocopia del Sawyer della serie “Lost”, per finire alla timida ragazzina giapponese occhialuta e in uniforme scolastica, personaggio chiave della storia.
Tutto sa di già visto, quindi, senza che si crei nessuna empatia con i personaggi, in un susseguirsi di inseguimenti, sparatorie e sangue fino a che, a metà pellicola circa, la storia vira nettamente verso qualcos’altro, tra il thriller psicologico e la tentazione di stupire attraverso continui colpi di scena, che invece di innalzare il livello narrativo riesce solo a scombussolare le idee dello spettatore trascinandolo verso il pirotecnico finale alla Akira senza che ci si renda conto effettivamente del come ci si sia arrivati.
Dal punto di vista tecnico era lecito aspettarsi qualcosa di più dato che si trattava di un lungometraggio, dato che il chara design è nella media delle produzioni televisive e le animazioni risultano essere piuttosto abborracciate. La computer grafica infine è mediocre, specie quella che anima i mostri, troppo grezza e buttata là.
Pollice in su invece per il doppiaggio italiano, in questa occasione è stato fatto un lavoro veramente curato anche se giudico poco adatta la voce della Pacotto per la protagonista del film.
In conclusione una pellicola come King of Thorn è la testimonianza dal punto di vista dell’animazione di un genere horror che in questi ultimi anni sembra comprensibilmente avere esaurito la vena delle grandi trovate e che quindi va consigliato a chi non si perde una pellicola di questo tipo o agli smanettoni orfani di Resident Evil o di Alone in the Dark.
Non posso dire di avere apprezzato questa trasposizione animata di King if Thorn visto che, sebbene non avessi del tutto apprezzato la versione cartacea, mi aspettavo perlomeno un lavoro tecnicamente brillante per un titolo che avrebbe potuto offrire sequenze mozzafiato e di grande impatto visivo.
L’ambientazione rimane la stessa del manga, ovvero ci troviamo in un mondo sull’orlo di un baratro a causa di una nuova misteriosa malattia che, dopo qualche mese di incubazione, inizia a trasformare il corpo degli infetti in pietra. Medusa, così viene denominata, sembra non avere cura e pertanto una corporazione decide di investire su un progetto che prevede l’ibernazione di un numero ristretto di soggetti malati in attesa che l’umanità trovi una cura.
Ho sempre trovato lo spunto iniziale un po’ balbettante in quanto mi chiedo per quale motivo avrebbero dovuto ibernare dei soggetti malati: io ne avrei ibernati di sani nella speranza che magari, 100 anni dopo, il virus si fosse autoestinto da solo o che perlomeno i soggetti, una volta svegli, avessero una vita più lunga di quella di pazienti già infetti.
Tralasciando questo particolare la versione animata introduce un personaggio che ci racconta a pezzi, man mano che la trama prosegue, la favola della bella addormentata. Ho apprezzato molto questa trovata in quanto credo calzi a pennello con gli eventi narrati e risulti da sola molto suggestiva ed esplicativa. Simpatiche sono anche le macchiette che vedono protagonista il bambino, che classifica tutte le creature che incontra come mostri di un RPG, con tanto di caratteristiche e livello di pericolosità.
Il lungometraggio tuttavia tronca del tutto un intero filone della trama del manga. La cosa non mi spiace in quanto la parte tagliata, sebbene molto rilevante, è proprio quella che ho meno apprezzato nella versione cartacea. Di certo alcuni personaggi perdono di spessore e risultano stravolti, mentre altri scompaiono del tutto, ma in questo modo gli sceneggiatori riescono a rendere la narrazione più concreta e meno dispersiva, levando inutili deviazioni che nel manga vanno a rovinare gli splendidi volumetti iniziali. Nonostante questo taglio la conclusione mantiene lo stesso deus ex machina.
Se quindi, a livello di sceneggiatura, il lungometraggio sembrerebbe più efficace del manga, in realtà non trasmette lo stesso pathos e le stesse sensazioni che quest’ultimo riesce nei primi numeri a creare. In questa trasposizione la narrazione mi è sembrata più piatta e priva di veri e propri climax, risultando alla fine più monotona e meno efficace. Sicuramente tale difetto è figlio anche del diverso media usato, anche se credo che si faccia sentire il diverso stile grafico, lontano da quello originale firmato Yuji Iwahara. Inoltre le risposte arrivano troppo facilmente e anche le sequenze di azione si limitano a qualche scaramuccia con lo stesso tipo di creatura, quando in realtà il manga ne proponeva una varietà molto più ampia e letale, in grado di risultare una minaccia per il gruppo in qualsiasi momento.
Per riassumete ritengo la sceneggiatura, come proposta nella versione animata, sicuramente più efficace e priva delle divagazioni e forzature introdotte negli ultimi 2 volumetti dell’opera originale. Sfortunatamente essa è raccontata decisamente peggio e, quindi, non posso dirmi soddisfatto nemmeno questa volta.
Dal punto di vista tecnico è da tanto che non vedevo un lungometraggio realizzato in modo così sbrigativo e poco ispirato. Le uniche cose che ho davvero apprezzato sono le musiche e alcuni fondali, mentre il resto mi è sembrato di qualità medio-bassa. Il character design, decisamente più standard e più piatto di quello della versione originale, rimane comunque su livelli discreti, almeno nelle sequenze realizzate con tecniche di animazione tradizionale. Le animazioni fanno giusto il loro dovere, ma ho visto serie TV decisamente più curate e meglio animate di questo lungometraggio. Il vero problema sta comunque altrove e si concretizza nelle parti in computer grafica, realizzate in modo davvero penoso. Alcune sequenze mi hanno fatto accapponare la pelle, per esempio quelle in cui i protagonisti salgono delle scale a chiocciola a circa metà film. Se non bastasse la vistosa variazione dello stile di disegno dei personaggi, il peggio di loro lo danno quando sono in movimento, in quanto sono sequenze soggette a un deciso calo del frame rate che le rende "scattose" e legnose, davvero un pugno nell'occhio.
L’edizione Kaze è altrettanto lacunosa: il BluRay non si degna nemmeno di proporre un minimo extra, nemmeno un trailer, nulla di nulla. Perlomeno si vede bene e l’audio bene o male fa il suo lavoro, così come il doppiaggio, ma si nota che l’editore ha solo pensato svolgere il proprio compitino senza metterci nulla del suo. Inoltre sul mio lettore i menù davano seri problemi di visualizzazione, tanto da risultare quasi innavigabili.
Per concludere King of Thorn mi ha lasciato con l’amaro in bocca, mi aspettavo decisamente di più.
L’ambientazione rimane la stessa del manga, ovvero ci troviamo in un mondo sull’orlo di un baratro a causa di una nuova misteriosa malattia che, dopo qualche mese di incubazione, inizia a trasformare il corpo degli infetti in pietra. Medusa, così viene denominata, sembra non avere cura e pertanto una corporazione decide di investire su un progetto che prevede l’ibernazione di un numero ristretto di soggetti malati in attesa che l’umanità trovi una cura.
Ho sempre trovato lo spunto iniziale un po’ balbettante in quanto mi chiedo per quale motivo avrebbero dovuto ibernare dei soggetti malati: io ne avrei ibernati di sani nella speranza che magari, 100 anni dopo, il virus si fosse autoestinto da solo o che perlomeno i soggetti, una volta svegli, avessero una vita più lunga di quella di pazienti già infetti.
Tralasciando questo particolare la versione animata introduce un personaggio che ci racconta a pezzi, man mano che la trama prosegue, la favola della bella addormentata. Ho apprezzato molto questa trovata in quanto credo calzi a pennello con gli eventi narrati e risulti da sola molto suggestiva ed esplicativa. Simpatiche sono anche le macchiette che vedono protagonista il bambino, che classifica tutte le creature che incontra come mostri di un RPG, con tanto di caratteristiche e livello di pericolosità.
Il lungometraggio tuttavia tronca del tutto un intero filone della trama del manga. La cosa non mi spiace in quanto la parte tagliata, sebbene molto rilevante, è proprio quella che ho meno apprezzato nella versione cartacea. Di certo alcuni personaggi perdono di spessore e risultano stravolti, mentre altri scompaiono del tutto, ma in questo modo gli sceneggiatori riescono a rendere la narrazione più concreta e meno dispersiva, levando inutili deviazioni che nel manga vanno a rovinare gli splendidi volumetti iniziali. Nonostante questo taglio la conclusione mantiene lo stesso deus ex machina.
Se quindi, a livello di sceneggiatura, il lungometraggio sembrerebbe più efficace del manga, in realtà non trasmette lo stesso pathos e le stesse sensazioni che quest’ultimo riesce nei primi numeri a creare. In questa trasposizione la narrazione mi è sembrata più piatta e priva di veri e propri climax, risultando alla fine più monotona e meno efficace. Sicuramente tale difetto è figlio anche del diverso media usato, anche se credo che si faccia sentire il diverso stile grafico, lontano da quello originale firmato Yuji Iwahara. Inoltre le risposte arrivano troppo facilmente e anche le sequenze di azione si limitano a qualche scaramuccia con lo stesso tipo di creatura, quando in realtà il manga ne proponeva una varietà molto più ampia e letale, in grado di risultare una minaccia per il gruppo in qualsiasi momento.
Per riassumete ritengo la sceneggiatura, come proposta nella versione animata, sicuramente più efficace e priva delle divagazioni e forzature introdotte negli ultimi 2 volumetti dell’opera originale. Sfortunatamente essa è raccontata decisamente peggio e, quindi, non posso dirmi soddisfatto nemmeno questa volta.
Dal punto di vista tecnico è da tanto che non vedevo un lungometraggio realizzato in modo così sbrigativo e poco ispirato. Le uniche cose che ho davvero apprezzato sono le musiche e alcuni fondali, mentre il resto mi è sembrato di qualità medio-bassa. Il character design, decisamente più standard e più piatto di quello della versione originale, rimane comunque su livelli discreti, almeno nelle sequenze realizzate con tecniche di animazione tradizionale. Le animazioni fanno giusto il loro dovere, ma ho visto serie TV decisamente più curate e meglio animate di questo lungometraggio. Il vero problema sta comunque altrove e si concretizza nelle parti in computer grafica, realizzate in modo davvero penoso. Alcune sequenze mi hanno fatto accapponare la pelle, per esempio quelle in cui i protagonisti salgono delle scale a chiocciola a circa metà film. Se non bastasse la vistosa variazione dello stile di disegno dei personaggi, il peggio di loro lo danno quando sono in movimento, in quanto sono sequenze soggette a un deciso calo del frame rate che le rende "scattose" e legnose, davvero un pugno nell'occhio.
L’edizione Kaze è altrettanto lacunosa: il BluRay non si degna nemmeno di proporre un minimo extra, nemmeno un trailer, nulla di nulla. Perlomeno si vede bene e l’audio bene o male fa il suo lavoro, così come il doppiaggio, ma si nota che l’editore ha solo pensato svolgere il proprio compitino senza metterci nulla del suo. Inoltre sul mio lettore i menù davano seri problemi di visualizzazione, tanto da risultare quasi innavigabili.
Per concludere King of Thorn mi ha lasciato con l’amaro in bocca, mi aspettavo decisamente di più.
Tratto dal manga di Yuji Iwahara, arriva nel 2009 il film animato prodotto dall’eccellente studio Sunrise (Cowboy Bebop, Code Geass, Escaflowne).
Prima di passare alla produzione però la storia ha subito varie modifiche dagli sceneggiatori, ovviamente avallate dall’autore, che fanno prendere all’opera pieghe diverse ma rimane fedele al concept originale.
Il mondo sta affrontando una terribile tragedia, si tratta dell’invasione del Medousa, un terribile virus dalla mortalità infallibile che infetta le persone per vie misteriose, facendole pietrificare. Lentamente la popolazione mondiale crolla sotto la malattia oppure per la disperazione che divaga insieme alla paura, dando vita a situazioni caotiche. In tutto questo fermento un’azienda farmaceutica dichiara di aver preparato delle capsule di ibernazione per gli ammalati, promettendo di risvegliarli quando sarà disponibile una cura. Ma il risveglio per Kasumi e gli altri pazienti non sarà dei più dolci, l’intera stanza è invasa da enormi rovi e presto anche strane creature cominceranno a dare loro la caccia. Inizia così la lotta per la sopravvivenza, cercando di sfuggire ai mostri e sperando di scoprire qualcosa sul Medousa che ancora cresce dentro i loro colpi.
La narrazione ha un ritmo continuo e calzante, raramente ci sono fasi di stanca o “vuote” perché ci sarà un costante fluire di informazioni più o meno velate, soprattutto per quanto riguarda le caratterizzazioni. Per la trama saranno infatti importanti i passati turbati che hanno generato dei traumi, ovviamente presenti in tutti i personaggi anche se in diverse intensità, e per capirli bisogna ascoltare tutte le mezze frasi che vengono dette perché nascondo informazioni spesso velate che, una volta congiunte, creano il mosaico del background psicologico, per alcuni più chiaro ed esplicito e per altri invece fumoso.
Ben presto i mostri si faranno da parte, abbandonando così lo stile survival horror per lasciare più spazio ai tanti misteri che andranno a collidere nel finale ricco di shockanti colpi di scena che spiazzeranno anche lo spettatore più attento e arguto, però si nota un eccessiva confusione per via di alcuni piccoli salti temporali, richiedendo così un alto livello di concentrazione per comprendere perfettamente tutta l’incredibile conclusione, che simboleggia il percorso della vita come un lungo rovo irto di spine.
Chi ha letto il manga potrà trovare comunque una visione interessante, perché ci saranno piccole e grandi differenze dal manga. Nella fase iniziale, che risulta molto più completa, viene mostrato un ampio background di informazioni utili a eliminare tutte le pause quando inizierà l’avventura vera e propria. Di seguito il percorso narrativo sarà completamente diverso da quello originale, se non per qualche particolarità comune, ma ancora più incredibile è il finale che contiene numerose affinità ma è strutturato in maniera completamente differente, abbandonando l’impronta fantasy della versione cartacea. Interessante anche l’associazione con al fiaba di Cenerentola che aiuta a capire meglio entrambe le versioni.
La regia riprende perfettamente lo stile narrativo, nelle fasi “informative” predilige grandangoli e prospettive larghe e precisi primi piani di particolari movimenti, ma quando la storia diventa cupa e violenta comincia a diventare più dinamica ed intraprendente con prospettive dal fucile (come in un perfetto Sparatutto in prima persona) o inquadrature angolate che valorizzano la prospettiva, favorendo il senso di asfissia e di ansia grazie ai profondi cunicoli che svaniscono nel buio.
Le animazioni ed i disegni possono godere una qualità invidiabile, sia per la precisione che per la cura riposta. La grafica computerizzata è molto importane perché usata in dosi massicce, se non eccessive. Tutti i mostri sono ricreati con perfetti modelli poligonali e rivestiti da texture altamente disegnate, ma inaspettatamente non saranno solo loro a essere creati in quel modo, anche i personaggi nelle fasi più movimentate sono digitali ma ci vuole qualche attimo ad accorgersene perché creati ed integrati con cura maniacale, ma nonostante il preziosismo tecnico si avverte la differenza dai bellissimi disegni. Fortunatamente si tratta di brevi spezzoni nella fase centrale.
Di grande impatto sarà l’ambientazione, sotto una villa in stile gotico posizionata su una ripida scogliera si cela un avanzato laboratorio iper-tecnologico, in questo modo ci saranno presenti bianchi saloni sterili, avanzate stazioni multimediali e saloni arricchiti da armature medievali, o anche una piccola cattedrale. Il tutto offre un dettaglio sublime e con le tinte cupe a dominare la scena enfatizzano perfettamente lo spirito del film.
Il character design è pressoché identico all’originale, tranne per i mostri presenti in sole tre versioni e completamente diverse dallo stile di Iwahara.
La colonna sonora incarna perfettamente l’atmosfera gotica, si parte con drammatiche note di pianoforte per poi passare ad organi e violini, perfette per i momenti più drammatici. Invece le musiche che accompagnano i combattimenti passano in secondo piano, anche perché coperte dai clangori metallici, dagli spari e da mille altri rumori.
Il film è stato importato dalla Kazé in DVD e Bluray Disc in alta definizione. L’audio è presente in varie lingue tutte in multicanale, e le immagini saranno pulite e nitide. Ai fan più curiosi però dispiacerà apprendere che manca qualsiasi sorta di extra.
Il doppiaggio è ben studiato e diretto, i doppiatori si calano perfettamente nella parte, soprattutto la Pacotto che così compensa la sua voce che sembra fuori luogo sul personaggio interpretato. Anche la traduzione è fedele all’originale, a parte alcuni termini scoloriti per non esaltare l’incredibile violenza.
Un film che parte mostrando subito mille misteri, dando vita ad un survival horror violento e claustrofobico che lentamente perde ritmo e diventa una storia ricca di colpi di scena veramente spiazzanti. Peccato per qualche situazione confusa che richiede un’eccessiva attenzione, ma rimane un horror consigliato a chiunque cerchi un film cupo e imprevedibile. Anche chi ha letto il manga potrebbe trovare una gradevole sorpresa grazie alle differenze e potrebbe
Prima di passare alla produzione però la storia ha subito varie modifiche dagli sceneggiatori, ovviamente avallate dall’autore, che fanno prendere all’opera pieghe diverse ma rimane fedele al concept originale.
Il mondo sta affrontando una terribile tragedia, si tratta dell’invasione del Medousa, un terribile virus dalla mortalità infallibile che infetta le persone per vie misteriose, facendole pietrificare. Lentamente la popolazione mondiale crolla sotto la malattia oppure per la disperazione che divaga insieme alla paura, dando vita a situazioni caotiche. In tutto questo fermento un’azienda farmaceutica dichiara di aver preparato delle capsule di ibernazione per gli ammalati, promettendo di risvegliarli quando sarà disponibile una cura. Ma il risveglio per Kasumi e gli altri pazienti non sarà dei più dolci, l’intera stanza è invasa da enormi rovi e presto anche strane creature cominceranno a dare loro la caccia. Inizia così la lotta per la sopravvivenza, cercando di sfuggire ai mostri e sperando di scoprire qualcosa sul Medousa che ancora cresce dentro i loro colpi.
La narrazione ha un ritmo continuo e calzante, raramente ci sono fasi di stanca o “vuote” perché ci sarà un costante fluire di informazioni più o meno velate, soprattutto per quanto riguarda le caratterizzazioni. Per la trama saranno infatti importanti i passati turbati che hanno generato dei traumi, ovviamente presenti in tutti i personaggi anche se in diverse intensità, e per capirli bisogna ascoltare tutte le mezze frasi che vengono dette perché nascondo informazioni spesso velate che, una volta congiunte, creano il mosaico del background psicologico, per alcuni più chiaro ed esplicito e per altri invece fumoso.
Ben presto i mostri si faranno da parte, abbandonando così lo stile survival horror per lasciare più spazio ai tanti misteri che andranno a collidere nel finale ricco di shockanti colpi di scena che spiazzeranno anche lo spettatore più attento e arguto, però si nota un eccessiva confusione per via di alcuni piccoli salti temporali, richiedendo così un alto livello di concentrazione per comprendere perfettamente tutta l’incredibile conclusione, che simboleggia il percorso della vita come un lungo rovo irto di spine.
Chi ha letto il manga potrà trovare comunque una visione interessante, perché ci saranno piccole e grandi differenze dal manga. Nella fase iniziale, che risulta molto più completa, viene mostrato un ampio background di informazioni utili a eliminare tutte le pause quando inizierà l’avventura vera e propria. Di seguito il percorso narrativo sarà completamente diverso da quello originale, se non per qualche particolarità comune, ma ancora più incredibile è il finale che contiene numerose affinità ma è strutturato in maniera completamente differente, abbandonando l’impronta fantasy della versione cartacea. Interessante anche l’associazione con al fiaba di Cenerentola che aiuta a capire meglio entrambe le versioni.
La regia riprende perfettamente lo stile narrativo, nelle fasi “informative” predilige grandangoli e prospettive larghe e precisi primi piani di particolari movimenti, ma quando la storia diventa cupa e violenta comincia a diventare più dinamica ed intraprendente con prospettive dal fucile (come in un perfetto Sparatutto in prima persona) o inquadrature angolate che valorizzano la prospettiva, favorendo il senso di asfissia e di ansia grazie ai profondi cunicoli che svaniscono nel buio.
Le animazioni ed i disegni possono godere una qualità invidiabile, sia per la precisione che per la cura riposta. La grafica computerizzata è molto importane perché usata in dosi massicce, se non eccessive. Tutti i mostri sono ricreati con perfetti modelli poligonali e rivestiti da texture altamente disegnate, ma inaspettatamente non saranno solo loro a essere creati in quel modo, anche i personaggi nelle fasi più movimentate sono digitali ma ci vuole qualche attimo ad accorgersene perché creati ed integrati con cura maniacale, ma nonostante il preziosismo tecnico si avverte la differenza dai bellissimi disegni. Fortunatamente si tratta di brevi spezzoni nella fase centrale.
Di grande impatto sarà l’ambientazione, sotto una villa in stile gotico posizionata su una ripida scogliera si cela un avanzato laboratorio iper-tecnologico, in questo modo ci saranno presenti bianchi saloni sterili, avanzate stazioni multimediali e saloni arricchiti da armature medievali, o anche una piccola cattedrale. Il tutto offre un dettaglio sublime e con le tinte cupe a dominare la scena enfatizzano perfettamente lo spirito del film.
Il character design è pressoché identico all’originale, tranne per i mostri presenti in sole tre versioni e completamente diverse dallo stile di Iwahara.
La colonna sonora incarna perfettamente l’atmosfera gotica, si parte con drammatiche note di pianoforte per poi passare ad organi e violini, perfette per i momenti più drammatici. Invece le musiche che accompagnano i combattimenti passano in secondo piano, anche perché coperte dai clangori metallici, dagli spari e da mille altri rumori.
Il film è stato importato dalla Kazé in DVD e Bluray Disc in alta definizione. L’audio è presente in varie lingue tutte in multicanale, e le immagini saranno pulite e nitide. Ai fan più curiosi però dispiacerà apprendere che manca qualsiasi sorta di extra.
Il doppiaggio è ben studiato e diretto, i doppiatori si calano perfettamente nella parte, soprattutto la Pacotto che così compensa la sua voce che sembra fuori luogo sul personaggio interpretato. Anche la traduzione è fedele all’originale, a parte alcuni termini scoloriti per non esaltare l’incredibile violenza.
Un film che parte mostrando subito mille misteri, dando vita ad un survival horror violento e claustrofobico che lentamente perde ritmo e diventa una storia ricca di colpi di scena veramente spiazzanti. Peccato per qualche situazione confusa che richiede un’eccessiva attenzione, ma rimane un horror consigliato a chiunque cerchi un film cupo e imprevedibile. Anche chi ha letto il manga potrebbe trovare una gradevole sorpresa grazie alle differenze e potrebbe
King of Thorn è un OAV tratto dal manga omonimo, uscito anche in Italia. La storia parla di un virus chiamato Medusa, in grado di pietrificare le persone. Un gruppo di persone malate di Medusa viene ibernato per essere risvegliato quando il virus avrà una cura, ma al loro risveglio queste persone troveranno un mondo pieno di piante spinose e mostri. Trovo i disegni di quest'anime ottimi, la prima cosa che si nota è l'abbondanza di dettagli in ogni sfondo e negli abiti dei personaggi, sembra quasi di vedere un film.
La storia è intrigante ed enigmatica quanto basta, ti coinvolge subito. Buono anche l'approfondimento dei personaggi e dei loro rapporti. Le musiche sono anch'esse di buona qualità, ma nulla che mi abbia colpito particolarmente.
La storia è intrigante ed enigmatica quanto basta, ti coinvolge subito. Buono anche l'approfondimento dei personaggi e dei loro rapporti. Le musiche sono anch'esse di buona qualità, ma nulla che mi abbia colpito particolarmente.
Se dal lato tecnico e grafico questo film è entusiasmante anzi impressionante, dal punto di vista della trama ha il gusto amaro del già visto e anche dell'artificioso.
Per certi versi ricorda un mix di Blue Gender con la solita storia del gruppetto di sopravvissuti intrappolati in fuga per la sopravvivenza vista numerosissime volte in film come Alien 1 e 3 (direi) et similia.
Anche la successiva mattanza è classica dei film di genere, Predator per esempio, in cui si conosce fin dal principio chi dei sopravvissuti iniziali arriverà a fine del film, e non per merito suo, anzi, la survivor, sarebbe stata la prima che avrei eliminato se fossi stato il regista.
Anche quella della multinazionale responsabile del virus medusa è sempre la stessa vecchia storia.
Le sotto-trame che avrebbero dato più spessore al film non sono facilmente intuibili e l'idea generale finisce per non essere capita e anzi diventa addirittura artificiosa. Non è chiaro come si possa passare dal virus medusa alle mutazioni tentacolari e la connessioni tra le due cose; ovvero il nesso c'è ma a me è sembrato incoerente con i primi 20 minuti di film, mah!
Pertanto concludo dicendo che questo film è un impressionante spreco visivo per gli occhi, chissà cosa avrebbero creato con queste risorse altri e più bravi sceneggiatori.
Per certi versi ricorda un mix di Blue Gender con la solita storia del gruppetto di sopravvissuti intrappolati in fuga per la sopravvivenza vista numerosissime volte in film come Alien 1 e 3 (direi) et similia.
Anche la successiva mattanza è classica dei film di genere, Predator per esempio, in cui si conosce fin dal principio chi dei sopravvissuti iniziali arriverà a fine del film, e non per merito suo, anzi, la survivor, sarebbe stata la prima che avrei eliminato se fossi stato il regista.
Anche quella della multinazionale responsabile del virus medusa è sempre la stessa vecchia storia.
Le sotto-trame che avrebbero dato più spessore al film non sono facilmente intuibili e l'idea generale finisce per non essere capita e anzi diventa addirittura artificiosa. Non è chiaro come si possa passare dal virus medusa alle mutazioni tentacolari e la connessioni tra le due cose; ovvero il nesso c'è ma a me è sembrato incoerente con i primi 20 minuti di film, mah!
Pertanto concludo dicendo che questo film è un impressionante spreco visivo per gli occhi, chissà cosa avrebbero creato con queste risorse altri e più bravi sceneggiatori.
Adattamento cinematografico dell'omonimo manga di Yuji Iwahara, King of Thorn è stato per me una piacevole sorpresa. Principalmente perché il film non segue, al contrario di quanto uno può aspettarsi, la storyline del manga.
La vicenda di base resta la stessa: un virus letale soprannominato Medusa (poiché porta alla morte per pietrificazione) comincia a diffondersi a livello globale e 160 persone vengono scelte da un programma di ricerca per essere ibernate in attesa che una cura venga trovata. Senonché, quando i soggetti si risvegliano, si rendono conto che qualcosa è andato storto durante il loro sonno: la struttura nella quale si risvegliano infatti è decadente e ricoperta di rovi, e ben presto strani mostri mutanti cominciano ad attaccare. I sette soggetti sopravvissuti cercheranno quindi di scoprire la verità e di trovare un modo per uscire sani e salvi dalla fortezza.
Se il film ripropone la stessa trama di partenza e gli stessi protagonisti, apparirà chiaro a chi ha già letto il manga che con il proseguire della vicenda vengono prese numerose libertà a livello di sviluppo della storia. Prima tra tutti, l'antagonista principale del manga, Zeus, nel film non è presente, così come Alice, figura chiave nella versione cartacea, in questa cinematografica fa solo una breve apparizione. Il fato stesso di alcuni personaggi (e alcuni particolari sul loro passato) cambia rispetto all'altra versione, mentre il colpo di scena finale, cioè il nucleo di tutta la vicenda, resta invariato e non compromette quindi il senso dell'opera.
In poche parole si assiste a uno sviluppo diverso di quella che è di base la stessa storia, e ciò rende la visione estremamente interessante per chi la storia credeva di averla già letta.
D'altro canto però, e da qui il voto più basso di quanto avrei voluto dare, il film non riesce a sorreggersi pienamente da solo: ci prova, inserendo nuove sfumature e altri punti di vista, ma resta il fatto che la trama di King of Thorn è abbastanza complessa, e se non avessi avuto il manga alle spalle dubito che sarei riuscita a seguirlo bene come ho fatto; anzi, arrivata a un certo punto persino io ho perso un po’ il filo del discorso - niente di irrimediabile comunque visto che il finale è bello comprensibile. Questo ovviamente non impedisce a chi non ha letto il manga di vederlo, ma a mio parere sarebbe meglio per avere una maggiore chiarezza del tutto.
Per il resto, il film è ottimamente realizzato: l’animazione è a cura della Sunrise, che fa un lavoro eccellente nei comparti sia visivo sia tecnico, con dei fondali semplicemente mozzafiato e animazioni fluide e ben realizzate che ben rendono l’aspetto cinematografico del prodotto. Anche le musiche sono molto azzeccate, suggestive e incalzanti quanto basta a rendere l’atmosfera pseudo-apocalittica e malinconica della storia.
In sintesi, questo film per me è un prodotto decisamente notevole, che magari poteva dare di più ma che certamente consiglio, soprattutto a chi ha già letto il manga. Due ore decisamente ben spese.
La vicenda di base resta la stessa: un virus letale soprannominato Medusa (poiché porta alla morte per pietrificazione) comincia a diffondersi a livello globale e 160 persone vengono scelte da un programma di ricerca per essere ibernate in attesa che una cura venga trovata. Senonché, quando i soggetti si risvegliano, si rendono conto che qualcosa è andato storto durante il loro sonno: la struttura nella quale si risvegliano infatti è decadente e ricoperta di rovi, e ben presto strani mostri mutanti cominciano ad attaccare. I sette soggetti sopravvissuti cercheranno quindi di scoprire la verità e di trovare un modo per uscire sani e salvi dalla fortezza.
Se il film ripropone la stessa trama di partenza e gli stessi protagonisti, apparirà chiaro a chi ha già letto il manga che con il proseguire della vicenda vengono prese numerose libertà a livello di sviluppo della storia. Prima tra tutti, l'antagonista principale del manga, Zeus, nel film non è presente, così come Alice, figura chiave nella versione cartacea, in questa cinematografica fa solo una breve apparizione. Il fato stesso di alcuni personaggi (e alcuni particolari sul loro passato) cambia rispetto all'altra versione, mentre il colpo di scena finale, cioè il nucleo di tutta la vicenda, resta invariato e non compromette quindi il senso dell'opera.
In poche parole si assiste a uno sviluppo diverso di quella che è di base la stessa storia, e ciò rende la visione estremamente interessante per chi la storia credeva di averla già letta.
D'altro canto però, e da qui il voto più basso di quanto avrei voluto dare, il film non riesce a sorreggersi pienamente da solo: ci prova, inserendo nuove sfumature e altri punti di vista, ma resta il fatto che la trama di King of Thorn è abbastanza complessa, e se non avessi avuto il manga alle spalle dubito che sarei riuscita a seguirlo bene come ho fatto; anzi, arrivata a un certo punto persino io ho perso un po’ il filo del discorso - niente di irrimediabile comunque visto che il finale è bello comprensibile. Questo ovviamente non impedisce a chi non ha letto il manga di vederlo, ma a mio parere sarebbe meglio per avere una maggiore chiarezza del tutto.
Per il resto, il film è ottimamente realizzato: l’animazione è a cura della Sunrise, che fa un lavoro eccellente nei comparti sia visivo sia tecnico, con dei fondali semplicemente mozzafiato e animazioni fluide e ben realizzate che ben rendono l’aspetto cinematografico del prodotto. Anche le musiche sono molto azzeccate, suggestive e incalzanti quanto basta a rendere l’atmosfera pseudo-apocalittica e malinconica della storia.
In sintesi, questo film per me è un prodotto decisamente notevole, che magari poteva dare di più ma che certamente consiglio, soprattutto a chi ha già letto il manga. Due ore decisamente ben spese.